„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
domenica 26 aprile 2020
Contro la pandemia capitalista, solidarietà tra i popoli
articolo originale
La pandemia potrebbe essere l’innesco della crisi finanziaria prevista da tempo da tanti economisti seri.
Dopo la crisi del 2008, gli Sta-ti hanno impiegato enormi quantità di fondi pubblici per salvare operatori e banche priva-te, che in fondo non hanno cambiato nessuna delle loro prassi.
Così, ancora una volta, questa economia sarà sconvolta e ciò avverrà in pro-porzioni peggiori rispetto al 2008.
Con i licenziamenti e la sottoccupazione, que-sta crisi si abbatterà in primo luogo sulle classi popolari che dovranno affrontare un aumento della disoccupazione, dei posti di lavoro a tem-po parziale, del lavoro precario e della riduzio-ne dei salari.Per limitare i danni è necessario, da un lato rafforzare la protezione sociale, per attutire lo shock, e dall’altro far pagare il capitale.
E’ anche importante rafforzare il sistema sa-nitario sotto controllo pubblico, con la piena fornitura e il finanziamento delle istituzioni di assistenza, la garanzia e la protezione dei diritti dei lavoratori della sanità, del commer-cio, dell’industria sanitaria, dei lavoratori della logistica e dei trasporti, dei servizi pubblici e della popolazione agricola.
È essenziale promuovere una cultura della vita e della solidarietà, dell’autoprotezione e dell’as-sistenza collettiva che ci permetta di superare il panico reale e il senso di “ognuno per sé”.L’isolamento non può dipen-dere dalla gerarchia sociale. E non possiamo accettare misure che, oggi, non abbiano una dimensione di classe.
Vogliamo che la crisi sia pa-gata dai ricchi: che tutte le attività economiche che non sono di base si fermino, che tutte le aziende garantiscano i mezzi per garantire il telelavoro, se necessario, e che nessun lavoratore perda il proprio sala-rio durante l’isolamento.
Nel caso delle grandi aziende, questi stipendi non devono provenire da fondi pubblici.
E che le grandi fortune e le aziende siano obbligate a pagare più tasse e non eludere in paradisi fiscali. Pertanto, deve essere chiuso tutto quello che non è essenziale, imprese e servizi, con mantenimento integrale del reddito per i lavoratori in disoccupazione tecnica, compresi quelli in condizione di preca-rietà (dipendenti temporanei, subappaltatori, lavoratori autonomi, ecc.) .
Solo i settori vitali dovrebbero continuare a la-vorare come l’assistenza medica, il rifornimento delle scorte e l’informazione della popolazione.
Pensiamo in particolare al sistema sanitario, settori agroalimentare e agricolo, trasporti, distribuzione alimentare e sanitaria, mezzi audiovisivi e internet per la diffusione delle in-dicazioni.
I lavoratori di questi settori sono in prima linea: salvare le persone cade sulle loro spalle.
Dobbiamo onorarli, aiutarli, sostenerli, iniziando a garantire la sicurezza dei loro figli con misure di prevenzione e protezione.
Allo stesso tempo, sia per ragioni di efficacia, sia per evitare gli sporchi guadagni dei beneficiari della crisi, dobbiamo intervenire sulle impre-se private di questi settori, in particolare della sanità, e integrarle nel servizio pubblico, rior-ganizzare la catena di produzione per pro-teggersi dal virus, con protocolli di prevenzione adeguati. Inoltre, è urgente riorganizzare l’intera produ-zione e i servizi. L’industria bellica ad esempio deve essere riconvertita a granatire protezione
e mezzi di sussistenza per tutti. Se lo Stato e i datori di lavoro non lo vogliono, allora tocca ai lavoratori imporlo. La salute non può essere in mano ai privati, e questa crisi lo ha dimostrato.
Esigiamo il divieto di licenziamenti durante il periodo di isolamento, sostenendo gli stipendi non solo dei lavoratori dipendenti ma anche di precari, interinali, con contratto a tempo de-terminato e dipendenti occulti (Uber e riders per esempio)
Vogliamo il blocco, non la sospensione, delle politiche di attacco alle pensioni e al welfare pubblico.
Non sono i tagli del trasporto pub-blico a ridurre gli assembramenti e i vettori di contagioInvece è necessaria la confisca di case vuote, affitti Airbnb e simili, stanze d’albergo, per permettere un isolamento sanitario decente alle persone senza fissa dimora, ai migranti che sopravvivono in campi selvaggi o chiusi in centri di detenzione, ai lavoratori illegali a vol-te accatastati in case malsane o agli occupanti abusiviA fronte delle più basse entrate economiche, esi-giamo una moratoria sugli affitti e sulle bollette di energia, acqua, telefono e internet, l divieto di sfratto e di sgombero e un affitto di base per le persone che si trovano in condizioni di povertà.
Contrasteremo le derive antiabortiste e rea-zionarie presenti in diversi paesi e al contra-rio esigiamo misure contro le violenze contro le donne, per ridurre le prevedibili conseguenze dell’isolamento, la chiusura dei centri di inter-namento e detenzione dei migranti e efficaci misure che garantiscano loro il diritto alla sa-lute.I governi sono stati presi di sorpresa da questa situazione. Se i movimenti sociali e i sindacati si impegneranno a affrontare i problemi senza esitazioni, possiamo ottenere quanto chiedia-mo.
Ma è fondamentale che tutti i lavoratori determinati e consapevoli si dotino di strumen-ti sindacali adeguati per raggruppare i loro col-leghi su basi solidali e combattive.E’ imperativo avanzare nel mezzo di questa crisi su questa strada, tessendo legami solidali dal basso, rafforzando le organizzazioni popo-lari e costruendo di fatto un vero fronte delle classi oppresse che possa essere oggi artefice di lotte rivendicative e domani alla ricerca di una società libertaria, federalista e con una democrazia diretta.
Sulla base del comunicato congiunto pubblicato su anarkismo.net
FONTE
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento