„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
martedì 9 febbraio 2016
CONTINUA IL GENOCIDIO NEL KURDISTAN TURCO
via Carovana per il Rojava - Torino
Man mano che passano le ore nuove informazione arrivano dalla città di Cizre dove la Turchia sta compiendo un GENOCIDIO.
Nella mattinata è venuta alla luce la presenza di altre 45 persone circa in un terzo scantinato della città. Questa la situazione:
- Primo scantinato (Bostancı Street - Quartiere Cudi)
31 persone si sono rifugiate in uno scantinato il 23 Gennaio dopo che alcuni carri armati avevano iniziato a sparare contro l'edificio dove si trovavano. 7 persone sono morte dissanguate e senza cure a causa del blocco delle ambulanze attuato dalle autorità Turche. Oltre i 7 corpi senza vita, 15 feriti (9 gravi), ed altre 9 persone bloccate senza cibo, acqua, cure sanitarie. Le ultime notizie risalgono ad 11 giorni fa.
- Secondo scantinato (Narin Street - Quartiere Cudi)
62 persone si sono rifugiate in un edificio attaccato dai carri armati Turchi. Nell'attacco 9 persone sono immediatamente morte bruciate vive, mentre un ragazzo di 16 anni è stato ucciso dai colpi di artiglieria dell'esercito non appena uscito dallo scantinato per provare a scappare. Il 7 Febbraio le forze speciali Turche hanno condotto un operazione (esecuzione) che ha portato di decine di persone. Oggi 12 corpi martoriati sono stati portati all'ospedale di Cizre. Si aggiungono ai 27 recuperati ieri sera. Mancano all'appello 23 persone di cui non si hanno notizie.
- Terzo scantinato (Quartiere di Sur)
45 persone attaccate dall'esercito Turco nello scantinato in cui si erano riparate oggi. Carri armati hanno colpito ripetutamente l'edificio facendolo crollare. Infine i soldati hanno cosparso il tutto di benzina ed hanno appiccato il fuoco. 25 persone sono morte bruciate, mentre altre 20 persone si trovano ferite ed in pericolo di vita. Tra di loro c'è Derya Koç, co-presidente dell'HDP nel distretto di Milas. L'esercito ha inoltre lanciato gas lacrimogeni rendendo impossibile respirare.
Al momento il conto totale delle vittime è di 66 persone, nessuna notizia sulla sorte di altre 73.
Chiamiamolo con il suo nome.
Chiamiamolo GENOCIDIO.
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