sabato 15 dicembre 2012
ore 17,30
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209 / Marghera VE
incontro con
Massimo Amato
docente di Storia economica
all’ Università Bocconi di Milano
introduce
Elis Fraccaro
Laboratorio Libertario
Quella in cui il mondo si trova dal 2007
è una crisi epocale. Iniziata cinque anni
fa come una crisi di liquidità dei mercati
finanziari si è ben presto rivelata una crisi
della liquidità come fondamento della
finanza di mercato.
Ma allora perché, di tutte le riforme
per uscire dalla crisi di cui si parla, la
riforma del sistema finanziario non è
più all’ordine del giorno? Forse perché
l’alternativa, prima ancora dall’essere
difficile da realizzare, è difficile da
pensare.
E tuttavia la riforma del sistema finanziario
e monetario non è impossibile né da
pensare né da realizzare. A tutti i livelli. E
a due condizioni: smettere di identificare,
contro ogni discorso omologante,
mercato e capitalismo, e imparare a
vedere, contro ogni apparenza, nella
finanza il fondamento cooperativo
dell’economia.
Questa in sintesi la tesi che Massimo
Amato presenterà riallacciandosi al suo
ultimo libro: M. Amato, L. Fantacci, Come
salvare il mercato dal capitalismo: Idee
per un’altra finanza. (Donzelli, Roma
2012)
Massimo Amato
insegna Storia economica all’Università Bocconi
di Milano.
Tra le sue pubblicazioni: Il bivio della moneta (Egea,
1999), Le radici di una fede. Per una storia del rapporto
tra moneta e credito in Occidente (Bruno Mondadori,
2008). L’enigma della moneta e l’inizio dell’economia
(et al. edizioni, 2010). Insieme a Luca Fantacci ha
pubblicato Fine della finanza. Da dove viene la crisi e
come si può pensare di uscirne (Donzelli 2009) e Come
salvare il mercato dal capitalismo (Donzelli 2012
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio

martedì 11 dicembre 2012
mercoledì 5 dicembre 2012
NO MUOS TOUR ALLA CASA DEI BENI COMUNI , TREVISO
SERATA NOMUOS
M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense,
dotato di cinque satelliti e quattro stazioni di terra, di cui una a
Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due
antenne alte 149 metri. Sarà utilizzato per coordinare tutti i sistemi
militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni (aerei
senza pilota). Ricerche scientifiche dimostrano le enormi ricadute
sulla salute, sulla fauna e la flora dovute alla contaminazione del
territorio per mezzo delle onde elettromagnetiche a bassa e alta
frequenza emanate da queste antenne. Contro la devastazione del
territorio e la sua militarizzazione e per la tutela dell'ambiente e
delle persone che lo abitano nasce il coordinamento dei comitati NO MUOS, vasto movimento popolare che pratica i principi della democrazia diretta e partecipativa e dell'azione diretta.
Ore 20.30 incontro con:
ANTONIO MAZZEO giornalista e attivista NOMUOS, autore del libro-inchiesta
“UN ECO MUOS-TRO A NISCEMI l'arma perfetta per i conflitti del XXI secolo”
Edito da Sicilia Punto L (Ragusa) (euro 4), il lavoro sarà
presto disponibile in versione e-book con Errant Editions.
Ore 22.00 concerto dei:
BACIAMO LE MANI
l'albero delle seppie tour
ADESSO BASTA!!!
YANKEE GO HOME!!! MIRIKANI JATIVINNI!!!
PER UNA CAMPAGNA ANTIMILITARISTA E AMBIENTALISTA CHE PARTA DALLA LOTTA AL MUOStro DI NISCEMI
VI ASPETTIAMO NUMEROSI GIOVEDI' 6 DICEMBRE ALLE 20.30 (PUNTUALI) ALLA CASA DEI BENI COMUNI IN VIA ZERMANESE 4, TREVISO
FEDERAZIONE DEGLI ANARCHICI COMUNISTI CON LE OPERAIE E GLI OPERAI IN SCIOPERO IL 5/6 DICEMBRE
La Federazione dei Comunisti
Anarchici esprime la sua piena solidarietà ai lavoratori ed alle
lavoratrici metalmeccanici della FIOM ed alle operaie ed operai che saranno comunque in sciopero ed in
manifestazione qui a Padova come in tante altre città tra il 5 e il 6 dicembre. In questi lunghi anni di crisi economica, provocata da scelte
anti-operaie precise e lungimiranti da parte del capitalismo internazionale
ed italiano, inasprite poi dai vari governi statali, le condizioni di vita
dei lavoratori hanno subito un tremendo peggioramento, anche a
causa di rinnovi contrattuali sfavorevoli.
In particolare nel settore metalmeccanico si sta estendendo
il modello FIAT e si sta mettendo in discussione l'esistenza stessa del
Contratto Nazionale e si va ad un ennesimo accordo separato (cioè senza la
FIOM)in cui:
- si intende aumentare l'orario di lavoro su base
giornaliera e settimanale così come si vuole portare lo straordinario a 250 ore
annue, mentre ci sono decine di migliaia di licenziamenti e di chiusure di
fabbriche e la cassa integrazione è aumentata del 315% dal 2008;
- si intende derogare dal CCNL per quanto riguarda i salari,
non pagando i minimi salariali garantiti dal contratto nazionale per collegare
le retribuzioni alla produttività nella singola fabbrica,dove vige un clima di
distruzione di diritti e di tutele, fino alla sanzione punitiva in caso di
sciopero o di lotte auto-organizzate;
- si intende mettere in discussione il pagamento delle prime
tre giornate di malattia per indirizzare i lavoratori verso un fondo nazionale
pagato dai salari operai che dovrebbe finanziare una sorta di assistenza
sanitaria contrattuale, mentre il governo pensa a smantellare la sanità
pubblica;
- si intende concedere il diritto alla rappresentanza e
rappresentatività solo alle organizzazioni sindacali che firmino i contratti
che impone Federmeccanica, escludendo in questo caso la FIOM, così come sono tuttora
escluse le organizzazioni sindacali di base, pur presenti e riconosciute dai
lavoratori in tante fabbriche italiane.
In un paese in cui l'attacco ai salari, ai diritti e
all'occupazione è tutt'uno con l'attacco alle libertà sindacali ed alla
democrazia sindacale, il diritto di sciopero e di rivendicarlo pubblicamente
,con coraggiose manifestazioni a viso aperto che attraversino città sempre più
blindate dalle forze di Stato- è una dimostrazione della capacità delle classi
lavoratrici di opporsi alle politiche governative e confindustriali che impoveriscono
i lavoratori, emarginano i sindacati combattivi e reprimono chi osa lottare.
I comunisti anarchici stanno, oggi come sempre, dalla parte
degli operai, dalla parte di chi lotta.
Per la redistribuzione delle ricchezze; per aumenti salariali;
per la riduzione dell'orario di lavoro; per la
libertà ed il diritto all'auto-organizzazione sindacale in
fabbrica e nei posti di lavoro.
FDCA ( NORD EST )
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Ilva : no al ricatto tra salute e lavoro !
Sabato 8 dicembre ore 18 al TUTTINPIEDI a Mestre
presentazione del volantone de "Il Picchetto" -per l'autorganizazione degli operai , precari e disoccupati .
ASSEMBLEA DIBBATITO SULL'ILVA
TUTTIMPIEDI , Piazza canova , 1°laterale via san marco , Mestre (VE)
presentazione del volantone de "Il Picchetto" -per l'autorganizazione degli operai , precari e disoccupati .
ASSEMBLEA DIBBATITO SULL'ILVA
TUTTIMPIEDI , Piazza canova , 1°laterale via san marco , Mestre (VE)
Solidarietà a Stefano. Contro il fascismo non un passo indietro!.
Domenica 2 dicembre nei pressi della Stazione Centrale di Milano è stato
accoltellato Stefano un compagno molto noto e attivo di Milano. Dalla
ricostruzione appare evidente che si è trattato di un agguato fascista.
Stefano è uno dei compagni più noti dell'aria antagonista milanese e uno
degli amici più cari di Dax violentemente ucciso dieci anni fa dai
fascisti. Questa aggressione si somma a tutta
una serie di provocazioni contro i compagni in un periodo in cui manifestare diventa un reato e si sprecano le repressioni dei movimenti. Le forze “dell'ordine” come al solito si accaniscono contro i compagni, gli operai e gli studenti e non muovono un dito contro i fascisti tollerati se non foraggiati dalle istituzioni e dalla politica. Non siamo nati ieri e tutto questo non ci stupisce affatto. Quando i padroni e i loro servi della politica o delle istituzioni non reggono più il peso delle proteste arrivano i fascisti sempre pronti ad intervenire contro chi si ribella. E' questo il loro ruolo storico, quello dei cani da guardia dei padroni.
Come compagni genovesi siamo solidali con Stefano (che rivogliamo al più presto a lottare con noi) e con i compagni milanesi. La nostra solidarietà è attiva: a Genova gli antifascisti sono attenti e risponderanno sempre ai fascisti, ai razzisti e a chi prova ad alimentare l'odio verso i più deboli. Siamo gli eredi del 30 giugno 1960, il fascismo non avrà da noi un minimo di agibilità politica. Non un passo indietro!
Collettivo Universitario AutAut357, Lokomotiv Zapata, Federazione dei Comunisti Anarchici Genova, Genoa Antifà Ultras, Brigata Claudio Spagna Genova, Rifondazione Comunista Circoli Geymonat e Bianchini, Unione degli Studenti Genova, Polisportiva Black Panthers
una serie di provocazioni contro i compagni in un periodo in cui manifestare diventa un reato e si sprecano le repressioni dei movimenti. Le forze “dell'ordine” come al solito si accaniscono contro i compagni, gli operai e gli studenti e non muovono un dito contro i fascisti tollerati se non foraggiati dalle istituzioni e dalla politica. Non siamo nati ieri e tutto questo non ci stupisce affatto. Quando i padroni e i loro servi della politica o delle istituzioni non reggono più il peso delle proteste arrivano i fascisti sempre pronti ad intervenire contro chi si ribella. E' questo il loro ruolo storico, quello dei cani da guardia dei padroni.
Come compagni genovesi siamo solidali con Stefano (che rivogliamo al più presto a lottare con noi) e con i compagni milanesi. La nostra solidarietà è attiva: a Genova gli antifascisti sono attenti e risponderanno sempre ai fascisti, ai razzisti e a chi prova ad alimentare l'odio verso i più deboli. Siamo gli eredi del 30 giugno 1960, il fascismo non avrà da noi un minimo di agibilità politica. Non un passo indietro!
Collettivo Universitario AutAut357, Lokomotiv Zapata, Federazione dei Comunisti Anarchici Genova, Genoa Antifà Ultras, Brigata Claudio Spagna Genova, Rifondazione Comunista Circoli Geymonat e Bianchini, Unione degli Studenti Genova, Polisportiva Black Panthers
lunedì 3 dicembre 2012
Presentazione del Codice Etico per la stampa in caso di Femminicidio. Uno strumento per riflettere sui modi coi quali la stampa presenta i casi di violenza sulle donne redatto da Femminismi.
Venerdì 7 dicembre, ore 18.30, Pesaro, Biblioteca V. Bobbato (Galleria dei Fonditori 64, Centro Commerciale Miralfiore - 1° piano)
Presentazione del Codice Etico per la stampa in caso di Femminicidio.
Uno strumento per riflettere sui modi coi quali la stampa presenta i casi di violenza sulle donne redatto da Femminismi.
Introduce Monia Andreani, Università di Urbino.
Introduce Monia Andreani, Università di Urbino.
Interviene Maria Teresa Manuelli, giornalista della associazione GIULIA (Giornaliste unite libere autonome).
Aderiscono: UDI Pesaro, Donne in nero Fano, Se Non Ora Quando Pesaro, Centro Antiviolenza Pesaro. Patrocina la Provincia di Pesaro e Urbino.
Aderiscono: UDI Pesaro, Donne in nero Fano, Se Non Ora Quando Pesaro, Centro Antiviolenza Pesaro. Patrocina la Provincia di Pesaro e Urbino.
Giornalisti e giornaliste sono invitati/e a partecipare, per portare testimonianze e discuterne con noi.
Abbiamo cominciato a lavorare sulla complessa tematica della violenza che sfocia nell’omicidio di una donna - come momento terminale di una spirale di odio e violenza maschile nei confronti delle donne – perché non potevamo più sopportare questo male che attraversa la nostra società e anche il nostro territorio. Infatti anche nella nostra Provincia ci sono stati casi di omicidi di donne che noi non abbiamo dimenticato e che non possiamo dimenticare. Sofia che faceva la ballerina ed è stata uccisa a martellate dal convivente perché “non voleva cambiare vita”: era il 2008, lei aveva 21 anni. Franca aveva 53 anni, il marito è venuto da Padova per freddarla con due colpi di pistola. Varvara era moldava e aveva 45 anni, era il 2005, l’omicida aveva avuto una breve relazione con lei. Tutte e tre uccise a Fano. Mariangela aveva la sua stessa età, è stata uccisa a Urbania da un “amico” a cui aveva “detto di no”, era il 2009. Donatella aveva 36 anni, è stata uccisa dal fidanzato che “aveva paura che lei non lo amasse più” a Saltara. A San Lorenzo in Campo nel settembre del 2011 viene uccisa Gabriella, poi il caso della giovane Andrea di Cagli ad aprile di quest’anno, lei è sopravvissuta.
Abbiamo deciso di chiamare questo tipo di reato con il nome con cui è riconosciuto nel quadro giuridico internazionale – femminicidio – che è ogni reato di violenza fino all’omicidio compiuto contro una donna perché è una donna che si comporta in modo diverso da quello che un uomo pretende da lei e per questo atto di libertà quest’uomo le usa violenza (verbale, fisica, sessuale, economica). Siamo un gruppo di donne e vogliamo dare il nostro contributo per costruire una cultura di libertà per noi donne e per le donne delle generazioni future – una cultura in cui una donna possa immaginare la sua felicità senza essere per forza sottoposta alla tutela o al giudizio di un uomo o di più uomini, una cultura di solidarietà tra donne e di solidarietà con gli uomini che rispettano le donne.
Siamo convinte che per spezzare il circolo continuo di violenza in questi anni, è importante promuovere una comunicazione che abbia il coraggio di dire quello che accade nei casi di violenza maschile contro le donne, quindi che abbia il coraggio civile di non alimentare elementi giustificatori o promuovere in qualunque modo una cultura che attenui il senso di gravità della violenza compiuta dagli uomini contro la vita e la libertà delle donne.
Abbiamo deciso di chiamare questo tipo di reato con il nome con cui è riconosciuto nel quadro giuridico internazionale – femminicidio – che è ogni reato di violenza fino all’omicidio compiuto contro una donna perché è una donna che si comporta in modo diverso da quello che un uomo pretende da lei e per questo atto di libertà quest’uomo le usa violenza (verbale, fisica, sessuale, economica). Siamo un gruppo di donne e vogliamo dare il nostro contributo per costruire una cultura di libertà per noi donne e per le donne delle generazioni future – una cultura in cui una donna possa immaginare la sua felicità senza essere per forza sottoposta alla tutela o al giudizio di un uomo o di più uomini, una cultura di solidarietà tra donne e di solidarietà con gli uomini che rispettano le donne.
Siamo convinte che per spezzare il circolo continuo di violenza in questi anni, è importante promuovere una comunicazione che abbia il coraggio di dire quello che accade nei casi di violenza maschile contro le donne, quindi che abbia il coraggio civile di non alimentare elementi giustificatori o promuovere in qualunque modo una cultura che attenui il senso di gravità della violenza compiuta dagli uomini contro la vita e la libertà delle donne.
Il Codice Etico è una nostra proposta da discutere e condividere – un documento in sei punti redatto a partire da una disamina del materiale bibliografico internazionale e in particolare dal codice pubblicato da Zero Tolerance.
Femminismi, donne di Fano-Pesaro-Urbino.
http://femminismi.wordpress.com
http://femminismi.wordpress.com
martedì 27 novembre 2012
Un saluto a pugno chiuso per Mario
Un saluto a pugno chiuso per Mario
Se n’è andato Mario Bettoli,
partigiano, compagno e amico. Per chi a Pordenone fa attivismo
politico a difesa dei più deboli per un futuro di libertà ed
eguaglianza è stato inevitabile incrociare Mario che, fin da
giovanissimo, si è speso contro gli orrori del fascismo e ha cercato
poi per vie istituzionali, come deputato, consigliere e sindaco, di
cambiare in meglio le cose.
Da anarchici e libertari pur non
condividendo parte delle sue scelte politiche il rispetto, la stima e
la simpatia non sono mai venute meno. Dotato di un carattere forte e
deciso ricordiamo la sua generosità e onestà proprio nei confronti
di chi aveva altre idee, sempre disponibile a mettere a disposizione
la “casa del popolo” di Torre di Pordenone, simbolo di quel
quartiere antifascista che dalle barricate ha saputo regalarci
l’orgoglio di appartenere a questa storia collettiva che è anche
la nostra storia.
Ed è proprio da presidente della Casa
del Popolo, negli ultimi anni screditata come “baracca” dagli
eredi di quel ventennio infausto, che vogliamo ricordarlo: presente,
attento, disponibile, sincero e antifascista fino alla fine. Un
abbraccio alla sua famiglia.
Ciao Mario, ci mancherai!
Circolo Libertario E. Zapata,
Iniziativa Libertaria Pordenone
lunedì 26 novembre 2012
LA NATURA LIBERTARIA DEL PENSIERO DI ALBERT CAMUS incontro con Alessandro Bresolin, saggista e curatore di antologie e testi di Albert Camus
LA NATURA LIBERTARIA DEL PENSIERO DI ALBERT CAMUS
incontro con Alessandro Bresolin, saggista e curatore di antologie e testi di Albert Camus
introduce Piero Brunello, docente di Storia Sociale all'Università di Venezia
Vi aspettiamo sabato 1 dicembre 2012 all'Ateneo degli Imperfetti in Via Bottenigo 209 a Marghera (Ve).
Buona giornata a tutti
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo, 20930175 Marghera (VE)
tel. 327.5341096
Palestina-Israele, mentre rinfresca l'autunno, la lotta unitaria si intensifica e si accende
Oltre alle
manifestazioni unitarie a Bil'in,
Beit Ummar, Ma'sara, Nabi Saleh, Ni'ilin, Qaddum, Colline sud di Hebron
e
Sheikh Jarrah, ci sono state azioni dell'alto coordinamento dei
comitati locali di base in altre località - sia nella Cisgiordania
occupata che in Israele con la guerra su Gaza come tema prioritario. La
lunga lotta contro il progetto coloniale Zionista è stata ricordata nel
corso della conferenza commemorativa del 50° anniversario del gruppo
israeliano antiautoritario ed anticapitalista Matzpen, i cui eredi di
oggi sono gli Anarchici Contro il Muro. Nella conferenza i compagni
hanno messo in luce la differenza tra i parziali successi delle lotte
contro gli aspetti del progetto sionista incarnati dal governo militare
imposto in passato ai palestinesi all'interno di Israele e poi da 1967
nelle regioni occupate, e la vera soluzione ch solo una rivoluzione
sociale nell'intera regione potrebbe portare.
Budrus
Circa 50 donne hanno manifestato per protestare contro il massacro a Gaza. Durante il corteo non-violento delle donne di Budrus – un villaggio della Cisgiordania - 3 giovani sono stati prelevati dalle loro case ed arrestati dall'esercito. Che ha anche sparato lacrimogeni e proiettili ricoperti di gomma.
L'esercito aveva inondato il villaggio di gas lacrimogeni già prima che iniziasse la manifestazione, ma le coraggiose donne di Budrus hanno preso un altro sentiero in direzione del muro, dove l'esercito le ha aspettate in gran forze aprendo il fuoco sul corteo non violento senza che fosse stata lanciata una sola pietra; a quel punto i giovani si sono uniti al corteo iniziando col lancio di pietre e con blocchi stradali; le forze di stato sono entrate nel villaggio ed hanno arrestato di forza 3 fratelli in una casa, impedendo ai loro genitori ed alle donne di inseguirli sbarrando il passo e sparando getti di acqua puzzolente addosso alle donne; l'esercito ha continuato per un'ora a sparare nell'oscurità proiettili di gomma e candelotti lacrimogeni contro i giovani dall'altra parte del recinto.
http://www.flickr.com/photos/talkingphotographer/sets/7...9901/
Nabi Saleh
Funerale di Rushdi Tamimi, Nabi Saleh, 20.11.2012
Oltre un migliaio di persone si è radunato nel villaggio di Nabi Saleh per l'ultimo saluto a Rushdi Tamimi, che è morto in seguito alle ferite infertegli dai soldati dell'esercito israeliano. Il corteo funebre, che era partito da Ramallah passando da Birzeit, è arrivato a Nabi Saleh dove Tamimi è stato seppellito. Immediatamente dopo il funerale, ampie forze dell'esercito israeliano si sono concentrate nei pressi dell'ingresso principale del villaggio e subito sono nati scontri tra i soldati ed i partecipanti al funerale. I soldati hanno usato massicce dosi di lacrimogeni e proiettili di gomma, oltre a granate assordanti e getti di acqua puzzolente.
By: Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28537687824868...50543
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=463517160357522
A Gerusalemme, Isawia (vicino all'università), martedì 20 novembre, manifestazioni unitaria per Gaza. Quando un missile ha raggiunto la regione, la polizia è impazzita, ha attaccato violentemente i manifestanti, arrestando tre palestinesi e sue israeliani.
Bil'in
Bil'in ha restituito ai soldati la loro stessa medicina: nella manifestazione di venerdì 23 novembre, i giovani hanno fatto un "mini Kasams" ed hanno restituito al mittente candelotti lacrimogeni usando dei tubi corti come rampe di lancio invece di rilanciarli a mano. Dopo lunga esitazione, i soldati hanno reagito inondando i manifestanti con lacrimogeni... ma dopo aver confiscato ad una TV il materiale che aveva registrato. Gli attivisti del villaggio si aspettano un aumento delle incursioni delle forze di stato israeliane a mo' di rappresaglia.
http://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/1...n.jpg
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=399222466812464
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42011309472576...64038
Nabi Saleh
Martedì 20 novembre, gli anarchici contro il muro hanno preso parte al funerale di Rusdi Tamimi - ferito nel corso della manifestazione di venerdì 16-11-12 demo http://www.youtube.com/watch?v=zTmPach1Yjg e deceduto lunedì 19. Dopo il funerale un corteo si è scontrato con le forze di stato israeliane
Venerdì 23 novembre. La manifestazione settimanale in commemorazione di Rushdi Tamimi, colpito a morte dall'esercito israeliano, si è tenuta sotto una pioggia battente. I manifestanti hanno marciato portando le immagini dei martiri del villaggio, Mustafa e Rushdi Tamimi, ma sono stati attaccati dall'esercito. I soldati hanno usato raffiche di lacrimogeni, proiettili di gomma ed getti di acqua puzzolente per reprimere la manifestazione. Parecchi manifestanti sono stati feriti dai proiettili di gomma, mentre altri venivano impestati dall'acqua. Due attivisti israeliani sono stati arrestati.
Manifestazione con le foto dei 2 martiri Rushdi e Mustafa in prima linea.
http://fbcdn-sphotos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/3...n.jpg
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28652043813432...50543
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.52128026454894...80298
Israel Putermam http://www.youtube.com/watch?v=cWbjWkZEiiQ
David Reeb http://youtu.be/c_gFMqiT5pc
Qaddum
Inizio della manifestazione settimanale contro l'occupazione a kufr Qaddum! http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151329086297037
Colline sud di Hebron
Sabato, 24 novembre, attivisti israeliani hanno accompagnato contadini palestinesi per neutralizzare i coloni e le forze di stato che cercano di impedire ai palestinesi l'accesso alle terre vicine agli insediamenti coloniali.
Solidarietà con Gaza, Jaffa, 24.11.2012
Circa un centinaio di persone si sono radunate nella piazza della torre dell'orologio di Jaffa, per protestare contro il recente attacco di Israele su Gaza e per manifestare solidarietà alle vittime palestinesi. I manifestanti hanno acceso candele per commemorare le vittime, chiedendo la fine dell'assedio, dell'occupazione e delle continue violenze da parte dei palestinesi.
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28680666143903...50543
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Non dite che non lo sapevamo, n°337
Ci hanno continuamente venduto la vecchia bugia della "moderazione". Israele ha praticato l'auto-moderazione per 4 anni. Per 12 anni. Ci hanno detto che i palestinesi ci inondano di missili, ma si dimenticano gli assalti che Israele ha costantemente portato contro Gaza.
Così mi sono preso la briga di riguardare i dati dell'ONU (non quelli palestinesi), e di scorrere una lista di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza in seguito agli attacchi israeliani, solo nei mesi di settembre ed ottobre e nella prima settimana di novembre 2012.
Prego notare che non ho contato il numero totale degli attacchi israeliani sulla Striscia, o il numero dei missili e delle bombe lanciati su Gaza, ma solo quelli che hanno ucciso o ferito dei palestinesi:
5-6.9.12 – L'esercito israeliano bombarda un veicolo ed un gruppo di palestinesi ad est del campo profughi di Al Bureij nella Striscia di Gaza ed a nord-est di Beit Hanoun, rispettivamente, uccidendo 6 presunti uomini armati e ferendone un altro.
10.9.12 – 6 feriti, uno di loro armato e 5 civili, due di loro erano bambini, a causa di un bombardamento dell'esercito israeliano.
19.9.12 – L'aviazione israeliana attacca un veicolo della polizia nel corso di un controllo di routine su Rafa. 2 poliziotti uccisi, uno ferito.
24.9.12 – Soldati israeliani sparano e feriscono una donna vista sul tetto di casa sua, a 1200 metri dalla barriera di confine nel campo profughi di Al Bureau.
7.10.12 – L'aviazione israeliana bombarda due membri di un'organizzazione armata palestinese mentre erano a bordo di una motocicletta nella città di Rafa. Uno dei due è stato ucciso, l'altro ferito
8 civili, tra cui 4 bambini (uno di 4 anni) vengono feriti.
8.10.12 – Forze israeliane sparano colpi di carro armato su varie aree vicino alla barriera di Johan Al Dik, Al Karara, Hiz’a e Khan Yunes. Sono 4 i palestinesi feriti, 2 di loro bambini.
12.10.12 – Un attacco aereo israeliano colpisce 2 palestinesi armati a bordo di una motocicletta a est del campo profughi di Jabaliya, entrambi restano uccisi. Resta ferito anche un bambino di 6 anni.
12.10.12 – Un altro attacco aereo fuori del campo-profughi di Al Bureij ferisce un ragazzino di 12 anni.
13.10.12 – Attacchi aerei ai due siti di a est di Khan Yunes e Deir al Balah uccidono 3 uomini armati e ne feriscono altri 3.
22.10.12 – Durante un incursione israeliana di terra nella Striscia di Gaza, l'aviazione israeliana uccide un palestinese armato e ferisce un'altra persona. Le ostilità si allargano nell'area di Beit Hanoun dove un palestinese armato membro di un'organizzazione armata viene ucciso e 2 altri feriti in un altro attacco aereo.
22.10.12 – In due ulteriori attacchi nello stesso giorno, l'aviazione israeliana prende di mira un gruppo di uomini armati che, stando a Israele, stavano cercando di lanciare missili sul sud di Israele. Tre restano uccisi, 5 altri feriti.
24.10.12 – Forze israeliane sparano colpi di carro armato su un checkpoint della polizia palestinese vicino l'incrocio di Erez, ferendo un poliziotto.
28.10.12 – L'aviazione israeliana attacca membri di un'organizzazione armata che, secondo Israele, stava cercando di lanciare un missile contro Israele; uno di loro resta ucciso, un altro ferito.
4.11.12 – Forze israeliane che stazionano su una torre di guardia lungo la barriera colpiscono a morte un didabile mentale palestinese di 23 anni che stava camminando nella zona ad accesso limitato a 10 metri circa dalla barriera.
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Ilan ShalifCirca 50 donne hanno manifestato per protestare contro il massacro a Gaza. Durante il corteo non-violento delle donne di Budrus – un villaggio della Cisgiordania - 3 giovani sono stati prelevati dalle loro case ed arrestati dall'esercito. Che ha anche sparato lacrimogeni e proiettili ricoperti di gomma.
L'esercito aveva inondato il villaggio di gas lacrimogeni già prima che iniziasse la manifestazione, ma le coraggiose donne di Budrus hanno preso un altro sentiero in direzione del muro, dove l'esercito le ha aspettate in gran forze aprendo il fuoco sul corteo non violento senza che fosse stata lanciata una sola pietra; a quel punto i giovani si sono uniti al corteo iniziando col lancio di pietre e con blocchi stradali; le forze di stato sono entrate nel villaggio ed hanno arrestato di forza 3 fratelli in una casa, impedendo ai loro genitori ed alle donne di inseguirli sbarrando il passo e sparando getti di acqua puzzolente addosso alle donne; l'esercito ha continuato per un'ora a sparare nell'oscurità proiettili di gomma e candelotti lacrimogeni contro i giovani dall'altra parte del recinto.
http://www.flickr.com/photos/talkingphotographer/sets/7...9901/
Nabi Saleh
Funerale di Rushdi Tamimi, Nabi Saleh, 20.11.2012
Oltre un migliaio di persone si è radunato nel villaggio di Nabi Saleh per l'ultimo saluto a Rushdi Tamimi, che è morto in seguito alle ferite infertegli dai soldati dell'esercito israeliano. Il corteo funebre, che era partito da Ramallah passando da Birzeit, è arrivato a Nabi Saleh dove Tamimi è stato seppellito. Immediatamente dopo il funerale, ampie forze dell'esercito israeliano si sono concentrate nei pressi dell'ingresso principale del villaggio e subito sono nati scontri tra i soldati ed i partecipanti al funerale. I soldati hanno usato massicce dosi di lacrimogeni e proiettili di gomma, oltre a granate assordanti e getti di acqua puzzolente.
By: Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28537687824868...50543
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A Gerusalemme, Isawia (vicino all'università), martedì 20 novembre, manifestazioni unitaria per Gaza. Quando un missile ha raggiunto la regione, la polizia è impazzita, ha attaccato violentemente i manifestanti, arrestando tre palestinesi e sue israeliani.
Bil'in
Bil'in ha restituito ai soldati la loro stessa medicina: nella manifestazione di venerdì 23 novembre, i giovani hanno fatto un "mini Kasams" ed hanno restituito al mittente candelotti lacrimogeni usando dei tubi corti come rampe di lancio invece di rilanciarli a mano. Dopo lunga esitazione, i soldati hanno reagito inondando i manifestanti con lacrimogeni... ma dopo aver confiscato ad una TV il materiale che aveva registrato. Gli attivisti del villaggio si aspettano un aumento delle incursioni delle forze di stato israeliane a mo' di rappresaglia.
http://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/1...n.jpg
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Nabi Saleh
Martedì 20 novembre, gli anarchici contro il muro hanno preso parte al funerale di Rusdi Tamimi - ferito nel corso della manifestazione di venerdì 16-11-12 demo http://www.youtube.com/watch?v=zTmPach1Yjg e deceduto lunedì 19. Dopo il funerale un corteo si è scontrato con le forze di stato israeliane
Venerdì 23 novembre. La manifestazione settimanale in commemorazione di Rushdi Tamimi, colpito a morte dall'esercito israeliano, si è tenuta sotto una pioggia battente. I manifestanti hanno marciato portando le immagini dei martiri del villaggio, Mustafa e Rushdi Tamimi, ma sono stati attaccati dall'esercito. I soldati hanno usato raffiche di lacrimogeni, proiettili di gomma ed getti di acqua puzzolente per reprimere la manifestazione. Parecchi manifestanti sono stati feriti dai proiettili di gomma, mentre altri venivano impestati dall'acqua. Due attivisti israeliani sono stati arrestati.
Manifestazione con le foto dei 2 martiri Rushdi e Mustafa in prima linea.
http://fbcdn-sphotos-a-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/3...n.jpg
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28652043813432...50543
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.52128026454894...80298
Israel Putermam http://www.youtube.com/watch?v=cWbjWkZEiiQ
David Reeb http://youtu.be/c_gFMqiT5pc
Qaddum
Inizio della manifestazione settimanale contro l'occupazione a kufr Qaddum! http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151329086297037
Colline sud di Hebron
Sabato, 24 novembre, attivisti israeliani hanno accompagnato contadini palestinesi per neutralizzare i coloni e le forze di stato che cercano di impedire ai palestinesi l'accesso alle terre vicine agli insediamenti coloniali.
Solidarietà con Gaza, Jaffa, 24.11.2012
Circa un centinaio di persone si sono radunate nella piazza della torre dell'orologio di Jaffa, per protestare contro il recente attacco di Israele su Gaza e per manifestare solidarietà alle vittime palestinesi. I manifestanti hanno acceso candele per commemorare le vittime, chiedendo la fine dell'assedio, dell'occupazione e delle continue violenze da parte dei palestinesi.
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.28680666143903...50543
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Non dite che non lo sapevamo, n°337
Ci hanno continuamente venduto la vecchia bugia della "moderazione". Israele ha praticato l'auto-moderazione per 4 anni. Per 12 anni. Ci hanno detto che i palestinesi ci inondano di missili, ma si dimenticano gli assalti che Israele ha costantemente portato contro Gaza.
Così mi sono preso la briga di riguardare i dati dell'ONU (non quelli palestinesi), e di scorrere una lista di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza in seguito agli attacchi israeliani, solo nei mesi di settembre ed ottobre e nella prima settimana di novembre 2012.
Prego notare che non ho contato il numero totale degli attacchi israeliani sulla Striscia, o il numero dei missili e delle bombe lanciati su Gaza, ma solo quelli che hanno ucciso o ferito dei palestinesi:
5-6.9.12 – L'esercito israeliano bombarda un veicolo ed un gruppo di palestinesi ad est del campo profughi di Al Bureij nella Striscia di Gaza ed a nord-est di Beit Hanoun, rispettivamente, uccidendo 6 presunti uomini armati e ferendone un altro.
10.9.12 – 6 feriti, uno di loro armato e 5 civili, due di loro erano bambini, a causa di un bombardamento dell'esercito israeliano.
19.9.12 – L'aviazione israeliana attacca un veicolo della polizia nel corso di un controllo di routine su Rafa. 2 poliziotti uccisi, uno ferito.
24.9.12 – Soldati israeliani sparano e feriscono una donna vista sul tetto di casa sua, a 1200 metri dalla barriera di confine nel campo profughi di Al Bureau.
7.10.12 – L'aviazione israeliana bombarda due membri di un'organizzazione armata palestinese mentre erano a bordo di una motocicletta nella città di Rafa. Uno dei due è stato ucciso, l'altro ferito
8 civili, tra cui 4 bambini (uno di 4 anni) vengono feriti.
8.10.12 – Forze israeliane sparano colpi di carro armato su varie aree vicino alla barriera di Johan Al Dik, Al Karara, Hiz’a e Khan Yunes. Sono 4 i palestinesi feriti, 2 di loro bambini.
12.10.12 – Un attacco aereo israeliano colpisce 2 palestinesi armati a bordo di una motocicletta a est del campo profughi di Jabaliya, entrambi restano uccisi. Resta ferito anche un bambino di 6 anni.
12.10.12 – Un altro attacco aereo fuori del campo-profughi di Al Bureij ferisce un ragazzino di 12 anni.
13.10.12 – Attacchi aerei ai due siti di a est di Khan Yunes e Deir al Balah uccidono 3 uomini armati e ne feriscono altri 3.
22.10.12 – Durante un incursione israeliana di terra nella Striscia di Gaza, l'aviazione israeliana uccide un palestinese armato e ferisce un'altra persona. Le ostilità si allargano nell'area di Beit Hanoun dove un palestinese armato membro di un'organizzazione armata viene ucciso e 2 altri feriti in un altro attacco aereo.
22.10.12 – In due ulteriori attacchi nello stesso giorno, l'aviazione israeliana prende di mira un gruppo di uomini armati che, stando a Israele, stavano cercando di lanciare missili sul sud di Israele. Tre restano uccisi, 5 altri feriti.
24.10.12 – Forze israeliane sparano colpi di carro armato su un checkpoint della polizia palestinese vicino l'incrocio di Erez, ferendo un poliziotto.
28.10.12 – L'aviazione israeliana attacca membri di un'organizzazione armata che, secondo Israele, stava cercando di lanciare un missile contro Israele; uno di loro resta ucciso, un altro ferito.
4.11.12 – Forze israeliane che stazionano su una torre di guardia lungo la barriera colpiscono a morte un didabile mentale palestinese di 23 anni che stava camminando nella zona ad accesso limitato a 10 metri circa dalla barriera.
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Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali
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mercoledì 21 novembre 2012
QUANTO VALE OGNI BOMBA SU GAZA ?
Ci sono un sacco di ragioni dietro l’ennesimo criminale
bombardamento a Gaza.
C’è il tentativo di impedire il
riconoscimento, sia pure come osservatore, della Palestina da parte delle Nazioni
Unite. E di mettere alla prova un alleato americano sulla cui lealtà indiscussa
si poteva forse nutrire qualche dubbio. E invece ancora una volta anche dai
governi europei siamo al blando rimprovero per la reazione "esagerata" ma
"legittima" dello Stato israeliano.
Ci sono le elezioni in Israele,
scadenza nefasta per gli abitanti di Gaza,
usati ancora una volta come
bersaglio a scopo propagandistico.
C’è la tentazione di alzare il
livello dello scontro per mettere alla prova i nuovi regimi mediorientali, e il generale assetto dell’area,
in cui stenta ad emergere una potenza regionale. Mentre d’altra parte i
riflettori puntati su Gaza potrebbero permettere al governo siriano l’offensiva
decisiva contro i ribelli…..
Nessuna
di queste ragioni vale lo
scempio che ancora una volta si sta compiendo sulla pelle di una
popolazione di
circa un milione e mezzo di abitanti di cui la metà è composta da
minori, sotto
embargo e priva la stessa anche dei medicinali e dei
beni di prima necessità. I militari israeliani si scaricano la coscienza
con proclami
alla popolazione palestinese, avvertendoli, prima dei bombardamenti, di
allontanarsi dai luoghi di Hamas. Una tragica beffa visto che la
striscia di Gaza è una delle regioni più densamente abitate del
mondo.
Intanto lo Stato di Israele non ha
mai smesso la sua strategia di controllo militare e vitale su Gaza e continua
ad occupare militarmente territori, proteggendo e favorendo l’espansione delle
colonie israeliane che si allargano giorno per giorno sulla terra dei
palestinesi. Innalza muri che rinchiudono villaggi interi, che sradica uliveti
e uccide gli animali dei pastori imponendo miseria e umiliazione. Mortifica e
tormenta quotidianamente chi tenta di passare da una parte all'altra dei muri
della segregazione per lavorare, curarsi, andare a scuola. E viola
sistematicamente le pur ipocrite e impotenti innumerevoli risoluzioni dell'ONU.
E se la Cisgiordania è il vero terreno di conquista, metro dopo metro, casa
dopo casa, Gaza continua il suo destino di vittima sacrificabile.
E oggi, come 3 anni fa, di nuovo
sulla popolazione palestinese si scatenano i nuvoloni neri della guerra impari
alimentata dallo Stato israeliano, e l’unica concreta speranza che la
popolazione già provata dall’embargo possa riacquistare velocemente un minimo
di pace è che gli avvoltoi di ogni risma, che si accalcano fisicamente e
idealmente ai suoi confini, raggiungano un nuovo precario equilibrio.
Abbiamo imparato che, al di la di
precarie e temporanee situazioni di relativa pace, dagli Stati di ogni grado e
grandezza non c’è da aspettarsi molto per il futuro della comunità palestinese.
La speranza di una reale
emancipazione è che in un futuro prossimo si rafforzino e si estendano quelle
pratiche di auto-organizzazione sorte, in molti villaggi palestinesi, dalla
solidarietà tra i comitati popolari locali e organizzazioni come gli Anarchici
Contro il Muro, nel cui interno militano israeliani antisionisti e internazionalisti
provenienti da molte parti del mondo. Pratiche di lotta fatte essenzialmente di
resistenza all’arrogante espansione sionista che hanno portato molti villaggi a
scegliere un’altra strada rispetto al militarismo fondamentalista di Hamas.
Noi come anarchici e libertari di
classe continueremo a denunciare il colonialismo sionista, così come denunciamo
tutti gli imperialismi ed i fondamentalismi oppressori della libertà e della
dignità dei popoli, e continueremo ad appoggiare le lotte e gli atti di
solidarietà nei confronti del popolo palestinese, sostenendo tutte quelle
manifestazioni in embrione di auto-determinazione che hanno e che stanno
caratterizzando la lotta di interi villaggi della Palestina, convinti che sarà
solo liberandosi dalla malefica influenza di qualsiasi oligarchia statale o
parastatale che i lavoratori e le lavoratrici potranno conquistare terreno
verso una vita più dignitosa.
Ma ora, subito, la fine dei
bombardamenti e la fine dell’embargo. Apriamo Gaza, la più grande prigione del
mondo a cielo aperto.
20 Novembre 2012
Segreteria Nazionale della Federazione dei Comunisti
Anarchici
giovedì 15 novembre 2012
"Dalla parte degli studenti. Inaccettabile il comunicato della Cgil"
Dichiarazione di Sergio Bellavita (Rete28Aprile Fiom)
Ieri è stata una straordinaria giornata di lotta. In decine di città dei cortei enormi hanno segnato una nuova e radicale disponibilità alla mobilitazione dei giovani, degli studenti, dei precari.
A cui, purtroppo, non ha contribuito adeguatamente il mondo del lavoro. A differenza della Spagna infatti, nel nostro paese lo sciopero di sole 4 ore non si è posto l'obbiettivo di lavorare a quella mobilitazione generale capace di produrre il reale blocco del paese, quella necessaria risposta di massa alla violenza delle politiche d'austerità. Uno sciopero come semplice atto, importante, di formale adesione della Cgil alla mobilitazione indetta dalla CES, senza nessuna volontà di continuità, di costruzione dell'opposizione sociale. La scuola e il mondo della formazione si sono fermati ieri, il resto del mondo del lavoro no.
Occorre essere sinceramente indignati per le tante troppe ipocrisie, le falsità e gli opportunismi che hanno accompagnato la splendida giornata di lotta e che vorrebbero rappresentare i pestaggi brutali della polizia agli studenti come la necessaria risposta alle violenze dei manifestanti.
Soprattutto quando giungono da tanta parte di coloro che se proprio hanno deciso di entrare a ogni costo nelle stanze dei bottoni, dovrebbero, quantomeno, mostrarsi imbarazzati di fronte a poliziotti accecati da un'irrefrenabile violenza contro i giovanissimi partecipanti al grande, pacifico e colorato corteo che ha attraversato la città di Roma. Non ci sono state cariche di alleggerimento, ma la volontà di reprimere duramente il corteo, incutere terrore, arrestare.
Chi era al corteo ,e tutte le prove video e le immagini lo testimoniano efficacemente, ha visto una sola violenza, quella delle forze dell'ordine.
Il messaggio in Italia ,come negli altri paesi dove si lotta, è chiaro: il governo consente solo il dissenso di facciata, quello che pur tra critiche e mal di pancia ha assunto gli obbiettivi di fondo della politica di Monti, dei dettami della BCE , dell'Unione Europea. Il resto non deve avere spazio politico, sociale, è sovversione e come tale va repressa. La repressione che in Spagna è ordinata dal governo del conservatore Rajoy nel nostro paese è agita dal governo di unità nazionale PD-PDL-UDC. Sarà per questa ragione che la stampa italiana, cosiddetta di sinistra, critica la repressione in Spagna e plaude a quella nostrana?
Così gli studenti vengono lasciati soli davanti ai manganelli. Così sono lasciati soli i lavoratori Ikea, quelli dell'Alcoa, dell'Irisbus, della Fiat di Termini imerese e di tante altre aziende chiuse o in crisi a cui il sindacato e la politica non sanno dare risposte.
Non è solo la politica del palazzo e quella che aspira ad entrarci a girare le spalle agli studenti, la stessa Cgil ha duramente condannato le violenze in un comunicato incredibilmente a segno unico.
Noi non siamo d'accordo ed esprimiamo rabbia e indignazione per le violenze ai manifestanti. Siamo solidali e vicini a tutti gli studenti colpiti, ne chiediamo la liberazione immediata e il proscioglimento da ogni accusa. La cosa più preziosa che un sindacato dovrebbe avere è la memoria. La memoria della sua storia, della storia di uomini e donne che hanno sfidato l'ordine costituito dell'ingiustizia, la legalità formale che dava miseria e repressione per rivendicare diritti, democrazia e uguaglianza. Senza quella storia il sindacato non ci sarebbe mai stato, il progresso sociale, civile stesso non ci sarebbero mai stati. Quel popolo di precari, studenti universitari, di giovanissimi studenti medi esprime bisogni e domande che la Cgil dovrebbe ascoltare, rappresentare e organizzare. Ed è gravissimo che ciò non avvenga.
Per questo noi stiamo con gli studenti e con tutti coloro che non ci stanno e vogliono lottare contro le politiche vergognosamente di classe del governo Monti. E continueremo a lavorare alla costruzione di un ampio fronte sociale, alla ricostruzione dell'opposizione a Monti e ai partiti che lo sostengono.
Sergio Bellavita - Rete 28 aprile Fiom
www.rete28aprile.it
Ieri è stata una straordinaria giornata di lotta. In decine di città dei cortei enormi hanno segnato una nuova e radicale disponibilità alla mobilitazione dei giovani, degli studenti, dei precari.
A cui, purtroppo, non ha contribuito adeguatamente il mondo del lavoro. A differenza della Spagna infatti, nel nostro paese lo sciopero di sole 4 ore non si è posto l'obbiettivo di lavorare a quella mobilitazione generale capace di produrre il reale blocco del paese, quella necessaria risposta di massa alla violenza delle politiche d'austerità. Uno sciopero come semplice atto, importante, di formale adesione della Cgil alla mobilitazione indetta dalla CES, senza nessuna volontà di continuità, di costruzione dell'opposizione sociale. La scuola e il mondo della formazione si sono fermati ieri, il resto del mondo del lavoro no.
Occorre essere sinceramente indignati per le tante troppe ipocrisie, le falsità e gli opportunismi che hanno accompagnato la splendida giornata di lotta e che vorrebbero rappresentare i pestaggi brutali della polizia agli studenti come la necessaria risposta alle violenze dei manifestanti.
Soprattutto quando giungono da tanta parte di coloro che se proprio hanno deciso di entrare a ogni costo nelle stanze dei bottoni, dovrebbero, quantomeno, mostrarsi imbarazzati di fronte a poliziotti accecati da un'irrefrenabile violenza contro i giovanissimi partecipanti al grande, pacifico e colorato corteo che ha attraversato la città di Roma. Non ci sono state cariche di alleggerimento, ma la volontà di reprimere duramente il corteo, incutere terrore, arrestare.
Chi era al corteo ,e tutte le prove video e le immagini lo testimoniano efficacemente, ha visto una sola violenza, quella delle forze dell'ordine.
Il messaggio in Italia ,come negli altri paesi dove si lotta, è chiaro: il governo consente solo il dissenso di facciata, quello che pur tra critiche e mal di pancia ha assunto gli obbiettivi di fondo della politica di Monti, dei dettami della BCE , dell'Unione Europea. Il resto non deve avere spazio politico, sociale, è sovversione e come tale va repressa. La repressione che in Spagna è ordinata dal governo del conservatore Rajoy nel nostro paese è agita dal governo di unità nazionale PD-PDL-UDC. Sarà per questa ragione che la stampa italiana, cosiddetta di sinistra, critica la repressione in Spagna e plaude a quella nostrana?
Così gli studenti vengono lasciati soli davanti ai manganelli. Così sono lasciati soli i lavoratori Ikea, quelli dell'Alcoa, dell'Irisbus, della Fiat di Termini imerese e di tante altre aziende chiuse o in crisi a cui il sindacato e la politica non sanno dare risposte.
Non è solo la politica del palazzo e quella che aspira ad entrarci a girare le spalle agli studenti, la stessa Cgil ha duramente condannato le violenze in un comunicato incredibilmente a segno unico.
Noi non siamo d'accordo ed esprimiamo rabbia e indignazione per le violenze ai manifestanti. Siamo solidali e vicini a tutti gli studenti colpiti, ne chiediamo la liberazione immediata e il proscioglimento da ogni accusa. La cosa più preziosa che un sindacato dovrebbe avere è la memoria. La memoria della sua storia, della storia di uomini e donne che hanno sfidato l'ordine costituito dell'ingiustizia, la legalità formale che dava miseria e repressione per rivendicare diritti, democrazia e uguaglianza. Senza quella storia il sindacato non ci sarebbe mai stato, il progresso sociale, civile stesso non ci sarebbero mai stati. Quel popolo di precari, studenti universitari, di giovanissimi studenti medi esprime bisogni e domande che la Cgil dovrebbe ascoltare, rappresentare e organizzare. Ed è gravissimo che ciò non avvenga.
Per questo noi stiamo con gli studenti e con tutti coloro che non ci stanno e vogliono lottare contro le politiche vergognosamente di classe del governo Monti. E continueremo a lavorare alla costruzione di un ampio fronte sociale, alla ricostruzione dell'opposizione a Monti e ai partiti che lo sostengono.
Sergio Bellavita - Rete 28 aprile Fiom
www.rete28aprile.it
Palestina-Israele, di fronte allo scetticismo le azioni unitarie confermano la loro significatività
Visite inattese alle prime ore del mattino di domenica scorsa per gli anarchici contro il muro ed altri, con tanto di "regalo". Non è roba di tutti i giorni essere svegliati dalla polizia. Senza autorizzazione, sono entrati in casa nostra ed hanno sequestrato 4 pezzi di carta con le mappe dei villaggi di Bil'in, Kfur Qaddum, Nil'in ed An Nabi Salih. Hanno detto che fino alla metà di marzo 2013 non sarei potuto andare in nessuno di questi villaggi. Hanno fatto un elenco di tutte le cose che han preso ed hanno insistito che firmassi la ricevuta. C'è voluto del tempo per capire che quell'ordinanza di restrizione personale non era legale, ma un falso intimidatorio che non aveva nessuna ragione legale. Dal momento che era un'iniziativa del comandante regionale del centro della Cisgiordania occupata ho scherzato dicendo che in realtà volevano solo che noi spostassimo la nostra azione nei villaggi più a sud, sulle colline di Hebron, a Ma'asara, e beit Ommar.
"Attivisti degli Anarchici Contro il Muro e loro sostenitori sono stati svegliati questa mattina presto da polizia in uniforme ed in abiti civili dietro la porta. Armati di macchine fotografiche hanno presentato agli attivisti (o ai loro genitori, o ai compagni di stanza o a gente che ha preso in affitto l'appartamento - colpendo 16 persone), ordinananze di restrizione generale (tramite dichiarazione di zona militare chiusa) dai villaggi di Bil'in, Ni'lin, Nabi Saleh, e Qadum, per ogni venerdì fino al marzo 2013. La polizia ha chiesto che fossero controfirmate le ricevute dei materiali sequestrati. Sono state perquisite parecchie abitazioni senza mandato o autorizzazione. L'ordinanza restrittiva era stata commissionata alla polizia dall'esercito.
Gli Anarchici Contro il Muro si rifiutano di capitolare di fronte ad un regime militare israeliano che perseguita i civili, siano essi ebrei o palestinesi. Ancora di più, saremo presenti alle manifestazioni, protestando contro il furto della terra dei palestinesi, contro i raid notturni, contro gli arresti e le torture ai residenti dei villaggi, specialmante ai bambini. Le manifestazioni nella Cisgiordania occupata proseguono e gli attivisti israeliani continueranno a partecipare alle lotte per la liberazione dei palestinesi dall'occupazione israeliana."
Bil'in
Questo venerdì bella manifestazione a Bil'in. 6 Israeliani, circa 20 internazionali e due dozzine di residenti si sono ritrovati vicino al muro della separazione. Forze militari meno aggressive ci hanno fatto passare il filo spinato che "protegge" il muro. Abbiamo percorso tutta la strada fino al cancello senza ricevere nessun lacrimogeno o getto di acqua-puzzola (il cui cannone non si è nemmeno visto nei dintornil). Nel frattempo una coraggiosa gioventù riusciva a scalare il muro prima che i soldati li tirassero giù. Una finale scarica di lacrimogeni ci ha mandato via e siamo tornati al villaggio.
Due attivisti internazionali, un italiano ed un americano sono stati feriti dai lacrimogeni alle gambe.
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478829628828404
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Al-Ma'sara
manifestazione settimanale di venerdì 9 novembre 2012
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Nabi Saleh
Dopo il ferimento di 2 soldati - tra cui l'autista del mezzo che spara acqua-puzzola, le forze di stato israeliane hanno fatto una rappresaglia sparando proiettili veri verso le case - ferendo 4 abitanti. La ragazza nel video della settimana scorsa https://www.facebook.com/photo.php?fbid=513118685365107 - Vaard Tamimi è stata ferita da un proiettile di gomma mentre era seduta all'ingresso di casa sua mentre le truppe sparavano lacrimogeni e proiettili di gomma sulla casa. E' rimasta ferita ed è stata ricoverata in un ospedale di Ramallah, secondo quanto dice sua madre.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51550313845999...80298
Israelputerman http://www.youtube.com/watch?v=ycmaoYkbohA
Daviddreeb http://www.youtube.com/watch?v=IkMdzg-sd94
Ni'ilin
Il villaggio di Ni'ilin, i cui abitanti erano stati costretti a lasciare le loro case ad Israele nel corso della nakba del 1948, stanno protestando ogni settimana dal 2008 contro il muro dell'apartheid che viene eretto sulle terre agricole prendendosene una larga porzione; in questi anni sono 5 i manifestanti che sono stati uccisi dall'esercito, tra cui 2 bambini.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.12961273719033...08906
Kufr Qaddom
manifestazione settimanale di venerdì 9 novembre 2012
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51546441846386...80298
comitato regionale di Beit Ommar, Ma'asara e colline sud di Hebron
venerdì mattina azione diretta del nuovo comitato regionale di Beit Ommar, Ma'asara e colline sud di Hebron:
70 attivisti palestinesi accompagnati da alcuni internazionali e 10 attivisti israeliani hanno bloccato l'intersezione di Gush Etzion sulla strada 60 a nord di Hebron per protestare contro l'apartheid,contro il furto della terra, contro l'espansione degli insediamenti e la violenza militare. I manifestanti si sono scontrati con numerose forze di polizia e dell'esercito intenti a reprimere l'azione.
Durante gli scontri, poliziotti e soldati hanno circondato i manifestanti imponendogli di disperdersi. Un attivista israeliano è stato poi arrestato e portato nella stazione di polizia di Hebron.
I manifestanti palestinesi, insieme con alcuni israeliani ed internazionali hanno bloccato per 15 minuti la strada verso Gush Etzion che porta agli insediamenti ed alla base militare. Un attivista israeliano è stato fermato, mentre il resto dei manifestanti è tornato verso le auto scortati da poliziotti e soldati ed ha lasciato l'area.
I compagni più combattivi hanno continuato la manifestazione del venerdì a Ma'asarah
http://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/c...n.jpg
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http://www.flickr.com/photos/activestills/8169333503/in...tream
http://www.youtube.be/lBrcMWgFJFU
http://www.youtube.com/watch?v=Qtiqt81DVAM
Gerusalemme-Al Kuds
I residenti di Sheikh Jarrah stanno continuando i loro presidi di protesta nel quartiere ogni venerdì, protestando contro gli sgomberi violenti dalle loro case, contro
l'occupazione del quartiere da parte dei coloni, contro la giudaizzazione di Gerusalemme Est.
Appello a tutti coloro che sostengono la lotta, per venire nel quartiere venerdì 9 novembre.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150427819549...34687
Tel Aviv-Jaffa
"Manifestazione del venerdì contro una superstrada costiera che taglierà il quartiere palestinese di Ajami dal mare, demolendo alcune case e parte della scuola.
A Jaffa Tel Aviv, il sindaco ha deciso di costruire lungo la costa un quartiere residenziale per ricchi ed una superstrada che privatizzerebbe l'accesso al mare, impedendolo ai residenti lungo la spiaggia, alcuni dei quali vi abitano da ben prima che fosse fondato lo stato di Israele, mentre altri perderebbero la loro casa per far posto alla superstrada. Ma soprattutto, Jaffa perderebbe per sempre il suo caratteristico aspetto etnico, quello del quartiere degli originari abitanti della spiaggia di Jaffa che stanno per essere cacciati via dal mare, costretti a lasciare il paese e ad abbandonare case che saranno abbattute. Così circa 100 palestinesi ed israeliani di Jaffa si sono radunati per protestare contro la costruzione della strada e del quartiere per milionari lungo la costa, dove ora c'è un bel parco pubblico."
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1296179205231...08906
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=441300822594012
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3736507182257
Bat-Yam
Manifestazione contro gli sgomberi. Il 4/11/12 in 50 circa hanno manifestato contro il pianificato sgombero di 50 persone - alcune sono dei sopravissuti dell'olocausto- buttate in strada senza nessuna soluzione alternativa, dato che non hanno nessun altro posto dove andare, mentre alcuni sono in trattamento medico e non possono allontanarsi dall'ospedale, nè possono permettersi altro! Entro 2 giorni gli taglieranno luce ed acqua, sfortunatamente abitano in un edificio vicino al mare! Il corteo si è spostato dalla palazzina lungo la strada principale in direzione degli uffici del municipio, scandendo slogans e bloccando le strade. Nessun arresto nè violenze della polizia.
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Ilan Shalif
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Anarchici Contro Il Muro
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Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali
Sito in italiano su Anarchici Contro il Muro:
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"Attivisti degli Anarchici Contro il Muro e loro sostenitori sono stati svegliati questa mattina presto da polizia in uniforme ed in abiti civili dietro la porta. Armati di macchine fotografiche hanno presentato agli attivisti (o ai loro genitori, o ai compagni di stanza o a gente che ha preso in affitto l'appartamento - colpendo 16 persone), ordinananze di restrizione generale (tramite dichiarazione di zona militare chiusa) dai villaggi di Bil'in, Ni'lin, Nabi Saleh, e Qadum, per ogni venerdì fino al marzo 2013. La polizia ha chiesto che fossero controfirmate le ricevute dei materiali sequestrati. Sono state perquisite parecchie abitazioni senza mandato o autorizzazione. L'ordinanza restrittiva era stata commissionata alla polizia dall'esercito.
Gli Anarchici Contro il Muro si rifiutano di capitolare di fronte ad un regime militare israeliano che perseguita i civili, siano essi ebrei o palestinesi. Ancora di più, saremo presenti alle manifestazioni, protestando contro il furto della terra dei palestinesi, contro i raid notturni, contro gli arresti e le torture ai residenti dei villaggi, specialmante ai bambini. Le manifestazioni nella Cisgiordania occupata proseguono e gli attivisti israeliani continueranno a partecipare alle lotte per la liberazione dei palestinesi dall'occupazione israeliana."
Bil'in
Questo venerdì bella manifestazione a Bil'in. 6 Israeliani, circa 20 internazionali e due dozzine di residenti si sono ritrovati vicino al muro della separazione. Forze militari meno aggressive ci hanno fatto passare il filo spinato che "protegge" il muro. Abbiamo percorso tutta la strada fino al cancello senza ricevere nessun lacrimogeno o getto di acqua-puzzola (il cui cannone non si è nemmeno visto nei dintornil). Nel frattempo una coraggiosa gioventù riusciva a scalare il muro prima che i soldati li tirassero giù. Una finale scarica di lacrimogeni ci ha mandato via e siamo tornati al villaggio.
Due attivisti internazionali, un italiano ed un americano sono stati feriti dai lacrimogeni alle gambe.
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478829628828404
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478887042155996
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.41488357191537...64038
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51549806846050...80298
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=478890968822270
Al-Ma'sara
manifestazione settimanale di venerdì 9 novembre 2012
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51546626846368...80298
Nabi Saleh
Dopo il ferimento di 2 soldati - tra cui l'autista del mezzo che spara acqua-puzzola, le forze di stato israeliane hanno fatto una rappresaglia sparando proiettili veri verso le case - ferendo 4 abitanti. La ragazza nel video della settimana scorsa https://www.facebook.com/photo.php?fbid=513118685365107 - Vaard Tamimi è stata ferita da un proiettile di gomma mentre era seduta all'ingresso di casa sua mentre le truppe sparavano lacrimogeni e proiettili di gomma sulla casa. E' rimasta ferita ed è stata ricoverata in un ospedale di Ramallah, secondo quanto dice sua madre.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51550313845999...80298
Israelputerman http://www.youtube.com/watch?v=ycmaoYkbohA
Daviddreeb http://www.youtube.com/watch?v=IkMdzg-sd94
Ni'ilin
Il villaggio di Ni'ilin, i cui abitanti erano stati costretti a lasciare le loro case ad Israele nel corso della nakba del 1948, stanno protestando ogni settimana dal 2008 contro il muro dell'apartheid che viene eretto sulle terre agricole prendendosene una larga porzione; in questi anni sono 5 i manifestanti che sono stati uccisi dall'esercito, tra cui 2 bambini.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.12961273719033...08906
Kufr Qaddom
manifestazione settimanale di venerdì 9 novembre 2012
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51546441846386...80298
comitato regionale di Beit Ommar, Ma'asara e colline sud di Hebron
venerdì mattina azione diretta del nuovo comitato regionale di Beit Ommar, Ma'asara e colline sud di Hebron:
70 attivisti palestinesi accompagnati da alcuni internazionali e 10 attivisti israeliani hanno bloccato l'intersezione di Gush Etzion sulla strada 60 a nord di Hebron per protestare contro l'apartheid,contro il furto della terra, contro l'espansione degli insediamenti e la violenza militare. I manifestanti si sono scontrati con numerose forze di polizia e dell'esercito intenti a reprimere l'azione.
Durante gli scontri, poliziotti e soldati hanno circondato i manifestanti imponendogli di disperdersi. Un attivista israeliano è stato poi arrestato e portato nella stazione di polizia di Hebron.
I manifestanti palestinesi, insieme con alcuni israeliani ed internazionali hanno bloccato per 15 minuti la strada verso Gush Etzion che porta agli insediamenti ed alla base militare. Un attivista israeliano è stato fermato, mentre il resto dei manifestanti è tornato verso le auto scortati da poliziotti e soldati ed ha lasciato l'area.
I compagni più combattivi hanno continuato la manifestazione del venerdì a Ma'asarah
http://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/c...n.jpg
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=377051972381201
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.51545513513146...80298
http://www.flickr.com/photos/activestills/8169333503/in...tream
http://www.youtube.be/lBrcMWgFJFU
http://www.youtube.com/watch?v=Qtiqt81DVAM
Gerusalemme-Al Kuds
I residenti di Sheikh Jarrah stanno continuando i loro presidi di protesta nel quartiere ogni venerdì, protestando contro gli sgomberi violenti dalle loro case, contro
l'occupazione del quartiere da parte dei coloni, contro la giudaizzazione di Gerusalemme Est.
Appello a tutti coloro che sostengono la lotta, per venire nel quartiere venerdì 9 novembre.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150427819549...34687
Tel Aviv-Jaffa
"Manifestazione del venerdì contro una superstrada costiera che taglierà il quartiere palestinese di Ajami dal mare, demolendo alcune case e parte della scuola.
A Jaffa Tel Aviv, il sindaco ha deciso di costruire lungo la costa un quartiere residenziale per ricchi ed una superstrada che privatizzerebbe l'accesso al mare, impedendolo ai residenti lungo la spiaggia, alcuni dei quali vi abitano da ben prima che fosse fondato lo stato di Israele, mentre altri perderebbero la loro casa per far posto alla superstrada. Ma soprattutto, Jaffa perderebbe per sempre il suo caratteristico aspetto etnico, quello del quartiere degli originari abitanti della spiaggia di Jaffa che stanno per essere cacciati via dal mare, costretti a lasciare il paese e ad abbandonare case che saranno abbattute. Così circa 100 palestinesi ed israeliani di Jaffa si sono radunati per protestare contro la costruzione della strada e del quartiere per milionari lungo la costa, dove ora c'è un bel parco pubblico."
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1296179205231...08906
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=441300822594012
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=3736507182257
Bat-Yam
Manifestazione contro gli sgomberi. Il 4/11/12 in 50 circa hanno manifestato contro il pianificato sgombero di 50 persone - alcune sono dei sopravissuti dell'olocausto- buttate in strada senza nessuna soluzione alternativa, dato che non hanno nessun altro posto dove andare, mentre alcuni sono in trattamento medico e non possono allontanarsi dall'ospedale, nè possono permettersi altro! Entro 2 giorni gli taglieranno luce ed acqua, sfortunatamente abitano in un edificio vicino al mare! Il corteo si è spostato dalla palazzina lungo la strada principale in direzione degli uffici del municipio, scandendo slogans e bloccando le strade. Nessun arresto nè violenze della polizia.
=================================
Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org
Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali
Sito in italiano su Anarchici Contro il Muro:
Link esterno: http://www.fdca.it/wall
Ricordando Raffaella Ruberti
“Noi portiamo un mondo nuovo qui, nei nostri cuori. Quel mondo sta crescendo in questo istante.”
Questa la citazione preferita di Raffaella Ruberti, una citazione che la rappresenta e con cui vogliamo ricordarla.
Raffaella se ne è andata il 14 novembre, lasciando un vuoto incolmabile non solo per i parenti, gli amici, i compagni ma per tutto il movimento anarchico.
Figlia di Paola Nicolazzi e nipote di Alfonso, inizia giovanissima - all’età di 16 anni - la sua attività di militanza nei gruppi anarchici di Carrara, un’attività che è durata ininterrottamente per trent’anni.
Raffaella era sempre pronta a impegnarsi in tutte le iniziative di solidarietà e di lotta, tra le tante a cui ha preso parte ricordiamo le più significative.
Lavora con passione accanto allo zio nella tipografia “Il seme”, poi Cooperativa Tipolitografica dove collabora per molti anni alla stampa e alla diffusione di pubblicazioni del movimento libertario, tra cui il settimanale anarchico “Umanità Nova”.
Innumerevoli i suoi contributi a comitati sia locali che nazionali: sui temi ambientalisti e contro il nucleare, ad esempio la battaglia per la chiusura della Montedison; contro la repressione, nel coordinamento contro gli Omicidi di stato e in particolare nel Comitato per la Verità e la Giustizia per Mastrogiovanni, a cui ha preso parte attivamente fino all’ultimo nonostante la malattia, presenziando alla sentenza del 30 ottobre a Vallo della Lucania; per la salvaguardia dei beni comuni come l’acqua pubblica, il palazzo Politeama di Carrara – del cui comitato di difesa è stata fondatrice - e contro il traforo della Tambura.
Grande passione e impegno ha profuso negli ultimi cinque anni nella Biblioteca Archivio Germinal di Carrara, di cui era insostituibile anima e cuore, dando il suo contributo attivo non solo per le iniziative culturali o per la raccolta e catalogazione del materiale librario e archivistico ma soprattutto per la memoria storica di cui era portatrice grazie alla sua lunga militanza e ai numerosi contatti sparsi in tutto il paese.
Vogliamo ricordarla per la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione e la grinta accompagnati da una grande sensibilità ed empatia verso gli altri.
Il suo impegno sarà d’esempio a tutti i compagni e le compagne che porteranno avanti il suo lavoro e che faranno crescere il mondo nuovo che sognava.
http://bagcarrara.wordpress.com/
--
Biblioteca Archivio Germinal Carrara
www.bagcarrara.wordpress.com
Piazza Matteotti n. 31 Piano II
Carrara (MS)
casella di posta 14
Questa la citazione preferita di Raffaella Ruberti, una citazione che la rappresenta e con cui vogliamo ricordarla.
Raffaella se ne è andata il 14 novembre, lasciando un vuoto incolmabile non solo per i parenti, gli amici, i compagni ma per tutto il movimento anarchico.
Figlia di Paola Nicolazzi e nipote di Alfonso, inizia giovanissima - all’età di 16 anni - la sua attività di militanza nei gruppi anarchici di Carrara, un’attività che è durata ininterrottamente per trent’anni.
Raffaella era sempre pronta a impegnarsi in tutte le iniziative di solidarietà e di lotta, tra le tante a cui ha preso parte ricordiamo le più significative.
Lavora con passione accanto allo zio nella tipografia “Il seme”, poi Cooperativa Tipolitografica dove collabora per molti anni alla stampa e alla diffusione di pubblicazioni del movimento libertario, tra cui il settimanale anarchico “Umanità Nova”.
Innumerevoli i suoi contributi a comitati sia locali che nazionali: sui temi ambientalisti e contro il nucleare, ad esempio la battaglia per la chiusura della Montedison; contro la repressione, nel coordinamento contro gli Omicidi di stato e in particolare nel Comitato per la Verità e la Giustizia per Mastrogiovanni, a cui ha preso parte attivamente fino all’ultimo nonostante la malattia, presenziando alla sentenza del 30 ottobre a Vallo della Lucania; per la salvaguardia dei beni comuni come l’acqua pubblica, il palazzo Politeama di Carrara – del cui comitato di difesa è stata fondatrice - e contro il traforo della Tambura.
Grande passione e impegno ha profuso negli ultimi cinque anni nella Biblioteca Archivio Germinal di Carrara, di cui era insostituibile anima e cuore, dando il suo contributo attivo non solo per le iniziative culturali o per la raccolta e catalogazione del materiale librario e archivistico ma soprattutto per la memoria storica di cui era portatrice grazie alla sua lunga militanza e ai numerosi contatti sparsi in tutto il paese.
Vogliamo ricordarla per la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione e la grinta accompagnati da una grande sensibilità ed empatia verso gli altri.
Il suo impegno sarà d’esempio a tutti i compagni e le compagne che porteranno avanti il suo lavoro e che faranno crescere il mondo nuovo che sognava.
http://bagcarrara.wordpress.com/
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Biblioteca Archivio Germinal Carrara
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Piazza Matteotti n. 31 Piano II
Carrara (MS)
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mercoledì 14 novembre 2012
Fascisti....almeno studiate! - dal Blog Terra e Libertà di Fabio Cuzzola
da terraelibertàcirano.blogspot.it
Molte segnalazioni mi sono giunte in questi giorni da vari blogger amici sparsi un pò in tutta Italia. Il link in questione http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=10271 riporta la cronaca di un incontro tenutosi a Reggio Calabria nelle settimane scorse; organizzato dalla Fiamma Tricolore, ha registrato la presenza in qualità di relatore Adriano Tilgher.
Tema dell'incontro: "DESTRA-MAFIA-REGGIO: la verità su un’infame menzogna”.
Nulla di nuovo sulla retorica retriva del reducismo post fascista, fino a quando il lettore non incappa in due dichiarazione dell'ospite d'onore:
- "La storia dei cinque anarchici che sono morti? Gli stessi anarchici che si incontrarono a Vibo Valentia con i nostri di Avanguardia la sera prima di partire per Roma dove dovevano andare a fare una manifestazione e non per portare importanti documenti. "
- "La strage di Gioia Tauro? Ci sono le perizie, ci sono le ordinanze, ci sono le sentenze, ci sta tutto che dice che è stato un incidente materiale."
Riporto il virgolettato perchè i fascisti, essendo i cani da guardia del capitale hanno pagato sempre buoni avvocati e di fronte alla giustizia terrena l'hanno fatta franca.
Andiamo con il primo punto:
- La sera prima della loro morte i cinque anarchici si recarono si a Vibo, ma non per incontrare gli avanguardisti, bensì i militanti calabresi della sinistra extraparlamentare ala circolo Salvemini, dove erano già attivi Franco Tassone e Mimì Luciano, che ho intervistato come testimoni della serata in occasione del mio libro. I fascisti al Salvemini li hanno visti solo in occasioni di assalti, scontri e devastazioni, non per riunioni o assemblee di sorta.
Il tentativo subdolo di Tilgher è il solito: gli anarchici con il popolo, non con i popolo, ecco i nazimaoisti!! Il sillogismo poco aristotelico di Tilgher non tiene; è vero che gli anarchici reggini furono sulle barricate nei primi giorni della rivolta, ma se ne distaccarono allorquando i fascisti la indirizzarono strumentalmente solo sul capoluogo!
Tilgher evoca anche i morti per la causa del capoluogo, citando Labate, Campanella e Jaconis, per le storie di queste vittime rimando al mio testo sulla Rivolta edito da Donzelli, nel quale con i documenti e le testimonianze si ricostruiscono le vite di questi innocenti uccisi, nessuno dei quali però mentre combatteva sulla strada, anzi caduti in circostanze casuali che esulavano dagli scontri.
Secondo punto:
- Il più clamoroso! Possibile che nessuno abbia suggerito a Tilgher e ai suoi camerati che su Gioia Tauro esiste una sentenza definitiva per "omicidio plurimo"!??!!
La sentenza emessa dal tribunale di Reggio Calabria il 23 gennaio del 2006 e quindi consultabile, recita: "Riqualificato il fatto come omicidio plurimo, così come subordinatamente richiesto dal P.G., dichiarare non luogo a procedere in ordine al reato stesso per intervenuta prescrizione."
La corte ha derubricato il reato, visto che l'unico imputato vivente era il pentito Lauro, ed eliminando il capo di imputazione di strage ha dichiarato il non luogo a procedere per la prescrizione, ma confermando che trattasi di omicidio plurimo!! I sei morti rimangono!
Se non volete cambiare la vostra essenza razzista, xenofoba che ha giustificato e negato stragi, deportazioni e camere a gas, almeno leggete, studiate!!
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/11/fascistialmeno-studiate.html
Molte segnalazioni mi sono giunte in questi giorni da vari blogger amici sparsi un pò in tutta Italia. Il link in questione http://www.larivieraonline.com/Notizie.php?ID_News=10271 riporta la cronaca di un incontro tenutosi a Reggio Calabria nelle settimane scorse; organizzato dalla Fiamma Tricolore, ha registrato la presenza in qualità di relatore Adriano Tilgher.
Tema dell'incontro: "DESTRA-MAFIA-REGGIO: la verità su un’infame menzogna”.
Nulla di nuovo sulla retorica retriva del reducismo post fascista, fino a quando il lettore non incappa in due dichiarazione dell'ospite d'onore:
- "La storia dei cinque anarchici che sono morti? Gli stessi anarchici che si incontrarono a Vibo Valentia con i nostri di Avanguardia la sera prima di partire per Roma dove dovevano andare a fare una manifestazione e non per portare importanti documenti. "
- "La strage di Gioia Tauro? Ci sono le perizie, ci sono le ordinanze, ci sono le sentenze, ci sta tutto che dice che è stato un incidente materiale."
Riporto il virgolettato perchè i fascisti, essendo i cani da guardia del capitale hanno pagato sempre buoni avvocati e di fronte alla giustizia terrena l'hanno fatta franca.
Andiamo con il primo punto:
- La sera prima della loro morte i cinque anarchici si recarono si a Vibo, ma non per incontrare gli avanguardisti, bensì i militanti calabresi della sinistra extraparlamentare ala circolo Salvemini, dove erano già attivi Franco Tassone e Mimì Luciano, che ho intervistato come testimoni della serata in occasione del mio libro. I fascisti al Salvemini li hanno visti solo in occasioni di assalti, scontri e devastazioni, non per riunioni o assemblee di sorta.
Il tentativo subdolo di Tilgher è il solito: gli anarchici con il popolo, non con i popolo, ecco i nazimaoisti!! Il sillogismo poco aristotelico di Tilgher non tiene; è vero che gli anarchici reggini furono sulle barricate nei primi giorni della rivolta, ma se ne distaccarono allorquando i fascisti la indirizzarono strumentalmente solo sul capoluogo!
Tilgher evoca anche i morti per la causa del capoluogo, citando Labate, Campanella e Jaconis, per le storie di queste vittime rimando al mio testo sulla Rivolta edito da Donzelli, nel quale con i documenti e le testimonianze si ricostruiscono le vite di questi innocenti uccisi, nessuno dei quali però mentre combatteva sulla strada, anzi caduti in circostanze casuali che esulavano dagli scontri.
Secondo punto:
- Il più clamoroso! Possibile che nessuno abbia suggerito a Tilgher e ai suoi camerati che su Gioia Tauro esiste una sentenza definitiva per "omicidio plurimo"!??!!
La sentenza emessa dal tribunale di Reggio Calabria il 23 gennaio del 2006 e quindi consultabile, recita: "Riqualificato il fatto come omicidio plurimo, così come subordinatamente richiesto dal P.G., dichiarare non luogo a procedere in ordine al reato stesso per intervenuta prescrizione."
La corte ha derubricato il reato, visto che l'unico imputato vivente era il pentito Lauro, ed eliminando il capo di imputazione di strage ha dichiarato il non luogo a procedere per la prescrizione, ma confermando che trattasi di omicidio plurimo!! I sei morti rimangono!
Se non volete cambiare la vostra essenza razzista, xenofoba che ha giustificato e negato stragi, deportazioni e camere a gas, almeno leggete, studiate!!
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Le nostre colpe nel mondo di X Factor.
di Giorgio Cremaschi
Il simpatico spettacolo televisivo delle primarie del centro sinistra, giustamente ospitato negli studi dove si sfidano i cantanti di X Factor, ci consegna tutta l'insostenibile leggerezza della politica italiana di fronte alla crisi.
Mentre la condizione sociale del paese sprofonda e non uno solo dei fattori economici segna al positivo, non una sola delle scelte di fondo che ci stanno governando viene sottoposta al giudizio degli elettori. E' giusta l'auterità e se no quali sono le alternative? Cosa si fa in Europa, come ci comportiamo con la Grecia, continuiamo ad essere complici dell'infamia sociale e civile verso un intero popolo o rompiamo con chi la sta producendo?
Mi fermo qui perché di fronte allo spettacolino del centro sinistra -invidiato dalla destra che ora dice lo faremo anche noi- di fronte a tutto questo la cosa più sciocca è stupirsi. Nella carta di intenti sottoscritta da tutti i candidati del centro sinistra, in mezzo a tanti fumosi buoni propositi un impegno è chiaro senza equivoci. Il centrosinistra è impegnato a sostenere tutti i patti di austerità europea , tutti i trattati, tutti gli impegni assunti da Monti, a partire dal fiscal compact. La vera agenda Monti è già sottoscritta, il resto è solo spettacolo televisivo.
Allora il punto vero è solo questo: cosa facciamo noi?
Noi che siamo scesi in piazza il 27 ottobre. Noi che scioperiamo e manifestiamo insieme a tanti popoli d'Europa contro l'austerità. Noi che non ne possiamo più di pagare i costi materiali della crisi e anche quello morale dovuto all''ipocrisia di chi governa. Noi che facciamo?
Ci facciamo ancora rappresentare dalla compagnia di X Factor? E se questa volta vogliamo non farci fregare dalla narrazione del centro sinistra, dopo vent'anni di narrazione berlusconiana, per quale alternativa lavoriamo?
La sola vera forza dell'inconsistenza del centrosinistra sta proprio nella nostra incapacità di costruire l'alternativa.
Portiamo in piazza una marea di persone e il giorno dopo riprendiamo come prima, con tutti i nostri gruppi e organizzazioni, quasi ci fossimo incontrati per caso e con qualche fastidio.
Dall'inizio del secolo in Italia si susseguono grandi movimenti, lotte generose e mobilitazioni , ma la rappresentanza istituzionale è sempre quella, altro che rottamazione. Sì c' è il movimento 5 stelle, ma sappiamo tutti che non rappresenta la nostra lotta, il nostro punto di vista. Noi non riusciamo a consolidare nulla e la compagnia di X Factor, più o meno allargata a seconda delle circostanze, alla fine è sempre l'unica in campo.
Che facciamo allora, ci occupiamo solo dei nostri spazi? Per scelta o per costrizione restiamo extra parlamentari, extraconfederali, extra insomma? Possiamo cominciare a dire che se le cose vanno così male in Italia, ne abbiamo responsabilità anche noi?
I militanti e i dirigenti dei sindacati di base e del dissenso confederale, quelli dei partiti a sinistra del centro sinistra, quelli delle organizzazioni sociali e civili che rifiutano tutto o parti rilevanti di questo sistema, pensano davvero di proseguire così e di sopravvivere, ognuno a casa sua, alla devastazione della crisi e all'assimilazione del potere che la governa?
C'è bisogno oggi di una vera grande rottura, ma o la produrremo assieme o non ci sarà.
Se l'alternativa di cui misuriamo ogni giorno la grande domanda e l'immenso bisogno, se questa alternativa non nasce, non è a questo punto colpa nostra? Vorrei delle risposte.
[www.rete28aprile.it]
Il simpatico spettacolo televisivo delle primarie del centro sinistra, giustamente ospitato negli studi dove si sfidano i cantanti di X Factor, ci consegna tutta l'insostenibile leggerezza della politica italiana di fronte alla crisi.
Mentre la condizione sociale del paese sprofonda e non uno solo dei fattori economici segna al positivo, non una sola delle scelte di fondo che ci stanno governando viene sottoposta al giudizio degli elettori. E' giusta l'auterità e se no quali sono le alternative? Cosa si fa in Europa, come ci comportiamo con la Grecia, continuiamo ad essere complici dell'infamia sociale e civile verso un intero popolo o rompiamo con chi la sta producendo?
Mi fermo qui perché di fronte allo spettacolino del centro sinistra -invidiato dalla destra che ora dice lo faremo anche noi- di fronte a tutto questo la cosa più sciocca è stupirsi. Nella carta di intenti sottoscritta da tutti i candidati del centro sinistra, in mezzo a tanti fumosi buoni propositi un impegno è chiaro senza equivoci. Il centrosinistra è impegnato a sostenere tutti i patti di austerità europea , tutti i trattati, tutti gli impegni assunti da Monti, a partire dal fiscal compact. La vera agenda Monti è già sottoscritta, il resto è solo spettacolo televisivo.
Allora il punto vero è solo questo: cosa facciamo noi?
Noi che siamo scesi in piazza il 27 ottobre. Noi che scioperiamo e manifestiamo insieme a tanti popoli d'Europa contro l'austerità. Noi che non ne possiamo più di pagare i costi materiali della crisi e anche quello morale dovuto all''ipocrisia di chi governa. Noi che facciamo?
Ci facciamo ancora rappresentare dalla compagnia di X Factor? E se questa volta vogliamo non farci fregare dalla narrazione del centro sinistra, dopo vent'anni di narrazione berlusconiana, per quale alternativa lavoriamo?
La sola vera forza dell'inconsistenza del centrosinistra sta proprio nella nostra incapacità di costruire l'alternativa.
Portiamo in piazza una marea di persone e il giorno dopo riprendiamo come prima, con tutti i nostri gruppi e organizzazioni, quasi ci fossimo incontrati per caso e con qualche fastidio.
Dall'inizio del secolo in Italia si susseguono grandi movimenti, lotte generose e mobilitazioni , ma la rappresentanza istituzionale è sempre quella, altro che rottamazione. Sì c' è il movimento 5 stelle, ma sappiamo tutti che non rappresenta la nostra lotta, il nostro punto di vista. Noi non riusciamo a consolidare nulla e la compagnia di X Factor, più o meno allargata a seconda delle circostanze, alla fine è sempre l'unica in campo.
Che facciamo allora, ci occupiamo solo dei nostri spazi? Per scelta o per costrizione restiamo extra parlamentari, extraconfederali, extra insomma? Possiamo cominciare a dire che se le cose vanno così male in Italia, ne abbiamo responsabilità anche noi?
I militanti e i dirigenti dei sindacati di base e del dissenso confederale, quelli dei partiti a sinistra del centro sinistra, quelli delle organizzazioni sociali e civili che rifiutano tutto o parti rilevanti di questo sistema, pensano davvero di proseguire così e di sopravvivere, ognuno a casa sua, alla devastazione della crisi e all'assimilazione del potere che la governa?
C'è bisogno oggi di una vera grande rottura, ma o la produrremo assieme o non ci sarà.
Se l'alternativa di cui misuriamo ogni giorno la grande domanda e l'immenso bisogno, se questa alternativa non nasce, non è a questo punto colpa nostra? Vorrei delle risposte.
[www.rete28aprile.it]
A CIRIANI CHIEDIAMO LE DIMISSIONI E LE SCUSE ALLA CITTA’ E ALLA PROVINCIA DI PORDENONE
Le dichiarazioni di Alessandro Ciriani dopo la manifestazione di Fiamma Tricolore sono vergognose. Come sempre dice bugie e offende chi, a ragione, ritiene i suoi peggiori nemici: gli anarchici.
Anche i giornali, in particolre il Messaggero Veneto, sono corresponsabili di questa campagna mediatica contro i migranti e le forze di sinistra che hanno organizzato il presidio multietnico in P.le Ellero, poi trasformatosi in corteo grazie ai numeri ben oltre le previsioni. Infatti sono stati, come riportato correttamente dal Gazzettino, oltre 300 le persone mobilitate contro i rigurgiti razzisti e fascisti di un manipolo di “alieni” che han raccattato al massimo 60 nostralgici da tutto il nordest, nonostante la sponsorizzazione del presidente della Provincia, del PDL locale a nome di Ribetti e dal solito Emilio Fede dei poveri dalla sua privatissima emittente televisiva.
Ci sono moltissime foto dove si possono contare uno ad uno sia i fascisti e sia gli antifascisti, evidentemente il metodo Berlusconi non è stato archiviato.
Ristabiliamo la verità. Il presido multietnico è stato indetto da una pluralità di forze e da molte individualità, riunite in un’assemblea autoconvocata martedì 6 novembre presso la sede dell’Ass.ne Immigrati. Va quindi rettificato che la manifestazione antifascista di sabato non era una “manifestazione di Rifondazione Comunista” in cui sono stati “richiamati immigrati, anarchici, sindacalisti della Fiom” come blatera Ciriani ma un’iniziativa unitaria dove Rifondazione, al pari dell’Ass.ne Immigrati, degli anarchici di Inziativa Libertaria, del Collettivo Sudentesco V. Arrigoni e di altre realtà, ha contribuito a costruire. Non c’erano nè condottieri nè referenti privilegiati di quello che sabato è stato un vero e proprio esempio di intelligenza e sensibilità da parte di una Pordenone che non si accontenta di “indignarsi” a parole ma sa metterci la faccia. Lo scopo di restituire ai migranti il diritto di parola, facendoli sentire parte di una comunità al pari di qualsiasi cittadino è riuscito e sono stati tanti, e molte erano donne, ad intervenire portando le loro storie, i loro stati d’animo e anche molti dati legati alla ricchezza, anche economica, che producono per tutti.
Ciriani dovrebbe dimettersi ma non solo perché ha dato legittimità alle violenze verbali dei suoi amici di gioventù, che hanno indetto la parata di sabato “contro i parassiti immigrati” o per non aver neppure tentato di stigmatizzare la presenza del partito neonazista di “alba Dorata” che in Grecia da la caccia ai migranti com metodi squadristi. Deve dimettersi per la gestione privatistica dell’ente che presiede da anni avendo dispensato poltrone e incarichi a gente del suo partito nel peggiore stile partitocratico e in linea con l’arroganza della “casta” dei politicanti oggi ormai completamente delegittimata. Basta pensare ai redattori (ex AN) del portale Pordenoneoggi.it, voluto dalla “sua” Provincia e dove vengono scritti articoli faziosi come l’ultimo su sabato 10 a firma di Alberto Parigi, talmente falso, da rimanere imbarazzati. O come l’incarico che da anni viene corrisposto a Elena Ceolin, anch’essa ex AN e presidente di Eureka (sempre emanazione culturale di partito), che organizza PNPENSA e che ha ricevuto migliaia di euro dalla regione per pagarsi la sede. Per aver invitato, sponsorizzato e partecipato a convegni “contro l’immigrazione” invitando Prosperini (uomo di AN in Lombardia), condannato per corruzione a 3 anni e 3 mesi ed a 400.000 euro di risarcimento e ora indagato anche per traffico d’armi internazionale. E deve smetterla di dare lezioni di moralità a noi perchè Ciriani è lo stesso che ha tirato calci, in piazza Risorgimento, ad un esponente di un circolo libertario tanto da essere definito “teppista da stadio” da un suo collega di partito (tutto documentato sui giornali), per aver istigato il pubblico di un concerto al grido di “chi non salta un Albanese eh, eh!” come componente del gruppo (Mad Joke), per aver definito “Baracca del Popolo” uno dei simboli della lotta antifascista in città e soprattutto da presidente di una Provincia che per quella lotta di liberazione si fregia di una medaglia. Se questo è il riferimento istituzionale che dovrebbe garantire democrazia e libertà d’espressione nessuno può toglierci il diritto d’impedirgli di parlare in nostro nome e di chiederne le dimissioni: fazioso, “nepotista” e bugiardo.
Non poteva essere diversamente per uno che, per sua dichiarazione, ha come padre ideale Giorgio Almirante. Quel fascista firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, dal 1938 al 1942 redattore della rivista “La difesa della razza” e uno dei primi fondatori dell RSI, quell’infame storia di occupazione nazista dell’Italia settentrionale fatta di stragi, persecuzioni e internamenti di ebrei, rom, sloveni, croati e dissidenti politici che la resistenza ha contribuito a porre fine.
Chi ha memoria storica sa perchè Ciriani sabato scorso stava con Salmè, i camerati e contro di noi.
Iniziativa Libertaria
Anche i giornali, in particolre il Messaggero Veneto, sono corresponsabili di questa campagna mediatica contro i migranti e le forze di sinistra che hanno organizzato il presidio multietnico in P.le Ellero, poi trasformatosi in corteo grazie ai numeri ben oltre le previsioni. Infatti sono stati, come riportato correttamente dal Gazzettino, oltre 300 le persone mobilitate contro i rigurgiti razzisti e fascisti di un manipolo di “alieni” che han raccattato al massimo 60 nostralgici da tutto il nordest, nonostante la sponsorizzazione del presidente della Provincia, del PDL locale a nome di Ribetti e dal solito Emilio Fede dei poveri dalla sua privatissima emittente televisiva.
Ci sono moltissime foto dove si possono contare uno ad uno sia i fascisti e sia gli antifascisti, evidentemente il metodo Berlusconi non è stato archiviato.
Ristabiliamo la verità. Il presido multietnico è stato indetto da una pluralità di forze e da molte individualità, riunite in un’assemblea autoconvocata martedì 6 novembre presso la sede dell’Ass.ne Immigrati. Va quindi rettificato che la manifestazione antifascista di sabato non era una “manifestazione di Rifondazione Comunista” in cui sono stati “richiamati immigrati, anarchici, sindacalisti della Fiom” come blatera Ciriani ma un’iniziativa unitaria dove Rifondazione, al pari dell’Ass.ne Immigrati, degli anarchici di Inziativa Libertaria, del Collettivo Sudentesco V. Arrigoni e di altre realtà, ha contribuito a costruire. Non c’erano nè condottieri nè referenti privilegiati di quello che sabato è stato un vero e proprio esempio di intelligenza e sensibilità da parte di una Pordenone che non si accontenta di “indignarsi” a parole ma sa metterci la faccia. Lo scopo di restituire ai migranti il diritto di parola, facendoli sentire parte di una comunità al pari di qualsiasi cittadino è riuscito e sono stati tanti, e molte erano donne, ad intervenire portando le loro storie, i loro stati d’animo e anche molti dati legati alla ricchezza, anche economica, che producono per tutti.
Ciriani dovrebbe dimettersi ma non solo perché ha dato legittimità alle violenze verbali dei suoi amici di gioventù, che hanno indetto la parata di sabato “contro i parassiti immigrati” o per non aver neppure tentato di stigmatizzare la presenza del partito neonazista di “alba Dorata” che in Grecia da la caccia ai migranti com metodi squadristi. Deve dimettersi per la gestione privatistica dell’ente che presiede da anni avendo dispensato poltrone e incarichi a gente del suo partito nel peggiore stile partitocratico e in linea con l’arroganza della “casta” dei politicanti oggi ormai completamente delegittimata. Basta pensare ai redattori (ex AN) del portale Pordenoneoggi.it, voluto dalla “sua” Provincia e dove vengono scritti articoli faziosi come l’ultimo su sabato 10 a firma di Alberto Parigi, talmente falso, da rimanere imbarazzati. O come l’incarico che da anni viene corrisposto a Elena Ceolin, anch’essa ex AN e presidente di Eureka (sempre emanazione culturale di partito), che organizza PNPENSA e che ha ricevuto migliaia di euro dalla regione per pagarsi la sede. Per aver invitato, sponsorizzato e partecipato a convegni “contro l’immigrazione” invitando Prosperini (uomo di AN in Lombardia), condannato per corruzione a 3 anni e 3 mesi ed a 400.000 euro di risarcimento e ora indagato anche per traffico d’armi internazionale. E deve smetterla di dare lezioni di moralità a noi perchè Ciriani è lo stesso che ha tirato calci, in piazza Risorgimento, ad un esponente di un circolo libertario tanto da essere definito “teppista da stadio” da un suo collega di partito (tutto documentato sui giornali), per aver istigato il pubblico di un concerto al grido di “chi non salta un Albanese eh, eh!” come componente del gruppo (Mad Joke), per aver definito “Baracca del Popolo” uno dei simboli della lotta antifascista in città e soprattutto da presidente di una Provincia che per quella lotta di liberazione si fregia di una medaglia. Se questo è il riferimento istituzionale che dovrebbe garantire democrazia e libertà d’espressione nessuno può toglierci il diritto d’impedirgli di parlare in nostro nome e di chiederne le dimissioni: fazioso, “nepotista” e bugiardo.
Non poteva essere diversamente per uno che, per sua dichiarazione, ha come padre ideale Giorgio Almirante. Quel fascista firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, dal 1938 al 1942 redattore della rivista “La difesa della razza” e uno dei primi fondatori dell RSI, quell’infame storia di occupazione nazista dell’Italia settentrionale fatta di stragi, persecuzioni e internamenti di ebrei, rom, sloveni, croati e dissidenti politici che la resistenza ha contribuito a porre fine.
Chi ha memoria storica sa perchè Ciriani sabato scorso stava con Salmè, i camerati e contro di noi.
Iniziativa Libertaria
mercoledì 7 novembre 2012
VIA FASCISTI E RAZZISTI DA PORDENONE! [comunicato stampa]
Fascisti carogne
Lunedì 05 Novembre 2012 22:29
APPELLO AGLI ANTIFASCISTI E ALLE ANTIFASCISTE DI TUTTA LA REGIONE PER SABATO 10 NOVEMBRE A PORDENONE!!
Sabato 10 novembre Fiamma Tricolore fa appello “a tutti i camerati” per un corteo “contro i parassiti” immigrati a Pordenone con ritrovo alle 16.00 di fronte al ponte di Adamo ed Eva. Alla stessa manifestazione il loro capoccia Salmè ha fatto sapere che ci sarà Lykotrafitis a rappresentanza del partito neo nazista greco “Alba Dorata”.
Non sappiamo se la questura abbia già concesso o meno la piazza e non ci interessa, da sempre riteniamo che l’antifascismo vada agito tutti i igiorni a partire dalle relazioni tra individui, nei posti di lavoro, di scuola e nei quartieri attraverso rapporti solidali, non gerarchici, antisessisti e antirazzisti.
L’antifascismo parolaio non ci interessa e anche la storia recente nel pordenonese ci ha dato ragione. Quando nel 2001 i postfascisti di Azione Giovani hanno cercato di “occupare” la giornata del 25 aprile col tentativo di equiparare i carnefici alle vittime siamo riusciti a cacciarli nel 2006 con la determinazione delle idee ma anche dei nostri corpi, anno dopo anno nonostante l’attacco mediatico e le denunce. Per questo, sabato, come anarchici e libertari saremo in piazza per cacciare questo rigurgito fascista e razzista dalle strade di una città e di una provincia che ha saputo farsi onore nella storia della resistenza con tanti gesti di coraggio e amore per la libertà.
Chiediamo a tutti i sinceri antifascisti di mobilitarsi assieme e di partecipare all’assemblea aperta martedì 6 novembre presso la sede dell’Associazione Immigrati in Via Piave, 40/A alle 20.30 a Torre di Pordenone per decidere in modo plurare e unitario come organizzare la contro-manifestazione a Fiamma Tricolore.
Gli immigrati, tutti, sono come noi lavoratori, precari, studenti, i loro figli frequentano e giocano con i nostri nelle scuole e nei quartieri, sono per noi cittadini al pari di tutti, l’unica pratica a cui non daremo mai cittadinaza è il razzismo.
Iniziativa Libertaria, Pordenone
http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1857:via-fascisti-e-razzisti-da-pordenone-comunicato-stampa&catid=108:fascisti-carogne
Lunedì 05 Novembre 2012 22:29
APPELLO AGLI ANTIFASCISTI E ALLE ANTIFASCISTE DI TUTTA LA REGIONE PER SABATO 10 NOVEMBRE A PORDENONE!!
Sabato 10 novembre Fiamma Tricolore fa appello “a tutti i camerati” per un corteo “contro i parassiti” immigrati a Pordenone con ritrovo alle 16.00 di fronte al ponte di Adamo ed Eva. Alla stessa manifestazione il loro capoccia Salmè ha fatto sapere che ci sarà Lykotrafitis a rappresentanza del partito neo nazista greco “Alba Dorata”.
Non sappiamo se la questura abbia già concesso o meno la piazza e non ci interessa, da sempre riteniamo che l’antifascismo vada agito tutti i igiorni a partire dalle relazioni tra individui, nei posti di lavoro, di scuola e nei quartieri attraverso rapporti solidali, non gerarchici, antisessisti e antirazzisti.
L’antifascismo parolaio non ci interessa e anche la storia recente nel pordenonese ci ha dato ragione. Quando nel 2001 i postfascisti di Azione Giovani hanno cercato di “occupare” la giornata del 25 aprile col tentativo di equiparare i carnefici alle vittime siamo riusciti a cacciarli nel 2006 con la determinazione delle idee ma anche dei nostri corpi, anno dopo anno nonostante l’attacco mediatico e le denunce. Per questo, sabato, come anarchici e libertari saremo in piazza per cacciare questo rigurgito fascista e razzista dalle strade di una città e di una provincia che ha saputo farsi onore nella storia della resistenza con tanti gesti di coraggio e amore per la libertà.
Chiediamo a tutti i sinceri antifascisti di mobilitarsi assieme e di partecipare all’assemblea aperta martedì 6 novembre presso la sede dell’Associazione Immigrati in Via Piave, 40/A alle 20.30 a Torre di Pordenone per decidere in modo plurare e unitario come organizzare la contro-manifestazione a Fiamma Tricolore.
Gli immigrati, tutti, sono come noi lavoratori, precari, studenti, i loro figli frequentano e giocano con i nostri nelle scuole e nei quartieri, sono per noi cittadini al pari di tutti, l’unica pratica a cui non daremo mai cittadinaza è il razzismo.
Iniziativa Libertaria, Pordenone
http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1857:via-fascisti-e-razzisti-da-pordenone-comunicato-stampa&catid=108:fascisti-carogne
14 novembre, primo sciopero generale europeo
83° Consiglio dei Delegati della FdCA
Reggio Emilia, 28 ottobre 2012
14 novembre, primo sciopero generale europeo
Da costruire, da continuare
Mentre continua l'affondo dell'offensiva del capitale, che usa la crisi e le politiche economiche per restringere spazi, conquiste e diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici è sempre più evidente quanto la fase renda ancora più difficile forme di aggregazione e di prassi collettiva che emergano dall'antagonismo dei lavoratori.
Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una ristrutturazione che è in atto su più livelli e che continua a guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche normativo e sociale. Il capitalismo ha di fatto incassato la deregolamentazione del lavoro, con cui contribuire a mettere all'angolo ogni forma di sindacalismo conflittuale e rivendicativo, continua a ridurre servizi pubblici come scuola e sanità e a modularli con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in base al reddito di ciascuno, cerca di distruggere ogni solidarietà sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi nazionali di categoria.
Sempre più emerge l'incompatibilità del punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici sul nuovo impianto autoritario che coinvolge ogni attività lavorativa, pubblica e privata, che ha assunto come centrale il comando gerarchico sulla forza lavoro, in termini di diritti e di salario, diretto ed indiretto.
E anche se questo percorso si è svolto all'ombra della complicità sindacale e politica, esso è destinato ad essere messo in discussione dai protagonisti che ne stanno pagando le disastrose conseguenze. In tutta Europa la dittatura finanziaria fatta di autoritarismo padronale e di vincoli di bilancio è un attacco diretto alla condizione di vita del proletariato europeo, ed ancora una volta nella storia sono i lavoratori e le lavoratrici ad essere chiamati a prendere nelle proprie mani il proprio destino, politico e sociale.
Il 14 novembre i lavoratori sono chiamati a uno sciopero europeo, il primo segnale di risposta internazionale a un attacco portato in tutto il continente in forme diverse ma sempre durissime dalla borghesia europea ed i suoi governi contro la classe lavoratrice. E ai lavoratori va restituita la titolarità delle lotte, che saranno tanto radicali quanto i lavoratori e le lavoratrici sapranno costruirle e esserne protagonisti.
Protagonisti al di là delle appartenenze sindacali, e unificando finalmente rivendicazioni e dissenso; protagonisti al di là e nonostante la frammentazione, al di là e nonostante le logiche di bottega o di piccolo cabottaggio di chi ha scelto un'adesione al minimo sindacale da giocare più sui tavoli interni che nelle piazze, a dimostrazione della subalternità culturale e politica di buona parte del ceto sindacale, ma a conferma anche del differente impegno e sostegno a fianco della ristrutturazione del capitale e delle cadute che questa ha sulla società in termini generali.
Che siano finalmente i lavoratori in prima persona ad uscire dalla subalternità imposta dall'ideologia del capitale e dalla collaborazione sindacale, residuo di vent'anni di sconfitte figlie di un sistema di relazioni sociali ormai saltato e non più in grado di reggere lo scontro.
Con uno sciopero generale che sia dei lavoratori e delle lavoratrici e non delle sigle sindacali, che coinvolga precari e studenti, licenziati e cassintegrati, partite IVA e dei migranti.
Con uno sciopero che va costruito prima, città per città, con assemblee, e che non deve finire a fine giornata senza darsi poi appuntamento per continuare a costruire mobilitazioni.
Per ripartire alla conquista di spazi di agibilità politica e sindacale, fuori e dentro i luoghi di lavoro, rivendicando salario, orario, diritti, uguaglianza, pensioni decorose ed un welfare pubblico, che garantisca una scuola pubblica e laica a tutti.
Passaggi che oggi sembrano lontane utopie. Ma saranno i soli che potranno evitare la guerra tra poveri, tra indigeni e stranieri, nella cornice di un precariato diffuso dove si sta insinuando la barbarie e dove vien meno sempre più la solidarietà di classe.
Nostro compito, come sempre è quello di stare a fianco dei lavoratori, nei posti di lavoro e nelle piazze; perché la nostra condizione di donne ed uomini operai, impiegati, insegnanti, contadini, pensionati, studenti, precari e disoccupati, lavoratori al nero, esodati, partite IVA malpagate è la condizione mutabile all'interno di queste categorie di salariati sfruttati che stanno pagando quella che comunemente viene chiamata crisi, per nascondere il gigantesco saccheggio in atto di risorse economiche ed ambientali, di diritti e di civiltà.
Consiglio dei Delegati
Federazione dei Comunisti Anarchici
31 ottobre 2012
Link esterno: http://www.fdca.it
Reggio Emilia, 28 ottobre 2012
14 novembre, primo sciopero generale europeo
Da costruire, da continuare
Mentre continua l'affondo dell'offensiva del capitale, che usa la crisi e le politiche economiche per restringere spazi, conquiste e diritti acquisiti dai lavoratori e dalle lavoratrici è sempre più evidente quanto la fase renda ancora più difficile forme di aggregazione e di prassi collettiva che emergano dall'antagonismo dei lavoratori.
Questa è una fase difficile e apparentemente senza speranza che ci vede tutti coinvolti nell'ostinarci a aprire spazi politici e di lotta per uscire dal pantano nel quale siamo stati spinti dalla ristrutturazione del capitale, economico e finanziario. Una ristrutturazione che è in atto su più livelli e che continua a guadagnare dalla crisi da un punto di vista economico, ma anche normativo e sociale. Il capitalismo ha di fatto incassato la deregolamentazione del lavoro, con cui contribuire a mettere all'angolo ogni forma di sindacalismo conflittuale e rivendicativo, continua a ridurre servizi pubblici come scuola e sanità e a modularli con enti bilaterali in differenziati livelli di accesso in base al reddito di ciascuno, cerca di distruggere ogni solidarietà sociale con la scientifica distruzione dei contratti collettivi nazionali di categoria.
Sempre più emerge l'incompatibilità del punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici sul nuovo impianto autoritario che coinvolge ogni attività lavorativa, pubblica e privata, che ha assunto come centrale il comando gerarchico sulla forza lavoro, in termini di diritti e di salario, diretto ed indiretto.
E anche se questo percorso si è svolto all'ombra della complicità sindacale e politica, esso è destinato ad essere messo in discussione dai protagonisti che ne stanno pagando le disastrose conseguenze. In tutta Europa la dittatura finanziaria fatta di autoritarismo padronale e di vincoli di bilancio è un attacco diretto alla condizione di vita del proletariato europeo, ed ancora una volta nella storia sono i lavoratori e le lavoratrici ad essere chiamati a prendere nelle proprie mani il proprio destino, politico e sociale.
Il 14 novembre i lavoratori sono chiamati a uno sciopero europeo, il primo segnale di risposta internazionale a un attacco portato in tutto il continente in forme diverse ma sempre durissime dalla borghesia europea ed i suoi governi contro la classe lavoratrice. E ai lavoratori va restituita la titolarità delle lotte, che saranno tanto radicali quanto i lavoratori e le lavoratrici sapranno costruirle e esserne protagonisti.
Protagonisti al di là delle appartenenze sindacali, e unificando finalmente rivendicazioni e dissenso; protagonisti al di là e nonostante la frammentazione, al di là e nonostante le logiche di bottega o di piccolo cabottaggio di chi ha scelto un'adesione al minimo sindacale da giocare più sui tavoli interni che nelle piazze, a dimostrazione della subalternità culturale e politica di buona parte del ceto sindacale, ma a conferma anche del differente impegno e sostegno a fianco della ristrutturazione del capitale e delle cadute che questa ha sulla società in termini generali.
Che siano finalmente i lavoratori in prima persona ad uscire dalla subalternità imposta dall'ideologia del capitale e dalla collaborazione sindacale, residuo di vent'anni di sconfitte figlie di un sistema di relazioni sociali ormai saltato e non più in grado di reggere lo scontro.
Con uno sciopero generale che sia dei lavoratori e delle lavoratrici e non delle sigle sindacali, che coinvolga precari e studenti, licenziati e cassintegrati, partite IVA e dei migranti.
Con uno sciopero che va costruito prima, città per città, con assemblee, e che non deve finire a fine giornata senza darsi poi appuntamento per continuare a costruire mobilitazioni.
Per ripartire alla conquista di spazi di agibilità politica e sindacale, fuori e dentro i luoghi di lavoro, rivendicando salario, orario, diritti, uguaglianza, pensioni decorose ed un welfare pubblico, che garantisca una scuola pubblica e laica a tutti.
Passaggi che oggi sembrano lontane utopie. Ma saranno i soli che potranno evitare la guerra tra poveri, tra indigeni e stranieri, nella cornice di un precariato diffuso dove si sta insinuando la barbarie e dove vien meno sempre più la solidarietà di classe.
Nostro compito, come sempre è quello di stare a fianco dei lavoratori, nei posti di lavoro e nelle piazze; perché la nostra condizione di donne ed uomini operai, impiegati, insegnanti, contadini, pensionati, studenti, precari e disoccupati, lavoratori al nero, esodati, partite IVA malpagate è la condizione mutabile all'interno di queste categorie di salariati sfruttati che stanno pagando quella che comunemente viene chiamata crisi, per nascondere il gigantesco saccheggio in atto di risorse economiche ed ambientali, di diritti e di civiltà.
Consiglio dei Delegati
Federazione dei Comunisti Anarchici
31 ottobre 2012
Link esterno: http://www.fdca.it
PATERNALISMO SISMICO
La sentenza relativa al terremoto de L’Aquila del 2009, che ha condannato in primo grado la Commissione Grandi Rischi, ha fatto molto scalpore specialmente nella comunità scientifica nazionale e internazionale.
Non siamo, per indole, dalla parte dei magistrati ma riteniamo tuttavia importante fare chiarezza su come tale vicenda sia vissuta a livello mediatico. Innanzitutto c’è da dire una cosa: non è vero che i tecnici della Commissione sono stati condannati per non aver previsto il terremoto che la notte del 6 aprile 2009, alle ore 3.32 del mattino, colpì la zona de L’Aquila, provocando la morte di più di 300 persone. Opinione questa che è stata fatta propria universalmente da chi non condivide la sentenza, specialmente da quei scienziati e tecnici che hanno addirittura rievocato antiche persecuzioni inquisitorie.
In realtà la condanna è scattata perché i tecnici hanno coscientemente e deliberatamente mentito sulla probabilità o meno che un evento così catastrofico potesse avvenire. D’altra parte se è vero che un terremoto non può essere previsto, paradossalmente sono stati proprio i tecnici della Commissione che, rassicurando la popolazione aquilana, hanno implicitamente prodotto una previsione di non accadimento.
Quindi il comportamento scorretto dei tecnici sussiste semmai nell’aver elaborato una previsione scientificamente impropria (proprio perché i terremoti non si possono ne prevedere e ne non prevedere) e che oltretutto si è dimostrata tragicamente errata.
Ritornando indietro nel tempo, di fronte allo sciame sismico che da ottobre del 2008 veniva registrato nell'area aquilana, la Commissione, pochi giorni prima del terremoto del 6 Aprile 2009, risolve il tutto con un'oretta di riunione dove si affermano tutta una serie di ovvietà, compresa l’imprevedibilità dei terremoti, senza però decidere niente (vedi il verbale della Commissione Grandi Rischi del 31 Marzo 2009 su http://abruzzo.indymedia.org/article/6327).
I tecnici in quella riunione affermarono che l'aumento dell’attività sismica con il susseguirsi di piccole scosse ripetute non per forza doveva far pensare al verificarsi di un evento catastrofico. Questo è vero, ad uno sciame sismico non sempre segue un terremoto di grande energia, ed è anche vero che le grandi scosse non sempre sono precedute da questi e altri fenomeni premonitori. Però, spesso i due fenomeni sono associati; allora perché non è stato applicato il sano principio di precauzione, coordinando almeno un piano operativo che prevedesse una maggiore tempestività dei soccorsi, ad esempio, col dislocamento strategico dei mezzi? (I tempi di intervento in questi casi sono fondamentali) Ma soprattutto perché, se non si era sicuri sull’eventualità che una scossa sismica sarebbe potuta accadere o meno, si è rassicurata la popolazione?
Probabilmente, anzi sicuramente, le intercettazioni dei colloqui telefonici tra, l’allora potente capo della Protezione Civile, Bertolaso ed il sismologo Enzo Boschi, ci forniscono le risposte a queste domande: “…la verità non la si dice" ordina l’indiscusso capo della PC, e i tecnici obbediscono. I cittadini aquilani, autoritaristicamente, non devono essere informati, i cittadini aquilani, paternalisticamente, devono essere rassicurati.
È una pratica consueta nella gestione del potere utilizzata dai burocrati ed i tecno burocrati dello Stato. Una pratica intrisa di autoritarismo e paternalismo, una pratica che ha radici profonde nella consuetudine della delega del potere alle oligarchie dominanti, economiche, politiche e scientifiche. Una pratica che insieme alle altre caratteristiche peculiari di questo sistema di potere, quali la proprietà privata, i privilegi di classe e di casta politica, i connubi mafiosi tra istituzioni pubbliche e affaristi privati, contribuisce al degrado dei nostri territori ed all’insicurezza ambientale di fronte al naturale espletarsi dei fenomeni geologici.
Ritornando alla sentenza di primo grado, che come spesso succede in Italia quando sono coinvolti personaggi del potere è molto probabile che venga rovesciata negli altri gradi di giudizio, si rischia tuttavia che questa svii l’attenzione sull’altra grande parte di responsabilità oggettive che contribuiscono a rendere insicure le nostre città ed i nostri territori dal punto di vista geologico.
Infatti, se vogliamo contrastare gli effetti dei terremoti, così come quelli di altre catastrofi geologiche, l'unico aspetto su cui si può fare leva è la prevenzione.
E fare prevenzione significa ridurre il più possibile quei fattori che contribuiscono a mantenere alto il Rischio Sismico di una determinata area e che dipendono dalle risposte che mette in campo la società. Se infatti non si può intervenire sulla cosiddetta Pericolosità sismica perché dipende da cause oggettive legate alla sismicità naturale di un’area, se non facendo in modo che venga conosciuta sempre più adeguatamente, ad esempio approfondendo nei territori tutti quegli aspetti legati agli effetti sismici di sito, in grado di amplificare le onde sismiche di un terremoto, molto si potrebbe fare migliorando la Vulnerabilità sismica del costruito, caratteristica che esprime la propensione delle costruzioni a resistere alle azioni sismiche.
E qui sta il grosso del problema Rischio Sismico.
Molti tecnici territoriali degli enti pubblici, infatti, ammettono candidamente di non conoscere affatto la Vulnerabilità sismica della quasi totalità degli edifici presenti sui territori di loro competenza, e non solo di quelli privati, ma anche di quelli pubblici come scuole ed ospedali, a fronte di una notevole vetustà del patrimonio edilizio italiano che per la maggior parte (circa il 55% in media e fino al 76% nelle grandi città) è stato edificato prima che entrasse in vigore qualsiasi normativa antisismica (fonte: http://www.architettibrescia.net/wp-content/uploads/2012/04/weekmailweb_2012_17.pdf).
D'altronde in questo bel paese abbiamo assistito al fatto che anche edifici costruiti in periodi dove le normative antisismiche esistevano (e questo è il caso dei capannoni industriali emiliani o della casa dello studente de L’Aquila, o della scuola di San Giuliano di Puglia, ecc, ecc,ecc), hanno subito danni fino al collasso strutturale, perché gli interessi di un intero blocco sociale pubblico-privato, composto da amministratori, faccendieri, palazzinari, dedito al guadagno a discapito della sicurezza del costruito, si è dimostrato più importante delle vite custodite dagli edifici.
Eppure le risorse per eseguire le verifiche sismiche, almeno degli edifici sensibili, ci sarebbero, basterebbe andare a fare un po' di conti in tasca a tutte le amministrazioni statali, centrali e periferiche, per vedere quanto spendono nel mantenere l'esercito del consenso all'interno delle aziende pubbliche o a capitale misto o quanto spende lo Stato in nuovi armamenti o nelle cosiddette missioni di pace; oppure quanto viene regalato all'imprenditoria delle finte cooperative con le esternalizzazioni dei servizi, o quanto viene elargito ad un imponente esercito di dirigenti assolutamente inutili alla collettività, o infine basterebbe recuperare una quota parte delle imposte evase nel commercio e nelle libere professioni, solo per citare alcuni esempi.
È qui che ritorna prepotente il meccanismo della delega. Non possiamo lasciare nelle mani di questi faccendieri la gestione dei nostri territori, anche dal punto di vista della sicurezza ambientale.
Sta a noi, infatti, attraverso la costituzione di organismi di autogoverno territoriale basati sulla cooperazione tra cittadini e tecnici attenti alla conservazione dei beni comuni, come il patrimonio edilizio sensibile (scuole e ospedali ad esempio), e alla salvaguardia della sicurezza sociale, ribaltare la situazione, mettendo in campo forme di lotta che sappiano direzionare le risorse collettive generate dalla tassazione, ad esempio, altrimenti orientate dagli organi statali centrali e territoriali ad alimentare i privilegi e gli sprechi dei tecno burocrati e degli affaristi, o quelle orientate ad alimentare la spesa militare o a mantenere l’enorme, dispendioso e inutile parco dirigenziale.
Novembre 2012
Gruppo di Lavoro Energia e Ambiente della FdCA
Non siamo, per indole, dalla parte dei magistrati ma riteniamo tuttavia importante fare chiarezza su come tale vicenda sia vissuta a livello mediatico. Innanzitutto c’è da dire una cosa: non è vero che i tecnici della Commissione sono stati condannati per non aver previsto il terremoto che la notte del 6 aprile 2009, alle ore 3.32 del mattino, colpì la zona de L’Aquila, provocando la morte di più di 300 persone. Opinione questa che è stata fatta propria universalmente da chi non condivide la sentenza, specialmente da quei scienziati e tecnici che hanno addirittura rievocato antiche persecuzioni inquisitorie.
In realtà la condanna è scattata perché i tecnici hanno coscientemente e deliberatamente mentito sulla probabilità o meno che un evento così catastrofico potesse avvenire. D’altra parte se è vero che un terremoto non può essere previsto, paradossalmente sono stati proprio i tecnici della Commissione che, rassicurando la popolazione aquilana, hanno implicitamente prodotto una previsione di non accadimento.
Quindi il comportamento scorretto dei tecnici sussiste semmai nell’aver elaborato una previsione scientificamente impropria (proprio perché i terremoti non si possono ne prevedere e ne non prevedere) e che oltretutto si è dimostrata tragicamente errata.
Ritornando indietro nel tempo, di fronte allo sciame sismico che da ottobre del 2008 veniva registrato nell'area aquilana, la Commissione, pochi giorni prima del terremoto del 6 Aprile 2009, risolve il tutto con un'oretta di riunione dove si affermano tutta una serie di ovvietà, compresa l’imprevedibilità dei terremoti, senza però decidere niente (vedi il verbale della Commissione Grandi Rischi del 31 Marzo 2009 su http://abruzzo.indymedia.org/article/6327).
I tecnici in quella riunione affermarono che l'aumento dell’attività sismica con il susseguirsi di piccole scosse ripetute non per forza doveva far pensare al verificarsi di un evento catastrofico. Questo è vero, ad uno sciame sismico non sempre segue un terremoto di grande energia, ed è anche vero che le grandi scosse non sempre sono precedute da questi e altri fenomeni premonitori. Però, spesso i due fenomeni sono associati; allora perché non è stato applicato il sano principio di precauzione, coordinando almeno un piano operativo che prevedesse una maggiore tempestività dei soccorsi, ad esempio, col dislocamento strategico dei mezzi? (I tempi di intervento in questi casi sono fondamentali) Ma soprattutto perché, se non si era sicuri sull’eventualità che una scossa sismica sarebbe potuta accadere o meno, si è rassicurata la popolazione?
Probabilmente, anzi sicuramente, le intercettazioni dei colloqui telefonici tra, l’allora potente capo della Protezione Civile, Bertolaso ed il sismologo Enzo Boschi, ci forniscono le risposte a queste domande: “…la verità non la si dice" ordina l’indiscusso capo della PC, e i tecnici obbediscono. I cittadini aquilani, autoritaristicamente, non devono essere informati, i cittadini aquilani, paternalisticamente, devono essere rassicurati.
È una pratica consueta nella gestione del potere utilizzata dai burocrati ed i tecno burocrati dello Stato. Una pratica intrisa di autoritarismo e paternalismo, una pratica che ha radici profonde nella consuetudine della delega del potere alle oligarchie dominanti, economiche, politiche e scientifiche. Una pratica che insieme alle altre caratteristiche peculiari di questo sistema di potere, quali la proprietà privata, i privilegi di classe e di casta politica, i connubi mafiosi tra istituzioni pubbliche e affaristi privati, contribuisce al degrado dei nostri territori ed all’insicurezza ambientale di fronte al naturale espletarsi dei fenomeni geologici.
Ritornando alla sentenza di primo grado, che come spesso succede in Italia quando sono coinvolti personaggi del potere è molto probabile che venga rovesciata negli altri gradi di giudizio, si rischia tuttavia che questa svii l’attenzione sull’altra grande parte di responsabilità oggettive che contribuiscono a rendere insicure le nostre città ed i nostri territori dal punto di vista geologico.
Infatti, se vogliamo contrastare gli effetti dei terremoti, così come quelli di altre catastrofi geologiche, l'unico aspetto su cui si può fare leva è la prevenzione.
E fare prevenzione significa ridurre il più possibile quei fattori che contribuiscono a mantenere alto il Rischio Sismico di una determinata area e che dipendono dalle risposte che mette in campo la società. Se infatti non si può intervenire sulla cosiddetta Pericolosità sismica perché dipende da cause oggettive legate alla sismicità naturale di un’area, se non facendo in modo che venga conosciuta sempre più adeguatamente, ad esempio approfondendo nei territori tutti quegli aspetti legati agli effetti sismici di sito, in grado di amplificare le onde sismiche di un terremoto, molto si potrebbe fare migliorando la Vulnerabilità sismica del costruito, caratteristica che esprime la propensione delle costruzioni a resistere alle azioni sismiche.
E qui sta il grosso del problema Rischio Sismico.
Molti tecnici territoriali degli enti pubblici, infatti, ammettono candidamente di non conoscere affatto la Vulnerabilità sismica della quasi totalità degli edifici presenti sui territori di loro competenza, e non solo di quelli privati, ma anche di quelli pubblici come scuole ed ospedali, a fronte di una notevole vetustà del patrimonio edilizio italiano che per la maggior parte (circa il 55% in media e fino al 76% nelle grandi città) è stato edificato prima che entrasse in vigore qualsiasi normativa antisismica (fonte: http://www.architettibrescia.net/wp-content/uploads/2012/04/weekmailweb_2012_17.pdf).
D'altronde in questo bel paese abbiamo assistito al fatto che anche edifici costruiti in periodi dove le normative antisismiche esistevano (e questo è il caso dei capannoni industriali emiliani o della casa dello studente de L’Aquila, o della scuola di San Giuliano di Puglia, ecc, ecc,ecc), hanno subito danni fino al collasso strutturale, perché gli interessi di un intero blocco sociale pubblico-privato, composto da amministratori, faccendieri, palazzinari, dedito al guadagno a discapito della sicurezza del costruito, si è dimostrato più importante delle vite custodite dagli edifici.
Eppure le risorse per eseguire le verifiche sismiche, almeno degli edifici sensibili, ci sarebbero, basterebbe andare a fare un po' di conti in tasca a tutte le amministrazioni statali, centrali e periferiche, per vedere quanto spendono nel mantenere l'esercito del consenso all'interno delle aziende pubbliche o a capitale misto o quanto spende lo Stato in nuovi armamenti o nelle cosiddette missioni di pace; oppure quanto viene regalato all'imprenditoria delle finte cooperative con le esternalizzazioni dei servizi, o quanto viene elargito ad un imponente esercito di dirigenti assolutamente inutili alla collettività, o infine basterebbe recuperare una quota parte delle imposte evase nel commercio e nelle libere professioni, solo per citare alcuni esempi.
È qui che ritorna prepotente il meccanismo della delega. Non possiamo lasciare nelle mani di questi faccendieri la gestione dei nostri territori, anche dal punto di vista della sicurezza ambientale.
Sta a noi, infatti, attraverso la costituzione di organismi di autogoverno territoriale basati sulla cooperazione tra cittadini e tecnici attenti alla conservazione dei beni comuni, come il patrimonio edilizio sensibile (scuole e ospedali ad esempio), e alla salvaguardia della sicurezza sociale, ribaltare la situazione, mettendo in campo forme di lotta che sappiano direzionare le risorse collettive generate dalla tassazione, ad esempio, altrimenti orientate dagli organi statali centrali e territoriali ad alimentare i privilegi e gli sprechi dei tecno burocrati e degli affaristi, o quelle orientate ad alimentare la spesa militare o a mantenere l’enorme, dispendioso e inutile parco dirigenziale.
Novembre 2012
Gruppo di Lavoro Energia e Ambiente della FdCA
lunedì 29 ottobre 2012
Salvare gli innocenti , presentazione del libro omonimo , di Goffredo Fofi all'Ateneo dei libertari di Marghera (VE)
sabato 3 novembre 2012
ore 17,30
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209 / Marghera VE
A partire dall’ultimo libro “Salvare gli
innocenti. Una pedagogia per i tempi di
crisi”, Fofi sviluppa il suo ragionamento
secondo cui il lavoro di educatore comporta
doveri diversi a seconda che si operi in
tempo di pace, di guerra o di crisi. Partendo
da questa premessa diventa fondamentale,
oggi più che mai, interrogarsi sul peso che in
questa crisi così vasta e profonda può avere
l’educazione, o meglio, una co-educazione
comunitaria, e che tipo di scuola potrebbe
avere ancora utilità e senso. E ciascuno di
noi, meglio se in un gruppo di interesse e di
impegno, che cosa può fare per ritrovare un
cammino che ridia un senso all’educare e al
necessario cambiamento verso una società
più giusta e più “educata”? Come costruire
relazioni collaborative tra persone di buona
volontà per praticare l’intelligenza delle
soluzioni?
presentazione del libro
Salvare gli innocenti.
Una pedagogia per i tempi di crisi
(2012, Molfetta, Edizioni La Meridiana)
ne parliamo con
l’autore, Goffredo Fofi
saggista e critico cinematografico
e con
Francesco Codello
dirigente scolastico
ore 17,30
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209 / Marghera VE
A partire dall’ultimo libro “Salvare gli
innocenti. Una pedagogia per i tempi di
crisi”, Fofi sviluppa il suo ragionamento
secondo cui il lavoro di educatore comporta
doveri diversi a seconda che si operi in
tempo di pace, di guerra o di crisi. Partendo
da questa premessa diventa fondamentale,
oggi più che mai, interrogarsi sul peso che in
questa crisi così vasta e profonda può avere
l’educazione, o meglio, una co-educazione
comunitaria, e che tipo di scuola potrebbe
avere ancora utilità e senso. E ciascuno di
noi, meglio se in un gruppo di interesse e di
impegno, che cosa può fare per ritrovare un
cammino che ridia un senso all’educare e al
necessario cambiamento verso una società
più giusta e più “educata”? Come costruire
relazioni collaborative tra persone di buona
volontà per praticare l’intelligenza delle
soluzioni?
presentazione del libro
Salvare gli innocenti.
Una pedagogia per i tempi di crisi
(2012, Molfetta, Edizioni La Meridiana)
ne parliamo con
l’autore, Goffredo Fofi
saggista e critico cinematografico
e con
Francesco Codello
dirigente scolastico
per un pugno di .. ortaggi !
Per un Pugno di ortaggi... alias come il trasporto di cipolle, peperoni e zucchine possa diventare reato!
Questa mattina, 26 ottobre 2012, alla vigilia della partecipata manifestazione studentesca che ha attraversato Benevento, una pattuglia dei Carabinieri insieme ad altri due agenti in borghese, ha fermato due giovani (di cui uno minorenne) ad una fermata dell’autobus sul viale Mellusi. Dopo le varie frasi provocatorie di rito, uno dei due giovani è stato perquisito in strada e GLI E’ STATA SEQUESTRATA UNA BUSTA DI ORTAGGI (cipolle, zucchine, peperoni…) che servivano per preparare la cena serale d’autofinanziamento per il Centro Studi Libertari “Pensiero e Volontà”.
Ci teniamo ad informare la città, di come purtroppo, ancora una volta, chi pratica (realmente) autogestione ed autorganizzazione continui ad essere nel mirino dell’arroganza poliziesca posta a difesa di Stato e Capitalismo.
Oggi è stato il turno di questi due giovani, ma tutti sanno che non si tratta di episodi isolati: sanno bene in che consistono le molestie poliziesche tutti gli esclusi, i poveri, gli sfruttati, i sovversivi che quotidianamente devono farci i conti…
Il giorno prima lo stesso compagno è stato strattonato dalla Digos, rischiando di finire in Questura, per essersi rifiutato di consegnargli uno dei volantini che stava distribuendo durante le lezioni pubbliche tenute in piazza Matteotti.
Ecco così che, mentre gli “intellettuali” e i “professori” pontificano in piazza sulla Democrazia, cercando di arginare la formazione di una coscienza sovversiva negli studenti, condannandoli inevitabilmente alla solita fine dei cittadini rassegnati, la Democrazia stessa assuma le sue forme reali nelle strade attraverso l’arroganza e la violenza istituzionalizzata e garantita dalla Legge.
Naturalmente sarà (speriamo non solo) un boccone di zucchine e peperoni sottrattici andatogli di traverso, che ce li toglierà dalle palle, ma sicuramente la solita risata di uno sfruttato che li seppellirà!
La repressione non impedirà né le cene né le lotte!
Gruppo Anarchico “Senza Patria”
http://gaa.noblogs.org
Questa mattina, 26 ottobre 2012, alla vigilia della partecipata manifestazione studentesca che ha attraversato Benevento, una pattuglia dei Carabinieri insieme ad altri due agenti in borghese, ha fermato due giovani (di cui uno minorenne) ad una fermata dell’autobus sul viale Mellusi. Dopo le varie frasi provocatorie di rito, uno dei due giovani è stato perquisito in strada e GLI E’ STATA SEQUESTRATA UNA BUSTA DI ORTAGGI (cipolle, zucchine, peperoni…) che servivano per preparare la cena serale d’autofinanziamento per il Centro Studi Libertari “Pensiero e Volontà”.
Ci teniamo ad informare la città, di come purtroppo, ancora una volta, chi pratica (realmente) autogestione ed autorganizzazione continui ad essere nel mirino dell’arroganza poliziesca posta a difesa di Stato e Capitalismo.
Oggi è stato il turno di questi due giovani, ma tutti sanno che non si tratta di episodi isolati: sanno bene in che consistono le molestie poliziesche tutti gli esclusi, i poveri, gli sfruttati, i sovversivi che quotidianamente devono farci i conti…
Il giorno prima lo stesso compagno è stato strattonato dalla Digos, rischiando di finire in Questura, per essersi rifiutato di consegnargli uno dei volantini che stava distribuendo durante le lezioni pubbliche tenute in piazza Matteotti.
Ecco così che, mentre gli “intellettuali” e i “professori” pontificano in piazza sulla Democrazia, cercando di arginare la formazione di una coscienza sovversiva negli studenti, condannandoli inevitabilmente alla solita fine dei cittadini rassegnati, la Democrazia stessa assuma le sue forme reali nelle strade attraverso l’arroganza e la violenza istituzionalizzata e garantita dalla Legge.
Naturalmente sarà (speriamo non solo) un boccone di zucchine e peperoni sottrattici andatogli di traverso, che ce li toglierà dalle palle, ma sicuramente la solita risata di uno sfruttato che li seppellirà!
La repressione non impedirà né le cene né le lotte!
Gruppo Anarchico “Senza Patria”
http://gaa.noblogs.org
la simpaticona ..elsa fornero..
mai ministro repubblicano è nei pensieri edei giovani italiani , come sua eccellenza
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/28/alessandro-robecchi-a-elsa-fornero-il-nobel-per-la-simpatia-per-i-giovani-supera-cossiga-e-pol-pot/
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/10/28/alessandro-robecchi-a-elsa-fornero-il-nobel-per-la-simpatia-per-i-giovani-supera-cossiga-e-pol-pot/
Muos , sequestro annullato , la mossa del cavallo del militarismo
Niscemi, annullato il sequestro del Muos
di Ettore Ursino
leggi articolo apparso su caltanissetta.blogsicilia.it
http://caltanissetta.blogsicilia.it/niscemi-annullato-il-sequestro-del-muos/107126/
http://caltanissetta.blogsicilia.it/niscemi-annullato-il-sequestro-del-muos/107126/
giovedì 25 ottobre 2012
sMONTIamolo !!! 27 ottobre 2012 , riva del Garda (TN)
Corteo ore 10 stazione degli autobus, Riva del Garda (Tn)
15 / 10 / 2012
Sabato 27 ottobre alle ore 12, all’interno del “Festival della famiglia”, un convegno organizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le politiche della famiglia - e dalla Provincia autonoma di Trento, sarà ospite d’eccezione, assieme al presidente della Provincia Lorenzo Dellai e al Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, il Presidente (non eletto) del Consiglio Mario Monti.
Immaginiamo che Mario Monti nel suo intervento, che farà da conclusione al festival, non avrà remore a parlare di potenziamento delle politiche di welfare e di necessità, magari dettata dalla spending review, di modernizzazione del welfare stesso.
Viste le premesse del titolo e delle tematiche trattate, immaginiamo che le ricette proposte saranno concentrate su una visione classica (e un po' vecchiotta) della famiglia, come se esistesse solo questa tipologia e la famiglia non avesse vissuto negli anni delle enormi trasformazioni. Lo stesso logo del convegno, una coppia etero con due figli in braccio presumibilmente maschio e femmina, ci afferma questo. Di sicuro non sentiremo da Monti quello che quotidianamente vivono sulla loro pelle i soggetti che compongono le famiglie!
Ognuno di noi è ostaggio nella gabbia del debito e del pareggio di bilancio, i nostri diritti e lo stato sociale conquistati in lotte sociali durissime stanno venendo cancellati a colpi di decreti legge, spesso con la complicità silente dei sindacati confederali. Dall'insediamento di Monti sia le madri che i padri che i figli hanno subito duri colpi che i governi precedenti non sempre sono riusciti a mettere a segno perché hanno trovato pronta risposta nella mobilitazione sociale. In poco tempo, con il pretesto di "uscita dalla crisi" e dei sacrifici uguali per tutti, l'innalzamento dell'età pensionabile, la cancellazione dell'articolo 18 e la riforma Fornero, i nuovi tagli alla scuola pubblica che minano il diritto allo studio, e più in generale la spendig review, stanno massacrando la vita di milioni di persone. E i dati ISTAT parlano chiaro: il nuovo aumento dell'IVA va di pari passo con l'aumento dell'indebitamento delle famiglie, della
disoccupazione, delle precarietà e delle nuove povertà. Monti sta facendo in pochi mesi quello che i padroni hanno solo sognato in molti anni.
Questa quotidianità ci parla anche di un paese dove i lavoratori salgono sui tetti per denunciare la perdita del posto lavoro, i disperati arrivano ad appiccarsi il fuoco e i suicidi dovuti alla crisi sono notizie "normali". Coloro che invece scendono in piazza per rendere visibile tutta la loro indignazione il più delle volte vengono picchiati: nell'ultimo mese i manganelli del governo tecnico non hanno risparmiato nemmeno studenti di 16 anni!
Di fronte a tutto questo, occorre continuare a provare a portare un vento nuovo, che miri alla trasformazione dello stato di cose presenti; un vento che potenzi la cooperazione sociale, la solidarietà, la sinergia tra persone colpite da questa crisi; un vento che sia di liberazione che progetto di trasformazione sociale. Dobbiamo provare a rovesciare lo smantellamento dei diritti con la riappropriazione e l’estensione di vecchi e nuovi diritti.
Tutto ciò dobbiamo provare a costruirlo in tanti e assieme, partendo dalla necessità di trovare pratiche radicali comuni per esprimere il nostro dissenso. Pratiche che sappiamo ricomporre le soggettività e che nel concreto cerchino di bloccare la passerella del presidente del consiglio Mario Monti. Crediamo che in questa fase specifica una ricomposizione sociale sia possibile innanzitutto partendo dal proprio territorio, provando soprattutto in questi luoghi ad articolare e sperimentare nuove forme di autogestione e autogoverno. Sono questi i motivi che ci portano a lanciare un appuntamento il 27 ottobre a "casa nostra", lo stesso giorno della manifestazione a Roma lanciata attraverso i social network col nome di “NO Monti Day”. Dare per noi centralità all'arrivo di Monti sul lago di Garda, in un territorio sempre più investito solamente da cemento e prospettive di costruzione di grandi opere, è un occasione da non perdere.
Per questo il 27 ottobre facciamo appello a tutte le realtà e movimenti del nord Italia che credono sia ancora possibile trasformare lo stato di cose presenti di essere con noi a una grande giornata di mobilitazione contro il governo Monti e la dittatura delle politiche di austerità.
Perché Monti e il montismo non abbiano cittadinanza tra i NOSTRI MONTI!
mercoledì 24 ottobre 2012
Profumo marcio di destra nella scuola italiana
Quanta è forte la tentazione di tornare a brandire bastone e carota in questo paese! Quanti sforzi si stanno facendo per ridurre ad un sottomesso silenzio i milioni di lavoratori del pubblico impiego e del privato, stracciando decenni di diritto del lavoro, di diritti sindacali, di contratti nazionali ed emettendo normative che hanno l'unico scopo di inibire ogni forma di risposta sindacalmente organizzata, di soffocare ogni rivendicazione radicata nelle categorie e nei luoghi di lavoro.
Vanno in questa direzione i provvedimenti che riguardano la scuola, contenuti nella legge di stabilità che il governo in carica intende far approvare entro la fine dell'anno solare.
In continuità con la normativa emessa dal precedente governo, si interviene contestualmente sulle retribuzioni e sulla progressione economica.
Il blocco dei rinnovi contrattuali fino al 2014 prolunga il blocco già deciso col decreto legge 78/2010 dal governo Berlusconi fino al 2012. Ma blocca anche fino al 2013 la progressione per gradoni prevista dal contratto nazionale di categoria.
Così, col contratto fermo al 2007, gli stipendi della scuola sono rimasti apparentemente immobili, ma in realtà hanno perso oltre il 20% del loro potere d'acquisto.
Nella legge di stabilità scompare l'indennità di vacanza contrattuale (il cui contenzioso sindacale di base sulla sua mancata erogazione in passato aveva ottenuto numerose sentenze favorevoli) fino al 2015, quando tornerà ad essere pagata con aggancio all'inflazione programmata e non più all'ipca (il tasso europeo, più pesante di mezzo punto percentuale rispetto al vecchio calcolo dell'inflazione).
Ma la legge di stabilità si colloca anche in continuità con il famigerato decreto legislativo 150/2009, meglio noto come decreto Brunetta, dove si intende far perdere efficacia alla contrattazione collettiva, pur non potendone negare il primato nella regolazione di diritti e doveri nel pubblico impiego tanto da parte dei lavoratori quanto da parte dell'amministrazione in qualità di datore di lavoro.
Se la retribuzione sufficiente prevista dall'art.36 della Costituzione si rinviene negli importi determinati dalla contrattazione collettiva, ponendo nel contratto collettivo la fonte primaria del rapporto di lavoro (sentenza della Corte di Cassazione del 14/10/2009), allora l'operazione del governo Monti nel disegno di legge sulla stabilità appare essere del tutto unilaterale e lesiva dei diritti costituzionali dei lavoratori.
Allo stesso modo, l'operazione extra-contrattuale sull'aumento di 6 ore per l'orario di insegnamento nelle scuole medie e superiori a retribuzione invariata, si profila come una palese violazione del primato del contratto collettivo. Sarebbero 723 i milioni di euro che il governo vorrebbe risparmiare con l'operazione 24ore: 22mila posti di lavoro da tagliare. L'ombra della Gelmini si proietta ancora nella sua distruzione di lavoro, di diritti e di cultura.
Buon gioco ha il governo grazie ai media che volentieri "dimenticano" che in Italia gli insegnanti hanno le retribuzioni più basse d'Europa a fronte di orari più lunghi (22 ore per i maestri contro la media di 19,6 della UE, 18 ore per i prof contro la media di 16,3 della UE).
Intanto si prevedono altri 223 milioni di euro per le scuole paritarie....
Ma oltre al decreto legislativo sulla stabilità, si sta profilando all'orizzonte la trasformazione in legge del ddl Aprea (PdL) sulla "Autonomia Statutaria delle Istituzioni Scolastiche", che in aprile ha avuto una corsia preferenziale con testo unificato in sede legislativa alla VII Commissione Cultura della Camera. Si tratta di una raffica di articoli che porterebbero la scuola italiana alla mercè dei privati che entrano negli organi collegiali e nella definizione dello statuto autonomo di ogni singola scuola che sottrae di fatto ai docenti la libertà di insegnamento.
Di fronte a tanto bastone e rinsecchita carota, la risposta dei lavoratori della scuola è oggi fortemente condizionata dalla divisione in campo sindacale, da scelte di subordinazione fatte in passato da CISL-UIL-SNALS-GILDA, dalla tardiva e solitaria radicalizzazione della CGIL, dalla cronica incapacità di unirsi dei diversi sindacati di base presenti in categoria.
Occorre una risposta dal basso, occorre una mobilitazione di base che ripercorra strade già vittoriose in passato, contro e nonostante i governi in carica, contro e nonostante certe linee sindacali totalmente subordinate. Il mondo della scuola ha già saputo dimostrare di sapersi organizzare dal basso ed in maniera unitaria: insegnanti, studenti, genitori, uniti nel difendere e salvare la scuola pubblica dalle miserie della privatizzazione, uniti nel difendere la scuola pubblica quale presidio di cultura in territori sempre più impoveriti e mercificati.
FdCA - Commissione Sindacale
ottobre 2012
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