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per giulio

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martedì 24 febbraio 2015

Solidarietà con la lotta NO TAV - Basta con le grandi opere inutili e con la repressione degli attivisti!

Solidarietà con la lotta NO TAV Basta con le grandi opere inutili e con la repressione degli attivisti! Da più di 20 anni, i residenti della Val di Susa, la gente comune e gli attivisti si oppongono alla costruzione di una ferrovia ad alta velocità per collegare Torino a Lione. Questa inutile infrastruttura provocherebbe una catastrofe ambientale letale per la natura e per l'equilibrio del sistema ecologico. Lo scavo di alcune delle gallerie previste provocherà la produzione di polveri di uranio e di amianto che si diffonderanno in tutta la valle. Sono altresì previsti molti espropri, in particolare di terreni agricoli, per facilitare la costruzione della ferrovia. E' stato dimostrato che i lavori per il TAV costeranno una fortuna per le popolazioni locali, mentre le linee attualmente in funzione potrebbero essere rese più funzionali e meglio utilizzate, soprattutto per il trasporto delle merci, che attualmente avviene su gomma, con grave inquinamento ambientale. Ogni metro di TAV costa 158.000 euro! Si tratta di risorse pubbliche sottratte ad opere ed a servizi socialmente utili per consegnarle nelle mani di mafie ed affaristi. Fin dall'inizio del progetto ci sono state forti proteste che non si sono mai interrotte, coinvolgendo migliaia di manifestanti che hanno occupato la Val di Susa e si sono resi protagonisti di diversi atti di resistenza e di sabotaggio nei cantieri imposti alla popolazione locale. Questo movimento è riuscito ad creare unità di lotta tra gli attivisti della Valle, persone di ogni parte d'Italia ed anche collettivi francesi, diventando in questi 20 anni un punto di riferimento per i movimenti sociali italiani. Lo Stato italiano ha usato la mano pesante della repressione. Per anni, gli attivisti NO TAV sono stati colpiti da provvedimenti giudiziari, emessi con rabbioso zelo dalla magistratura italiana. Anche se recentemente è caduta l'accusa di terrorismo, lo Stato italiano continua a colpire indiscriminatamente il movimento NO TAV, criminalizzando ogni manifestazione. Una vera e propria strategia tesa a colpire gli attivisti politici, sindacali e sociali in Italia, che si sta diffondendo in tutta Europa e nel mondo. Recentemente 48 militanti NO TAV sono stati condannati a oltre 140 anni complessivi di galera e ad un risarcimento di oltre 100.000 euro per le manifestazioni tenutesi tra il 27 giugno ed il 3luglio 2011. Si è trattato di una condanna politica costruita con intimidazioni e forzature. In tutto il mondo stanno sorgendo movimenti popolari contro le grandi opere inutili come la Testet TAZ, i progetti per dighe, aereoporti, centrali nucleari e molti altri finalizzati ad una società industrial-produttivistica che gli Stati ed il capitalismo ci stanno imponendo. Poco tempo fa, un compagno ha perso la vita, ucciso da una granata lanciata dalla polizia. Questo compagno poteva essere uno di noi. Rémi è stato assassinato mentre difendeva una zona che sarebbe stata trasformata in diga per garantire gli interessi dell'industria agricola nel Testet; una prova eloquente di quanto lo Stato e le maggiori imprese capitalistiche abbiano poca considerazione per la vita umana, per non parlare della natura. Fermare l'inutile progetto di alta velocità tra Torino e Lione significa fermare le sue mortali conseguenze sull'ambiente e sulla natura. Occorre fermare tutte le grandi opere inutili. Bisogna fermare il sacco dei territori! Bisogna riprendere il controllo popolare sui territori! Per tutto questo, il 21 febbraio grande manifestazione unitaria del movimento NO TAV a Torino. Solidarietà internazionale! Alternativa Libertaria/FdCA (Italia) Alternative Libertaire (Francia) Organisation Socialiste Libertaire (Svizzera) Collectif Communiste Libertaire Bienne (Svizzera) Libertarian Communist Group (Galles) Workers Solidarity Movement (Irlanda) Melbourne Anarchist Communist Group (Australia) Zabalaza Anarchist Communist Front (Sud Africa)

NO TAV SI SALUTE

Ogni metro di TAV costa 158.000 euro! 158000:1200 = 131 giornate di ricovero ospedaliero (la prestazione sanitaria più costosa) e chissà quante altre azioni per la prevenzione o di assistenza alla cronicità, si potrebbero fare.... NO TAV SI SALUTE solidarietà alla popolazione della Val di Susa ade

Alla conquista dell'organizzazione, verso il Social Strike europeo - documento conclusivo del secondo strike meeting di Roma

Strike Meeting, II atto Alla conquista dell'organizzazione, verso il Social Strike europeo Obiettivi principali del II atto dello Strike Meeting – li abbiamo chiariti fin dall'inizio – sono stati: il consolidamento e l'articolazione della coalizione sociale e l'estensione europea del processo dello Sciopero sociale. Dopo tre giornate assai ricche di confronto, non possiamo che ritenerci molto soddisfatti, la strada intrapresa è quella corretta. Tre giornate, occorre ricordarlo, segnate da una partecipazione quantitativamente maggiore del primo episodio del Meeting, ancora più eterogenea, con riferimento alle soggettività coinvolte, qualitativamente molto avanzata. Tra le plenarie e i workshop l'insistenza programmatica della discussione, già decisiva nel Meeting dello scorso settembre, è stata approfondita e, nello stesso tempo, estesa. Basta citare nel dettaglio la giornata di sabato, quella dei workshop sulle vertenze e la campagne comuni, per cogliere le novità più rilevanti. • L'apertura, a partire dal decisivo confronto tra i freelance e i professionisti atipici e degli ordini, della riflessione e della mobilitazione sulla fiscalità e la previdenza. Equità fiscale e previdenziale saranno i temi al centro del Tweet-storm del 20 febbraio (in coincidenza con il Cdm che riprenderà la delega fiscale), della mobilitazione del 27 febbraio sotto la Cassa forense (promossa dagli avvocati di MGA), della mobilitazione di marzo contro l'aumento dell'aliquota della Gestione separata INPS. • L'insistenza, ricorrente in più workshop, sui nodi del lavoro gratuito e della disoccupazione giovanile, da articolare su diversi territori sociali. In primo luogo, quello segnato dalle mobilitazioni sulla Youth Guarantee, che hanno indicato nel 28 di marzo una data di agitazione e conflitto contro le agenzie per il lavoro e il business della disoccupazione giovanile, nel tentativo di organizzare su base regionale gli oltre 400 mila iscritti al programma, favorendo la costituzione e federazione di “Youth Corner”, dispositivi di informazione e aggregazione dei giovani precari/NEET. In secondo luogo, quello individuato dalle mobilitazioni contro il modello proposto da EXPO, che hanno trovato una ampia convergenza sulla necessità di animare una campagna di rifiuto e opposizione radicale al freejob. In terzo luogo, il mondo dell'università e della ricerca, nel quale studenti e ricercatori universitari – che dopo anni di difficoltà sono tornati a elaborare analisi e percorsi di mobilitazione comuni – avvieranno percorsi di mobilitazione centrati, in particolare, sul tema della dismissione della ricerca pubblica e sul dispositivo degli stage e dei tirocini curriculari, a partire dalla necessità di ribaltare i principi di governo degli atenei, che passano per i meccanismi di valutazione, e di lottare contro definanziamento e privatizzazione. • L'avvio di un confronto proficuo attorno al nodo del governo europeo della mobilità, dello sfruttamento del lavoro migrante e del business umanitario. Il “permesso di soggiorno minimo di due anni” su scala europea svincolato dal reddito, dai “punti” e dal contratto di lavoro è stato indicato come rivendicazione centrale per una campagna contro il ricatto permanente che segna le vite delle lavoratrici e dei lavoratori migranti e che in questi anni è stato una leva fondamentale su cui hanno poggiato processi più generali di frammentazione del lavoro e precarizzazione. • In attesa del decreto renziano sulla “Buona scuola” (si dice il 28 febbraio), e dunque del rilancio delle mobilitazioni di studenti e docenti, il mondo degli insegnati precari ha elaborato una vertenza comune a partire dalla sentenza della Corte di giustizia europea contro la precarietà nella scuola italiana, a partire dalla quale è possibile offrire un terreno comune di mobilitazione contro la definitiva istituzionalizzazione della precarietà nella pubblica amministrazione. • Una convergenza importante è stata stabilita tra le mobilitazioni contro lo Sblocca Italia, le devastazioni ambientali e le privatizzazioni, e quelle che, a partire da Milano e dalle giornate del 30 aprile, 1 e 2 maggio, si opporranno al dispositivo “EXPO”. Le mobilitazioni di Milano sono un passaggio centrale nella contrapposizione alle trasformazioni sociali e culturali che il neoliberismo impone. Un passaggio fondamentale da costruire e attraversare. In più, la questione della Sanità e della salute è stata al centro, tanto del confronto sulle privatizzazioni quanto della proposta, emersa dal Gender Strike, di federare esperienze di mutualismo, in particolare quelle in grado di scardinare l'impostazione familistica del welfare italiano. • Dal workshop dedicato al lavoro culturale, creativo e dello spettacolo, è emersa l'esigenza di focalizzare il modo in cui il Jobs Act e i decreti attuativi, insieme al Decreto Valore/Cultura, interagiscono e degradano ulteriormente il multiforme panorama, già privo di tutele, del lavoro culturale. La campagna dedicata al lavoro culturale, quindi, centrerà l'azione su proposte di organizzazione cooperativa e mutualistica della produzione culturale. Per dare forza alle campagne che già da domani, con tanti altri oltre i soggetti che compongono la coalizione del Meeting, metteremo in campo, e per riprendere con altrettanta forza la mobilitazione contro il Jobs Act, di cui al momento sono stati approvati soltanto due decreti attuativi, proponiamo una giornata di convergenza nazionale per aprile, con forme da definire. Una giornata di lotta che abbia al centro gli elementi programmatici trasversali alle diverse campagne: salario minimo europeo (di 15 euro), reddito di base e welfare europei, permesso di soggiorno minimo. Come già detto, il Meeting ha deciso di avviare una nuova sperimentazione organizzativa: uno spazio di coordinamento e di consultazione permanente della coalizione per connettere e mettere a verifica le campagne, per elaborare le priorità politiche comuni, per disporre l'agenda condivisa contro sfruttamento e precarietà. Si tratterà di incontri itineranti che scandiranno il processo organizzativo tra un Meeting e l'altro, nel tentativo di consolidare, per quanto possibile, esperimenti di sindacalismo sociale, di mutualismo nei diversi territori ma soprattutto di organizzazione e comunicazione politica tra chi ogni giorno fa esperienza, nei modi più diversi, della precarietà. La tre giorni si è conclusa con una partecipata assemblea che ha coinvolto collettivi e attivisti provenienti da Grecia, Germania, Francia, Regno Unito, Portogallo, Svezia, Irlanda, Spagna e Francia. Non è la prima volta che si discute di Sciopero sociale sul piano transnazionale: già durante il Blockupy festival a Francoforte e il forum sulla precarietà di Lisbona è stata avviata la discussione sulla possibilità di organizzare uno sciopero continentale capace di unire le diverse condizioni sociali esistenti in Europa, a partire da pretese e prospettive comuni. É però la prima volta che questo accade all'interno dello Strike Meeting. Si tratta di un passaggio importante per il riconoscimento pieno, anche sul piano organizzativo, dell'Europa come orizzonte minimo della nostra azione politica. L'assemblea transnazionale è stata importante anche per i temi discussi, le proposte fatte, le decisioni prese. La fase politica che stiamo vivendo è caratterizzata dalla produttiva incertezza delineata dal risultato delle elezioni in Grecia. Incertezza che apre la possibilità – e al tempo stesso rende urgente – di fare un passo avanti nella costruzione di un'iniziativa politica che sappia avanzare punti di programma comuni. Costruire intorno a questi punti la prospettiva di uno Sciopero transnazionale è la scommessa assunta dall'assemblea. Le questioni in campo sono tante e i modi di intervento diversi. Tuttavia intendiamo continuare ad allargare la discussione intorno alle quattro pretese/campagne discusse durante tutto lo Strike Meeting. Nel corso dell'assemblea è emersa inoltre la necessità di trovare momenti di coordinamento e azione per far crescere l'organizzazione sul piano europeo, in vista della realizzazione di uno Strike Meeting transnazionale entro l'estate. In questo senso, è stata avanzata la proposta di una giornata di azione (a giugno) sul tema della disoccupazione. È con questo spirito che parteciperemo alla giornata di mobilitazione convocata a Francoforte il 18 marzo dalla rete Blockupy, coordinando il processo di mobilitazione all'interno di una cornice comunicazione, 19 marzo all'assemblea sullo sciopero sociale transnazionale proposta dagli attivisti di Blockupy meets Amazon, alla quale è prevista la partecipazione di attivisti e realtà lavorative provenienti da divesi paesi europei. Per coordinare la discussione su questi temi e rafforzare il percorso sarà implementata la mailing list internazionale sul Transnational Strike creata in seguito al workshop organizzato a Francoforte. Siamo consapevoli che la sfida lanciata da questo II atto del Meeting è molto ambiziosa. Un conto è organizzare al meglio una scadenza autunnale, altro conto è dare continuità organizzativa a una sperimentazione innovativa come quella dello Sciopero sociale. Si tratta di mettere in gioco, con coraggio e generosità, il meglio di noi stessi, in un panorama, quello italico, tutt'altro che semplice. Si sa, non siamo abituati ad abbassare la testa, e non lo faremo certo adesso. Let's unite for the European Social Strike! Roma 13-14-15 febbraio 2015 Coalizione dei Laboratori dello Sciopero sociale

lunedì 23 febbraio 2015

Palestina-Israele, 10 anni di lotta unitaria a Bil'in contro i coloni, contro il muro/recinzione della separazione e contro l'occupazione*

La lotta unitaria dei comitati popolari dei villaggi e degli israeliani di "Anarchici contro il muro" è iniziata circa 12 anni fa nel campo di Maskha. Le lotte unitarie si sono sviluppate in vari villaggi con successo alterno, ma solo la lotta del villaggio di Bil'in si è fatta persistente anno dopo anno tenendo alta la bandiera della lotta popolare non-armata e diventando il punto di riferimento per l'attenzione e l'ispirazione dei Palestinesi di tutta di Cisgiordania e di migliaia di attivisti internazionali che si sono uniti a noi per brevi periodi (alcuni anche più a lungo) diffondendo le notizie e la lotta una volta tornati a casa. Anche alcune migliaia di attivisti della variegata sinistra radicale israeliana sono stati a Bil'in almeno una volta aiutandoci ad impedire l'emarginazione della resistenza popolare palestinese. Il 20 febbraio celebreremo i 10 anni di Tsumud (persistenza) palestinese, la sola cosa che ha impedito ai Sionisti di portare a compimento il totale sfollamento dei Palestinesi. Bil'in 6/2/2015. Oggi a Bil'in, Cisgiordania, i ragazzi palestinesi si sono fermamente opposti all'occupazione. Come di consueto, i manifestanti non-violenti sono stati accolti da lacrimogeni e proiettili di gomma. Non c'è nessuna infanzia per i bambini palestinesi. L'occupazione si è presa anche quella. Natalie Wallach https://www.facebook.com/natali.babku/posts/10203749765...85660 Haitham Al Khatib https://www.facebook.com/video.php?v=10205023502320222 Venerdì 13-2-15:8 Israeliani degli Anarchici Contro il Muro (di cui 4 comunisti-anarchici di Ahdut [Unità]) si sono uniti ad una dozzina di internazionali ed ai residenti per la manifestazione dei 10 anni di lotta. Mentre stavamo convergendo verso le ultime case del villaggio, le forze di stato israeliane hanno iniziato a inondare la strada di lacrimogeni. Poco dopo, il vento ha spazzato via i gas e noi abbiamo iniziato il corteo in direzione della strada dell'originario muro poi smantellato dopo anni di lotta per essere sostituito con un muro che passa un chilometro più ad ovest.... L'esercito ha cercato di bloccarci ma molti di noi sono riusciti ad attraversare la piccola valle e ad arrivare prima della reazione dei soldati. Non essendo riusciti a bloccarci con i gas ed i proiettili hanno iniziato a spruzzare pepe irritante sulle facce di alcuni di noi arrestandone due: Mohamed Khatib del comitato di lotta del villaggio ed un attivista del Regno Unito. Un manifestante ha subito una ferita alla gamba provocata da un proiettile d'acciaio coperto di gomma, mentre 10 manifestanti hanno sofferto per irritazioni provocate dallo spray al pepe spruzzato sui loro visi. Esperimenti a Bil'in: strano che in un ventoso venerdì, con un vento da ovest che ostacolava la manifestazione, molte persone siano riuscite ad avvicinarsi ai soldati. Sembra che, come già successo in passato, le forze di stato israeliane abbiano fatto in modo che i manifestanti si avvicinassero per poter sperimentare su di loro nuove armi tattiche. Oggi, hanno testato l'uso di massa di uno spray al pepe su 10 manifestanti (tra cui 2 donne israeliane ed altri due che hanno arrestato dopo averli spruzzati per osservarne gli effetti). https://www.facebook.com/haytham.alkhateeb/posts/102050...21248 https://www.facebook.com/drrateb.aburahmah/posts/102060...44955 Ni'lin 6.2.2015 https://antinarrativeblog.wordpress.com/2015/02/09/%D9%...2015/ Nabi Saleh Alcune decine vittime di sintomi di soffocamento nel corso della manifestazione settimanale di Nabi Saleh. Il corteo era partito da Piazza dei Martiri in direzione dell'ingresso principale del villaggio, chiuso da cancelli di ferro. I manifestanti palestinesi e stranieri erano preceduti da bambini che portavano cartelli con slogan contro l'occupazione e per i diritti nazionali. Quando i manifestanti sono giunti a 100 metri dal cancello, sono iniziati gli scontri ed i soldati israeliani hanno sparato candelotti di lacrimogeni e proiettili di gomma sui manifestanti. I quali si sono poi diretti verso una fonte d'acqua su terre espropriate, dove gli uomini e le donne hanno preso la testa del corteo per fare da scudo ai giovani e per proteggerli dai cecchini. IL movimento di resistenza popolare ha lanciato un appello per formare una dirigenza unitaria e proporre un programma di lotta sulla base della resistenza popolare allo scopo di resistere alle politiche di sradicamento, di sfollamento e di insediamenti coloniali, affinchè la comunità internazionale possa far passare risoluzioni contro l'occupazione. Le donne, i bambini e gli uomini palestinesi hanno manifestato contro l'occupazione ed il furto illegale della terra. La manifestazione è stata accolta da un centinaio di candelotti lacrimogeni sparati da soldati israeliani. Le donne ed i bambini del villaggio hanno dovuto affrontare i cecchini israeliani che stavano cercando di occupare tumuli di terra tra i manifestanti. Oggi a Nabi Saleh: i cecchini delle forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco sugli abitanti con proiettili veri. https://www.facebook.com/bassem.tamimi/posts/1020517362...12619 https://www.facebook.com/ismpalestine/posts/10152831779...94145 https://www.facebook.com/SHEHABNEWS/posts/987492787959808 http://schwarczenberg.com/?attachment_id=4031 David Reeb https://www.youtube.com/watch?v=87hcrwWG7NE israelpnm https://www.youtube.com/watch?v=1CLTNv1ucy4 Venerdì 13-2-15: abitanti di Nabi Saleh hanno manifestato sotto una pioggia battente contro l'occupazione in corso e contro l'annessione delle terre. Agli inizi della settimana, Israele ha rivelato i suoi piani espansionistici delll'insediamento di Halamish, costruito su terreni confiscati ai residenti. I manifestanti si sono diretti verso l'ingresso priincipale del villaggio dove sono stati accolti da raffiche da candelotti lacrimogeni e proiettili d'aacciaio ricoperti di gomma sparati dai soldati israeliani nel tentativo di disperdere la manifestazione. Nessun ferito. https://www.facebook.com/PopularStruggle/posts/10320123...94526 http://schwarczenberg.com/?p=4340 Bilal Tamimi https://www.youtube.com/watch?v=U7DCO0gvNfc David Reeb https://www.youtube.com/watch?v=EymJwpJQV6I Qaddum Gli abitanti di Kufr Qaddum (Cisgiordania, vicino Nablus) manifestano e resistono contro il furto delle loro terre, contro l'occupazione militare, contro gli insediamenti coloniali e contro il muro della separazione. Abdallah Qaddomi https://www.youtube.com/watch?v=UGrUSUJO168 https://www.facebook.com/media/set/?set=a.8820452884841...14816 Venerdì 13-2-15: manifestazione settimanale di protesta a Kafr Qaddum. Murad Shtewi, il coordinatore del comitato di resistenza, ha dichiarato che il 17enne Jamil Shtewi è stato colpito alla gamba quando le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni, proiettili ricoperti di gomma e proiettili veri contro i manifestanti. Il ragazzo è stato portato all'ospedale di Rafidia a Nablus. Dozzine di manifestanti hanno sofferto per le inalazioni di gas e sono stati soccorsi sul campo. Le ruspe israeliane hanno scaricato i resti di pneumatici bruciati nel cortile di casa di Adnan Ali. https://www.facebook.com/PopularStruggle/posts/10320075...28342 https://www.youtube.com/watch?v=XP6EpuWBTiI https://www.facebook.com/media/set/?set=a.8857099247843...14816 Sheikh Jarrah Manifestazione di venerdì 6 febbraio 2015 https://www.facebook.com/amir.bitan/media_set?set=a.101...37581 13-2-15 https://www.facebook.com/amir.bitan/media_set?set=a.102...37581 #‎Jerusalem_Gate 6 febbraio 2015 - nota del Comitato di Coordinamento della Lotta Popolare: attivisti di Resistenza Popolare stanno ricostruendo il ‪#‎Jerusalem_Gate‬ sulle terre di Abu Dies e di Al Eizarieh per la sesta volta dopo essere stato demolito dall'occupazione. Questa è la sesta volta che il loro campo viene demolito questa settimana. Ogni volta viene ricostruito un piccolo ricovero, con tre muri ed un tetto di fortuna. Molto probabilmente anche oggi verrà distrutto ancora una volta dal governo israeliano e poi ricostruito dai palestinesi. ------------------------------------------------ Non dite che non lo sapevamo n°440 Martedì 27 gennaio, l'esercito israeliano ha svolto delle manovre nella parte nord-occidentale del villaggio palestinese di Bardalah, nel nord della Valle del Giordano occupata. Centinaia di soldati sono entrati nel villaggio con armi da fuoco e sparando granate assordanti. Hanno fatto anche delle perquisizioni nelle case del villaggio. Le manovre continueranno nei prossimi venerdì. ------------------------------------ Rettifica: Al contrario di quanto precedentemente comunicato, i terreni su cui è avvenuta la distruzione di raccolti sulle Colline sud di Hebron si trovano su suolo di proprietà israeliana. Tali terreni erano di proprietà dei residenti prima della guerra del 1948. Dopo la guerra, dal momento che si trovavano sul versante israeliano del confine, Israele ne ha preso la proprietà. I proprietari originari ne reclamano la restituzione. Non dite che non lo sapevamo n°441 Mercoledì 4 febbraio 2015, i trattori dell'Autorità per i Parchi e le Riserve Naturali hanno distrutto quasi 800 dune (1 duna=1000 mq) di raccolti di proprietà palestinese sulla Colline sud di Hebron, su terreni appartenenti a residenti dei villaggi di Jinba, Halawa e Markaz. ------------------------- ------------------------------ Martedì 3 febbraio 2015, rappresentati del governo scortati dall'unità Yoav della polizia sono giunti nelle località beduine nel Negev a sradicare e distruggere i raccolti. Prima hanno colpito Abu Grinat, vicino Aroer junction, e poi Hura. Di ritorno da Hura sono stati coinvolti in un incidente in cui sono rimaste uccise 8 donne beduine e 30 sono i feriti. per altre informazioni: amosg@shefayim.,org.il ================================= * dal mio blog: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com (traduzione a cura di Alternativa Libertaria/Fdca - Ufficio Relazioni Internazionali) See at the blog previous reports about the joint struggles the Anarchists Against the Wall take part in. See also: Stories from the year 2100 - 50 years after the revolution http://awalls.org http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses-it.html http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses-heb.html Ahdut (Unity) blog: http://unityispa.wordpress.com/ Ahdut (Unity) Position paper about the Palestinian struggle English - http://www.anarkismo.net/article/27019 Arabic - http://www.ahewar.org/debat/show.art.asp?aid=430180

CARBONE ED ENERGIA PROLETARIA - Appello dei minatori polacchi Non sparate sugli operai! Non utilizzate le istituzioni dello Stato contro chi protesta

www.combat-coc.org 18 febbraio 2015 Bacino minerario slesiano, Sud della Polonia. Il 7 gennaio 2000 minatori hanno rifiutato di scendere sottoterra, nella miniera di Brzeszcze. È una delle 14 miniere della Kompania Weglowa, il maggior gruppo minerario europeo, in grado sfornare fino a 34 milioni di tonnellate di carbone, grazie al sudore dei suoi 64 000 minatori. Protestano contro la preannunciata chiusura di 4 miniere del gruppo, quelle di Brzeszcze, Bytom, Ruda Śląska e Gliwice, con la perdita di 5000 posti di lavoro, in una regione dove l’industria mineraria è il maggior datore di lavoro. Ma la perdita complessiva per la regione potrebbe essere di 20 000 occupati dato che ogni occupato nelle miniere ne genera fino a tre in settori collegati. La lotta si è velocemente diffusa a tutti i quattordici siti e poi all’intera regione mineraria. Ha coinvolto i lavoratori di altri due grandi gruppi, Jastrzębska Spółka Węglowa e Katowicki Holding Węglowy, ed è stata rafforzata con varie manifestazioni di protesta, dallo sciopero della fame di 19 minatori al blocco della ferrovia, e dall’appoggio della popolazione. I leader sindacali dei minatori hanno minacciato uno sciopero di solidarietà dei salariati delle ferrovie, dell’energia e delle poste; le organizzazioni sindacali regionali hanno dichiarato la disponibilità ad uno sciopero generale se la situazione si fosse aggravata. In diecimila, minatori e cittadini ordinari, hanno manifestato ad esempio nella città di Bytom, dove la disoccupazione ha raggiunto il 21% a seguito delle ristrutturazioni del settore carbonifero negli anni Novanta. Ora si prospetta un’altra ondata di ristrutturazioni e tagli occupazionali. Il carbonifero polacco era già in difficoltà per la competizione del carbone russo, meno caro, per quella con le energie alternative, in crescita negli altri paesi europei. A peggiorare la competitività delle miniere polacche si è aggiunto di recente il crollo del prezzo del carbone in Europa, -25% in due mesi, provocato dal forte afflusso di carbone americano abbandonato dagli Usa a favore del petrolio e gas da scisto, e di recente anche del calo del prezzo internazionale del petrolio. Il governo polacco vorrebbe diminuire il surplus di carbone sul mercato per farne risalire il prezzo. I lavoratori in sciopero hanno dovuto affrontare sia la violenza del padronato che quella dello Stato che ha fatto intervenire le forze speciali anti-sommossa con pallottole di gomma da 37 mm. Una ventina gli scioperanti feriti, alcuni gravemente. Lo Stato è ricorso anche alla “giustizia” per dichiarare illegale lo sciopero e ha minacciato di far pagare ai dirigenti operai della lotta le perdite subite dal gruppo minerario, che ammonterebbero a diversi milioni di euro. Il 17 gennaio si è giunti ad un accordo quadro tra sindacato e governo, il quale ha garantito di non ricorrere alla repressione contro gli scioperanti. Con questo accordo però il governo ha ottenuto quello che desiderava: le quattro miniere che dovevano essere chiuse saranno invece privatizzate. Era questo il vero obiettivo della “messinscena” negoziale. La legge di recupero per il minerario è in realtà stata scritta dal Boston Consulting Group (BCG). Il parlamento polacco si è limitato, con una seduta di emergenza, ad approvare il piano di privatizzazione di questa società di consulenza, che è anche al servizio dei profitti di grandi gruppi capitalistici come IBM, Tata, Group, il ministero russo dell’Energia. Le miniere sono così state trasferite ad una società statale per la ristrutturazione delle miniere, SRK, al fine di ricapitalizzarle con denaro pubblico. Tre di esse saranno poi trasferite alla società statale Weglokoks, che probabilmente verrà privatizzata già quest’anno. Ha avanzato un’offerta di acquisto per le tre miniere Universal Energy, di proprietà dell’uomo d’affari polacco più ricco, Krzysztof Domarecki. Un altro magnate polacco, Jan Kulczyk, sta incassando enormi profitti dall’importazione di carbone dalla Russia. L’accordo quadro prevede inoltre la possibilità di erogare aiuti statali alle industrie ad alta intensità energetica. Evidentemente i risultati dell’accordo non hanno soddisfatto i minatori. Infatti il 28 gennaio sono scesi di nuovo in sciopero e hanno organizzato azioni di protesta i lavoratori della società mineraria Jastrzebska Spólka Weglowa (JSW). Causa immediata il licenziamento di nove attivisti sindacali della miniera Budryk, per aver aderito ad uno sciopero di solidarietà. Tra le richieste del comitato intersindacale di sciopero composto dai cinque sindacati:[1] l’allontanamento dell’amministratore delegato di JWS, il rispetto dell’accordo collettivo rescisso da JWS, e il reintegro degli attivisti sindacali di Budryk. Il 12 febbraio JSW ha comunicato che intende riaprire i negoziati con i rappresentanti sindacali, che la settimana precedente avevano accettato un piano di riduzione dei costi per circa 140 milioni di zotly (circa pari a €33,5 milioni). La proprietà intende introdurre la domenica lavorativa, e modificare le regole per il pagamento dei bonus annuali, impegnandosi a retribuire il 40% entro il 13 febbraio. Ancora da stabilire se e quando verrà riconosciuta la parte restante. Lo sciopero è durato 46 giorni. La lotta in difesa dell’occupazione condotta dai minatori polacchi, che hanno fatto appello ed ottenuto la solidarietà di reti sindacali internazionali, ha conquistato una vittoria, seppure parziale e temporanea. Basta poco perché le leggi del mercato capitalistico rimettano in discussione le conquiste raggiunte. Ma le lotte messe in campo possono raggiungere un risultato permanente, la consapevolezza che senza un’organizzazione politica autonoma contro l’intero sistema economico e sociale, in Polonia, come in Italia, queste ferree leggi capitalistiche non potranno essere messe nella soffitta della storia. ********************************************** Da quanto ci risulta, i licenziamenti sono stati ritirati. Di seguito l’appello alle organizzazioni operaie internazionali emesso dal sindacato “Agosto 80” (WZZ « Sierpien 80 ») Appello dei minatori polacchi Non sparate sugli operai! No utilizzate le istituzioni dello Stato contro chi protesta Il 12 febbraio il tribunale ha dichiarato illegale lo sciopero di diverse migliaia di minatori della Compagnia carbonifera di Jastrzebie (Jastrzebska Spolka Weglowa, JSW), nel Sud della Polonia. Nella stessa giornata la città è stata percorsa da una manifestazione delle moglie e dei figli dei minatori, a sostegno dei loro cari in lotta. Le autorità non arretrano davanti a nulla per spezzare questo sciopero che dura da 16 giorni. Forze speciali, mandate contro i minatori, hanno cercato di schiacciare la protesta con inaudita brutalità, utilizzando, senza neppure addurre alcun pretesto, i cannoni anti-sommossa da 37 mm con proiettili di gomma, i cannoni ad acqua e i gas lacrimogeni. Più di 20 minatori sono stati feriti, alcuni gravemente. I procuratori hanno nel contempo aperto procedimenti contro gli organizzatori della protesta, minacciandoli di conseguenze finanziarie legate alle perdite della compagnia interessata dallo sciopero. Tra i perseguiti, il sindacalista Krzysztof Labadz, uno dei dirigenti dello sciopero di sette ani fa’ della miniera “Budryk”, durato 46 giorni. I minatori in sciopero esigono l’allontanamento del CEO della società, Jaroslaw Zagorski, la cui gestione ha portato la società sull’orlo del baratro. Il governo, nonostante possegga più della metà delle azioni della società, non vuole cedere. I minatori e le loro famiglie sono determinati. Difendono i loro posti di lavoro ma anche il diritto di protestare per tutti i lavoratori polacchi. Facciamo appello ai sindacati e alle organizzazioni sociali di tutta l’Europa perché sostengano la nostra lotta e ci facciano giungere lettere di sostegno. Solo la solidarietà internazionale, come nel caso della Grecia, può fare arretrare i dictat dei neoliberali al governo. Solo assieme possiamo affrontare la loro offensiva anti-sociale in Europa. Boguslaw Zietek Presidente del sindacato libero “Agosto 80” (WZZ « Sierpien 80 ») 12 febbraio 2015 Di seguito l’appello della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta, con le prime organizzazioni firmatarie Polonia : appoggio ai lavoratori in sciopero A fine gennaio la direzione della società mineraria JSW (Jastrzebska Spolka Weglowa) ha licenziato 9 attivisti sindacali della miniera di Budryk. La loro “colpa”? Aver organizzato la solidarietà con i lavoratori di altre quattro miniere di carbone dell’impresa KW (Kompania Weglowa). Lo sciopero di solidarietà di Budryk (e di altri siti) ha contribuito alla vittoria dei lavoratori di KW: i padroni hanno fatto retromarcia sulla chiusura delle miniere, sui licenziamenti dei lavoratori. Negli accordi firmati il governo si impegnava anche che non ci sarebbe stata repressione nei confronti dei lavoratori che avevano partecipato ai diversi scioperi e manifestazioni. Attaccando i militanti sindacali di diverse organizzazioni (OPZZ, Solidarnosc, Sierpen 80) la direzione attaccava tutti i minatori. Lasciando fare, il governo attaccava tutti i minatori. Le organizzazioni della Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta sostiene le migliaia di lavoratori in lotta. Nel passato questi compagni hanno mostrato la loro capacità di condurre grandi lotte, sull’esempio dei 46 giorni di sciopero del 200 7/2008. Siamo solidali con i minatori in lotta, chiediamo che le loro rivendicazioni siano soddisfatte, esigiamo il ritiro dei licenziamenti. I minatori sono in sciopero dal 28 gennaio. Ciò ha drammatiche conseguenze per loro, alcuni dei quali stanno facendo per giunta uno sciopero della fame, e per tutti i loro familiari che vivono nella miseria. Alla violenza padronale si aggiunge quella dello Stato esercitata dalle forze di polizia che sono arrivati a sparare proiettili di gomma di 37mm contro i lavoratori riuniti davanti alla sede di JSW. C’è una decina di feriti, di cui alcuni gravi. Lo Stato è anche ricorso alla “giustizia” per dichiarare “illegale” questo sciopero. Noi affermiamo che spetta agli scioperanti decidere del loro sciopero, e a nessun altro! Tutte le organizzazioni sindacali polacche sostengono lo sciopero. Noi, organizzazioni della Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta: · Siamo altrettanto solidali, · Facciamo conoscere in ciascuno dei nostri paesi la situazione dei minatori e la repressione esercitata dai padroni e dallo Stato polacco, · Facciamo appello all’insieme del movimento sindacale internazionale a manifestare il suo appoggio ai minatori di Jastrzebie in sciopero. Per la Rete internazionale di solidarietà e di lotta: Central Sindical e Popular - Conlutas (Brasile) Union syndicale Solidaires (Francia) Confederación General del Trabajo (Stato spagnolo) Sindacato Intercategoriale Cobas – SI Cobas (Italia) SIAL Cobas (Italia)

domenica 22 febbraio 2015

Irlanda: ondata di arresti, lo Stato colpisce il movimento contro la tassa sull'acqua

E' in corso da tempo in Irlanda una rivolta contro l'ennesima tassa da austerity, questa volta è la tassa sull'acqua. Nelle aree residenziali del paese ci sono conflitti che vedono da una parte i residenti e dall'altra la Garda (la polizia di stato, ndt) insieme ai sorveglianti privati che devono installare i contatori dell'acqua. Ci sono stati cortei di decine di migliaia di persone. Questa settimana, prendendo a pretesto un piccolo incidente di 3 mesi fa quando gli attivisti del movimento bloccarono con un sit di 2 ore l'auto del Tanaistes (termine che indica il vice-primo ministro irlandese, ndt), la polizia irlandese ha fatto delle perquisizioni nelle case di 21 attivisti del movimento. Quello che segue è il report sulla retata della scorsa settimana a cura del Workers Solidarity Movement. Prima giornata: notizia shock stamattina nel sentire che la polizia aveva arrestato 4 attivisti del movimento contro la tassa sull'acqua perchè implicati nel sit-in di 3 mesi prima che aveva costretto la vice-primo ministro Joan Burton a restare bloccata nella sua auto per un paio d'ore. I 4 arrestati della frazione di Jobstown sono Paul Murphy, Scott Matherson, Mick Murphy e Kieran Mahon. Gli arresti erano stati effettuati prima delle 7 del mattino, quando la polizia si è presentata nella case dei 4 attivisti. Eirigi (gruppo repubblicano irlandese, ndt) ha così descritto l'arresto di Scott: "‘Intorno alle 7 del mattino, una dozzina di poliziotti con 5 auto sono arrivati a casa di Scott Masterson. Scott era l'unico adulto in casa e stava preparando le sue figliolette per andare a scuola. Quando la compagna di Scott è rientrata a casa, di ritorno dal lavoro, ha trovato 8 poliziotti in casa insieme a Scott ed alle due bambine. Scott è stato poi arrestato, ammanettato e tenuto in strada per alcuni minuti prima di essere portato nel commissariato di Tallaght. Il giornalista amico della polizia, Paul Williams, ha aperto il notiziario del mattino dicendo che questo era il risultato di tre mesi di indagini. Le ingenti risorse spese per 3 mesi di indagini e l'ampio uso di forze di polizia per presentarsi all'alba davanti alle case delle persone rivelano la natura eminentemente politica di questi arresti. E tutto questo per ritorsione contro una piccola protesta che aveva bloccato un'esponente politico del Partito Laburista che non gode di grande popolarità. Credono, con questa repressione, di intimidire il movimento di massa contro la tassa sull'acqua? E' stata subito indetta una manifestazione di protesta davanti alla sede della polizia di Tallaght, dove erano stati portati alcuni degli arrestati, dato che Paul Murphy era stato condotto a Terenure e Mick Murphy al commissariato di Rathfarnham, dove è in corso una manifestazione di protesta. Una manifestazione di solidarietà con la protesta è stata indetta anche davanti al commissariato di Coolock. Pomeriggio della prima giornata: alla fine del pomeriggio due dei 4 arrestati di Jobstown sono stati rilasciati. Dopo essere stati prelevati in casa loro all'alba, persino davanti ai loro figli e tenuti in stato di fermo per 6 ore, sono stati rilasciati senza nessuna accusa. Gli altri 2 non sono stati ancora rilasciati. Paul Murphy alle 19.00 era ancora dentro. Si tratta di una bieca operazione da polizia politica, messa in moto per i titoli dei giornali di Denis O'Brien (miliardario dei mezzi di comunicazione, ndt). Speriamo sia l'ultimo morso di questo rabbioso Partito Laburista prima di finire nella pattumiera della storia insieme al Green Party (nelle elezioni del 2011 ha perso tutti i seggi nel parlamento irlandese, ndt) ed al PD (Progressive Democrats, partito liberal-conservatore scioltosi nel 2009, ndt) Ancora proteste davanti a molte sedi della polizia in serata, sia quelle direttamente coinvolte in questa azione repressiva sia in altre località. Per mesi la polizia ha eseguito gli ordini di minacciare ed intimidire le comunità locali. La pantomima di questa mattina non è che l'ultimo stadio. Sappiamo già delle proteste a Rathfarnam, a Coolock (alle 19) davanti alle sedi della polizia, come pure a Bridewell alle 18. Fate sapere di altre proteste in corso e nel caso organizzatele dove non ce ne sono e fatelo sapere. Questo comunicato del comitato di Stoneybatter (quartiere di Dublino, ndt) Contro la Tassa sull'Acqua spiega perchè hanno indetto una manifestazione: "Questa mattina alle 7.00, 4 attivisti del movimento sono stati arrestati nelle loro case con modalità stravaganti e sensazionali. In periodi di austerity e di tagli, pensare che la polizia abbia speso così tante risorse in 3 mesi di "indagini" a carico di questi attivisti è a dir poco vergognoso. I fatti di questa mattina puzzano di polizia politica. Invece di "difendere la pace", la polizia ha dimostrato di essere diventata nient'altro che una pedina nel gioco che stringe la politica neoliberista del FMI attorno alle nostre gole. Noi non ci stiamo! Venite stasera alle 18.00 davanti alla sede della polizia di Bridewell per chiedere di mettere fine alla repressione. Chi viene arrestato? Oggi sembra la giornata giusta per chiedersi cos'è peggio: passare un paio d'ore in un'auto di lusso oppure passare una vita intera intrappolati nella povertà del sistema del Direct Provision (il sistema dei campi profughi e dei richiedenti asilo, ndt). Una povertà di cui la vice-primo ministro porta la diretta responsabilità. Non solo ella fa parte del governo che tiene migliaia di persone in condizioni di miseria ma lei è anche responsabile per la miserabile rata di mantenimento di 19,10 euro alla settimana che è sempre la stessa da 10 anni. Persino il precedente ministro della giustizia aveva paragonato questo sistema a quello del campi di prigionia - poco prima che venisse realizzato. Forse domani la polizia farà un raid nella lussuosa dimora della vice-primo ministro a Cabra e la porterà in commissariato per interrogarla sulle migliaia di profughi che lei mantiene in stato detentivo non per un'ora o due ma per anni ed anni. Seconda giornata: si parla di almeno 2 e forse altri 4 arresti nella mattinata in connessione con la protesta avvenuta a Jobstown tre mesi prima. Non se ne sa ancora nulla in dettaglio ma il comitato "Tallaght dice NO" fa sapere che: "confermato che un ragazzo appena 16enne si è visto 10 poliziotti arrivare a casa sua con 3 auto, picchiare forte alla porta, fare i gradassi in casa e seguirlo al piano di sopra mentre il ragazzo si vestiva per poi portarlo via... Questo è del tutto scandaloso. Questo ragazzo non ha fatto nulla per meritarsi questo trattamento, è un ragazzo stimato da molte persone, un ragazzo fantastico che si batte per il suo futuro e per quello della sua gente oggi!" e "mi dicono ora che mio cognato è stato arrestato con l'accusa di "detenzione illecita" in connessione con il fiasco della Joan Burton a Jobstown. Credo che lo tengano nella sede della polizia di Tallaght. Sarò lì tra poco. Questa stronzata fascista deve emergere per quella che è, una palese tirannia. Chiunque voglia darci una mano, per favore ci raggiunga. Portate le bandiere ed i cartelli." C'è una protesta in corso davanti alla sede della polizia di Tallaght. Vale la pena rilevare che la notte scorsa i giornalisti addomesticati con la polizia hanno pubblicato su diversi giornali articoli che parlano di un totale di 20-40 arrestati. Terza giornata: Come un ingranaggio, la repressione di stato contro il movimento anti-tassa sull'acqua continua pure questa mattina con altri arresti a Tallaght. In un caso sono stati impiegati non meno di 8 poliziotti per arrestare all'alba un ragazzo di 14 anni. Non siamo ancora sicuri del numero (certi 4 arrestati), ma presumibilmente avremo altri 4 arresti a completare il disegno messo in atto nei 2 giorni precedenti. Questa è da un lato la calcolata e deliberata azione di intimidazione e di punizione nei confronti di un'intera comunità per aver costretto una ministra del Partito Laburista a stare per 2 ore in macchina. Dall'altro lato è il progetto di spaventare tutti quelli che nel paese si sono opposti nel silenzio alle politiche del governo. Chi verrà messo a tacere? Manifestazione indetta per le 18.30 di giovedì davanti il Dipartimento di Giustizia a Stephen's Green. Facciamo che sia una manifestazione di massa e di quelle arrabbiate che dice allo Stato ora basta! Quarta giornata: quarto giorno dei raid della polizia in corso contro gli attivisti del movimento anti-tassa sull'acqua. I primi report dicono che altri poliziotti si sono presentati in altre 4 case, due degli arrestati hanno meno di 18 anni, uno ne ha 15. Questo deliberato tentativo di terrorizzare una comunità fa sì che sia ancora più importate andare davanti al Dipartimento di Gustizia a manifestare con forza - ci sono stati 5 arresti questa mattina, che portano il totale a 17, nessuno degli arrestati nei giorni precedenti è stato accusato di qualcosa fino ad oggi. Tutti i 5 sono stati rilasciati senza accuse, come ci si aspettava, con un fascicolo inviato al DPP ( Director of Public Prosecutions, il procuratore generale, ndt) 17 persone in totale sono state prese dalle loro case all'alba con una calcolata azione di vendetta politica che deve aver avuto come minimo un cenno o un occhiolino da parte del governo. Non è possibile che un poliziotto anziano rischi la sua carriera in un'azione senza precedenti di evidente repressione politica contro una comunità se non fosse certo di fare ciò che si desidera. Ben pochi avevano illusioni nel Partito Laburista prima che andasse al potere, ma coloro che a sinistra ne facevano parte era tollerati come degli ingenui ottimisti. Quei giorni sono finiti, chi è ancora nel partito ha scelto di stare contro la classe lavoratrice. Il disegno di questi arresti conferma che questa repressione rientra in uno scenario politico di terrore verso le persone per rimetterle in riga. Tutti gli attivisti politici arrestati finora sono stati presi nel primo giorno, una sorta di selezione che dimostra come non si tratta di giustizia o di persone che fanno un sit-in davanti ad un'auto, bensì di un tentativo ben calcolato per dividere un movimento. Lo Stato spera che gli arresti spaventeranno "l'Irlanda moderata" tanto da allontanarla da posizioni radicali, ecco perchè è essenziale che ci si mobiliti per difendere tutti gli arrestati. Oltre alla manifestazione di stasera, "Tallaght dice No" ha deciso di fare un corteo sabato da An Cosan a Jobstown alle 13.30 per convergere sulla stazione di polizia di Tallaght Garda. L'intenzione è quella di dimostrare la nostra assoluta delusione per la corruzione nel governo e nel sistema politico! E' urgente partecipare ad entrambe le manifestazione, stasera e sabato. Quinta giornata: purtroppo giungono notizie di ulteriori raid di polizia contro il movimento anti-tassa sull'acqua anche stamattina con tre arresti già accertati, si presume che ce ne saranno altri in breve tempo. Due degli arrestati sono una coppia, la loro figlia ha detto che li hanno portati alla polizia di Tallaght. Anche un altro 18enne è stato arrestato. Link esterno: http://www.wsm.ie/water-charge (traduzione a cura di Alternativa Libertaria/Fdca - Ufficio Relazioni Internazionali)

mercoledì 18 febbraio 2015

Je suis laique

Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” Fondata nel 1906 www.periodicoliberopensiero.it Nel ringraziare tutti per la straordinaria partecipazione al nostro convegno del febbraio us.Nel nome di Giordano Bruno, Je suis laique vi segnaliamo il filmato dell'evento : http://www.periodicoliberopensiero.it/images/17-febbraio-2015/17febb2015.html __________________________________________ Sostieni il libero pensiero Sostieni la tua libertà C/C n°77686004 IBAN: IT29 Y076 0103 2000 0007 7686 004 BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX intestato a Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

domenica 15 febbraio 2015

conferenza stampa del coordinamento biodiversistà del FVG

In questi giorni abbiamo seguito con sofferenza il susseguirsi delle notizie riguardanti la solita questione degli ogm in agricoltura che, nella nostra regione, vergognosamente, si ripresenta puntualmente da più anni. Vergognosamente perchè crediamo sia giunta l'ora di lasciarcela alle spalle una volta per tutte ed iniziare un percorso serio che restituisca un senso ad un sistema agricolo che ha perso ogni relazione con i valori fondamentali dell'agricoltura, che sono quelli di nutrire in modo sano ed adeguato gli esseri viventi (uomini, animali e piante) in equilibrio con le risorse e le diversità ambientali e a tutela e salvaguardia delle stesse, cominciando dal locale per arrivare al globale. L'industrializzazione sempre più spinta del settore agricolo, caratterizzato dalle produzioni monocolturali e iniziato con la cosiddetta “rivoluzione verde”, si è dimostrato un fallimento completo sotto tutti gli aspetti: nutrizionale, ambientale , economico e sociale. Fame (nei paesi poveri) e malnutrizione (nei paesi ricchi), inquinamento delle falde acquifere da pesticidi e nitrati, effetto serra e cambiamenti climatici ( 18% del totale solo da allevamento), depauperamento e desertificazione dei suoli, perdita della biodiversità colturale, culturale e ambientale (deforestazione, riordini fondiari, ecc.), neolatifondismo, abbandono delle campagne, urbanizzazione e cementificazione del territorio, perdita di potere contrattuale degli agricoltori a favore delle speculazioni del mercato finanziario sul cibo, ….e potemmo continuare ancora a lungo nell'elencare le ripercussioni negative dell'attuale modello agroalimentare. L'abbiamo già ribadito più volte, le coltivazioni transgeniche non sono innovative ma rappresentano l'evoluzione più spinta di un sistema agricolo ed agroalimentare sbagliato e fallito che con gli ogm porta con se il grave rischio di conseguenze irreversibili sull'ambiente, sulla salute, sull'economia e sulla società. E non facciamoci ingannare dalla falsa propaganda “scientista” dei paladini del transgenico! Negli Stati Uniti, tra i maggiori produttori di ogm, stanno venendo alla luce innumerevoli problematiche legate a queste coltivazioni: •I fenomeni di resistenza di infestanti e parassiti ai principi attivi delle piante ogm sono sempre più incontrollabili, al punto che sono stati prodotte e autorizzate nuove varietà transgeniche tolleranti all'uso di più pesticidi, tra i quali il famigerato “agente arancio”usato in Vietnam. •I fiumi e le falde acquifere sono contaminati dai pesticidi presenti nei residui delle coltivazioni transgeniche, per questo, negli Usa, i valori massimi di contaminanti ammessi nelle acque potabili sono molto più elevati di quelli europei (fino a 7000 volte per alcuni di essi) •Tracce di pesticidi e diserbanti utilizzati nelle colture transgeniche vengono rilevati nelle urine e nel sangue della popolazione rurale ed urbana. •In 20 anni il 90% delle farfalle Monarca sono sparite , vittime delle colture industriali ogm e dei loro pesticidi. Per proteggerle è in corso la richiesta di iscrizione di questi insetti alla lista delle specie in via di estinzione. Infine, per quanto riguarda le recenti novità legislative, crediamo che, pur introducendo la libertà di divieto degli ogm per gli stati membri a livello europeo e dimostrando una certo grado di opposizione all'utilizzo degli stessi in agricoltura con il nuovo decreto nazionale e l'attuale legge regionale, esse presentino comunque delle grosse lacune per cui le multinazionali biotech, direttamente , tramite accordi commerciali internazionali (vedi TTIP) o indirettamente , tramite i loro “sicari” locali, tenteranno sempre di aggirarle per evitare limiti ai loro profitti. Per questo è necessario che le istituzioni rispondano con fermezza! Prima ancora di essere un garbuglio di leggi, le scelte agricole ed alimentari dei popoli sono un diritto inalienabile che deve svilupparsi in equilibrio con le risorse ambientali e culturali. La terra e il cibo sono dei beni comuni e non della merce! Quindi va cercata e distrutta ogni coltivazione ogm presente sui nostri territori e le aziende agricole coinvolte devono essere punite e messe sotto sequestro cautelativo. Noi continueremo a vigilare affinché le norme vigenti, che in Italia e in Friuli vietano le coltivazioni transgeniche, vengano fatte rispettare! Coordinamento per la tutela della biodiversità FVG

giovedì 12 febbraio 2015

LE SCHIERE NERE CONTRO IL NAZISMO - presentazione

Pordenone Sabato 14 febbraio ore 18.00 Saletta ex Convento S. Francesco P.le Motta LE SCHIERE NERE CONTRO IL NAZISMO [La Fiaccola, 2014] incontro con l’autore David Bernardini Uniforme nera, cappello da carpentiere, si diffondono in Germania nel corso del 1930, come gruppi di autodifesa delle manifestazioni anarco-sindacaliste e libertarie in genere. Sono le Schwarze Scharen, qualcosa di simile ai nostri “arditi del popolo”. Circolo Libertario E. Zapata

NA BISTAR! LA REALTA' DEL GENOCIDIO ROM E SINTI

Associazione Dai un Calcio al Razzismo e PnRebel con il patrocinio del Comune di Pordenone Vi invitano all'inaugurazione dellaMOSTRA “NA BISTAR! LA REALTA' DEL GENOCIDIO ROM E SINTI” Presso il Chiostro della Biblioteca Civica di Pordenone Un momento di riflessione e di commemorazione delle vittime accompagnato da musica Paolo Forte - fisarmonica Alberto De Martin - chitarra e piccolo rinfresco “Temo che l'Europa stia dimenticandosi il suo passato e che Auschwitz stia soltanto dormendo. Le politiche e le azioni di antiziganismo mi spaventano enormemente e mi rendono molto triste" - Ceija Stojka - La mostra è gentilmente concessa dall'Ass. Rom Anticamente Network di Genova in collaborazione con l'Ass. Intercultural Nakeramos di Barcellona e la rete TernYpe. L'idea é nata da Seo Cizmic ed un gruppo di giovani rom all'interno di un progetto per l'educazione all'Olocausto, con l'obiettivo di far conoscere la storia di questo popolo, appartenente alla minoranza più grande d'Europa, ancor oggi relegato ai margini e vittima di razzismo su base etnica. La mostra sarà visitabile fino al 21 febbraio 2015.

sabato 14 febbr. Pordenone ore 11 Conferenza presentazione Petizione rischio nucleare

VI trasmetto copia del comunicato stampa con la comunicazione della conferenza stampa di sabato prossimo 14/2 a PN saletta Degan della Biblioteca Comunale in piazza XX Settembre. CONFIDANDO NELLA PARTECIPAZIONE DI TUTTE/I FATE GIRARE QUESTA MAIL TRA I VOSTRI CONTATTI INVITANDO PERSONE INTERESSATE. Nel corso della conferenza sono disponibili volantini per raccolta firme, Michele COMUNICATO STAMPA Dopo la pubblicazione dello studio promosso dal Governo austriaco nel corso di un convegno internazionale a Vienna lo scorso dicembre dove si ipotizzavano le conseguenze dello scoppio delle bombe nucleari di Aviano, a seguito di un attacco o incidente, si è costituito a Pordenone il Comitato "rischio nucleare" composto da un diversi cittadine e cittadini della provincia, con sede presso l'Oratorio della Parrocchia di Vallenoncello a Pordenone. Con l'avvio di una Petizione alle autorità (Prefetto, Sindaci e Presidente Provincia) si vogliono avere notizie sulla presenza nucleare nella base Usaf di Aviano, sulle misure di sicurezza attivate, sui piani evacuazione e sicurezza previste a protezione della popolazione e le esercitazioni predisposte in caso che ciò avvenga. Per presentare il Comitato, il testo della Petizione e le iniziative previste è convocata per sabato 14 febbraio alle ore 11 presso la saletta Degan della Biblioteca Civica in piazza XX Settembre una conferenza stampa. Nel corso della stessa verranno proiettate alcune diapositive sullo studio austriaco. Comitato “Rischio Nucleare” Per info: rischionucleare@gmail.com Tel 0434 578140 (Giacomo), 3384475550 (Michele)

Non farsi intimidire, non smobilitare! Tutta la nostra solidarietà al compagno Vicente!

Il compagno Vicente, come altri militanti ed attivisti di altre organizzazioni, di altri collettivi e di altre ideologie non è il primo e non sarà l'ultimo giovane nero ed anarchico ad essere condannato in questo Brasile razzista. Migliaia di persone nere ed in condizione di povertà vengono sterminate e condannate quotidianamente dalla polizia militare all'interno di questo sistema giudiziario borghese e razzista. Ed è a loro che va ed andrà la nostra solidarietà insieme ad ogni lavoratore con cui alziamo i nostri pugni. Non ci faremo intimidire ed in ogni manifestazione, in ogni presidio, in ogni sciopero ed in ogni occupazione staremo spalla a spalla con tutti coloro che lottano! [Português] [Français] Non farsi intimidire, non smobilitare! Tutta la nostra solidarietà al compagno Vicente! Il compagno Vicente, come altri militanti ed attivisti di altre organizzazioni, di altri collettivi e di altre ideologie non è il primo e non sarà l'ultimo giovane nero ed anarchico ad essere condannato in questo Brasile razzista. Migliaia di persone nere ed in condizione di povertà vengono sterminate e condannate quotidianamente dalla polizia militare all'interno di questo sistema giudiziario borghese e razzista. E' a loro che va ed andrà la nostra solidarietà insieme ad ogni lavoratore con cui alziamo i nostri pugni. Non ci faremo intimidire ed in ogni manifestazione, in ogni presidio, in ogni sciopero ed in ogni occupazione staremo spalla a spalla con tutti coloro che lottano! In gennaio, alla vigilia della ripresa delle lotte contro l'aumento delle tariffe nei trasporti e per la difesa del mantenimento dei trasporti pubblici al 100% a Porto Alegre, abbiamo saputo della condanna comminata al compagno Vicente, militante della FAG (Federaçao Anarquista Gaùcha) nonchè attivista del Blocco di Lotta per i Trasporti Pubblici a Porto Alegre. Vicente è stato condannato ad un anno e mezzo di carcere per danni alla proprietà pubblica e per crimini ambientali. "Crimini" che egli avrebbe commesso nell'aprile 2013 nel corso di una manifestazione davanti al Municipio di Porto Alegre. Questa è la prima condanna al carcere a Porto Alegre e per noi si tratta di un evidente tentativo di intimidire ed impaurire il gruppo di attivisti e di realtà che stanno ridando forza alle lotte in questo inizio del 2015. Un espediente politico storicamente usato dai settori dominanti della nostra città come in tutto il mondo: sbattere in galera chi si ribella. Non smobiliteremo e lo dimostreremo con la nostra solidarietà militante nelle strade! E la criminalizzazione continua… Il fatto che la condanna sia stata emessa giusto una settimana prima della ripresa nel 2015 delle proteste del Blocco di Lotta per i Trasporti Pubblici non è altro che una scelta discrezionale del potere giudiziario. Un segno da dare all'apertura dell'anno e che allo stesso tempo interferisce nei casi che sono stati giudicati fin dal 2013: aggiungendo nuovi nomi e attribuendo nuovi crimini ai nomi. La condanna in questo contesto punta ad avere lo stesso effetto di un proiettile di gomma o di una granata assordante: un tentativo di intimidire e di spezzare quelle lotte che nelle strade osano mettere in discussione i profitti dei capitalisti e le evidenti connivenze tra imprese e pubbliche autorità. Non siamo di fronte a casi isolati: la criminalizzazione non si è affatto allentata con il declino delle proteste di strada contro la Coppa del Mondo del 2014, anzi le recenti mosse dei governi e degli apparati repressivi indicano il contrario. Anzi, a Sao Paulo, a Rio de Janeiro ed in molte altre città del paese in cui sono ricominciate le manifestazioni contro gli aumenti dei biglietti degli autobus, la repressione sta usando gli stessi espedienti contro i manifestanti: gas lacrimogeni, proiettili di gomma ed arresti arbitrari. Rafael Braga Vieira, di Rio de Janeiro, che fino ad ora era stato l'unica persona ad essere condannato per le proteste del 2013, è sempre in carcere, mentre a Porto Alegre vengono riaperti dei casi ed aggiunti nuovi nomi, ed ecco che arriva la prima condanna comminata senza alcuna prova. E' il vecchio sistema giudiziario borghese che si sta schierando nella lotta tra oppressori ed oppressi che è ben lungi dall'essere finita. Tuttavia, la lotta e l'organizzazione di coloro che sono alla base della società non è certo iniziata oggi e continuerà. Occorre mobilitare i giovani, i lavoratori, i senzacasa e le comunità (marginalizzate) delle periferie. Le manifestazioni di strada del 2013 avevano aperto nuove possibilità nella gestazione di esperienze di organizzazione e di lotta di cui l'insieme della sinistra conflittuale ed anticapitalista aveva bisogno per poter avanzare, mettendo da parte il vecchio avanguardismo, le pratiche settarie ed autoritarie che sfortunatamente ancora permeano i discorsi e le pratiche di molte organizzazioni. Noi crediamo che solo così potremo costruire quella forza sociale che, dal basso, metterà in moto l'auto-organizzazione e radicherà il suo orizzonte nel bisogno di una trasformazione sociale di tutta la società. Un vero fronte degli oppressi e dei diseredati in solidarietà con tutti i compagni incarcerati, torturati, assassinati e scomparsi. 2015: avanzare nell'organizzazione, circondare di ancora più solidarietà coloro che lottano! I criteri di selettività del sistema penale sono emersi con tutta la loro evidenza in questo caso. In tutto questo processo che era iniziato con una dozzina di persone accusate di danneggiamenti commessi nel corso di una manifestazione di più di 1000 persone, abbiamo visto archiviare tutti i casi dei sospettati uno per uno, per dare la colpa invece solo ad un ragazzo nero di ideologia anarchica che era tra gli aaccusati ed a cui ora si aggiunge un altro ragazzo nero del PSTU (Partito Socialista Operaio Unificato). Sappiamo come la ragione fondamentale di questa condanna sia di natura politico-ideologica ma noi non possiamo omettere il fatto che la pelle nera dell'accusato sia un fattore importante. Gli ultimi casi hanno gettato luce sulla criminalizzazione in atto contro i collettivi ed i movimenti anarchici. Nel 2013, la nostra sede è stata perquisita ed i nostri libri confiscati, subendo pesanti provvedimenti investigativi in cui ciò che veniva giudicato erano le nostre posizioni rispetto all'autorità, al governo, alle forze di polizia e ad altri temi importanti per l'ideologia anarchica. Opuscoli, manifesti e libri sono stati portati come prove, come se si trattasse di prove circostanziali a conforto di un qualche ruolo attribuibile alla nostra ideologia quale mentore intellettuale degli atti di vandalismo e di saccheggi che hanno avuto luogo nel corso delle manifestazioni del 2013, a cui avevano partecipato più di 50.000 persone a Porto Alegre. Il compagno Vicente, come altri militanti ed attivisti di altre organizzazioni, di altri collettivi e di altre ideologie non è il primo e non sarà l'ultimo giovane nero ed anarchico ad essere condannato in questo Brasile razzista. Migliaia di persone nere ed in condizione di povertà vengono sterminate e condannate quotidianamente dalla polizia militare all'interno di questo sistema giudiziario borghese e razzista. Solidarietà con tutti i compagni perseguitati per le loro lotte! Basta con la polizia militare! L'ideologia anarchica non si presta alle caricature! Federação Anarquista Gaúcha – FAG – Gaúcha Anarchist Federation Traduzione: Alternativa Libertaria/Fdca - Ufficio Relazioni Internazionali Link esterno: http://www.federacaoanarquistagaucha.org

mercoledì 11 febbraio 2015

Ripresa dalla Great Recession ? - conferenza della rivista e sito COUNTDOWN a Milano

Venerdi 27 Febbraio 2015 ore 18.00 Libreria Odradek Via Principe Eugenio 28, Milano La rivista e il sito web Countdown organizzano una discussione su Ripresa dalla Great Recession ? Per contatti, informazioni e la richiesta dei dati utilizzati : cdownjournal@gmail.com

giovedì 5 febbraio 2015

Realizzare le speranze nate dalle lotte, disfarsi delle illusioni

In pochi giorni l'Unione Europea è stata scossa da due fatti senza precedenti. Il primo: l'emissione di 1140 mld di euro di Quantitative Easing (QE) da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Il secondo: la vittoria della coalizione di sinistra Syriza nelle elezioni greche. Nel mirino del “bazooka” di Draghi La BCE non è un istituto di beneficenza ed è affatto interessata alle sorti delle classi lavoratrici europee. Infatti, questa imponente emissione di liquidità verso i mercati finanziari, tramite le banche centrali degli Stati, punta a far risalire il tasso d'inflazione verso quella soglia del 2% ritenuta virtuosa per l'eurozona. Riducendo gli oneri per i debiti sovrani, dovrebbero liberarsi risorse a favore della crescita; nella speranza che le banche immettano, in prestiti e mutui a imprese e famiglie, i ricavi dalla vendita dei titoli di stato, dovrebbe beneficiarne la domanda aggregata e quindi le vendite, la produzione, le assunzioni. Il tutto in un contesto di generalizzata depressione salariale, di contrazione dei diritti dei lavoratori (vedi la Reforma Laboral in Spagna o il Jobs Act in Italia), di indebolimento indotto della capacità di rappresentanza delle organizzazioni dei lavoratori nelle politiche nazionali e nei posti di lavoro. Ma, siccome la BCE non fa regali, il “bazooka” non sembra tanto puntato sui mercati, quanto nei confronti dei paesi con debiti sovrani più esposti, come tutta l'area mediterranea della UE. Il QE, infatti, fluisce solo verso quegli Stati con “investment grade”, cioè con una valutazione dei loro bond superiore a “titoli spazzatura”, così come stabilito dalle criminogene agenzie di rating internazionali. Da questo punto di vista, la Grecia non dovrebbe usufruirne per i prossimi 6 mesi e l'Italia è appena sopra la soglia di “bond spazzatura”. Inoltre, in caso di bancarotta/default di uno Stato, i costi sarebbero ripartiti solo per il 20% tra gli Stati membri dell'UE, mentre il restante 80% darebbe luogo ad un intervento di salvataggio da parte della BCE col programma OMT (Outright Monetary Transactions). Il che spingerebbe indirettamente su politiche di spesa sociale e del lavoro sempre più antiproletarie. Germania & sodali strepitano, ma non ignorano gli effetti benefici che avrebbe un euro debole ed una ripresa della domanda europea sulle loro esportazioni. Non è un caso che da Davos, i premier di Finlandia (falco) ed Irlanda (uscita a costo di lacrime&sangue dal programma di aiuti europei) avevano lanciato messaggi di disponibilità su modifiche alle condizioni del famigerato “memorandum” imposto alla Grecia, alla luce dell'intento di Syriza di alleggerire il fardello del debito greco (175% del PIL). Bella Ciao Syriza!! La resistenza del proletariato greco ha per ora portato alla vittoria di Syriza nelle elezioni per il parlamento. Dopo il calo delle mobilitazioni contro la troika nel corso degli ultimi anni, Syriza rappresenta al tempo stesso sia una speranza per la Grecia (e non solo) sia una pericolosa illusione. Inevitabilmente, l'ottuso perseguimento di una stabilità finanziaria e di bilancio sulla base delle politiche di austerità ha prodotto un fattore di instabilità all'interno del sistema UE, proprio in quel paese che è stato per anni criminalizzato e punito ed infine intimidito dalle istituzioni europee fino a pochi giorni dal voto. Sarebbe illusorio pensare che la coalizione Syriza possa compiere miracoli anticapitalistici andando allo scontro frontale con l'UE, ma intanto è riuscita a dare rappresentanza a parte della disperazione e della resistenza greca ed a tenere a bada la temibile destra nazista di Alba Dorata, peraltro già sparita dalle strade grazie soprattutto all'azione di vigilanza e di prevenzione della comunità anarchica greca. Conosciamo bene i limiti e la sterilità delle politiche elettorali e parlamentari nel rappresentare e garantire gli interessi delle classi lavoratrici, tuttavia assumiamo materialisticamente questo passaggio elettorale greco come una seria contraddizione che si apre nel fianco orientale dell'UE nonché un punto di riferimento per aggregazioni della sinistra anticapitalista in altri paesi, non necessariamente solo a scopi elettorali, come nel caso di Podemos in Spagna. Costruire reti e fronti sociali anticapitalisti e libertari In Italia, non si sono mai avute in questi 7 anni di ristrutturazione capitalistica né le condizioni per la nascita di movimenti come quello degli indignados spagnoli o di “occupy”, né le condizioni per il costituirsi di coalizioni elettorali paragonabili per nascita e sviluppi a Syriza e Podemos. E sarebbe meglio evitare imitazioni, dato negli ultimi anni la scelta elettoralista si è dimostrata disastrosa per chi oggi guarda alla Grecia come qualcosa da emulare. Le realtà sociali e politiche che oggi in Italia lottano per il diritto alla casa, per i diritti dei profughi e degli immigrati, per contrastare le punitive politiche del lavoro previste dal Jobs Act, per contrastare il razzismo ed il neofascismo nei nostri territori, per fermare il sacco del paese attraverso le grandi opere e gli EXPO a lavoro gratuito, sono le uniche in grado di costruire un progetto alternativo a carattere solidale ed anticapitalista. Perciò solo un conflitto sociale diffuso e reticolare, sistematico e costante, in grado di esprimere crescente radicalità dal basso, indirizzata verso la riappropriazione e l'autogestione di risorse comuni, patrimoniali e ambientali, culturali ed economiche, può proporsi come elemento esogeno di rottura democratica e libertaria di netto segno anticapitalista, nei territori e nel paese. A noi comunisti anarchici e libertari il compito storico e sempre attuale di saper federare queste realtà in reti di mutuo appoggio, in fronti di lotta che perseguono un progetto di sinistra comunista e libertaria. Alternativa Libertaria/FdCA 89° Consiglio dei Delegati Fano, 1 febbraio 2015

Call – Workshop “Freelance, professionisti atipici e degli ordini, lavoratori della conoscenza”

Strike Meeting, II atto – Roma 13-14-15 febbraio Dopo tante promesse, Renzi ha colpito a morte (o quasi) i freelance. In particolare quelli più fragili che, a partire dal 2011, si sono avvalsi dei vantaggi del regime dei minimi. Il regime forfettario introdotto dalla Legge di stabilità aumenta l'imposta sostitutiva dal 5 al 15%, diversifica i limiti di fatturato, penalizzando i lavoratori della conoscenza (da 30.000 euro a 15.000 euro l'anno). Anche l'introduzione del coefficiente di redditività, necessario a calcolare l'imponibile, punisce i freelance che operano nel campo del lavoro creativo e della produzione scientifica. Nella legge di stabilità il governo Renzi non ha voluto evitare l'aumento dei contributi alla gestione separata Inps dal 27,72% al 29,72% che penalizzeranno gravemente i lavoratori autonomi con la partita Iva. E’ stato calcolato che il reddito netto medio di questi autonomi è di 515 euro mensili (con un compenso lordo medio di 18.640 euro annui). L’aumento dei contributi ridurrà ancora di più questi importi. Questo significa: disoccupazione, lavoro nero o informale, perdita di quel poco che la crisi ha lasciato a questi lavoratori. Neanche a dirlo, i freelance sono stati esclusi dai famosi 80 euro e dall'estensione dell'ASpI: i nuovi ammortizzatori sociali riguarderanno i parasubordinati (i collaboratori a progetto), ma non le partite Iva. Infine la mazzata imposta dalla riforma Fornero, l'aumento vertiginoso dell'aliquota INPS (gestione separata): già dal primo gennaio è stato raggiunto il 30%. Calcoli alla mano, un freelance che rientra nel regime forfettario non può che vivere al di sotto della soglia di povertà. E le cose di certo non vanno meglio per i professionisti degli ordini: da segnalare in primo luogo l'accanimento della Cassa forense sui giovani avvocati. Siamo consapevoli che si tratta di un mondo eterogeneo, difficile da organizzare attraverso le forme sindacali tradizionali. Ma l'offensiva è netta, e molto dura, impone quanto meno una risposta unitaria. Lo Strike Meeting, giunto al suo II atto dopo il successo dello Sciopero sociale del 14 novembre scorso, può essere l'occasione giusta per avviare un confronto virtuoso, mettere in rete saperi, intensificare le relazioni, promuovere campagne comuni. Invitiamo freelance, professionisti atipici e degli ordini, lavoratori della conoscenza a partecipare numerosi al workshop che si svolgerà sabato 14 febbraio (ore 10, presso Esc – via dei Volsci 159) all'interno della cornice dello Strike Meeting.

mercoledì 4 febbraio 2015

Nel nome di Giordano Bruno - je suis laïque

Anche quest’anno l’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”, in collaborazione con Roma Capitale, ricorderà il 17 febbraio a Roma in piazza Campo dei Fiori (ore 17.00), il grande filosofo Giordano Bruno, mandato al rogo dalla lucida follia della Santa Inquisizione il 17 febbraio del 1600. Il convegno, al titolo ormai tradizionale “Nel nome di Giordano Bruno” aggiunge quest’anno il sottotitolo "je suis laïque”, come omaggio anche ai liberi pensatori del Charie Hebdo che hanno pagato con la vita il coraggio della loro satira dissacratoria: proclama di non sottomissione a chi pretende che la religione sia al di fuori di ogni possibilità di analisi e critica. Dopo l’attentato di Parigi al Charlie Hebdo, per l’Europa e il mondo democratico, per chi lotta per la democrazia e i diritti, la questione della laicità assume ancor di più valore di baluardo sia in "casa nostra", che contro la furia di dominio teocratico dei cecchini e tagliatori di teste jiadisti che sognano un unico popolo di sottomessi a un unico libro in nome di un unico dio. Je suis laïque, è allora il grido di resistenza attiva nella rivendicazione orgogliosa delle radici occidentali della democrazia, nella volontà di difenderla da chi sta cercando d’imporre la massificazione integralista della sua guerra santa, e nella desertificazione della individualità cannibalizza ogni sentimento di amore e solidarietà elevando odio e rapina a sistema di potere. Je suis laïque è la forza della ragione nell’intransigenza della tutela del primario diritto umano alla libertà di pensiero, valore fondante della civiltà occidentale, dell’Europa dei diritti e della democrazia che nella scelta e nel dubbio ha le proprie radici laiche. Radici che continuano a sbocciare anche se il fideismo cerca di reciderle, come scriveva Giordano Bruno: «Sono amputate radici che germogliano, son cose antique che rivegnono, son veritadi occolte che si scuoprono: è un nuovo lume che dopo lunga notte spunta all’orizonte et emisfero della nostra cognizione, et a poco a poco s’avicina al meridiano della nostra intelligenza». Di Giordano Bruno e della sua filosofia libertaria e attualissima, baluardo di laicità, parleremo martedì 17 febbraio a partire dalle ore 17.00 sotto il monumento a Giordano Bruno in Piazza Campo de’ Fiori a Roma. Un convegno a cielo aperto, che col patrocinio di Roma Capitale e del Centro Internazionale di Studi Telesiani, Bruniani Campenelliani “Alain Segonds - Giovanni Aquilecchia”, dopo la cerimonia di deposizione delle corone e i saluti istituzionali del Comune di Roma e di Nola continuerà con le relazioni di Maria Mantello (Giordano Bruno, né dogmi – né padroni); Franco Ferrarotti (Giordano Bruno, la poesia della libertà); Carlo Bernardini (laicità, libertà e scienza). Partecipazione artistica del Centro studi Enrico Maria Salerno e delle musiciste Lucia Ianniello e Maria Giuditta Santori. Presenta la scrittrice Antonella Cristofaro. Maria Mantello, presidente della Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” Fondata nel 1906 www.periodicoliberopensiero.it Nel nome di Giordano Bruno je suis laïque http://www.periodicoliberopensiero.it/images/17-febbraio-2015/Locandina_17_febraio_2015.pdf Roma Piazza Campo de’ Fiori martedì 17 febbraio 2015 ore 17.00 C e r i m o n i a deposizione corone e saluti istituzionali Interventi musicali: Lucia Ianniello tromba - Maria Giuditta Santori percussioni C o n v e g n o Maria Mantello – Giordano Bruno, né dogmi, né padroni Franco Ferrarotti - Giordano Bruno, la poesia della libertà Carlo Bernardini – Laicità – Scienza - Libertà Partecipazione artistica del Centro Studi Enrico Maria Salerno Presenta Antonella Cristofaro

MEGLIO FISCHI CHE FIASCHI

riceviamo e volentieri pubblichiamo iniziativa libertaruia e radicale del compagno Michelazzi Claudio ................................................ Campagna di sensibilizzazione abuso di alcol e somministrazione indiscriminata. Questa campagna nasce con l'intento di portare alla luce tematiche, conflitti e manifestazioni di disagio, strettamente legati ad uno dei principali problemi che investono le comunità dell'area dolomitica e bellunese: l'abuso di alcol e la somministrazione, spesso indiscriminata e senza freno, di bevande alcoliche a minori e a soggetti visibilmente alterati o con disabilità. Basta tacere. guardiamoci negli occhi e parliamo del problema. La conoscenza genera ulteriore conoscenza e ulteriore consapevolezza. Più siamo e meglio sarà per il nostro futuro. Claudio Michelazzi Per aderire: E-Mail: claudiomichelazzi@gmail.com Cell. 3498351636 Alcol: danni da abuso Danni al fegato L'organo più danneggiato dall'abuso di alcol è il fegato, poiché come abbiamo visto, è il principale deputato alla sua metabolizzazione. Con un crescendo di effetti negativi, possono quindi insorgere: steatosi epatica o fegato grasso (importante accumulo di trigliceridi a livello epatico), condizione reversibile se l'individuo smette di bere. Se il soggetto continua ad abusare di alcol la steatosi finisce col compromettere la funzionalità del fegato, a causa del manifestarsi di un processo infiammatorio che prende il nome di epatite alcolica. Con il passare del tempo tale condizione può evolversi in senso negativo dando origine ad un processo fibrotico (cicatriziale), comunemente noto come cirrosi epatica. Tale malattia, assolutamente irreversibile e progressiva, può causare, anche se non necessariamente, epatocarcinoma, cioè la comparsa di un tumore al fegato. Per approfondire: steatosi alcolica, epatite alcolica Altri Danni dell'alcool Altri danni: denutrizione (l'alcolista spende tutte le sue risorse energetiche per consumare alcol e, dal momento che questa sostanza è estremamente calorica, mangia poco, introducendo pochi nutrienti). Avitaminosi, sia per ridotta assunzione di verdura e frutta fresca, sia per ostacolo diretto dell'alcol all'assorbimento delle varie vitamine. Infiammazione a carico di vari distretti del tubo digerente: esofagite, gastrite, pancreatite. Cardiopatia alcolica (dilatazione delle cavità cardiache, riduzione della gittata). Alterazioni della sessualità (calo della libido, infertilità, impotenza). Tumori del tubo digerente (cavo orale, esofago). A tal proposito è bene ricordare che questi effetti dannosi sono sinergici con quelli del fumo. L'alcol, infine, è deleterio anche per il feto. I figli di donne alcoliste hanno elevata probabilità di soffrire di sindrome fetale alcolica (deficit mentale, microcefalia e malformazioni cardiache). Per approfondire: alcolismo ed ipovitaminosi, alcol e gastrite, alcol e gravidanza Dipendenza e sindrome da astinenza L'alcolismo ha una base genetica; esiste, cioè, una predisposizione individuale al consumo di alcol. La dipendenza è caratterizzata da queste condizioni e comportamenti: maggiore tolleranza nei confronti dell'alcol; sintomatologia da astinenza se si interrompe l'assunzione di alcolici; assenza di controllo sul livello di assunzione; ricerca di alcol come priorità; sospensione di ogni altra attività per bere; prosecuzione del consumo di alcol malgrado i danni fisici e psichici. Dopo una parziale o totale astensione dall'alcol compare la sindrome da astinenza, caratterizzata da una vasta sintomatologia: tremori, nausea, vomito; sudorazione profusa; ansia, insonnia; allucinazioni, sia visive che uditive; confusione con disorientamento spazio-temporale; disartria, atassia (difficoltà di articolare le parole e di coordinare in modo armonico i vari movimenti); convulsioni (12-48 ore dopo la sospensione); DIVIETO DI VENDITA BEVANDE ALCOLICHE AI MINORI: nuove regole per bar e negozi Nel 2012 sono state apportate sostanziali modifiche sia al regime di vendita che di somministrazione di bevande alcoliche rivolte ai minori (ove per somministrazione si intende vendita per il consumo sul posto). Il legislatore ha infatti inteso rafforzare il preesistente divieto di somministrazione da parte di un esercente un’osteria o altro pubblico esercizio di bevande alcoliche a un minore di anni sedici o a infermo di mente, già previsto dall’art. 689 del codice penale e sanzionato con una pena dell’arresto fino ad un anno, prevedendo una tutela anche per i minori di anni 18. La Novità: Per i minori di anni 16: - L’esercente che, somministrando alcol ai minori di 16 anni o a infermi di mente, commette tale reato più di una volta sarà soggetto anche ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 25.000 euro con la sospensione dell’attività per tre mesi; - La stessa pena (arresto fino a un anno) è prevista anche per chi pone in essere una delle citate condotte attraverso DISTRIBUTORI AUTOMATICI che non consentano la rilevazione dei dati anagrafici dell’utilizzatore mediante sistemi di lettura ottica dei documenti, a meno che non ci sia presente personale incaricato a effettuare tale controllo. Per i minori di anni 18: - Il DIVIETO DI SOMMINISTRARE bevande alcoliche è esteso anche ai minori di anni 18; fermo restando la violazione penale nel caso i consumatori siano minori di anni 16, chiunque somministri bevande alcoliche a ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni soggiace ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro; se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione da 500 a 2.000 euro con la SOSPENSIONE dell’attività per tre mesi; - Sempre per i minori di anni 18 è ora introdotto il DIVIETO DI VENDITA di bevande alcoliche: la sanzione amministrativa è sempre la stessa (da 250 a 1.000 euro; se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione da 500 a 2.000 euro con la SOSPENSIONE dell’attività per tre mesi). E’ utile inoltre evidenziare che chiunque vende o somministra bevande alcoliche (il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiarito che il termine “vendere” deve essere interpretato come “fornire, mettere a disposizione” sia in un bar che in un negozio) ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.

martedì 3 febbraio 2015

Stiamo vincendo a Kobanê oggi e vinceremo in tutto il Kurdistan domani!

Oggi, le bande criminali che gli Stati avevano creato per i loro interessi si stanno ritirando da Kobanê lasciandosi alle spalle le rovine che hanno provocato. Mentre l'eco della vittoria della resistenza sale per le vie di Kobanê, si rafforza la convinzione della libertà al di sopra delle stesse rovine. Come ebbe a dire il compagno Durruti:"Non abbiamo paura delle rovine". Oggi e domani, a Kobanê ed in molti altri posti, sappiamo che una nuova vita nascerà tra quelle stesse rovine. Sono stati 130 giorni in cui il cuore della Rivoluzione della Rojava ha continuato a pulsare per le strade di Kobanê. Sono stati 130 giorni in cui il popolo ha resistito a costo della vita con la forza dell'auto-organizzazione e della volontà. Sono stati 130 giorni in cui le donne sono state protagoniste nella lotta per la libertà. Sono stati 130 giorni in cui non solo a Kobanê o a Suruç; ma ovunque nella regione c'è stata mobilitazione. Sono caduti i confini e la solidarietà ha unito tutti nella resistenza. Sono stati 130 giorni in cui a Kobanê è cresciuta la speranza, non solo contro l'ISIS, ma anche contro gli Stati di Assad, dell'Unione Europea e della Turchia e contro i media che hanno alimentato il disfattismo dicendo che "Kobanê sarebbe caduta!", contro il capitalismo e contro lo Stato. Sono stati 130 giorni in cui le persone che hanno resistito lo hanno fatto per conquistarsi la libertà. Kobanê ha resistito per 130 giorni contro i confini che separavano le esistenze, contro gli assassini che distruggevano vite, contro le bande criminali create dagli Stati. Nei liberi territori di Kobanê è cresciuta la resistenza, è sbocciata la speranza, è iniziata una nuova vita. Oggi, dopo mesi di battaglie, di innumerevoli vite perse a causa degli attacchi dello Stato e delle bande criminali, la vittoria della resistenza e la crescente rabbia contro gli assassini trova eco in tutta la regione. La vittoria della resistenza si espande oggi da Mistenur Hill a Mekteba Reş, da Memite a Kaniya Kurda. Oggi, le bande criminali che gli Stati avevano creato per i loro interessi si stanno ritirando da Kobanê lasciandosi alle spalle le rovine che hanno provocato. Mentre l'eco della vittoria della resistenza sale per le vie di Kobanê, si rafforza la convinzione della libertà al di sopra delle stesse rovine. Come ebbe a dire il compagno Durruti:"Non abbiamo paura delle rovine". Oggi e domani, a Kobanê ed in molti altri posti, sappiamo che una nuova vita nascerà tra quelle stesse rovine. Biji Serketina Kobane! Lunga vita alla vittoria di Kobane! DAF- Devrimci Anarşist Faaliyet Link esterno: http://www.anarsistfaaliyet.org (traduzione a cura di Alternativa Libertaria/FdCA - ufficio relazioni internazionali)

lunedì 2 febbraio 2015

Palestina-Israele, il 20 febbraio compie 10 anni la lotta di Bil'in che ha ispirato la lotta popolare organizzata e non armata

Gli attivisti di Bil'in non furono i primi ad aderire alla lotta popolare non armata contro il muro della separazione, contro l'occupazione e contro l'insediamento dei coloni. Tuttavia, gli attivisti di Bil'in insieme agli Anarchici Contro il Muro furono i primi a dare inizio ad una lotta persistente settimana dopo settimana. Gli attivisti dei villaggi più vicini e quelli più lontani sono venuti a Bil'in per portare il loro sostegno, per trarne ispirazione ed iniziare insieme la lotta anche nei loro villaggi. Ni'ilin, Ma'asare, Beit Umar per alcuni anni... e poi ancora altri villaggi che lottano contro l'invasione dei coloni e contro i posti di blocco degli occupanti come Nabi Saleh and Qaddum. E' cresciuto il livello di organizzazione e delle attività col comitato di coordinamento delle lotte dei comitati locali e proprio recentemente col comitato di un gruppo di villaggi nel sud della Cisgiordania occupata. Bil'in Venerdì 23 gennaio 2015. Oggi a Bil'in eravamo in 12 israeliani degli Anarchici Contro il Muro, circa una dozzina di internazionali e decine di residenti. Quando abbiamo inziato a muoverci dal villaggio in direzione dell'area delle terre restituite, le forze armate israeliane non hanno aspettato un minuto a sparare candelotti lacrimogeni. Grazie al vento favorevole, non sono riusciti a disperderci, arretrando solo un po' di fronte a spari di proiettili di gomma. Dopo più di un'ora di scontri, le forze di stato se ne sono andate. Un giovane palestinese, Mohammed Abu Rahma è stato seriamente ferito alla testa da un proiettile di gomma israeliano. Risultano colpiti e feriti dai proiettili di gomma anche altri 3 palestinesi tra cui un giornalista. https://www.facebook.com/mohamed.b.yaseen/posts/7074845...50876 https://www.facebook.com/hamza.burnat/posts/790617247658998 Hamde Abu Rahma: "Dopo che il ragazzo era stato ferito, i soldati lo hanno inseguito, dato che lui non riusciva a correre bene. Volevano arrestarlo, ma io l'ho preso tra le mie braccia e l'ho portato di corsa verso l'ambulanza. L'esercito ci sparava addosso da distanza ravvicinata. Io mi occupo di fare foto per documentare la vita sotto l'occupazione, ma quando vediamo qualcuno nei guai, scatta subito il nostro senso di umanità per cui dobbbiamo sempre aiutarci l'un l'altro." https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1529933253943713 https://www.facebook.com/video.php?v=804566692925414 Bil'in - 30-1-15, tre settimane al decimo anniversario. A mezzogiorno di venerdì, 13 israeliani degli Anarchici Contro il Muro e molti attivisti internazionali si sono uniti agli attivisti di Bil'in per la manifestazione settimanale contro il muro della separazione, contro il muro ed in soldarietà con la 14enne Malak incarcerata dopo essere stata falsamente accusata di aver tirato delle pietre addosso ai soldati. Sebbene il vento da ovest portasse i gas verso di noi, alcuni manifestanti sono riusciti ad aggirare i soldati evitando così i gas. Dopo un bel pezzo, quando il gas era giunto sul villaggio, la maggior parte di noi si è dispersa. https://www.facebook.com/hamde.a.rahma/posts/1532469903...90048 https://scontent-a-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/v/t1.0...2B43D https://www.facebook.com/mohamed.b.yaseen/posts/7111223...53769 https://www.facebook.com/video.php?v=10204973459189175&...20161 Taki Bornat https://www.facebook.com/video.php?v=865300783491816 Haitham Al Khatib https://www.facebook.com/video.php?v=10204973459189175 Ma'asra venerdì 30-1-2015, Ancora una volta, i residenti e gli attivisti internazionali si sono radunati per fermare gli insediamenti a Ma'asara, con lo slogan “Stop al furto delle terre palestinesi". Ed ancora una volta, l'esercito ha atteso i manifestanti per tirargli addosso centinaia di candelotti lacrimogeni insieme a granate assordanti e proiettili ricoperti di gomma per fermare e reprimere il corteo. I manifestanti hanno avuto problemi respiratori a causa delle inalazioni di gas. https://www.facebook.com/PopularStruggle/posts/10226771...28046 Nabi Saleh Venerdì 23/1/2015 - La manifestazione settimanale è partita da Piazza dei Martiri, con bandiere palestinesi ed egiziane e con frequenti slogan contro l'occupazione in tutte le sue forme ed espressioni. Nel tentativo di aprirsi un accesso alle terre confiscate prima di avvicinarsi al checkpoint, i manifestanti hanno subito una pioggia di centinaia di candelotti di gas tossici da parte dell'esercito, proiettili di gomma e quelli veri (noti come TOTO) sapendo che il villaggio è esposto a continui attacchi durante la chiusura settimanale del cancello di ferro all'ingresso del villaggio nonchè ad incursioni con ispezioni nelle case ed arresti. Inoltre, ieri, si è visto un nuovo tipo di bombe a lunga gittata. La manifestazione di protesta a Nabi Saleh è giunta dopo una settimana di incursioni dell'esercito nel villaggio con arresti di residenti, pare usando una nuova arma che contiene uno sconosciuto componente chimico di colore arancio. https://www.facebook.com/PopularStruggle/posts/10153092...31507 Bilal Tamimi https://www.youtube.com/watch?v=_F0DD66Hg94 http://schwarczenberg.com/?p=3360 Dvid Reeb http://youtu.be/RDdqrINMM-M Oggi 30-1-15 Protestando contro la sistematica detenzione di bambini e minorenni da parte dell'esercito, i residenti di Nabi Saleh e gli attivisti hanno manifestato contro la recente condanna al carcere comminata alla 14enne Malak al-Khatib. Malak è stata accusta di lancio di pietre ed è stata indotta a patteggiare due mesi di prigione con una multa di 6000NIS. Attualmente è detenuta nella prigione di Hasharon, con altre detenute palestinesi. L'esercito ha tentato di disperdere i manifestanti usando gas lacrimogeni, proiettili d'acciaio ricoperti di gomma e proiettili veri (“tutu”). Un bambino è rimasto ferito da un proiettile vero e portato a Salfit per cure mediche. http://schwarczenberg.com/?p=3670 https://www.facebook.com/nariman.tamimi.1/posts/1037911...58232 https://www.facebook.com/haytham.alkhateeb/posts/102049...60612 David Reeb http://youtu.be/29f30wRcrjA Ni'lin Un soldato israeliano che balla un canto di guerra palestinese nel corso di una protesta contro il muro dell'Apartheid nel villaggio di Ni'lin in Cisgiordania il 23.01.2015 https://www.facebook.com/video.php?v=1576893669188916 Kufr Qaddoum Un ragazzo palestinese è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno a Kufr Qaddoum durante la manifestazione settimanale non violenta che punta a riaprire la strada chiusa del villaggio. I soldati hanno sparato sui manifestanti con proiettili di gomma e lanciato candelotti lacrimogeni provocando decine di feriti. Ma, nonostante ciò, la manifestazione è proseguita urlando per la fine delle violenze, delle punizioni collettive e del terrorismo contro l'umanità che Israele pratica ogni giorno contro i Palestinesi. Il governatore di Qalqilia, Rafi Rawajbeh, ha partecipato alla manifestazione con alcuni rappresentanti di Al Fatah con la sua commissione colonizzazione e resistenza al muro. Guarda il video https://www.youtube.com/watch?v=hHaJb7HoceQ 30-1-15 - Almeno un manifestante disarmato è stato colpito alla testa dall'esercito israeliano con proiettili d'acciaio ricoperti di gomma. Miracolosamente ha urlato per il dolore. Oltre cento partecipanti locali alla manifestazione settiamanale a kufr Qaddum! L'esercito israeliano ha invaso il centro del villaggio, spruzzando acqua fetida sulle case, sulle persone e sui mezzi delle TV parcheggiati lungo il percorso! https://www.facebook.com/media/set/?set=a.8782991721921...14816 https://www.youtube.com/watch?v=Z8IzhyHnHn8 Sheikh Jarrah venerdì 23/1/2015 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10153026228194183 venerdì 30/1/2015 - 5 anni fa ho imparato qui un'importante lezione sulla lotta politica, grazie agli straordinari abitanti di questo quartiere e grazie alla polizia israeliana. Ora tutto è molto più tranquillo, il che non è necessariamente una buona cosa per quanto ci riguarda. Colline sud di Hebron 23/1/2015 Quattro palestinesi arrestati durante un'azione sulle colline sud di Hebron (villaggio di Susia) https://www.youtube.com/watch?v=2K4ebhbLZ2o Nekodim Younes Arar: "30 gennaio 2015. I Comitati Popolari della Cisgiordania meridionale hanno organizzato oggi un piantumazione di ulivi su un terreno privato palestinese adiacente all'illegale insediamento coloniale sionista di Nekodim dove vive Avigdor Liberman, il ministro degli affari esteri dell'occupazione terrorista sionista, a est di Betlemme. Siamo stati intercettati da decine di soldati e coloni sionisti pesantemente armati mentre eravamo diretti sull'area, siamo stati attaccati e costretti e retrocedere, ma abbiamo insistito nel voler raggiungere l'area prefissata dove piantare i nostri ulivi. Per 15 anni, al proprietario del terreno non è stato permesso di entrare e di piantare alberi. Dopo circa un'ora ci hanno permesso di piantare gli alberi a patto di lasciare il luogo entro 15 minuti, il che voleva dire piantare gli alberi in solo un quarto d'ora. Ma noi una volta raggiunto il posto ci siamo preso tutto il tempo per piantare gli alberi sotto i fucili puntati dei soldati e dei coloni sionisti che hanno cercato di fermarci,di terrorizzarci, ma noi abbiamo piantato i nostri alberi." Ni'ilin Saeed Amireh: "La libertà è vedere il sorriso far ritorno sul viso di ogni singola persona del villaggio oggi! Finalmente dopo tante incursioni notturne nel villaggio da parte dell'esercito con oltre 45 giovani arrestati, oggi Ni'lin celebra il rilascio di 3 di questi giovani con grande gioia e felicità! essi sono: mio cugino Khamis Amireh di 39 anni, dopo 7 mesi passati in carcere. Khalil Amireh di 22 anni,dopo 22 mesi passati in carcere. Abed alqader Nafi di 23 anni, dopo 15 mesi di carcere. Speriamo di festeggiare al più presto la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi inshallah :-)" https://www.facebook.com/saeed.almafea/posts/1015357013...39447 Tel Aviv Giovedì 29-1-15 manifestazione in solidarietà con Malak. Eravamo circa in 100, israeliani e palestino-israeliani. Con cartelli e canti. Di fronte alla sede del comando militare israeliano. Il tribunale israeliano ha condannato una 14enne a 2 mesi di carcere e ad una multa di $1523. Malak è ritenuta la più giovane detenuta attualmente condannata in un carcere israeliano. Lei è solo una dei 7000 ragazzi che sono stati arrestati fin dall'inizio della seconda Intifada nel settembre 2000, molti dei quali stanno scontando la condanna. https://www.facebook.com/video.php?v=10206192179349950 Ammanettata ed in lacrime, la 14enne Malak al-Khatib del villaggio di Beitin, nel distretto di Ramallah, è stata condannata a 2 mesi di carcere dal tribunale militare di Ofer per l'accusa di lancio di pietre e posseso di un coltello. Dopo 23 giorni di detenzione, Malak è stata condannata a 2 mesi di carcere e ad una multa di 6000 shekels ($1523), anche se lei nutriva speranze di essere rilasciata per ritornare alla sua famiglia che vive nell'angoscia da quando Malak è stata arrestata il 31 dicembre 2014. ------------------------------------------------ Non dite che non lo sapevamo n°439 Martedì 20 gennaio 2015, i soldati sono arrivati a Rifa'iyya, un villaggio palestinese tra Dirat e Zif sulle Colline Sud di Hebron, dove hanno demolito tre case ed un ovile. 28 persone sono rimaste senza un tetto. Questions and queries: amosg@shefayim.org.il ================================ * dal mio blog: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com (traduzione a cura di Alternativa Libertaria/FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali)

domenica 1 febbraio 2015

Analisi logica delle illogicità di Lega nord.

FALSO: i rifugiati non sono clandestini ma hanno fatto richiesta di asilo. Le spese non le paga lo Stato ma la UE che ha destinato all’Italia decine di milioni di euro (solo 10,8 milioni per il 2011-2013) per le Politiche e sistemi di asilo (Decisione 573/2007). Descrivere queste persone come “clandestine” (ricordiamoci che in questo paese l'immigrazione clandestina è un crimine, anche se secondo noi la libera circolazione di ogni individuo è un diritto inalienabile), significa diffamarle, soprattutto se, come fa Lega nord, si fa cenno poi ai “furti” compiuti da stranieri, fenomeno che non c’entra nulla coi rifugiati! UNA FALSITA’: tanto è vero che la stessa Lega poi, accennando al trattato di Schengen, rende implicito il fatto che la maggior parte delle persone che compiono furti negli appartamenti hanno un regolare documento di identità EUROPEO. Il problema è quindi territoriale e non c’entra l’immigrazione da paesi extra europei. Immigrazione che non è “senza regole e senza limiti”, ma regolato proprio dalla loro Bossi-Fini, e con un flusso in discesa del 12,3%. Negli stessi testi inerenti i “clandestini” inesistenti contro cui la Lega protesta a Fano si accenna poi alla solidarietà con i vignettisti uccisi a Parigi, si cerca quindi di usare il tragico fatto per addossare ai profughi una presunta appartenenza al radicalismo islamico. FALSO: guardiamo allora i paesi di origine di questi ospiti, Bangladesh, Etiopia, Gambia, Nigeria, paesi dei quali solo uno è a maggioranza islamica, e dai quali si fugge proprio perché avversi al regime politico, l’Etiopia è a maggioranza cristiana, in Nigeria si fugge da Boko Haram. Cosa c’entra l’Isis? Assolutamente niente. L’uso della solidarietà a Charlie hebdo è quindi strumentale. Quelle persone hanno perso la vita, ricordiamolo, per mano di due cittadini francesi, nati in Francia, non per mano di clandestini. Sempre che per la Lega nord Fano le persone con lontane origini razziali differenti dalla loro debbano per sempre portarsi addosso un marchio: e questo è razzismo e basta. Non lo diciamo solamente noi, lo dicono le tante associazioni e persone che si occupano di povertà e solidarietà sociale che in questi giorni hanno criticato duramente le illazioni di Lega nord. E poi arriva Oriana Fallaci, fatta resuscitare da Lega nord Fano in questo sit-in con letture dei suoi ultimi testi, quelli scritti dopo il suo ritiro a New York, tra il 1990 e il 2006, anno della sua morte. Fallaci vagheggiava di un complotto islamico per conquistare il mondo dal suo appartamento, nel quale viveva reclusa. Dopo l’attentato di Bin Laden del 2001 poi scrisse testi durissimi contro l’Islam, confondendo l’uso politico dell’islamismo radicale con l’islam in generale. Un bell’esempio di lucidità riproporla oggi, nel momento in cui tutte le associazioni di musulmani in Europa si schierano contro la violenza. ULTIMA FALSITA’, la guerra tra poveri… le colpe dei tagli alla sanità sarebbero non di Spacca ma dei profughi, il fatto che non ci siano aiuti ai disoccupati sarebbe colpa non di Renzi ma degli immigrati. Eppure sappiamo anche che a lucrare nella maniera più spudorata coi fondi europei sull’accoglienza è stata una lobby condotta dal fasci-mafioso Carminati, è stato un gruppo di persone che proprio coi suoi amici in Parlamento poi tuonava contro gli immigrati. Che differenza c’è quindi tra noi nati in Italia e i profughi che fuggono dai loro Paesi o gli immigrati che cercano lavoro qua? Nessuna, siamo comunque usati da chi vuole lucrare sulla nostra pelle e sul nostro lavoro, e proprio per questo che non dobbiamo dividerci, ma unirci. Alternativa libertaria- FdCA Fano, Pesaro

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)