Nei
suoi primi sei mesi, la giunta che Sala capeggia è riuscita a rendere
la vita difficile (a volte impossibile) agli inquilini delle case
popolari.
Ha superato le precedenti giunte (che non scherzavano).
Contro questa situazione, è scesa in campo perfino un'area assai moderata (vedi il volantino allegato), come
le organizzazioni sindacali degli inquilini, che probabilmente avevano
sostenuto la candidatura di Sala a sindaco. Si vede che la porcheria è
diventata indigesta anche per chi è abituato a ingoiare (e a FAR
INGOIARE) di tutto.
Il sindaco di Expo ha dato un’accelerata alla speculazione
immobiliare, ultima spiaggia dell’imprenditoria ambrosiana che ormai è
rappresentata dallo stretto connubio tra immobiliaristi e finanzieri (banche).
Entrambi vivono nel terrore che la bolla immobiliare scoppi, svalutando
precipitosamente i loro patrimoni. Ma, come una droga, la speculazione vuole
nuova speculazione.
La manovra è sotto gli occhi di tutti: provocare il degrado
di un quartiere, favorire la svendita degli immobili a vantaggio delle grandi
immobiliari, «bonificare» il quartiere, costruire nuovi immobili per i ricchi.
Un esempio lampante è quanto è avvenuto nel quartiere Isola. E oggi potrebbe avvenire in via Padova.
Ma fino a quando potrà durare questo gioco perverso e
pericoloso?
Per ora, questo è l’esito dell’assalto speculativo alle case
dei poveri:
14mila sfratti in esecuzione
23mila famiglie in lista di attesa
80mila case private vuote.
Come si vede, la situazione abitativa potrebbe diventare
esplosiva da un momento all’altro.
Si capisce allora perché Sala abbia approfittato
dell’omicidio di piazzale Loreto (12 novembre) per invocare l’esercito in
città. Che è subito arrivato.
Milano, con il Beppe Sala, si è proposta come modello per
l’Italia.
Un bel modello, il risultato è disperazione sociale,
cementificazione selvaggia, crescita letale dell’inquinamento.
Dino Erba
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