Oltre
5ooo persone hanno partecipato, sabato scorso, alla manifestazione
convocata dall'assemblea antifascista cittadina in seguito al recente
accoltellamento di un compagno da parte di soggetti di Casa Pound.
La
mancata adesione di Pd, Anpi e Cgil (molti iscritti e militanti erano
comunque presenti) non ha quindi influito sulla partecipazione, che
resta il dato più rimarchevole della giornata. Il corteo, partito da
piazza De Ferrari, ha toccato le vie dove, negli ultimi tempi, i
neofascisti genovesi hanno aperto le loro sedi, ma solo nei pressi della
simbolica piazza Alimonda si sono verificati alcuni incidenti non
rilevanti (lancio di oggetti) per la vicinanza con la sede di Casa
Pound, ultrablindata.
Una esigua parte di manifestanti ha poi
danneggiato vetrine di banche e di esercizi commerciali, mentre il
grosso del corteo proseguiva verso la destinazione finale. Un fatto
molto spiacevole si è verificato all'altezza di piazza della Vittoria
dove un ragazzo, presentatosi in corteo indossando una giacca mimetica
ed una bandiera italiana, scambiato per un provocatore, è stato
aggredito da alcune persone ed è stato trasportato in pronto soccorso,
solo dopo si è saputo essere un disabile psichico.
Il servizio d'ordine
allestito e organizzato dall’assemblea ha cercato comunque di gestire la
situazione riuscendo ad isolare in coda quelle individualità ritenute
più ‘estreme’.
Rimane
comunque la forte risposta di una collettività che, anche in assenza di
istituzioni formali, autorganizzata ha risposto positivamente, in
maniera compatta e sostanzialmente pacifica.
I fatti di Macerata ci danno ragione sulla necessità di un grande
spiegamento di forze antifasciste a contrastare una fase storica
pericolosa che ha fatto riemergere sentimenti alquanto discutibili tesi
ad esaltare l’italianità ad ogni costo e contro chiunque cerchi di
abbattere muri anziché erigerli.
Nella giornata del 5 febbraio, sono apparsi degli individui su una
scalinata nota di Roma, con uno striscione esaltante la figura di Luca
Traini, colui che travestitosi da giustiziere ha seminato il panico
nelle vie di Macerata sparando all’impazzata in direzione di persone di
colore, sicuramente senza distinguerne nemmeno la nazionalità ma volendo
colpire il colore della pelle che per lui, nella sua ignoranza che è
purtroppo di tanti, rappresenta la criminalità.
Molta gente sembra ignorare la realtà, ovvero che la criminalità non ha
affatto colore e nazionalità ma si sviluppa laddove manca l’informazione
e cresce una rabbia fomentata da dei media totalmente asserviti ad un
certo potere.
Riteniamo evidente, a monte, un disegno pericoloso che se
non cancellato immediatamente porterà a conseguenze ancora più gravi.
Gravissima è già, da parte di molti, il sentirsi legittimati nel mettere
in campo azioni xenofobe che incitano all’odio e alla violenza.
E’
fondamentale più che mai muovere quelle genti, spesso silenziose
rispetto al frastuono creato da tal popolino, che fino ad oggi erano
sicuri di uno stato di cose che MAI avrebbe risvegliato certe ideologie.
Sabato 10 febbraio si terranno in tutta italia vari presidi e
manifestazioni contro il vile gesto di Luca Traini e contro l’emergere
di una certa ideologia, Genova che ha già risposto mettendo in campo una
grandiosa onda umana il 3 febbraio scorso, ha dimostrato la presenza e
la volontà necessarie a sopprimere da subito quelle voci che vorrebbero
alzarsi sulle altre, Genova grida no pasaran!
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