Ecco le news
settimanali del Comidad: chi volesse consultare le news precedenti, può
reperirle sul sito http://www.comidad.org/ sotto la voce
"Commentario".
A SESTO
SAN GIOVANNI QUANDO FERMERANNO JP MORGAN?
Le cose starebbero così: Sesto San Giovanni è come Dodge City e il
giovane vicesceriffo, da poco nominato,
alla prova del fuoco ha fatto fuori il pericoloso ricercato casualmente
fermato. Vabbè.
Il neo-ministro agli Attentati Islamici, Domenico
Minniti detto Marco, inizia quindi con un gran colpo di “fortuna” il suo
mandato, come del resto molti osservatori avevano facilmente previsto, vista la
sua “esperienza di servizi segreti”. Col solito compiaciuto provincialismo
ci fanno sapere che l’uccisione del
tunisino, presunto attentatore di Berlino, avrebbe procurato all’Italia molti
apprezzamenti dalla Germania, con una pioggia di tweet di plauso. (1)
Si aspettano invece con trepidazione i tweet del governo tedesco,
della BCE e della Commissione Europea sull’operazione di salvataggio pubblico
di Monte dei Paschi di Siena, peraltro “inspiegabilmente” contorta. Si aspetta
anche la fine dell’operazione per capire chi lucrerà dal passaggio delle obbligazioni
in azioni e poi delle stesse azioni in obbligazioni.
Sul quotidiano confindustriale “Il Sole-24 ore” il commentatore,
dopo aver illustrato i termini dell’operazione MPS ed aver constatato il
prevedibilissimo squagliamento dei tanto decantati “investitori privati”, si
chiedeva con finta ingenuità come mai si sia atteso tanto per compiere un
salvataggio pubblico che poteva essere attuato alle medesime condizioni sin
dall’estate scorsa. (2)
Molti lettori del quotidiano confindustriale già conoscono la risposta
a questa domanda retorica, poiché ancora nel settembre scorso il governo
affidava l’intera operazione di salvataggio di MPS alla illuminata consulenza
di JP Morgan, la quale con le sue mani sagaci avrebbe dovuto gestire anche il
presunto salvataggio da parte di mitici privati. Gran parte della stampa
governativa arrivava addirittura a toni celebrativi nel descrivere il rapporto
privilegiato instauratosi tra il governo Renzi e la multinazionale bancaria
americana. (3)
Si tratterebbe a questo punto di chiarire non solo quanto il
governo abbia direttamente elargito a JP Morgan per la sua “consulenza”, ma
anche quali e quante operazioni di “insider trading” la stessa JP Morgan abbia
potuto compiere sul titolo MPS da quella posizione privilegiata. Alla fine il
governo si era comunque deciso a varare un decreto per salvare MPS da cui
sembravano uscire immuni i risparmiatori. Su questa questione il PD si gioca la
sopravvivenza politica e forse anche fisica, perché finché l’attacco si è
concentrato sul welfare e sui diritti del lavoro non si era ancora infranto il
nocciolo dell’equilibrio sociale. In Italia un vero welfare pubblico non c’è
mai stato, ed il solo welfare funzionante è il risparmio delle famiglie, perciò
il “bail-in” attacca il cuore della sopravvivenza sociale.
JP Morgan aveva fatto i suoi sporchi affari, poi era arrivato
l’intervento pubblico a sanare la situazione e tutti sembravano felici e
contenti.
Sennonché non appena JP Morgan si è trovata fuori dai giochi MPS,
il Super-Buffone di Francoforte, in arte Mario Draghi, ed i suoi buffoni di
complemento si sono improvvisamente accorti che le condizioni di
ricapitalizzazione della banca avrebbero dovuto essere molto più esose, in base
alla regola aurea che col contribuente le regole siano decisamente più severe.
(4)
Ma JP Morgan non è mica il Comune di Roma o il Comune di Milano,
perciò non ha da temere dai magistrati neppure un avviso di garanzia. Nel 2014
la Corte di Appello di Milano ha persino assolto JP Morgan ed altre
multinazionali bancarie dal reato di truffa ai danni di vari Comuni italiani,
annullando la sentenza di condanna in primo grado; una condanna già di per sé
ridicola in quanto le banche se la cavavano con una
novantina di milioni di sanzioni varie, a fronte di una truffa
miliardaria. (5)
La bufera che investe attualmente la giunta romana della Raggi è
diventata il pretesto per i commentatori ufficiali per riciclare la retorica
filo-oligarchica già cara ad Eugenio Scalfari. Secondo tali commentatori il
tonfo della giunta Raggi dimostrerebbe la necessità della presenza di élite di
governo, altrimenti l’alternativa sarebbe il caos e l’improvvisazione. (6)
Intanto il caso della giunta Raggi scoppia dopo l’assalto contro
la giunta Marino, anch’essa travolta da una combinazione di scandali pilotati e
di colpi di mano istituzionali; e non si può certo dire che Marino non si fosse
circondato di assessori dotati delle qualifiche opportune in base ai criteri
ufficiali. In realtà ciò che costituisce una élite - ciò che la caratterizza,
la legittima e la giustifica come tale -, non è affatto la sua competenza,
bensì la sua impunità, come ci insegna proprio JP Morgan.
A questo punto l’unica speranza sarebbe che anche JP Morgan
venisse casualmente intercettata da qualche pattuglia a Sesto San Giovanni.
29 dicembre 2016
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