„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
mercoledì 30 giugno 2010
"Vista da tera" di giuseppina casarin all'ateneo degli imperfetti di marghera
in
"VISTA DA TERA"
dai racconti di
Agnese e Angela F., Maria G.
riscritti da
Sandra Mangini
con
Paolo Favorido – piano
Simone Nogarin – chitarra
ricerca storica e musicale a cura di
Giuseppina Casarin
Elisa Giolo
Gualtiero Bertelli
SABATO 3 LUGLIO 2010
ore 20.30
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209/ Marghera VE
lunedì 28 giugno 2010
La BP arriva nel Mediterraneo
E mentre Obama lancia appelli per un’America ecososostenibile parlando della conversione delle fonti di energia, la BP indisturbata allarga il suo dominio e arriva nel Mediterraneo.
Gli appelli per gli U.S.A. non bastano.
Non accontentano chi capisce che le colpe e i danni delle compagnie petrolifere non si limitano a eventi come la fuoriuscita di greggio nel golfo del Messico, ma sono perpetrati ogni giorno.
Fonte: Giornalettismo.com
Un dirigente del governo di Gheddafi, infatti, avrebbe da poco confermato che l’accordo tra la British Petroleum e la Libia è stato già chiuso e che lo sfruttamento della costa meridionale del Mediterraneo inizierà a breve.
Il tutto mentre nel Golfo del Messico l’orribile marea nera è ancora sotto gli occhi di tutti.
A quanto pare, il pensiero di un ecosistema distrutto non ha sfiorato nemmeno per un attimo il Capo della Compagnia Petrolifera Nazionale Libica, Shokri Ganhem che, anzi, ha affermato che il disastro in Luoisiana servirà alla Bp per imparare dai propri errori.
Secondo il Wall Street Journal, la Bp avrà il via libera per scandagliare e ricercare il petrolio nella bellezza di almeno cinquantamila chilometri quadrati di area marina.
Secondo Bill Farren-Price, amministratore delegato di un’ agenzia indipendente di consulenza e valutazione in affari petroliferi (la Petroleum Policy Intelligence), la Libia non si tirerà indietro e non si farà influenzare dalla catastrofe avvenuta nel Golfo perché vuole incrementare la sua produzione di petrolio, arrivando ad almeno 3 milioni di barili di greggio al giorno. A riprova di come la fame di oro nero sia capace di svelare palesemente il menefreghismo dei potenti verso la salute del Pianeta.
Inoltre, ora viene il bello (si fa per dire), in base agli accordi stipulati, qualunque cosa dovesse succedere (cioè per intenderci un altro incidente stile Louisiana) Bp dovrà rispondere solo a Gheddafi. In poche parole l’unico che potrebbe esigere la riparazione di eventuali danni al nostro mare è quello che ha voluto più di tutti questo accordo.
Alla luce di tutto questo, e alla luce di tutto ciò che la redazione ha scoperto riguardo la British Petroleum, (in primis il suo essere responsabile di altri disastri ambientali per non aver rispettato le dovute misure di sicurezza) l’indignazione e la rabbia di un nuovo accordo tra questa compagnia petrolifera e la Libia (accordo che appunto porterà la Bp a scavare nel nostro Mediterraneo) lascia il posto a un senso di inquietudine profonda che risiede in alcune, ovvie, domande che noi della redazione (ma lo stesso non può che verificarsi anche per i nostri lettori) ci siamo posti non appena ci è giunta la notizia.
Come è possibile che la Bp, responsabile dell’enorme tragedia del Golfo, abbia ancora la possibilità di trivellare?
Di fronte a un disastro non ancora risolto, (e che è ancora lì che grida vendetta), come è possibile che la British Petroleum sia già riuscita a sistemare tutte le misure di sicurezza dei suoi impianti?
Ma soprattutto: perché nessuno interviene per impedire a questa compagnia di commettere altri disastri?
Quanto meno che vengano fatti i dovuti controlli: al momento, infatti, non vi è in giro alcuna notizia in merito a nuove misure di sicurezza adottate da Bp.
Come può, una compagnia petrolifera, avere tutto questo potere?
In attesa di trovare le risposte a questi interrogativi, il nostro lavoro continuerà a seguire, costantemente, le operazioni della British Petroleum, dovesse finire anche in capo al mondo.
Fonte: laboratorioantispecista.org
venerdì 25 giugno 2010
Domenica 27 giugno - Padova ore 20.40 - Serata di informazione sulle lotte zapatiste in Chiapas
Ore 20.40
Via A. Cornaro 1 (ex macello) Padova
“Chiapas, Perchè?” – I movimenti di lotta e i diritti umani nello stato del Chiapas
Introduzione e proiezione del documentario “Chiapas, perchè?”. Durante la serata interverranno membri di COORDINADORA,
coordinamento di sostegno alla lotta Zapatista, che illustreranno i progetti sviluppati nelle comunità indigene in Resistenza.
Seguirà rinfresco.
giovedì 24 giugno 2010
Pomigliano: vince l' orgoglio operaio.
diritto al salario con la rinuncia ai propri diritti, costringere con un
referendum organizzato dalla azienda ad avallare l'imposizione delle
regole, anzi dimostrarsi felici e contenti con un responso
plebiscitario(superare l'80% di adesioni del si).
No! Tantissimi hanno votato, molti hanno segnato il si sulla scheda per il
bisogno di un reddito nonostante le condizioni capestro.
Tanti dicevano che la Fiat aveva ragione, Ministri, Industriali, Partiti,
Sindacati, giornali e tv, bisognava accettare, era giusto.
L'impresa ha sempre ragione, le sue regole debbono essere valide e
legittime: basta con il diritto di sciopero, basta con le malattie, meno
pause,più ritmi, più straordinari, finiamola con contratti e leggi troppo
garantiste,torniamo agli anni 50.
Insomma facciamo come in Cina, così attraiamo investimenti industriali, gli
diamo in finanziaria anche la possibilità di scegliere il regime fiscale
estero più favorevole.
Solo che in Cina iniziano a scioperare e ottengono gli aumenti.
E a Pomigliano la solitudine della Fiom e dello SlaiCobas non è risultata
così marginale e di pochi esagitati estremisti; infatti il risultato
plebiscitario non c'è stato, il 36% ha rifiutato di sottostare
all'imposizione della Fiat con un no deciso e senza tentennamenti.
La forza-lavoro si può vendere per necessità, ma non svendere al comando
capitalistico.
Nonostante i ripiegamenti,le sconfitte,i tentennamenti,l'isolamento,l'
ORGOGLIO operaio resiste. E anche la solidarietà dei lavoratori da
Mirafiori,a Melfi, alla Piaggio, persino in Polonia,si manifesta con
scioperi.
Il no di Pomigliano può essere l'annuncio che non si possono più cedere
diritti e regole all'impresa e che è il momento di iniziative, lotte e
progetti per riannodare l'unità e la solidarietà di classe .
Affinchè lo sciopero generale del 25 sia un momento di ripresa di un
ciclo di lotte che faccia pagare la crisi a chi non paga mai.
Commissione Sindacale FdCA
Reggio Emilia, 23 giugno 2010
lunedì 21 giugno 2010
SCIOPERO GENERALE
Unione Sindacale Italiana - AIT
CONTRO LA MANOVRA TREMONTIPERCHE’ LA CRISI NON LA PAGHINO I LAVORATORI
La manovra Tremonti è (per ora) l’ultima tappa di un percorso di massacro sociale, di una guerra contro i lavoratori, che dura da anni. Un percorso che si è articolato nei tanti decreti dei vari proconsoli di Berlusconi (Brunetta, Tremonti, Gelmini, Sacconi, ecc.), nelle varie finanziarie e nei loro collegati, negli accordi e nei protocolli d’intesa fra le parti sociali e via elencando.Un percorso che ha colpito pesantemente i lavoratori nei salari, nelle condizioni di lavoro, nelle pensioni e nella possibilità di pensionamento, nei diritti individuali e sindacali, nell’erogazione di servizi sociali, ecc.La nuova manovra, che tra l’altro, prevede: tagli alla sanità, blocco dei salari dei dipendenti pubblici per il 2010-2011-2012-2013, riduzione delle finestre di uscita pensionistiche, rateizzazione del TFS, tagli agli enti locali e blocco del turn-over con conseguente peggioramento dei servizi e disoccupazione crescente, non rappresenta niente di nuovo, solo l’ennesima manifestazione d’arroganza e un chiaro messaggio che dice: “i sacrifici continuerete a farli voi, come sempre, serviranno a mantenere i nostri profitti d’azienda, le nostre rendite di posizione, i nostri privilegi di casta”.Questo è quello che sta dietro alle ipocrite dichiarazioni su “l’unità nazionale di fronte alla crisi” e sui “sacrifici distribuiti equamente su tutti gli strati sociali”. Questo e non altro.Prenderne atto è il primo passo. Rispondere con forza e intransigenza agli attacchi è il secondo. Ricostruire l’unità e la solidarietà di tutti i lavoratori, di tutti gli sfruttati, è il terzo.
SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI 24 ORE VENERDI’ 25 GIUGNO
venerdì 18 giugno 2010
"la controrivoluzione preventiva" saggio di Luigi Fabbri , sul fascismo , un testo illuminante- Padova 19 giugno
Sabato 19 giugno ore 20:40, il Centro di Documentazione Anarchica e il Nodo Anarchico Padovano
vi invitano alla presentazione del libro
"LA CONTRORIVOLUZIONE PREVENTIVA" di Luigi Fabbri
Riflessioni sul Fascismo
-a cura del nodo sociale Antifascista Bolognese-
seguirà momento conviviale
info: aranea@anche.no elcida@iventati.org
qualche info in più sul libro:http://staffetta.noblogs.org/post/2010/01/10/uscita-la-controrivoluzione-preventiva-di-luigi-fabbri
lettera dei lavoratori fiat di Tichy (polonia) ai lavoratori fiat di pomigliano
Lettera dei lavoratori Fiat di Tichy (Polonia) ai lavoratori Fiat di Pomigliano |
La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai colleghi di Pomigliano d'Arco che stanno per votare (il 22 giugno) se accettare o meno le condizioni della Fiat per riportare la produzione della Panda in Italia. (...) (Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, alla vigilia del referendum a Pomigliano d'Arco in cui i lavoratori sono chiamati a esprimersi sulle loro condizioni di lavoro. La Fiat ha accettato di investire su questa fabbrica per la produzione della Panda che al momento viene prodotta a Tychy in Polonia. I padroni chiedono ai lavoratori di lavorare di sabato, di fare tre turni al giorno invece di due e di tagliare le ferie. Tre sindacati su quattro hanno accettato queste condizioni, la Fiom resiste) "La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend) A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la Fiat aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione. Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo 'Giorno di Protesta' dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere? Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre. In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla Fiat che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione. E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente. Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso. Lavoratori, è ora di cambiare." |
lunedì 14 giugno 2010
MARTEDI’ 15 GIUGNO ALLE ORE 19.00 DAVANTI ALLA CHIESA VOTIVA A TREVISO ASSEMBLEA INCONTRO PUBBLICO PER IL DIRITTO ALLA CASA
Viviamo in un momento in cui la crisi sta facendo esplodere l’emergenza casa con i lavoratori e le famiglie che non ce la fanno più a pagare mutui ed affitti, con gli sfratti in aumento e nessuna risposta, nessun intervento nessuna politica sulla casa.
L’unica risposta è quella di demandare il bisogno sociale alla polizia, agli ufficiali giudiziari, alle banche che ci pignorano la casa.
Intanto sappiamo che a Treviso ci sono migliaia di case vuote, molte case nuove invendute a causa della crisi, mentre migliaia di famiglie sono senza casa.
A Treviso i posti letto per le emergenze sono solo QUATTRO, ed il Comune di Treviso ha addirittura rinunciato ai soldi erogati pur di non creare posti di accoglienza all’ex caserma Salsa.In città ci sono almeno 250 case di proprietà del comune lasciate sfitte (di cui circa 90 solo in via Bianchini a Santa Bona), ma lasciano questo bene comune al degrado.
Ogni giorno, nel silenzio, ci sono persone che vengono sfrattate, che hanno la casa messa all’asta, che perdono il lavoro e chiedono aiuto per mangiare e per dormire.
E’ il momento di uscire dal silenzio e far sentire la nostra voce perché volere una casa non significa chiedere la carità: la casa è un diritto fondamentale per tutti.
Comitato per la casa – TrevisoVicolo Marco Polo 6 TrevisoTel e fax: 0422 403535; mail: invisibilitreviso@tin.it
lunedì 7 giugno 2010
Commissione sindacale , FDCA 13 giugno a Pesaro
LA LOTTA DI UNO E’ LA LOTTA DI TUTTILa manovra del governo, che si concretizza in pesanti tagli al lavoro dipendente, sia sul versante dei salari che nella riduzione/destrutturazione della copertura del welfare (spiccano i provvedimenti ai danni delle donne, delle pensioni di vecchiaia e di anzianità, dei precari della scuola), ha sia sul versante della stretta attualità che in prospettiva reso inattuale e sbagliate le conclusioni imposte dalla maggioranza al 16°congresso CGIL.
I tagli,che non saranno gli ultimi, sono centrati su un pesante attacco che non ha precedenti alle lavoratrici/ori del Pubblico Impiego, che si allinea con la riduzione programmata dei salari nel settore privato e alla soppressione dei contratti nazionali.
Occorre aggiungere alla manovra la cancellazione dei diritti e delle tutele, in fase avanzata e i processi ristrutturativi/riorganizzativi che ne applicano nei fatti la cancellazione e hanno come fine la complicità del sindacato fuori e dentro i luoghi di lavoro, pena le sanzioni e l’ espulsione per chi non si adegua
L’attuale gruppo dirigente CGIL rafforzato dalle ultime nomine (quattro) in segreteria nazionale e dalla modifica in senso restrittivo dello statuto che centralizza le decisioni al Comitato Direttivo Nazionale, dimostra ancora una volta la sua incapacità nell’ affrontare un passaggio fondamentale che mette in forse l’esistenza stessa della forma sindacato.
La dinamica congressuale stessa ha messo a nudo la realtà della confederazione che risulta balcanizzata, la volontà della maggioranza di non discutere della linea sindacale, la netta contrapposizione alla FIOM .
I due punti: rientro nell’accordo sulle regole contrattuali e la ricerca dell’unità con CISL e UIL condannano la CGIL ad un ruolo subalterno agli altri 2 sindacati e alla Confindustria.
La durezza della fase economica (sono le lavoratrici/ori che pagano) e la realtà sociale che si delinea non danno tregua; queste posizioni assunte dalla CGIL vengono messe in discussione dalla neccessità che le lavoratrici/ori hanno e avranno di rispondere a questo attacco alle loro condizioni di vita.La vicenda di Pomigliano riassume nel particolare il tutto; la FIAT pretende non solo un utilizzo degli impianti dove la saturazione e quindi lo sfruttamento dei lavoratori ha pochi riscontri come intensità e drammaticità, ma oltre a togliere di mezzo tutta la contrattazione esistente tenta di negare, per accordo, la possibilità che la si possa realizzare in futuro eliminando il diritto dei lavoratori a organizzarsi e lottare nel luogo di lavoro.
La mozione2 in CGIL si costituisce in area programmatica entro l’8 luglio verrà preceduta da riunioni nei territori.Risulta importante per i militanti e simpatizzanti FdCA, presenti in CGIL, assumere un ruolo attivo nella costruzione dell’area, essendo questa l’unica possibilità per dare il nostro contributo e avere visibilità in CGIL.
La nascita dell’USB il 22 maggio a Roma rappresenta un passo verso la semplificazione del panorama del sindacalismo di base in Italia, ma non sembra poter contribuire alla risoluzione dei vecchi problemi che affliggono la galassia del sindacalismo di base italiano fin dalla sua origine, risalente ormai a quasi 25 anni fa.Sul percorso che ha portato alla nascita dell’USB giacciono le spoglie del precedente cosiddetto “patto di base” siglato da RdB/CUB, Confederazione Cobas e SdL ed i veleni provocati dalla divisione tra RdB e CUB, precedentemente confederati.e che rappresentavano almeno l’80% degli iscritti dell’area di base. All’interno del pernicioso e verticistico meccanismo di scomposizione e ricomposizione che affligge il sindacalismo di base da decenni, la nascita dell’USB porta con sé alcune novità quali la divisione del sindacato in due macroaree: privato e pubblico, gestite da esecutivi e non da coordinatori, ed inoltre un segnale incoraggiante soprattutto a livello dei territori, ove più aspro è lo scontro di classe in atto.Ma, per un’unione che nasce, tante divisioni e tanti problemi permangono: quello del perdurare dell’errore di indizione di scioperi separati, della concorrenza fra tutte le sigle del sindacalismo di base, del prezzo che si trova a pagare in questa situazione il sindacalismo libertario storicamente fautore dell’unità dei lavoratori, prima ancora delle sigle. Ma proprio in questa fase cruciale il sindacalismo di base è chiamato a superare la sua recidiva incapacità a saper trovare una soluzione di coordinamento stabile, se non di federalismo, per poter ambire a porsi come punto di riferimento, sia nei confronti dei lavoratori, dei precari e degli immigrati, sia nei confronti della minoranza interna alla CGIL.L’unità e l’organizzazione di classe dal basso è il nostro fine costante, le sigle sindacali sono solo il mezzo per raggiungerla. A questo sono chiamati l’USB, la CUB, il sindacalismo libertario, per questo si impegnano gli attivisti sindacali della FdCA, nei sindacati in cui sono iscritti.Per questo sosteniamo tutti gli scioperi e le manifestazioni indette nel mese di giugno, e ci adopereremo dove possibile perché gli sciopero generali di CGIL e CUB del 25 giugno possano fondersi in un’unica grande dimostrazione di iniziativa per l’unità del movimen lavoratori/trici.
Commissione Sindacale FdCA, Pesaro, 13 giugno 2010
10 giugno Treviso , le ragioni del referendum sulla ri-pubblicazione dell'acqua
presso La Loggia dei Cavallieri , via martiri della libertà (vicino piazza dei Signori)
il coordinamento trevigiano del Forum Italiano dei movimenti per L'acqua
organizza
"LE RAGIONI DEL REFENDUM CONTRO LA PRIVATIZAZIONE DELL'ACQUA"
intervengono
UGO MATTEI giurista e co-estensore quesiti referendari
VALTER BONAN coordinatore veneto del forum movimenti per l'acqua
ERIBERTO EULISSE direttore del centro internazionale civiltà dell'acqua
OSCAR MANCINI cgil regionale
coordina
MONICA TIENGO per il comitato trevigiano del forum dei movimenti per l'acqua
L'ACQUA NON SI VENDE!!!!!!!!
giovedì 3 giugno 2010
CHIAPAS AL FEMMINILE
I Malfattori e Coordinadora presentano
CHIAPAS AL FEMMINILE
i movimenti di lotta e i diritti umani nello stato del Chiapas
Serata di informazione con Odilia Lopez Alvaro, avvocato del Centro Diritti della Donna, San Cristobal, Chiapas
Durante la serata interverranno membri di COORDINADORA, coordinamento di sostegno alla lotta zapatista in Chiapas, che illustreranno i progetti sviluppati nelle comunità indigene in resistenza
A seguire proiezione video sul Chiapas
Per info: federico 347 6415888
imalfattori@libero.it
Possibilità di parcheggio di fianco alla chiesa e si sale a piedi!
ARANEA IN SOLIDARIETA' DELLA "GAZA FREEDOM FLOTTILA" A PADOVA
PRESIDIO CONTRO IL TERRORISMO DELLO STATO ISRAELIANO A CONEGLIANO (TV)
Indice un presidio alla scalinata degli alpini oggi (01 giugno)alle ore 19.00 di protesta contro l'attacco dell'esercito israeliano al convoglio umanitario di navi dirette a Gaza (Palestina). L'attacco militare ha provocato molti morti tra i pacifisti. Le navi e gli equipaggi sono sotto sequestro in un porto interdetto ai giornalisti. Tutti sono invitati a una massiccia mobilitazione e a diffondere il più largamente possibile l'invito alla partecipazione al presidio, al quale aderiscono molte organizzazioni pacifiste, sindacali, partitiche e della società civile.