ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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mercoledì 30 ottobre 2013

ITALIANI BRAVA GENTE . La dottoressa Karsevan a Conegliano . Ven 8 novembre 2013

ITALIANI BRAVA GENTE: I crimini di guerra dell'esercito italiano, dal colonialismo all'aggressione alla Jugoslavia. Venerdi 8 novembre ore 20:30 Informagiovani Piazzale Zoppas CONEGLIANO CONFERENZA DIBATTITO con Alessandra KERSEVAN storica ed editrice Lo slavo doveva lasciare la propria terra, le proprie case ai "volenterosi carnefici italiani". Un processo teso a cancellare identità, lingua, tradizioni. Un lavoro sporco che annovera i nomi più altisonanti del gotha dell'esercito del tempo: dai famigerati generali Mario Roatta, Mario Robotti e Gastone Gambara, ai governatori della Dalmazia Giuseppe Bastianini e Francesco Giunta, dall'alto commissario della provincia di Lubiana, Emilio Grazioli al governatore del Montenegro Alessandro Pirzio Biroli. Nomi assai meno noti quelli di fedeli esecutori di un progetto di annientamento che solo il crollo del regime fascista ha impedito di portare a compimento. Per capire lo spirito di questi comandanti basta il lapidario commento del generale Robotti sulla repressione nei territori occupati: "Qui si ammazza troppo poco". Quei nomi furono ai primi posti nella lista dei criminali di guerra richiesti dalla Jugoslavia e mai consegnati dall'Italia. Anzi, rammenta Alessandra Kersevan, restano nelle iscrizioni tra i figli della patria, spesso con riconoscimenti. Anpi Conegliano (TV) partecipa e co-organizza Badalùc non periodico di varia socialità e controcultura del vitoriese

lunedì 28 ottobre 2013

100 anni della Casa del Popolo di Prato Carnico: Foto, articoli e report

In occasione del centenario della fondazione della casa del popolo un gruppo di compagni e compagne della zona assieme ad altri provenienti da Trieste e Pordenone ha riaffermato con la propria presenza anche le origini anarchiche della casa. Molto visibili le bandiere anarchiche e buona la diffusione della nostra stampa e del volantino preparato per l'occasione. Da notare che la nostra presenza è stata completamente ignorata dall'articolo del Messaggero. INFO-ACTION REPORTER http://www.info-action.net/index.php?option=com_content&view=article&id=2231:cento-anni-della-casa-del-popolo-di-prato-carnico&catid=66:storia

Appello ad una giornata di confronto tra le realtà studentesche: Formazione, Reddito, Conflitto

Stiamo assistendo da anni a un lento e costante declino del sistema formativo italiano. Il livello d'istruzione e il metodo formativo vengono sempre più spesso accantonati, basti osservare gli effetti riprodotti delle ultime riforme scolastiche, se così vogliamo chiamarle, come nel caso dei tagli dell'ex ministro Gelmini. Di fronte a tutto questo, è importante riaprire con forza una serie di vertenze che rimettano al centro l'importanza di un sistema formativo nuovo, che non identifichi nelle scuole un soggetto finanziario sul quale speculare. Il percorso intrapreso negli ultimi anni dai coordinamenti studenteschi, con determinazione, entusiasmo e capacità di mettersi assieme in tanti/e, ha dato vita ad un nuovo modus operandi delle realtà studentesche di mettersi in sinergia e conquistare vittorie importanti. Le manifestazioni, le assemblee, le occupazioni, hanno saputo creare un immaginario nuovo, che facesse sperare e credere in futuro diverso per il mondo della formazione. E secondo noi, è solo dando gambe e braccia a questo percorso, strutturandolo di territorio in territorio, confrontandoci e discutendo, che possiamo dar voce a studenti e studentesse che ora vengono classificati come numeri e dati con i metodi valutativi come può essere il Test Invalsi. La riprova di tutto questo l'abbiamo avuta l'11 ottobre, quando in decine di città italiane gli studenti si sono mobilitati portando in piazza iniziative comuni, dietro ad uno striscione comune, così potenziando i valori e gli obbiettivi delle manifestazioni. Crediamo che questo sia il cammino da perseguire, stando al passo coi tempi che corrono, che vedono sempre più la necessità di discutere forme di conquista di reddito, che passino da un libero accesso alla cultura, dalle occupazioni, da una battaglia sul caro trasporti, sul caro libri, sul costo sociale delle politiche speculative come le grandi lobbies del mattone a cui vengono regalati centinaia di milioni di euro pubblici. Vogliamo essere informati, e siamo pronti a discutere sempre con gli occhi critici che rendono sani i confronti, sulle innovazioni formative, sulle possibilità di agire nella crisi con processi formativi che vadano a contrastarla, come sembra essere ad esempio la novità del “book in progress”. Vogliamo conoscere meglio il metodo “Invalsi” per sviscerare fino in fondo il tentativo che esso ha in seno, quello di uniformazione al modello scolastico anglo-statunitense che privilegerebbe alcuni istituti invece che sostenerne altri senza fare un analisi sul contesto sociale nel quale alcuni istituti si trovano. Come riempire di pratiche e contenuti le nostre mobilitazioni ? Come ragionare collettivamente la costruzione di un modello scuola che non sia omologante? Come riconquistarsi centimetro dopo centimetro diritti e reddito? Sono domande aperte, alle quali potremmo iniziare a dare risposte trovandoci e ragionando tutti e tutte assieme. Per questo invitiamo tutte le realtà del mondo della formazione a discutere Sabato 2 Novembre al Centro Sociale Rivolta su come costruire un percorso nuovo e strutturato, che metta in sinergia diversi territori italiani su un terreno di lotta come quello dell'istruzione. Perchè si provi a riconquistare un futuro incerto. Perchè si provi a scriverlo assieme. Sabato 2 novembre presso Centro Sociale Rivolta (Via Fratelli Bandiera, Marghera) ore 14:00 Tavoli di discussione sul Test Invalsi, assieme a vari professori ferrati nella questione ore 17:00 assemblea consclusiva con tutte le realtà studentesche: costruiamo assieme una nuova stagione di lotta 19:30 Cena di autofinanziamento 21:00 serata dub con Zion Train presso il C.s. Rivolta Per le realtà studentesche che necessitano di un alloggio per la notte scrivere a: 3458479705 o su Facebook del "Coordinamento studenti medi Venezia-Mestre" Per aderire all'appello: 3495169746 (Federica) Adesioni all'appello: Coordinamento Studenti medi Venezia-Mestre Coordinamento studenti medi Padova Coordinamento studentesco Vicenza Assemblea Studenti Trento Coordinamento studentesco Treviso Coordinamento studentesco Schio Coordinamento studenti bassa padovana Coordinamento studenti medi Trieste Studenti medi autorganizzati Bologna Studenti autorganizzati Reggio Emilia Collettivo studentesco Parma Collettivo studenti Rimini Collettivo studentesco Diaz Senigallia

venerdì 25 ottobre 2013

25.5.2013 - Austerità costituzionale e presidenzialismo - di Giorgio Cremaschi

Abbiamo corso il rischio di dover essere grati ai falchi berlusconiani. Nella disperata ricerca di rappresaglie contro il destino giudiziario del loro capo, hanno infatti provato a colpire in parlamento il disegno di controriforma costituzionale. Purtroppo han fallito per pochi voti e grazie al soccorso prestato al governo dalla Lega, di cui è ben nota la sensibilità costituzionale. Così la riscrittura in senso autoritario della Carta uscita dalla resistenza antifascista prosegue. Anche questo dobbiamo mettere nel conto delle responsabilità del governo delle larghe intese e della sua guida assoluta, Giorgio Napolitano. All'attuale Presidente della Repubblica sono oggi perdonate posizioni e scelte che non sarebbero mai state accettate da nessun suo predecessore. Tra questi va ricordato Francesco Cossiga, posto in stato d'accusa dal PCI per le sue ripetute prese di posizione a favore del cambiamento della Costituzione. Napolitano il cambiamento non lo propaganda, lo pratica, fino al punto di fare le riunioni dei capigruppo di maggioranza come qualsiasi segretario di partito. Siamo diventati una repubblica presidenziale di fatto e credo abbiano fatto un grave errore i promotori della manifestazione del 12 ottobre a non dirlo con forza dal palco, raccogliendo un sentimento profondo di chi era in quella piazza. Le timidezze e le reticenze sul ruolo negativo del Presidente della Repubblica indeboliscono la lotta in difesa dei principi di fondo della Costituzione. D'altra parte un pesantissimo colpo a quei principi è già stato assestato, ancora una volta principalmente da PD PDL e Lega, con la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio. La riscrittura dell'articolo 81 è infatti la madre di tutte le controriforme, perché cancella di fatto tutti i principi sociali contenuti nella prima parte. Come può la Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli economici e sociali che si oppongono alla piena eguaglianza dei cittadini, se ogni anno deve tagliare di decine di miliardi le spese sociali, e solo per pagare gli interessi sul debito senza violare l'obbligo costituzionale di pareggio? Non può e così con questa controriforma le politiche di austerità diventano obbligo perenne. Come aveva chiesto il banchiere Morgan, prima di pagare 13 miliardi di dollari allo stato americano per le truffe sui derivati. L' Europa deve capire che le politiche di austerità non sono una parentesi, ma il modo di condurre da qui in avanti un continente che deve accettare pienamente la società di mercato. Questo ha detto il banchiere americano a giugno sul Wall Street Journal e ha poi aggiunto che, per raggiungere questo obiettivo, i popoli europei devono liberarsi delle costituzioni antifasciste e sinistrorse che promettono una eguaglianza che non ci può più essere. Si comincia ad accontentarlo. La controriforma costituzionale non è solo frutto delle classi dirigenti del nostro paese, ma viene prepotentemente richiesta dalla finanza internazionale, come venne formalizzato il 4 agosto 2011 dalla lettera al governo di Draghi e Trichet. Il Fiscal Compact e i patti ad esso connessi hanno fatto il resto: al di sopra dei nuovi costituenti, oltre i saggi incaricati di rivedere la nostra Carta, stanno i mandanti e i controllori. Sopra di loro stanno quelle istituzioni tecnofinanziarie che impongono le politiche di austerità con quei vincoli che per Giorgio Napolitano sarebbe da incoscienti mettere in discussione. Mentre sarebbe la sola scelta saggia da compiere. La difesa della costituzione repubblicana oggi non si fa solo contro la destra berlusconiana, ma anche contro le scelte politiche di Giorgio Napolitano e contro quei vincoli europei che ci hanno imposto la costituzionalizzazione dell'austerità. www.rete28aprile.it

martedì 22 ottobre 2013

SOLIDALI CON RAFAEL E JeiJei ! IL 19 OTTOBRE NON SI FERMA ! OCCUPY PORTA PIA !

comunicato di solidarietà Sabato a Roma come venerdì a Pesaro, un percorso di mobilitazione sociale a partire dalla pretesa di riprenderci il nostro futuro e la dignità di tutti, i diritti alla casa, alla salute, al reddito, all'istruzione, continuamente espropriati e svenduti per fare cassa, ha raggiunto uno snodo importante, ha dimostrato che l'autorganizzazione paga, che insieme si costruisce. Tanto resta ancora da fare, tutt* insieme. Massima solidarietà a Rafael e JeiJei, compagni che lottano a viso scoperto, di cui esigiamo il ritorno a casa, alle nostre lotte comuni, e con loro a tutt* gli/le arrestat*. Alternativa Libertaria/FdCA Fano-Pesaro TENETE DURO, VI RIPORTIAMO A CASA 20 ottobre 2013 alle ore 19.08Ieri eravamo in 70 .000 per le strade di Roma. Un corteo grande ed eterogeneo che ha saputo mettere in rete le lotte per la difesa dei territori e per il diritto all’ abitare, migranti, precari, disoccupati, studenti e tutte quelle fasce più colpite dalla crisi e dalle politiche di austerità imposte dall’ UE. Ieri abbiamo chiesto reddito, diritti, dignità, una vita migliore. Questo è il dato da cui bisogna partire, il resto è solo fango di un’informazione ormai totalmente asservita ai dettami di una classe politica che non ha più niente da dire né da rappresentare. Fra gli arrestati ci sono due nostri compagni, due compagne di Napoli, un compagno di Genova e uno di Caserta. Ancora una volta si mette alle sbarra chi quotidianamente si batte contro gli abusi di chi ci opprime, per un’esistenza degna. Il loro posto è nelle strade, nei picchetti, nelle assemblee e nei territori in lotta, non certo in galera. Due ragazzi conosciuti da tutt* nel territorio in cui vivono, che hanno sempre vissuto alla luce del sole nelle lotte che abbiamo affrontato insieme; arrestati durante una carica spropositata che ha spaccato e ingabbiato il corteo, oggi diventano, insieme agli altri imputati, la legittimazione di una violenza che ha il solo scopo di uccidere sul nascere un movimento con grosse prospettive e potenzialità. Ma già oggi 20 ottobre nelle strade di Urbino, Pesaro, Fano oltre al solito disco incantato che vuole dividere i movimenti sociali in cattivi e buoni, facendo il gioco dei nostri affamatori, si sentono voci di solidarietà e di vicinanza; anche chi personalmente non conosce JEI JEI E RAFAEL, alla notizia dell’arresto dei due militanti della provincia, ha reagito con rabbia e sconforto. Questo è il segno che la gente, colpita nei diritti che i cortei del 18 a Pesaro e del 19 a Roma ha visto rivendicare, ha capito da che parte sta il nemico e comincia a capire anche il suo sporco gioco. Il re è nudo. La solidarietà che questo territorio ha mostrato verso i due compagni è la stessa che sente verso tutti gli arrestati, fermati, picchiati dagli sbirri arroccati intorno ai palazzi del potere nei confronti dei quali si respira sempre più insofferenza e delegittimazione. Lanciamo sin da subito una campagna di solidarietà attiva su tutto il territorio, non cediamo alla divisione fra buoni e cattivi, non arretriamo di un passo rispetto alla rabbia e allo schifo verso chi si impadronisce delle nostre vite. Invitiamo tutta la comunità studentesca, le realtà associative presenti sul territorio, i collettivi e tutte quelle persone che vogliono solidarizzare con i nostri compagni a venire domani alle 16:00 all’ assemblea pubblica su quanto accaduto, in cui discuteremo della campagna di solidarietà. L’appuntamento è alle 16:00 alla “ Libera Biblioteca de Carlo “, aula C3 del “Polo didattico Paolo Volponi”. Accorrete in massa! Solidali e complici con JEI JEI e RAFAEL e tutt* gli/le arrestat*. Tenete duro, vi riportiamo a casa! Collettivo per l’ Autogestione Urbino CSA Oltrefrontiera

Appello di delegate e delegati, lavoratori e pensionati per un documento alternativo al prossimo congresso della Cgil.

per conoscenza dalla Rete28Aprile ****************************************************************************** Appello di delegate e delegati, lavoratori e pensionati per un documento alternativo al prossimo congresso della Cgil. OPPONIAMOCI AL GOVERNO DELL’AUSTERITA' RIPRENDIAMOCI LA CGIL! PER UN SINDACATO DEMOCRATICO E DI CLASSE La crisi e vent'anni di politiche liberiste basate sull'austerità e sull'Europa della finanza e del grande capitale hanno drasticamente peggiorato le condizioni di lavoro e di vita delle lavoratrici e dei lavoratori. In questi anni di crisi, utilizzando la disoccupazione di massa come arma di ricatto, i governi che si sono succeduti hanno distrutto diritti, impoverito salari, pensioni e stato sociale, spesso con le complicità di Cisl e Uil e anche della dirigenza Cgil che, con la manifesta perdita di autonomia verso i governi sostenuti dal PD, non è stata in grado di frenare questa deriva. Per questo, serve oggi un'altra Cgil. Una Cgil che proponga un modello alternativo a quello europeo della Troika e della spendig review e che si opponga alle ristrutturazioni e alle chiusure delle fabbriche, anche avendo il coraggio di proporre politiche di nazionalizzazione! Il sistema pensionistico pubblico è stato massacrato da innumerevoli controriforme. L'ultima, quella della Fornero, ha di fatto cancellato le pensioni di anzianità. I sindacati confederali, con solo 3 ore di sciopero, non hanno nemmeno provato a opporsi. Gli ammortizzatori sociali sono diventati un'elemosina,è stata distrutta ogni relazione tra essi e il diritto al lavoro e a un reddito dignitoso. Lo stato sociale è ormai ridotto ai minimi termini, la scuola, la sanità e tutti i servizi pubblici subiscono tagli sempre più pesanti. Il salario non basta più, la povertà si estende anche tra chi lavora e le disuguaglianze tra lavoro e profitto aumentano sempre di più. Dall'abolizione della scala mobile, il salario della contrattazione nazionale ha sempre perso rispetto all'inflazione e la tanto fantasticata contrattazione aziendale non è stata in nessun modo in grado di redistribuire i profitti. Il blocco degli stipendi nel settore pubblico per cinque anni è il segno più eloquente di questo sistema. La precarietà è dilagata in tutto il mondo del lavoro e i diritti stanno diventando un ricordo del passato. La brutale manomissione dell’articolo 18 da parte del governo Monti - cui la dirigenza Cgil non si è opposta come aveva promesso - perdendo di autonomia e accettando di fatto gran parte della linea politica del PD - ha gravemente compromesso i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Il contratto nazionale viene smantellato pezzo per pezzo e la contrattazione, soprattutto quella aziendale, finisce spesso per essere “di restituzione”, ovvero uno strumento in mano alle aziende per rendere più flessibile e prolungare l'orario, per diminuire il salario, per annullare i diritti. Insomma, per aumentare lo sfruttamento. A questo serve il gravissimo patto Cgil Cisl Uil e Confindustria sulla rappresentanza, che, ratificando il concetto che chi non accetta un accordo è di fatto escluso dalle agibilità sindacali, lega la rappresentanza sindacale alla rinuncia al conflitto e, concedendo alle imprese l'esigibilità dei contratti, accetta in pieno il “sistema Marchionne”. Cosa hanno fatto i sindacati confederali per difendere il mondo del lavoro da questi attacchi? Cisl e Uil sono via via diventate complici a tutti gli effetti del sistema padronale, mutando quasi geneticamente la natura sindacale delle loro organizzazioni. Ma cosa ha fatto la dirigenza della Cgil negli ultimi anni per segnare la differenza e reggere sul terreno dei diritti e della democrazia? Troppo spesso, non ha fatto abbastanza. E troppo spesso non perché ha perso delle battaglie, ma perché non le ha nemmeno combattute, dando partita vinta a governo e padronato prima ancora di provare a resistere, in nome di una compatibilità al sistema in cui chi ha duramente pagato sono sempre stati i lavoratori e i pensionati. Un sindacato così non ci serve: sta diventando una casta di burocrati - tra attivi e pensionati - spesso utilizzata come strumento di sostegno di partiti e progetti politici che non hanno più niente a che vedere con gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati e delle pensionate. Eppure mai come adesso c'è bisogno di SINDACATO! Ma occorre che la CGIL cambi radicalmente e subito! Altrimenti con il governo delle larghe intese passeranno altre controriforme anti-operaie e anti-popolari e anche il patrimonio storico rappresentato dalla Cgil e dalle sue categorie verrà disperso, riducendo il sindacato da un fondamentale strumento di conflitto, democrazia e tutela dei diritti in un “ente inutile” in grado soltanto di erogare servizi. Noi siamo delegate e delegati, pensionate e pensionati appartenenti a varie sensibilità all'interno della Cgil. In questi anni, abbiamo mantenuto il dissenso e la opposizione alla deriva di un gruppo dirigente della Cgil che ha scelto di non lottare contro le politiche europee di austerità e di ricostruire a tutti i costi l'unità con Cisl e Uil e la concertazione con la Confindustria. Non è accettabile che nel momento peggiore da decine e decine di anni, le lavoratrici e i lavoratori, i precari e i disoccupati, le pensionate e i pensionati, siano rappresentati dalla peggiore direzione sindacale. A tutto questo bisogna reagire e non rassegnarsi. Per cambiare la CGIL serve una netta rottura con la politica della concertazione e con le consuetudini dell’apparato burocratico. Bisogna rilanciare il conflitto e la lotta e costruire le basi per una piattaforma rivendicativa basata sulla vera urgenza del paese, cioè le condizioni di lavoro e di vita di milioni di lavoratrici e lavoratori, pensionate e dei pensionati. La nostre priorità sono i diritti, la democrazia, la partecipazione dei lavoratori e la loro votazione su piattaforme, accordi e contratti, l'aumento dei salari e la riduzione dell'età pensionabile, la riduzione dell'orario di lavoro e la redistribuzione del lavoro, la lotta alla precarietà, la riconquista del contratto nazionale e l'art.18 per tutte e tutti e la difesa di uno stato sociale pubblico e partecipato. Il prossimo congresso della Cgil sarà l'occasione per tentare di far valere queste priorità, proponendo un'idea radicalmente alternativa di quello che pensiamo che la Cgil dovrebbe essere, di come dovrebbe funzionare e di quali dovrebbero essere le sue parole d'ordine. Per questo crediamo sia utile che delegate e delegati, iscritte e le iscritti provino a riprendersi la Cgil e mettano in discussione quella larga parte di dirigenza che ha preso le sembianze di una casta burocratica. Facciamo appello a tutte e tutti coloro che non accettano l'attuale linea della Cgil affinché si attivino per condividere un percorso dal basso di cambiamento e produrre un documento congressuale alternativo per sostenere la necessità della svolta. Per aderire riprendiamocilacgil@tiscali.it Cell. 3400884260

mercoledì 16 ottobre 2013

INCONTRO PUBBLICO SUL TAV - MARGHERA TUTTINPIEDI sabato 26 otobre 2013

Sabato 26 Ottobre alle ore 18.00 incontro pubblico sul TAV. Interverranno compagni veneti. Alle 20.00 spettacolo teatrale Jacob Project La vera storia di Arsenio Lupin A seguire buffet benefit.

BIENNIO ROSSO A CONEGLIANO (TV)

riceviamo dalla sezione coneglianese del PCL un importante ed interessante iniziativa : Vi ricordo un importante appuntamento di formazione: un'assemblea sul BIENNIO ROSSO MERCOLEDI 23 ottobre ore 20:30 a CONEGLIANO presso e EXINFORMAGIOVANI in Piazzale San Martino 18, con una relazione del compagno Antonino MARCECA. Sulla scia della Rivoluzione russa, il biennio rosso, dal 1919 al 1920, ha rappresenta il momento di più alta conflittualità del movimento dei lavoratori in Italia. La base storica della nostra proposta di nazionalizzazione sotto il controllo operaio delle fabbriche in crisi. Si raccomanda a tutt@ la partecipazione.

LETTERA AI POPOLI DEL MONDO - Anonymous Rio

Questa lettera è una dichiarazione al mondo, una dichiarazione di tutto >ciò che si è verificato negli ultimi mesi in Brasile. Lei è anche una nota >di applicazione e sostenere tutte le lotte e le rivolte popolari che si >sono verificati in tutto il mondo, che si verificano in ogni luogo dove la >crisi del capitale ha fatto rivivere la speranza di un mondo nuovo. >Chiediamo che tutti i popoli del mondo traducete e diffondete questo >messaggio a tutti. > >Il Brasile sta vivendo un bollore, un'effervescenza-politico, dal momento >che l'anno 2011. Era una dimostrazione di crescita che coinvolgono cause >indigene, ambientale, diritto alla città, l'alloggio, l'istruzione, >l'inflazione, la speculazione e le padrone di casa, la violenza della >polizia. Tutte le linee guida raggruppata sotto il tema della corruzione >della classe politica che non può nemmeno rappresentare se stessi, più il >popolo del Brasile. Tutti questi movimenti prima di recenti avvenimenti >serviti per addensare il brodo che si è verificato negli ultimi mesi in >tutto il Brasile, con più intensità nelle città di Rio de Janeiro e São >Paulo. > >Il mese di Giugno 2013 è stato l'apice delle mobilitazioni sociali in >tutto il paese. Con un povero sistema di trasporto pubblico in cui le >tariffe sono troppo alte, l'ultima goccia nella pazienza delle persone >erano aumenti del valore del biglietto dell'autobus in varie città del >paese. Eruttato diverse manifestazioni pacifiche in quasi tutte le città >del paese e la classe politica continentale ha rifiutato di ascoltare le >grida popolari e di ridurre il valore delle tariffe. A quel tempo le >persone sono state già dicendo che non era solo l'aumento delle tariffe è >stato di diritto! La gente era per le strade per essere estremamente >stanco della politica praticata dai despoti. Qui in Brasile la classe >politica froda le elezioni del DRE e fa ciò che vuole, senza mai >consultare il popolo. Ma nel mese di giugno la gente parlava, la gente ha >chiesto. > >Tutte le proteste pacifiche giugno sono stati soppressi con estrema >violenza con gas lacrimogeni e spray al peperoncino. Ma le tariffe sono >diminuite, la pressione era così tanto che ha dovuto abbassare le tariffe. >Solo che non era solo per i soldi, era da diritti. Ora le persone in >concorso strada, ed era il tempo della Confederations Cup FIFA. Gli Eventi >Mega (Confederations Cup, Coppa del Mondo e Olimpiadi) ha portato la spesa >esorbitante di denaro pubblico, traslochi e baraccopoli e nessuna >trasparenza. Una delle grida che echeggiano nelle strade era "Coppa Ho la >mano aperta che voglio è il denaro per la salute e l'istruzione." Le urla >erano attutiti colpi di proiettile di gomma, gas lacrimogeni e spray al >peperoncino. > >Erano circa 3 mesi di proteste pacifiche con massiccia repressione di >stato. Agenti di polizia che in inferiorità numerica i 200 polizia, mai >meno lo erano. Ogni volta equipaggiato per la guerra, a volte con cavalli, >cani e auto blindate (caveirão). La gente pacifica sempre stata >massacrata. Alcuni sono stati accecati da aver ricevuto gomma proiettile >sparato in un occhio, un giornalista e un fotografo sono stati tra le >vittime. Molti feriti da schegge di bombe sganciate dalla polizia. Tutti >sono stati esposti a strappare gas. Tutti questi mesi di intransigenza del >governo, che non avrebbe incontrato il clamore popolare per più >trasparenza, equità e riforme nella struttura politica, più l'estrema >violenza che i manifestanti ricevuti dallo Stato, hanno generato un >movimento noto in tutto il mondo: Nero Bloc. > >Era un bisogno di sicurezza per i manifestanti che venivano massacrati >dalle forze di polizia del governo. In questo momento le proteste sono >state più intense a Rio de Janeiro, con la richiesta in uscita del >governatore e sindaco del suo ufficio, e in San Paolo, criticando anche il >governatore e il sindaco. Il parlamento di Rio de Janeiro ignorato le >chiamate popolari e proteste intensificate. La repressione intensificata e >anche una parte dei manifestanti hanno anche intensificato la >radicalizzazione. > >Dal momento che le proteste sono iniziate più di mille persone sono state >fermate solo a Rio de Janeiro. Circa 30 persone sono rimaste intrappolate >in un carcere di massima sicurezza per un certo tempo. Un decreto è stato >stabilito a Rio de Janeiro che permette la violazione della riservatezza >del telefono e del computer. Molti video mostrano la brutalità della >polizia e prigioni con prove artefatte. Gli attivisti sono perseguitati >dal governo. Molestato e arrestato. > >Su 11 Ottobre 2013 si è tenuta una caccia per diversi membri di gruppi >anarchici. Era chiaro che si trattava di una persecuzione politica. In >qualsiasi momento, più persone possono essere tenute. Oggi il Brasile, nel >qual caso il Rio de Janeiro, la sofferenza di un gran numero di violazioni >dei diritti umani, dei diritti di espressione e la libertà di stampa. I >media indipendenti anche perseguitati e criminalizzati. Il governo dello >stato di Rio de Janeiro ha dimostrato dittatore. > >Più di recente gli insegnanti in sciopero sono stati picchiati in pubblico >e il parlamento dello stato non sentirono le rivendicazioni di lavoratori >dell'istruzione . Che razza di democrazia è questa ? La persecuzione e >criminalizzazione dei movimenti sociali e anarchici è enorme . La censura >di Internet è cresciuto enormemente pure. Secondo le informazioni >contenute nel rapporto " Freedom of the Net 2013, " l' internet brasiliano >è passato da "libero " a " parzialmente libero ". Noi , attivisti sociali >, siamo minacciati . Possiamo in qualsiasi momento diventare prigionieri >politici in un paese che si definisce democratico . > >Ci serve l'aiuto delle persone del mondo per diffondere queste storie e di >essere ascoltati da tutto il mondo . Abbiamo bisogno di Occupy >nordamericani , gli spagnoli indignati , l'EZLN messicano , gli insorti >d'Egitto , la Turchia , la Palestina e la Grecia , gli studenti cileni . >Abbiamo bisogno di tutti i ribelli del pianeta . Dobbiamo unirci contro >ogni tirannia che opprime le persone . >Questa è una lettera a tutti i popoli insorti mondo . Si tratta di una >lettera di richiesta di assistenza e anche per sostenere il mondo . >Tradurre e replicare questa lettera . Abbiamo bisogno di tutti

La CGT celebra il suo XVII congresso confederale a La Coruña

La Confederación General del Trabajo (CGT) celebrerà il suo previsto XVII Congresso nazionale dal 17 al 20 ottobre nell'Auditorium del Rettorato della Università di La Coruña. “Non basta resistere, costruiamo la autogestione” è il motto che la CGT ha scelto per la riunione del suo massimo organo decisionale, a cui si prevede la affluenza di 400 delegati, provenienti da tutto lo Stato spagnolo e da tutte le categorie, in rappresentanza di più di 80.000 iscritti al sindacato. Il Congresso, oltre all'elezione ed alla nomina della nuova segreteria permanente, si occuperà della azione sindacale e sociale della CGT nell'attuale fase di crisi fraudolenta, così come della strategia di lotta. Delle relazioni nazionali ed internazionali. Dell'azione nella formazione, nella cultura e nella comunicazione e degli statuti. La CGT è presente in tutte le Comunità Autonome ed in tutti i settori della produzione industriale e dei servizi. La sua maggiore presenza si registra nei settori del Telemarketing, Marittimi e Portuali, Banca, Informatica, Ferrovie, Comunicazione, Pulizie, Poste, Trasporti. In questi settori la CGT si colloca fra le prime tre forze sindacali. Centro stampa: Juana Vázquez - 610 268 822 UFFICIO STAMPA CONFEDERALE DELLA CGT Link esterno: http://www.cgt.org.es/acuerdos-de-la-cgt/congresos/cgt-...oruna (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

martedì 15 ottobre 2013

fiaccolata per il diritto alla casa - Cremona

Fiaccolata a Cremona per ribadire il diritto alla casa e sostenere l'occupazione della palazzina di via Platina 52. Partiamo dalla palazzina di Via Platina ed "attraversiamo" la città, per incontrare la gente e parlarle di dignità e diritti. Rendiamo concreto il calore e la solidarietà che in questi giorni di occupazione hanno scaldato più di un cuore! Mercoledì portiamo quel calore per le strade di Cremona.. In Via Platina non abitano solo famiglie con un problema abitativo, ci abita la dignità e quella una volta insediata è difficile da sgomberare! I 7 punti cardinali di questa mobilitazione saranno: 1. Moratoria degli sfratti; 2. contro l’accorpamento dell’ALER in ALPE (per impedire la svendita del patrimonio pubblico); 3. modifica delle clausole e dei regolamenti obsoleti per l’accesso in graduatoria di italiani e stranieri; 4. contro i tagli delle utenze per morosità incolpevole; 5. per il reinvestimento degli introiti ERP all’interno dell’ERP; 6. contro l’ipotesi razzista della giunta Maroni di portare il periodo minimo di residenza nelle città lombarde degli stranieri per accedere alla graduatoria da 5 a 10 anni. 7. Per il diritto alla casa. INVITIAMO TUTTI/E I/LE PARTECIPANTI A PORTARE FIACCOLE, TORCE E CANDELE VARIE PER PORTARE ANCHE SOLO SIMBOLICAMENTE UN PO' DI LUCE E CALORE NELLE VIE DELLA NOSTRA CITTà PER CHI NE HA BISOGNO E PER TUTTI/E NOI! CONCENTRAMENTO ORE 20:30 IN VIA PLATINIA DAVANTI ALLA PALAZZINA OCCUPATA. PARTENZA ORE 21:00. La fiaccolata è indetta dal Comitato Antisfratto, Comitato Acqua Pubblica per i Beni Comuni, ACG Controtempo, PRC Cremona, PdAC Cremona, Fdca Cremona. STOP SFRATTI! PER IL DIRITTO ALLA CASA! -- Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!

FRANCESCO GHEZZI, UN ANARCHICO NELLA NEBBIA - Novità editoriale di Zero in condotta editrice

segnaliamo l'uscita, per Zero in Condotta, del libro di Carlo Ghezzi FRANCESCO GHEZZI, UN ANARCHICO NELLA NEBBIA Dalla Milano del teatro Diana al lager in Siberia pp.124 EUR 10,00 ISBN 978-88-95950-34-1 Francesco Ghezzi è un operaio milanese, un anarchico, fuggito dall’Italia per sottrarsi alla “giustizia” fascista e approdato, dopo lunghe peregrinazioni in vari paesi europei, nell’Unione Sovietica, sicuro di trovarvi condizioni di una vita migliore, e di poter contribuire a quel grande processo di emancipazione sociale che aveva entusiasmato il proletariato di tutti i paesi. Una storia comune, la sua, a quella di altri rivoluzionari che, pur partendo da esperienze diverse, ripararono, col cuore gonfio di speranza, nel “paradiso socialista”. Si sa che per loro le cose non andarono affatto così, perché, nonostante alcuni innegabili miglioramenti nelle condizioni di vita del miserabile proletariato russo, una pesantissima cappa di oppressione si sarebbe abbattuta sulla nuova società, finendo con l’annullare il significato stesso di quella grandiosa esperienza in una paranoica paura verso qualsiasi forma di dissenso se non, addirittura, di critica. Francesco Ghezzi fu una delle tante vittime di questa mostruosa degenerazione, ma fu una vittima indomita e mai rassegnata, una vittima esemplare. Questo libro ne ripercorre la vicenda umana. L'autore Carlo Ghezzi – già segretario generale della Camera del Lavoro di Milano - è legato a Francesco da un vincolo di parentela. È un parente che non dimentica e intende riportare alla luce una memoria storica quanto mai emblematica delle contraddizioni e delle tragedie del Novecento.Molto spesso, quando si affronta una biografia, il rischio dello storico è quello di farsi “coinvolgere” dall’oggetto delle sue indagini, mettendo a repentaglio l’obiettività e la serenità del suo giudizio. Ma in questo caso l’affetto dell’autore risalta proprio come il pregio maggiore dalla narrazione tragica e avvincente dei fatti. È l’affetto di chi sente di condividere l’idealità di fondo del protagonista, ma è anche, soprattutto, il sentimento nutrito per colui che non si è mai conosciuto, ma di cui si avverte ancora forte la vicinanza. per richieste: zic@zeroincondotta.org conto corrente postale n° 98985831 intestato a: Zero in Condotta Casella Postale 17127 - MI 67 20128 Milano cell.3771455118 www.zeroincondotta.org

"OH , Calcutta !" - rappresentazione teatrale a Sospirolo (BL)

GRUPPO TEATRO 4 – BELLUNO PRESENTA "OH,CALCUTTA!" Liberamente ispirato all'omonimo spettacolo off-Broadway SOSPIROLO (BL) SALA COMUNALE Sabato 19 ottobre 2013 - ore 21.00 Con Claudio Macorig Franca Sitta Marco Sitta Elena Tormen Tecnico audio-video: Sandro Nuzzo Regia: Claudio Michelazzi LA RIVOLUZIONE SESSUALE ARRIVA ANCHE NEL BELLUNESE! Con il termine rivoluzione sessuale si designa un sostanziale cambiamento nella moralità riguardo alla sessualità nei paesi occidentali, che ebbe luogo tra i tardi anni sessanta e i primi anni settanta del ventesimo secolo.La rivoluzione sessuale, sviluppatasi all'inizio negli Stati Uniti d'America, è stata una liberalizzazione, dopo un periodo di chiusura nei confronti della sessualità. Secondo diverse testimonianze, il principale cambiamento non consistette nel fatto che la gente praticasse con maggiore frequenza il sesso o diverse forme di sesso; semplicemente, se ne parlava più apertamente di quanto non facessero le precedenti generazioni. Lo storico David Allyn lo definisce un periodo di coming out: riguardo a rapporti sessuali prematrimoniali, masturbazione, fantasie erotiche, uso della pornografia, e omosessualità.Tutte queste tematiche sono salite alla ribalta negli anni settanta, e sonole protagoniste della celeberrima e controversa rivista off-Broadway "Oh,Calcutta!" da cui hanno preso ispirazione gli attori e il regista per portare anche a Belluno, seppure con qualche anno di ritardo, il vento tumultuoso della rivoluzione sessuale. "Oh, Calcutta! è una rivista composta da una serie di numeri musicali e da sketch teatrali sul sesso e sui costumi sessuali.I bravissimi attori vi faranno vivere momenti esilaranti ed intensi accompagnati da canto e recitazione. Cosa aspettate allora?? Fiondatevi a vedere "Oh,Calcutta". CLAUDIO MICHELAZZI

lunedì 14 ottobre 2013

19 ottobre 2013 tutti a Roma !

In vista del prossimo ottobre, e la settimana dal 12 al 19 dove convergeranno le lotte e iniziative (il 12 ottobre la giornata di lotta per difendere i territori dalle devastazioni ambientali, il 15 la mobilitazione internazionale “è tempo di sciopero sociale”, il 18 lo sciopero generale del sindacalismo conflittuale e il 19 la manifestazione a Roma), Radio Onda d’ Urto vi propone una serie di analisi e commenti delle realtà che promuovono e parteciperanno attivamente alla mobilitazione. Partendo dall’assemblea generale di Roma dello scorso 28 settembre vogliamo confrontarci, anche attraverso le quotidiane notizie e dati che confermano quanto sia più che mai necessario ribellarsi allo stato di cose presenti, nei contenuti di quella che sarà la giornata di lotta nazionale contro crisi e austerity, per il blocco immediato degli sfratti e la ricomposizione delle lotte. Ascolta il confronto tra Paolo Di Vetta, dei Blocchi precari metropolitani di Roma, e Michele, del centro sociale Magazzino47 di Brescia Il confronto tra Luca Fagiano, del coordinamento cittadino di lotta per la casa di Roma, e Gianluca, del centro sociale Askatasuna di Torino. Mercoledi 9 ottobre a Roma conferenza stampa di presentazione. Paolo di Vetta, blocchi precari metropolitani e del movimento di lotta per la casa. Ascolta Nello stesso giorno azione di protesta a Bologna nei confronti di ferrovie dello stato. Occupati gli uffici delle Fs nel capoluogo emiliano da parte di un gruppo di compagni e compagne per protestare contro l’atteggiamento di Trenitalia che ha negato la possibilità di raggiungere Roma con un treno speciale,pretendendo che si utilizzino i treni di linea pagando prezzi esorbitanti. Da Bologna Fulvio di Infoaut Bologna. Ascolta Giovedì 10 ottobre invece abbiamo realizzato un confronto tra Piero Bernocchi, della Confederazione Cobas, e Simone Oggionni, dei Giovani Comunisti. Ascolta o scarica il contributo Un altro confronto che vi proponiamo è particolare rispetto agli altri proposti: si tratta infatti di un dibattito tra Filippo Miraglia, dell’ARCI che aderisce alla manifestazione del 12 Ottobre “Costituzione la via maestra”, e Luca Fagiano di Abitare nella crisi, rete di realtà che lottano per il diritto alla casa che ha lanciato la data dell’assedio del 19 Ottobre. Ascolta. TUTTO SU RADIO ONDA D'URTO http://www.radiondadurto.org/2013/10/05/verso-la-sollevazione-del-19-ottobre-analisi-e-commenti/

Domani non sarò più Re - Il Reading presso l'Ateneo degli Imperfetti sabato 19 ottobre 2013

Domani non sarò più re IL READING di e con Luigi Pozza Musiche di Francesco Perale. Immagini di Silvia Salvagnini. Introducono Elis Fraccaro e Silvia Salvagnini. Sabato 19 ottobre (h. 18.30) ATENEO DEGLI IMPERFETTI Marghera (via Bottenigo 209) «Se qualcuno vuol sapere com’è morire, e ovviamente insieme però si dovrà cuccare pure com’è vivere – davvero –, be’ se lo vada a scoprire leggendo il libro di Luigi Pozza: “Domani non sarò più re”.» Ulisse Fiolo, poeta/musicista Domani non sarò più re è un racconto che narra le vicende di nove Sentinelle bloccate in cima ad una montagna, in pieno inverno e nel bel mezzo di una guerra. La storia si dipana in un inesorabile conto alla rovescia dove i protagonisti cercano se stessi e un buon motivo per "non morire così". Il libro è attraversato da ricordi, amori, dialoghi assurdi e divertenti. Sogni folli, magie e filosofie. Leggerezze e tragedie. Dietro ogni normalità si nasconde l’incredibile e dietro l’incredibile si rivela l’uomo, l’amicizia e il futuro... e la sua utopia. Il Reading vuole presentare agli spettatori il romanzo, attraverso la musica, le canzoni e le immagini, estrapolando una minuscola ma significativa parte del testo: una fiaba. Una fiaba che il narratore racconta ai suoi disperati compagni. Una fiaba che in sé racchiude un segreto terribile e lo disvela... quale segreto?  www.mimisol.it/libri/domani-non-saro-piu-re  www.mimisol.it/libri/domani-non-saro-piu-re-ebook . www.facebook.com/DomaniNonSaroPiuRe / twitter.com/Eliasmengwee

venerdì 11 ottobre 2013

18 ottobre 2013 SCIOPERO GENERALE SOCIALE !

Cub,Cobas , USB , UniCobas ,CIB-UniCobas , Or.S.A. , Slai-Cobas , Anmi-Fenepa , Usi , Usi - Ait ed altre organizzazioni sindacali di base e associazioni migranti hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore per venerdì 18 Ottobre di tutti i lavoratori del privato e del pubblico impiego. Lo sciopero generale è indetto: contro le politiche di austerità del governo Letta; per·l'aumento di salari e pensioni, la riduzione dell'orario di lavoro; per i diritti sociali (reddito, casa, lavoro,·salute, studio); per una legge democratica sulla rappresentanza; per pari diritti per i lavoratori migranti, contro la tassa di soggiorno e il rapporto tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. E' bene che lavoratori, disoccupati e pensionati non si lascino ingannare dal clima di consenso intorno al governo Letta e ai provvedimenti che intende adottare. Nelle prossime settimane il governo presenterà la Legge di Stabilità – dopo che verrà vagliata dai tecnocrati dell'Unione Europea. In questo provvedimento ci saranno misure ancora una volta penalizzanti per lavoratori e settori popolari e vantaggiose per le banche e i “prenditori”. 1) Il cuneo fiscale è un vero inganno. Dei miliardi stanziati per ridurre imposte e contributi sul lavoro, la gran parte andranno ai padroni e solo le briciole ai lavoratori. Se va bene si parla di duecento euro l'anno (praticamente 16,6 euro al mese, 55 centesimi al giorno) di riduzione delle tasse sugli stipendi! Mentre l'Istat comunica i dati sull’ulteriore diminuzione del potere d'acquisto di salari e pensioni si regalano soldi alle imprese e si lasciano i salari fermi di fronte all'aumento dei prezzi incattiviti anche dall'aumento dell'Iva. 2) Gli stipendi dei lavoratori pubblici continuano a rimanere bloccati dal 2009 e lo saranno sino al 2017, mentre nel settore privato assistiamo ad un abbassamento reale delle retribuzioni con paghe che in molti casi sono scese a 5 euro l'ora per i giovani e i precari. 3) Il balletto sull'Imu fa prevedere una sua possibile reintroduzione – non solo per le abitazioni di lusso - perché frutta quei miliardi che non vengono sottratti agli evasori, alle spese militari, alle società che gestiscono il gioco d'azzardo e le slot machine. Possiamo scommettere che torneranno alla carica con il pretesto che “ce lo chiede l'Unione Europea”. 4) Da dicembre sarà maggiorata la Tares, imposta sulla gestione rifiuti. Da gennaio dovrebbe poi entrare in vigore la Service Tax, una supertassa comunale che incorporerà Imu e Tares. 5) La disoccupazione giovanile sfiora ormai il 50% e due giovani su dieci hanno rinunciato sia a studiare che lavorare. Non ci sono idee né progetti per ridurre una piaga sociale che rischia di diventare devastante per il futuro del paese. 6) Gli sfratti stanno dilagando, anche nelle città dove non è mai esistita l'emergenza abitativa. In moltissimi casi si tratta di “morosità involontaria” dovuta al licenziamento o alla perdita del lavoro in moltissime famiglie. 7) Stanno svendendo alle multinazionali straniere e per un piatto di lenticchie aziende strategiche come Telecom e Alitalia che dovrebbero essere servizi pubblici e beni collettivi e non società privatizzate in mano a speculatori. C'è qualcuno che ha il coraggio di dire che di fronte a tutto questo occorre rimanere zitti, fermi e buoni? Si! Sono i sindacati amici del governo come Cgil Cisl Uil, la Confindustria, le banche e l'Unione Europea che vogliono avere mano libera per rastrellare soldi da lavoratori e pensionati e destinarli ai grandi gruppi bancari, alle spese militari, alle multinazionali, ai “prenditori”. Ci sono quindi ottimi motivi per scioperare, scendere in piazza e farsi sentire, indicare altre priorità per i lavoratori, i disoccupati e i pensionati nel nostro paese. Venerdì 18 ottobre è SCIOPERO GENERALE. Fermiamoci per fermarli!

Ottobre, si sta come tre foglie sugli alberi? - comunicato Segreteria Nazionale FdCA

Abbiamo passato mesi di soporifera assuefazione agli psicodrammi di una politica istituzionale sempre più avvitata sull'autoconservazione. Una politica paga della riuscita trasformazione autoritaria impressa dalle politiche neoliberali della oligarchia finanziaria. Una elite che ormai comanda ed impera in tutto il mondo, totalmente sorda alle necessità e alle urgenze di una crisi causata dall'esproprio delle ricchezze a danni delle forze più deboli della società. Ma ora le realtà di lotta e di opposizione ricominciano a muovere qualche passo. Importanti passaggi nel deserto prodotto del governo unico, orfani di ogni dove che tentano di rinsaldare le fila di una aggrovigliata e complicata situazione. Da quella che sarebbe stata chiamata in passato la frangia riformista -e che ora è costretta a lottare per conservare qualcosa- si muove un tentativo estremo di ripartire dalla difesa di una Costituzione ormai violentata in tutte le sue parti. Un tentativo -quello della manifestazione del 12 ottobre a Roma- che vorrebbe perlopiù permettere una ridislocazione intelligente a quanti nella cosiddetta sinistra radicale sono entrati in una fase di convulsione che li ha portati a perdere il senso stesso dell’azione politica. Non certo per rimettere al centro dell’agenda politica la possibilità di contrattare condizioni di difesa di qualsivoglia diritto. In contemporanea, (ampi) settori di movimento rilanciano una settimana di mobilitazione che parte sempre dal 12 ottobre con una giornata di lotta a difesa dei territori, contro le privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni e azioni diffuse per il diritto all'abitare, per terminare in piazza il 19 ottobre, inglobando lo sciopero/manifestazione dei sindacati di base e conflittuali del 18 ottobre, e lanciando mobilitazioni locali il 15 ottobre. Ma il sindacalismo di base sembra non riuscire ad andare oltre la ritualità dello sciopero generale, pur unendo vecchie e nuove sigle che ancora non trovano uno spazio politico condiviso per battaglie condivise. Anch'esso si dimostra incapace di essere l’alternativa credibile alla difesa degli interessi di classe. E si trova in parte suo malgrado inserito in un percorso plurale che potrebbe essere una bella risposta in attesa della nuova legge sulla stabilità, pronta a tagliare e dismettere quanto di pubblico e di collettivo rimane in questo paese. Siano servizi, posti di lavoro o beni demaniali, tutto è sacrificabile per garantire il rispetto del 3% di indebitamento netto nel 2013. Nessuna difesa di classe sembra più consentita. Il liberismo dello stato minimo e dei massimi profitti per le imprese private sembra privo di alternativa. Eppure i diversi soggetti che abitano la crisi, rivendicano a sé, a noi, la capacità -comunque declinata, riconosciuta, vissuta- di non non far parte di questo disegno autoritario. Soggetti diversi che rivendicano l'indisponibilità ad essere sacrificati alla ristrutturazione del capitale. Che rivendicano la possibilità di costruire dal basso soluzioni umane alla rapina capitalistica. Questa eterogenea assemblea richiama quanti - precar*, lavoratori e lavoratrici, giovani, pensionat*, disoccupat*- richiedono reddito e casa, rivendicano difesa dei territori e possibilità di vita per tutti, nell'esigenza di conquistare spazi ed agibilità politica, per altro affermata in contesti territoriali dove la mediazione politica, quella dei partiti, è completamente saltata. Una cosa però è chiara a tutti: se è vero che nulla sarà più come prima, che non si tornerà alla vita "pre crisi" e che l’espulsione in massa di forza lavoro e la chiusura di centinaia di fabbriche hanno modificato tanto la composizione ed ancor più la coscienza di classe, è altrettanto vero che il simulacro della democrazia parlamentare mostra la corda proprio di fronte alla necessità del capitale di costituzionalizzare l’avvenuta svolta autoritaria. La de-integrazione sociale non è più una variante sociologica degli effetti della crisi. E' e si manifesta attraverso l’esclusione politica e sociale dei ceti subalterni, che in primis subiscono la perdita di salario e di tutele economiche. L’accumulazione per esproprio e l’ideologia dominante della borghesia neoliberale hanno messo in conto i costi che i lavoratori stanno pagando nella ristrutturazione del capitale. Sappiamo tutti della stretta repressiva già in atto da tempo, con cui si cerca di legittimare l'esclusione politica alla quale tutti siamo sottoposti; sappiamo che la tendenza è come sempre a criminalizzare le lotte e la partecipazione, e come sempre si accenderanno riflettori di una regia complice, per spegnerli poi a piacere e dosarne i fotogrammi nella più classica della disinformazione di regime. Non è un buon motivo per non esserci, non è mai un buon motivo. Sta a tutte e tutti noi, che non chiediamo nulla al potere politico ed autoritario che governa l’Europa, noi che rifiutiamo ogni approccio nazionalistico all'uscita dalla crisi con ricette che ci porterebbero agli anni '30, essere consapevoli che è nei territori che si deve continuare ad alimentare le lotte. Costruendo l'alternativa a questo sistema -dal basso- rafforzando e collegando organismi di base capaci di esprimere vertenzialità e conflittualità a partire dai bisogni immediati e dalla solidarietà reciproca; progettando forme e modi del potere popolare a partire dalle sacche di resistenza e di progettualità che esistono e resistono, creando forme di contropotere costituendo organismi orizzontali e sviluppando prassi libertaria, patrimonio sempre più largamente condiviso tra chi ancora lotta e prefigura la trasformazione sociale, tra chi non intende rinunciare ai diritti, alla dignità, alla pace e all'eguaglianza sociale. SN-FdCA, ottobre 2013

12 ottobre , Revine lago manifestazione regionale antifascista contro neonazismo eneofascismo

SABATO 12 OTTOBRE 2013 a REVINE – ORE 16,30 Contro il neofascismo e il neonazismo Solidarietà, Giustizia sociale, Costituzione Manifestazione Regionale Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione con corteo indetta per il giorno 12 ottobre con partenza da Revine alle ore 16.30 e arrivo a Lago alle ore 18.30 e comizio finale con la partecipazione di Marcello Basso per l’ANPI nazionale, Irene Barichello per l’ANPI regionale e Umberto Lorenzoni per l’ANPI provinciale. Uniti nei luoghi della Resistenza: un ricordo, un impegno!

martedì 8 ottobre 2013

I FIGLI DELL'OFFICINA - I Gruppi d'Azione Proletaria . NOVITA' EDITORIALE

Novità editoriale:


I Figli dell'Officina

I Gruppi Anarchici d'Azione Proletaria (1949-1957)

di Guido Barroero

Nella prima metà degli anni '50 del XX secolo, in una dimensione internazionale caratterizzata dalla dura contrapposizione tra i due blocchi egemoni (USA vs URSS), i Gruppi Anarchici di Azione Proletaria cercarono di sottoporre a una rigorosa analisi la mutata struttura dello sfruttamento capitalistico, sforzandosi di coglierne novità e linee di tendenza, analizzarono l'azione dell'imperialismo internazionale, comunque mascherato, cercando di coglierne le caratteristiche e tentarono di formulare una proposta strategica capace di opporsi al disegno complessivo dell'imperialismo.

Particolare attenzione venne posta all'analisi della cosiddetta "fase di transizione" dalla società capitalistica a quella postrivoluzionaria, con un'attenta analisi del ruolo dello Stato, "apparato di classe", da liquidare nella fase rivoluzionaria.

Iniziato nel 1949 all'interno della Federazione Anarchica Italiana, il percorso di questi operai comunisti anarchici si separerà in modo lacerante dalla FAI nel 1950. Dal 1951 al 1956 i GAAP avranno una costante presenza all'interno del movimento operaio, perseguiranno una strategia di alleanze con tutte le forze rivoluzionarie, per la costituzione di un Terzo Fronte di avanguardie politiche antimperialiste, che li porterà ad approdi distanti dal comunismo anarchico.







I Figli dell'Officina

I Gruppi Anarchici d'Azione Proletaria (1949-1957)

di Guido Barroero

Pubblicato dall'Associazione Alternativa Libertaria per conto del Centro Documentazione Franco Salomone, Fano (PU), ottobre 2013.

ISBN: 978-88-906411-2-1

253 pp - €10

Indice

•Non si finisce mai di ricercare, di Donato Romito

•Prefazione, di Roberto Meneghini

•Un'esperienza dell'anarchismo di classe: i Gruppi Anarchici di Azione Proletaria

•Materiale da "L'Impulso": 1949-1957

•In cammino («L'Impulso» n. 1 del settembre 1949)

•Argomenti («L'Impulso n. 3-4 del novembre-dicembre 1949)

•Prospettiva internazionale («L'Impulso» n. 1 del gennaio 1950)

•Obiettivi 1950 («L'Impulso» n. 2 del febbraio 1950)

•Resistenzialismo. Piano di sconfitta. Note critiche sull'indirizzo della rivista «Volontà» (Supplemento al n. 2 de «L'Impulso» del febbraio 1950)

•Mozione "per un movimento orientato e federato" («L'Impulso» n. 3-4 del marzo-aprile 1950)

•Giovani e non più giovani («L'Impulso» n. 5-6 del maggio-giugno 1950)

•Anarchici («L'Impulso», n. 9-10 - settembre-ottobre 1950)

•Sulla liquidazione dello stato come apparato di classe

•L'approdo («L'Impulso», n. 3-4 del marzo 1951)

•L'imperialismo pianifica tutto ma non pianifica se stesso («L'Impulso» n. 5-6 dell'aprile 1951)

•Contro il dispositivo imperialista terzo fronte rivoluzionario («L'Impulso» n. 7-10 del maggio-giugno 1951)

•Terzo fronte in fabbrica («L'Impulso» n. 11-12 del luglio-agosto 1951)

•Verso la conferenza nazionale. Fermezza («L'Impulso» n. 3 del 15 maggio 1952)

•Perché non commemoriamo la scissione di Genova («L'Impulso» n. 7 del 15 ottobre 1952)

•Un progetto di tesi («L'Impulso» n. 8 del 15 dicembre 1952)

•Bilancio e saldo dell'«era staliniana». Dopo la morte di Stalin («L'Impulso» n. 3-4 del 15 aprile 1953)

•L'internazionale comunista libertaria è sorta. La risposta degli anarchici alla crescente pressione dell'imperialismo («L'Impulso» n.6 del 15 giugno 1954)

•Sotto la coltre della politica ufficiale premono le istanze della lotta di classe («L'Impulso» n. 8 del 15 agosto 1954)

•Sulla giusta linea («L'Impulso n.5 del 15 maggio 1955)

•I gruppi anarchici d'azione proletaria agli elettori («L'Impulso» n. 4 del 30 aprile 1956)

•Per il comunismo libertario («L'Impulso» n. 11 del 25 ottobre 1956)

•Conseguente decisione («L'Impulso» n. 7 - 30 aprile 1957)

•Bibliografia essenziale

•Materiale online

•Biografie dei militanti

•Indice delle organizzazioni

•Indice analitico

Si può ordinare "I Figli dell'Officina" inviando una e-mail al seguente indirizzo: info@archiviofrancosalomone.org, oppure scrivendo a: Centro Documentazione Franco Salomone, Piazza Capuana 4, 61032 Fano (PU). Puoi anche rivolgerti alla sezione FdCA più vicino a te.

lunedì 7 ottobre 2013

Bandiere e partecipazione - no muos

Giuro, è l’ultima volta che ne parlo: almeno sino alla prossima manifestazione non tornerò sull’argomento, perché davvero non se ne può più. Lo faccio adesso per rispondere alle numerose sollecitazioni, talune ai limiti della provocazione, che mi chiedono perché non bandiamo dalle nostre manifestazioni le bandiere di altri. A quelli che dicono di non venire perché ci sono le bandiere, o persino le magliette, di questo o di quello, direi: venite, invece, e portate pure le vostre. Chi ve lo impedisce? E propagandatele pure le iniziative del movimento No MUOS, utilizzando a vostre spese i segni e i simboli delle vostre identità (o della vostra alterità) sui muri delle vostre città e su ogni altro “canale”. Anche per questo c’è qualcuno che lo impedisce? Davvero è, sarebbe, un’accusa gretta quanto insostenibile nei confronti del movimento. E aggiungerei: cominciate a frequentare, nei modi che più vi sono consoni, le riunioni e i luoghi delle lotte No MUOS. Con ciò diventerete più tolleranti e davvero non ve importerà più se le persone che vi stanno a fianco si portano dietro una bandiera che non è la vostra. Dopo momenti di intensa convivialità e condivisione di vita gomito a gomito sentirete «l’altro» come vostro compagno di lotta e di resistenza. Non vi scandalizzerà più il suo essere diverso da voi. Io ho imparato a parlare con tutti e ad ascoltare tutti (e con l’esperienza nel movimento No MUOS ho affinato questa mia capacità): alla manifestazione, pur essendo alla testa del corteo a reggere un lembo dello striscione di apertura e perdendomi gran parte di quelli che vi si sono aggiunti via via, ho incontrato molte persone di diverso orientamento politico rispettoso della costituzione, ho incontrato pacifisti e amici della non-violenza. E ho visto: numerose sigle sindacali, persino una di cui non conoscevo l’esistenza (CILDI se non sbaglio); i papa-boys; i ragazzi dei centri sociali e quelli dell’oratorio e persino ministri (di culto) di differenti religioni. E numerose associazioni antimafia, che bella cosa! E ho salutato Salvatore Borsellino e gli amici della Casa Impastato. E poi le famiglie con i passeggini, gli artisti, i clown… Che cosa si vuole di più? E, condotta non scontata, ho visto i palermitani (di cui tutti conosciamo il proverbiale disincanto) affacciarsi sulla soglia dei negozi e sui balconi ad applaudire il corteo e unirsi nei cori. Le indicazioni del coordinamento che ha indetto la manifestazione, per finire questa nota, sono sempre state chiare: alla testa del corteo solo bandiere No MUOS. E tutti gli altri dietro. E non si è faticato più delle altre volte nel far rispettare la disposizione. La manifestazione di ieri? Un successo di manifestazione di cui bisogna esser grati a tutti i presenti: a quelli con le bandiere, gli striscioni, le spillette, le bandane e le magliette e a quelli senza bandiere e senza nient’altro che la propria faccia. E ringraziamo tutti per averci messo la faccia nel dire No al MUOS e no alla guerra senza se senza ma. A chi denigra il risultato, ricorderei quello che si diceva il giorno prima per scoraggiare la partecipazione: che sarebbero calate orde di barbari. E, invece, siamo stati migliaia e migliaia. Ecco chi non ho visto: barbari e violenti. Con buona pace dei velinari di regime. E, con molta probabilità, pure i black block austriaci esistono solo nelle menti bacate di chi li ha partoriti: le menti finissime, si fa per dire, di taluni professionisti della disinformazione foraggiati con denaro pubblico. Salvatore Giordano http://anarcomedia.wordpress.com/2013/09/30/bandiere-e-partecipazione/

Palestina-Israele, imminente campagna europea BDS contro gli insediamenti: è la lotta unitaria che prosegue *

Il detto cinese "Viviamo tempi interessanti" si è recentemente materializzato nella nostra regione. Il soprendente disinnesco della questione delle ami chimiche siriane e del programma nucleare iraniano ha esposto Israele a maggiori pressioni da parte dell'Europa. Nonostante il relativo boom economico, la popolazione israeliana ed ancor più quel vessato "ceto medio", vittima dell'applicazione delle misure neoliberiste, stanno iniziando ad esprimere il loro risentimento. I media non fanno altro che scrivere dell'emigrazione di persone del ceto medio il cui nazionalismo è stato gradualmente eroso dal neoliberismo e dalla paura per il prezzo della occupazione ad oltranza. Non è questo un contesto da lotta unitaria, ma richiede ulteriore impegno per attivisti già esausti. Sebbene non al loro massimo, sono proseguite le settimanali manifestazioni unitarie con l'impegno della resistenza palestinese contro gli sgomberi striscianti. Bil'in Due giovani ed un fotografo sono stati feriti da proiettili metallici ricoperti di gomma nel corso della manifestazione settimanale https://www.facebook.com/media/set/?set=a.5944492272680...61517 Rani Abdel Fatah https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202171565833760 Ni'lin manifestazione settimanale del 27.09.13 video https://www.facebook.com/photo.php?v=10202011603512549 Sheikh Jarrah https://www.facebook.com/photo.php?fbid=718518461496505 Kafr Qaddum: Venerdì 27 settembre 2013 Dozzine di residenti hanno sofferto di problemi respiratori e dovuto affrontare gli incendi negli uliveti durante la repressione da parte dell'esercito di occupazione, che a kufor qaddoum ha provocato l'incendio di ulivi con candelotti lacrimogeni sparati dai soldati posizionati sulle alture che sovrastano la strada. Le forze di occupazione e le cosiddette guardie di confine, col supporto di ruspe militari, hanno invaso il villaggio con la copertura del lancio di gas lacrimogeni, bombe assordanti, che hanno provocato dozzine di feriti. Secondo testimoni, i soldati israeliani hanno deliberatamente sparato i lacrimogeni all'interno delle case, danneggiando una cisterna d'acqua di proprietà di Zahi Tahir Ali, testimoni riportano che una ruspa ha buttato giù la Casa Teatro di Adnan Abdul-Mahdi sui rifiuti e sui resti di penumatici bruciati. Yotam Ronen http://www.facebook.com/alona.cohen.1238/media_set?set=...80183 Matan S. Cohen https://www.facebook.com/photo.php?fbid=628777920477598 https://www.facebook.com/media/set/?set=a.6287759304777...14816 https://www.facebook.com/media/set/?set=a.5933896373640...07133 Un giornalista palestinese è stato ricoverato dopo essere rimasto ferito, nel corso della manifestazione settimanale contro l'occupazione. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151647632107073 Odai Qaddomi https://www.youtube.com/watch?v=mweUJsMDV1A (Anteprima) ================================= Ilan Shalif http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/ Anarchici Contro Il Muro http://www.awalls.org Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali

i lavoratori canadesi non intendono subire oltre

La Crown Holdings è un’impresa di cui probabilmente non avete mai sentito parlare. Tuttavia è enorme, produce contenitori di metallo in 149 paesi, e va molto bene, nel 2012 ha raddoppiato i profitti. La Crown sta attaccando i suoi lavoratori a Toronto, in Canada. Ha eliminato l’adeguamento dei salari al costo della vita, ha creato un sistema salariale a due livelli, e vuole continuare il blocco delle pensioni che dura ormai da nove anni. I lavoratori della Crown, membri del sindacato dei metalmeccanici United Steelworkers, ne hanno avuto abbastanza e stanno facendo i picchetti, costretti a scioperare da un datore di lavoro che rifiuta un serio negoziato. Il loro slogan è “Non vogliamo tornare indietro”. Hanno ottenuto il sostegno dei sindacati di tutto il mondo, tra cui il britannico Unite, l’ International Association of Machinists, e l’IndustriALL Global Union. C’è ora una campagna LabourSt art a loro sostegno. Chiedono a tutti noi di inviare messaggi all’amministratore delegato della società che contenga un’esortazione semplice: “tornate subito al tavolo delle trattive per raggiungere un accordo equo” Clicca qui http://www.labourstartcampaigns.net/show_campaign.cgi?c=1988 Sosteneteli mandando i vostri messaggi oggi stesso, e diffondete questo appello. Grazie Eric Lee

venerdì 4 ottobre 2013

OMICIDIO DI MASSA , LUTTO IPOCRITA DEL GOVERNO E DI NAPOLITANO - presidio antirazzista a Verona

BASTA MORTI! BASTA IPOCRISIA! SOLIDARIETA' CON TUTTI I MIGRANTI. CONTRO LE LEGGI RAZZISTE CHE PROVOCANO QUESTE TRAGEDIE. Venerdi, 4 ottobre ore 18.30 a Verona, in Piazza Santa Toscana partecipa al presidio antirazzista. -------------------------------------------------------------------------- organizza il partito comunista dei lavoratori

Migranti: un’altra strage politica

Le centinaia di morti della strage di migranti che si è consumata oggi si aggiungono alle migliaia degli ultimi vent’anni. Nonostante il variare dei numeri, queste stragi sono diventate la norma da quando l’Europa di Schengen, mentre celebrava la libertà di movimento al suo interno, ha armonizzato il sistema dei permessi di soggiorno e scaricato sui paesi di frontiera l’onere di fare da ‘filtro’ ai movimenti dei migranti. Del resto, la posizione espressa dal Consiglio d’Europa poche ore prima dell’ennesima strage mostra il vero volto dell’area Schengen: in sostanza, si accusa l’Italia di essere stata troppo morbida e incerta nel gestire i migranti in arrivo. Un discorso che farà piacere alle molte destre europee e forse anche al presidente italiano Napolitano che, inebriato dal fatto che l’Italia ha un governo, pretende anche di governare le coste altrui. Il padre della legge che ha aperto la strada alla Bossi-Fini non si smentisce e neppure si smentisce la Lega, con il suo solito razzismo, né il M5S, che dopo essersi opposto allo ius soli riafferma il suo pensiero di Stato invocando l’intervento dell’Unione europea per garantirne i confini. Lontano dall’immagine di ogni ‘Fortezza Europa’ assediata, il regime di Schengen, che include la forza armata Frontex, ha significato per la quasi totalità degli abitanti del pianeta l’impossibilità di raggiungere l’Europa in modo regolare. Persino la possibilità di ‘soccorrere regolarmente’ i naufraghi è impedita dal reato di immigrazione clandestina. Era logico aspettarsi che ciò avrebbe reso più pericoloso ogni tentativo di raggiungere l’UE. Logico anche aspettarsi che nel mondo globalizzato lo scoppiare di rivoluzioni e conflitti avrebbe aumentato la voglia di libertà e prodotto movimenti maggiori: i migranti hanno il diritto di esercitare quella libertà di movimento che si sono conquistati, come successo dopo la rivoluzione tunisina, e di votare con i piedi contro guerre che non li riguardano, come successo in Libia e ora in Siria. Contro ogni pretesa di regolare questa libertà, quello che né l’Europa né l’Italia capiscono è che i movimenti dei migranti non dipendono da loro. Da loro dipendono tuttalpiù le condizioni nelle quali i migranti si muovono. Per questo, i paesi europei e le politiche sull’immigrazione condividono la colpa di quanto regolarmente accade. È bene che nessuno si presti più al gioco che vedrebbe nell’Europa un argine alla barbarie nostrana. Al contrario, i movimenti dei migranti mostrano che non può esserci una lotta che non sia su scala pienamente transnazionale. Di soluzioni forse non ce ne sono, come sostiene il ministro degli Esteri Bonino. Certamente, però, abolire Frontex e sancire la possibilità di raggiungere liberamente lo spazio Schengen renderebbero il servizio offerto dai cosiddetti scafisti meno esclusivo. In assenza di tale volontà politica, ci siano risparmiate espressioni di rammarico. Se nell’individuare i colpevoli siamo certi di trovare ampio accordo, l’ennesima strage ci spinge a ricordare non solo le vittime, ma tutti quei migranti che quotidianamente lottano e da anni si organizzano contro le leggi che governano i confini dello sfruttamento. Il cordoglio e la rabbia che si alzano contro questa ennesima strage impongono, ora più che mai, di riconoscere che sulla pelle dei migranti si gioca molto di più di quanto è reso visibile dalle stragi del mare e dalla sistematiche e speculari vittimizzazione e criminalizzazione politica e mediatica. Si giocano il tentativo di regolare e governare, su scala transnazionale, una nuova geopolitca e i movimenti della forza lavoro. Si gioca uno scontro politico globale e di classe. Dentro questo scontro i migranti sono parte attiva. E gli altri? Se si vuole continuare a scandalizzarsi ogni volta di nuovo, allora va bene continuare così. Altrimenti, bisognerebbe almeno smetterla di ostinarsi a considerare i migranti solo quando muoiono in mare o come portatori di istanze parziali, e accettare finalmente la sfida politica generale che essi pongono. Coordinamento Migranti http://coordinamentomigranti.org

mercoledì 2 ottobre 2013

Manifestazione Regionale a Revine Lago Contro il Nazifascismo di ieri e di oggi, ORA e SEMPRE RESISTENZA!

Manifestazione Regionale a Revine Lago Contro il Nazifascismo di ieri e di oggi, ORA e SEMPRE RESISTENZA! SABATO 12 OTTOBRE 2013. Concentramento a Revine ore 16.30. Corteo con fiaccolata fino a Lago. (comunicato ANPI Regionale a fine messaggio) Per organizzare la nostra presenza come associazioni, partiti e singoli cittadini del vittoriese vi invitiamo all'incontro di sabato 5 ottobre alle ore 17.00 presso la sede dello Spi- Cgil a Vittorio Veneto. Sollecitiamo caldamente la vostra presenza anche per individuare e distribuire compiti e ruoli. Per informazioni potete contattare il numero 32 99 26 62 95 DOBBIAMO ESSERE TANTI : PASSA PAROLA!! P.S. per evitare intasamenti di automobili l'Anpi organizza un servizio pullman da Vittorio a Revine con partenza dal piazza 25 Aprile ( ex- coop) alle 15.45 circa. Si prega di prenotare, al più presto, l'eventuale posto in pulman al 3470564102. COMUNICATO COORDINAMENTO ANPI REGIONALE DEL VENETO Contro il Nazifascismo di ieri e di oggi, ORA e SEMPRE RESISTENZA! Manifestazione Regionale a Revine Lago(TV).SABATO 12 OTTOBRE 2013. Concentramento a Revine ore 16.30. Corteo con fiaccolata fino a Lago. Info: anpiveneto@gmail.com cell.3397254579

Siria , rivoluzione o reazione ? dibattito al tuttinpiedi di mestre

sabato 5 ottobre ore 18 al Tuttinpiedi Dibattito Siria: rivoluzione o reazione? guerra civile o guerra mondiale? circolo Tuttinpiedi - P.zza Canova 1 Mestre (VE) - laterale viale san marco di fornte negozio A&S

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)