In queste giornate si sono tenuti ateliers di dibattito sulla relazione tra patriarcato e capitalismo, su cosa intendiamo per femminismo libertario, e delle strategie di lotta femminista, nelle quali ravvisare i concetti di sorellanza, autodifesa e separatismo. Inoltre si è costruita collettivamente una proposta di protocollo contro la violenza patriarcale all'interno della nostra organizzazione, ben sapendo che come organizzazione mista non ne siamo esenti, e valorizzando la necessità di azioni chiare nel mentre lavoriamo collettivamente e, con una prospettiva autocritica, l'etica e la prassi femminista che deve attraversare tutti gli spazi in cui viviamo, nel privato come nel pubblico.
Senza dubbio, le approfondite e intense discussioni che siamo riuscite a fare ci consegnano una grande sfida da affrontare, perché ci rendiamo conto che come forma organizzata, collettiva, ma anche coerente con il femminismo che ci pervade e ci sfida, dobbiamo chiederci come possiamo essere di contributo al superamento del patriarcato, del capitalismo e del colonialismo. Come possiamo comprendere e mettere in pratica l'autodifesa femminista? Come possiamo assumere il separatismo come strategia politica necessaria? Quali sono le sfide che assumiamo da queste riflessioni a livello politico e organizzativo?
A partire da questo incontro, abbiamo rafforzato la nostra convinzione politica della necessità di portare il femminismo in una prospettiva trasversale a tutte le lotte, ponendoci nel nostro territorio e contesto storico, con una prassi coerente che sradichi le forme maschiliste e violente che hanno storicamente avuto il sopravvento nel processo decisionale. Ci assumiamo questa sfida con coraggio, certi che con la stessa sorellanza, autocritica e l'amore che ha caratterizzato questo primo incontro, siamo in grado di prendere misure ferme per sradicare il patriarcato, dai nostri corpi, dalle nostre file e dalla nostra stessa vita.
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