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lunedì 16 novembre 2020

APPELLO AL MUTUALISMO ! Brigata di Solidarietà per l'Emergenza - Mario "Spartaco" Betto - Pordenone

 Appello al mutualismo!


Fai la tua parte, unisciti alla Brigata di Solidarietà
per l’Emergenza Mario “Spartaco” Betto!
Ci rivolgiamo a tutte e tutti i pordenonesi.
Siamo nuovamente in emergenza e a rischio lockdown anche in FVG.
Migliaia di persone non possono più lavorare e avranno difficoltà economiche, altre
migliaia un lavoro già l’avevano perso, o non l'hanno mai avuto, e non potranno
trovarne un altro.
Gran parte di noi fatica a reggere l'urto di questa seconda ondata ma chi ha già pagato e
pagherà il costo più alto sono le fasce più vulnerabili, tantissimi anziani che avranno
difficoltà a fare la spesa, ad avere relazioni e contatti, a procurarsi medicinali, spesso
salvavita, e a curarsi; e ancora famiglie e persone fragili, con disabilità e altre difficoltà
materiali, umane e psicologiche.
L'emergenza sanitaria e socio-economica ci impone l'urgenza della solidarietà
attiva.
Per questo motivo abbiamo deciso di trovarci e di costituire una brigata di mutuo soccorso,
l'abbiamo voluta intitolare a un partigiano di Visinale di Pasiano di Pordenone che ai tempi
della terribile lotta la nazifascismo si sacrificò per una causa di libertà e giustizia.
Nasce la Brigata di Solidarietà per l'Emergenza “Mario “Spartaco” Betto.
Si tratta di un'unità operativa che in modo dinamico opererà su tutto il territorio

pordenonese cercando di coprire richieste dirette e indirette che altri enti e istituzio-
ni già attive negli aiuti non riescono a coprire.

Ci occuperemo di consegnare spese alimentari di prima necessità e medicinali alle
persone in quarantena e che si trovano in uno stato di forte difficoltà.
Porteremo la spesa a domicilio a persone anziane, immunodepresse, con disabilità
motorie, in quarantena - o chiunque ne abbia bisogno.
Prossimamente cercheremo di organizzare collette alimentari e “spese sospese” in tutta la
città per incrementare la capacità di rispondere ai bisogni primari della popolazione.

Ogni nuovo volontario e volontaria riceverà una formazione sanitaria in linea con l'espe-
rienza rodata e grandemente partecipata a Milano, dove nascono le Brigate per l'emer-
genza sanitaria, per operare in completa sicurezza per sé e per gli altri.

Saranno inoltre forniti Dispositivi di Protezione Individuali, un gilet con badge di riconosci-
mento e quanto necessario per la circolazione sul suolo comunale.

Contattaci al 339.6812954 (Lino) o 333.4866588 (Stefano)
oppure invia una mail a brigataspartacopn@gmail.com


Pordenone ha bisogno anche del tuo aiuto: “Ognuno di noi deve dare qualcosa in modo
che alcuni di noi non siano costretti a dare tutto."


Brigata Solidarietà per l'Emergenza Mario "Spartaco" Betto - Pordenone

 


 

domenica 1 novembre 2020

Il Cantiere - ottobre 2020


 












LEGGILO O SCARICALO QUI

Uscire dalla gabbia dei sacrifici


Questo numero de “il Cantiere” esce in concomitanza dell'inasprimento della epidemia del Covid-19. Abbiamo già scritto sulle responsabilità e delle condizioni in cui le lavoratrici e i lavoratori si sono trovati nell'affrontare il virus. 

Non abbiamo competenze specifiche per dare risposte epidemiologiche, né pensiamo, in questa fase di aggiungere opinioni che vadano a sommarsi alla già confusa letteratura sull'argomento. 

Ci limitiamo a registrare i fatti. Il sistema sanitario è nuovamente in affanno, le terapie intensive rischiano di non essere sufficienti per tutti quanti ne necessitano, il rischio è quello di trovarsi nella condizione di scegliere chi curare e chi no. 

In questa situazione, dove la salute diventa la preoccupazione principale e le incognite della tenuta economica incombono su interi settori produttivi, ogni altro argomento sembra perdere di importanza.  

I richiami per una collaborazione partecipe che dalle istituzioni alla chiesa vengono per battere la pandemia sono pressanti ed evocano ancora una volta l'immagine della barca su cui tutti saremmo imbarcati. 

Una storia che periodicamente si ripete. 

Coloro, lavoratori e ceti popolari, che subiscono le contraddizioni dei sistemi economici- sociali, sono gli stessi che si fanno carico delle conseguenze in termini di fatica, sofferenze e miseria. 

Al riguardo ricordare l'apologo di Menenio Agrippa non è un vezzo storico, quel 494 a.c. segna una data emblematica nella subalternità dei ceti meno abbienti nei confronti dei ceti possidenti. Argutamente Marx commentò che Agrippa non aveva spiegato come, riempiendo la pancia dei patrizi, si potessero nutrire le braccia dei plebei. 

La crisi pandemica non ha intaccato la pervasiva attualità dell'apologo di Agrippa. Non solo braccia che nutrono pance altrui, ma anche una barca che ammesso che vada a fondo vede “schiavi” salariati a svuotare le sentine, mentre sulla tolda i “signori” continuano a gozzovigliare. 

Oggi con linguaggio diverso che cerca di irretire i lavoratori con la prospettiva di un lavoro auto-diretto la Confindustria ripropone lo schema dell'apologo. 

“ Questo moderno “Homo faber” deve sentirsi ed essere partecipe, artefice orgoglioso del processo di creazione del valore.” Confindustria "Il coraggio del futuro. Italia 2030-2050" 29 settembre 2020

Non appare casuale l'utilizzo del latino homo faber che è parte della locuzione latina ”homo faber fortunae suae”, che significa letteralmente «l'uomo è l'artefice della propria sorte». Nella sua espressione originaria la locuzione si riferiva all'essere umano nella sua generalità e sottolineava la capacità dell'uomo di essere artefice del proprio destino, capace di creare, costruire, trasformare l'ambiente e la realtà in cui vive, adattandoli ai suoi bisogni . 

Nello schema di confindustria l'homo faber è quello che fa riferimento al nuovo lavoratore iper flessibilizzato, agile, somministrato, legato all'impresa solo per essere sfruttato e abbandonato alle politiche di sostegno al reddito e quindi alla fiscalità generale quando i profitti calano. L'artefice orgoglioso del processo di creazione del valore è il lavoratore agile prodotto dalla pandemia. “ lo smart working, infatti, può essere un terreno ideale per portare avanti questa maturazione culturale che chiede di “essere” partecipativi: non è certamente foriero di risultati stabili pensare la partecipazione in termini di “avere” – cioè ottenere attraverso la contrattazione –se poi la mentalità di fondo è e rimane quella “antagonista”. “ 

Ancora una volta come nel 494 a.c. si pretende di socializzare la creazione del valore e non si pone la necessità di socializzare la distribuzione della ricchezza. 

La presunta sinistra istituzionale e le stesse confederazioni sindacali hanno accreditato il paradigma “fate sacrifici, accettate riduzioni di salario, precarietà del lavoro, il jobs act e l’economia ripartirà; e se riparte l’economia ci saranno più benefici per tutti.” 

Non farsi ingabbiare in questo schema è il presupposto per lasciare aperta una prospettiva di cambiamento.

 I rapporti di forza non consentono oggi di pensare a grandi battaglie, ma come proviamo ad argomentare negli articoli di questo numero vi sono le potenzialità per avviare una stagione di lotte capace di unificare la classe partendo dalla difesa del contratto collettivo nazionale, dalla richiesta di significativi aumenti salariali e dall'avvio di una vertenza generale sulla riduzione dell'orario di lavoro.

Obiettivo questo ultimo che coniugato a livello europeo può gettare le basi per un nuovo e forte processo di solidarietà internazionale dei lavoratori.

IX Congresso Nazionale della FdCA

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1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)