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campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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venerdì 30 luglio 2010

nucleare sorpassato?, da indymediA

UN ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SU UNO STUDIO AMERICANO
Il solare costa meno del nucleare
Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L'energia atomica costerà sempre di più I costi di energia solare e atomica (da Ncwarn.org)NEW YORK - Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’ateneo. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh). Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse.COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.COSTI NUCLEARE IN CRESCITA - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.

martedì 27 luglio 2010

Aziende come caserme . La FIAT sceglie i licenziamenti e la repressione

Dopo le alte percentuali di voti contrari, astenuti e schede bianche a Pomigliano contro l'accordo stipulato con CISL, UIL, UGL e FISMIC, la FIAT ha scatenato una vera e propria azione di rappresaglia contro operai ed attivisti sindacali della FIOM e dello SLAI-Cobas in tutte le fabbriche del paese.

Se a Pomigliano resta alto il clima di intimidazione dopo il coraggioso NO uscito dal referendum, e si teme che con la costituzione della newco, si passi a licenziamenti di massa, a Melfi, a Mirafiori, a Termoli, a Cassino, la FIAT ha risposto pesantemente agli scioperi indetti contro l'aumento dei ritmi e contro il mancato pagamento del premio di risultato, ma soprattutto contro i licenziamenti mirati adottati dall'azienda alla Sata di Melfi, a Mirafiori. Ora è toccato ad un operaio a Termoli. Domani?

Passano i decenni e l'azienda non perde la sua vocazione storica di interprete inflessibile di quella strategia dell'azienda come caserma che ha segnato i corpi e la dignità di generazioni di operai nel tentativo di stroncare - invano - la loro combattività e la loro capacità di organizzare dal basso la lotta e la resistenza fabbrica per fabbrica.

Il piano Marchionne non è altro - dunque - che l'ennesima e più moderna versione di quel disegno padronale che in FIAT non ha mai tollerato alcuna opposizione ai piani di ristrutturazione e di dismissione di forza lavoro, ed ha sempre perseguito il pieno controllo sulla gestione dei tempi e dei ritmi di lavoro e sulle politiche salariali legate alla produttività.

Dopo Termini Imerese, abbandonata dalla FIAT ad un destino di dismissione che sta inesorabilmente per compiersi entro il 2011, con la complicità di istituzioni locali e sindacati collaborativi, ora teme la chiusura anche la fabbrica di Tychy in Polonia, dove il clima di intimidazione si riproduce senza tregua, dopo la lettera di solidarietà degli operai polacchi agli operai di Pomigliano.

La lotta alla FIAT, in Italia e non solo, si pone dunque come dimostrazione della possibilità di mobilitazione e di opposizione operaia ai piani aziendali che, in Italia, come in Polonia ed in Serbia, usano la crisi come arma di ricatto per piegare il lavoro operaio alla logica del profitto e dei dividendi.

Gli operai della FIAT hanno bisogno della solidarietà di tutti i metalmeccanici, di tutti i lavoratori dell'industria e del pubblico impiego; gli attivisti sindacali colpiti dai licenziamenti e dalla repressione hanno bisogno della solidarietà di tutte le organizzazioni sindacali per le quali il conflitto di classe e la partecipazione dal basso alle lotte ed alla resistenza delle strutture sindacali nelle fabbriche costituiscono obiettivi strategici fondamentali.

La solidarietà operaia deve stringersi intorno alle categorie ed ai lavoratori oggi più esposti e più impegnati nel rispondere al pesante attacco portato dal padronato, dal governo di turno, dalla repressione statale che non tollera più manifestazioni, cortei, presidi, slogan e nemmeno un po' di chiasso sotto le finestre del potere.

Solidarietà di classe e conflitto solidale internazionale

Per il reintegro degli operai licenziati,

per impedire la chiusura di fabbriche,

per fermare l'emarginazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici dal lavoro produttivo,

per restituire dignità al lavoro,

contro l'annientamento dei diritti e delle libertà dei lavoratori e delle lavoratrici,

contro la trasformazione della cig in mobilità per accelerare le dismissioni di personale,

contro la riduzione in merce e servi delle lavoratrici e dei lavoratori espulsi dalla produzione,

per una grande battaglia salariale alla FIAT, nei metalmeccanici, in tutte le categorie.

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

24 luglio 2010

venerdì 23 luglio 2010

iniziative di luglio aggiornate

  • 20,22,26 luglio – Bassano del Grappa

Non deleghiamo a nessuno la difesa dei nostri diritti!!

Dopo anni di iniziative e di lotta siamo riusciti a portare sul banco degli imputati i padroni: il 20,22,26 luglio prossimo si svolgeranno le ultime 3 udienze pubbliche del processo ai dirigenti della TRICOM GALVANICA PM di Tezze sul Brenta imputati di omicidio colposo nei confronti di diversi lavoratori dell’azienda.

Un procedimento che fin dall’inizio ha favorito in tutti i modi gli imputati, con la duplice richiesta di archiviazione, con l’accettazione del rito abbreviato/riduzione di 1/3 della pena), con l’esclusione di alcune parti civili, comitato compreso.

Invitiamo alla mobilitazione per i tre presidi davanti al Tribunale di Bassano previsti nei giorni delle udienze per evitare che ancora una volta la giustizia tenti di insabbiare le responsabilità dei padroni.

20-22-26 luglio 2010 – PRESIDIO davanti il Tribunale di Bassano del Grappa dalle ore 10.00

  • Sabato 24 luglio – Bassano del Grappa, Piazza Libertà – ore 18,00

“SENZA TEMPO” in Concerto
Canzoni popolari di lotta – Banchetti informativi

Comitato di difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio SaluteTezze.Splinder.Com – Salute.Tezze@Libero.it



I N C O N T R I D' E S T A T E
( 3a edizione )


Tonezza del Cimone (VI) - Terrazza di via Roma- Estate 2010

Sabato 24 luglio
Incontro con… FRANCESCO CODELLO

Presentazione dei libri “Anarchismi”(La Baronata) e “Né obbedire né comandare”(Elèuthera)

Sabato 31 luglio
LUIGI FABBRI
La controrivoluzione preventiva”

Il testo che Fabbri terminò di scrivere sul finire del 1921 recentemente


ristampato da Zero in Condotta. A cura del Nodo Sociale Antifascista Bolognese.

mercoledì 21 luglio 2010

Crisi a Conegliano? - i PARONI A CASA NOSTRA!

perche il lavoro bene comune sia difeso, redistribuito e retribuito. vi invito unitamente al Comitato per il Superamento della Crisi di Conegliano che si compone di lavoratori, cassintegrati, disoccupati, pensionati, studenti…cittadini uniti dalla comune intenzione di costruire un fronte unico a sostegno delle vertenze e delle lotte dei lavoratori sul nostro territorio a partecipare all’assemblea dibattito

i“PARONI A CASA NOSTRA” dall’APE all’INDESIT

giovedì 22 luglio alle ore 21:00 nuovo informagiovani p.le Zoppas (Biscione) a Conegliano

venerdì 16 luglio 2010

LA STRATEGIA DEL VAMPIRO !

Vampiri. Quelli veri. Quelli insaziabili di profitti, di lauti guadagni, di finanziamenti pubblici. Quelli che dopo aver spremuto sangue, sudore e lacrime dai lavoratori e dalle lavoratrici, li gettano per strada come inutili fardelli. Marchionne si nutre di uno stipendio da 5 milioni di euro, Bernabè di 4 milioni. Il primo, dopo avere chiuso la FIAT a Termini Imerese, ha inaugurato la strategia di sfondamento alla FIAT di Pomigliano: addio a norme e diritti conquistati con decenni di lotte sindacali e sociali e licenziamenti per i lavoratori che non ci stanno (vedi Melfi). Il secondo butta fuori dalla Telecom 3700 lavoratori. In entrambi i casi, questi campioni della borghesia buona, tanto cari al centrosinistra, scaricano sui lavoratori i costi di ristrutturazioni e scalate finanziarie sospinte dalla crisi; eppure queste imprese proprio in piena crisi, grazie ai sostegni di banche e governi, continuano a realizzare sontuosi profitti e dividendi per i propri azionisti ( Telecom quasi 2 miliardi nel 2009). Eccola qui la strategia del vampiro. Ecco il salto di qualità dell’offensiva padronale:

usare la crisi come arma di ricatto sociale e usare oggi -come ieri in passato altri governi e lo Stato tutto- l'esecutivo Berlusconi come strumento di sfondamento politico per delegificare sui diritti nel mondo del lavoro.

Il conto a chi guadagna poco più di mille euro al mese e a precari supersfruttati da 700 euro.

Questa offensiva richiede una risposta di pari radicalità. Di fronte ai ricatti ed ai licenziamenti non c’è nulla da negoziare: occorre battersi per il ritiro dei licenziamenti alla Telecom, per la disapplicazione dell’accordo a Pomigliano. La strada del negoziato a partire dai programmi padronali ha condotto milioni di lavoratori in un vicolo cieco. E’ il momento di mettere in campo la propria forza di lavoratori e lavoratrici per un livello di scontro qualitativamente nuovo, di fronte ad un padronato che si permette di farsi beffa dei lavoratori della Telecom annunciando i licenziamenti nello stesso giorno della sciopero aziendale. I padroni capiscono solo il linguaggio del conflitto, tanto più in tempo di crisi.

La vicenda Inse prima e la vicenda Alcoa poi, dimostrano che solo il conflitto organizzato e frontale porta a risultati: paga solo la lotta che non si fa imbrigliare da regole formali di un gioco truccato, che sfida la “legge” della proprietà, che non arretra di fronte alle minacce e alle intimidazioni dello Stato.

Se l’accordo di Pomigliano verrà generalizzato, occorrerà rispondere con una generalizzazione della lotta Fiat, come segnale indicatore per centinaia di vertenze in corso nella difesa del lavoro, per combattere i licenziamenti con la riappropriazione ed autogestione del lavoro nelle aziende che licenziano. Il coraggio dimostrato da quel 40% di NO operaio a Pomigliano, rivela non solo un dissenso sindacale ma un potenziale di ribellione sociale che prosegue con gli scioperi in corso in tutte le fabbriche FIAT.

A cui occorre dare sostegno e sbocco con mobilitazioni sindacali diffuse, dal basso, ricostruendo alla base la capacità di lotta e di rivendicazione.

Per la partecipazione alle lotte, per la democrazia diretta.

Per il lavoro, per il salario, per i diritti e le libertà sindacali.

Commissione Sindacale FdCA

Luglio 2010

martedì 6 luglio 2010

Solidarietà al compagno Fulvio Flammini

CGIL TRENTO: I CAMINIOSTI HANNO SCIOPERATO PRESIDIANDO LA SEDE DELLA CGIL, INCATENANDOSI, PER PROTESTARE CONTRO IL LICENZIAMENTO DEL SINDACALISTA FULVIO FLAMMINI.

Nel pomeriggio di oggi, a seguito di un’assemblea sindacale, i lavoratori della Multipli Arcese Spa apprendendo la notizia dell’allontanamento dal suo incarico di responsabile trasporto merci della Filt Cgil dello storico sindacalista Fulvio Flammini, autorevole figura della sinistra sindacale della Rete28Aprile, hanno attivato una protesta indirizzata ai vertici dell’organizzazione, cantando slogan e legandosi con una catena all’entrata della sede di via Muredei.
I lavoratori hanno chiesto a gran voce e determinazione che Flammini sia confermato nel suo incarico, quale unica garanzia per poter continuare a ricevere da parte della Filt Cgil una tutela contrattuale individuale e collettiva concreta, professionale e di qualità.
Erano presenti anche altri delegati sindacali delle aziende di trasporto, della Trasco Srl, S.A.E. Spa e Corriere Rosa Snc, oltre a lavoratori e sindacalisti della minoranza interna della “La Cgil che Vogliamo”.
Con determinazione i lavoratori del settore stanno raccogliendo firme e hanno già annunciato che se la situazione non si sbloccherà a breve e non si ripristineranno principi democratici e pluralisti con la riconferma di Fulvio Flammini nel suo incarico, si attiveranno per altre e più decise iniziative anche eclatanti.

RSA Multipli Arcese Spa
Rsa Trasco Srl
Rsa S.A.E. Spa
Rsa Corriere Rosa Snc
Trento, 5 luglio 2010

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO VICENZA EST

Vicenza, con la base militare Dal Molin in rapida costruzione, la città in mano ai militari e le guerre che continuano non c’è nulla da festeggiare ! Il sindaco di Vicenza Achille Variati annuncia in televisione e sulla stampa con grande enfasi e soddisfazione che, dopo il viale della Pace (situato di fronte alla base militare USA Ederle) e il villaggio della Pace (area residenziale dei militari USA) il Governo Berlusconi, per ribadire il concetto, vorrebbe istituire in città anche il Parco della Pace, proprio vicino alla nuova enorme base in costruzione, il Dal Molin.Soddisfatti, anzi molto soddisfatti, i Comitati del No/Presidio permanente (che appoggiano il sindaco) e quelli del Sì alla base militare Dal Molin (dalla parte del Governo). La Caserma Ederle intanto riapre le porte ai visitatori e festeggia il 4 luglio. Il Presidio prepara un concerto.La parola che ricorre più spesso sulla bocca del sindaco Variati e di altri politici è da giorni riconciliazione, bisogno di riconciliazione (che può essere letto più chiaramente: i lavori proseguono rapidi e indisturbati, arrivano nuove truppe per fare la guerra a cui noi non ci siamo mai opposti, nessuno si azzardi a contestare, se stiamo buoni ci danno anche un parco cittadino, questa è la democrazia, anzi di più, diremo che è una grande vittoria della democrazia e della partecipazione). Infatti, questo è stato detto. Nessuna parola sulle vere finalità del progetto di occupazione militare, che vede partecipi e complici le istituzioni ai vari livelli: guerre ai poveri, distruzione sistematica dell’ambiente, occupazione militare crescente del territorio.Si parla pertanto apertamente, dopo tanti doppi giochi e finte opposizioni, di compensazioni ottenute nella trattativa, tra cui una tangenziale, utile proprio, guarda caso, a unire la base 1 e la base 2 di Vicenza, la Caserma Ederle e l’area militare in costruzione Dal Molin. Compensazione o piuttosto integrazione al progetto di città militare?Anche il parco della Pace, se si farà, è in questo contesto torbido e diseducativo, funzionale alla retorica di guerra e alla militarizzazione. Un parco della Pace attaccato a una base di guerra? Perché il Governo e il sindaco insieme lo vogliono se non per coprire oggi e domani le attività delle basi militari? Va detto che non è la prima volta, anzi, che i sostenitori attivi delle guerre e delle basi militari usano il termine pace per perpetrare ingiustizie enormi ed giustificare massacri e devastazioni. Accade continuamente purtroppo, fa parte di una strategia di controllo e disinformazione ben studiata.Lo hanno fatto nel tempo dittature e regimi e lo fanno oggi i paesi della NATO per giustificare le guerre in Medio Oriente e i progetti di controllo militare dell’Africa .... Noi non approviamo questa superficialità e siamo contrari a questi tentativi di falsificare la realtà e ridurre tutto, è proprio il caso di dirlo, al proprio giardino. La nuova grande base militare Dal Molin è in costruzione, fa spavento solo a vederla da lontano e non c’è nulla da festeggiare di fronte all’invasione di soldati che si prospetta.Non vi fate ingannare dal governo, dal sindaco e dai militari che stanno agendo insieme per coprire la realtà: le guerre e le occupazioni continuano drammaticamente, i fatti sono questi. La città di Vicenza ha una base militare in più che si aggiunge alla Ederle, alla Gendarmeria Europea e al COESPU, al sito Pluto e a molte altre strutture collegate fra loro.Non chiudiamo gli occhi, alziamo la testa e lottiamo insieme !

Il Comitato degli abitanti e lavoratori di Vicenza Est - Contro la costruzione di una nuova base a Vicenza - Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)