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lunedì 25 maggio 2009

IL NAZI-LEGHISMO CONTRO GLI IMMIGRATI E LA STRADA VERSO UNA NUOVA EUGENETICA A PORDENONE

Pochi sanno che l’onorevole Mario Borghezio della Lega Nord è stato recentemente ripreso fuori-onda, dopo un intervento presso un circolo fascista francese, mentre suggeriva ai camerati come fare per riprendere il potere e consigliando loro di seguire l’esempio italiano della Lega Nord senza richiami espliciti e simbolici al fascismo, se no la gente non ti segue, ma spingendo sui contenuti che sono gli stessi di un tempo e sui quali invece c’è consenso. Una notizia del genere che è girata in rete, e pubblicata anche sulle pagine di Repubblica, non ha suscitato reazioni se non indifferenza.
Anche in provincia di Pordenone abbiamo il Borghezio nostrano, giusto per non farci mancare nulla, e si chiama Enzo Bortolotti, sindaco di Azzano X e recentemente candidato alle elezioni Europee. La sua politica locale è una politica anti-immigrato. Lo stesso sfilava lo scorso gennaio nel corteo per la continuazione dell’aggressione Israeliana a Gaza sgolandosi al grido di “Pordenone cristiana, mai mussulmana”, mentre per anni ha usato il suo potere per vietare ogni diritto agli immigrati, come portare il velo alle donne islamiche per le strade, o negando la piazza ai “neri”, come li chiama lui, o ai mussulmani per manifestazioni di protesta o di preghiera, perché in fabbrica a lavorare vanno bene mentre nelle piazze infastidiscono. In ultimo, dopo che l’emendamento sul divieto di denuncia dei migranti irregolari è stato cassato al parlamento, Bortolotti e la Lega Nord locale si battono perché venga chiuso l’ambulatorio medico della Caritas per immigrati presso l’ASL comunale dove vengono curati anche gli immigrati, uomini, dome, anziani e i loro bambini, sprovvisti del permesso di soggiorno.
Pare che i dirigenti dell’azienda ospedaliera concederanno la chiusura del centro, che per altro costa pochissimo ed ha una funzione fondamentale sia per le cure a chi soffre sia per tutelare la salute di tutti i residenti in provincia monitorando così la salute globale,
Questa campagna d’odio e di razzismo da anni bazzica i territori friulani e sembra che il seme dell’intolleranza abbia il vento dalla sua parte, la parte peggiore di ognuno di noi, del livore, della paura, della diffidenza verso ogni possibile “concorrente” sociale, culturale ma soprattutto economico. Perché gli imbecilli ogni qualvolta la crisi intacca i loro portafogli, le sicurezze e i piccoli privilegi acquisiti abboccano all’amo della “guerra fra poveri” mentre caste e padroni se la spassano al motto “c’è la pagate voi la nostra crisi”! L’idea che la colpa sia di chi sta peggio di noi è una visione antica ma sempre di moda nei momenti bui, come questo che stiamo attraversando, e come fu nelle varie crisi passate dopo la prima e la seconda guerra mondiale ed ancora prima del boom di corto respiro degli anni ’80.
Nella Germania nazista, ma in parte già col fascismo, prese piede la pratica eugenetica di eliminazione fisica dei caratteri negativi della razza e selezionando quelli positivi. Questa aberrazione era figlia di ambiti accademici tutt’altro che ristretti e semmai di ampia condiscendenza accademica anche in Inghilterra e negli stati Uniti.
Da quel collaborazionismo francese di Vichy al nazismo imperante proviene la “nuova destra” e le idee differenzialiste di Alain De Benoist (tra i sui maggior esponenti attuali) che oggi s’identificano “oltre la destra e la sinistra” e che fanno da base culturale per i movimenti identitari da Forza Nuova alla Lega Nord e che non a caso fu ospite negli anni della loro ascesa alle feste della gioventù padana.
Con la scusa della rispettabilità di ogni etnia questa visione pretende che non vi sia contaminazione fra esse: tradotto “ognuno a casa sua” e se a casa non ci sta al via le politiche di segregazione nei CPT/CIE, di intimidazione con le ronde padane e la guardia nazionale o peggio con leggi che obbligano a denunciare gli irregolari oppure vietando che questi possano curarsi.
C’è un filo diretto che lega tutta questa tendenza discriminatoria dall’eugenetica alla xenofobia attuale ed è legata all’idea di “comunità organica” e cioè chiusa, identitaria, omologante e fortificata come fossimo sempre in pericolo d’invasione da nemici “brutti, sporchi e cattivi” che vengono a rubarci il lavoro, le donne, a portarci malattie ed imporci religioni e tradizioni.
Una delle grandi capacità di questa “nuova destra” è stata quella di imbastire una dignità intellettuale e culturale a tesi razziste che un tempo parevano essere state se non sconfitte relegate ad uso di nostalgici e anacronistici. La forza della lega è stata quella di canalizzare il malessere diffuso rispetto all’arretramento di diritti e libertà di un tempo verso gente in carne ed ossa, con un colore di pelle diverso, usanze e lingue differenti, “mostrando” l’obiettivo del male e impegnando così la gente nel consegnare nelle mani di questi sceriffi il potere di sanzionare, bastonare, espellere e respingere questo “male comune”.
Peccato che la storia ci racconta il contrario e cioè che ad assaltare i villaggi, le case e i paesi di questi “stranieri” siamo stati noi per secoli. Alla ricerca di espansione imperiale, di risorse primarie, colonizzandoli e schiavizzandoli, imponendo loro le nostre lingue, le nostre usanze e religioni ed il caso più evidente sono gli Stati Uniti d’America.
Oggi, in campagna elettorale, è possibile vedere in città dei manifesti delle Lega Nord dove campeggia un’illustrazione di un capo indiano ed il titolo “loro sono stati invasi” e più sotto “ora vivono nelle riserve”. Questa campagna la dice lunga sul senso della storia che appartiene a questi nazi-leghisti. Erano gli europei allora ad invadere e sterminare popolazioni “estranee” alla loro cultura, tradizioni e soprattutto ai loro interessi economici e sono sempre gli europei oggi a cacciare, escludere ed offendere migranti con culture e desideri estranei a quelli nostri.
L’estraneità per noi legittima, indipendentemente dalla provenienza è quella allo sfruttamento, alla miseria, alla guerra, alla subalternità.
Annunciamo fin da ora che come anarchici e libertari di Pordenone solidarizzeremo con ogni migrante offeso, denigrato e perseguitato da queste forze razziste, anche se legittimate dalla legge e dalla polizia. Così come vigileremo sul territorio affinché la violenza e il terrore, che è ormai la fase successiva all’odio fin qui seminato, non abbiano il sopravvento rispetto alla solidarietà, il mutuo appoggio e il diritto a migrare e ricercare la propria felicità, con o senza il permesso di soggiorno.
NON ESITONO CLANDESTINI, LA MIA CASA E’ DOVE SONO FELICE!
Parteciperemo Giovedì 21 maggio ore 16:00 al SIT-IN all'ospedale di Pordenone indetto dall’Associazione Immigrati

Iniziativa Libertaria

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