ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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lunedì 30 luglio 2012

Il bluff di Draghi

La partita a poker di Super-Mario .


Se i soldi non fossero i nostri..., sì insomma se i soldi non fossero proprio le migliaia di miliardi di euro che in questi ultimi 5 anni gli Stati della UE ci hanno risucchiato attraverso il fisco, oppure rapinato attraverso i tagli su stipendi e pensioni, servizi pubblici e posti di lavoro, oppure ancora scaricando i costi del debito pubblico su disoccupazione e precarizzazione in una crisi al buio, allora potremmo anche pensare che il "buon" governatore della Banca Centrale Europea si stia giocando una partita a poker contro quella cricca di misteriosi speculatori e contro i sempre serviti giocatori della Buba, che barano a spese delle nostre vite e sul nostro futuro.

E' veramente lui che ha la mano buona, "enough" (sufficiente) per far calare lo spread e ridare fiato alle Borse, che basta dirlo ed accade per magia?

Se Draghi ha delle buone carte in mano, lo vedremo. Probabilmente chi gliele ha servite è stato quel benefattore del FMI ed il sorriso smagliante di madam Lagarde dopo l'annuncio di Draghi sembrava tradire una certa soddisfazione. Nel suo ultimo report annuale, infatti, il FMI consiglia interventi in grado di inondare il sistema di liquidità: cioè stampare denaro. Affermazioni scandalose per l'Europa!! E poi, ma che razza di novità sarebbe?! Non è quello che la FED ha fatto negli USA con ben due emissioni di quantitative easing (QE), a partire dal 2009, per salvare banche e crediti? Non è quello che fa anche la Banca d'Inghilterra o la Banca del Giappone? Appunto. Ma in Europa non si può fare. O meglio, le due operazioni (sorta di succeddanee del QE) di LTRO (longer-term refinancing operation) pari a 1000 mld di euro effettuate dalla BCE a guida Mario Draghi a seguito dell'inizio della crisi del debito sovrano, non hanno sortito effetti reali se non concedere alle banche liquidità che invece di essere immessa nel sistema del credito in mutui e prestiti a imprese e persone, è stata usata dagli istituti di credito per approvigionarsi di titoli di stato. Dunque quali carte avrebbe in mano Draghi, su servizio del FMI (quindi leggi Fed/USA), perchè la BCE assicuri che "il suo sostegno monetario sia distribuito in modo efficace e continuare a fornire ampio sostegno alla liquidità delle banche a condizioni sufficientemente leggere"?

Una ripresa dell'acquisto di titoli di stato per contenere gli interessi sul debito. Possibile, riattivando il SMP (securities markets programme) che era stato usato fino al 2011 per acquistare sul mercato secondario i titoli spagnoli ed italiani e poi interrotto. Oppure combinando questo strumento con i due fondi cosiddetti salva-stati ESFS ed ESM (quest'ultimo in attesa a settembre di via libera dalla Germania), peraltro non così ricchi di disponibilità finanziarie e privi -per ora?- di autorizzazione ad intervenire sul mercato primario dei titoli (cioè acquistando direttamente dagli Stati).

Un alleggerimento delle garanzie per le banche che chiedono prestiti alla BCE, e quindi un allargamento dei titoli collaterali che si offrono a garanzia.

Un riduzione di 1/4 di punto del tasso di interesse a settembre.

Niente di nuovo, sostanzialmente. Se non fosse che la miscela di recessione e bassa inflazione che potrebbe accendersi nella UE ed influenzare prezzi e transazioni, preoccupa non poco i profitti dell'altra parte del mondo che invece non conosce crisi o ne sta uscendo, siano i paesi BRICS, gli USA o altri emergenti ancora.

Se la rivoluzione non è un pranzo di gala, come disse qualcuno, è forse ancora più vero che l'uscita dalla crisi non è una partita a poker a cui possiamo continuare ad assistere in veste di servitori di liquidità, di beni e di risorse comuni e collettive.

Il nostro protagonismo, il protagonismo di lavoratori, precari, disoccupati sta nella lotta per la redistribuzione delle ricchezze, per la riappropriazione dei beni collettivi, per la socializzazione dei servizi pubblici, per la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di distribuzione.

Al bluff di Draghi, preferiamo la ripresa della lotta di classe.

Federazione dei Comunisti Anarchici



Link esterno: http://www.fdca.it

martedì 24 luglio 2012

CORDENONS : Info-point e rinfresco pro-terremotati

Cordenons, ex Colonia elioterapica (ex sbeccoteca)

INFO POINT
Mostra fotografica e video sulla campagna SOS terremoto in solidarietà con i terremotati della bassa modenese non supportati dalla protezione civile nè dai comuni.
Per 2 mesi diversi gruppi hanno raccolto beni di prima necessità e portati direttamente in Emilia, le foto e i video mostrano questo lavoro.

RISTORO-RINFRESCO
La sera dalle 19.30/20.00 si continua con una serata in compagnia di autofinanziamento per la raccolta di acqua da mandare in Emilia in un momento difficilissimo per le popolazioni accaldate e assetate.
Menù fresco a base di antipasti vari e poi anguria e meloni a volontà, il tutto con vino, acqua e sangria!

L'iniziativa è organizzata dal GRUPPO DI MUTUO SOCCORSO di Cordenons che ha partecipato alla raccolta del materiale nel mese di giugno.
Per chi vuole partecipare alla serata di sottoscrizione ai terremotati è gradita la prenotazione entro martedì 24 luglio, il costo è di 10 €, contattare cell Daniele 348.7473506 o cell Stefano 333.4866588 oppure mandare email a strasp@gmail.com

Aiutateci a far girare l'invito, la solidarietà è tutto!!

La scelta etica coraggiosa dell'azienda Morellato

La scelta etica coraggiosa dell'azienda Morellato
No alla commessa militare nonostante la crisi.


Un imprenditore, Valerio Morellato, ingegnere poco più che trentenne col pallino della sostenibilità e dell’etica in economia. E della finanza etica.

Un'azienda, la sua, attenta alla responsabilità sociale e ambientale: Morellato Termotecnica di Ghezzano (Pisa) – che insieme all'altra, la Morellato Energia, aderiscono al Patto del Distretto di Economia Solidale AltroTirreno della zona di Pisa.Un'azienda socia e cliente di Banca Etica. Un'azienda in difficoltà – a causa della crisi economica e del ridimensionamento degli incentivi alle energie rinnovabili. Operai in cassa integrazione con la speranza che sia temporanea, con la volontà di trovare una via d'uscita. Ma non una qualunque via d'uscita.

Da un'azienda del gruppo Finmeccanica, la WAAS (Whitehead Alenia Sistemi Subacquei), arriva una commessa da 30mila euro e una settimana di lavoro che può essere una boccata d'ossigeno per le casse dell'azienda. Ma WAAS produce siluri e richiede sopralluogo e preventivo per dei lavori tra cui un sistema di refrigerazione per una vasca piuttosto capiente da usare per ricerca militare. E' evidente che accettare significa compromettere l’etica aziendale.

Morellato incontra gli operai per parlarne e decidere insieme. La scelta è certamente difficile, alcuni lavoratori non sono d’accordo nel procedere, altri si trovano schiacciati dalla necessità di trovare commesse. Parallelamente si apre un confronto con OdES, l’Officina dell’Economia Solidale di Pisa, il soggetto che facilita il processo di sviluppo del Distretto di Economia Solidale del comprensorio. Alla fine la decisione di dire no arriva a maggioranza e con l'accettazione delle reciproche posizioni.

La Morellato Termotecnica rifiuta con una breve email, in cui si legge, tra l'altro: “consapevoli che il nostro contributo alla realizzazione della struttura militare sarebbe stato marginale e certamente ci sarà un'altra azienda che ci sostituirà, […] non ce la sentiamo di mettere le nostre competenze al servizio di un'opera che potrà sviluppare tecnologia bellica […]”.


Leggi la notizia su Altreconomia.it, clicca qui.

Sciopero FIOM del 23 luglio 2012

La giornata di mobilitazione della FIOM, contro l’avvio della finta trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici tra Federmeccanica e sindacati complici, è riuscita.

Lo sciopero di 4 ore ha avuto un’ampia adesione nelle fabbriche; le manifestazioni davanti alle sedi di Confindustria, sia regionali che in alcuni casi provinciali, erano partecipate dal gruppo attivo (direttivi provinciali allargati con presenza di alcune aziende del territorio) e non hanno volutamente avuto carattere di massa.

Sarà il ciclo di assemblee che verrà svolto al rientro dalle ferie nei luoghi di lavoro e decidere nel merito delle iniziative e dei contenuti.

Contenuti che non potranno limitarsi alla sola piattaforma presentata dalla FIOM, che Federmeccanica non vuole discutere, ma che necessariamente devono entrare in una fase ampia e avere come risultante un movimento sindacale che si opponga, con contenuti aggreganti per la classe, alla deriva/irrilevanza sociale dentro cui si vuole ridurre il sindacalismo rivendicativo/conflittuale.

Si tratta di una prima risposta dovuta a fronte dell’esclusione del sindacato più rappresentativo da qualsiasi trattativa nel merito del contratto collettivo nazionale di lavoro. Quello che qualcuno definisce processo in stile FIAT di de-fiommizzazione della categoria.

Solo ricomponendo una visione strategica condivisa dai lavoratori, si potrà puntare ad una ricomposizione della classe e pensare ad una prospettiva per il sindacalismo rivendicativo /conflittuale che sconfigga il tentativo in fase avanzata di costruzione del sindacato di mercato.

La ristrutturazione in atto, con il ridisegno sociale che ne consegue, vede tutti subire continui arretramenti e sconfitte sia sul piano dei diritti e delle tutele, ormai da riconquistare, sia sul piano delle condizioni materiali di vita e di lavoro; trova - nel passaggio delle lotte esistenti e future contro i licenziamenti per mantenere un livello contrattuale dove l’autonomia possa avere possibilità di essere praticata - il riscontro reale sul quale costruire questo percorso.

La soluzione non passa per una sigla sindacale con appelli e proclami roboanti - se mai nuovi di zecca - ma per la costruzione di un movimento sindacale che aggreghi e agisca il conflitto dentro lo scontro sociale.

Il livello dello scontro risulta essere a livello europeo, dove non esistono tentativi reali di risposta coordinata: due lotte, ad esempio, quella della ristrutturazione dell’auto e del lavoro pubblico non sono praticabili solo sul livello nazionale e ne è la prova che la crisi del sindacato come forma organizzata è ormai di tutta l’eurozona.

Uno striscione oggi sintetizzava il dove siamo:
COSCIENZA, CORAGGIO, DIGNITA' - NOI SIAMO LA FIOM

Viap

Trasporti di barre di combustibile nucleare a partire da questa notte, domenica 22 luglio 2012

I trasporti ferroviari di barre di combustibile nucleare verso la
Francia sono frutto di un accordo siglato nel 2006 in base al quale
una parte delle nostre barre di combustibile irraggiato viene, a più
riprese, inviata in Francia dove viene trattata e poi riportata in
Italia.
Le barre vengono inviate allo stabilimenti della Areva di La Hague,
sulle coste dell'Atlantico. Costo dell'operazione, per l'Italia, 250
milioni di euro soggetti a lievitazione. Areva è la stessa azienda
che aveva progettato la realizzazione di diverse centrali nucleari in
Italia.
Quel trattamento serve a facilitarne lo stoccaggio semplificandone la
movimentazione, ma non ne diminuisce significativamente la
radioattività. Un trattamento che altrove, ad esempio negli USA a
partire dal 1977, non viene effettuato sia per il costo che per
l'impatto ambientale.
Quelle barre dovrebbero invece andare direttamente ad un deposito
definitivo che in ogni caso è urgente realizzare e che la Legge dello
Stato prevede che debba essere operativo dal 31-12-2008.
In compenso ad ogni trasporto si corrono dei rischi molto grossi e
sicuramente sottovalutati. Questo perché il massimo rischio previsto
nei piani di emergenza predisposti dalle prefetture italiane
interessate è lo scontro con un'autobotte di benzina, mentre, ad
esempio, non è stata prevista la caduta di un contenitore di barre in
un corso d'acqua, per attentato o altro, con inarrestabile dispersione
di plutonio nella corrente che inevitabilmente finirebbe prima nel Po
e poi nell'Adriatico, inquinando un'area enorme.
Oltre che con piani di emergenza incompleti i trasporti vengono
praticamente effettuati di nascosto, preannunciati da generici
comunicati apparsi tra il 20 ed il 21 luglio sui siti internet delle
sole prefetture di Torino, Vercelli, Alessandria e Pavia, e non su
quelle di Novara ed Asti che plausibilmente dovrebbero essere
interessate dal trasporto notturno. Comunicati che non sono certo
classificabili come informazione a tutta la popolazione che rischia di
essere interessata da un eventuale incidente, e che dovrebbe invece
essere avvertita per legge.
Far correre alla nazione un simile rischio vanifica il risultato del
referendum in cui il popolo sovrano ha dichiarato di non voler correre
i pericoli connessi al nucleare.
Chiediamo a tutte le autorità competenti di fermare immediatamente
tali trasporti, la cui utilità non è minimamente paragonabile alla
loro pericolosità ed il cui costo stride in modo offensivo con i
pesantissimi sacrifici che vengono chiesti alla nazione.


Mario Actis
Tino Balduzzi
Gian Piero Godio

per sottoscrivere:
nonukeal@gmail.com
legambientevallesusa@gmail.com

La marcia in difesa del Mis - Belluno - un bilancio

Un migliaio di persone. Tante sono le persone che hanno partecipato ieri alla
manifestazione in Valle del Mis promossa dal Comitato Bellunese Acqua Bene
Comune e il Comitato Operatori Economici dell’alta Valle del Mis.
Una marcia in un luogo simbolo, in una splendida valle Patrimonio Mondiale
dell’Umanità, dove la ditta bresciana Valsabbia S.p.a. sta costruendo una
centrale idroelettrica all’interno del Parco Naturale delle Dolomomiti
Bellunesi.

Un vero e proprio scempio, perpetuato su terreni di uso civico, ovvero terreni
di proprietà dei frazionisti di Tiser, piccola frazione del Comune di Gosaldo.
Terreni che sono stati acquistati illegittimamente dalla ditta bresciana che ha
incredibilmente ottenuto il nulla osta di inizio lavori dal precedente
consiglio di amministrazione del Parco. Per questo motivo, più volte i
manifestanti hanno ieri sollecitato il nuovo consiglio direttivo e il nuovo
presidente del Parco, Fiori, a prendere ufficialmente una posizione contraria
alla realizzazione della centrale. Ricordando come tutte le persone che ieri
hanno partecipato alla marcia, siano state tra coloro che in questi anni hanno
sostenuto e amato l’ente. Un ente che trova la sua ragion d’essere proprio
nella tutela e nella promozione del paesaggio dolomitico.

Proprio quelle stesse Dolomiti che oggi stanno subendo l’ennesima offensiva da
parte di numerose ditte private e pubbliche che all’oggi hanno richiesto oltre
150 nuove concessioni idroelettriche. In un bacino idrografico, quello della
Piave, che vanta il pessimo primato di essere il più artificializzato d’Europa
con il suo 90 per cento di acque già utilizzate per scopi irrigui e
idroelettrici. Oltre 200 chilometri di tubature hanno praticamente prosciugato
interi corsi d’acqua, eppure nuovi e vecchi predatori dell’acqua continuano a
farsi avanti in cambio di misere ricadute economiche per il territorio, che
viene continuamente espropriato della propria autonomia decisionale, su dei
beni come quelli dei fiumi e dei laghi, decisivi per il rilancio turistico
della provincia Bellunese.

Ma le numerose adesioni alla marcia e la grande partecipazione di ieri
dimostrano come su questo tema si sia creata un importante coalizione sociale a
dimostrazione che un primo obiettivo è stato raggiunto come hanno ricordato gli
organizzatori, ovvero che la battaglia culturale in difesa dei corsi d’acqua è
stata vinta. Una battaglia che ha saputo andare oltre i confini territoriali
della provincia bellunese come dimostrano i tanti cittadini e le tante
cittadine che da tutto il Veneto sono giunte in Valle ieri. Un primo importante
risultato, dopo anni nei quali il comitato è stato accusato di sostenere
“posizioni ideologiche” sulla questione, soprattutto da una certa politica
bellunese sempre in prima fila nella promozione della “svendita” del territorio
bellunese.

Ovviamente non basta. Ora va posta la parola fine al saccheggio in atto, con
una moratoria alle nuove concessioni. Proprio in questo periodo sono iniziati i
lavori in Regione Veneto per disciplinare la materia, fino a questo momento
totalmente deregolamentata, in balia di quel meccanismo di valutazione “caso
per caso” che ha prodotto un vero e proprio far west ovviamente sempre in
favore delle imprese richiedenti delle concessioni e in barba alle normative
europee, come dimostrano le decine e decine di richieste di nuove concessioni
idroelettriche in zona d’interesse comunitario e di alto valore naturalistico.

Ma la marcia di ieri dimostra di come il vento stia cambiando. Di questo va
dato merito al Comitato dell’acqua, alla determinazione di una comunità che si
è andata a creare attorno alla difesa e alla conquista dei beni comuni. Una
determinazione che come si è potuto vedere ieri, non si ferma davanti alle
recinzioni di un cantiere. Le tante persone che ieri hanno deciso
consapevolmente di entrare nel cantiere in Valle del Mis ne sono la
dimostrazione. Quei fiori e quegli alberi che i manifestanti hanno piantato in
risposta alla violenza delle ruspe della Valsabbia, sono il simbolo di un amore
incondizionato per un territorio unico al mondo.

venerdì 20 luglio 2012

Libro gratutito, e-book "Cinque anarchici del sud"

Da un corrispondente

....ad undici anni dall'uscita della prima edizione, ho il piacere d'informarvi che grazie alla collaborazione di alcuni blogger, Cinque anarchici del Sud è ora scaricabile gratuitamente in formato ebook.
Visto che l'editore ha sempre e solo guadagnato senza mai corrispondere una lira prima e un euro dopo......diffondete in copyleft a tutti!!
Saluti libertari

Il libro lo trovate qui (o clicca sul titolo del post):

http://greennotgreed.noblogs.org/post/2012/07/19/fabio-cuzzola-5-anarchici-del-sud/

Non spegni il sole se gli spari addosso !

GENOVA 19/20/21/22 LUGLIO 2001

Dopo 11 anni :

10 ragazzi condannati a quasi
100 anni per aver rotto vetrine ed auto .
Ad un pugno di funzionari di polizia è stato revocato
l'incarico lavorativo per aver abusato , torturato e
massacrato un centinaio di manifestanti .
Gli esecutori ed i mandanti di Sttato e polizia sono
stati TUTTI assolti o pescritti .
Perla morte di Carlo Giuliani nessuno è colpevole .
CHI DEVASTO è LO STATO
CHI SACCHEGGIA è IL CAPITALE !

libertà per gli arrestati
solidarietà per i latitanti

Iniziativa Libertaria Pordenone

giovedì 19 luglio 2012

Condanna preventiva - comunicato FdCA sulle sentenze dei fatti di genova 2001 a carico dei dimostranti

Condanna preventiva



A 11 anni dal 2001, in perfetta media con i tempi giudiziari di una repubblica che ha dimenticato da tempo lo stato di diritto, sono finalmente arrivate le sentenze sui fatti di Genova. Sentenze esemplari, le sentenze di cui avevano ovviamente bisogno gli apparati di questo Paese.

Una sentenza a posteriori, per dire che, sì, di fronte a reati gravissimi contestati a livello internazionale c’è stato qualcosa che non ha funzionato, ma in fondo si tratta di peccati veniali per i fedeli servitori dello Stato, nel frattempo come sappiamo promossi e allocati altrove, con percorsi perfettamente bipartisan. A cui fa il paio una sentenza che condanna con pene spropositate gli autori identificati di devastazione e saccheggio. Inutile parlare dei fatti: tutti e tutte sappiamo tutto, questo è un paese in cui la verità politica diventa verità storica, a volte ma non sempre, ma quasi mai verità giudiziaria, e possiamo e dobbiamo ripetercelo e ricordarcelo. Perchè noi sappiamo che a Genova, come a Seattle e a Ottawa, avevamo ragione noi, (noi sei miliardi, loro G8) a chiedere, a pretendere un’inversione di rotta che non c’è stata, a spiegare che il liberismo ci stava portando a una rovina di cui ora lor signori ci chiedono, con la faccia tosta e i Manganelli, di pagare il conto.

Più importante, forse, capire e prendere atto che la condanna a Ines, Alberto, Marina, Francesco, Carlo, Antonino, Luca, e ancora a Carlo è in realtà una condanna preventiva a tutti coloro che intendono prossimamente continuare a reagire alla violenza di fatto condotta giorno dopo giorno contro i lavoratori e gli abitanti di questo paese, a cui governi tecnici fin troppo politici espropriano diritti, conquiste e spazi di vita e di libertà.

Dimostra che contare sulle leggi e sull’imparzialità del diritto - ormai quasi nessuno più conta su possibili governi amici, se non altro se è in buona fede- è un’utopia molto più inutile del continuare a lottare, dimostra che occorre trovare e perseguire forme di lotta che uniscano e non dividano, mettere in moto intelligenze politiche in grado di fermare, come granelli di sabbia, i meccanismi del potere che ci stritolano quando cadiamo nelle loro grinfie.

Perché, oggi come allora, non possiamo permetterci di arrenderci, né di giocare al loro gioco a perdere.

FdCA - 15 luglio 2012

Tutto tace - 82° Consiglio dei delegati della FdCA , Sestri Levante, 1 luglio 2012

Tutto tace di fronte a una delle più massacranti offensive condotte dal padronato, che appare ormai vincitore su tutta la linea, una offensiva in atto dagli assi ormai chiari da tempo.

E poiché i padroni quando distruggono contemporaneamente costruiscono a loro vantaggio è sempre più evidente un progetto di riorganizzzazione complessiva e di ridefinizione sociale che investe tutta la società e che ovviamente parte dal mondo del lavoro, e dalle sue forme organizzate, in cui le forme sindacali rivendicativo- conflittuali vengono progressivamente espulse dai luoghi di lavoro
L'art. 18, ormai relitto del passato è stato il punto culminante di un processo di destrutturazione legislativa durata circa un decennio e che si affianca all'indebolimento e all’ esautoramento delle capacità
contrattuale dei lavoratori.

La ristrutturazione ormai completamente delineata comprende
- riduzione dei posti di lavoro
- riorganizzazione della produzione e dei settori
- centralizzazione della precarietà
- spostamento della contrattazione dal livello nazionale a quello aziendale e creazione di un sindacato aziendale

- progressiva espulsione delle residue forme sindacali conflittuali, o meramente rivendicative, dai posti di lavoro.
L'attacco al lavoro pubblico con le stesse modalità già viste nel privato (già praticata l'esautorazione contrattuale, già prevista la riduzione del livello salariale) rischia nella migliore delle ipotesi di avere una possibilità di risposta esclusivamente formale ma nella sostanza di semplice gestione delle strategie di tagli già previste nell'intesa firmata a suo tempo dove i sindacati firmatari si pongono come cogestori e garanti della pace sociale. E se CISL e UIL hanno da tempo fatto una scelta netta a favore di privatizzazione e sussidiarietà, assicurazioni per i ricchi e diritti universali, ovvero miserrimi, per i poveri, come strategia di gestione di quella che allora si chiamava globalizzazione, scommettendo sulla governabilità di processi che invece si dimostrano sempre più ingovernabili, la CGIL invece scegliendo di fatto di non scegliere, vittima e ostaggio dell’istinto di autoconservazione della sua burocrazia, non è stata capace di contrapporre alcuna strategia e si mostra ora in piena deriva tra aperta complicità, scelte adattative e ultimi colpi di coda conflittuali, mentre il sindacalismo di base oscilla tra testimonianza di sé e sindrome da tela di Penelope.

Il tutto in uno scenario europeo di ristrutturazione complessiva dell'eurozona, in cui noi siamo tra le aree più deboli, in cui non sarebbe stato comunque semplice mantenere in buona salute un’organizzazione rivendicativa e conflittuale, al termine di una ristrutturazione del diritto di lavoro, con un quadro politico ovviamente schierato, e rapporti di forza sfavorevoli ai lavoratori, e in assenza di un sia pur minimo coordinamento transnazionale tra forze sindacali.

E se altrove in Europa, ad esempio in Spagna, forme di lotta continuative e partecipate, pur non riuscendo ad fermare la devastazione padronale, continuano a tessere resistenze, o come in Francia, si manifestano forme di riottosità elettorale ai diktat liberisti, in Italia ogni forma di rappresentanza di opposizione, che sia istituzionale o di base, continua a brillare per la propria assenza o inconsistenza.

Un’anomalia tutta italiana che ha a che fare con la ormai incancrenita questione della rappresentanza oltre che con il venir meno, in questo paese, dei più elementari principi democratici, dalla separazione dei poteri alla proporzionalità delle pene (vedi le ultime uscite per via giudiziaria dei conflitti sociali) alla non ingerenza tra stato e chiesa, alla piena compenetrazione tra poteri politici ed economici sia in chiave affaristica che legislativa.

Sembra non esserci via di scampo per chi non fa parte dell’élite garantita e garantente, che agita principi fintemente meritocratici per continuare a dare risorse a chi ne ha e a toglierle a chi non ne ha, che chiede la sicurezza dell’impunità dei privilegi accanendosi contro i più deboli e contro ogni forza residua di resistenza.

Ma anche se sembra inutile, se il rapporto tra il costo delle lotte e il loro risultato sembra già scritto, se sembra persa la consapevolezza di poter se non invertire o fermare certi processi almeno rallentarli, se il padronato ha portato a casa quello che voleva le lotte continuano. Continuano a macchie di leopardo, continuano con sforzo e testardaggine degna di miglior causa, continuano nei settori più difficili, dove le condizioni di sfruttamento sono le peggiori, come nel settore della logistica, dove le lotte si perdono, ferocemente, ma si fanno, in maniera altrettanto disperata, al di là della rappresentanza sindacale, con la tenacità di chi non ha molto da perdere, e riscopre forme di lotta, di organizzazione e di auto-organizzazione, vecchi e nuovi al tempo stesso. Così come non ha nulla di nuovo, ma ha ancora molto da dire, il cercare di mettere in rapporto chi svolge un'attività sindacale dentro il posto di lavoro, con chi vive un territorio sempre più ostile e desertificato, esistenze sempre più precarie, che al particolare della propria condizione affiancano l’ attenzione alle forme di difesa dei beni comuni e di collettivizzazione che sta emergendo nell'ultimo periodo. Il conflitto, che esca volontariamente o sia buttato fuori dalle fabbriche, si riversa ed è agito sul territorio, cerca sbocchi e ne deve trovare.
E se il conflitto di classe passa prioritariamente per i precari e per i migranti, dove è più alto il grado di sfruttamento, e le lotte sul lavoro non possono che coincidere con richieste di diritti e di partecipazione, con forme di intervento dove all'intervento sindacale in senso stretto si affianca la centralità dei diritti e della cittadinanza, nei posti di lavoro cosiddetti garantiti, che garantiti non sono e non saranno più, l’attività sindacale, con una sia pur minima possibilità di incidere, deve resistere e riorganizzarsi, al di la delle burocrazie e delle indicazioni dall’alto, portare a casa quello che si può nella contrattazione, resistere alla riorganizzazione del lavoro, mantenere aperti spazi di agibilità. Perché i diritti conquistati cessino di sembrare privilegi, e siano quindi difesi e difendibili, è necessario condividere e prestare sponde a tutte le forme di resistenza materiale e simbolica. Dovunque possibile, sia in forma organizzata, sia in forme riconducibili al sindacato urbano, sia in tutte quelle forme che è possibile darsi e sperimentare, dal basso e dalla solidarietà di base nei luoghi di lavoro e nel territorio. Per resistere al capitalismo che continua a fare il suo sporco lavoro, magari invertendo il percorso della ricchezza che dopo decenni nelle nostre aree invece di essere portata dentro viene portata altrove, per resistere alle campane della destra, dell’individualismo e del razzismo, le più facili, e perniciose, possibili proposte di uscite dalla crisi.

Tutte da scartare. L’unica è l’alternativa libertaria.

82° Consiglio dei Delegati della FdCA

Sestri Levante, 1 luglio 2012

presso locali del Circolo Matteotti - Santa Vittoria

lunedì 16 luglio 2012

14 luglio , un ricordo di Durruti , ringraziamo il compagno T. A. di Livorno per la segnalazione

1896 - Spagna: a Leon nasce Buenaventura Durruti, sindacalista rivoluzionario, anarchico spagnolo e una delle figure più importanti della rivoluzione spagnola.


Da Anarchopedia:
http://ita.anarchopedia.org/Buenaventura_Durruti


Habla Durruti:
http://www.youtube.com/watch?v=vaih7UNURfE



Via e morte di Buenaventura Durruti:
http://www.youtube.com/watch?v=z_I8cMVT9RM&feature=related

venerdì 13 luglio 2012

Spending Review AltraEconomia

articolo tratto da AltraEconomia

Spending review Cobas Pisa

documento dela Conf. COBAS Pubblica amministrazione di Pisa

giovedì 12 luglio 2012

Rassegna internazionale n°1, tratta da Anarkismo.net a cura dell'Ufficio relazioni internazionali della FdCA

Francia 11 luglio 2012
Comunicato unitario dopo la conferenza sociale tra padronato, sindacati e governo Alla fine della conferenza sociale tra padronato, sindacati e governo, appare molto chiaramente che non si prevede nessun intervento per prevenire i licenziamenti ed altrettanto chiaramente emerge una scelta in favore del mondo degli affari. Il ministero delle politiche produttive, anzichè preoccuparsi di salvaguardare i bacini di occupazione, è soprattutto un ministero delle parole e della comunicazione con il compito di far digerire la pillola e di occupare gli spazi mediatici senza avere nulla di alternativo da proporre ai licenziamenti ed alle classiche misure di accompagnamento. In questa situazione, mentre si moltiplicano i progetti di delocalizzazione ed i piani di licenziamento, solo l’intervento dei lavoratori e delle lavoratrici ed il coordinamento delle loro lotte possono far spostare l'ago della bilancia ed imporre scelte politiche atte a far retrocedere i capitalisti privandoli del loro potere di decisione. Il diritto di veto dei lavoratori e delle lavoratrici sui licenziamenti, la requisizione delle imprese, la riduzione dell'orario di lavoro senza riduzione di salario, la messa in atto di servizi pubblici realmente controllati dalla popolazione sono tutte richeste che possono essere rivendicate per lottare contro la legge dei padroni. Oltre a questo, prendere il controllo delle aziende è anche ripensare l'organizzazione del lavoro e l'organizzazione della produzione per tenere conto dei bisogni reali della popolazione e non alimentare la cupidigia per una crescita sfrenata e mortifera. Non si può infatti pretendere di rompere con il capitalismo senza rompere con il produttivismo e con il supersfruttanento dell'ambiente. Non ci facciamo ingannare dalle promesse di « cambiamento» fatte dal nuovo governo e da una politica che intende restare una politica di austerità, in linea con la politica di austerità che si sta imponendo sempre di più su scala europea, specialmente attraverso il "fiscal compact" approvato dal nuovo governo senza che il popolo avesse voce in capitolo. Per imporre il ritorno al pareggio di bilancio, Hollande ed Ayrault si apprestano a proseguire nel taglio dei servizi pubblici, riducendo le piante organiche e perseguendo la politica del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici. Non sono certo i 120 miliardi di euro di aiuti e di prestiti per i grandi progetti europei che i dirigenti europei hanno promesso di sbloccare che saranno in grado di attenuare questo regime di austerità. Si parla anche di fissare una tassazione sulle transazioni finanziarie su cui non sono capaci di mettersi d'accordo ma che permetterebbe di recuperare solo un'infima parte dei profitti accumulati dai capitalisti. Per tutte queste ragioni, riteniamo che sia urgente rompere questo clima di attendismo che sta accompagnando i primi passi di questo governo. L’attendismo è stata la cifra delle precedenti esperienze della sinistra al potere che hanno portato invariabilmente a piani di austerità e ad un aggravamento delle disuguaglianze sul piano della ricchezza. Non vogliamo che le stesse cause producano gli stessi effetti, quindi riteniamo che sia importante costruire da subito una opposizione di sinistra anticapitalista e dunque alternativa alle politiche padronali e governative. Non farlo significa lasciare alla destra e soprattutto alla estrema destra la possibilità di incarnare da sole una opposizione politica, mentre il loro unico obiettivo è quello di (ri)prendere il potere per dare vita ad uno Stato sempre più autoritario, iniquo e razzista! Sulle lavoratrici e sui lavoratori sta per abbattersi una violenza sociale senza precedenti annnunciata dal moltiplicarsi dei piani di licenziamento, ma per smettere di subire e per poter riprendere le cose nelle nostre mani non vi è altra scelta che quella di rompere con il capitalismo ed imporre la redistribuzione delle ricchezze. Basarsi su una ipotetica crescita che migliori la situazione, è come lasciarsi trascinare nel gioco di un'economia produttivista dominante in cui noi siamo tutt* perdenti. E qualunque sia il governo al potere, solo l'intervento diretto di tutt* gli/le sfruttat* e di tutt* gli/le oppress* può far crollare il muro dei soldi! Firmatari (in ordine alfabetico) :

Alternative Libertaire, le Mouvement des Objecteurs de Croissance, le Nouveau Parti Anticapitaliste. (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

Paraguay: il colpo di Stato e gli anarchici

Noi indichiamo la resistenza come la risposta adeguata al momento, in quanto permette di autogestire le lotte, di rendere autonoma la risposta al conflitto, di assemblare l'analisi ed il processo decisionale rispetto alla resistenza e, per questa via, rompere coll'impronta politica e culturale del coloradismo, vale a dire rompere con le pratiche politiche del clientelismo, della dipendenza e della vendita di cariche. Una resistenza seria porterà a cambiamenti profondi nella cultura politica e sociale del Paraguay, rompendo così con i costumi funzionali alla dominazione oligarchica che ci influenzano quotidianamente.

Coloro i quali assumano la resistenza seriamente non potranno che trovarsi in difficoltà a causa degli ambienti timorosi di centro e dei calcoli elettorali della sinistra, la quale a parole fa propria la resistenza, però nella pratica resta immobile.

Dopo l'insediamento del governo Lugo, nell'agosto 2008, il processo di cambiamento si è tradotto, tra le altre cose, in una calma della conflittualità sociale, in una diminuzione delle mobilitazioni sociali, in un aumento dei profitti degli speculatori finanziari ed immobiliari e delle multinazionali dell'agrobusiness, ed in una sostenuta politica di criminalizzazione dei movimenti sociali in lotta, arrivando fino a militarizzare alcune aree geografiche del paese, con la scusa dell'emergere di una “guerrilla” che aveva sequestrato un allevatore di bestiame.

Tuttavia, il governo Lugo aveva portato ad un cambiamento nella dinamica politica del paese e, attraverso la politica dell'esecutivo, si era consolidato sulla scena politica del paese un nuovo attore: la sinistra progressista. Questa sinistra progressista era riuscita a rafforzare i suoi legami con i settori popolari tramite la gestione di programmi e progetti sociali e culturali, che le hanno dato una visibilità preoccupante agli occhi dei due partiti tradizionali (entrambi di destra: quello Liberale ed il Colorado), in vista delle elezioni del 2013. Preoccupante soprattutto per il Partito Liberale in quanto una parte interessante dei suoi quadri intermedi e di base aveva stabilito un'alleanza con la sinistra progressista.

La minaccia di impeachment come strumento per scalzare Lugo dall'esercizio del potere esecutivo è stata una costante fin dai primi giorni della presidenza Lugo, mentre questi cercava di opporsi a questa minaccia attraverso due modalità: controllare la conflittualità sociale ed allargare l'alleanza di governo alla destra, incorporando dei settori del Partito Colorado nel governo. Il controllo sociale avveniva tramite i classici meccanismi in uso presso i governi progressisti: negoziazione e cooptazione combinate con una repressione intensiva. La presenza nella gestione e nelle decisioni dell'esecutivo di militanti e dirigenti della sinistra, così come di dirigenti delle ONG, aveva permesso al governo Lugo di avere un fluido scambio di idee con i movimenti e le organizzazioni sociali, coinvolgendoli nella gestione dei progetti e fornendo loro le risorse per realizzare iniziative e proposte in ambito sociale, mentre nella sanità ed in altre aree sociali venivano inseriti massicciamente esponenti delle parti sociali, rafforzando il vincolo con le organizzazioni sociali di base. La repressione invece seguiva due modalità principali una, indiretta, era quella che passava attraverso i partiti politici della sinistra e dell'area progressista, i quali chiedevano sistematicamente alla propria base e dintorni di non criticare di non usare le mobilitazioni per interferire con “il processo”, mentre la seconda modalità, diretta, era quella di criminalizzare i movimenti sociali che apparivano più "radicali”, collegandoli al supposto “terrorismo” dell' EPP, una sorta di guerriglia sorta nel nord del paese, con origini e sviluppo non molto chiari, però molto utile per giustificare una dura repressione contro i movimenti contadini della zona.

La combinazione di entrambi questi fattori aveva provocato un immobilismo dei movimenti sociali che si è protratto per tutta l'era Lugo.

D'altra parte, la cultura delle prebende del Coloradismo come forma del fare poltica non era stata combattuta efficacemente da parte della sinistra e dei progressisti una volta giunti al potere. Salvo poche eccezioni, la pratica delle prebende e della corruzione insita nel Coloradismo, su cui esso basava le sue relazioni elettorali, era stata ripresa dalla stessa sinistra al governo, dando così alla stampa di destra l'opportunità di accusare la sinistra di corruzione, lavando così la faccia alla destra, fino a quel momento campione per antonomasia della corruzione. La sinistra era giunta anche ad usare la pratica cosiddetta della "pastorizia", cioè portare masse di gente alle manifestazioni o alle mobilitazioni in cambio di qualche compenso monetario o alimentare.

E' in questo contesto che avviene il massacro di Curuguaty (venerdì 15 giugno 2012) in cui muoiono 11 contadini e 6 poliziotti nel corso di una sparatoria iniziata dalla polizia. I poliziotti caduti, secondo le dichiarazioni di testimoni contadini, erano morti per "fuoco amico", tutti tranne uno. Il massacro viene sfruttato dalla stampa di destra (caso unico nel paese) per dare la colpa ai contadini, accusandoli di essere degli assassini, delinquenti e terroristi, e questo senza aver fatto nessuna seria indagine sui fatti.

La sinistra cade in uno stato di torpore, il governo finisce con l'accettare solo la versione della polizia (funzionale alla strategia mediatica della destra di criminalizzare i contadini in lotta per la terra) ed i movimenti contadini prendono l'iniziativa per solidarizzare e scendere in campo per aiutare i contadini e le contadine che vengono perseguitati repressi ed incarcerati.

Da questo momento, sale la tensione nella sinistra con settori che volevano mobilitarsi per solidarizzare con i contadini uccisi (compresi i poliziotti figli di contadini) e frenare anche l'attacco della stampa che criminalizzava i contadini in lotta per la terra. Questo immobilismo, che ha origine nel calcolo politico e nella (logica) paura che diffondeva la stampa, fà sì che non vi era nessuna risposta immediata al circo mediatico contrario al movimento contadino, in particolare ai settori meno organici dei senza-terra, della Lega Nazionale dei braccianti.

In questo scenario, noi anarchici abbiamo puntato a portare solidarietà effettiva attraverso la mobilitazione sociale in risposta all'attacco della stampa e della destra per spezzare la paura che imperava dappertutto. Abbiamo fatto alcune cose in questo senso, nonostante le pressioni che certa parte della sinistra esercitava affinchè i propri militanti restassero solo meri spettatori degli eventi. Appena 4 giorni dopo il massacro, un lunedí, abbiamo realizzato il primo atto di solidarietà nella città di Asunción, con una mobilitazione militante ed unitaria. Unitaria perchè si relazionava, per vincoli e partecipazione, con la sinistra marxista che era parte attiva nella solidarietà, e militante perchè sappiamo che il prezzo dell'immobilismo sarà sempre troppo alto per il popolo, perchè l'immobilismo non ci dà nessuna garanzia di fronte ad una destra che alimenta pregiudizi, condanne e repressione.

Poi è arrivato il colpo di stato parlamentare. Questa situazione si era rivelata molto complessa da affrontare da parte degli anarchici, in quanto non volevamo confonderci con chi appoggiava il governo Lugo. Il nostro approccio è stato lo stesso usato nel caso del massacro di Curuguaty: solidarietà e mobilitazione. Abbiamo visto che l'unico modo per frenare l'avanzata della destra (e della violenza sui settori poveri e popolari del paese) era quello della mobilitazione nelle strade, come abbiamo fatto nel caso della mobilitazione più famosa quando abbiamo occupato la Piazza del Congresso dal primo momento dell'impeachment a Lugo. Durante quei due giorni siamo rimasti in piazza, cercando di favorire il dispiegarsi della creatività, di fasi di azione e di riflessione pensando a far agire la resistenza legata a quel momento.

Anche in questa critica situazione, buona parte della sinistra non è stata all'altezza delle circostanze, diffondendo voci, placando i manifestanti, cercando di controllare le opinioni e diffondendo discorsi altalenanti su come far fronte all'emergenza. Tanto che quando è giunto il momento del giudizio, con la condanna di Lugo, la polizia ha attaccato brutalmente la gente che si era mobilitata. Così pessime erano state la preparazione e la difesa delle persone, che la gente è dovuta fuggire precipitosamente dai gas lacrimogeni e dai proiettili di gomma, mettendo a rischio la propria vita e quella di altri. Non si erano prese misure preventive relative alla situazione e le informazioni che circolavano erano svariate ed incontrollate, dando così forza ai si dice. Scommettendo tutto sul sostegno al mito di Lugo, i dirigenti della sinistra sono rimasti in Piazza del Congresso fino a tarda notte dopo l'impeachment nella speranza che Lugo si presentasse lì per unirsi al popolo paraguayano. Però Lugo si era dimesso dalla carica di presidente in diretta televisiva ed in piazza la gente ha sentito la notizia per radio. La delusione era così tanta che tre piazze occupate per un giorno intero, si sono svuotate in meno di un'ora.

La sensazione di sconfitta a sinistra era tale, che il giorno seguente molta gente che era giunta in piazza all'alba per resistere, si trovò davanti un panorama da pianto: l'abbandono assoluto.

Il sabato, primo giorno di vita del governo golpista, si è tradotto in una lotta autogestionaria contro il muro della comunicazione. Gestita dai lavoratori della comunicazione, tanto della TV che della radio pubbliche, la resistenza era iniziata nella TV pubblica, ubicata nel centro di Asunción. Una decina di persone ha dato inizio a questa resistenza chiedendo l'appoggio alla lotta tramite sms e chiamate tramite cellulare. In un'ora si potevano contare circa 300 persone all'inizio del programma a microfono aperto, minacciato di censura la notte precedente. Questo primo momento di lotta, con il microfono che amplificava le parole della resistenza, è stato francamente un'opera perfetta di resistenza e di autogestione. Siamo stati una parte modesta di questo momento e ne andiamo orgogliosi con modestia. Successivamente, vista l'ampiezza che stava raggiungendo la resistenza nella TV pubblica, i partiti politici hanno cercato di far propria, controllare e dirigere questa mobilitazione. E' stato organizzato un “gruppo per la sicurezza” che si è comportato aggressivamente come una polizia interna. Cercava di controllare anche le espressioni della gente e cosa diceva, proibendo le assemblee proprio in quel posto (dove tutto era iniziato con una assemblea aperta ed autoconvocata) e vietando anche manifesti o scritte che non erano coerenti con le cose concordate come prudenti. Al tempo stesso si dava forza agli obiettivi dei sostenitori di Lugo ed alla sua stessa figura.

La sinistra ha cercato di dirigere lo sforzo della resistenza, allargando il Frente Guasu (Fronte Ampio) a destra per coinvolgere i dissidenti dei partiti golpisti (il Colorado ed il Liberale), mentre cercava di darsi una base sociale più ampia, coinvolgendo anche le organizzazioni sociali in quello che ora si chiama Frente de Defensa de la Democracia (FDD). Dopo la costituzione di questo fronte, tutto lo sforzo punta a centralizzare ed a controllare la manifestazione della gente in quello che era il blocco della TV pubblica. Proprio a metà della prossima settimana la lotta potrebbe tracimare da questo blocco, dando inizio a mobilitazioni nelle campagne e nelle città. Mobilitazioni intermittenti di massa.

Un aspetto interessante è che la resistenza proposta dal FDD e dall'ex-governo di Lugo si definisce “pacifica” o di disobbedienza civile. In pratica, questa resistenza si riduce ad mezzo di mobilitazione in cui in ogni momento si cerca di non dare fastidio a nessuno per non essere accusati di essere “violenti”, per cui le azioni (o meglio le inazioni) del FDD e dell'ex-gabinetto di Lugo si rivelano funzionali alla normalizzazione ed alla rassicurazione che cerca di imporre il governo golpista, in pieno accordo con le leggi e le decisioni economich che favoriscono, una volta di più, le multinazionali ed il capitalismo speculativo. Il discorso non-violento della disobbedienza civile appare poi insensato e sbagliato nello scopo: non c'è nessuna vera resistenza fino a che non si assume la conflittualità sociale innescata dal colpo di stato parlamentare e non si usa il conflitto per mettere a nudo la natura repressiva ed antipopolare del governo golpista. Prima di oggi viene sempre il calcolo elettorale.

Noi indichiamo la resistenza come la risposta adeguata al momento, in quanto permette di autogestire le lotte, di rendere autonoma la risposta al conflitto, di assemblare l'analisi ed il processo decisionale rispetto alla resistenza e, per questa via, rompere coll'impronta politica e culturale del coloradismo, vale a dire rompere con le pratiche politiche del clientelismo, della dipendenza e della vendita di cariche. Una resistenza seria porterà a cambiamenti profondi nella cultura politica e sociale del Paraguay, rompendo così con i costumi funzionali alla dominazione oligarchica che ci influenzano quotidianamente.

Coloro i quali assumano la resistenza seriamente non potranno che trovarsi in difficoltà a causa degli ambienti timorosi di centro e dei calcoli elettorali della sinistra, la quale a parole fa propria la resistenza, però nella pratica resta immobile o si mobilita solo in funzione di arruolare personaggi e candidature in segreto, anche a costo di sprofondare nel discredito in cui è già caduta.



Grupo de Afinidad "La Calle"

Asunción, 03/07/2012
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)



Polonia: solidarietà con i compagni e le compagne anarcosindacalisti/e di IP

I compagni di Iniciativa Obrera (IP) in Polonia, organizzazione anarcosindicalista, membri della Coordinadora Sindacale Rosso&Nera hanno comunicato che più di 50 lavoratori della LG Electronics Poland sono in sciopero dal 30 giugno per il licenziamento di un compagno e per la repressione che si sta infliggendo su un gruppo di lavoratori.

Segreteria delle Relazioni Internazionali della CGT


Ci hanno dato un indirizzo e-mail della azienda LG Poland e della Chung Hong Electronics Poland che è la azienda appaltatrice per LG per inviare la solidarietà ai compagni in sciopero.

Inviare le e-mail a questi indirizzi con il seguente oggetto:

"SOLIDARITY WITH STRIKING WORKERS"

Chung Hong Electronics
chunghong@chunghong.com.pl
dominika.frydlewicz@chunghong.com.pl

LG Electronics Polska Sp. z.o.o.
lge@lge.pl
ewa.lis@lge.com

Agencja Rozwoju Przemysłu S.A.
Industrial Developement Agency
biuro@tsse.pl

Ed inviando copia al compagno Kuba del sindacato IP:kgrzegorczyk@interia.pl

Cassa di resistenza per gli scioperanti alla Chung Hong Electronics Poland:

Poichè i versamenti vanno nel conto del sindacato, si chiede di specificare la causale per poterli attribuire agli scioperanti. Per cui è importante specificare: "Cassa di resistenza - sciopero alla Chung Hong Poland" oppure "Solidarity Fund - strike in Chung Hong Poland" or "Fundusz Strajkowy Chung Hong"

Le coordinate bancarie sono

Ogólnopolski Związek Zawodowy Inicjatywa Pracownicza
ul. Kościelna 4, 60-538 Poznań
NÚMERO CUENTA: 88 2130 0004 2001 0577 6570 0001
Bank: Volkswagen Bank direct
Adres banku: Rondo ONZ 1
00-124 Warszawa, woj. Mazowieckie, Polska
IBAN banku: VOWAPLP1
SWIFT: PL88 2130 0004 2001 0577 6570 0001

Salute e Solidarietà

Segreteria di Relazioni Internazionali della CGT
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

Marce verso Madrid, 21 luglio 2012

La Confederación Territorial de CGT di Madrid-Castilla la Mancha- Extremadura chiede a tutta l'organizzazione di predisporre con sollecitudine la logistica per i compagni che partecipano a queste marce affinchè possano essere accolti al meglio dalla nostra organizzazione.

Alleghiamo una serie di link per verificare date, itinerari ed altre notizie relative alle marce.

Arriba los que luchan. Per lo sciopero generale.

Salud

Segreteria di Azione Sindacale della Confederazione Territoriale CGT di Madrid, Castilla-LaMancha e Extremadura



Blog per le MARCE 2012:

http://marchaporladignidad.wordpress.com/

http://todosamadrid.wordpress.com/

http://marearoja9.wordpress.com/

http://comunicacionestatal15m.tomalaplaza.net/

http://tomalaplaza.net/

Link a diversi eventi e persorsi

Evento Marcia a Madrid.
https://www.facebook.com/events/141255819332009/

Marcia di massa per i nostri diritti a Madrid

https://www.facebook.com/events/417251201639418/

MARCIA PER LA DIGNITA' 2012.
https://www.facebook.com/events/364101083649680/

Colonna nord-est.
https://www.facebook.com/events/237464063031378/

Colonna nord-est (solo Galizia)
https://www.facebook.com/groups/398228196886406/

Marcia Popolare Indignata Percorso Sud
https://www.facebook.com/groups/191819787540700/

Colonna Nordorientale da Barcellona
http://www.facebook.com/events/364101083649680/

Colonna Valladolid.
http://www.facebook.com/groups/18510546828150

Coordinazione Marcia Madrid.
https://www.facebook.com/groups/380523368651202/
http://www.facebook.com/events/237464063031378/240416062736178/
http://www.facebook.com/profile.php?id=100003915077694
http://www.facebook.com/events/352573364806898/

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Altri contatti FB

Contatto Justicia Social Barcelona-Terrassa Catalunya

https://www.facebook.com/javier.delgadomartinez.1

Coordinadora URT
https://www.facebook.com/groups/195353030579713/

Marea Roja Almeria. (NO SEGURO/CONFIRMADO)
https://www.facebook.com/groups/299195376800709/

YA NO ESTAMOS INDIGNAD@S,AHORA ESTAMOS HASTA LOS COJONES/OVARIOS:¡TODA ESPAÑA A MADRID! 21 JUL 12
https://www.facebook.com/events/144699138998186/
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

mercoledì 11 luglio 2012

Palestina-Israele, aumentano la repressione contro gli israeliani ed i palestinesi che prendono parte alla lotta unitaria

In passato, gli attivisti israeliani fermati durante le lotte unitarie venivano rilasciati alla fine della manifestazione oppure dietro cauzione in tarda serata o in nottata dopo un interrogatorio per essere infine diffidati a recarsi in quella regione per due settimane. Raramente accadeva che gli attivisti rimanessero in stato di detenzione anche nel corso della notte per essere poi rilasciati dal giudice il giorno dopo con restrizioni fino ad un mese. Ancora più raramente capitava che gli attivisti fossero detenuti per 2 notti o che ne venisse chiesta la reclusione per più tempo. Lo scorso venerdì un compagno israeliano è stato fermato a Nebi Saleh. Tre giorni dopo, alle 18.00 del lunedì, è stato rilasciato dopo che il tribunale distrettuale di Gerusalemme non aveva trovato nessun riscontro all'accusa di aggressione depositata dai soldati. Ma è stato comunque incriminato per “condotta sconsiderata” e sarà dunque processato per questo. Ha ricevuto anche un provvedimento restrittivo di 3 mesi da ogni manifestazione.



Beit Ommer

‎Sabato 7 luglio, 2 attivisti israeliani arestati nella manifestazione settimanale a Beit Ommer.
Sono stati rilasciati dopo alcune ore, in tempo per poter partecipare alla manifestazione serale per la lotta sociale a Tel Aviv.

Bil'in

Manifestazione settimanale del venerdì. Palestinesi, Israeliani ed internazionali hanno partecipato alla manifestazione nel villaggio di Bil'in. I soldati israeliani hanno sparato proiettili di gomma e lacrimogeni: parecchi manifestanti sono stati colpiti dai proiettili di gomma ed in molti hanno sofferto di asfissia per le inalazioni di gas. Tre fotografi hanno avuto seri problemi di asfissia, tra cui questo giovane fotografo.
http://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc6/s72...n.jpg
ragazzino di 17 anni ferito durante le proteste a Bi'lin . vedi http://t.co/YLvaGsSv

Ma'asara

Venerdì 6 luglio, 8 Israeliani e 30 internazionali si sono uniti ai 20 attivisti locali per una manifestazione relativamente pacifica.

Ni'ilin

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=388633291197612

Nabi Saleh

Piccolo manifestante di 7 anni - safappa http://www.youtube.com/watch?v=6MiX_osLa7A
L'udienza per i 3 attivisti (2 internazionali ed 1 israeliano) arrestati ieri a Nabi Saleh, è prevista per le 21 di oggi a Gerusalemme. Sono accusati di aggressione ad un soldato. L'israeliano è rimasto in carcere fino alla sera di lunedì.
Una donna palestinese usa una fionda per lanciare pietre verso le truppe palestinesi durante una manifestazione.
http://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc6/181...n.jpg
L'esercito prende di mira le donne a Nabi Saleh. vedi http://t.co/LglD1gG9
David Reeb http://www.youtube.com/watch?v=NKEWYZC1lJQ
http://www.youtube.com/watch?v=i38aI3XhLOw
http://t.co/qMQSrFjh
http://youtu.be/YOWPLcgpd-k

Qaddoum

La prima manifestazione nel secondo anno di lotta continuna contro gli israeliani è stata del tutto rimarchevole. C'era grande partecipazione da parte di tutto il villaggio -giovani ed anziani- per sottolineare il fatto che non smetteremo sino a che non raggiungeremo i nostri obiettivi. C'erano più soldati che mai che lanciavano granate sui giovani causando molti feriti. Hanno teso anche un agguato dietro una casa per arrestare alcuni manifestanti, ma fortunatamente tutti i nostri giovani che erano da quelle parti sono riusciti a fuggire tranne uno che è stato arrestato e brutalmente preso a bastonate dai soldati. Si sono accesi dei fuochi qui e là a causa dei lacrimogeni. Il messaggio è sempre lo stesso "c'è solo una opzione che è quella di aprire la strada e rendere libero l'accesso alle nostre terre."
Un arrestato durante la manifestazione di Qaddoum. vedi http://t.co/GUgAtW3o
L'arresto di Majdi: http://www.youtube.com/watch?v=Ltm6LoCcd0g

Colline sud di Hebron

Questa settimana accompagnamento di contadini e pastori palestinesi sulle loro terre in diverse località delle colline a sud di Hebron. Proseguono le violenze sui contadini e sui pastori palestinesi in quest'area sia da parte dei coloni che dall'esercito.
Sabato 7 luglio, occorrono quanti più attivisti possibile per accompagnare i palestinesi e difendere i loro diritti. C'è un legame diretto tra il numero di attivisti accompagnatori a la capacità dei contadini di poter fare il raccolto e lavorare la terra.

Susiya

Sabato 7 luglio, 4 attivisti sono stati arrestati. Verranno probabilmente processati in tarda serata. Sono stati fermati per danni alla proprietà mentre cancellavano scritte infamanti fatte dai coloni per sostituirle con altre migliori.
Lior Ben Eliahu http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3260651446161....42697
http://www.youtube.com/watch?v=Ngkvex4ejAc

Presidio di solidarietà al tribunale

Sabato notte: l'arresto di un attivista israeliano imprigionato venerdì a Nabi Saleh è stato prolungato di una notte. Comparirà davanti al giudice domenica 8 luglio alle 13 a Gerusalemme.
La ragazza americana, anch'ella arrestata a Nabi Saleh sarà presto rilasciata, con una restrizione di 2 settimane dal villaggio.
4 attivisti di Taayush sono stati arrestati oggi a Susiya per aver fatto delle scritte a coprire i graffiti infamanti dei coloni. La loro udienza è prevista per domani alle 14 a Gerusalemme.
Solidarietà a tutti da coloro che sono fuori della stazione di polizia del Russians Compound a Gerusalemme.

Tel Aviv

Sabato 7 luglio, un'altra manifestazione di lotta sociale. Alcune migliaia di manifestanti si sono radunati davanti agli edifici di Stato per poi marciare verso la piazza Habimi del teatro nazionale. Da lì abbiamo marciato lungo viale Rothschild e proseguito verso la sede della Borsa.
http://www.ustream.tv/channel/occupyisrael
yisraelpnm http://www.youtube.com/watch?v=WLXgh4pT6nU

Ilan Shalif: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html


(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

lunedì 9 luglio 2012

Sesta festa nazionale di Alternativa Libertaria - Sestri Ponente

Territorio, lavoro, diritti

Le feste di Alternativa Libertaria sono occasioni di laboratorio per dibattiti ed approfondimenti su temi politici e culturali, sindacali e sociali, a cui l'anarchismo non è estraneo tanto quanto ne è spesso protagonista discreto ma necessario. Anche questa volta, l'occasione non è andata persa.

Sesta Festa Nazionale di Alternativa Libertaria

Salendo verso Santa Vittoria di Sestri Levante, sui primi contrafforti dell'appennino ligure, si vede poco sotto il piano stradale che conduce nella piazzetta del paese, un edificio sobrio ed essenziale indicato da una targa su cui spicca una stella rossa. E' il Circolo Matteotti. Due grandi stanze, di cui una con palco per concerti, una cucina con un bancone bar, uno spazio all'aperto soleggiato dall'alba al tramonto.

Qui, per 2 giorni, dal 29 al 30 giugno, le bandiere anarchiche rosso&nere hanno sventolato insieme a quelle bianche della lotta contro il TAV ed arcobaleno della pace.

Lo spiazzo si è rapidamente riempito di gazebo, di tavoli, di stand libreria e di auto-produttori del posto, nella cornice degli striscioni della Federazione dei Comunisti Anarchici e della 6^ Festa di Alternativa Libertaria.

Tornata in Liguria dopo 11 anni da quel tragico 2001 genovese, la sesta edizione della festa è stata organizzata dalla Sezione "Nino Malara" della FdCA genovese con la cooperazione di compagne e compagni di tutta la FdCA.

Fin dalla sua prima edizione a Genova nel giugno 2001, le feste di Alternativa Libertaria sono state caratterizzate da una forte componente ludica e conviviale e da una spiccata tendenza a farne occasioni di laboratorio per dibattiti ed approfondimenti su temi politici e culturali, sindacali e sociali, a cui l'anarchismo non è estraneo tanto quanto ne è spesso protagonista discreto ma necessario. Anche questa volta, l'occasione non è andata persa.

Il pomeriggio di venerdì 29 giugno, appena guadagnata un po' di ombra sull'erboso campo di pétanque, la festa è stata aperta con il dibattito "Lavorare senza padroni".

Presentati da Lia Didero della Segreteria Nazionale della FdCA, sono intervenuti Maurizio Gritta, socio fondatore della ben nota Cooperativa Iris nel cremonese e Roberto Pisani, auto-produttore dell'Agriturismo La Sereta, nell'alessandrino. Una trentina di compagne e compagni hanno discusso a lungo con i 2 ospiti di agricoltura biologica e controllo della filiera, di cooperative di produzione, di proprietà collettiva della terra, di progetti di autogestione e controllo delle risorse, tanto naturali quanto economiche, di federabilità delle esperienze e di sostegno finanziario, di sussidiarietà proudhoniana.

La serata è stata allietata da una cena dai sapori liguri, e dalla musica a cui ha fatto onore il concerto delle 4 chitarre per De André con un ritorno sempre gradito alla festa di Alternativa Libertaria di Carlo Ghirardato con la sua voce inconfondibile.

La mattina presto di sabato 30 giugno, un pugno di antelucani non si è fatta sfuggire la proposta contenuta nel programma di una escursione di 2 ore a Punta Manara sulla falesia sopra Sestri Levante. Li attendeva al ritorno il secondo dibattito in programma: "Dissesto idrogeologico, rischio sismico e politiche territoriali". Anche in questo caso una buona partecipazione di interessati a parlare di questioni ormai quotidiane come terremoti, alluvioni e difesa dell'ambiente. Introdotti da Fabrizio Acanfora della sezione FdCA genovese, sono intervenuti: Francesco Aucone, geologo e membro della sezione FdCA di Roma; Nicola Rollando, coltivatore diretto delle 5 Terre e Presidente del Circolo Matteotti. Una ventina di compagne e compagni hanno discusso a lungo con i 2 ospiti di monitoraggio dal basso dell'ambiente, di contrapposizione alle speculazioni edilizie su terreni inadatti per qualunque edificazione, della sicurezza disattesa nei luoghi di lavoro, degli ulteriori effetti sul debito degli enti locali per le politiche di tutela del territorio e di ricostruzione.

Nel primo pomeriggio di sabato 30 giugno, mentre nei locali del circolo strappava applausi e risate lo spettacolo di clown per i bambini, sotto i gazebo dello stand libreria, presentazione del libro "Il Manifesto Comunista Libertario" del compianto Georges Fontenis, edito nel 2011 dal Centro Franco Salomone. La figura di Fontenis ed il significato politico della sua lunga militanza nel movimento anarchico francese ed internazionale sono stati ricordati dal compagno Hervé di Alternative Libertaire di Marsiglia e dal reggiano Maurizio Montecchi dell'Ufficio Studi della FdCA, di fronte ad un pubblico di giovani e più attempati compagni sul confine poroso tra anarchismo e marxismo libertario.

Dalla repressione subita da Fontenis negli anni '50 per la sua attività anti-francese nel corso della guerra d'Algeria, alla repressione quotidiana nel mondo del lavoro in Italia, il passo può sembrare lungo, ma certe logiche del potere restano immutate.

Conquistata l'ombra sul campo di bocce, è iniziato il dibattito conclusivo su "Repressione aziendale e modifiche all'art.18. un disegno autoritario". Donato Romito da Pesaro a nome della Commissione Sindacale della FdCA ha introdotto i numerosi ospiti alla presenza di quasi una quarantina di lavoratrici e lavoratori. Sandro Giuliani, Capotreno di Roma Tiburtina, sindacalista di base, licenziato da Trenitalia; Riccardo Antonini, Tecnico della manutenzione, consulente del Comitato Familiari Vittime della Strage di Viareggio, licenziato da RFI e Patrizia Lazzari delegata per la Liguria della Cassa di Solidarietà tra i Ferrovieri, hanno raccontato della loro esperienza e della durissima situazione di repressione che si vive dentro le aziende che una volta erano le Ferrovie dello Stato. Non a caso sono stati chiamati i ferrovieri a parlare di repressione, dato che proprio in queste aziende da quasi 10 anni è in atto una vera e propria sperimentazione repressiva ad personam finalizzata a fiaccare ogni resistenza ai processi di privatizzazione e di liberalizzazione che caratterizzano il trasporto ferroviario. E' emersa, anche in questo caso, come nei 2 dibattiti precedenti un grande protagonismo dal basso, un forte riappropriarsi delle conoscenze e della gestione delle lotte come della solidarietà dal basso, dai singoli territori, con una spiccata prassi libertaria a caratterizzarne autonomia ed indipendenza.

Annibale Viappiani, membro del Comitato Centrale della FIOM e della sezione FdCA di Reggio Emilia, ha inserito la vicenda delle modifiche all'art.18 all'interno della politica di repressione ed espulsione del sindacato rivendicativo/conflittuale dalle fabbriche italiane, a cui occorre rispondere con una ampia riaggregazione assembleare delle forze sindacali conflittuali sui territori.

Un filo rosso(&nero) ha collegato i 3 dibattiti di questa sesta festa di Alternativa Libertaria: l'esigenza e la pratica dell'auto-organizzazione sul territorio, il riappropriarsi dal basso delle risorse, intese come beni comuni e collettivi, come conoscenze condivise, come controllo ed opposizione ai processi capitalistici che impattano sull'ambiente, come economia solidale, come difesa e rivendicazione dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori a fronte della repressione aziendale.

Un numeroso pubblico ha partecipato alla cena, ascoltando in silenzio e con molti applausi il monologo teatrale "La spremuta" di Beppe Casales, ispirato dai noti fatti di Rosarno.

Infine il concerto finale della rassegna Free Music Festival con i gruppi Coffee&Cigarettes e Lilith.

La FdCA ringrazia tutte le compagne ed i compagni che hanno reso possibile questa festa, gli ospiti intervenuti ai dibattiti, i soci del Circolo Matteotti per averci ospitato, i compagni francesi di Alternative Libertaire, i compagni toscani di Difesa Sindacale e di Alternativa di Classe di La Spezia per la loro partecipazione ed infine le persone di Santa Vittoria per la loro ospitalità.

Da questa festa abbiamo imparato molto. Cercheremo come Federazione dei Comunisti Anarchici di farne tesoro nella nostra azione politica quotidiana, individuale e collettiva, nella nostra iniziativa in autonomia ed in alleanza con altre forze politiche anti-autoritarie. Sempre dalla parte di chi lotta e si organizza per la lotta, alla base, nella condivisione e nella cooperazione, nell'unità e nella solidarietà.

Per l'alternativa libertaria

Link esterno: http://www.fdca.it http://www.anarkismo.net/article/23298

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mercoledì 4 luglio 2012

Solidarietà con Riccardo Antonini ferroviere

la rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro invita tutti
asolidarizzare con riccardo antonini
bastamortesullavoro@gmail.com


Giovedì 5 luglio, alle ore 11.30 si tiene l'udienza per la reintegrazione
del ferroviere Riccardo Antonini presso il Tribunale di Lucca, sezione
lavoro, via Galli Tassi n. 61, dinanzi al giudice del lavoro dott. Luigi
Nannipieri.
L'Assemblea 29 giugno e l'Associazione "Il mondo che vorrei" hanno
organizzato un presidio in via Galli Tassi dalle ore 10.30 alle ore 13.00
per sostenere la reintegra di Riccardo Antonini e la battaglia sulla strage
di Viareggio per sicurezza, verità e giustizia.
Alla vigilia dell'udienza, oggi a Viareggio ci saranno presidi di
informazione di fronte alla stazione ferroviaria di Viareggio, questa
mattina dalle ore 8 alle ore 11; oggi pomeriggio: dalle ore 17.00 alle ore
19.00

"Fantastica Laura." L'ultimo saluto a Laura Grimaldi.

ripreso dal blog "Terra e Libertà"

http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/07/fantastica-laura-lultimo-saluto-laura.html


di Paride Leporace direttore de Il Quotidiano della Basilicata


E' morta ad 84 anni Laura Grimaldi. Era conosciuta come la regina del giallo italiano. Aveva diretto le prestigiose collane "Segretissimo", "Giallo Mondadori" e Urania", recensiva il genere preferito sul Domenicale del Sole, aveva molto tradotto e scritto. Nel giornalismo del copia e incolla si legge che aveva anche prodotto il libro-inchiesta "Processo all'istruttoria: cronaca di un'inquisizione politica". Nessuno pero' ne approfondisce testo e contesto. Ci provo io: Laura Grimaldi scrisse quel libro, per difendere il figlio Gabriele, grafico, pittore e poeta aderente al Movimento del 1977 incappato nell'inchiesta contro i Pac, vicenda mediaticamente nota, anche se con molto errori per il caso Battisti. La legislazione emergenziale fece strame del diritto, e Amnesty International all'epoca scrisse nei suoi rapporti di tortura nei confronti degli inquisiti. Laura Grimaldi, spese tutto il suo saper scrivere asciutto da giallista, la conoscenza delle vicende, l'affetto di madre, e il suo ruolo di non poco conto nella borghesia rossa illuminata per questo libro del 1981 che resta un piccola faro nella storia emergenziale del nostro Paese e per contrastare le verità univoche che venivano scrtte dalla gran parte dei giornali tutti proni verso la magistratura. Reperibile nei siti di antiquariato librario, quel volume è ancora oggi testo di riferimento per Wu Ming e Carmilla che hanno contestato molto luoghi comuni dell'intricata vicenda dell'insorgenza armata milanese. Non voglio entrare in quei fatti complessi e tortuosi, ma a chi vuol conoscere quel periodo, penso sia utile segnalare un testo che smonta alcune verità da teorema giudiziario. Mi limito solo a citare il fatto che nelle prove contro Gabriele Grimaldi c'era il rinvenimento a casa sua del disegno di un uomo, con un fucile in una mano e una bomba nell'altra, che veniva attribuito al giovane grafico come testimonianza del suo omicidio. Si trattava invece di un disegno eseguito nel 1944 da un partigiano iugoslavo e che figurava sulle mostrine dell'esercito della Jugoslavia e che servirà come illustrazione della copertina. Il magistrato Armando Spataro, principale inquisitore di quell'inchiesta, in un suo libro di memorie ha scritto che è comprensibile che una madre scrisse un libro a difesa del figlio, polemizzando invece sul fatto che il testo fu redatto a inchiesta non finita non tenendo conto degli ulteriori sviluppi. Gabriele Grimaldi è morto nel 2006 dopo aver scontato la sua pena. Ho grandi difficoltà a ricostruirne la biografia perché la Storia è sempre quella dei vincitori. La moglie e la madre ne difesero la memoria dopo alcune recenti polemiche sollevate dal solito Battisti contro i suoi ex compagni. Laura ha scritto il suo ultimo libro ispirandosi alla sua grave malattia respiratoria. La collega e amica Gabriela Piroli così me l'ha descrive: "Fantastica Laura, con la bombola ad ossigeno sulla mano destra e la sigaretta sulla sinistra («perché le cose migliori sono a sinistra»)" e allo stesso modo mi piace consegnarla al vostro ricordo.

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)