ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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giovedì 28 febbraio 2013

DOMENICA 3 MARZO H 10.30 ASSEMBLEE DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA

DOMENICA 3 MARZO H 10.30 ASSEMBLEE DEGLI OPERAI DELLA LOGISTICA fermiamoli! respingiamo con la lotta la piattaforma dei padroni! Bologna: piazza Verdi 2 (presso La Scuderia) Milano: via Friuli angolo via Muratori (presso CSA Vittoria) Padova: via Ticino 5 (presso CSO Pedro) Piacenza: Via Alessandria 16 (presso Coop Infrangibile) Roma: via Efeso 2/a (presso Ass. Mario Mieli - MM B fermata S. Paolo Basilica) Treviso: via Zermanese 4 (presso Casa dei Beni Comuni) Verona: via Brunelletti 12 (presso Sala Stadio - dietro la farmacia comunale) A tutti i delegati e gli iscritti del SI.Cobas A tutti le strutture del coordinamento di sostegno alla lotta nelle cooperative A tutti le realtà di lotta e dell'autorganizzazione operaia Convocazione dell'assemblea generale di domenica 3 marzo ore 10,30 L'assemblea di domenica si inserisce in un quadro di crescente mobilitazione degli operai delle cooperative di facchinaggio, chiara controtendenza al dilagare delle regole sempre più selvagge del mercato capitalista italiano ed europeo e dello sfruttamento intensivo di manodopera per lo più immigrata (e quindi, almeno fino all'inizio di questo movimento di lotta, molto più facilmente ricattabile e controllabile) Ci sono alcune ragioni di carattere generali che stanno alla base dell'iniziativa del 3 marzo 1) Innanzitutto le decine e decine di scioperi che hanno attraversato l'intero nord-italia, in particolare nel 2011 e 2012, come segno di chiara volontà di riscatto degli operai 2) Il tentativo padronale, tramite le trattative di rinnovo del CCNL del 2013, di riprendersi le concessioni imposte dagli scioperi e la necessità quindi, di una risposta altrettanto forte, estesa ed unitaria di tutti gli operai della logistica 3) L'incontro e la convergenza con l'ADL (associazione sindacale che opera per lo più nel Veneto) presente nelle stesse filiere della logistica, con le stesse finalità e la stessa piattaforma sindacale del SI.Cobas Tutto questo ha determinato la necessità, e allo stesso tempo la possibilità di tentare un passo in avanti nella battaglia iniziata 5 anni orsono in quel di Corteolona (DHL) e di Origgio (Bennet) e che entra oggi in una fase cruciale: o il movimento di lotta si sviluppa ulteriormente, approfondisce, radicalizza e organizza una prospettiva politico-sindacale complessiva, adattando a questo le modalità con cui va sviluppando il conflitto di classe, sa guardare ed attrarre a se l’attenzione di altri settori di lavoratori (creando un fronte unico di lotta) oppure, nonostante la forza palesata e i timori (per non dire paure) che è riuscita a rigettare nel campo avverso, il movimento finirà per essere riassorbito, con le buone o con le cattive, in un tempo più o meno lungo, all'interno delle logiche borghesi (di cui fanno pienamente parte tribunali e carceri) Con questa prospettiva generale, l'assemblea del 3 marzo si inserisce in una serie di scadenze simili che si svolgeranno, contemporaneamente e con collegamento in diretta via web, a Padova, Verona, Treviso, Bologna, Piacenza e Roma (seguirà il calendario preciso coi luoghi di tutti gli eventi previsti) L'obiettivo fondamentale delle assemblee è quello di decidere l'indizione di una giornata di lotta nazionale (la proposta in discussione è quella del 15 marzo) , con scioperi e picchetti, che possa incidere concretamente sulle scelte politiche ed economiche dell'intero fonte padronale, combinando intelligentemente i contenuti della mobilitazione nazionale con le diverse vertenze e rivendicazioni specifiche portate avanti dai singoli Cobas di fabbrica Sindacato Intercategoriale Cobas materiale sulle assemblee scaricabile da www.sicobas.org il volantino del SI Cobas e dell'ADL

Dal Grillismo alla sovversione una strada possibile? al Tuttinpiedi 2 marzo 2013 Mestre (VE)

Sulla base di una esposizione attenta dei dati elettorali discuteremo insieme e cercheremo di capirci qualcosa, per trasformare il grillismo nella sovversione di una società che non ci interessa! Ci vediamo Sabato 2 Marzo al Tuttinpiedi alle ore 17.30. Tuttinpiedi. P.tta Canova 1. Lat. V.le San Marco Mestre (VE). tuttinpiedi@gmail.com. RIUNIONE OGNI LUNEDI' ORE 21.00 ...

martedì 26 febbraio 2013

Lo Spread ha perso le elezioni . Di Giorgio Cremaschi Rete 28 aprile in Cgil

26/2 Lo spread ha perso le elezioni di Giorgio Cremaschi I mercati hanno reagito male. Era ovvio, banche e finanza volevano la vittoria di un PD aperto a Monti. Se poi le elezioni avessero dato addirittura il successo a quest'ultimo per i mercati sarebbe stato il massimo, ma comunque essi erano disposti ad accontentarsi. E invece no, il popolo italiano non ha votato come avrebbe dovuto per senso di responsabilità e degli affari. Le politiche di austerità, perché questo han subito capito all'estero, sono state bocciate. Come si fa a non provare soddisfazione per questo sconquasso? Seicentomila licenziamenti in nove mesi, il più grave impoverimento di massa dalla fine della guerra, le previsioni sul futuro tutte pessimiste e gli italiani avrebbero dovuto farsi ammaliare ancora dal teatrino di Berlusconi Bersani e Monti? Il palazzo e anche i sondaggisti si erano illusi che sarebbe stato così. In fondo le terribili controriforme delle pensioni e dell'articolo 18, i tagli alla scuola e alla sanità erano passati senza quella rivolta sociale che abbiamo visto crescere in Grecia Spagna Portogallo. CGIL CISL UIL o approvavano o subivano tutto e i loro gruppi dirigenti si erano equamente distribuiti tra il sostegno al centro e quello al centro sinistra. Anche le ruberie scandalose della classe politica sembravano suscitare più rancore che protesta. i poteva credere alla rappresentazione di regime di un popolo italiano passivo e in fondo disposto a votare secondo le indicazioni di quella Troika europea che esercita la sua dittatura in Grecia. invece sono andati in minoranza. Perché Berlusconi e Bersani, che ora comunque fanno finta di aver vinto qualcosa, raccolgono il peggior risultato della storia delle loro coalizioni, che ora rappresentano ciascuna poco più di un quarto dei voti espressi. Perché Monti ha mostrato gioia per il solo fatto di essere riuscito ad entrare alla Camera per il rotto della cuffia. Perché tutti costoro, che ci hanno governato in alternanza negli ultimi venti anni e assieme negli ultimi tredici mesi, sono oggi minoranza nel corpo elettorale e nel paese. È stato duramente sconfitto, assieme a loro, il Presidente della Repubblica che viene ora sottoposto ad una dura legge del contrappasso. Dopo aver imposto la governabilità a tutti i costi in nome dello spread, si trova adesso a dover amministrare il più ingovernabile dei responsi elettorali, mentre lo spread risale. Siamo dentro una crisi di sistema che le vecchie politiche e i vecchi schieramenti possono solo aggravare. C'è da augurarsi che il movimento 5 stelle sia consapevole che il suo successo non è una scelta definita né tantomeno una delega, ma è segnale e parte della rivolta che sta crescendo in tutta Europa e finalmente è cominciata davvero anche ad noi. Siamo solo all'inizio di un processo lungo e doloroso, dal quale si potrà uscire positivamente solo con l'eguaglianza sociale e il rovesciamento dell'austerità, con il pubblico al posto dei mercati e con la democrazia diretta per controllare il potere pubblico. E questo si potrà fare solo facendo saltare i calcoli e i conti dell'Italia e dell'Europa di banche e finanza. Siamo di fronte ad una crisi di sistema che si può affrontare solo cambiando sistema. Sarà dura come dicono in Valsusa, ma intanto prendiamo un po' di fiducia dal fatto che gli elettori italiani hanno cominciato a mandare a quel paese i signori dello spread. E prepariamoci a lottare. [www.rete28aprile.it]

NUOVA USCITA DI ZERO IN CONDOTTA : "e 'a finestra c'è la morti" , Pinelli: chi c'era quella notte

NUOVA USCITA DI ZERO IN CONDOTTA e 'a finestra c'è la morti Pinelli: chi c'era quella notte di Gabriele Fuga ed Enrico Maltini pp. 168, EURO 10,00 ISBN 978-88-95950-25-9 "Era chiusa la finestra, poi aperta la lasciaru..." Dalla finestra aperta sul cortile dove giace agonizzante "Pino" Pinelli, il fumo esce lentamente e si intravedono, dentro quelle stanze, figure diverse da quelle fin qui conosciute. Figure di funzionari di alto grado venuti da Roma, che "prendono la situazione in mano", come dirà uno di loro. Figure che fanno indagini di cui relazionano solo il ministro dell'Interno e il capo della Polizia, non i magistrati inquirenti. I loro nomi: Catenacci, Russomanno, Alduzzi e altri meno noti, spuntano qua e la tra le carte che sulla strage di Piazza Fontana si sono accumulate. Ma è solo nel 1996, 26 anni dopo quel tragico 15 dicembre 1969, che saranno chiamati a deporre di fronte ai magistrati ed anche allora nessuna domanda verrà posta loro su ciò che accadde quella notte nella questura di Milano, quando Pinelli morì. Dal 1996 le loro deposizioni resteranno chiuse negli armadi dei tribunali. Solo da poco ne sono uscite ed è di queste, dei documenti che le accompagnano, dell'ambigua e oscura presenza in quei giorni e in quella notte di personaggi che comandano, ma che si definiscono "riservati", che si parla e si documenta in queste pagine. Ancora una volta questo breve testo non porta ad una verità definitiva: ma aggiunge elementi che fino ad oggi non erano noti, o erano stati trascurati. Ci è sembrato giusto raccogliere il testimone dai tanti che si sono avvicinati alla figura di Pinelli, certi di trovare altri disposti a farsi carico del seguito di questa ricerca, fino a che il fumo di quella stanza non sarà davvero diradato. richieste a: Zero in condotta zic@zeroincondotta.org Casella Postale 17127 - MI 67, 20128 Milano cell. 3471455118 conto corrente postale 98985831 intestato a Zero in Condotta, Milano sconto del 50% per richieste di 5 o più copie con pagamento immediato.

Uregente ! campagna di solidarietà e controinformazione sulla morte del sindacalista Jimenez in Cile

"Pochi giorni fa (il 21) è stato ucciso Juan Pablo Jiménez, dirigente sindacale dell'impresa contraente Azeta (che fornisce servizi a Chilectra, azienda elettrica [proprietà ENEL - ndt.]). Il compagno è stato il presidente del sindacato nella sua società e si stava preparando una denuncia per pratiche antisindacali per la prossima settimana. L'ultima volta che i suoi compagni lo hanno visto vivo, era seduto su una panchina accanto alla sede dell'azienda: pochi minuti più tardi è stato trovato morto, con un colpo alla nuca. Dopo una breve indagine, la polizia ha lasciato intendere che si trattava di un proiettile vagante, perché nei dintorni dell'impresa vive una popolazione ai margini della società (baraccopoli, favelas). Questa ipotesi è del tutto ridicolo e offensivo. Diverse azioni sono in corso per chiedere giustizia. Ci sarà una conferenza stampa, mobilitazioni e una denuncia penale. In questo quadro abbiamo bisogno della vostra solidarietà e delle vostre manifestazioni di sostegno, si spera con urgenza. L'idea è che le organizzazioni sociali (sindacati, di quartiere, culturali, ecc.) esprimano i loro sentimenti. Al seguente link troverete abbastanza informazione su quanto successo: http://radioenriquetorres.blogspot.com/ Speriamo nella vostra collaborazione!

lunedì 25 febbraio 2013

Serata di confronto, suggerimenti, idee - Ateneo degli Imperfetti , Marghera (VE) 28 febbraio 2013

GIOVEDI’ 28 FEBBRAIO alle ore 20:45 All’ATENEO DEGLI IMPERFETTI Ormai l'Ateneo degli imperfetti ha sulle spalle 4 anni di incontri, seminari, concerti, e continuiamo a rimanere felicemente sorpresi dall'attenzione e dall'affetto di cui è circondato. Così abbiamo pensato ad una serata dedicata a tutti quelli che l'Ateneo lo abitano per raccogliere suggerimenti, idee, proposte. Insomma una chiacchierata in cui incontrarci per parlare dell'Ateneo, come sempre all'insegna della convivialità! Ateneo degli Imperfetti Via Bottenigo, 209 30175 Marghera (VE) tel. 327.5341096

martedì 19 febbraio 2013

ApArte rivista d'arte libertaria presentazione a Conegliano (TV) domenica 24 febbraio 2013

IMPORTANTE PRESENTAZIONE Presentazione della rivista anarchica ApARTe che si terrà domenica 24 febbraio alle 17.00 nei locali della libreria Quartiere Latino in via XI febbraio 34 a Conegliano (Treviso). Programma di massima, quello definitivo seguirà Scaletta: nel soppalco mostra di lavori di Enrico Baj, Flavio Costantini, Rino De Michele e Fabio Santin + materiali dell'archivio ApARTe. Apertura musicale con Monica Giori e gli ErbaMata (peregrinazioni lagunarie) Intervento di Paola Brolati e presentazione di Fabio Santin Mario Vigiak sull'esperienza Quadragono Libri Frammenti teatrali di Paola Brolati dallo spettacolo "Anna" sulla partigiana Giovanna Zangrandi Monica Giori per restare in ambito con "festa d'aprile Paola Brolati ricorda Giovanna Daffini I Grimoon canteranno "Saluteremo il signor padrone" e se possibile "Un po’ di qua e un po’ di là" di Giovanna Marini sui funerali della Daffini Rino con Monica rappresenta la peste a Palermo Conclusione di Paola Brolati e, se il caso, una "Bella ciao" collettiva con gioioso rinfresco per tutti. N.B. Le prime pagine del nuovo numero della rivista sono dedicate ai due libri “anarchici” della Quadragono Libri: Faccia a faccia col nemico (testi di Cesare della Pietà, illustrazioni di Pino Milas) e Ravachol & Cia. (testi di Rita Cirio e Pietro Favari, immagini di Flavio Costantini). I libri, ahimé, sono fuori commercio, in compenso ci saranno diversi volumi dell’editore e storico Giuseppe Galzerano.

Critica della democrazia occidentale - incontro con Stefano Boni all'Ateneo degli Imperfetti di Marghera (VE) sabato 23 febbraio 2013

SABATO 23 FEBBRAIO alle ore 17:30 All’ATENEO DEGLI IMPERFETTI Critica della democrazia occidentale incontro con Stefano Boni Partendo dal testo di David Graeber, Critica alla democrazia occidentale Stefano Boni, autore dell’ottima prefazione, illustrerà le principali tesi di Graeber Secondo il quale la nozione di democrazia è incompatibile con deleghe fondate sulla rappresentanza; la nozione coincide invece con quella di anarchia e va riabilitata ed evocata, come è stato fatto nel recente proliferare di movimenti sociali (15M Spagna, Occupy! USA, mobilitazioni greche) Come d’abitudine la convivialità post conferenza si regge sulla condivisione del cibo e del bere: è pertanto auspicabile che tutte le persone contribuiscano a rendere ricca e appetitosa la nostra mensa Ateneo degli Imperfetti Via Bottenigo, 209 30175 Marghera (VE) tel. 327.5341096

Alle bugie elettorali la realtà delle lotte sociali

manifesto anarchico firmato da FAI-Jesi, FdCA-Fano/Pesaro ed altre realtà di Marche ed Umbria http://www.fdca.it/pdf/aamelezioni.pdf

venerdì 15 febbraio 2013

Sulle dimissioni dell’amministratore delegato della premiata ditta vaticana.

Tutti a scervellarsi, dopo le dimissioni di papa Ratzingher, e non sono pochi quanti si sforzano di trovare motivi e ragioni di queste strane dimissioni. E allora via, a sfogliare il diritto canonico con la speranza di avere conferme alla scelta del papa abdicatore, è inevitabile il tuffo nella storia: a memoria di secoli non si ricorda di un papa che abbia rassegnato le proprie dimissioni,anche perché secondo la gerarchia vaticana avrebbe dovuto rassegnarle direttamente nelle mani di dio. Ma forse la stanchezza del papa non sarà stata diagnosticata da qualche santo, in un paradiso più o meno fiscale, ma è più quella di chi naviga in un mare di debiti e di vincoli di bilancio, quelli del vaticano e dei suoi benefattori. Dobbiamo credere alla debolezza umana di un papa teologo che , con gli anatemi che hanno caratterizzato la sua carriera tra le fila dell’armata dei curati, con le crociate continue, alimentate dalla reazione politica imperante, contro gli omosessuali, contro il comunismo, contro tutto ciò che metteva la chiesa cattolica di fronte alle contraddizioni della società, ed ai tentativi tesi a superarli ha di fatto ricondotto la chiesa cattolica all’ottocento, quando i peggiori nemici erano il liberalismo, la democrazia ed il socialismo? A un senso di fallimento dovuto al crollo della popolarità papale svelato da un uso disinvolto dei social network, dove invece che raccomandazioni ed indulgenze si beccano contumelie e domande provocatorie? Alla solitudine di una chiesa sempre meno dialettica e quindi fragile, alla concorrenza spietata di religioni più giovani, e quindi più aggressive? Forse tutto vero, ma non si può pensare che la stanchezza di un papa sia dovuta solo alla propria crisi di rappresentanza, alle pecorelle ormai adulte ed abituate a vivere la propria vita senza il filtro della morale cattolica. Più sensatamente si può supporre che, vista la crisi economica, la sua scelta non sia tanto differente da quella di qualsiasi amministratore delegato messo in minoranza dal consiglio di amministrazione. Non perché vi sia una riscoperta della democrazia tanto odiata che prende vita all’interno del consiglio di amministrazione, ma perché come sempre è la forza degli azionisti a fare la differenza. Ricordiamo che il Vaticano è e resta uno Stato a tutti gli effetti con un centro finanziario che gestisce il capitale immobiliare (APSA, il Patrimonio Apostolico Santa Sede), con un ministero dell’economia, e da una banca, lo (IOR) istituto opere religiose. Lo IOR è da sempre un paradiso per il riciclaggio di denaro, grazie alla sua extraterritorialità, che verrà a mancare dovendosi uniformarsi alle leggi europee, ma che ha fatto sì che ingenti capitali siano stati investiti nelle banche degli amici tedeschi, sottraendoli a Unicredit e Intesa San Paolo. Evidentemente si vuole coprire quanto di sporco vi sia non solo nei 23 milioni di euro incriminati, che hanno dato il via allo spionaggio con il sacrificio del maggiordomo, finito per essere colpevole di stare dalla parte opposta del papa. Ci sono anche l’obolo di San Pietro, in declino da anni, i debiti accumulati con il comune di Roma e sempre pagati dal contribuente italiano, la perdita del S.Raffaele di Milano, aggiudicato a Rotelli che ne ha la gestione finanziaria diretta, e tutta la difficoltà della sanità pontificia che, grazie alla crisi, si è vista tagliare miliardi di euro di finanziamento pubblico e che sta costringendo le varie fazioni dei porporati a ridefinire il proprio rapporto economico con la finanza e con gli Stati, a partire da quello italiano. 115.000 immobili,9000 scuole, 4000 ospedali e cliniche di vario ordine, un capitale immobiliare di miliardi di euro, la sottrazione al fisco, solo in Italia di 6 miliardi di euro all’anno, che grazie al concordato Stato Chiesa non possono essere verificati, tant’è che il Vaticano denuncia un capitale immobiliare di soli 50.000.000 di euro, forse per rispettare almeno nominalmente il voto di povertà. La riconversione di immobili in alberghi esentasse che sono la base gratuita di ingenti incassi nelle casse Vaticane del turismo religioso sfuggono finora ad ogni controllo fiscale, ma rischiano almeno parzialmente di cadere sotto la scure dell’IMU. Una matassa intricata, e forse è da ricercarsi tra gli azionisti di maggioranza, curati e laici, l’impossibilità del capo della chiesa a ricomporre interessi finanziari divergenti. Non basta evidentemente l’aver cacciato Gotti Tedeschi dallo IOR per avere il controllo del sistema finanziario vaticano, che, per mantenersi deve poter continuare ad avere un flusso di capitali ingenti. Le richieste della unione europea sulla trasparenza inducono a pensare che non sia più possibile avere nel cuore di Roma una piattaforma finanziaria come se fossero le isole Kaiman, un paradiso fiscale dedito al riciclaggio di danaro e non sottoposto a nessun accertamento fiscale. E i debiti accumulati, in un periodo di forte crisi economica, mettono in crisi un sistema parassitario che vive di trasferimenti pubblici, dove il patto di stabilità farà il resto aprendo scenari complicati nella vita economica legata alle finanze vaticane. Forse non basteranno le dimissioni del amministratore delegato, ci vorrà un miracolo. Segreteria Nazionale FdCA, 14 febbraio 2013

giovedì 14 febbraio 2013

"Fiume una storia controversa: sovversivi e libertari nell'impresa fiumana"di Marco Rossi, Mestre sabato 16 febbraio 2013

Sabato 16 febbraio 2013 ore 17.00 al Tuttinpiedi "Fiume una storia controversa: sovversivi e libertari nell'impresa fiumana" Relatore Marco Rossi storico. A seguire ricchissimo buffet! P.tta Canova 1 Lat. V.le San Marco Mestre (VE) tuttinpiedi@gmail.com

Libertà per i prigionieri politici della "Cooperativa e Movimento Sociale 1 Maggio" arrestati a Bariloche

“I saccheggiatori sono i politici, che tolgono ai lavoratori la loro dignità” Le organizzazioni qui sotto firmatarie sostengono la giornata internazionale di solidarietà del 5 febbraio con i 5 prigionieri politici della Cooperativa e Movimento Sociale 1 Maggio (M.S.C. 1º de Mayo) a Bariloche, Rio Negro (Argentina) – in accordo con l'assemblea finale del 10° Incontro Annuale delle Organizzazioni Popolari Autonome dell'America Latina (ELAOPA) – e chiedono l'immediata liberazione dei 5 arrestati per restituirli alle loro famiglie. Denunciamo i metodi violenti con cui la gendarmeria, per ordine della Giustizia Federale, ha disperso le famiglie dei prigionieri politici che manifestavano per ottenere la liberazione dei loro cari il 21 gennaio scorso. Allo stesso modo, siamo fermamente solidali con la Federazione delle Organizzazioni di Base (FOB), che ha subito aggressioni e ricevuto accuse da parte di certi media di essere dei “saccheggiatori delinquenti” per aver difeso i loro diritti ed per aver attivamente manifestato la loro solidarietà ed il loro sostegno ai compagni perseguitati a Bariloche. Sulla scia dei saccheggi avvenuti lo scorso 20 dicembre a Bariloche ed in altre città dell'Argentina, il governo ha ingiustificatamente accusato i compagni della Cooperativa 1 Maggio di essere stati gli istigatori di quei saccheggi, nel tentativo di criminalizzare la Cooperativa 1 Maggio. Il governo nazionale ha bisogno di trovare dei colpevoli per i saccheggi, ed è necessario inventarseli allo scopo di coprire la situazione sociale che esiste nei quartieri poveri di Bariloche, e nel resto del paese, nel tentativo di nascondere la fame e la disoccupazione che colpiscono chi si trova in fondo alla società, i poveri. Per gli attacchi contro i settori popolari, per le persecuzioni sociali e politiche, per la sofferenza sociale evidente a Bariloche e per la negazione della libertà agli attivisti sociali della cooperativa, riteniamo responsabile non solo il giudice Ricardo Calcagno con la sua ordinanza espressione dell'intero sistema giudiziario del Rio Negro, ma anche il governo nazionale di Cristina Fernández de Kirchner, il Governo Provinciale di Weretilneck di Rio Negro ed il Governo Municipale di Goye. Sono le politiche economiche neoliberiste ed il sistema implementato e difeso dal governo e dai politici, non solo in Argentina ma in tutto il resto del mondo, che spingono la gente agli espropri ed a lottare non solo per difendere i loro diritti, ma per sopravvivere. E' dunque il modello economico neoliberista e coloro che lo difendono che sono i responsabili – e devono essere chiamati a risponderne – della fame e della disoccupazione diffusa in Argentina ed altrove e della logica e comprensibile risposta popolare che ne viene generata; espropri, blocchi stradali e disordini sociali. Ecco un breve estratto da una lettera scritta da uno dei 5 compagni imprigionati nel carcere di Viedma: “Noi siamo prigionieri politici e la nostra causa è quella di lottare contro la disoccupazione e la fame che affliggono Altos de Bariloche. Noi siamo combattenti sociali indipendenti dalla burocrazia e dall'opposizione e per questo veniamo incarcerati; perchè non possono comprarci. I saccheggiatori sono i politici, che tolgono la dignità ai lavoratori”. Sosteniamo la richiesta di libertà immediata ed incondizionata dei 5 prigionieri politici della Cooperativa e Movimento Sociale 1 Maggio, i compagni: Miguel Mansilla, Jose Paredes, Catalina Lineros, Haide Grande and Giselle Poblete. Libertà per i nostri compagni! Arriba los que luchan! I saccheggiatori sono i politici, che tolgono ai lavoratori la loro dignità! Firmatari: Federazione dei Comunisti Anarchici – FdCA (Italy) Melbourne Anarchist Communist Group – MACG (Australia) Organisation Socialiste Libertaire – OSL (Switzerland) Zabalaza Anarchist Communist Front – ZACF (South Africa)

Grecia: la fabbrica Vio.Me avvia la produzione sotto controllo operaio!

Il comunicato che annuncia l'avvio della produzione alla Vio.Me tradotto dalla redazione di Infoaut: La fabbrica Vio.Me. (Industria Mineraria) avvia la produzione sotto il controllo dei lavoratori "Siamo coloro che impastano, eppure non abbiamo pane, siamo coloro che scavano il carbone, eppure abbiamo freddo. Siamo coloro che non hanno nulla, e stiamo venendo a prendere il mondo " Tassos Livaditis (poeta greco, 1922-1988) NEL CUORE DELLA CRISI, I LAVORATORI DELLA VIO.ME. MIRANO AL CUORE DELLO SFRUTTAMENTO E DELLA PROPRIETA' Con la disoccupazione che sale al 30%, i redditi dei lavoratori prossimi a zero, stanchi e delusi di paroloni, promesse ed ulteriori tasse, non pagati dal Maggio 2011 e attualmente in rifiuto di prestare la propria manodopera, con la fabbrica abbandonata dai datori di lavoro, i lavoratori della Vio.Me. per decisione della loro assemblea generale dichiarano la propria determinazione a non cadere preda di una condizione di disoccupazione perpetua, ma all'opposto di lottare per prendere la fabbrica nelle proprie mani e di gestirla essi stessi. Attraverso una proposta formale risalente all'Ottobre 2011 hanno affermato la costituzione di una cooperativa operaia sotto il pieno controllo dei lavoratori, rivendicando il riconoscimento legale sia per la loro stessa cooperativa operaia che per tutte le altre che seguiranno. Allo stesso tempo hanno continuato a rivendicare il denaro necessario per mettere in moto la fabbrica, denaro che in ogni caso appartiene ad essi, in quanto produttori della ricchezza della società. Il piano che era stato redatto incontrò l'indifferenza delle burocrazie statali e sindacali. Ma fu recepito con grande entusiasmo dal mondo dei movimenti sociali i quali, attraverso la creazione dell'Iniziativa Aperta di Solidarietà a Tessalonica ed in seguito con iniziative simili in molte altre città, hanno lottato per gli ultimi 6 mesi per diffondere il messaggio di Vio.Me. attraverso la società. Ora è il tempo del controllo dei lavoratori della Vio.Me.! I lavoratori non possono più aspettare che lo stato fallito assolva alle sue promesse gratuite di sostegno (anche l'aiuto di emergenza di 1000 euro promesso dal Ministero del Lavoro non è mai stato approvato dal Ministero delle Finanze). E' tempo di vedere la fabbrica Vio.Me. – oltre che ogni altra fabbrica che sta chiudendo, andando in bancarotta o licenziando i propri lavoratori – riaperta dai suoi lavoratori, e non dai suoi vecchi o nuovi padroni. La lotta non dovrebbe essere limitata alla Vio.Me., affinché essa sia vittoriosa dovrebbe essere generalizzata e diffusa a tutte le fabbriche ed attività che stanno chiudendo, perché solo attraverso una rete di fabbriche autogestite la Vio.Me. sarà capace di prosperare ed illuminare la strada verso una diversa organizzazione della produzione e dell'economia, senza sfruttamento, disuguaglianza o gerarchia. Quando le fabbriche stanno chiudendo una dopo l'altra, il numero dei disoccupati in Grecia si avvicina ai 2 milioni e la vasta maggioranza della popolazione è condannata alla povertà ed alla miseria dalla coalizione di governo del PASOK-ND-DIMAR, che continua le politiche dei governi precedenti, la rivendicazione di gestire la fabbrica sotto il controllo dei lavoratori è l'unica risposta ragionevole al disastro che viviamo ogni giorno, l'unica risposta alla disoccupazione; per questa ragione, la lotta di Vio.Me. è la lotta di tutti. Esortiamo tutti i lavoratori, i disoccupati e tutti quelli che sono colpiti dalla crisi ad essere al fianco dei lavoratori della Vio.Me e di sostenere il loro tentativo di mettere in pratica la convinzione che i lavoratori possano farcela senza padroni! Li chiamiamo a partecipare ad una Carovana di Lotta e Solidarietà nazionale che culmini in tre giorni di lotta a Tessalonica. Li esortiamo ad intraprendere la lotta ed organizzare le loro stesse lotte dentro i propri luoghi di lavoro, con procedure di democrazia diretta, senza burocrati. Per partecipare ad uno sciopero politico generale per estromettere coloro che distruggono le nostre vite! Mirando a instaurare il controllo dei lavoratori sulle fabbriche e sull'insieme della produzione ed organizzare l'economia e la società che desideriamo, una società senza padroni! E' il tempo di Vio.Me.. Mettiamoci al lavoro! Spianando la strada per l'autogestione dei lavoratori ovunque! Spianando la strada per una società senza padroni! Iniziativa Aperta di Solidarietà e Supporto alla lotta dei lavoratori Vio.Me. http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/6845-grecia-la-fabbrica-viome-avvia-la-produzione-sotto-controllo-operaio

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)