ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

mercoledì 29 ottobre 2014

31 ottobre venerdìREBEL

31 ottobre venerdìREBEL al Prefabbrikato: apertura alle 19.00 con aperitivo SERATA DJ con DJ Gianluca Pitton & DJ Max entrata libera e gratuita AMA LA MUSICA, ODIA IL RAZZISMO! presso il Prefabbrikato sito in Via Pirandello, 22 a Villanova, quartiere popolare di Pordenone. ************************************************************************************* Chi siamo Per sapere chi siamo leggi sul nostro blog il MANIFESTO PER…che ha ispirato la prima assemblea aperta. ( http://pnrebel.wordpress.com/2014/09/09/un-manifesto-per/ ) Ci ritroviamo il martedì dopo le 21.00 presso il Prefabbrikato sito in Via Pirandello, 22 a Villanova, quartiere popolare di Pordenone. Contattaci tranite il blog, la pagina Facebook o l’email o partecipa alle serate che facciamo! Diffondi autogestione!

venerdì 24 ottobre 2014

PN Rebels i venerdi al prefabbrikato

CALENDARIO dei venerdìRebel al Prefabbrikato OTTOBRE Venerdi 24 ottobre / serata hip hop apertura h 19.00 h 19.30 open mic ~ h 20.30 concerto con Cicatrice (PN) Invisibile (VE)... h 22.00 segue dj Delzo (PN) dj Modo (TV) ~ fino alle 24.00 Venerdi 31 ottobre serata dj dj Gianluca Pitton & dj Max (PN) apertura h 19.00 fino alle h 24.00 NOVEMBRE Venedi 07 novembre / aperitivo rebel apertura h 19.00 info-point e distribuzione ~ fino alle h 23.00 Venerdi 14 novembre / proiezione video “torneo antirazzista pordenonese” apertura h 19.00 ~ fino alle h 23.00 Venerdi 21 novembre / aperitivo precario apertura h 19.00 spettacolo teatrale con “The Leaving Brains” h 20.30 concerto con "la banda di piero" (folk-rock) ~ fino alle 24.00 Venerdi 28 novembre / anti night live apertura h 19.00 con aperitivo h 20.30 concerto con Warhawk (VE) Joke it (BL) h 22.00 dj Sert Dezo Spazz ~ fino alle h 24.00 DICEMBRE Venerdi 05 dicembre / serata reggae roots dub apertura h 19.00 con Cultural Redemption fino alle h 24.00 ...to be continued Altro...

Giornata antifascista e antirazzista del 25 ottobre 2014

Sabato 25 ottobre sarà per Verona una Giornata Antifascista e Antirazzista, promossa dall’Assemblea 25 Ottobre. La giornata prevede un momento di confronto pubblico la mattina, con la partecipazione di Saverio Ferrari, ed un corteo il pomeriggio che terminerà con un concerto in Piazza delle Poste. Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa diffuso dagli organizzatori. *** Comunicato Stampa ASSEMBLEA 25 OTTOBRE Giornata antifascista e antirazzista del 25 ottobre 2014 Perché il mancato concerto dei 99 Posse è un esempio piccolo piccolo, ma emblematico, di chi comanda a Verona! Perché l’aggressione squasdrista dello scorso anno in università, invece, ne è una rappresentazione gigantesca passata perlopiù sotto silenzio! Perché i continui attacchi alle persone omossessuali, bissessuali e transessuali hanno fatto di Verona centro del nuovo integralismo omo-bi-transfobico! Perché la morte di Nicola Tommasoli (e le centinaia di aggressioni di stampo razzista perpetrate quotidianamente) non è “un caso su un milione”, ma la diretta conseguenza del clima di intolleranza che regna a Verona! Perché la classe politica che governa questa città, sindaco in testa, ha precise e pesanti responsabilitàin tutto ciò: l’antifascismo non è una bandierina da sventolare, ma un valore da riaffermare ogni giorno! Per tutti questi motivi sabato 25 ottobre sarà una giornata dedicata ai temi dell’antifascismo e dell’antirazzismo, preludio di un percorso che si articolerà in diverse iniziative, alcune delle quali assumeranno carattere permanente, al fine di denunciare e tenere monitorata la situazione politica e sociale di una città da molti anni laboratorio e “simbolo” delle destre vecchie e nuove. La giornata del 25 inizierà alle 10.30 presso la sala conferenze della terza circoscizione in via Brunelleschi (quartiere Stadio), per l’appuntamento con lo storico milanese Saverio Ferrari, fra i fondatori dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre. Nell’occasione verrà presentato il dossier a cura dell’Assemblea 25 ottobreintitolato “A Verona tutta l’erba è uno (s)fascio” (2001-2014), che dovrebbe essere la prima tappa per la costruzione di un Osservatorio antifascista e antirazzista a Verona. Il pomeriggio alle 14.30 concentramento nel piazzale della stazione di Porta Nuova per il corteo che attraverserà le vie del centro fino a piazza Indipendenza (piazza delle Poste). La manifestazione percorrerà via Città di Nimes, via Giberti, via Valverde per sbucare nei pressi dei portoni della Bra, una sosta in piazza Bra, poi stradone San Fermo e un’altra sosta per ricordare Nicola Tommasoli e tutte le vittime dei pestaggi avvenuti in questa città, lungadige Rubele fino a ponte del Popolo con un’ulteriore sosta per un intervento di controinformazione sulla situazione di Veronetta e dei migranti, sottoposti in queste settimane all’operazione “Mos Maiorum”. L’arrivo è previsto per le 19.00 in piazza delle Poste, dove si terrà un concerto di chiusura con la partecipazione di artisti locali. #Verona #Antifa #Corteo #25ottobre

Intervista col comandante delle YPG: a Kobanê l'ISIS ha perso

Mehmûd Berxwedan – esponenente del Comando Generale delle YPG – è stato intervistato dal giornalista Ersin Çaksu per la testata turca filo-curda Özgür Gündem. Berxwedan ha dichiarato a Çaksu che tutti coloro i quali hanno detto che Kobanê ‘era caduta’ o che ‘sarebbe caduta’ si sono ritrovati smentiti, e che se venisse aperto un corridoio per la città, l'ISIS sarebbe completamente spazzato via dall'area. Di seguito l'intera intervista. -Intanto vorrei ringraziare il comandate Berxwedan per aver trovato il tempo di rispondere ad alcune nostre domande in una simile situazione. Per prima cosa, perché Kobane è così importante per l'ISIS? Perché attaccano con forze ingenti? In una nostra precedente intervista avevamo dedicato molto spazio al perchè Kobanê è diventata un obiettivo militare. Il 19 luglio 2012 segna la data in cui a Kobanê è iniziata la Rivoluzione della Rojava, facendo della città un simbolo di resistenza e di libertà. Kobanê è diventata così l'espressione della volontà del popolo curdo della Rojava. Da Kobanê la rivoluzione si è diffusa al resto della Rojava. Per questa ragione Kobanê non era prevista nei piani sia di certe potenze internazionali che di certe potenze regionali le quali non vogliono che i Curdi possano esprimere liberamente la loro volontà. Da quel giorno fino ad oggi queste potenze hanno fatto di tutto per spezzare e distruggere la volontà popolare dei Curdi. Non sono riusciti a raggiungere il loro fine, ma da più di un anno e mezzo hanno preso di mira Kobanê in particolare. Dunque perché proprio Kobanê? Perché Kobanê non ha nessuna via di comunicazione con le altre regioni, né col cantone di Cizîrê né con quello di Efrîn. La regione di Kobane è completamente circondata dalle bande dell'ISIS. Pensavano di poter distruggere Kobanê assediandola. Gli attacchi che hanno portato alla città per oltre un anno e messo dovevano servire a questo. Credevano di spezzare la resistenza di Kobanê e di far cadere la città in poco tempo. Ma non sono riusciti a raggiungere lo scopo. Alla fine si sono accorti che nonostante concentrassero qui tutta la loro forza, non sarebbero riusciti a realizzare i loro piani per Kobanê. Per questa ragione hanno ammassato forze provenienti da Derazor, da Rakka e da ancora più lontano in Iraq ed allo stesso tempo forze disponibili nella regione da Jerablus e Şêxler da utilizzare per la conquista di Kobane. Posso affermare che hanno schierato il 70% delle loro forze per prendere la città. -C'è solo l'ISIS dietro questo piano? Ovviamente ci sono anche certi Stati che non intendo menzionare, perché ben noti. Stati che vogliono spezzare la determinazione del popolo curdo che è emersa proprio qui. Se Kobanê cade, allora anche gli altri cantoni che sono stati istituiti, anche la volontà che è emersa, anche le YPG che stanno crescendo ovunque e che stanno assumendo in ruolo importante nella rivoluzione siriana subirebbero un colpo significativo. Perché questa è una realtà che può avere un ruolo guida e svilupparsi lungo direttrici democratiche. In particolare la Turchia ed altre potenze che sostengono l'ISIS hanno deliberatamente pianificato questo attacco. Volevano spezzare la nostra determinazione proprio qui. Volevano vincere qui. Se vincono qui, poi colpiranno le altre regioni una dopo l'altra e potranno colpire Cizîrê ed Efrîn. Agli inizi avevano cercato di sfondare a Jez’aa, a Rabia ed a Serêkaniyê, ma senza riuscirci. Perché lì avevano un certo numero di forze ma non riuscivano a soffocarci. Poi hanno ritenuto che potevano circondare Kobanê sui 4 lati per vincere la nostra resistenza. Sarebbe stato un successo per l'ISIS e per i suoi sostenitori. Volevano compensare qui le loro sconfitte in Iraq ed a Cizîrê. Volevano risollevarsi il morale prendendo Kobanê. Fino ad ora ci sono due forze che sono emerse con successo in Siria. Una siamo noi e l'altra è l'ISIS. Ora si tratta di vedere chi sconfigge chi. Le strade sono due. Una è quella delle gang degli invasori, l'altra è quella della democrazia. E' una sfida. Per questa ragione l'ISIS ha ammassato tutte le sue forze e coll'appoggio di stati stranieri hanno attaccato Kobanê con questa intensità. -Questa dura battaglia si protrae da più di un mese. Cosa è successo nel corso di questo mese?Quali armi hanno usato contro di voi? Che tipo di battaglia è stata? E voi come avete risposto? Questa battaglia che dura ormai da più di un mese non somiglia a nessun'altra battaglia. In termini di dimensioni, di intensità e forme di attacco è una battaglia ben diversa dalle altre. Loro hanno attaccato simultaneamente in forze da 4-5 direzioni. Hanno mobilitato reparti di attacco e reparti operativi portati da fuori. Hanno attaccato con le stesse forze con cui avevano preso intere città in poche ore e messo in ginocchio interi governi. E' stato con le stesse forze e con la stessa tattica che hanno aggredito Kobanê. Sono arrivati con carri armati, artiglieria, mortai ed armamenti pesanti sottratti all'esercito siriano, a quello iracheno ed al Libero Esercito di Siria. Hanno usato anche tattiche come i bombardamenti. Naturalmente pensavano che sarebbe andata come a Mosul ed in altre regioni che avevano conquistato e che quindi avrebbero preso Kobanê in solo due giorni. Infatti avevano pianificato che Kobanê avrebbe resistito solo una settimana. La Turchia ed altre potenze pure non ci avevano dato che una settimana. Abbiamo dovuto resistere con armi leggere ad attacchi portati con armi pesanti, perché finora nessuno ci ha aiutato. -Quando dite nessuno… Né le forze della coalizione, né una potenza straniera e nessun'altra potenza ci ha fornito un qualsiasi tipo di armi. Il Primo Ministro della KRG (Kurdistan iracheno autonomo, ndt) Neçirvan Barzan ha rilasciato un comunicato in cui diceva che ci aveva inviato delle armi. Ma non ci è arrivato nessun aiuto, nemmeno dal governo del KRG. Niente armi da nessuno Stato e nemmeno da un governo curdo. No, nessuno ci ha dato delle armi. Abbiamo risposto all'attacco con le sole armi leggere che abbiamo e con mezzi preparati ricorrendo alle nostre risorse. Abbiamo dovuto condurre una battaglia sapiente sul piano tattico. -Quale tipo di tattica? L'ISIS aveva pianificato di distruggere la maggior parte delle nostre forze nei villaggi prima di avvicinarsi alla città. Pensavano di liquidare le nostre forze nei villaggi per poi entrare in città innalzando le armi. Noi abbiamo sviluppato delle tattiche che tenevano conto del loro piano. Non c'è stato un solo villaggio in cui non abbiamo combattuto. Abbiamo combattuto in ogni villaggio ed in ogni borgo proteggendoli con le nostre forze disponibili. Abbiamo subito perdite ed abbiamo avuto i nostri martiri. Ma siamo riusciti comunque a preservare le nostre forze. Così siamo riusciti a prolungare i giorni di resistenza, cosa che ci ha permesso di passare al contrattacco. Abbiamo assunto come principio cardine quello di preservare le nostre forze per poi contrattaccare. All'ISIS, che aveva pianificato di distruggere entro una settimana la maggior parte delle nostre forze nei villaggi, non abbiamo permesso di entrare in città per almeno 3 settimane. Abbiamo pianificato di usare la nostra vera forza dentro la città. Volevamo che il punto di svolta fosse questo. -La vostra strategia vi faceva apparire come soccombenti, mentre in realtà a soccombere era l'ISIS con i suoi sostenitori. Proprio così. Non abbiamo fatto quello che loro volevano facessimo. Non abbiamo radunato le nostre forze nei villaggi per mandarle al massacro. Abbiamo assunto come principio base quello di preservare le nostre forze e di contrattaccare. Abbiamo risposto adottando diverse tattiche. Per un periodo la battaglia si è sviluppata all'interno della città. Erano certi che la città sarebbe caduta, come lo era anche Erdoğan quando aveva detto che Kobanê “era caduta e cadrà”. Erano sicuri che avrebbero detto le preghiere per l'Eid (festa che conclude il Ramadan, ndt) nella città, che avrebbero preso la città e che vi avrebbero recitato le loro preghiere. Infatti molti Stati erano giunti alla conclusione che Kobanê sarebbe caduta. Tutti ne erano certi e nel frattempo noi stavamo battendo l'ISIS. E' passato un mese ed ora siamo nel secondo mese. Si tratta di una resistenza storica. Una nuova leggenda scritta con il sangue dei tanti eroi che sono caduti da martiri a Kobanê. Una leggenda che vive grazie alla resistenza dei tanti nostri amici che ora stanno combattendo al fronte. Si sono infranti i sogni e le speranze di coloro che dicevano che Kobanê sarebbe caduta. Negli ultimi 3 giorni non sono stati in grado di avanzare di un solo passo. Negli ultimi 3 giorni non stiamo più arretrando e riprendiamo terreno passo dopo passo. L'ISIS è finito. Sono stanchi. Ed indeboliti. La loro potenza è stata distrutta e la capacità operativa spezzata. Distrutte anche le forze che avevano addestrato. Non sto esagerando. In ogni strada di Kobanê ci sono i corpi dei miliziani dell'ISIS. Sotto le macerie di ogni casa distrutta c'è un miliziano dell'ISIS. Abbiamo raccolto centinaia di armi negli ultimi tre giorni. In questi 3 giorni l'ISIS è stato battuto a Kobanê. Nel primo mese abbiamo resistito e ci siamo mossi sul piano tattico. Nel secondo mese stiamo puntando a distruggere l'ISIS a Kobanê. Ora il nostro obiettivo non è solo la resistenza, ma la vittoria. -Molti dei miliziani dell'ISIS che sono stati uccisi vengono descritti come abbastanza giovani, senza barba e senza capelli lunghi. Cosa significa? Il 70% delle loro forze d'assalto più esperte è morto. Addestrano altre forze collocate nella regione. Non possiamo sapere se ne porteranno altre dall'Iraq, dal Pakistan, dall'Afghanistan o dall'Azerbaijan. Le forze che avevano addestrato in precedenza sono diminuite. Abbiamo visto molti ragazzini nelle cui mani avevano messo dei fucili. Di recente stanno addestrando unità femminili chiamate Ketibe-i Unsa. Ora vogliono ottenere dei risultati addestrando forze che vengono da lontano. Ma gli ultimi 3 giorni sono stati decisivi per spezzare il loro morale, la loro iniziativa e per fermare la loro avanzata. L'ISIS ha capito che non sarà facile conquistare la gran parte di Kobanê. Ovviamente noi non stiamo combattendo solo nella città. Combattiamo anche fuori della città. C'è voluta una grande resistenza per giungere a questa fase. Ecco perché l'ISIS ha capito che la sua strategia di arrivare e prendere qualsiasi località in 3-4 giorni non funzionerà con Kobanê. L'area intorno a Kobanê non è come quella intorno a Mosul, in Iraq e/o in altre zone della Siria. Kobanê non è come una base militare siriana che loro possono prendere in 3 giorni. Qui non funzionano né i loro camion-bomba né altre armi. Naturalmente questa è la nostra città. Ne conosciamo ogni strada, ogni via. Noi possiamo prevedere da quale direzione arriveranno ed andiamo a colpirli. Dopo un mese di resistenza ora stiamo avanzando. Fino a ieri gli abbiamo ripreso 5-6 quartieri. Infatti sul fronte occidentale stiamo combattendo fuori della città. E sarà così passo dopo passo fino alla vittoria. Le unità femminili Ketibe-i Unsa. Come si muovono e quante sono? Sono state addestrate per i bombardamenti. Hanno dato loro da fare il fottuto lavoro sporco. Sono state addestrate anche per tenere alto il morale e fare numero. Per dire: “vedi le nostre unità femminili sono qui”. Ma finora non hanno ottenuto nessun risultato col loro impiego. -Recentemente i miliziani dell'ISIS sono stati visti bombardare a caso la città con mortai ed artiglieria ed attaccare con i camion-bomba. Come si può interpretare tutto questo? Se l'ISIS sta lanciando camion-bomba a caso ed attacca a distanza con i mortai e nel frattempo diffonde notizie del tipo “vedete siamo qui e stanno arrivando altre numerose forze” vuol dire che sono in seria difficoltà. Questo è un loro tipico modo di fare. Quando non possono fare niente, fanno ricorso a tutti i metodi. Quando diffondono notizie in cui dicono che una milizia è arrivata da Rakka, un'altra da Minbic ed un'altra da un altro posto, vuol dire che l'ISIS non sta facendo passi avanti. Poi usano questi camion-bomba come forma di guerra psicologica. Naturalmente abbiamo preso le nostre precauzioni. Tante volte ci hanno attaccato in questo modo e nessuno dei nostri compagni ha perso neanche un dito. Cercano di stare in piedi ricorrendo a questi metodi. Ma allo stato attuale l'ISIS è stato sconfitto. Non hanno raggiunto i loro obiettivi nel tempo che avevano previsto. Dovevano prendere la città in una settimana, ma è passato un mese e non l'hanno presa. Chi aveva detto:“Kobanê è caduta e cadrà” è stato smentito. Fondamentalmente sono loro che hanno perso. -Comandante Berxwedan, ieri l'ISIS ha colpito con un razzo un silos di grano della agenzia di stato turca TMO. Poi hanno sparato sulla Turchia colpi di mortaio. Che cosa significa tutto questo? Se avessero sparato un solo colpo verso la Turchia, la Turchia avrebbe scatenato l'inferno. Le loro perdite sono in aumento. Non penso che volevano colpire scientemente la Turchia. Era solo un razzo. Una volta che l'hai lanciato non lo puoi più controllare. Con i mortai è la stessa cosa. Ma anche in questo caso, quando un territorio subisce un attacco c'è sempre una risposta. Invece la Turchia non ha fatto una piega. Mica hanno chiesto “perché mai i vostri mortai stanno colpendo il nostro territorio?” L'ISIS non avrebbe mai colpito scientemente il suo partner. -Quanta parte della città è sotto il controllo dell'ISIS? C'è preoccupazione nella popolazione civile? Di fatto a ovest sono fuori della città. A sud sono penetrati appena nelle ultime case, una zona che non è realmente parte della città, ma che fa parte del villaggio di Memîdê e non della città. A est invece sono entrati in città. Cioè circa il 30-35% della città. -Parliamo delle incursioni aeree della coalizione contro l'ISIS. C'è qualche sorta di coordinamento tra voi e la coalizione? Quali sono gli effetti degli attacchi aerei sulla lotta contro l'ISIS? La verità è che nei primi giorni dell'attacco alla città non c'è stato nessun aiuto. Se avessero dato il loro appoggio nei primi giorni come hanno fatto in seguito, l'ISIS non sarebbe arrivato in città. Per i primi 15-20 giorni non c'è stato nessun aiuto da parte della coalizione costituitasi per combattere l'ISIS. Ma negli ultimi 10 giorni hanno avuto un ruolo importante. Stanno svolgendo un lavoro importante in coordinamento con le YPG. Stanno operando con grande attenzione. Fino ad ora non c'è stata confusione o pasticci. -Ma non ci sono stati casi di civili e di combattenti delle YPG colpiti dagli aerei della coalizione, come sostengono alcune fonti? Quanto sostenuto da alcune fonti televisive riguardo ad un civile ucciso ed a combattenti delle YPG colpiti, non risulta corretto. Fino ad ora nessun civile è morto a causa dei bombardamenti aerei né ci sono stati nostri combattenti colpiti. In tutti gli attacchi aerei sono stati colpiti obiettivi ISIS con grande precisione e con grande livello di coordinamento. Di fatto nelle aree controllate dall'ISIS non ci sono più abitanti e quindi nemmeno morti tra i civili. Fino ad oggi gli aerei della coalizione hanno lavorato con grande cura e possiamo dire con successo. E li ringraziamo sia per la collaborazione con noi che per la grande attenzione che hanno dimostrato. Hanno dato un grosso colpo all'ISIS e tutto questo continua. -E' dunque possibile cacciare l'ISIS da Kobanê solo con le operazioni aeree? Fino ad un certo punto le operazioni aeree portano dei vantaggi. Loro sono stati colpiti duramente. Ma le forze che ottengono i risultati reali sono quelle di terra. Lo abbiamo detto fin dall'inizio. Se la coalizione che è stata formata contro l'ISIS vuole distruggerli occorre che fornisca armi alle forze che combattono sul terreno. E queste forze sul terreno sono le YPG e le YPJ. Occorre lavorare su questa possibilità. Dovrebbe essere possibile per noi ricevere rinforzi da fuori. Ma la Turchia non lo permette. Infatti siamo circondati. Occorre aprire un corridoio ufficiale per coloro che vogliono unirsi a noi nella lotta. Un corridoio dove possano passare armi e munizioni. Siamo noi che stiamo già combattendo. E non lo facciamo male. Ci sono anche alcuni gruppi del Libero Esercito di Siria che stanno operando con noi. Abbiamo insieme costituito il Burkan el-Firat, il centro operativo unitario. E l'ISIS ha perso 10 miliziani. Questa è una potenzialità per una forza comune di Arabi e Curdi. Ma comunque nessuno ci aiuta. Bisogna che la coalizione se ne renda conto. Non hanno fatto per noi quello che hanno fatto per i Peshmerga nel Kurdistan meridionale. Quando a sud sono iniziate le operazioni aeree, ci sono stati anche gli approvvigionamenti di armi. Per questa ragione hanno conquistato terreno. Noi continueremo a resistere con le nostre forze ma se si vuole davvero sconfiggere l'ISIS allora occorre che ci aiutino. Questa è una delle condizioni per sconfiggere l'ISIS. Bisogna aprire un corridoio. Bisogna fare pressioni sulla Turchia perché apra un corridoio ufficiale. -C'è una data in cui potrete dire di aver buttato l'ISIS fuori da Kobanê? Non ci siamo dati nessuna data ma la vittoria è vicina. Ora siamo passati ad una nuova fase. Stiamo indebolendo l'ISIS con diversi passaggi e con tattiche che li metteranno fuori combattimento. Kobanê non è come gli altri posti. Così come loro pensano di spezzare la nostra volontà a Kobanê noi avremo invece il nostro più grande successo. Qui proclameremo la vera libertà. -E la resistenza iniziata lungo il confine nord? Quali conseguenze ha avuto la loro azione? Quando 3-4 mesi fa iniziarono gli attacchi, il nostro popolo del Nord Kurdistan in particolare ha sopportato un grande sacrificio. Non solo hanno sostenuto il nostro morale ma ci hanno anche dato sostegno. Molti giovani del nord hanno scavalcato le recinzioni di confine per venire a Kobanê ed unirsi alla resistenza. Ed ora sono con noi. Ma più di recente l'intero popolo del nord ha dimostrato una resistenza ancora più grande. Anche le azioni nel sud e nell'est del Kurdistan ed in Europa sono stati un grande balsamo per il morale. Ci hanno fatto capire che non siamo soli. L'intero Kurdistan ha dimostrato ancora una volta di essere con noi. E questo veramente ci ha dato maggiore responsabilità. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno dato sostegno. Ancora una volta ci inchiniamo con rispetto verso coloro che sono morti da martiri nel nord e nella Rojhilat (est) durante le azioni del nostro popolo. Li rispettiamo per essere stati dei resistenti fino al martirio a Kobanê. Li consideriamo i nostri martiri della resistenza di Kobanê. Ringraziamo chiunque ci ha sostenuto ancora una volta ed affermiamo che questa resistenza ha bisogno di proseguire. Ogni giovane del Kurdistan del nord dovrebbe partecipare alla resistenza a Kobanê. Anche i giovani di Kobanê dovrebbero ritornare in città ed assumersi le responsabilità per la loro terra. Dovrebbero fare di tutto per ritornare qui a difendere Kobanê. -Cosa aggiungere in conclusione? Sappiano coloro i quali immaginano che noi abbandoneremo Kobanê, che noi non retrocederemo mai da Kobanê. Possa cascare il mondo e scomparire tutti noi, ma non abbandoneremo mai Kobanê. (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali da http://rojavareport.wordpress.com/2014/10/17/interview-with-ypg-commander-isis-has-lost-in-kobane/)

Nel bel mezzo della zona di guerra siriana

un esperimento democratico sta venendo seriamente minacciato dall’Isis Che il mondo intero ne sia all’oscuro è uno scandalo! David Graeber, antropologo e attivista americano. Nel 1937, mio padre si arruolò volontario per combattere nelle Brigate Internazionali in difesa della Repubblica Spagnola. Quello che sarebbe stato un colpo di Stato fascista era stato temporaneamente fermato da un sollevamento dei lavoratori, condotto da anarchici e socialisti, e nella maggior parte della Spagna ne seguì una genuina rivoluzione sociale, portando intere città sotto il controllo di sistemi di democrazia diretta, le fabbriche sotto la gestione operaia e le donne ad assumere sempre più potere. I rivoluzionari spagnoli speravano di creare la visione di una società libera cui il mondo intero avrebbe potuto ispirarsi. Invece, i poteri mondiali dichiararono una politica di “non intervento” e mantennero un rigoroso embargo nei confronti della repubblica, persino dopo che Hitler e Mussolini, apparenti sostenitori di tale politica di “non intervento”, iniziarono a fare affluire truppe e armi per rinforzare la fazione fascista. Il risultato fu quello di anni di guerra civile terminati con la soppressione della rivoluzione e quello che fu uno dei più sanguinosi massacri del secolo. Non avrei mai pensato di vedere, nel corso della mia vita, la stessa cosa accadere nuovamente. Ovviamente, nessun evento storico accade realmente due volte. Ci sono infinite differenze fra quello che accadde in Spagna nel 1936 e quello che sta accadendo ora in Rojava, le tre province a larga maggioranza curda nel nord della Siria. Ma alcune delle somiglianze sono così stringenti, e così preoccupanti, che credo sia un dovere morale per me, in quanto cresciuto in una famiglia le cui idee politiche furono in molti modi definite dalla Rivoluzione spagnola, dire: non possiamo fare sì che tutto ciò finisca ancora una volta allo stesso modo. La regione autonoma del Rojava, così come esiste oggi, è uno dei pochi raggi di luce – un raggio di luce molto luminoso, a dire il vero – a emergere dalla tragedia della Rivoluzione siriana. Dopo aver scacciato gli agenti del regime di Assad nel 2011, e nonostante l’ostilità di quasi tutti i suoi vicini, il Rojava non solo ha mantenuto la sua indipendenza, ma si è configurato come un considerevole esperimento democratico. Sono state create assemblee popolari che costituiscono il supremo organo decisionale, consigli che rispettano un attento equilibrio etnico (in ogni municipalità, per esempio, le tre cariche più importanti devono essere ricoperte da un curdo, un arabo e un assiro o armeno cristiano, e almeno uno dei tre deve essere una donna), ci sono consigli delle donne e dei giovani, e, in un richiamo degno di nota alle Mujeres Libres (Donne Libere) della Spagna, un’armata composta esclusivamente da donne, la milizia “YJA Star” (l’”Unione delle donne libere”, la cui stella nel nome si riferisce all’antica dea mesopotamica Ishtar), che ha condotto una larga parte delle operazioni di combattimento contro le forze dello Stato Islamico. Come può qualcosa come tutto questo accadere ed essere tuttavia perlopiù ignorato dalla comunità internazionale, persino, almeno in gran parte, dalla sinistra internazionale? Principalmente, sembra, perché il partito rivoluzionario del Rojava, il PYD, lavora in alleanza con il turco Partito Curdo dei Lavoratori (PKK), un movimento combattente marxista impegnato sin dagli anni Settanta in una lunga guerra contro lo Stato turco. La Nato, gli Stati Uniti e l’Unione Europea lo classificano ufficialmente come “organizzazione terroristica”. Nel frattempo, l’opinione di sinistra lo descrive spesso come Stalinista. Ma, in realtà, il PKK non assomiglia neppure lontanamente al vecchio, organizzato verticalmente, partito Leninista che era una volta. La sua evoluzione interna, e la conversione intellettuale del suo fondatore, Abdullah Ocalan, detenuto in un’isola-prigione turca dal 1999, lo hanno condotto a cambiare radicalmente i propri scopi e le proprie tattiche. Il PKK ha dichiarato che esso non cerca nemmeno più di creare uno Stato curdo. Invece, ispirato in parte dalla visione dell’ecologista sociale e anarchico Murray Bookchin, ha adottato una visione di “municipalismo libertario”, invitando i curdi a formare libere comunità basate sull’autogoverno, basate sui principi della democrazia diretta, che si federeranno tra loro aldilà dei confini nazionali – che si spera che col tempo diventino sempre più privi di significato. In questo modo, suggeriscono i curdi, la loro lotta potrebbe diventare un modello per un movimento globale verso una radicale e genuina democrazia, un’economia cooperativa e la graduale dissoluzione dello stato-nazione burocratico. A partire dal 2005 il PKK, ispirato dalla strategia dei ribelli zapatisti in Chiapas, ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale nei confronti dello Stato turco e ha iniziato a concentrare i propri sforzi nello sviluppo di strutture democratiche nei territori di cui già ha il controllo. Alcuni si sono chiesti quanto realmente sinceri siano questi sforzi. Ovviamente, elementi autoritari rimangono. Ma quello che è successo in Rojava, dove la Rivoluzione siriana ha dato ai curdi radicali la possibilità di condurre tali esperimenti su territori ampi e confinanti fra loro, suggerisce che tutto ciò è tutt’altro che un’operazione di facciata. Sono stati formati consigli, assemblee e milizie popolari, le proprietà del regime sono state trasformate in cooperative condotte dai lavoratori – e tutto nonostante i continui attacchi dalle forze fasciste dell’ISIS. Il risultato combacia perfettamente con ogni definizione possibile di “rivoluzione sociale”. Nel Medio Oriente, almeno, tali sforzi sono stati notati: particolarmente dopo che il PKK e le forze del Rojava per combattere efficacemente e con successo nei territori dell’ISIS in Iraq per salvare migliaia di rifugiati Yezidi intrappolati sul Monte Sinjar dopo che le locali milizie peshmerga avevano abbandonato il campo di battaglia. Queste azioni sono state ampiamente celebrate nella regione, ma, significativamente, non fecero affatto notizia sulla stampa europea o nord-americana. Ora, l’ISIS è tornato, con una gran quantità di carri armati americani e di artiglieria pesante sottratti alle forze irachene, per vendicarsi contro molte di quelle stesse milizie rivoluzionarie a Kobané, dichiarando la loro intenzione di massacrare e ridurre in schiavitù – si, letteralmente ridurre in schiavitù – l’intera popolazione civile. Nel frattempo, l’armata turca staziona sui confini, impedendo che rinforzi e munizioni raggiungano i difensori, e gli aeroplani americani ronzano sopra la testa compiendo occasionali, simbolici bombardamenti dall’effetto di una puntura di spillo, giusto per poter dire che non è vero che non fanno niente contro un gruppo in guerra con i difensori di uno dei più grandi esperimenti democratici mondiali. Se oggi vogliamo fare un paragone con i Falangisti assassini di Franco, con chi altri possiamo farlo se non con l’ISIS? Se c’è un’analogia con le Mujeres Libres di Spagna, chi potrebbero essere se non le coraggiose donne che difendono le barricate a Kobané? Davvero il mondo – e questa volta, cosa più scandalosa di tutte, la sinistra internazionale, si sta rendendo complice del lasciare che la storia ripeta se stessa? Fonte: The Guardian http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/oct/08/why-world-ignoring-revolutionary-kurds-syria-isis Traduzione di Federico Vernarelli

AN ANARCHIST LIFE

SABATO 25 OTTOBRE ORE 18.00 presso la saletta Ex Convento S. Francesco PORDENONE proiezione FILM AN ANARCHIST LIFE sulla vita di Umberto Tommasini con la partecipazione di Pino Cacucci e Ascanio Celestini interverranno i registi IVAN BORMANN FABIO TOICH e la curatrice del libro su Umberto Tommasini CLARA GERMANI seguirà dibattito ingresso LIBERO E GRATUITO

Verso lo sciopero generale e sociale nel mondo del lavoro, nei territori, nelle piazze.

Unità nella lotta, unità nell'opposizione, unità nella ricostruzione sociale delle libertà e dei diritti. Come era facilmente prevedibile le rassicurazioni diffuse e propagandate a piene mani da politici, affaristi, finanzieri e confindustriali sulla possibilità di riprendersi da quella che veniva chiamata crisi si sono dimostrate una colossale bugia. Con una ingombrante operazione di depistaggio mediatico all’insegna di “dobbiamo abbattere il debito pubblico” o “ dobbiamo abbattere le Tasse”, “l’Europa ce lo chiede”, “ dobbiamo rispettare i vincoli del deficit imposto” , si è proceduto alla cancellazione quasi totale dei diritti dei lavoratori. Sacrificati sull’altare del profitto dei pochi ed ipotecato ogni futuro, ciò che ci aspetta sarà una miseria sempre più diffusa nei prossimi decenni; non si potrà mai più tornare ai livelli di vita precedenti, la ristrutturazione del capitale in atto non prevede nessuno scambio, fissa il livello di mercificazione dei lavoratori al massimo ribasso, vicini alla schiavitù, piegati al ricatto della più violenta concorrenza tra poveri. Il Jobs Act non è altro che il tentativo finale di rompere quelle sacche di resistenza solidale che ancora resistono nel mondo sindacale, spezzare il legame sociale dei lavoratori e metterli in condizione di non poter contrattare collettivamente le proprie condizioni sociali, mettendo a rischio il rapporto sindacato- lavoratore, togliendo ruolo a quest’ultimo e salvaguardando una burocrazia sindacale complice delle scelte del capitale. Oggi le piazze si riempiono di lavoratori che non hanno mai abdicato! Lo confermano le mobilitazioni e gli scioperi nazionali nel settore scuola e contro il Jobs Act (17 settembre, 10 ottobre, 24 ottobre e 25 ottobre, 14 novembre,....) nella logistica (16 ottobre), quelle locali (metalmeccanici a Torino il 17 ottobre, Bologna il 16 ottobre....) Con le difficoltà che l’attacco padronale crea alla organizzazione sindacale rispondiamo dunque con la nostra capacità di mobilitazione, ben sapendo che la costruzione di un rapporto di forza favorevole alla nostra classe passa per un lavoro lungo e meticoloso, dal basso, per riconnettere lotte ed esperienze, che metta al lavoro l’intelligenza e la volontà di tutti al fine di ricostruire la partecipazione dei lavoratori scomposta in troppe filiere. Sappiamo però che non potrà essere il Governo a risolvere il problemi dei lavoratori. Chi oggi siede sui banchi del parlamento non può essere la soluzione ai problemi sociali che hanno contribuito a scatenare; la classe politica europea, mediocre ed arraffona, è l’espressione del grande capitale, in piena fase di ristrutturazione e consapevole che i livelli di accumulazione si garantiscono con la forza contro i lavoratori Milioni di disoccupati, sottoccupati, ricattati, poveri sono la fotografia di questa Europa travolta dalla violenza della crisi capitalistica, non si intravedono salvatori all’orizzonte e nemmeno ne auspichiamo la stregonesca necessità. Ancora una volta tocca agli uomini ed alle donne che questa crisi la subiscono costruire gli strumenti politici e sindacali a difesa della classe dei lavoratori. L’arroganza del potere non riesce più a nascondersi dietro le elemosine caritatevoli che si vogliono sostituire a diritti universali: è sotto gli occhi di tutti ormai, nei fatti, questa classe di politicanti e di affaristi ormai messi a nudo, e chi ancora coltiva riserve, a su coloro i quali pensavano di trovare nel governo amico la possibilità di salvare l’apparenza della funzione burocratica del sindacato pesano i fatti a loro smentita. Oggi, dopo la tragedia scaturita dalla legge Fornero del governo Monti sulla condanna al lavoro a vita per gli occupati e per l’esclusione a vita dal mondo del lavoro di milioni di giovani (legge votata dallo stesso ceto politico che oggi siede sugli scranni dorati del parlamento), dopo che un ceto burocratico sindacale non adatto a questo livello di conflitto ha abdicato alla lotta, sono ancora i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i ceti subalterni che riprendono il cammino per le strade e per le piazze di tutta Europa a creare conflitto e dare speranze in una risposta solidale ed egualitaria, democratica e libertaria, come sempre è l’impegno di tutti in prima persona che può mutare lo stato di cose esistente. E non sicuramente un ceto burocratico e politico ormai screditato ed inutilizzabile alle sfide di oggi dei lavoratori europei. Il Jobs Act, il patto di stabilità, la “buona scuola renziana” e le politiche sociali di questo governo non si possono cambiare; non si possono creare illusioni e spacciare per buone mediazioni sociali inaccettabili. La ripresa della lotta di classe passa anche attraverso la lotta contro i governi dell’oligarchia finanziaria, e quindi anche contro il governo Renzi. Nei luoghi di lavoro e nei territori, saldando le diverse soggettività e le generazioni in una mobilitazione globale, valorizzando le diversità sindacali nel sindacalismo conflittuale, accumulando capacità di lotta e di progettualità dal basso, per costruire l'alternativa libertaria. Verso lo sciopero generale e sociale nel mondo del lavoro, nei territori, nelle piazze. Unità nella lotta, unità nell'opposizione, unità nella ricostruzione sociale delle libertà e dei diritti. Federazione dei Comunisti Anarchici www.fdca.it

La Costituzione dei Cantoni della Rojava

Preambolo Noi, popoli delle Regioni Autonome Democratiche di Afrin, Jazira e Kobane, una confederazione di Curdi, Arabi, Siriaci, Aramaici, Turkmeni, Armeni, e Ceceni, liberamente e solennemente approviamo ed adottiamo questa Carta. Nel perseguimento della libertà, della giustizia, della dignità e della democrazia ed ispirata dai principi di uguaglianza e sostenibilità ambientale, la Carta proclama un nuovo contratto sociale, fondato sulla mutua e pacifica coesistenza e sull'intesa tra tutte le componenti della società. La Carta tutela le libertà ed i diritti umani fondamentali e ribadisce il diritto dei popoli alla autodeterminazione. Nel nome di questa Carta, noi, popoli delle Regioni Autonome, ci uniamo nello spirito della riconciliazione, del pluralismo e della partecipazione democratica afinchè tutti possano esprimersi liberamente nella vita pubblica. Nella costruzione di una società libera dall'autoritarismo, dal militarismo, dal centralismo e dall'intervento delle autorità religiose nelle questioni pubbiche, la Carta riconosce l'integrità territoriale della Siria ed aspira a mantenere la pace tanto a livello nazionale che internazionale. Nell'approvare tale Carta, noi adottiamo un sistema politico ed amministrativo civile basato su un contratto sociale che riconcili il ricco mosaico della Siria attraverso una fase di transizione che dalla dittatura, dalla guerra civile e dalle distruzioni porti ad una nuova società democratica in cui siano preservate la vita civile e la giustizia sociale. I Principi Generali Articolo 1 La Carta delle Regioni Autonome di Afrin, Jazira, e Kobane, [d'ora in poi "la Carta"], è un nuovo contratto sociale tra i popoli delle Regioni Autonome. Il Preambolo è parte integrante della Carta. Articolo 2 a- L'autorità è prerogativa ed emanazione dei popoli delle Regioni Autonome. Essa viene esercitata da consigli di governo e da istituzioni pubbliche eletti con voto popolare. b- Il popolo costituisce l'unica fonte di legittimazione di tutti i consigli di governo e di tutte le istituzioni pubbliche, le quali sono fondate sui principi democratici propri di una società libera. Articolo 3 a – La Siria è uno stato libero, sovrano e democratico, governato da un sistema parlamentare fondato su principi di decentramento e pluralismo. b –Le Regioni Autonome sono composte dai tre cantoni di Afrin, Jazira e Kobane, che sono parte integrante del territorio siriano. I centri amministrativi di ogni Cantone sono: la città di Afrin per il Cantone di Afrin; la città di Qamishli per il Cantone di Jazira; la città di Kobane per il Cantone di Kobane. c – Il Cantone di Jazira è diversificato dal punto di vista etnico e religioso essendo popolato da comunità di Curdi, Arabi, Siriaci, Ceceni, Armeni, Musulmani, Cristiani e Yazidi che coesistono pacificamente e fraternamente. L'Assemblea Legislativa elettiva rappresenta tutti e tre i Cantoni delle Regioni Autonome. La struttura di governo nelle Regioni Autonome Articolo 4 1- Assemblea Legislativa 2 – Consigli Esecutivi 3 – Alta Commissione Elettorale 4 – Suprema Corte Costituzionale 5 – Consigli Municipali/Provinciali Articolo 5 I centri amministrativi di ogni Cantone sono: La città di Qamishli per il Cantone di Jazira; LA città di Afrin, per il cantone di Afrin; La città di Kobane per il cantone di Kobane. Articolo 6 Tutte le persone e le comunità sono uguali di fronte alla legge in diritti e responsabilità. Articolo 7 Tutte i centri, le città ed i villaggi siriani che aderiscono a questa Carta possono costituire Cantoni entrando a far parte delle Regioni Autonome. Articolo 8 Tutti i Cantoni nelle Regioni Autonome si fondano sul principio dell'autogoverno. I Cantoni possono liberamente eleggere i loro rappresesentanti ed i loro organismi rappresentativi, e possono perseguire i loro diritti purchè non siano in contraddizione con gli articoli di questa Carta. Articolo 9 Le lingue ufficiali del Cantone di Jazira sono il curdo, l'arabo ed il siriaco. Tutte le comunità hanno il diritto di insegnare ed imparare le loro lingue native. Articolo 10 Le Regioni Autonome non interferiranno negli affari interni degli altri paesi ed avranno cura delle loro relazioni con gli Stati vicini, risolvendo ogni conflitto in forma pacifica. Articolo 11 Le Regioni Autonome hanno il diritto di essere rappresentate con la loro propria bandiera, i loro emblemi ed il loro inno. Tali simboli saranno definiti per legge. Articolo 12 Le Regioni Autonome costituiscono parte integrante della Siria. Si pongono come modello per un futuro sistema decentralizzato di governo federale della Siria. II Principi fondamentali Articolo 13 E' prevista una separazione di poteri tra quello legislativo, esecutivo e giudiziario. Articolo 14 Le Regioni Autonome cercheranno di implementare una struttura giudiziaria transitoria. Verranno fatti passi per modificare l'eredità delle politiche stataliste scioviniste e discriminatorie, prevedendo il pagamento di una indennità alle vittime, siano individui o collettività, nelle Regioni Autonome. Articolo 15 Le Unità di Protezione Popolare (YPG) sono la sola forza militare dei tre Cantoni, col mandato di proteggere e difendere la sicurezza delle Regioni Autonome e dei loro abitanti, contro minacce sia interne che esterne. Le Unità di Protezione Popolare agiscono in coerenza con l'intrinseco e riconosciuto diritto alla autodifesa. L'autorità di comando nel rispetto delle Unità di Protezione Popolare risiede nell'Organo di Difesa tramite il suo Comando Centrale. Il rapporto di tale organismo con le forze armate del governo centrale verrà definito dalla Assemblea Legislativa con legge speciale. Alle forze di sicurezza (Asayish) sono affidate le funzioni di polizia civile nelle Regioni Autonome. Articolo 16 Se un tribunale o un altro organismo pubblico ritiene che una disposizione sia in conflitto con una disposizione di una legge fondamentale e con una disposizione di qualsiasi altro statuto di rango superiore, o che non si sia tenuto conto della procedura prescritta nell'introduzione di quella norma, tale disposizione deve essere annullata. Articolo 17 La Carta garantisce il diritto dei giovani a partecipare attivamente e pubblicamente alla vita politica. Articolo 18 Atti ed omissioni illeciti e le relative sanzioni appropriate sono definiti dal codice penale e civile. Articolo 19 Il sistema di tassazione ed altri regolamenti fiscali sono definiti per legge. Articolo 20 La Carta considera inviolabili le libertà ed i diritti fondamentali stabiliti dai trattati, convenzioni e dichiarazioni internazionali sui diritti umani. III Diritti e Libertà Articolo 21 La Carta incorpora la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, come pure altri accordi sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale. Articolo 22 Sono garantiti tutti i diritti e le responsabilità di carattere civile, politico, culturale ed economico. Articolo 23 a – Ogni individuo ha il diritto di esprimersi in base alle sue prerogative etniche, culturali, linguistiche e di genere. b – Ogni individuo ha il diritto di vivere in un ambiente sano, grazie al perseguimento di un equilibrio ecologico. Articolo 24 Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; inclusa la libertà di avere proprie opinioni senza interferenza alcuna e di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee tramite qualsiasi mezzo di comunicazione senza limiti di frontiere. La libertà di espressione e di informazione può subire restrizioni per ragioni di sicurezza delle Regioni Autonome, per ragioni di ordine publico, per tutelare l'integrità degli individui, per tutelare la riservatezza della vita privata, o per la prevenzione e l'azione giudiziaria contro il crimine. Articolo 25 a- Ogni individuo ha il diritto alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. b- Tutte le persone private della loro libertà saranno trattate con umanità e con rispetto per l'intrinseca dignità della persona umana. Nessuno potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti crudeli, disumani o degradanti. c- I prigionieri hanno il diritto a umane condizioni di detenzione, a protezione della loro intrinseca dignità. Le carceri devono perseguire gli obiettivi fondamentali del recupero, della rieducazione e della riabilitazione sociale dei detenuti. Articolo 26 Ogni essere umano ha il diritto intrinseco alla vita. All'interno della giurisdizione delle Regioni Autonome a nessuno verrà applicata la pena di morte. Articolo 27 Le donne hanno il diritto inviolabile a prendere parte alla vita politica, sociale economica e culturale. Articolo 28 Gli uomini e le donne sono uguali davanti alla legge. La Carta garantisce l'effettiva realizzazione dell'uguaglianza delle donne e dà mandato alle pubbliche istituzioni di agire per l'eliminazione delle discriminazioni di genere. Articolo 29 La Carta garantisce i diritti dell'infanzia. In particolare i bambini non dovranno essere sottoposti a sfruttamento economico, nè avviati al lavoro minorile, nè subire tortura o trattamenti e punizioni crudeli, disumane o degradanti, e non potranno essere sposati prima di raggiungere la maggiore età. Articolo 30 Tutte le persone hanno il diritto 1. alla sicurezza personale in una società pacifica e stabile. 2. alla libera ed obbligatoria istruzione primaria e secondaria. 3. al lavoro, alla sicurezza sociale, alla salute, ad un'abitazione adeguata. 4. a proteggere la maternità e l'assistenza materna e pediatrica. 5. ad adeguare la sanità e l'assistenza sociale per i disabili, per gli anziani e per i portatori di bisogni speciali. Articolo 31 Ogni individuo ha il diritto alla libertà di culto, a praticare la sua propria religione sia individualmemte che in associazione con altri. Nessuno potrà essere soggetto a persecuzioni sulla base della sue credenze religiose. Articolo 32 a)- Ogni individuo ha il diritto alla libertà di associazione con altri, incluso il diritto a liberamente istituire o aderire a partiti politici, associazioni, sindacati e/o civiche assemblee. b) – Nell'esercizio del diritto alla libertà di associazione, è protetta l'espressione economica e culturale di tutte le comunità. Allo scopo di proteggere la ricchezza e la diversità delle tradizioni dei popoli delle Regioni Autonome. c) – La religione degli Yazidi è religione riconosciuta ed è esplicitamente protetto il diritto dei suoi fedeli alla libertà di associazione e di espressione. La tutela della vita religiosa, sociale e culturale degli Yazidi può essere garantita tramite passaggio normativo da parte dalla Assemblea Legislativa. Articolo 33 Ogni individuo ha il diritto di ottenere, ricevere e far circolare informazioni e di comunicare idee, opinioni ed emozioni, tanto oralmente che in scritti ed in rappresentazioni pittoriche, o in altro modo. Articolo 34 Ogni individuo ha il diritto di riunione pacifica, compreso il diritto di pacifica protezione, di manifestazione e di sciopero. Articolo 35 Ogni individuo ha il diritto di vivere liberamente e contribuire a espressioni e creazioni accademiche, scientifiche, artistiche e culturali, attraverso la pratica individuale o congiunta, di averne accesso e godimento, e di diffondere le proprie espressioni e creazioni. Articolo 36 Ogni individuo ha il diritto di voto e di candidarsi a cariche pubbliche, nell'ambito delle leggi. Articolo 37 Ogni individuo ha il diritto di chiedere asilo politico. Le persone possono essere espulse solo a seguito di una decisione di un organo giudiziario competente, imparziale e regolarmente costituito, in cui abbiano avuto tutti diritto al giusto processo. Articolo 38 Tutte le persone sono uguali davanti alla legge ed hanno titolo ad eguali opportunità nella vita pubblica e professionale. Articolo 39 Le risorse naturali, che si trovano sopra e sotto terra, sono la ricchezza pubblica della società. Processi estrattivi, gestione, concessione di licenze e altri accordi contrattuali connessi a tali risorse devono essere regolati dalla legge. Articolo 40 Tutti gli edifici ed i terreni nelle Regioni Autonome sono di proprietà dall'amministrazione transitoria e sono di proprietà pubblica. Il loro uso e distribuzione sono determinati per legge. Articolo 41 Ogni individuo ha diritto all'utilizzo ed al godimento della sua proprietà privata. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non dietro pagamento di un giusto indennizzo, per motivi di pubblica utilità o di interesse sociale, e nei casi e secondo le forme stabilite dalla legge. Articolo 42 Il sistema economico nelle province deve essere indirizzato a fornire il benessere generale e in particolare a garantire il finanziamento delle scienze e delle tecnologie. Esso è finalizzato a garantire le esigenze quotidiane delle persone per assicurare una vita dignitosa. Il monopolio è vietato dalla legge. Sono tutelati i diritti del lavoro e lo sviluppo sostenibile. Articolo 43 Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e alla libertà di scegliere la propria residenza all'interno delle Regioni Autonome. Articolo 44 L'enumerazione dei diritti e delle libertà stabiliti nella Sezione III non è esaustiva. Il Progetto della Amministrazione Democratica Autogovernata IV Assemblea Legislativa Articolo 45 L'Assemblea Legislativa della Regione Autonoma è eletta dal popolo con voto diretto e segreto, e la durata della legislatura è di quattro (4) anni. Articolo 46 La prima riunione dell'Assemblea Legislativa si terrà entro e non oltre il 16 ° giorno dopo l'annuncio dei risultati definitivi delle elezioni in tutte le Regioni Autonome. Tali risultati saranno certificati e annunciati dall'Alta Commissione per le elezioni. Il Presidente del Consiglio Esecutivo di transizione convocherà la prima seduta dell'Assemblea Legislativa. Se per motivi validi la sua prima seduta non può essere tenuta, il Presidente del Consiglio Esecutivo di transizione determinerà un'altra data da stabilirsi nell'arco di quindici giorni. Il quorum viene raggiunto col cinquanta + uno (50 + 1%) per cento sul totale degli aventi diritto. La prima riunione della Assemblea Legislativa in cui verrà eletto il Co-Presidente ed il Consiglio Esecutivo verrà presieduta dal membro più anziano dell'Assemblea Legislativa. Le sessioni dell'Assemblea Legislativa sono pubbliche salvo necessità che richiedano il contrario. I lavori dell'Assemblea Legislativa in sessione a porte chiuse sono disciplinati dal regolamento di procedura. Articolo 47 Ci sarà un membro del Consiglio Supremo della Legislatura per ogni quindici mila (15.000) elettori registrati residenti all'interno della Regione Autonoma. L'Assemblea legislativa deve essere composta da almeno il quaranta per cento (40%), di entrambi i sessi secondo le leggi elettorali. La rappresentanza della comunità siriaca, così come la rappresentanza dei giovani nelle liste elettorali, è stabilita dalle leggi elettorali. Articolo 48 1- Nessun membro dell'Assemblea legislativa può restare in carica per più di due mandati consecutivi. 2 – Il termine di scadenza dell'Assemblea Legislativa può essere prorogato, in casi eccezionali, su richiesta di un quarto (¼) dei suoi membri o su richiesta dell'Ufficio della Presidenza del Consiglio, con il consenso dei due terzi (⅔) dei membri del Consiglio. Tale proroga non potrà superare i sei (6) mesi. Articolo 49 Ogni persona che ha raggiunto l'età di diciotto (18) anni acquisisce il diritto di voto. I candidati per l'Assemblea legislativa devono aver raggiunto l'età di ventidue (22) anni. Le condizioni per la candidatura e l'elezione sono stabiliti dalla legge elettorale. I membri dell'Assemblea Legislativa godono dell'immunità per gli atti e le omissioni effettuate nella funzione dei doveri d'ufficio. Eventuali azioni penali richiedono l'autorizzazione dell'Assemblea Legislativa, salvo il caso di reato flagrante. Alla prima occasione, l'Ufficio del Presidente del Consiglio è informato di tutti i procedimenti penali pendenti. Articolo 51 A nessun membro dell'Assemblea Legislativa, nel corso del suo mandato, è consentito di svolgere qualsiasi altro incarico pubblico, privato, o altra professione. Ogni altro incarico viene sospeso una volta adempiuto al giuramento costituzionale. Egli ha il diritto di tornare al suo lavoro, con tutti i suoi diritti e benefici, una volta che il suo mandato legislativo ha termine. Articolo 52 I Consigli Locali in ogni provincia della Regione Autonoma vengono formati attraverso elezioni dirette. Articolo 53 Le funzioni della Assemblea Legislativa sono quelle di: - Stabilire norme e procedure che disciplinano i lavori dell'Assemblea Legislativa. - Emanare leggi e regolamenti proposti per i Consigli locali e le altre istituzioni, comprese le commissioni permanenti e ad hoc, di sua competenza. - Esercitare il controllo sugli organi amministrativi ed esecutivi, compreso l'uso dei poteri di revisione. - Ratificare trattati ed accordi internazionali. - Delegare i propri poteri al Consiglio Direttivo o ad uno dei suoi membri e, successivamente, revocare tale delega. - Dichiarare lo stato di guerra e la pace. - Ratificare la nomina dei membri della Suprema Corte Costituzionale. - Adottare la legge finanziaria. - Stabilire la politica generale ed i piani di sviluppo. - Approvare e promulgare l'amnistia. - Adottare i decreti promulgati dal Consiglio Esecutivo; ed - Adottare leggi per il governo comune dei Consigli Provinciali delle Regioni Autonome. Parte V Il Consiglio Esecutivo Articolo 54 Premier cantonale A- Al Premier cantonale, insieme al Consiglio Direttivo delle Regioni Autonome, compete il potere esecutivo come stabilito nella presente Carta. B- Il candidato al posto di Premier cantonale deve 1- Avere più di 35 anni d'età; 2- Essere un cittadino siriano ed essere residente nel cantone; e 3- Non avere in corso procedimenti penali o cauzioni. C- Procedura per la candidatura ed elezione a Premier cantonale: 1- Entro 30 giorni dalla prima sessione della Assemblea Legislativa, il suo Presidente deve indire l'elezione dei Premier cantonali. 2- Le richieste di candidatura per l'incarico di Premier cantonale devono essere avanzate, per iscritto, alla Suprema Corte che le esaminerà e le accetterà o le respingerà in non meno di 10 giorni dalla chiusura dei termini di scadenza per la candidatura. 3- L'Assemblea Legislativa eleggerà il Premier cantonale a maggioranza semplice. 4- Se nessun candidato ricevesse la maggioranza semplice richiesta, si passa ad una seconda votazione in cui viene eletto il candidato che riceve il numero più alto di voti. 5- L'incarico di Premier cantonale ha la durata di quattro (4) anni dal giorno di assunzione del giuramento d'ufficio; 6- Il Premier cantonale presta giuramento d'ufficio davanti alla Assemblea Legislativa prima di assumere i suoi doveri ufficiali. 7- Il Premier cantonale nomina uno o più Deputati, con l'approvazione della Assemblea Legislativa. I Deputati prestano giuramento d'ufficio davanti al Premier cantonale, dopo che gli sono state delegate le funzioni specifiche. 8- Nel caso il Premier cantonale non fosse in grado di adempiere al suo incarico, uno dei suoi Deputati potrà prenderne il posto. Laddove per qualsiasi ragione il Premier cantonale ed i Deputati non siano in grado di portare avanti i loro doveri, i compiti di Premier cantonale saranno assunti dal Presidente della Assemblea Legislativa; e 9- Il Governatore deve consegnare una lettera di dimissioni alla Assemblea Legislativa. D- Poteri e funzioni del Premier cantonale: 1- Il Premier cantonale garantisce il rispetto per la Carta e per la protezione dell'unità e sovranità nazionale, ed esplica le sue funzioni al meglio delle sue capacità e della sua coscienza. 2- Il Premier cantonale nomina il Presidente del Consiglio Esecutivo. 3- Il Premier cantonale applica le leggi approvate dalla Assemblea Legislativa ed emette decisioni, ordinanze e decreti in coerenza con codeste leggi. 4- Il Premier cantonale deve invitare la neoeletta Assemblea Legislativa a convocarsi entro quindici (15) giorni dalla proclamazione dei risultati elettorali; 5- Il Premier cantonale può concedere medaglie. 6- Il Premier cantonale può emettere amnistie su eventuale richiesta del Presidente del Consiglio Esecutivo. E- Il Premier cantonale è responsabile nei confronti del popolo tramite i suoi rappresentanti in seno alla Assemblea Legislativa. La Assemblea Legislativa ha il diritto di portarlo davanti alla Corte Suprema per accuse di tradimento ed altre forme di sedizione. Il Consiglio Esecutivo: Il Consiglio Esecutivo è il più alto organismo esecutivo ed amministrativo nelle Regioni Autonome. Esso è responsabile della applicazione delle leggi, delle risoluzioni e dei decreti approvati dalla Assemblea Legislativa e dalle istituzioni giudiziarie. Coordina le istituzioni delle Regioni Autonome. Articolo 55 Il Consiglio Esecutivo è composto da un Presidente, dai rappresentanti e dalle commissioni. Articolo 56 Il partito o la coalizione che ottiene la maggioranza dei seggi in seno alla Assemblea Legislativa darà vita al Consiglio Esecutivo entro un mese dall'incarico, con la approvazione della maggioranza semplice (51%) dei membri della Assemblea Legislativa. Articolo 57 Il Capo del Consiglio Esecutivo potrà ricoprire tale incarico per non più di due mandati consecutivi, ciascuno della durata di quattro (4) anni. Articolo 58 Il Capo del Consiglio Esecutivo può scegliere dei consiglieri tra i membri neoeletti del Consiglio Legislativo. Articolo 59 Ogni consigliere avrà l'incarico di responsabile di uno degli organi del Consiglio Esecutivo. Articolo 60 Il lavoro del Consiglio Esecutivo, compresi i Dipartimenti, nonchè le relazioni con altre istituzioni/commissioni sono regolati per legge. Articolo 61 Dopo la formazione e l'approvazione del Consiglio Esecutivo, esso emetterà la sua prospettiva di Programma di Governo. Dopo il suo passaggio attraverso l'Assemblea legislativa, il Consiglio Esecutivo è tenuto ad attuare il programma di governo durante quella legislatura. Articolo 62 Le nomine degli alti funzionari e rappresentanti dei Dipartimenti sono prerogativa del Consiglio Esecutivo ed approvate dal Consiglio Legislativo. I Consigli Amministrativi Provinciali [Consigli Municipali]: 1- I Cantoni delle Regioni Autonome sono composti di Consigli Amministrativi Provinciali [Consigli Municipali] e sono gestiti dal Consiglio Esecutivo pertinente che mantiene il potere di modificare le sue funzioni ed i regolamenti; 2- I poteri ed i doveri dei Consigli Amministrativi Provinciali [Consigli Municipali] sono fondati in adesione alla politica di decentramento. La supervisione cantonale dell'autorità dei Consigli amministrativi provinciali [Consigli Municipali], compresi il bilancio e le finanze, i servizi pubblici e le elezioni di sindaco, è regolata dalla legge. 3- I Consigli Amministrativi Provinciali [Consigli Municipali] sono eletti direttamente dal popolo con voto segreto. Part VI Il Consiglio di Giustizia: Articolo 63 L'indipendenza della giustizia è principio fondante dello Stato di diritto, che assicura una disposizione giusta ed efficace dei casi da parte dei giudici competenti e imparziali. Articolo 64 Ogni individuo accusato di un reato è innocente presunto fino a quando e a meno che non sia dimostrata la sua colpevolezza da un tribunale competente e imparziale. Articolo 65 Tutte le istituzioni del Consiglio di Giustizia devono essere composte da almeno il quaranta per cento (40%) di entrambi i sessi. Articolo 66 Il diritto alla difesa è sacro e inviolabile in tutte le fasi di un'indagine e di un processo. Articolo 67 La rimozione di un magistrato dal suo ufficio avviene su decisione del Consiglio di Giustizia. Articolo 68 Le sentenze e le decisioni giudiziarie sono emesse in nome del popolo. Articolo 69 La mancata esecuzione di un sentenza e di ordinanze giudiziarie costituisce violazione della legge. Articolo 70 Nessun civile potrà essere processato da un tribunale militare o da un tribunale speciale ad hoc. Articolo 71 Ricerche di case e di altre proprietà private devono essere effettuate in conformità con un mandato correttamente eseguito, rilasciato da un'autorità giudiziaria. Articolo 72 Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, ai fini della determinazione dei suoi diritti ed obblighi e di ogni accusa penale contro di lui. Articolo 73 Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato o detenuto. Nessuno può essere privato della propria libertà, se non per i motivi e in conformità con tale procedura previsti dalla legge. Articolo 74 Chiunque sia stato vittima di arresto o detenzione illegali o abbia subito danni e sofferenze in conseguenza degli atti e delle omissioni delle autorità pubbliche ha diritto ad un risarcimento. Articolo 75 Il Consiglio di Giustizia è stabilito per legge. VII L'Alta Commissione Elettorale Articolo 76 L'Alta Commissione Elettorale è un organismo indipendente, competente per vigilare ed espletare il processo elettorale. E 'composto da 18 membri, in rappresentanza di tutti i cantoni, che sono nominati dall'Assemblea legislativa. 1. Le decisioni in seno all'Alta Commissione Elettorale sono prese con una maggioranza qualificata di undici (11) voti. 2. I componenti della Alta Commissione Elettorale non possono assumere incarichi nella Assemblea Legislativa. 3. L'Alta Commissione Elettorale determina la data delle votazioni, dell'annuncio dei risultati elettorali e riceve le candidature dei candati eleggibili per l'Assemblea Legislativa. 4. In base all'Articolo 51, l'Alta Commissione Elettorale verifica l'eleggibilità dei candidati che ambiscono ad essere eletti nell'Assemblea Legislativa. L'Alta Commissione Elettorale è l'unico organismo competente a ricevere accuse di brogli elettorali, intimidazioni degli elettori o interferenze illecite con il processo elettorale. 5. L'Alta Commissione Elettorale è monitorata dalla Corte Suprema e può essere monitorata da osservatori delle Nazioni Unite e da organizzazioni della società civile. 6. L'Alta Commissione Elettorale insieme al Consiglio di Giustizia, convoca tutti i candidati in gara per l'elezione alla Assemblea Legislativa per annunciare i nomi del candidati eleggibili. VIII La Suprema Corte Costituzionale Articolo 77 a)- La Suprema Corte Costituzionale è composta da sette (7) membri, tutti nominati dalla Assemblea Legislativa. I suoi membri possono essere giudici, giuristi e avvocati, i quali devono avere non meno di quindici (15) anni di esperienza professionale. b)- Nessun membro della Suprema Corte Costituzionale potrà essere eletto nel Consiglio Esecutivo o nella Assemblea Legislativa od avere uffici e posizioni retibuiti, come definito per legge. c)- Il mandato di ogni membro ha la durata di quattro (4) anni. Nessun membro può fare più di due mandati. Le funzioni della Suprema Corte Costituzionale Articolo 78 1. Interpretare gli articoli ed i sottostanti principi della Carta. 2. Stabilire la costituzionalità delle leggi emesse dalla Assemblea Legislativa e delle decisioni prese dal Consiglio Esecutivo. 3. Rivedere giuridicamente atti legislativi e decisioni esecutive, laddove tali atti e decisioni possano essere in conflitto con la lettera e lo spirito della Carta e della Costituzione. 4. I Premier cantonali, i membri della Assemblea Legislativa e del Consiglio Esecutivo possono comparire davanti alla Suprema Corte Costituzionale, qualora siano accusati di aver agito in violazione della Carta. 5. Le sue decisioni sono prese con voto a maggioranza semplice. Articolo 79 Un membro della Suprema Corte Costituzionale non può essere rimosso dal suo incarico se non per verificata cattiva condotta ed incapacità. Le disposizioni e le procedure che disciplinano il lavoro della Suprema Corte Costituzionale sono stabiliti con legge speciale. Articolo 80 Procedura per la determinazione della costituzionalità di una legge: 1- La decisione di non-costituzionalità di una legge avviene come segue: a)- Qualora, prima della promulgazione di una legge, oltre il venti per cento (20%) dell'Assemblea Legislativa si oppone alla sua costituzionalità, la Corte Costituzionale Suprema è investita della questione e pronuncia la sua sentenza entro quindici (15) giorni; se la legge deve essere emanata con urgenza, una sentenza deve essere emessa entro sette (7) giorni. b)-Qualora, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale Suprema, oltre il venti per cento (20%) dell'Assemblea Legislativa obietti ancora sulla sua costituzionalità, può essere presentato. appello. c)- Se, in sede di appello, la Corte Costituzionale Suprema sentenzia che la legge deve essere ritenuta come incostituzionale, la legge è considerata nulla e non valida. 2. Se in un tirbunale viene sollevata una obiezione di legittimità costituzionale di una legge si procede come segue: a)- Se le parti in causa sollevano una obiezione di costituzionalità ad una legge e il giudice la ritiene ammissibile, la questione è sospesa e deferita alla Corte Costituzionale Suprema b)- La Corte costituzionale Suprema deve pronunciare la sua sentenza entro trenta (30) giorni. Articolo 81 La Carta si applica all'interno delle Regioni Autonome. Essa può essere modificata solo da una maggioranza qualificata di due terzi (⅔) dell'Assemblea Legislativa. Articolo 82 La Carta deve essere presentata alla Assemblea Legislativa transitoria per la revisione e la ratifica. Articolo 83 I cittadini siriani in possesso di doppia cittadinanza non possono assumere posizioni di rilievo presso l'Ufficio del Premier cantonale, nel Consiglio Provinciale, e nella Corte Costituzionale Suprema Articolo 84 La Carta definisce il quadro normativo attraverso il quale le leggi, i decreti, e gli stati di emergenza sono attuati formalmente. Articolo 85 Le elezioni per formare l'Assemblea Legislativa si svolgono entro quattro (4) mesi dalla ratifica della Carta da parte della Assemblea Legislativa transitoria. La Assemblea Legislativa transitoria si riserva il diritto di prorogare tale lasso di tempo in caso di circostanze eccezionali. Articolo 86 Giuramento d'ufficio pronunciato dai membri della Assemblea Legislativa "Giuro solennemente, in nome di Dio Onnipotente, di rispettare la Carta e le leggi delle Regioni Autonome, per difendere la libertà e gli interessi del popolo, per garantire la sicurezza delle Regioni Autonome, per tutelare i diritti di legittima auto-difesa e di lottare per la giustizia sociale, nel rispetto dei principi delle regole democratiche sancite nel presente documento.” Articolo 87 Tutti gli organi direttivi, istituzioni e commisioni sono composti da almeno il quaranta per cento (40%), di entrambi i sessi. Articolo 88 Il Codice Penale e Civile siriano è applicato nelle Regioni Autonome tranne quando in contraddizione con le disposizioni della Carta. Articolo 89 In caso di conflitto tra le leggi approvate dall'Assemblea Legislativa e quelle emesse dal governo centrale, la Suprema Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legge applicabile, sulla base del miglior interesse per le Regioni Autonome. Articolo 90 La Carta garantisce la tutela dell'ambiente e considera lo sviluppo sostenibile degli ecosistemi naturali come scelta etica e sacro dovere nazionale. Articolo 91 Il sistema di istruzione delle Regioni Autonome si basa sui valori della riconciliazione, della dignità e del pluralismo. Si tratta di una marcata presa di distanza dalle politiche educative precedenti fondate su principi razzisti e sciovinisti. L'educazione nelle Regioni Autonome respinge le politiche di istruzione precedenti basate su principi razzisti e sciovinisti. Essa si fonda iinvece sui valori della riconciliazione, dignità, e pluralismo. a)- Il nuovo curriculum formativo dei Cantoni membri riconosce la ricca storia, la cultura e il patrimonio dei popoli delle Regioni Autonome. b)-Il sistema di istruzione, i canali del servizio pubblico e le istituzioni accademiche devono promuovere i diritti umani e la democrazia. Articolo 92 a)- La Carta sancisce il principio della separazione tra religione e Stato. b)-La libertà di religione è protetta. Devono essere rispettate tutte le religioni e le fedi nelle Regioni Autonome. Il diritto di esercitare le credenze religiose deve essere garantito, in quanto non influisce negativamente sul bene pubblico. Articolo 93 a)- La promozione del progresso culturale, sociale ed economico dalle istituzioni amministrative assicura la stabilità e il benessere pubblico all'interno delle Regioni Autonome. b)- Non vi è alcuna legittimità per l'autorità che contraddice questa carta. Articolo 94 La legge marziale può essere invocata e revocata da una maggioranza qualificata di due terzi (⅔) del Consiglio Esecutivo, in una sessione speciale presieduta dal Premier cantonale. La decisione deve poi essere presentata e approvata all'unanimità dall'Assemblea Legislativa, con proprie disposizioni contenute in una legge speciale. Gli Organi del Consiglio Esecutivo Articolo 95 1. Organo per le Relazioni Estere 2. Organo per la Difesa 3. Organo per gli Affari Interni 4. Organo di Giustizia 5. Organo dei Consigli Cantonali e Municipali affiliato al Comitato di Pianificazione e Censimento 6. Organo per le Finanze, affiliato al a)-Comitato per i Regolamenti Bancari. b)- Comitato delle Dogane e delle Accise. 7. Organo per gli Affari Sociali 8. Organo per l'Istruzione 9. Organo per l'Agricoltura 10. Organo per l'Energia 11. Organo per la Sanità 12. Organo per la Cooperazione Commerciale ed Economica 13. Organo per i Martiri e per le questioni dei Veterani 14. Organo per la Cultura 15. Organo per i Trasporti 16. Organo per la Gioventù e lo Sport 17. Organo per l'Ambiente, il Turismo ed i reperti storici 18. Organo per gli Affari Religiosi 19. Organo per la Famiglia e l'Uguaglianza di Genere 20. Organo per i Diritti Umani 21. Organo per le Comunicazioni 22. Organo per il Cibo 23. Organo per la Sicurezza Articolo 96 La Carta verrà pubblicata sui mezzi di di comunicazione e sulla stampa. (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali) Link esterno: http://kurdishquestion.com/kurdistan/west-kurdistan/the....html

mercoledì 22 ottobre 2014

SABATO 25 OTTOBRE TUTTI A ROMA

Le manovre messe in campo dal governo contro i lavoratori e contro il lavoro mirano a eliminare qualsiasi forma organizzata della classe operaia. Renzi si fa forte della mancanza di un’opposizione sociale adeguata allo scontro in atto grazie anche alla copertura sindacale di CGIL e FIOM; la stessa manifestazione del 25 ottobre, in assenza di una piattaforma contro il governo e le sue politiche, è insufficiente a contrastare l’attacco ai lavoratori e alle masse popolari. Serve allora organizzare attorno a una piattaforma che unifichi tutto il mondo degli sfruttati un programma di riscossa sociale; urge mettere in campo tutte le forze della sinistra politica, sindacale e di movimento per la costruzione di un vero sciopero generale che ribalti i rapporti di forza e che blocchi le manovre del governo. Per queste ragioni invitiamo tutti i lavoratori e lavoratrici a manifestare a Roma sabato 25 ottobre dietro lo striscione “CONTRO IL GOVERNO RENZI, PER LO SCIOPERO GENERALE” nello spezzone organizzato dalla sinistra sindacale classista “IL SINDACATO E’ UN'ALTRA COSA-opposizione Cgil”, dove si concentreranno tutte le forze di opposizione al governo e di contrasto alle politiche di CGIL CISL e UIL per la richiesta di uno sciopero generale vero. Concentramento ore 9,30 piazza della Repubblica Per partecipare e prenotare i posti in pullman contattate i vostri delegati CGIL oppure chiamate il 3397203900 www.sindacatounaltracosa.org

Comunicato internazionale socialista-libertario in solidarietà con la resistenza curda

Comunicato internazionale socialista-libertario in solidarietà con la resistenza curda La rivoluzione iniziata dai nostri compagni nella Rojava, in quanto parte di un più vasto movimento di liberazione del popolo curdo e, tramite quest'ultimo, di tutti i popoli del Medio Oriente, è fonte di ispirazione per tutti coloro che anelano ad un mondo libero, uguale e giusto senza dominatori e dominati. Siamo di fronte ad una esperienza di democrazia diretta in cui ci sono le basi per un socialismo libero ed autogestito che rispetti l'ambiente e l'autonomia dei popoli. I socialisti libertari di tutto il mondo sentono che questa rivoluzione è la loro rivoluzione. Oggi questa rivoluzione viene aggredita da una triplice minaccia costituita dall'imperialismo, dall'autoritarismo statalista e dalla reazione oscurantista, fanatica ed ultra-conservatrice che nasce dalle viscere della decomposizione creata dall'occupazione e dall'invasione delle terre dei popoli del Medio Oriente. Mentre la reazione oscurantista colpisce con le armi ottenute grazie all'imperialismo, le forze armate turche stanno erigendo una barriera militare di carri armati e cannoni allo scopo di schiacciare la popolazione curda, come tra l'incudine ed il martello. I/le nostr* compagn* nella Rojava stanno combattendo, armi in pugno, quale parte di una ampia mobilitazione di tutto il popolo contro questa triplice minaccia ed un perverso assedio, per difendere ciò che hanno conquistato con la loro lotta: la loro autonomia e la loro libertà. Ma non sono soli in questa battaglia. Sono con loro milioni di uomini e donne dallo spirito libero che gli si stringono intorno, sostenendoli e tenendo loro le mani nella lotta per il mondo nuovo che sta crescendo nei nostri cuori. L'eroica resistenza di oggi nella città di Kobanê è l'erede della lunga storia di lotte di popoli che hanno detto "No Pasarán!" Da diverse parti del mondo, vogliamo dichiarare che la vostra lotta è anche la nostra. Noi siamo con voi, disposti a fare la nostra parte nella lotta per la trasformazione sociale universale, ora più necessaria che mai. Esigiamo la fine della repressione, il rilascio dei prigionieri politici e dei prigionieri di guerra, incluso Abdullah Öcalan, la fine della criminalizzazione internazionale dei rivoluzionari curdi ed il rispetto per l'autonomia delle comunità che stanno tenendo le redini del loro destino nelle loro mani. Siamo uniti nella lotta per la liberazione da tutte le forme di oppressione e di sfruttamento, per la costruzione di una nuova società libera ed uguale. Sosteniamo la vostra lotta per la società rivoluzionaria con tutti i mezzi necessari a mettere fine alla violenza dello Stato, del capitalismo, dell'imperialismo e del patriarcato. Solidarietà rivoluzionaria e libertaria Periódico Solidaridad (Chile) Frente de Trabajadores Ernesto Miranda – FTEM (Chile) Workers Solidarity Movement (Ireland) Federazione dei Comunisti Anarchici – FdCA (Italy) Organisation Socialiste Libertaire – OSL (Switzerland) Collectif Communiste Libertaire Bienne – CCLBienne (Switzerland) Alternative Libertaire (France) Melbourne Anarchist Communist Group (Australia) Federação Anarquista Gaúcha (Brazil) Acción Libertaria Estudiantil (Colombia) Militantes Sindicales y Sociales por una Corriente Libertaria (Buenos Aires, CABA, La Plata - Argentina) Melissa Sepúlveda, President of the Federation of Students of University of Chile – Fech (Chile)

Incontro nazionale di Genuino clandestino a Pesaro 24/26 ottobre

PROGRAMMA DEFINITIVO Venerdì 24 ottobre – CSA Oltrefrontiera (via Leoncavallo, 15) dalle ore 15 – Accoglienza ore 17 – Tavolo di confronto sui temi legati all’apicoltura ore 20 – Cena sociale ore 21.30 – Proiezione in prima visione di “La zappa sui piedi”, video itinerante di narrazione e musica su api, pesticidi e agricoltura. Di Andrea Pierdicca e Enzo Monteverde (“Cantico delle Api”). _ al CSA saranno disponibili le relazioni iniziali dei vari tavoli tematici e verranno appesi dei cartelloni per potersi iscrivere _ Sabato 25 ottobre – ex-Cubo/giardino di palazzo Ricci (via Sabbatini) ore 9 – Inizio dei TAVOLI TEMATICI presso i locali dell’ex-Cubo ed altri spazi adiacenti. 1. Sistemi di Garanzia partecipata 2. TerrABC: Accesso alla terra – terre demaniali, usi civici e l’esperienza di Mondeggi 3. Costruire Comunità: migliorare le sinergie e costruire pratiche comuni nelle lotte contadine e cittadine 4. NoExpo: proposte e iniziative prima e durante Expo 5. Il cibo in movimento: cucine popolari e cultura del cibo nei movimenti 6. Lavoro precario e intermediazione di manodopera nelle campagne e oltre 7. Decolonizziamo il nostro immaginario sul denaro (laboratorio esperienziale a cura di MAG6) ore 13 – Pranzo in giardino ore 14:30 – Ripresa TAVOLI TEMATICI 1. Sistemi di Garanzia partecipata 2.3.4. TerrABC: programmazione di un’agenda di lotte 5. Il cibo in movimento: cucine popolari e cultura del cibo nei movimenti 6. Lavoro precario e intermediazione di manodopera nelle campagne e oltre 7. Strumenti monetari e non monetari per ridurre la nostra dipendenza dal denaro ore 17 – Chiusura tavoli tematici e elaborazione proposte per la plenaria ore 18 – Assemblea plenaria del movimento Genuino Clandestino ore 20 – Cena sociale ore 21.30 – Concerto LosKitanos (musica balcanica) _tutto il giorno: area gioco a cura di Caimercati, librerie autogestite, banchetti informativi, accompagnamento sonoro con Bob alla consolle_ Domenica 26 ottobre – piazza del Conservatorio/giardino di palazzo Ricci (via Sabbatini) dalle ore 9 in poi – MOSTRA MERCATO delle resistenze contadine e delle autoproduzioni •Concerto itinerante Vagabanda musica popolare partenopea e canzone disturbativa •Contributi artistici, musica e allestimenti circensi a cura di Circo Paniko e Viktoria Varga _degustazioni di strada tra i banchi del mercato e declamazioni pubbliche di presentazione delle campagne di Genuino Clandestino _ ore 10 – presentazione di contact improvisation/autodeterminazione corporea ore 14– presentazione della “Pedagogia della Lumaca” e laboratorio per bambini a cura del progetto Lucignolo @giardino di palazzo Ricci ore 16.30 – Spettacolo teatrale per bambini “Il maiale e l’aiuto chef” di Ultimo teatro @giardino di palazzo Ricci ore 16.30– Dibattito pubblico “da EXPO a F.I.CO. – affamare il pianeta, energia per le lobbies” con Rete Attitudine No-Expo (Milano), La foglia di F.I.CO. (Bologna), Lavoratori Eataly in lotta (Firenze) @ex-Cubo ore 18.30 – Concerto del trio Uzza-zà (musiche dal mondo per violino/pianoforte/contrabbasso) dalle ore 20.00 – Cena conviviale in giardino dalle ore 21 – Scambi tra produttori e smontaggio mercato _tutto il giorno: area gioco a cura di Caimercati, librerie autogestite, banchetti informativi, accompagnamento sonoro con Bob alla consolle_

martedì 14 ottobre 2014

PRESIDIO IN SOLIDARIETA' CON LA RESISTENZA KURDA, CONTRO I TERRORISTI DELL'ISIS!

VENERDI' 17 OTTOBRE ORE 18.30 in P.tta Cavour a Pordenone PRESIDIO IN SOLIDARIETA' CON LA RESISTENZA KURDA, CONTRO I TERRORISTI DELL'ISIS! Da più di due anni il popolo del Rojava – regione a maggioranza curda nel nord della Siria – ha liberato il proprio territorio sperimentando una vera e propria rivoluzione sociale, fondata sulla partecipazione dal basso, l'uguaglianza tra uomini e donne e il rispetto dell'ambiente. Proprio in queste ore, la "confederazione democratica" del Rojava è sotto attacco. Le sue milizie di difesa del popolo (YPG) e delle donne (YPJ), con l'aiuto dei guerriglieri del PKK, stanno combattendo – in particolare nel cantone di Kobane – un'eroica e disperata resistenza contro i tagliagole dello “Stato islamico”. L'autogoverno del Rojava sta dimostrando sul campo la possibilità di un' alternativa alla balcanizzazione del Medio oriente, alla guerra fratricida, alla rapina delle risorse... Proprio per questo si trova isolato, censurato, strangolato, dalla politica ipocrita di tutte le forze statali e capitaliste (Turchia in testa), che sostengono di fatto l'avanzata dell'I.S., mentre pubblicamente fingono di opporvisi. Proprio per questo, in ogni dove c’è chi sta riconoscendo come propria la resistenza degli uomini e delle donne di Rojava! Spezziamo l'isolamento! Sosteniamo la resistenza del Rojava! INIZIATIVA LIBERTARIA - PORDENONE

Appello per una GIORNATA ANTIRAZZISTA e ANTIFASCISTA a Verona il 25 Ottobre 2014

Appello per una GIORNATA ANTIRAZZISTA e ANTIFASCISTA a Verona il 25 Ottobre 2014 Verona è ormai da troppo tempo una città-laboratorio dell’estrema destra e dei movimenti integralisti cattolici, appoggiati dall’attuale sindaco, il leghista Flavio Tosi. Tra i consiglieri comunali e circoscrizionali eletti nella sua lista, parecchi provengono dalle file della destra radicale e qualcuno ne è tuttora il referente. Vittorio Di Dio, ex Msi-An-PdL, è il referente di CasaPound in consiglio comunale, Marcello Ruffo, coordinatore regionale di CasaPound, è consigliere in Terza circoscrizione, Massimo Piubello, ex Veneto Front Skinhead, ex Fiamma Tricolore, attualmente di Progetto nazionale-Fiamma futura, è consigliere com...unale, Ciro Maschio, ex Fronte della Gioventù, ex An, attualmente di Fratelli d’Italia, è consigliere comunale e via discorrendo. Altri, ex consiglieri in forza al centrodestra, sono stati nominati presidenti delle municipalizzate. Andrea Miglioranzi, ex Veneto Front Skinhead, chitarrista del gruppo nazirock “Gesta Bellica” è presidente dell’Amia (municipalizzata per i Servizi ambientali), Massimo Mariotti, ex MSI-AN, referente della destra sociale, indicato dagli integralisti cattolici sul sito Agere Contra come loro responsabile, ex assessore alle Politiche giovanili nella giunta Sironi (Forza Italia) dal 1998 al 2002, è presidente di Acque Veronesi, la società consortile che gestisce la rete idrica cittadina. L’avvocato difensore di tutti i neonazisti coinvolti in pestaggi o peggio, Roberto Bussinello, ex Fiamma tricolore, ex Forza Nuova, attualmente di Comunità identitaria, fa parte dell’organismo di vigilanza di Agsm (municipalizzata che gestisce la rete di distribuzione di gas ed energia elettrica). L’ultimo, eclatante episodio di discriminazione “istituzionale”, che riguarda “soltanto” un gruppo musicale, i 99 Posse, a cui è stato praticamente impedito di esibirsi in città nell’ambito dell’Vrban Ecofestival, è sintomatico del clima di intimidazione portato avanti dall’estrema destra che gode di appoggi e collateralismo nella giunta comunale. Ma sono però molti altri gli episodi e i fatti, ben più gravi, a scandire la vita quotidiana della città. L’aggressione squadrista all’università in occasione di una conferenza di Alessandra Kersevan sulle foibe, l’approvazione in consiglio comunale di una mozione omo-transfobica a cura del consigliere integralista cattolico Alberto Zelger, che invita le scuole a vigilare sulle iniziative in odor di “teoria del gender” con numero verde comunale per ricevere le “spiate”, le varie ordinanze e divieti del sindaco, tra cui quella che multa chi soccorre i senzatetto, l’aggressione fascista in vari locali del quartiere popolare di Veronetta con protagonista il suddetto consigliere di circoscrizione Marcello Ruffo, l’approvazione con finanziamento pubblico del progetto di quest’ultimo per una commemorazione del neofascista Sergio Ramelli, sono soltanto alcuni degli episodi di un elenco che sarebbe tristemente più lungo. Dal 2008, quando una banda di ragazzotti (tra cui alcuni neofascisti) aggredì Nicola Tommasoli che morì in seguito alle violenze, non è cambiato nulla! Già 14 anni fa gli antifascisti veronesi chiamarono alla mobilitazione le forze democratiche, nel tentativo di fermare quello che anche allora si configurava come un laboratorio avanzato delle destre. Allora la Lega era alleata con Forza Italia per affermare un blocco di consenso che comprendeva nuovi fascisti e integralisti. Oggi la Lega ha il volto del sindaco Tosi che nel frattempo è diventato un fenomeno mediatico ma che in realtà è l’abile tessitore di questo laboratorio, coadiuvato dai suoi amici fascisti vecchi e nuovi. A tutto ciò non è estranea neppure la Chiesa cattolica, che a Verona, oltre ad esprimere la potenza anche economica legata all’Opus Dei, trova nell’attuale vescovo Zenti un forte sostenitore non solo degli integralisti ma anche dello stesso sindaco. Ci sembra dunque arrivato il momento di lanciare un appello per una nuova grande GIORNATA ANTIRAZZISTA E ANTIFASCISTA a Verona per sabato 25 ottobre, che sia non un punto d’arrivo ma la tappa di un percorso di riflessione, di sensibilizzazione e di reale cambiamento. E’ il momento di riappropriarci della città, degli spazi, della facoltà di decidere chi deve suonare o meno, o di fare una festa senza che vengano bruciate bandiere. Abbiamo sete di cultura, di conoscenza e di confronto, insomma vogliamo una città libera, aperta, solidale, inclusiva, vivace e accogliente, Verona, città medaglia d'oro della Resistenza, ora e sempre antifascista! ASSEMBLEA per il 25 OTTOBRE per adesioni: assemblea25ottobre@autoproduzioni.net Sabato 25 Ottobre 2014 h. 10.30 Incontro Pubblico con Saverio Ferrari (responsabile dell'Osservatorio Democratico sulle nuove destre) h. 14.30 Concentramento piazzale Stazione P.ta Nuova h. 15.00 Corteo Al termine CONCERTO GRATUITO

DOSSIER FONDAMENTALISMO

Questo con l'aricolo "Il PD non è un movimento anarchico" sono pezzi ripresi dalla newsletter dell'Unione dei Comunisti Anarchici d'Italia , piccola formazone politica comunista anrchica , coincidente con gruppo "Crescita politica" di Firenze , volebtieri pubblichiamo e segnaliamo il loro dossier sul FONDAMENTALISMO http://www.ucadi.org/stampa-ucadi/360-la-strategia-jihdista

Il PD non è un movimento anarchico

Ci mancherebbe altro! ce ne vergogneremmo profondamente! Cosa sia ora il PD è per noi abbastanza chiaro: un partito di centro di natura e principi oligarchici che si dedica alla gestione degli affari dell’oligarchia che rappresenta. Gestore e garante degli affari, e spesso del malaffare, di un paese dove almeno un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e dove un ristretto gruppo di famiglie possiede la maggior parte delle ricchezze, uno dei paesi dove la distribuzione della ricchezza è tra le più ineguali del mondo, dove la stampa e i media sono asserviti al potere, dove le classi sfruttate di proletari e sottoproletari sono emarginate dalla vita politica. Né più nobili sono le sue origini se si guarda alle componenti storiche che hanno concorso alla sua formazione: Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana. Partito Comunista Italiano Nato nel 1921 da una scissione del Partito Socialista Italiano. sotto la direzione di Amedeo Bordiga esso prese le distanze dalla “Politica del Fronte Unico antifascista”, sconfessando quei suoi militanti che aderirono al Fronte Unico antifascista affermando: “…ma che cosa volete fare Con della gente dalla mente tanto confusa Gente che non ha letto probabilmente Nemmeno il terzo libro del Capitale” (dall’inno degli Arditi del popolo: Siam del popolo gli arditi) Divenuto ben presto terzinterniazionalista venne diretto da uomini di fiducia del Comintern di stretta obbedienza moscovita, scaricò ben presto il suo leader Gramsci e la direzione passò a Togliatti che provvide ad epurarne scientificamente le fila, eliminando nei gulag della Siberia i dissidenti. Si distinse agli ordini di Gallo (pseudonimo di Luigi Longo) per l’assassinio sistematico dei combattenti rivoluzionari – soprattutto degli anarchici come Camillo Berneri – durante la Guerra civile spagnola. Continuò il sistematico omicidio delle avanguardie politiche non in linea col Partito durante la lotta antifascista e si onora di avere fra i suoi epuratori a Napoli l’ex fascista Napolitano Giorgio, in servizio presso la federazione di Napoli. Al PCI si deve l’amnistia a favore dei fascisti repubblichini e tra l’altro il rilascio di una patente di partigiano a Licio Gelli da parte della Federazione di Pistoia come ringraziamento per la partecipazione all’assassinio del partigiano anarchico Silvano Fedi. Il PCI partecipò alla nascita della Repubblica promuovendo, in accordo con la DC l’art.7 della Costituzione che garantisce ancora oggi i privilegi della Chiesa cattolica. Espulso ben presto dal governo del paese, garantì comunque la stabilità del sistema e una opposizione sempre prona alle scelte del capitale, istituzionalizzando il dissenso, normalizzando il sindacato (CGIL) e promuovendone l’espulsione della corrente di sinistra, obiettivo realizzato nel 1952. La sua egemonia sulla sinistra italiana venne rimessa in discussione nel 1968 dalle lotte della classe operaia e degli studenti, ma la normalizzazione arrivò presto con la “strategia del compromesso storico”, formulata dopo il settembre 1973 da Enrico Berlinguer, un terzinternazionalista pentito, già al servizio dell’URSS, ma attento ai nuovi equilibri di potere in Europa. Seguirono una serie di proposte come la strategia dell’EUR in campo sindacale che portò all’introduzione della concertazione, costruendo di fatto un sistema consociativo. Dopo il progressivo inaridimento della “spinta propulsiva” del partito e il crollo dei regimi dell’Est Europa, nel 1991 il PCI si sciolse. Le mutate condizioni sociali del paese indussero i suoi quadri dirigenti nel 1994 a dar vita all’aggregazione elettorale dell’Ulivo, nel quale confluirono anche i resti della disciolta democrazia Cristiana. Da allora si realizzarono le cosiddette “convergenze parallele” e le oligarchie dei due partiti marciarono insieme, passando per diverse trasformazioni, fino a dar vita all’attuale Partito Democratico. La Democrazia Cristiana Nata nel 1917 con il nome di Partito Popolare, si distinse nella lotta contro la classe operaia e contadina durante il “Biennio Rosso”, venendo sonoramente sconfitta. Dopo la marcia su Roma una parte consistente di essa, guidata da Federzoni, confluì nel fascismo. Quando le sorti della seconda Guerra Mondiale volsero a favore degli alleati la Chiesa cattolica decise di rivitalizzare il Partito che entrò a far parte del Comitato di Liberazione Nazionale e venne da questi rilegittimato come forza democratica. Nata la Repubblica, con il sostegno USA, il suo leader Alcide De Gasperi estromise le sinistre dal governo, inaugurando un lungo quarantennio di governo durante il quale il Partito fu forza egemone, prima alleato dei partiti di centro destra e, dagli anni 70, del Partito Socialista. Come il suo epigono PCI il partito si sciolse in fasi successive a partire dal 1993 e una parte consistente di esso entrò a far parte della coalizione dell’Ulivo. Per tramite della Margherita da quella nidiata viene Renzi, reduce dai corsi di formazione politica fatti insieme ad Alfano. Da allora ex democristiani e ex PCI hanno avuto una storia comune. Il PD ora: partito oligarchico di centro Dopo una serie di modificazioni, quella che Luigi Bersani definisce come “la Ditta”, è diventata un'agenzia, ovvero un’azienda, che colloca sul mercato gli oligarchi del paese nei settori più diversi dalla politica all’economia, dalla gestione delle istituzioni agli apparati di polizia. E’ per questi motivi che il PD non è e non sarà mai un movimento anarchico Tra gli anarchici, soprattutto se comunisti anarchici, vige la responsabilità collettiva che impegna chi vi aderisce a rispettare le decisioni prese in comune, mentre ogni mandato è revocabile e sottoposto a costante verifica. Il PD, per la sua natura composita di formazione politica centrista e a causa della sua dichiarata vocazione maggioritaria, oggi esprime un aggregato di interessi che i comunisti anarchici combattono strenuamente. La Redazione di Crescita Politica

UMANITA’ NOVA NON DEVE CHIUDERE!

Riceviamo da compagni della federazione anarchica italiana l'accorato appello per salvare lo storico settimanale e leggendario quotidiano degli anni venti , che oltre ad essere un foglio organo degli anarchici federati è sempre stato crocevia per tutti i libertari . Qui oggi volentieri pubblichiamo l'appello per la sottoscrizione straordinaria "10000 euro per umanità Nova" redazione UMANITA’ NOVA NON DEVE CHIUDERE! Nonostante la generosità e l’impegno di lettori, diffusori e sostenitori le casse del giornale versano in bruttissime acque. La campagna di sottoscrizione straordinaria ha superato i 5000 euro raccolti ma non bastano: ci occorrono almeno 3000 euro di sottoscrizioni straordinarie da raccogliere entro fine mese per poter continuare a uscire! Facciamo un caloroso appello a tutti e tutte affinchè facciano la loro parte per permettere a Umanità Nova di continuare a uscire e a diffondere ogni settimana le idee di libertà, uguaglianza, solidarietà, internazionalismo, autogestione e azione diretta! Sosteniamo il settimanale anarchico! Versamenti sul ccp n. 89947345 intestato a Federico Denitto Casella Postale 812 34132 Trieste centro Per bonifici bancari: IBAN: IT88Q0760102200000089947345 CODICE BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX intestato sempre a Federico Denitto Indicando la causale “10000 euro per Umanità Nova” CAMPAGNA ABBONAMENTI 2015 Umanità Nova non si ferma! Contro qualsiasi logica commerciale e contro tutti coloro che preferirebbero farci tacere Umanità Nova rinnova la sua sfida! A 95 anni dalla sua nascita continua a essere la voce settimanale non solo degli anarchici federati ma anche di tutti i movimenti sociali, popolari, sindacali e culturali che portano avanti pratiche e idee basate sulla solidarietà, l’autogestione, l’azione diretta e l’internazionalismo. Affinchè un settimanale come il nostro continui a vivere è fondamentale avere sempre più abbonati/e, sostenitori/ci e diffusori. Abbonamenti 55 € annuale 35 € semestrale 65 € annuale+gadget (ricordatevi di indicare il gadget scelto) 80 € sostenitore 90 € estero 25 € PDF (chi sottoscrive questo abbonamento riceverà ogni settimana Umanità Nova in tempo reale sulla sua casella di posta elettronica in formato PDF, ricordarsi di specificarlo nella causale e di scrivere chiaramente l’indirizzo di posta elettronica). 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Zani pp. 236 (prezzo originario € 17,00) [con CD allegato] ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “A testa alta!”, Ugo fedeli e l'anarchismo internazionale (1911-1933), di A.Senta, pp. 272 (prezzo originario € 17,00) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Macnovicina”, L’eccitante lotta di classe di A.Piccitto, pp.176 (prezzo originario € 12,00) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “La gioventù anarchica”, Negli anni delle contestazioni (1965-1969) di F.Schirone pp.320 (prezzo originario € 15,00) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Che cos'è la proprietà?”, Ricerche sul principio del diritto e del governo di Pierre-Joseph Proudhon, pp. 230, (prezzo originario € 12,90) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “L'Unione Anarchica Italiana (1919-1926)”, pp 312 (prezzo originario € 15,00) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Bakunin e gli altri”, pp.380, (prezzo originario € 16,50) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Tra la storia e la libertà, Luce Fabbri e l'anarchismo contemporaneo”, pp. 320 (prezzo originario € 20,00) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ “Parole in libertà”, Umanità Nova tra il 1944 ed il 1953, pp.272(prezzo originario € 17,00) Produzioni della casa editrice Bruno Alpini: “QUANDO L’ANARCHIA VERRA” DVD - Documentario con voce narrante di Ascanio Celestini ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “VIVIR LA UTOPIA” – DVD con testimonianze dalla rivoluzione spagnola del 1936 ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ELISEE RECLUS, la Passion du Monde di Nicolas Eprendre – DVD sottotitolato in italiano ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Luce Fabbri Cressatti Machiavelli: tra l’essere e il “dover essere” prologo e note a “Il Principe” di Niccolò Machiavelli (in italiano e spagnolo)-opuscolo ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- "ANDREA PAPI - IL PENSIERO ANARCHICO CONTEMPORANEO"-opuscolo ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- "MASSIMO VARENGO - UTOPIE E CONTRORIVOLUZIONE NEL DECENNIO 1968-1977"-opuscolo ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Ouróboros DOCUMENTARIO prodotto dalla "NEU CIRCUITA" spagnola, su copione di un compagno del gruppo anarchico FAI di Madrid, quello di Alfredo Gonzalez. Durata 50 minuti e tratterà della falsa carità della chiesa spagnola. Uscirà, indicativamente per fine dicembre. Al momento abbiamo la certezza che sarà sottotitolato in inglese, tedesco e francese. Probabile anche in italiano. Daremo indicazioni più precise appena possibile. Gadget Fazzoletto rosso e nero (cm 85 x 45) --------------------------------------------- Set di spille anarchiche (10 pezzi)

IX Congresso Nazionale della FdCA

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1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)