ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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lunedì 29 marzo 2021

Lavoro pubblico : da Brunetta a Brunetta

 

Dal N°56 di "Difesa Sindacale"QUI

 

 

 ll 10marzo il Governo e le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl eUil hanno sottoscritto un patto perl'innovazione del lavoro pubblico ela coesione sociale. Per il governo il documento è stato sottoscritto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal Ministro competente del settore Renato Brunetta. La parte sindacale,invece,vede la sola firma dei segretari Generali Confederali Maurizio Landini perla Cgil, Luigi Sbarra per la Cisl e Pierpaolo Bombardieri perla Uil. CONTINUA A LEGGERE QUI

 


 

Unificare le lotte


 

E-commerce e gig-economy: terminologie inglesi, moderne e legate al mondo tecnologico per descrivere modelli d’impresa che in realtà basano il loro successo, e i loro faraonici profitti, su un concetto che di innovativo ha ben poco: lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le vendite on-line, agevolate dalla pandemia del coronavirus, sono aumentate vertiginosamente in tutto il mondo, scatenando gli appetiti delle grandi società di consegna espressa e logistica che, attratte dalle prospettive di profitto di un mercato in forte crescita, stanno acquisendo società minori concentrando l’offerta nelle mani di poche aziende che, attuando processi di economia di scala, aumentano i profitti e riducono il costo del lavoro.

Dietro gli algoritmi alla base delle piattaforme di consegna a domicilio, così come dietro quelli in uso in Amazon, non c’è alcuna particolare innovazione se non quella di ottimizzare lo sfruttamento della forza lavoro aggredendo l’occupazione, conquiste e diritti così come è sempre stato e accade in ogni ambito produttivo, privato e pubblico della società capitalistica: ma l’opposizione della nostra classe alle manovre del capitale continua a manifestarsi e allora:

“I PADRONI HANNO PAURA E CHIAMANO LA QUESTURA”

Piacenza, mercoledì 10 marzo.

La multinazionale FedEx, subito dopo l’acquisizione di Tnt, ha annunciato il licenziamento di 6300 dipendenti in tutta Europa, di cui 650 in Italia.

Il progetto di riduzione di personale in Italia ha trovato la ferma opposizione delle maestranze exTnt di Piacenza che, con il Sindacato SiCobas, si sono subito attivate con un picchetto davanti ai magazzini che si è protratto per 13 giorni resistendo anche alle cariche della polizia intervenuta in assetto antisommossa, ottenendo comunque il ritiro dei licenziamenti annunciati e miglioramenti economici.

Ma la repressione poliziesca non si è fatta attendere e, nella notte del 10 marzo, 25 operai della Tnt sono stati portati in questura dopo perquisizioni domiciliari mentre per due coordinatori locali del Si.Cobas, sono stati disposti gli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza aggravata.

Prato, mercoledì 10 marzo.

Le maestranze dell’azienda tessile Texprint di Prato, in presidio da due mesi con il Sindacato Si Cobas,  che chiedono di lavorare otto ore al giorno per cinque giorni la settimana contro i turni attuali di dodici ore, sono aggredite dalla polizia in tenuta antisommossa.

Bergamo, giovedì 11 marzo

“La Dda di Brescia nell’ambito delle indagini relative alle buste con proiettili dell’estate scorsa contro Confindustria Lombardia, Bergamo e Brescia, ha effettuato una serie di perquisizioni in particolare nella Bergamasca. Fonti di stampa parlano anche di alcuni indagati, con contestazioni pesantissime, legate all’articolo 270bis (associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico), 612 (minacce) e 339 (aggravante per lesione minacciate)”. (da “Radio Onda d’Urto)

Tra le persone oggetto del provvedimento ci sono anche coloro che in questi mesi hanno effettuato presidi di massa per protestare contro la gestione della sanità lombarda in materia di Covid, che ha visto la Regione cedere alle richieste di Confindustria intesa a garantire in ogni caso la produzione agevolando così la diffusione della pandemia.

            Tutte queste operazioni poliziesche non sono casuali ma rientrano in un piano che intende reprimere e scoraggiare ogni comportamento ostile alla pacificazione sociale, quale conseguenza di quell’unità nazionale che vede convergere le forze politiche parlamentari, i sindacati confederali, governo e Confindustria in una dimensione corporativa per la gestione del Recovery Fund, sotto la guida di Mario Draghi, garante degli interessi del grande capitale multinazionale.

  • La forte protesta dei portuali di Genova contro l’arroganza di Confindustria;
  • lo sciopero di tutta la filiera italiana di Amazon indetto dai sindacati confederali per il 22 marzo, primo sciopero di questo genere in Europa e nel mondo, contro i carichi di lavoro, per la riduzione dell’orario di lavoro, per un migliore inquadramento professionale, per la sicurezza e per la rappresentanza sindacale;
  • lo sciopero nazionale indetto per il prossimo 26 marzo dall’assemblea delle Rider e dei Rider della Rete «RiderXidiritti», per un contratto rappresentativo che riconosca le Rider e i Rider come lavoratrici e lavoratori dipendenti e che ha visto la partecipazione di 32 realtà auto organizzate;

queste mobilitazioni sostengono le precedenti e dimostrano che “non siamo tutti sulla stessa barca” e che l’opposizione intransigente alle manovre di governo e dei padroni non appartiene al passato, ma è una prospettiva concreta e praticabile per la difesa degli interessi delle classi subalterne, sulle quali ricadono i costi della crisi economica accentuati dall’attuale pandemia.

SOLIDARIETA’ ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI CHE HANNO SUBITO LA REPRESSIONE.

Auspichiamo una massiccia adesione agli scioperi indetti per il 22 marzo e per il 26 marzo;

invitiamo tutte e tutti a riscoprire e praticare la solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori boicottando nelle giornate di tali scioperi le piattaforme Deliveroo, Just Eat, Glovo, Uber Eats e Amazon.

  • Unificare le lotte dei settori privati e pubblici, del precariato e della disoccupazione;
  • costruire una grande vertenza su obiettivi quali il salario, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga e per rilanciare concretamente pensioni e stato sociale.

PRATICHIAMO E RAFFORZIAMO L’ORGANIZZAZIONE DAL BASSO DELLE LOTTE

17 marzo 2021

Alternativa Libertaria/FdCA

Alternativa Libertaria foglio telematico, numero di marzo 2021

    
 

Il foglio telematico di Alternativa Libertaria. Scarica, leggi, diffondi…

 


 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 22 marzo 2021

La rivolta di Kronstadt (1921-2021) Incontro con Giorgio Sacchetti -il venerdì libertario

 
La rivolta di Kronstadt (1921-2021)
Incontro con Giorgio Sacchetti

«Fu il lampo» ebbe a dire Lenin della rivolta di Kronstadt «che illuminò meglio di ogni altro fatto la nostra realtà.» Nel marzo del 1921 i marinai della base navale del golfo di Finlandia, "onore e gloria" della rivoluzione russa, si ribellarono contro il governo bolscevico, che pure avevano aiutato a conquistare i] potere. Con la parola d'ordine "liberi soviet", fondarono una comune rivoluzionaria che sopravvisse sedici giorni, prima di soccombere di fronte alle truppe inviate contro di loro attraverso il ghiaccio. Dopo una lunga e selvaggia battaglia che fece riscontrare gravi perdite da ambo le parti i ribelli dovettero cedere. La rivolta diede immediatamente luogo a un'aspra polemica, che perdura tuttora. Perché i marinai si erano ribellati? Secondo i bolscevichi, essi erano agenti di una cospirazione delle guardie bianche, fomentata in Occidente dagli emigrati russi e dai loro sostenitori, gli alleati franco-britannici. Secondo coloro che simpatizzavano con i marinai, questi erano invece martiri rivoluzionari che si battevano per ripristinare l'idea dei soviet contro la dittatura bolscevica. La eliminazione della rivolta costituì, ai loro occhi, un atto di brutalità che distrusse definitivamente il mito che la Russia sovietica fosse «uno stato degli operai e dei contadini». (Paul Avrich, Kronstadt 1921, Princeton University Press, 1970, p.11)

Giorgio Sacchetti (1951), PhD in Storia del movimento sindacale, professore associato abilitato in Storia contemporanea. Si occupa di Anarchist studies e Labour history ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Attualmente docente a contratto all'Università dell'Aquila.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

L'indirizzo della sala telematica è sempre lo stesso  https://www.gotomeet.me/Movimento13Gennaio.

ATTENZIONE: per entrare nell'evento non è richiesta nessuna registrazione e nessun pagamento. Se vi chiedono di registrarvi o di pagare siete sul link errato.

La sala telematica verrà aperta sempre un'ora prima dell'inizio degli eventi e potete fare le prove di ingresso ed uscita dalla sala.

1) Puoi partecipare dal tuo computer via WEB (senza installare nulla sul tuo sistema) con i browser Google Chrome v72 o versioni successive, Microsoft Edge v77 o versioni successive cliccando sul seguente link: Https://app.gotomeeting.com e immettendo il seguente codice riunione 442-528-485;

2) Puoi partecipare dal tuo computer installando l’apposita APP, da caricare sul tuo computer seguendo le istruzioni a partire dal seguente indirizzo web: https://www.gotomeet.me/Movimento13Gennaio

3) Se hai già installato l’APP è sufficiente avviare l’APP e digitare il codice riunione 442-528-485;

4) Su cellulari, smartphone, tablet è necessario installare l’APP (GotoMeeting) e digitare il codice riunione 442-528-485
Alla sala sono possibili massimo 250 collegamenti. E’ buona norma collegarsi con microfono e telecamera spenti. Microfono e telecamera dovete accenderli prima di prendere la parola. E’ opportuno nel collegarsi indicare il proprio nome e cognome. Se lasciate il vostro indirizzo e-mail verrete inseriti nella maling list del Venerdì Libertario.
Avviata l'app ti chiederà il codice riunione a cui vuoi partecipare. Il nostro codice è 442-528-485
La registrazione dell'incontro sarà disponibile per una visione differita nei giorni successivi all'incontro.

QUADERNI STORICI A CURA DELLE SEZIONI TOSCANE DI ALTERNATIVA LIBERTARIA

 














La Comune di Parigi culla dell'anarchismo


 










L'attualità del Comunismo Anarchico


 










Lettura di Malatesta


 










Anarchismo e libertà religiosa


 










Anarchici e comunisti nel movimento dei Consigli operai 


 

mercoledì 17 marzo 2021

Bakunin e Marx di fronte alla Comune di Parigi (1871-2021) Incontro online con Adriana Dadà – Mario Spagnoletti


 

 

 

 

 

 

 

QUI L'EVENTO 

 

Bakunin e Marx di fronte alla Comune di Parigi (1871-2021)

Incontro online con Adriana Dadà – Mario Spagnoletti

«Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti». (Karl Marx, La guerra civile in Francia, Londra, 30 maggio 1871)

"Io sono un partigiano della Comune di Parigi, che pur essendo stata massacrata, soffocata nel sangue, dal boia della reazione monarchica e clericale, non ne è diventata che più vivace, più possente nell'immaginazione e nel cuore del proletariato d'Europa, e soprattutto ne sono il partigiano perché essa è stata una audace, caratteristica negazione dello Stato." (Michail Bakunin, La Comune di Parigi e la nozione di stato, in Volontà XXIV, n. 2 marzo-aprile 1971)

Adriana Dadà militante comunista-anarchica, studiosa del movimento comunista-anarchico e del movimento operaio, già ricercatrice e docente presso l'Università di Firenze.

Mario Spagnoletti, militante comunista, studioso del Risorgimento e del movimento operaio e socialista, già docente di storia, di storia dei partiti e movimenti politici presso l’Università di Bari.

martedì 16 marzo 2021

CHIUDE IL PROGETTO CAFFè MALATESTA , NASCE LA LIBERTARIA !

 Il progetto Caffè Malatesta chiude la propria attività; alleghiamo un
comunicato con l’intento di chiarire la situazione.

Sulla base degli stessi valori e obiettivi che hanno animato questa
esperienza, nasce un nuovo progetto: La Libertaria – Torrefazione
Artigianale Autogestita; alleghiamo un documento contenente i suoi punti
fondamentali.

Chiediamo a chiunque volesse rimanere informata/o sul progetto e/o
sostenerlo, di scrivere all’indirizzo mail: info@lalibertaria.org

 https://lalibertaria.org/

Ancora per qualche settimana (fino al 20 marzo) si potranno effettuare
ordini di caffè all’indirizzo mail ordini@caffemalatesta.org.
Dopo tale data, ordini e comunicazioni avverranno solo con La
Libertaria.

Grazie per il sostegno!

Collettivo Caffè Malatesta


--

E ricordate sempre che 'ogni tempesta comincia con una singola goccia'. Cercate di essere voi quella goccia"

Orso,
Tekoser,

Lorenzo.

 


 


Autorevolezza: di chi e per chi? - da "il cantiere" raccolta di materiali di intervento dei comunisti anarchici nella lotta di classe, numero di marzo 2021

 QUI IL NUMERO DE "IL CANTIERE" DI MARZO 2021


 

 

 

 

 

L’era di Draghi

Mario Draghi è certamente una figura“autorevole e utilissima”: proprio come lo è stato Mario Monti e come lo fu Aurelio Ciampi del quale, per altro, può essere considerato l’allievo. Oltre al teatrino della politica parlamentare dove, tra l’altro, i numerosi e accesi “anti renziani”di oggi sono proprio quelli che lo sostennero ieri, il fatto è che il Governo Conte non forniva sufficienti garanzie al capitale multinazionale per la gestione unilaterale dei Recovery Fund e quindi doveva essere superato da un esecutivo varato “sull’unità nazionale per la salvezza del paese” cucinato in salsa presidenziale, corporativa, patriottica esoprattutto unanime, dato che solo la componente più reazionaria e sovranista dello schieramento parlamentare, vale a dire “Fratelli d’Italia”, si è tirata fuori sia pure con lacerazioni interne. La linea “governatorale” propria dei partiti che compongono l’attuale maggioranza, si basa sia sulla necessità del ceto politico parassitario di occupare poltrone, sia sull’assunto qualunquistico di non lasciare alla sola destra la gestione delle politiche di governo: una posizione questa che potremmo definire “menopeggista”, che ha sempre prodotto non tanto il meno peggio ma soprattutto “il peggio senza il meno”. Così è stato che le storiche e reiterate esternazioni antieuropee, anti euro, sovraniste e apertamente razziste della Lega, sono comicamente evaporate in un “espace du matin”, cedendo il posto a quell’uniformarsi all’imperialismo europeo, a suo tempo già intrapreso dai 5S e accelerato dallapandemia Covid 19 e dal miraggio della gestione del Recovery Fund per un totale di 209 miliardi di euro dei quali Draghi è il garante che poi, alla fine, sono un prestito che dovrà essere restituito: ed è legittimo supporre che questa restituzione dovrà gravare sulle classi subalterne. Anche le timide esternazioni riguardo a una patrimoniale (vedi il dettagliato articolo “Abbatterei pilastri dell’ideologia dominante” nel presente numero de “Il Cantiere”), sono state rapidamente accantonate, ed è significativo che a questo coro unanime di consensi si allinei anche Confindustria,che poi è la vera regista nazionale dell’operazione Draghi, perché da sempre “il potere è dietro al trono”: ma che unità nazionale sarebbe senza il sostegno attivo del Sindacalismo confederale?

La posizione del sindacalismo confederale

Infatti, senza perdere troppo tempo, CISL e UIL non hanno esitato a aprire il credito a MarioDraghi, e il 2 febbraio scorso anche il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini si è chiaramente ed eloquentemente espresso circa il ruolo di Mario Draghi in un’intervista a La7 affermando: “E’autorevole, può essere una persona utile”. Affermazioni queste deliberatamente acritiche e del tutto fuori contesto circa il ruolo obiettivo di Mario Draghi; oltre alla fretta di essere parte integrante della nuova partita molto eventualmente concertativa, un gruppo dirigente sindacale che veramente intenda difendere gli interessi delle classi subalterne che rappresenta ha il dovere di porsi una domanda circa l’utilità di Mario Draghi: “ma per chi e per quale classe?”. Oggi, come ieri d’altronde, i gruppi dirigenti confederali continuano consapevolmente a omettere l’unica risposta possibile: queste sono certamente figure autorevoli e utilissime, ma per il teatrino della politica, i cui interpreti sperano di rigenerarsi in un nuovo ruolo accresciuto dal miraggio del RecoveryFund; lo sono concretamente per la confindustria; per il capitale finanziario multinazionale anche italiano; per le banche, per l’imperialismo europeo che ancora non riesce a esprimere la maturità e l’unità necessarie per affrontare la pandemia e la competizione sui mercati internazionali; sono figure autorevoli e utilissime per continuare la politica delle privatizzazioni, già perseguite con efficienza proprio da Draghi fin dal 1992, non a danno del “patrimonio nazionale” che non esiste, ma a danno irreversibile delle condizioni materiali della nostra classe. A questo serve Draghi, non ad altro. Le dichiarazioni dei gruppi dirigenti confederali non dovrebbero stupire perché sono laconseguenza inevitabile di una deriva concertativa che ha radici antiche e che ha sedimentato nei gruppi dirigenti una cultura corporativa che si manifesta in una tendenza alla semplificazione che contribuisce a far perdere il senso della realtà, della rappresentanza e, talvolta, anche quello della misura.

Non è difficile calcolare l’entità della redistribuzione delle risorse dai salari ai profittioperata dal 1993 a oggi… il contributo offerto dallaquota del lavoro ai profitti nel quadro del protocollodel 1993… è stato davvero ingente… e ammonta aben 1069 miliardi di euro.”(Leonello Tronti in “Rassegna Sindacale” n.38/2013). “Rassegna Sindacale” (storica testata della CGIL nata nel 1955, oggi la testata multimediale“Collettiva” ha raccolto la sua eredità) con lanaturalezza derivante dall’omissione continuata evita di considerare che: “Il protocollo del 1993” altro non era che il“ PROTOCOLLO 23 LUGLIO 1993 TRAGOVERNO E PARTI SOCIALI – POLITICA DEI REDDITI E DELL’OCCUPAZIONE, ASSETTI CONTRATTUALI, POLITICHE DEL LAVORO E SOSTEGNO AL SISTEMA PRODUTTIVO”; il primo ministro del governo era Aurelio Ciampi (suo collaboratore dell’epoca Mario Draghi); che anche in quell’occasione i gruppi dirigenti di CGIL-CISL-UIL, sostenendo alacremente l’accordo, si ridussero a svolgere il ruolo di pilastro del governo in carica confidando nel fatto che, superatala crisi con il determinante aiuto delle forze sindacali, queste avrebbero acquisito il ruolo di “salvatori del paese” avviando tramite la concertazione gentilmente concessa, una serie diriforme che, naturalmente non si verificarononemmeno in quella occasione. Anche in quell’occasione i gruppi dirigenti confederali andarono forsennatamente replicando quel “siamo tutti sulla medesima barca”, già declinato nel 1978 e ripreso con solennità dall’allora segretario generale della CGIL Luciano Lama all’epoca “della svolta dell’EUR”, e che intese moderare le richieste sindacali specialmentei n materia salariale per consentire la ripresa dell’economia italiana. Il che significava, per dirla con un concetto appropriato e non omissivo, un aiuto al debole imperialismo italiano a reggere la competizione sui mercati internazionali con le altre potenze economiche contro gli interessi immediati e storici della nostra classe, dal momento che solo quest’ultima avrebbe pagato i costi di questo gigantesco spostamento di risorse dai salari ai profitti e alle rendite, così come è d’altronde avvenuto ed è il caso di ricordare che, anche in quell’occasione, riforme e investimenti proprio non sarebbero arrivati. Ecco perché il sindacalismo confederale non può certo dirsi estraneo alle premesse che, in oltre quaranta anni, hanno agevolato il crescere e l’affermarsi dell’attuale aggressione alle condizioni di vita delle classi subalterne.

Crisi economica e pandemia nel contesto dell’imperialismo europeo

Il ceto politico e i gruppi dirigenti del sindacalismo confederale, consapevolmente omettendo ogni ombra di autocritica replicano oggi il medesimo schema di analisi del 1978 e del 1993. Ne consegue un’inevitabile subalternità al quadro economico politico e istituzionale nazionale e il medesimo sostegno all’imperialismo europeo: in un simile contesto le conseguenze di questa strategia tesa a scoraggiare l’unità di classe e a smobilitare le lotte potranno essere anche molto peggiori di quanto lo siano state in passato. La forza dell’attuale governo, oltre il teatrino della politica parlamentare delle sue comparse e caricature, risiede proprio nella figura di Mario Draghi che è e sarà il garante di quel processo di ristrutturazione globale che si dispiegherà in Italia nei prossimi anni secondo le linee impartite dall’imperialismo europeo, con proiezioni certe sulla nostra classe, già pesantemente aggredita e indebolita da una devastante crisi economica ultra decennale alla quale si sono aggiunti gli effetti della pandemia definendo uno scenario allarmante. I primi effetti di questa prospettiva già si riconoscono nell’assoluta indisponibilità da parte dell’Unione Europea nel far fronte alle necessità circa le dosi del vaccino abolendo il brevetto posseduto da poche multinazionali al fine di ottenere maggiori quantità di prodotto a prezzi inferiori con immediati benefici per le classi subalterne in Europa, anche in considerazione che la ricerca delle imprese private multinazionali ha usufruito di ingenti finanziamenti pubblici. La fase è evidentemente caratterizzata da un rapporto di forza sfavorevole alla nostra classe, rafforzato com’è dalla necessità di avviare una ristrutturazione su modello dell’Unione Europea anche in Italia: una ragione in più per non uniformarsi alle tendenze corporative del parlamentarismo e rilanciare l’opposizione unitaria internazionalista.

Numero di Marzo de “il Cantiere” raccolta di materiali di intervento dei comunisti anarchici nella lotta di classe

 


 

 

 

 

 

 

 

 

Numero di Marzo de “il Cantiere” raccolta di materiali di intervento dei comunisti anarchici nella lotta di classe

In questo numero si parla

-Governo Draghi

-8 Marzo

-Salario Minimo

-Metalmeccanici

-Scadenza contratti

-Ideolgia dominante

-Anarchismo in Portogallo

-Donne e Comune di Parigi

-100 anni da Krosntadt

-Conisgli di Fabbrica

CLICCA PER SCARICARLO 

CONTRO L’OPPRESSIONE PATRIARCALE E LO SFRUTTAMENTO CAPITALISTA: NESSUNA E’ SOLA

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggi, 8 marzo, commemoriamo la Giornata Internazionale delle Donne Lavoratrici, una data storica in cui si rilancia la lotta per i diritti politici, sociali, economici e sessuali di donne, lesbiche e transessuali delle classi oppresse, per porre fine alla violenza sistematica del patriarcato e per la lotta rivoluzionaria operaia, popolare e anticoloniale. Proposta per la prima volta da un gruppo di donne socialiste alla seconda conferenza internazionale delle donne socialiste nel 1910 a Copenaghen, la giornata era inizialmente destinata a promuovere i diritti civili delle donne. Più tardi divenne una giornata di agitazione, mobilitazione, protesta e sciopero per la vita e la libertà delle donne e dei dissidenti del sistema di genere in tutto il mondo. Dalla protesta per i diritti lavorativi e politici delle donne negli stati industriali all’inizio del XX secolo, alla rivolta per il pane e la pace delle donne lavoratrici che diede inizio, insieme ad altri scioperi e manifestazioni, alla rivoluzione russa del febbraio 1917, l’8 marzo come Giornata Internazionale della Donna si è lentamente consolidato attraverso la lotta attiva delle donne della classe lavoratrice. Per questo commemoriamo una così grande conquista che ci permette non solo di ricordare le conquiste del movimento femminista contro l’oppressione patriarcale, ma anche di appropriarci dei dibattiti e delle proposte delle nostre antesignane e di costruire spazi che ci permettono di alzare la voce contro le ingiustizie e la violenza di questo sistema patriarcale-coloniale-capitalista.

La giornata commemorativa internazionale ha avuto molteplici messaggi di lotta che variano in ogni territorio e tempo. Evidenziando tra questi la lotta per il suffragio e la parità salariale, il riconoscimento del lavoro di cura e di altri compiti relegati alla sfera privata svolti soprattutto dalle donne, la lotta per la depenalizzazione e legalizzazione dell’aborto e l’accesso ai contraccettivi, e l’abolizione della violenza di genere concretizzata in alti numeri di abusi sessuali, femminicidi e travesticidi, tra gli altri. Evidenziamo anche come questo appuntamento sia uno spazio per donne e dissidenti della classe lavoratrice che ha storicamente permesso l’articolazione organizzativa del movimento femminista, ed è stato caratterizzato da mobilitazioni di massa, più recentemente dallo Sciopero Internazionale delle Donne lanciato in Spagna per la prima volta, dal movimento #NiUnaMenos in Argentina e America Latina e dalla lotta per l’aborto legale, sicuro e libero nei paesi di tutto il mondo. Oggi noi, donne lavoratrici, viviamo in prima linea la crisi sociale ed economica derivante dalla pandemia COVID-19, che ha portato alla luce tipi di violenza e dominazione patriarcale spesso non visibili come lo sfruttamento del lavoro femminile nella sfera privata e la subordinazione alla figura maschile al suo interno, e ha facilitato la recrudescenza della violenza domestica, le molestie e l’aumento dei casi di femminicidi, travesticidi e abusi sessuali dovuti al confinamento, motivo per cui ci mobilitiamo l’8 marzo con determinazione e impegno.
Riconosciamo l’importanza della lotta femminista nel nostro tempo, consapevoli che esistono varie forme di “femminismi” fra le quali quello esclusivamente bianco /borghese basato sulla differenza di genere che tende a diventare egemonico a scapito delle lotte degli oppressi e delle oppresse. Rifiutiamo questa logica dominante e continueremo a sollevarci nelle nostre organizzazioni sociali e di base, dal basso: attraverso l’azione diretta contro l’oppressione patriarcale.
Siamo anche attente all’influenza dello Stato su questa pluralità di correnti presenti all’interno del femminismo, che cerca di imbrigliare le lotte e le rivendicazioni delle donne lavoratrici all’interno delle sue istituzioni e nei suoi meccanismi.
In questa giornata di commemorazione sottolineiamo anche l’importanza delle donne e delle dissidenti nella lotta per i diritti della classe operaia e degli oppressi e delle oppresse dal sistema di dominazione capitalista, sottolineando l’attivismo di militanti come Teresa Claramunt, Lucía Sánchez Saornil, Luisa Capetillo, e Virginia Bolten, per i diritti delle minoranze sessuali e di genere, per porre un freno allo sfruttamento ambientale, per l’abolizione dello Stato e per la fine di tutte le oppressioni, guardando alla trasformazione rivoluzionaria della realtà. Così, attraverso il mutuo appoggio, la solidarietà di classe e la cura collettiva, e attraverso la critica della costruzione di una teoria politica basata sulle tradizionali concezioni di genere gerarchiche, binarie ed escludenti, lottiamo per il socialismo e la libertà per tutte e tutti. Pertanto, commemoriamo l’8 marzo come un giorno di lotta rivoluzionaria, per la nostra emancipazione che, come scrisse Emma Goldman in The Tragedy of Woman’s Emancipation (1906) “dovrebbe rendere possibile alla donna di essere umana nel senso più vero(…) [e] tendendo alla più completa libertà, cancellerà allora i resti di centinaia di anni di sottomissione e schiavitù“.

Per la liberazione delle oppresse,
Per chi lotta!

☆ Alternativa Libertaria/ Federazione dei Comunisti Anarchici (AL/FdCA) – Italia

☆ Anarchist Communist Group (ACG) – Gran Bretagna

☆ Αναρχική Ομοσπονδία – Anarchist Federation – Grecia

☆ Aotearoa Workers Solidarity Movement (AWSM) – Aotearoa/ Nuova Zelanda

☆ Coordenação Anarquista Brasileira (CAB) – Brasile

☆ Die Plattform – Anarchakommunistische Organisation – Germania

☆ Embat, Organització Llibertària de Catalunya – Catalogna

☆ Federación Anarquista de Rosario (FAR) – Argentina

☆ Federación Anarquista de Santiago (FAS) – Cile

☆ Federación Anarquista Uruguaya (FAU) – Uruguay

☆ Grupo Libertario Vía Libre – Colombia

☆ Libertaere Aktion – Svizzera

☆ Melbourne Anarchist Communist Group (MACG) – Australia

☆ Organización Anarquista de Córdoba (OAC) – Argentina

☆ Organización Anarquista de Tucumán (OAT) – Argentina

☆ Organisation Socialiste Libertaire (OSL) – Svizzera

☆ Union Communiste Libertaire (UCL) – Francia e Belgio

☆ Workers Solidarity Movement (WSM) – Irlanda

☆ Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF) – Sudafrica

Agroecologia e anarchismo organizzato: Un’intervista con la Federazione Anarchica di Rio de Janeiro (FARJ)

 In risposta al modello industriale e capitalista di produzione alimentare che ha decimato i modi di vita rurali e la nostra madre terra, i movimenti sociali di tutto il mondo hanno identificato l’agroecologia come la loro proposta alternativa per lo sviluppo rurale. Fondata sulle conoscenze contadine e indigene, sulle lotte per la sovranità alimentare e sulla riforma agraria, l’agroecologia è intesa dai movimenti sociali come “uno strumento per la trasformazione sociale, economica, culturale, politica ed ecologica delle comunità e dei territori”. Questa intervista che Black Rose ha condotto nell’estate del 2020 con un militante del Fronte di Lotta Contadina della Federazione Anarchica di Rio de Janeiro (FARJ), esamina il loro lavoro con alcuni dei movimenti sociali del Brasile che lottano per l’agroecologia e la sovranità alimentare. Provenendo da un contesto con movimenti sociali contadini molto sviluppati, FARJ condivide importanti intuizioni da cui i militanti anarchici possono imparare.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

QUI L'INTERVISTA  <CLICCA>

lunedì 1 marzo 2021

La rivolta di Kronstadt raccontata da Marcello Flores

QUI IL PODCAST  


 

CRESCITA POLITICA newsletter comunista anarchica - numero febbraio 2021


 

 

 

- Et voilà. Lrs jeux sontgait
di Saverio Craparo


- Il suicidio del Parlamento
di Andrea Bellucci


- L'economia di Draghi e
quella del Dragone                                                                                                                                        di Gianni Cimbalo
 

- Il bandito di Riyad e la sua
banda                                                                                                                                                             La Redazione

I guai di Biden                                                                                                                                               di G. L.
 

- Osservatorio Economico
di Saverio Craparo

- Cosa c'e di nuovo

QUI PUOI LEGGERLO 

DIFESA SINDACALE - Comunisti Anarchici e Libertari in CGIL n°55 febbraio 2021


 

 

 

 

 

 

 

 

 QUI IL NUMERO n°55 DI FEBBRAIO 2021  

100 anni dalla rivolta di Kronstadt: ricordare significa lottare! - Dichiarazione anarchica internazionale sul centenario della rivolta di Kronstadt del 1921

 QUI ARTICOLO ORIGINALE

"Che i lavoratori di tutto il mondo sappiano che noi, i difensori del potere dei soviet, vigileremo sulle conquiste della rivoluzione sociale. Noi conquisteremo o periremo sotto le rovine di Kronstadt, combattendo la giusta causa delle masse lavoratrici. I lavoratori di tutto il mondo ci giudicheranno. Il sangue degli innocenti sarà sulle teste dei comunisti, selvaggi pazzi ubriachi di potere.
Viva il potere dei soviet!"

Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt

Il 1° marzo 1921, il Soviet di Kronstadt si sollevò in rivolta contro il regime del Partito "Comunista" russo. La guerra civile era effettivamente finita, con l'ultimo degli eserciti bianchi nella Russia europea sconfitto nel novembre 1920. Le rimanenti battaglie in Siberia e in Asia centrale erano oltre l'estensione territoriale di quella che sarebbe stata l'URSS l'anno successivo. Le condizioni economiche, tuttavia, rimanevano terribili. In risposta, gli scioperi scoppiarono in tutta Pietrogrado nel febbraio 1921. I marinai di Kronstadt inviarono una delegazione per indagare sugli scioperi.

Il contesto

La città di Kronstadt si trova sull'isola di Kotlin, che domina le vie di accesso a Pietrogrado. Era la sede della più grande base navale russa e fu un bastione della politica rivoluzionaria dal 1905. Ha giocato un ruolo importante nelle rivoluzioni del 1905 e del 1917. Il Soviet di Kronstadt fu istituito nel maggio 1917, non molto tempo dopo quello di Pietrogrado.

Durante tutto il 1917, i soviet si erano moltiplicati e rafforzati in tutto l'impero russo. In ottobre, avevano rovesciato il governo provvisorio. Il Secondo Congresso panrusso dei Soviet prese il potere nelle proprie mani. Il Congresso, tuttavia, accettò una proposta bolscevica di nominare un Consiglio dei Commissari del Popolo per agire come un gabinetto esecutivo sul Soviet. I bolscevichi non persero tempo nel creare un apparato statale con poteri coercitivi. Fondamentalmente, subordinarono i soviet locali e regionali a quello centrale.

Già nell'aprile 1918, i bolscevichi iniziarono la repressione contro gli anarchici e iniziarono le purghe dei soviet. La Rivoluzione d'Ottobre aveva stabilito la libertà di stampa e il diritto dei soldati di eleggere i loro ufficiali, ma i bolscevichi rovesciarono questi e molti altri cambiamenti sociali vitali nel corso della guerra civile.

La repressione di ogni opposizione, il comunismo di guerra e le requisizioni forzate imposte dai plotoni di esecuzione, insieme alla diffusione della povertà e della fame, alienarono molte delle simpatie che operai e contadini avevano riposto nel bolscevismo. Le proteste degli operai e dei contadini contro le misure autoritarie bolsceviche furono frequenti dal 1918 al 1921, comprese diverse ondate di scioperi operai.

La risoluzione di Petropavlovsk

Gli scioperi di Pietrogrado del febbraio 1921 spinsero i marinai di Kronstadt ad inviare una delegazione per indagare e riferire. I marinai stessi erano stati scontenti della gestione della Marina e avevano deposto il loro comandante in gennaio. Il rapporto della delegazione indusse all'approvazione della risoluzione di Petropavlovsk:

In considerazione del fatto che gli attuali soviet non esprimono la volontà degli operai e dei contadini, tenere immediatamente nuove elezioni a scrutinio segreto, avere la campagna pre-elettorale caratterizzata dalla piena libertà di agitazione tra gli operai e i contadini;

- Stabilire la libertà di parola e di stampa per gli operai e i contadini, per gli anarchici e i partiti socialisti di sinistra;
- Assicurare la libertà di riunione per i sindacati e le organizzazioni contadine;
- Convocare una conferenza apartitica degli operai, dei soldati dell'Armata Rossa e dei marinai di Pietrogrado, Kronstadt e della provincia di Pietrogrado, non oltre il 10 marzo 1921;
- Liberare tutti i prigionieri politici dei partiti socialisti, così come tutti gli operai, i contadini, i soldati e i marinai imprigionati in relazione al movimento operaio e contadino;
- Eleggere una Commissione per rivedere i casi dei detenuti nelle prigioni e nei campi di concentramento;
- Abolire tutti i politotdeli (uffici politici) perché nessun partito dovrebbe ricevere privilegi speciali nella propagazione delle sue idee o ricevere il sostegno finanziario del governo per tali scopi. Invece dovrebbero essere istituite commissioni educative e culturali, elette localmente e finanziate dal governo;
- Abolire immediatamente tutte le zagryaditelniye otryadi (unità bolsceviche armate per sopprimere il traffico e confiscare generi alimentari);
- Eguagliare le razioni di tutti coloro che lavorano, con l'eccezione di quelli impiegati in mestieri dannosi per la salute;
- Abolire i distaccamenti di combattimento bolscevichi in tutti i rami dell'esercito, così come le guardie bolsceviche in servizio nelle unità militari e nelle fabbriche. Se tali guardie o distaccamenti militari fossero necessari, devono essere nominati nell'esercito dai ranghi, e nelle fabbriche secondo il giudizio degli operai;
- Dare ai contadini piena libertà d'azione per quanto riguarda la loro terra, e anche il diritto di tenere il bestiame, a condizione che i contadini gestiscano ciò con i loro propri mezzi; cioè, senza impiegare manodopera a pagamento;
- Chiedere a tutti i rami dell'esercito, così come ai nostri compagni militari kursanti, di aderire alle nostre risoluzioni;
- Richiedere che la stampa dia il massimo risalto alle nostre risoluzioni;
- Nominare una Commissione di controllo itinerante;
- Permettere la libera produzione kustarnoye (piccola scala individuale) con l'utilizzo dei propri mezzi.

Questa risoluzione può essere riassunta come contenente due richieste fondamentali: il ripristino della democrazia sovietica e un compromesso economico con i contadini.

La rivolta e la soppressione

Il 1° marzo, una riunione di massa convocata dal Soviet di Kronstadt approvò la Risoluzione di Petropavlovsk. Fu l'inizio dell'insurrezione di Kronstadt. Nei giorni successivi, i ribelli provarono a negoziare con il governo bolscevico. Permisero a Kalinin di tornare a Pietrogrado. Ignorarono il consiglio degli ufficiali zaristi (che erano stati impiegati dalla Marina come consulenti tecnici) di prendere misure militari, compresi gli attacchi alla terraferma. I bolscevichi non ricambiarono e arrestarono le delegazioni di Kronstadt che raggiungevano luoghi sulla terraferma.

Il governo attaccò il 7 marzo, ma fu sconfitto, avendo perso forze sostanziali per defezioni. Un attacco più serio il 10 marzo fu anch'esso sconfitto, con molte perdite da parte bolscevica. L'attacco finale, con forze molto più grandi, avvenne il 17-18 marzo e riuscì a conquistare Kronstadt e a sopprimere la rivolta.

L’eredità

Oggi gli anarchici ricordano il centenario della rivolta di Kronstadt per due motivi. In primo luogo, dimostra che non è vero che l'unica alternativa al capitalismo in Russia era il regime autoritario e repressivo del cosiddetto partito "comunista". Il popolo di Kronstadt aveva mantenuto vivi i valori originali della Rivoluzione Russa e li stava sollevando di nuovo contro il governo commissariale del Partito. Hanno fallito perché il popolo russo era esausto, non perché le loro idee sono state respinte.

In secondo luogo, ricordiamo Kronstadt perché la vera storia della ribellione è molto diversa dalle versioni menzognere diffuse da vari gruppi leninisti e mostra quanto i bolscevichi si fossero allontanati dai principi su cui era stata fondata la Rivoluzione d'Ottobre. Il popolo di Kronstadt voleva soviet democratici, non un'Assemblea Costituente che poteva solo stabilire un governo capitalista. Rifiutò l'aiuto dall'estero, rivolgendosi invece agli operai e ai contadini della Russia. E nel corso del conflitto mostrò coerentemente principi più elevati, tentando in ogni momento e persino durante la battaglia finale di fraternizzare con le truppe governative e conquistarle politicamente. Alcuni leninisti, nel disperato tentativo di difendere la credibilità della denuncia dei bolscevichi dell'insurrezione di Kronstadt come controrivoluzionaria, citano dichiarazioni di bolscevichi di Kronstadt nel periodo successivo. Riteniamo necessario soltanto precisare che queste dichiarazioni furono firmate da persone detenute in prigione e minacciate di esecuzione. Dichiarazioni false possono essere ottenute di solito per molto meno.

I bolscevichi (che allora si chiamavano Partito "Comunista") tennero il loro 10° Congresso durante il periodo della rivolta di Kronstadt. I critici della ribellione spesso citano gli articoli della Risoluzione di Petropavlovsk come richiesta di un compromesso inaccettabile con i contadini, ma raramente menzionano che il 10° Congresso approvò la Nuova Politica Economica, che era un compromesso molto più ampio. In verità, gli aspetti della Risoluzione di Petropavlovsk che erano inaccettabili per i bolscevichi erano quelli che stabilivano la richiesta di democrazia sovietica. Erano i bolscevichi, non il popolo di Kronstad, che si mettevano contro la classe lavoratrice.

Oggi gli anarchici e le anarchiche lavorano per nuove rivoluzioni delle classi lavoratrici e popolari in tutto il mondo e lottano per la più completa democrazia diretta al loro interno. Ci ispiriamo ai e alle ribelli di Kronstadt e puntiamo a far sì che, anche se in ritardo, non abbiano versato il loro sangue invano.

Tutto il potere ai Soviet!

Viva il potere dei Soviet liberamente eletti!

☆ Alternative Libertaria/ Federazione dei Comunisti Anarchici (AL/FdCA) – Italia
☆ Anarchist Communist Group (ACG) – Gran Bretagna
☆ Αναρχική Ομοσπονδία - Anarchist Federation - Grecia
☆ Aotearoa Workers Solidarity Movement (AWSM) – Aotearoa/Nuova Zelanda
☆ Coordenação Anarquista Brasileira (CAB) – Brasile
☆ Devrimci Anarşist Faaliyet (DAF) – Turchia
☆ Die Plattform - Anarchakommunistische Organisation - Germania
☆ Embat Organització Libertària de Catalunya – Catalogna
☆ Federación Anarquista de Rosario (FAR) – Argentina
☆ Federación Anarquista de Santiago (FAS) – Cile
☆ Federación Anarquista Uruguaya (FAU) – Uruguay
☆ Grupo Libertario Vía Libre – Colombia
☆ Libertäre Aktion – Svizzera
☆ Melbourne Anarchist Communist Group (MACG) – Australia
☆ Organización Anarquista de Córdoba (OAC) – Argentina
☆ Organización Anarquista de Tucumán (OAT) – Argentina
☆ Organisation Socialiste Libertaire (OSL) – Svizzera
☆ Union Communiste Libertaire (UCL) – Francia
☆ Workers Solidarity Movement (WSM) – Irlanda
☆ Zabalaza Anarchist Communist Front - ZACF – Sud Africa

 


 

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