„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
martedì 15 ottobre 2013
FRANCESCO GHEZZI, UN ANARCHICO NELLA NEBBIA - Novità editoriale di Zero in condotta editrice
segnaliamo l'uscita, per Zero in Condotta, del libro di
Carlo Ghezzi
FRANCESCO GHEZZI, UN ANARCHICO NELLA NEBBIA
Dalla Milano del teatro Diana al lager in Siberia
pp.124 EUR 10,00
ISBN 978-88-95950-34-1
Francesco Ghezzi è un operaio milanese, un anarchico, fuggito dall’Italia per sottrarsi alla “giustizia” fascista e approdato, dopo lunghe peregrinazioni in vari paesi europei, nell’Unione Sovietica, sicuro di trovarvi condizioni di una vita migliore, e di poter contribuire a quel grande processo di emancipazione sociale che aveva entusiasmato il proletariato di tutti i paesi. Una storia comune, la sua, a quella di altri rivoluzionari che, pur partendo da esperienze diverse, ripararono, col cuore gonfio di speranza, nel “paradiso socialista”.
Si sa che per loro le cose non andarono affatto così, perché, nonostante alcuni innegabili miglioramenti nelle condizioni di vita del miserabile proletariato russo, una pesantissima cappa di oppressione si sarebbe abbattuta sulla nuova società, finendo con l’annullare il significato stesso di quella grandiosa esperienza in una paranoica paura verso qualsiasi forma di dissenso se non, addirittura, di critica. Francesco Ghezzi fu una delle tante vittime di questa mostruosa degenerazione, ma fu una vittima indomita e mai rassegnata, una vittima esemplare. Questo libro ne ripercorre la vicenda umana.
L'autore Carlo Ghezzi – già segretario generale della Camera del Lavoro di Milano - è legato a Francesco da un vincolo di parentela. È un parente che non dimentica e intende riportare alla luce una memoria storica quanto mai emblematica delle contraddizioni e delle tragedie del Novecento.Molto spesso, quando si affronta una biografia, il rischio dello storico è quello di farsi “coinvolgere” dall’oggetto delle sue indagini, mettendo a repentaglio l’obiettività e la serenità del suo giudizio. Ma in questo caso l’affetto dell’autore risalta proprio come il pregio maggiore dalla narrazione tragica e avvincente dei fatti. È l’affetto di chi sente di condividere l’idealità di fondo del protagonista, ma è anche, soprattutto, il sentimento nutrito per colui che non si è mai conosciuto, ma di cui si avverte ancora forte la vicinanza.
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