Finita la droga delle assunzioni a costo zero per le aziende del primo periodo del Jobs Act, quello che resta sono meno assunzioni, il boom dei voucher
e un aumento dei licenziamenti per cosiddetti motivi. A certificarlo è
l’Osservatorio dei contratti dell’Inps, che nei primi 10 mesi dell’anno
conferma la tendenza già emersa a novembre, a partire dalla crescita dei
buoni da 10 euro, il cui uso massiccio gonfia i dati sull’occupazione.
Da gennaio 2016 sono aumentati del 32,3%: ne sono stati venduti 121,5
milioni, mentre nello stesso periodo del 2015 la loro crescita, rispetto
al 2014, era stata pari al 67,6%. I licenziamenti complessivi nei primi
dieci mesi del 2016 sono stati 506.938 in crescita del 3,4% rispetto ai
490.039 dello stesso periodo del 2015 mentre registrano un boom i
licenziamenti disciplinari, quelli resi possibili proprio dal Jobs Act
passati da 47.728 a 60.817.
Per quanto invece riguarda i contratti a
tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) sono stati più di 1,3
milioni (1.370.320) quelli stipulati nel 2016, mentre le cessazioni,
sempre di contratti a tempo indeterminato, sono state 1.308.680 con un
saldo positivo di 61.640 unità. Un saldo che, però, è peggiore dell’89%
rispetto a quello positivo di 588.039 contratti stabili dei primi dieci
mesi 2015: un calo drastico determinato in particolare dalla riduzione
degli incentivi per le assunzioni stabili, ossia dalla droga del primo
periodo targato Jobs Act. E i numeri del 2016 sono peggiori anche
rispetto a quelli di gennaio-ottobre 2014 (+101.255 stabili). Per i
contratti in apprendistato si conferma il trend di crescita già
rilevato, in un anno aumentano di 38.000 unità (+24,5%). Che si tratti
però più che altro di contatti precari mascherati lo dimostra il
contestuale calo, di ben il 7%, dei contratti stagionali. I contratti
stagionali registrano una riduzione del 7,0%.
Questo scenario drammatico non sembra preoccupare troppo il ministro Poletti.
Il titolare del dicastero del Lavoro ha detto che il governo è pronto a
‘rideterminare dal punto di vista normativo il confine dell’uso dei
voucher’, anche senza spiegare come. Per Poletti
”Il Jobs Act è stata una buona legge”, una legge che ”ha fatto bene e
fa bene al Paese. Quindi oggi io non vedo ragioni per cui dobbiamo
intervenire su questo versante. I posti di lavoro li fanno le aziende
che crescono, non il governo”.
Il commento di Luca, di Clash City Workers.
http://www.radiondadurto.org/2016/12/19/lavoro-piu-voucher-e-licenziamenti-il-jobs-act-presenta-il-conto/
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