ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

martedì 22 settembre 2009

1944 - 2009: GLI ALBERI RICORDANO ANCORA

Può apparire come una storia lontana dal nostro presente, ma gli alberi del viale dei Martiri con i nomi dei 31 partigiani che vi furono appesi testimoniano quanto in realtà quei giorni di settembre restano vicini a noi, nel tempo e nello spazio.

Eppure, in troppi vorrebbero considerare come una pagina chiusa quanto accadde tra il 21 e il 27 settembre 1944 sul Grappa, a Bassano e in tante altre frazioni.
Nel corso della lunga rappresaglia, secondo alcune stime, furono circa 400 le persone (tra le quali anche ragazzi, anziani e disabili) fucilate, impiccate o arse vive, come resistenti o presunte tali, per mano di reparti nazisti e fascisti; mentre altre 500, catturate durante i rastrellamenti, vennero deportate nei lager.
I boia indossavano le uniformi tristemente note dei peggiori reparti tedeschi tra i quali le SS-Bozen, il Luftwaffen-Sicherungs Regiment Italien, l’Ost-Batallion 263, il Kommando Andorfer delle SS; ma anche le infami divise italiane della Repubblica di Salò appartenenti alla Legione Tagliamento, alle Brigate Nere, alla GNR, alla X Mas.

Dopo la Liberazione , per tali “eroiche” imprese, la cui logica terroristica era quella di stroncare la resistenza di chi si opponeva all’ordine di Hitler e Mussolini, le responsabilità individuali sarebbero state presto cancellate dall’amnistia firmata da Togliatti o sepolte negli armadi della vergogna. Ed ancora oggi si vuole attenuare il ricordo di tale strage in un clima di ipocrita pacificazione nazionale, come testimonia la vergognosa lapide posta sotto il Comune di Bassano in cui, confondendo carnefici e vittime, guerre fasciste e lotta di liberazione, si commemorano indistintamente i “caduti per la patria nelle guerre del decennio 1935 - 1945” .

Da parte nostra, rinnovando la storica e intransigente opposizione anarchica al fascismo, preferiamo ricordare quell’esperienza con le parole della partigiana Flavia Tosi:

“Non si può fingere che il nostro nemico principale fosse solo il tedesco e non soprattutto il fascismo e la Repubblica Sociale Italiana (…) Io il periodo partigiano l’ho vissuto con la consapevolezza di stare combattendo una guerra civile, non ne ho mai avuto il minimo dubbio e sono orgogliosa di avere partecipato a una lotta per la libertà che, proprio perché c’è stata continuità dello stato tra fascismo e post-fascismo, è ben lungi dall’essere terminata”.


PIEGARSI VUOL DIRE MENTIRE
RESISTENZA E’ ORA


Aranea – Rete veneta di comunic-azione anarchica

www.autistici.org/aranea
aranea@anche.no

PRESIDIO CONTRO LA GUERRA 23 settembre a Treviso , piazza dei Signori ore 18

Sit in mercoledì 23 settembre ore 18.00 in piazza dei Signori, Treviso

venerdì 18 settembre 2009

Incontro-Foibe, tra realtà e mistificazioni

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Sezione di Vittorio Veneto ti invita a

FOIBE, TRA VERITA' E MISTIFICAZIONI


Venerdì 2 ottobre 2009 ore 20.30
Biblioteca Civica, Ceneda di Vittorio Veneto

RELATRICI:
Alessandra Kersevan, ricercatrice storica. Studiosa dei campi di concentramento fascisti in Italia. Ha pubblicato: Gonaris 1942-1943, un campo di concentramento fascista, Lagher italiani e Porzus-dialoghi sopra un processo da rifare. Attualmente è coordinatrice della collana Resistenza storica.

Claudia Cernigoi, giornalista pubblicista dal 1981. Ha collaborato alle prime radio libere triestine ed oggi dirige il periodico La Nuova Alabarda. Ha pubblicato fra l’altro Operazione Foibe-tra storia e mito.

INTRODUCE: Umberto Lorenzoni, presidente provinciale dell’ANPI.

ENTRATA LIBERA



VISITATE I SITI:
www.anpi.it
www.anpitreviso.it
http://it.youtube.com/anpivittorioveneto

Adesso ANPI sez Vittorio Veneto è anche su Facebook!

Ti aspettiamo, invita amici e compagni.
ANPI-Sezione Mandamentale di Vittorio Veneto

Questione Dal Molin

Nella questione "Dal Molin" siamo arrivati all'atteso e scontato epilogo, il momento in cui la gente china la testa e si abitua alle bastonate elargite da *generali*, padroni, politicanti e imprenditori. Tutto cade come un castello di carte, i "moderati" hanno innalzato all'altare della patria i loro personaggi politici e tornano nel silenzio. Chi ancora non si arrende, diventera' la "frangia violenta", da arrestare e perseguire senza problemi,magari denunciata dagli stessi personaggi che *hanno* scelto come propri *rappresentanti.* Il copione, come da tempo siamo stati abituati, rimane sempre il medesimo. Da parte del movimento e' stata scelta, a suo tempo, una chiara linea. Una linea sempre dettata da una logica istituzionale e "democratica", respingendo e condannando quanti manifestavano con forza e indipendenza individuale, il loro antimilitarismo. Ora, visto che l'*approccio* con la sinistra parlamentare ha fallito, si tenta anche una quantomeno improbabile opera di coinvolgimento del "popolo leghista" in nome di effimeri "comuni valori federalisti". Lo stesso popolo leghista che ha acclamato a gran voce le recenti misure anti immigrazione, le stesse persone che propagandano odio, razzismo, xenofobia contro i più deboli, contro i diseredati, contro coloro che, non avendo colpa alcuna, sono alla ricerca di una vita migliore. Come anarchici non possiamo che essere amareggiati per come la libera e indipendente lotta sia stata fin dal principio allontanata e, seppur non apertamente, osteggiata. La nostra speranza e' quella di non assistere, in futuro, *soggetti* che egoisticamente strumentalizzano e convogliano la voglia di opposizione e rivoluzione *sociale*. Tutto questo ci ha comunque insegnato molto, ora abbiamo ben scolpite nelle nostre menti le facce dei compagni dei quali possiamo fidarci e di chi fa il doppio gioco. Auguriamo a tutti una forte autocoscienza, sempre critica verso tutto e tutti.

*Rete veneta di comunic-azione anarchica* - Aranea

mercoledì 16 settembre 2009

IL CAPITALISMO SI PRENDE LE NOSTRE VITE RIDUCENDOCI IN MERCE.

Forse è stata la disperazione a portare gli operai della INNSE di Milano a salire su una gru per evitare la chiusura dell’azienda e la vendita dei macchinari, forse ancora una volta è stata la disperazione a spingere gli operai della LAMSE di Melfi, della CNH di Imola a fare lo stesso, o anche gli operai della Alcatel di Battipaglia a rinchiudersi nella fabbrica circondandosi di taniche di benzina.
Forse è stata la disperazione a costringere questi lavoratori a mettere a repentaglio la propria vita.
Ma quale infelicità ha spinto 23 dipendenti di France Telecom a suicidarsi dopo aver saputo di aver perso il lavoro, così come quel giovane di 32 anni della Chloride di Bologna che si è impiccato perché in mobilità il 24 luglio del 2009?
Quale infelicità si cela dietro le tragedie familiari di cui sono protagonisti lavoratori disoccupati o licenziati, di cui si occupa sempre più spesso la “cronaca nera”?
Cosa ne sarà dei precari del settore pubblico e privato, una volta che gli è stata tolta la possibilità di procurarsi denaro vendendo il proprio lavoro?
Il capitalismo ci ha reso merce comprando il nostro lavoro e facendo delle nostre esistenze una vita che ha valore solo se si ha reddito, solo se si lavora. Così quando il nostro lavoro non gli serve più perché i profitti si fanno altrove o in un altro modo, ce lo toglie e con questo sa di togliere valore alla nostra vita. Perché sa che se non siamo più merce umana non valiamo più niente.
La mancanza di lavoro causa la mancanza di reddito, e la mancanza di denaro ci costringe ad accettare peggiori condizioni di lavoro pur di continuare a produrre, oppure a mettere in gioco la nostra vita, a volte senza ritorno.
Così il capitalismo si prende le nostre vite 2 volte, ci uccide 2 volte.
L’infelicità totale e l’alienazione verso cui ci spinge il capitalismo, approfittando in questo periodo della crisi economica che colpisce il lavoro dipendente, non è una condizione da cui ce ne possiamo uscire in solitudine.
Dietro ogni lotta per salvare una fabbrica, dei macchinari o dei posti di lavoro occorre ricostruire un tessuto di solidarietà collettiva e di classe, occorre ricostruire un’organizzazione sindacale che non sia disponibile a mediare il conflitto contrattando una minore infelicità o alienazione, occorre riprendere una lotta dal basso ed autogestita per salvare le nostre vite dal capitalismo, una lotta per l’abolizione dello sfruttamento e del lavoro salariato.
Occorre respingere ogni ipotesi o accordo che preveda forme di cogestione e di compartecipazione agli utili aziendali, perché nascondono l’ennesimo inganno che consegna al lavoratore il giogo del proprio sfruttamento. Non si tratta più di salvare solo il contratto nazionale e ciò che rimane della democrazia nei luoghi di lavoro, occorre bensì aprire una nuova stagione di conflittualità che ponga al centro della sua azione la ragione sociale e solidaristica del lavoro, liberato dallo sfruttamento salariale.
Ogni lotta deve impedire la distruzione dei siti produttivi, ogni lotta deve mettere in conto la possibilità di consegnare il lavoro nelle mani dei lavoratori prendendo in considerazione l’autogestione della produzione, dei trasporti, della distribuzione, costruendo organismi di gestione a struttura consiliare e cooperativa autonoma che dimostrino l’inutilità e la dannosità del sistema capitalistico e delle sue forme di dominio.
Che ogni forza, organismo, struttura locale, territoriale, nazionale del sindacalismo conflittuale, della sinistra libertaria ed anticapitalista possa adoperarsi e coordinarsi in questa lotta per la vita, la nostra vita di lavoratori e lavoratrici sfruttati ed alienati!

Federazione dei Comunisti Anarchici settembre 2009
www.fdca.it

65° ANNIVERSARIO ECCIDO DEL GRAPPA

Sabato 26 settembre 2009, Bassano Del Grappa - Piazza Garibaldi ore 15.00

ancora una volta diciamoNO AL REVISIONISMO DI STATO

Presidio Antifascista, con mostra fotografica sulla resistenza e la repressione: per ricordare il passato e far luce sul presente.

Organizza l'OSA, Operai Studenti Autorganizzati

23 ottobre - sciopero generale CUB/Cobas/SdL

IL 23 OTTOBRE È SCIOPERO GENERALE

Cub, Cobas e SdL hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori pubblici e privati per il 23 ottobre. Le organizzazioni di base ritengono indispensabile una forte risposta alla valanga di licenziamenti in corso, ai massicci tagli alla scuola pubblica con l'espulsione in massa dei precari, alla chiusura di aziende, alla ipotesi di gabbie salariali e all’attacco al contratto nazionale che, nella ritrovata unità dei sindacati concertativi, lascia solo il sindacalismo di base a difenderne il carattere unitario e solidaristico; al tentativo in corso di rendere i lavoratori subordinati ai destini delle aziende, alla xenofobia e al razzismo che il governo sta spargendo a piene mani.Generalizzare ed unificare le lotte in corso nella scuola, nelle fabbriche, nelle aziende e negli uffici, sono quindi gli obbiettivi immediati dello sciopero generale che si preannuncia già grande e partecipato. La articolata piattaforma dello sciopero rappresenta un ampio ed esauriente programma sul quale costruire mobilitazione, lotta, organizzazione e consenso, fornendo un alternativo e concreto strumento in mano ai lavoratori/trici, richiedendo il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, introduzione di un reddito minimo garantito per tutti/e; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario e reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza; sostegno delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, delriassetto idrogeologico e contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e l'incenerimento dei rifiuti; messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, delle scuole, dei trasporti, rifiutando la riduzione delle sanzioni per chi causa morti del lavoro, gravi infortuni, malattie professionali; contro i tagli di posti, classi e orari nella scuola pubblica e contro la legge Aprea; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi;investimenti in un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare, blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi; contro l’aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici della P.A.; ritiro della riforma Brunetta; difesa del diritto di sciopero; fine del monopolio oligarchico di Cgil-Cisl-Uil sulla rappresentanza e i diritti sindacali, contro lapretesa padronale di scegliere le organizzazioni con cui trattare; pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori, rappresentanza elettiva democratica sui posti di lavoro e a livello regionale/nazionale.

Roma, 11 settembre 2009

CUB Pierpaolo Leonardi - Walter Montagnoli info 06762821 022666289

Confederazione Cobas Piero Bernocchi info 0670452452

SdL intercategoriale Fabrizio Tomaselli info 0659640004

VENERDI 18 ALLE ORE 19 AL PINK DI VERONA : TREMATE TREMATE LE FROCE SON TORNATE!

VENERDI 18 SETTEMBRE DALLE ORE 19.00Aperi_Pink_TREMATE TREMATE LE FROCE SON TORNATE!il circolo pink riapre_stuzzichini&aperitivi_alle 20.00 la solita pasta_tutte e tutti sono invitati a festeggiare la riapertura del pink di Verona_____________ _________ ________www.circolopink. it

giovedì 3 settembre 2009

LA PSICO-GUERRA CONTRO LA SCUOLA PUBBLICA

L’organizzazione cattolica Comunione e Liberazione esibisce da molti anni una doppia personalità. Da un lato, CL è la Compagnia delle Opere, una delle più tentacolari cosche affaristiche italiane, che monopolizza gli appalti nella Regione Lombardia (governata dal ciellino Roberto Formigoni, del PdL), ma è in grado di vampirizzare attivamente anche altre aree del Nord e del Centro Italia. Dall’altro lato, Cl si presenta invece come la “compagnia delle chiacchiere” che si esprime, con cadenza annuale, al Meeting di Rimini.
Il Meeting di Rimini è una palestra per la declamazione delle più spudorate stupidaggini, confezionate col richiamo pretestuoso ed astratto a valori morali e religiosi; il tutto in puro stile Don Giussani, il mitico e compianto fondatore di CL, il prete capace di scrivere ottocento pagine per garantirsi di non aver detto assolutamente nulla. La compagnia delle chiacchiere riesce così ad annebbiare ed oscurare la realtà affaristica della Compagnia delle Opere, che sovrintende a tutta l’impalcatura mediatica.
Spesso, però, esponenti politici e di governo scelgono il palcoscenico mediatico del Meeting di Rimini anche per lanciare pubblici messaggi ai loro clienti, o ai loro mandanti. Quest’anno è stato il caso del ministro-fantoccio dell’Istruzione, Gelmini, che ha dichiarato il proposito di abolire l’attuale sistema di formazione dei docenti, per sostituirlo con un tirocinio da attuarsi presso scuole statali o paritarie. Insomma, un business viene sottratto all’Università e donato ai privati, dato che, con questa ipotesi normativa, il governo concederebbe di fatto agli istituti paritari la facoltà di vendere la qualifica di docente.
Ovviamente la Gelmini , nelle sue dichiarazioni al Meeting, non si è fatta sfuggire l’occasione per avvilire e umiliare la categoria dei docenti e, nel caso specifico, i docenti precari; ma sarebbe un errore attribuire questo stile sprezzante e sguaiato alla particolare abiezione antropologica manifestata dai membri dell’attuale governo. Nel 1999 il ministro dell’Istruzione in carica era Tullio De Mauro, sino ad allora un intellettuale universalmente apprezzato; eppure De Mauro adottò uno stile analogo a quello della Gelmini, scegliendo i media, invece che il Parlamento, per esprimere i suoi propositi - elettoralismo ed antiparlamentarismo sembrano fatti l’uno per l’altro -, e trattando inoltre gli insegnanti da morti di fame, al punto di lanciare una proposta da avanspettacolo: istituire una lotteria per arrotondare gli stipendi dei docenti.
Anche l’affossamento dell’idea che la Scuola possa costituire un fattore di progresso sociale, e la trasformazione della stessa Scuola in un laboratorio riservato esclusivamente a esperimenti affaristici e reazionari, li si debbono ad un altro ministro di “sinistra”, cioè al predecessore di De Mauro al ministero dell’Istruzione, Luigi Berlinguer.
Il pomposo e prolisso programma dell’Ulivo alle elezioni del 1996 prevedeva, come punto qualificante per la Scuola , l’adozione dell’istruzione superiore per tutti sino ai diciotto anni: un obiettivo storico della sinistra. Eppure, appena giunto al ministero, Berlinguer si dimenticò di questo obiettivo e, con la solita intervista televisiva, lo sostituì con l’obbligo formativo, cioè una riedizione del caro, vecchio e reazionario avviamento professionale.
Come obiettivo qualificante della sua opera di ministro, Berlinguer lanciò poi in TV una proposta mai discussa prima: l’autonomia degli istituti scolastici. L’aspetto curioso - e interessante dal punto di vista della psicologia sociale - è che all’epoca nessuno si fece avanti a contestare al ministro l’abbandono dell’istruzione superiore per tutti, anzi tutta l’attenzione fu monopolizzata dal dibattito sull’autonomia, di cui, sino ad allora, nessuno aveva mai avvertito il bisogno.
Berlinguer, con la proposta dell’autonomia scolastica, non aveva fatto altro che propinare il solito sofisma, divenuto un luogo comune propagandistico dagli anni ’80: meno uguaglianza in cambio di più libertà. Ma libertà e uguaglianza sono nomi diversi per la stessa cosa, e pretendere di separare la libertà dall’uguaglianza, significa solo usare la parola “libertà” come un’etichetta per ogni genere di abuso.
Infatti, mentre molti hanno favoleggiato sulle opportunità creative offerte dall’autonomia scolastica, l’autonomia reale si è risolta invece in una sorta di riedizione del feudalesimo applicato alla Scuola, dove ora il Preside - divenuto il Dirigente Scolastico - assume, per legge, il ruolo di bullo istituzionale, un tirannello locale, con tratti da boss mafioso. Il Preside-bullo costituisce il punto di riferimento ed il modello per gli studenti bulli, che ora si ritrovano criminalizzati semplicemente per essersi adeguati al trend.
Rimane a tutt’oggi da spiegare come sia stato possibile che un obiettivo come l’istruzione superiore per tutti sino ai diciotto anni si sia potuto perdere per strada, sino a scomparire dalla memoria storica. Uno dei fondatori del comunismo, Filippo Buonarroti, diceva che ci sono idee emancipatrici, cioè idee che, aldilà della possibilità di realizzazione immediata, costituiscono comunque dei fattori di spinta sociale. Anche senza credere più ai Lumi ed alle virtù salvifiche della cultura, non c’è dubbio che l’idea dell’istruzione superiore per tutti costituisca un messaggio concreto di uguaglianza, cioè uno di quegli obiettivi che possono definirsi “identitari” per un movimento di opposizione.
Quindi non è affatto un caso che la guerra psicologica abbia usato un governo di “sinistra” per liquidare e cancellare dalla memoria collettiva proprio questo obiettivo.

3 settembre 2009 da http://www.comidad.org/

martedì 1 settembre 2009

INFO-POINT CONTRO LE RONDE MILITARI E DISTRIBUZIONE DEL FAZZOLETTO GIALLO

Neppure due settimane e sono oltre il centianio le persone che porteranno appresso il fazzoletto giallo contro la presenza dei militari a Pordenone: oltre 70 le adesioni al gruppo su Facebook, una trentina quelle arrivate in email antironde@gmail.com e più di una trentina tra i promotori della campagna di disobbedienza per questo ennesimo attacco alla libertà di tutti nel solco di una politica di odio e diffidenza nazionalista e leghista.
Le prenotazioni del fazzoletto giungono da più parti, moltissimi i giovani (i più tartassati dai controlli) ma anche da intere famiglie (“ne ordino 3 per tutta la famiglia” chiede una donna in email), sappiamo che dall’opinione ai fatti il passo non è facile ne breve e quindi questa adesione ci rincuora e chiediamo a tutti, anche gli indecisi che su FB hanno messo in forse la propria partecipazione (sono una novantina), trovino il coraggio di esporsi pubblicamento come segnale di una inversione di tendenza rispetto a tutto questo livore e razzismo gettato dall’alto di poteri e mezzi da partiti politici che sulla paura della gente stanno facendo le proprie fortune.
La campagna quindi prosegue e diamo appuntamento per venerdì 4 settembre in P.zza Risorgimento alle ore 18.00 per un Info-Point dove verranno distribuiti i fazzoletti gialli a chi ne ha già fatto richiesta e a coloro che in quel momento volessero aderirvi.
In questo presidio informativo oltre a volantini che spiegano i motivi di quest’azione ci saranno anche materiali riguardo ai numeri reali sulla sicurezza sia a Pordenone sia in Italia mostrando con dati alla mano come tutte queste operazioni lavorino sulla “percezione” della realtà, alimentandone le fobie e nascondendo, depistandoli, i veri motivi di paura che invece la gente vive quotidianamente, anche a Pordenone, come quella di non poter garantire asili e scuole pubbliche ai propri figli con tagli generali agli organici e agli orari delle attività in aule fatiscenti o mancanti, la paura di non poter accedere alle cure sanitarie, sempre più costose e sempre meno qualificate a causa dei tagli di risorse umane e strumentali, con la continua privatizzazione dei servizi e l’affossamento della ricerca, a causa della costante precarizzazione del lavoro, dei licenziamenti e della cassa integrazione di massa edell’impossibilità di arrivare economicamente alla terza settimana per sempre più famiglie e cittadini.
Infine assieme al fazzoletto daremo un prontuario di autodifesa legale per qualsiasi inconveniente od abuso che chi lo indossa dovesse incontrare oltre all’appoggio totale ed incondizionato sul piano solidale e di partecipazione attiva.

Iniziativa Libertaria

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)