Il 7 dicembre 2016 la Corte di Cassazione
stabilisce in una sentenza: “si può licenziare per fare più profitti”;
il padrone, per aumentare efficienza e produttività, per meglio
organizzare la produzione, può procedere ai licenziamenti
monetizzando. Ovviamente versando al lavoratore il meno possibile.
Non si tratta quindi di una esigenza, come
sottolineano sempre, legata alla crisi dell’azienda, alla sua
sopravvivenza, ma al semplice” il lavoratore non mi serve più”, viene
sostituto con un robot, con fornitori esterni più economici, la sua
mansione entra in un’altra “organizzazione”.
Si tratta dell’applicazione della prima frase
dell’ART. 41 della costituzione più bella del mondo – libertà di
iniziativa economica- il resto è frutto della legge fornero e del jobs
act ovvero la flessibilità in uscita.
Il diritto del lavoro è diventato inservibile:
“nessuno”, nessuna dottrina giuridica, può” entrare” sostituendosi alle
scelte organizzative dell’azienda.
Il mercato della forza lavoro compone l’altro
tassello che mancava al sogno padronale: dopo aver imposto la massima
flessibilità in entrata, la precarizzazione funziona da 20 anni, e l’uso
del lavoro accessorio, i voucher.
La falsa discussione in atto sui voucher, che punta
a mantenerli, sul loro dilagare in tutti i settori, compresa la
copertura all’altra parte -il lavoro in nero- e si potrebbe continuare,
non fa emergere il punto fondamentale: sono lo strumento per la
decontratualizzazione del lavoro e dell’affermazione del rapporto
individuale lavoratore- padrone. L’uscita dallo schema classico del
lavoro entra direttamente nella cultura sociale e nei comportamenti
collettivi e dei singolo lavoratori.
Sempre più ampia la forbice tra lavoratori che pure
senza diritti e tutele adeguate sono remunerati e svolgono lavoro di
qualità e una larga fetta di classe che vive a stretto contatto con
questa ma svolge lavoro precario e non pagato.
La Ferrari Auto distribuisce un premio a tutti i suoi
dipendenti di 5000 € per aver lavorato forte e bene raggiungendo gli
obiettivi stabiliti dall’azienda, la comunicazione è stata fatta
direttamente da Marchionne in assemblea. Ma il dipendente Ferrari
inoltre ha la previdenza integrativa con contributi maggiorati,la sanità
integrativa anche per i famigliari e altro welfare.
Il 30 dicembre 2016 la multi utility IREN ha
disdettato i 200 contratti aziendali delle varie sedi: nulla di nuovo,
iniziò la FIAT nel 2009 e tanti altri.
I lavoratori di 2 false cooperative di facchinaggio,
di Montese MO, sono stati licenziati con la solita consolidata
procedura: i lavoratori hanno picchettato, il committente, la ditta
Levoni, che smonta la carne per i supermercati, ha chiesto agibilità :
cariche della polizia e lacrimogeni.
Possiamo continuare con Barilla che per ” favorire” 200 impiegate sposta il lavoro a domicilio: gli elogi si sprecano ma in particolare le lavoratrici si sentono più libere.
Possiamo continuare con Barilla che per ” favorire” 200 impiegate sposta il lavoro a domicilio: gli elogi si sprecano ma in particolare le lavoratrici si sentono più libere.
Oggi la classe viene scomposta, individualizzata, in
competizione, si accetta di lavorare gratis perchè fa curriculum e ci si
sente partecipi di qualcosa.
L’ultimo snodo: il lavoro sembra perdere il suo carattere di
subordinazione creando una situazione dove segmenti di classe sembrano
aderire ad una cultura sempre più egemonica: sostanzialmente
individualista fatta di competitività e antisolidaristica; anche se
inserito in strutture definite vivi il tuo lavoro in modo individuale
come se fossi in una condizione di competitività costante.E quest’ultima parte dell’analisi critica dei rapporti di produzione, non più esterna ma tutta interna, va indagata come parte del rapporto e costruzione del soggetto e della forma che definiamo di dominio sui lavoratori.
96° Consiglio dei Delegati
Alternativa Libertaria/FdCA
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