„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
lunedì 13 aprile 2020
Solidarietà internazionale contro guerra e razzismo
Cinque anni dopo la cosiddetta “crisi dei rifugiati” e quasi quattro anni dopo l’accordo tra Unione Europea e Turchia, siamo ancora testimoni della violenza prodotta dalle politiche migratorie centrate sulla sicurezza. Dallo scorso giovedì (27.02.2020), migliaia di persone si sono mosse verso il confine tra Turchia e Grecia seguendo l’annuncio secondo il quale dalla Turchia non si sarebbe più messo un freno alla volontà di migranti di raggiungere l’Europa. L’annuncio da parte del governo turco è arrivato dopo la morte di 33 soldati nell’area di Idlib, dove l’acutizzarsi del conflitto ha fatto salire il numero delle vittime giorno dopo giorno, anche a causa della mirata distruzione di infrastrutture di base e strutture sanitarie. Il governo turco chiude i suoi confini con la Siria e non si fa scrupoli a spingere migliaia di migranti verso le porte d’Europa, all’interno di un limbo.
Migranti e richiedenti asilo dalla Siria, Afganistan, Pakistan e da diversi paesi africani hanno raggiunto l’area di confine di Edirne, Cannakkal e Izmir; alcuni sono stati condotti là da mezzi messi a disposizioni dalle municipalità, altri sono arrivati con taxi privati o camminando. Nell’area di Edirne, sono stati autorizzati dalle autorità turche a procedere verso la zona di confine, ma le forze di polizia greche hanno impedito loro di passare usando gas lacrimogeni e granate stordenti. Contemporaneamente, le autorità turche hanno impedito l’accesso ai giornalisti e ai reporter. Le persone bloccate nella zona grigia tra i due stati, sotto una forte pioggia e con scarse scorte di cibo, hanno gridato per l’apertura della frontiera. Ad alcuni di loro, raggiunto il confine terrestre, è stato detto dalle autorità di prendere la via del mare, nonostante le pericolose condizioni meteo.
In Grecia lo scenario va peggiorando. Il governo ha recentemente emanato una più stretta e inumana legge sui richiedenti asilo che prevede la detenzione all’arrivo sul territorio greco. Nei giorni scorsi, le comunità locali sulle isole di Chios e Lesbo si sono scontrate con la polizia, per opporsi all’istallazione di nuove strutture detentive. Pressati dalla cosiddetta “crisi dei rifugiati”, dopo l’accordo tra Europa e Turchia, hanno protestato contro il deterioramento delle loro condizioni di vita e di quelle dei richiedenti asilo. Ciò nonostante, la xenofobia e il razzismo non hanno smesso di infestare il discorso pubblico. In risposta agli ultimi eventi, i rappresentanti del governo greco hanno diffuso odio e paura, alimentando il mito di un’invasione di “illegali”, al comando del paese vicino.
Xenofobia, razzismo e la loro normalizzazione devono essere fronteggiate ovunque emergano, in Turchia, in Grecia o altrove. La strumentalizzazione delle vite dei migranti e dei richiedenti asilo e dei rifugiati ridotti a minaccia o a oggetti di scambio deve finire, sia nelle campagne elettorali interne ai singoli paesi che nelle relazioni fra il governo turco e l’Unione Europea. Le politiche securitarie che spingono migliaia di persone già sfollate all’interno di un limbo e i regimi di frontiera che provocano un infinito ciclo di violenze contro di loro devono finire.
Quello che chiediamo sono pace, diritti fondamentali e libertà di movimento per tutti.
I confine stanno uccidendo, aprite i confine!
Stop alla Guerra contro migranti e rifugiati!
Solidarietà transnazionale contro razzismo e guerra!
Per un mondo libero, senza confini, sfruttamento ed esilio.
Alternativa Libertaria/fdca aderisce all’appello internazionale di Crossborder
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