ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

venerdì 17 luglio 2020

COSTRUIAMO UN ALTERNATIVA LIBERTARIA A NORD EST

Se sei qui a leggere non una volta ma ti ci ritrovi spesso forse vuol dire che anche tu sei un libertario
...e se ci conoscessimo ?
...scrivici le tue opinioni sui temi d'attualità... sui post che leggi nei canali della federazione di Alternativa Libertaria... leggi e diffondi il nostro foglio telematico ...creiamo fra i nostri contatti una comunità libertaria ...interagiamo 

 






























CONTATTI
Per contattare i compagni referenti dell'area nord-est scrive a : altlibnordest@fdca.it oppure fdca@fdca.it 

Gian Maria Volonté politica e società - Pordenone


























infocaffèzapata + CINEFORUM
luglio/agosto 2020
ore 20.00/apertura ristoro
ore 21.00/inizio proiezionipresso la nuova sede di via Ungaresca, 3/B - Pordenone-------------------
Gian Maria Volonté
politica e società
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17 LUGLIO - SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA
/1972 diretto da Marco Bellocchio/
24 LUGLIO - SACCO E VANZETTI
/1971 diretto da Giuliano Montaldo/
31 LUGLIO - LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO
/1971 diretto da Elio Petri/
7 AGOSTO - OGRO
/1979 diretto da Gillo Pontecorvo/
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Circolo Libertario E. Zapata
Biblioteca Mauro Cancian
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ENTRATA LIBERA
portarsi le mascherine, i posti seduti rispetteranno le distanze di sicurezza, all'ingresso ci sarà gel disinfettante per tutti



Sta andando come prima anzi peggio

Sta andando come prima anzi peggio














 La pandemia determinata dal virus Covid-19 sembra, almeno sul continente europeo, in via di attenuazione benché continuino ad apparire sempre nuovi focolai di infezione e sul futuro penda l’incertezza di una possibile e paventata nuova ondata nel periodo autunnale; al momento la diffusione del virus colpisce, sia per contagiati che per vittime, soprattutto il continente americano con la massima espansione proprio in quei paesi come gli Usa ed il Brasile dove i rispettivi presidenti ne avevano minimizzato la pericolosità in maniera superficiale ed irresponsabile.  E ovunque la gestione della pandemia aggrava le condizioni delle classi subalterne e delle categorie sociali più deboli.

La risposta di classe dei diversi governi
Dovunque i governanti, di qualsiasi tendenza politica, sono stati costretti ad interventi sulla filiera produttiva ed a varare delle misure di sostegno alla popolazione in buona parte confinata nelle proprie abitazioni. Così è stato anche in Italia, in una situazione sempre più difficile e spesso drammatica, mentre il sistema sanitario mostrava tutte le proprie deficienze prodotte dai tagli degli ultimi decenni e si reggeva sull’impegno dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. Il governo Conte, come tutti i governi, è intervenuto con provvedimenti determinati da precise scelte di classe; ci riferiamo in primo luogo alla spinta degli imprenditori che, soprattutto al nord, ha visto il protrarsi della produzione pure in industrie non essenziali per la popolazione e con gli operai costretti a lavorare senza adeguate protezioni mettendo a rischio la propria salute. Anche sul fronte delle misure di sostegno si è vista la differenza tra bonus che, benché di entità limitata, sono stati erogati velocemente a liberi professionisti, piccoli imprenditori, commercianti, e la cassa integrazione in deroga giunta ai lavoratori dipendenti spesso in tempi biblici.  Per non parlare dell’esercito dei lavoratori in nero che in questo paese rappresentano milioni di lavoratori che non stati presi in considerazione con contributi economici di alcun tipo.  Ma di fronte a segnali
di rivolta sociale anche questo governo ha dovuto prendere alcuni provvedimenti urgenti come il
momentaneo blocco dei licenziamenti – sostenuto in pratica dal ricorso massiccio alla cassa
integrazione – e la messa a disposizione dei Comuni di limitati fondi per la povertà.
La terza fase come accelerazione di uno sviluppo forsennato
Con l’inizio della cosiddetta terza fase, cioè la riapertura di tutte le attività produttive, culturali, sociali, la situazione è sembrata normalizzarsi. Ma non è così. Il padronato, Confindustria in testa, dopo il periodo più difficile attraversato nei mesi di marzo ed aprile in cui chiedeva ipocritamente l’aiuto dei lavoratori (“siamo tutti sulla stessa barca”), ha alzato la voce chiedendo un ridimensionamento dei contenuti normativi dei contratti nazionali, una ulteriore flessibilità e deregolamentazione dei rapporti di lavoro, mano libera nello sfruttamento dei dipendenti (oggi chiamati “collaboratori”).
Le ultime misure del governo in fatto di appalti e grandi opere di fatto rispondono alla necessità di ripartire, come prima e più di prima, in uno sviluppo forsennato, slegato da qualunque logica territoriale. Davvero un bel segnale di fronte all’emersione dei disgustosi casi di frode registrati anche in questi ultimi drammatici mesi.
Lucrare sulle catastrofi
D’altronde, lucrare sulle catastrofi è una frontiera del capitalismo da tempo all’interno del nostro orizzonte. Rapidamente tramontata ogni ipotesi di ripensamento in ambito ambientale che vada oltre il bonus per l’efficientamento energetico delle abitazioni private, il capitalismo nostrano cerca di riprendere la sua corsa forsennata, come se nulla fosse successo e fosse solo il caso di recuperare il tempo perduto.
E se tutti gli indici, pur variabili, danno una forte flessione della produzione, la risposta sarà come sempre sulla pelle dei lavoratori, e, se e quando i soldi promessi dall’Unione Europea arriveranno, non saranno sufficienti né a rilanciare i consumi né a tutelare i lavoratori.
Al netto dei teatrini elettorali, a settembre, con lo sblocco dei licenziamenti e la cessazione della cassa integrazione in deroga, la crisi sociale rischia di farsi drammatica, acuita inoltre dal problema della casa e dagli sgomberi che rischiano di moltiplicarsi per l’incapienza dei disoccupati e degli stessi lavoratori poveri la cui fascia si sta sempre più allargando, dal venire meno delle risorse delle amministrazioni locali a sostegno delle fasce più deboli. Ma questa estate già rischia di travolgere anche quei settori dei servizi, commercio e turismo che finora aveva trovato spazio di sopravvivenza, anche se spesso con ricorso strutturale allo sfruttamento stagionale sempre più esacerbato. Per non parlare del settore agricolo, dove la sanatoria in corso non solo non sta contrastando minimamente il caporalato e la gestione semischiavistica di molte delle nostre campagne, ma non ottiene neanche l’effetto minimo di emersione dalla clandestinità, ma si configura come una operazione di cassa e sciacallaggio istituzionale.
Sostenere obiettivi di classe, ambientali e sociali e contrastare la deriva di destra, fascista e razzista.  
In una situazione politico istituzionale in cui  l’emergenza ha reso pressoché superflua anche la finzione parlamentare, ridotta a espressione di lobby  d’affari,   in cui la questione sociale viene agitata prevalentemente dalla destra, e in cui la lettura sovranista  della crisi rischia di travolgere anche ampi settori della sinistra, tanta attenzione deve invece essere  fatta ai tentativi di convergenza e allargamento delle richieste e rivendicazioni di classe, ambientali e sociali che cercano di emergere nonostante la riduzione ormai strutturale degli spazi di agibilità politica.
Contro ogni tentativo di strumentalizzazione delle richieste sociali che possono aprirsi a pericolose derive di destra, occorre essere pronti a sostenere e difendere all’interno dei movimenti sociali e di quanto si potrebbe verificare nei prossimi mesi, obbiettivi chiari e di classe che vedano al primo posto la difesa delle condizioni di vita e di lavoro di chi abita questo paese. Difesa delle condizioni di vita che passa anche dal blocco degli sfratti e degli sgomberi delle abitazioni, dal diritto allo studio, dal ripristino di una sanità pubblica efficiente, da una riduzione dell’orario di lavoro far per ripartire l’occupazione assieme ad adeguati aumenti salariali, da una lotta al precariato in tutte le sue forme introdotte dalle leggi degli ultimi decenni, dal riconoscimento dei diritti sociali a tutte le persone che vivono e lavorano nel nostro paese. Mantenendo alta la partecipazione e la vigilanza antifascista e antirazzista in ogni ambito di mobilitazione che sia sociale, sindacale o politica. Rinnovando la prospettiva di superamento del capitalismo, un modello che mai come in questa fase storica appare efficiente solo per soddisfare l’avidità di pochi, dimostrandosi totalmente inadeguato nel far fronte ai bisogni di tutti gli esseri umani e del pianeta.

107° Consiglio dei Delegati di Alternativa Libertaria/fdca
Reggio Emilia 12/07/2020

INCONTRO CONTADINO A BAVER 2020


PER LA COMUNITA ALIMENTARE LOCALE
La Comunità Alimentare Locale è una comunità territoriale che unisce localmente i soggetti della filiera alimentare (Contadini, Produttori, Cittadini, Famiglie, Gas, Mense e Ristoratori) che operano insieme per difendere e sostenere la produzione di cibo a livello locale; per una Alimentazione sana e per la Sovranità Alimentare.
RETE CONTADINA organizza per domenica 19 luglio ore 18,00 un INCONTRO CONTADINO che si terrà nel Vigneto storico di Baver (TV) dell'Azienda Agricola Famiglia Fabris.
Il Vigneto è un vero e proprio museo vivente dell’antica viticoltura veneta che, da febbraio 2014, è stato posto sotto tutela – primo esempio in Italia – dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso come bene culturale di natura etnoantropologica.

PROGRAMMA:
ORE 18 - Assemblea di Retecontadina.

ORE 19 - Tavola rotonda sul tema: Farm to fork, quale transizione ?

- ORE 20 - Cena contadina in campo

Non è previsto un servizio stoviglie: portarsi un bicchiere personale.
Plastic-free.

Spazio all'aperto con posti a sedere su balle di paglia.
Parcheggio all’esterno del vigneto, in luoghi che verranno segnalati.

In caso di pioggia l'incontro verrà rinviato in data da definire.




domenica 12 luglio 2020

Lettura di Malatesta - Quaderni Storici 2020 n.3






































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Donne in isolamento in tutto il mondo, siamo in prima linea contro il capitalismo

























La violenza sessista è aumentata con il mondo in isolamento. Lontane dalle nostre famiglie e dai nostri amici, noi donne obbligate a convivere con un aggressore, spesso il nostro partner, siamo state intrappolate in una situazione infernale. Le iniziative imposte da più governi in tutto il mondo per fermare la violenza domestica sono state inefficaci, e il problema, lungi dal diminuire, è aumentato! L’isolamento impedisce alle donne vittime di abusi domestici di abbandonare le loro case e di ottenere aiuto dall’esterno, soprattutto perché non possono fare chiamate condividendo lo stesso spazio dei loro aggressori. L’aumento dei femminicidi è stato una realtà sia in America Latina che altrove. Le molestie in strada, invece, non sono state messe sotto chiave! Anche se le strade sono vuote, il confinamento obbligatorio non ha limitato o posto fine alle aggressioni sessuali e sessiste in luoghi pubblici e aperti, al contrario. Con o senza maschera protettiva addosso, fare la spesa, visitare il medico o andare al lavoro, sono diventate attività ideali per i predatori sessuali al fine di avvicinare, infastidire e molestare le donne.
Il lavoro domestico non retribuito svolto quotidianamente da noi donne è aumentato anche durante l’isolamento obbligatorio. Oltre ad assicurarci che i nostri figli siano ben nutriti e facciano i compiti, abbiamo dovuto lavorare da casa, aumentando il lavoro emotivo che dovremmo svolgere. Nei Paesi in cui sono state adottate misure sociali per permettere alle persone di rimanere in casa, sono le donne che guadagnano meno degli uomini che lavorano da casa. Pertanto, poiché gli uomini diventano quasi gli unici a guadagnare, la distribuzione delle responsabilità domestiche è completamente venuta meno.
Alcune donne sono più colpite di altre a causa della crisi in corso. La situazione attuale delle donne rifugiate (che sono stipate nei loro alloggi o centri per rifugiati), donne di colore e dei quartieri popolari, che sono le più esposte al virus, è preoccupante. Avendo un lavoro per lo più informale, non possono rimanere confinate e mantenere un reddito stabile. Allo stesso modo, non possono avere un reddito se si assumono tutte le responsabilità domestiche. Oltre a questo, la militarizzazione della vita quotidiana ha esposto sia i nostri figli che noi alla brutalità della polizia.
Il patriarcato e il capitalismo approfittano del lavoro non retribuito o sottopagato delle donne sotto la bandiera dell’unità nazionale. Siamo particolarmente vulnerabili a questa crisi perché abbiamo più posti di lavoro precari degli uomini e lavoriamo nel settore “essenziale” dell’economia. Quindi molte di noi lavoratrici, che lavorano nei negozi di alimentari, come infermiere, o come insegnanti, sono in prima linea, affrontando direttamente l’epidemia. Questi settori economici, in cui siamo la maggioranza dei lavoratori, hanno tipicamente lavori sottopagati. Tuttavia, le donne che lavorano in questi settori hanno storicamente lottato per avere salari più alti, contro i licenziamenti e la precarietà. Siamo state anche noi, donne, a mettere in pratica la solidarietà e l’aiuto reciproco attraverso le organizzazioni di base. Le istituzioni statali non hanno risposto adeguatamente alla crisi, così le organizzazioni di base, composte principalmente da donne, hanno creato diverse strategie per far fronte alla crisi. Tra queste strategie, vi è la creazione di reti di approvvigionamento, l’apertura di mense per i poveri e la fabbricazione di maschere protettive, tra le altre.
Allo Stato, ai nostri capi, alla polizia, alla violenza sessista, ai razzisti, a coloro che odiano la comunità LGBT diciamo: non ci arrenderemo e lotteremo sempre per rendere visibili le nostre parole e la nostra lotta, contro ogni forma di oppressione.  
Noi siamo in prima linea contro il capitalismo!
☆ Federación Anarquista Uruguaya – FAU (Uruguay)
☆ Federación Anarquista de Rosario – FAR (Argentina)
☆ Grupo Libertario Vía Libre (Colombia)
☆ Union Communiste Libertaire (Francia)
☆ Organisation Socialiste Libertaire – OSL (Svizzera)
☆ Libertaere Aktion (Svizzera)
☆ Aotearoa Workers Solidarity Movement – AWSM (Aotearoa / Nuova Zelanda)
☆ Anarchist Unión of Afghanistan and Iran – AUAI
☆ Die Plattform – Anarchakommunistische Organisation (Germania)
☆ Organización Anarquista de Córdoba – OAC (Argentina)
☆ Alternativa Libertaria – AL/fdca (Italia)
☆ Melbourne Anarchist Communist Group – MACG (Australia)
☆ Workers Solidarity Movement – WSM (Irlanda)
☆ Coordenação Anarquista Brasileira – CAB (Brasile)

 ARTICOLO ORIGINALEqui

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)