La
Casa del Popolo si è offerta di ospitare la nostra conferenza del 10
febbraio sulla complessità del confine orientale “i giorni dei ricordi”.
Non avevamo dubbi che la disponibilità di un luogo storico, simbolo
ieri della resistenza al nazifascismo e oggi della pluralità di un posto
vivo, radicato nel quartiere di Torre senza mai rinunciare ai valori
antirazzisti e antifascisti, potesse venire meno.
Ma
avevamo un vezzo, una caparbia determinazione a riconoscere nel centro
di una città l’accoglienza di quei luoghi che si vantano d’essere centri
di cultura, dell’eccellenza della cultura (una città candidata
addirittura a "capitale della cultura!). C'eravamo quasi riusciti.
Volevamo
avere voce, o meglio, volevamo "dare voce" a vagiti di verità contro
una becera propaganda che non conosce rispetto della storia, della
ricerca, delle differenze.
Abbiamo trovato conferme di un sindaco e
dei suoi sgherri (come altro chiamarli?) piazzati nelle varie poltrone
che contano, che nonostante la spolverata liberaleggiante in campagna
elettorale ha immediatamente mostrato cosa ci sia sotto: la solita
prepotente arroganza del potere, di cui i fascisti han sempre fatto
vanto.
E scopriamo che nelle commemorazioni ufficiali tra relatori e
relatrici compare un "figlia di esule istriano"...anche tra i nostri
relatori c'è un "figlio di esule istriano", evidentemente ci sono figli
di serie A e altri di serie B, alcuni possono parlare e altri devono
tacere. Se si aggiunge che questa "figlia" è pure una ex collega di
partito del sindaco l'imbarazzo e la vergogna per quanto stiamo
assistendo raggiunge limiti insperati.
Lo squallido dietrofront del
Teatro Verdi ha però fatto emergere le crepe di questa corazzata di
mammut parcheggiati in una cristalleria, abbiamo raccolto solidarietà,
sostegno persino da parti che non ci aspettavamo. Ci sembra già molto.
La conferenza ci sarà, dunque, il 10 febbraio alle ore 20.45 alla Casa del Popolo, vedremo come risponderà la città.
Se
il governo cittadino ha gettato la maschera sulle proprie attitudini
autoritarie, pezzi di società, luoghi storici come la Casa del popolo
hanno, di fatto, dato una lezione a questi signori: la libertà di parola
e di pensiero trovano sempre qualcuno disposto ad accoglierli.
Non ci siamo fermati né ci fermeremo.
Noi ricordiamo tutto!
PnRebel
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
mercoledì 8 febbraio 2017
I GIORNI DEI RICORDI - Pordenone
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