ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

giovedì 29 ottobre 2009

PER UNA SCUOLA PUBBLICA DI LIBERTà E LAITà SENZA STECCATI RELIGIOSI !

Insospettabili politici di destra hanno lanciato l'idea dell'introduzione dell'ora di religione musulmana all'interno delle scuole pubbliche, facendo sorgere un dibattito fondato sul nulla, tanti e complessi sono i passaggi necessari per giungere ad una situazione come quella di cui gode attualmente l'ora di religione cattolica.
Ma se tanti e complessi sono tali passaggi (necessità di un'intesa con la confessione islamica, definizione dei contenuti didattici, individuazione e formazione dei docenti, legiferazione parlamentare, ecc.), qual è allora lo scopo recondito di questa operazione di apparente "liberalizzazione" dell'ora di religione?
In realtà si tratta di una manovra che dovrebbe consentire di procedere al rafforzamento della presenza -già solidissima- della chiesa cattolica all'interno della scuola, mano a mano che questa perde la sua natura di istituzione per darsi quella di servizio pubblico e al tempo stesso muta il suo ruolo di luogo di formazione di coscienze libere e laiche per quello di luogo di formazione di identità basate su appartenenze religiose, etniche, territoriali, e così via.
In una scuola pubblica che và in questa direzione, la presenza ed il ruolo di presidio della religione cattolica diventa dunque elemento decisivo di processi identitari che facciano piazza pulita della laicità e delle coscienze critiche.
I 136 milioni di euro per le scuole paritarie non bastano più. Occorre rafforzare presenza e ruolo della religione cattolica nella scuola pubblica, e questo per il ministro in carica e per le autorità vaticane significa due cose: procedere nella ridefinizione dello status degli insegnanti di religione cattolica da un lato e dello status dell'insegnamento stesso della religione cattolica (IRC), dall'altro.
Per poter garantire agli insegnanti di religione le stesse condizioni degli altri insegnanti (in buona sostanza il diritto di voto negli scrutini) si apre così la facile strada di una modifica dell'intesa Stato-Vaticano del 23 giugno 1990, laddove si recita che il voto dell'insegnante di religione cattolica "se determinante diviene un giudizio motivato", insieme ad una modifica dell'art.309 del Testo Unico n°297/1994 che consente allo Stato di poter liberamente decidere in fatto di valutazione del rendimento in religione cattolica. Percorso affatto impossibile, che porterebbe l'IRC all'equiparazione con le altre discipline, pur tra i mari burrascosi di una verifica di legittimità sul piano costituzionale ed a costo di inibire i diritti degli alunni che non si avvalgono dell'IRC, i quali verrebbero a trovarsi in una condizione di disparità. Va da sè che già oggi le attività alternative per coloro i quali non si avvalgono dell'IRC, non ricevono finanziamenti per retribuire i docenti eventualmente necessari.
L'altro passo necessario è quello della equiparazione dell'IRC alle altre discipline sul piano dello status culturale e scientifico. Può sembrare un paradosso, dato che - a differenza della altre discipline il cui status ed insegnamento sono liberi- l'IRC è oggi emanazione delle autorità religiose e da queste posti sotto controllo sia i contenuti didattici che la formazione e conformità dei docenti; eppure in una lettera alle conferenze episcopali del 5 maggio scorso, la Congregazione per l'educazione cattolica, ha rivendicato il carattere scientifico, persino laico, dell'insegnamento della religione cattolica e -al tempo stesso- si è premurata di avvertire che spetta alla conferenza episcopale emanare norme generali su questa materia ed ai vescovi quello di vigilare.
Non bisogna cadere quindi nella trappola offerta ai media dell'ora di islam, quanto prepararsi per affrontare quello che sarà probabilmente l'affondo decisivo dell'integralismo cattolico verso la scuola pubblica, pronto a demolire gli ultimi baluardi di laicità e di libertà di insegnamento che si frappongono al ritorno dell'autorità dei chierici in campo di scienza e di cultura. L'ora di islam, se mai si farà, sarà ben poco prezzo da pagare.
Tutte le forze laiche, libertarie, anticlericali, tutti gli oppositori di ogni integralismo e di ogni steccato religioso, tutti gli irriducibili ad ogni divisione della società fra appartenenze religiose, etniche, di sangue e di terra, sono chiamati perciò ancora una volta ad una nuova mobilitazione per la difesa della laicità. Una mobilitazione di carattere culturale, politico e sociale che attraversi le scuole, gli operatori della formazione, l'associazionismo di base e quello sindacale per una campagna di salvaguardia delle basi costitutive della scuola di tutti e di tutte; per un allargamento delle iniziative e delle proposte che favoriscano una società ed una scuola interculturali senza autorità religiose e senza dogmi, fondate sulla solidarietà reciproca e sul riconoscimento dell'essere donne e uomini liberi nelle scelte e nella lotta.
FdCA
ottobre 2009

Love music hate the fascism!!!!!

Pomeriggio antifascista con banchetto informativo dell'O.S.A. (operai studenti autorganizati) e concerto di :

SKAKKO MATTO (punk-rock)
LINEA DI CONFINE (hardcore-punk)
ACQUA SPORKA (street punk)
ARZRCAVALLI (hardcore)

Dalle ore 16 alle 20
presso il Parcheggio prato s.caterina BAssAno DEL GRAPPA (VI)

Il Bo.Ve. torna a scalciare...

E' tornato ! E' tornato !

Il celeberrimo comitato *Bo.Ve.*, il più amato dai veronesi di borgo ciodo, è tornato!!!

Il Bo.Ve. torna a scalciare

facciamogli festa

*DOMENICA 1 NOVEMBRE 2009*
dalle ore 10.00 alle ore 14.00
Giardini di p.zza Zagata - b.go S. Croce - Verona

*VOGLIA di mercato autogestito*

Sono invitat* tutt* per degustare prodotti della t/Terra, pane/vini/verdure/
conserve tutto autoprodotto e autocertificato, ascoltare musica, barattare i propri pr/o(g)getti, informare e resistere contro la crisi che vogliono farci pagare!!

Esposizione di idee
- per difenderci dall'aumento dei prezzi,
- per svincolarsi dalle grandi catene di distribuzione;
- per incontrare e conoscere piccoli produttori
- perche' la spesa sia un momento di incontro e socialità
- per tutto questo affidiamoci alla follia dei folli!!

baratto a-critico
aperitivo & pranzetto popolare piasarotto

Si svolge anche in caso di pioggia - Bus festivo 92 e 98

per info: veronainforme. noblogs.org // spazientiti@ autistici. org

Bo.Ve. Comitato di quartiere Borgo Venezia

venerdì 23 ottobre 2009

LE SCARPE DEI SUICIDI

al Prefabbrikato Pordenone

Via Pirandello, 22 - quartiere Villanova

GIOVEDI 29 OTTOBRE

alle 19.30 aperitivo + CENA
(su prenotazione http://it.mc258.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@zapatapn.org cell 3334866588)

ore 20.45
presentazione del libro

LE SCARPE DEI SUICIDI

ci sarà l’autore
Tobia Imperato
Il 5 marzo 1998 a Torino vengono arrestati tre anarchici che abitavano la Casa di Collegno. Lo squat viene chiuso dalle autorità. Contemporaneamente vengono attaccate altre due case occupate.
Edoardo Massari (Baleno) Maria Soledad Rosas (Sole) e Silvano Pelissero sono accusati dal PM Maurizio Laudi di essere gli autori di alcuni attentati, avvenuti in Val Susa, contro i primi cantieri del Treno ad Alta Velocità.
I tre arrestati si dichiarano estranei alle accuse avanzate nei loro confronti.
Immediatamente nasce un vasto movimento di protesta contro la montatura di giudici Ros e Digos, che si estende anche in altre città. Decine e decine di persone vengono intimidite, pestate, inquisite, denunciate, processate e condannate.
Televisioni e giornali, di destra e di sinistra scatenano una canea mediatica volta alla criminalizzazione dei posti occupati torinesi e degli occupanti. Gli squatter diventano il nuovo “mostro da debellare”.
Il 28 dello stesso mese Edoardo Massari muore impiccato nel carcere delle Vallette. L’11 luglio successivo muore nell’identico modo anche Soledad Rosas, lei pure in stato di detenzione.
Nel gennaio 1999 Silvano, unico sopravvissuto all’inchiesta di Laudi, è condannato a 6 anni e 10 mesi dal giudice Franco Giordana. Verrà liberato solo nel marzo 2002 dopo quattro anni di detenzione, in seguito alla sentenza della corte di cassazione che riconoscerà l’inconsistenza delle prove relative all’associazione eversiva (art. 270 bis).
Ora che gli abitanti della Val Susa sono “avvisati”, decolla il progetto del treno veloce. A contrastare i programmi ultramiliardari e altamente nocivi del potere, sono solo i pazzi ed i sovversivi. E finiscono male.
Seppelliti i morti, gli Assassini - premiati dallo Stato - vorrebbero dimenticare…
seguirà dibattito

a cura del Circolo Libertario E. Zapata

pedagogia libertaria , memorie e prospettive

24 ottobre , covegno/dibattito

La figura di Ferrer e la sua proposta di “Scuola Moderna” - L’educazione libertaria e la sua pratica sociale - La pedagogia Libertaria nel mondo dell’educazione contemporanea
Convegno/Dibattito su Ferrer e la Pedagogia Libertaria – in occasione del centenario dell’assassinio del noto pedago-gista libertario spagnolo – il 24 ottobre a Roma.
La figura di Ferrer, fucilato il 13 ottobre 1909, e la sua proposta di “Scuola Moderna”.
L’educazione libertaria e la sua pratica sociale dall’800 ad oggi.
La pedagogia Libertaria nel mondo dell’educazione contemporanea.

Organizzano il Dibattito come Comitato promotore l’USI SCUOLA, il SISA, l’USICONS, il Circolo Durruti. l’FdCA di Roma e il Lab. Sociale La Talpa, presso la sala Convegni della Città dell’Altra Economia – Campo Boario (ex Mattatoio – zona Testaccio) entrata a Largo Dino Frisullo (dopo il Macro)

La riflessione che vorremmo portare avanti con questo Convegno verte non solo a partire dalla storia ed esperienza personale del libertario Francisco Ferrer Y Guardia, ma anche su tutto ciò che l’ha favorita e sviluppata e che ne ha proseguito il cammino fino al giorno d’oggi.
L’aspetto principale che vogliamo evidenziare è la concezione antiautoritaria contrapposta al potere politico-sociale-religioso che ha sempre cercato di utilizzare ai suoi fini la scuola e l’istruzione in genere.
Ed è proprio a partire dal pensiero libero, dalla ragione umana e dalla scienza, dalla sperimentazione e dalla pratica che rappresentarono in Ferrer i presupposti, i motori del suo modello di educazione libertaria, attraverso le pratiche sociali e “culturali” della sua “scuola moderna”, che vogliamo fare un excursus storico della pedagogia libertaria e della sua pratica sociale nel suo ambito spazio temporale.
L’educazione libertaria, che in una fase storica attraversò anche il marxismo e con Reich ne denunciò il modello scolastico sovietico, è stata un presupposto importante anche delle lotte che dagli anni ’60 ad oggi hanno attraversato il mondo della scuola.
Per questo riteniamo importante un confronto su questi temi anche per vedere la pertinenza dell’educazione e della pedagogia libertaria nel mondo dell’educazione contemporanea e le sue possibili attualizzazioni.
Invitiamo su questo, compagni/e, docenti e ricercatori a partecipare, anche inviando propri contributi, al Convegno/dibattito del 24 ottobre come un primo momento di confronto e di riflessione anche per rilanciare il movimento della/nella scuola/università su un percorso che sappia coniugare bisogni ed obiettivi ad un possibile modello alternativo e libertario di istruzione.

Il Comitato Promotore – Largo Veratti 25 – 00146 Roma – fax 06/77201444

comunicato 73° consiglio dei delegati della F.d.C.A.

73° Consiglio dei Delegati della FdCA
Roma, 18 ottobre 2009
presso lo Spazio Sociale 100celle Aperte in Via delle Resede n. 5
Documento finale

Contrastare le derive autoritarie nella società
Mantenere e ricostruire spazi di resistenza e di solidarietà
Alimentare politiche libertarie e di classe nella lotta
Contro la distruzione delle libertà fondamentali, dei diritti sociali, dell'ambiente

La crisi economica scatenata dal capitalismo internazionale contro milioni di lavoratori e lavoratrici di tutto il mondo ha ormai superato la sua fase spettacolare - necessaria a costringere gli Stati del G8 a finanziare il sistema bancario internazionale piuttosto che arginare la disoccupazione e l'impoverimento delle classi sociali sfruttate - per passare alla fase più insidiosa che è quella del suo penetrare silenziosamente ma in profondità nel tessuto produttivo e sociale dei vari territori, seminando distruzioni di posti di lavoro, lasciando macerie di scarso valore.
Le lotte auto-organizzate di nuclei operai disposti ad azioni di grande sacrificio personale, come nel caso della INNSE, della LAMSE, della CHN, ed altre ancora, sono riuscite a salvare unità produttive e identità sociale altrimenti compromesse, ma non si sono tradotte in un movimento più ampio di risposta di classe alla crisi, fatta eccezione per gli scioperi generali indetti dalla FIOM per il 9 ottobre scorso e dal sindacalismo di base per il 23 ottobre.
Scioperi quanto mai necessari e carichi di reciprocità per gli obiettivi messi in campo, ed al tempo stesso carichi di interrogativi per le prospettive che attendono la FIOM dentro la CGIL a fronte di un accordo separato sulla contrattazione firmato inopinatamente da CISL-UIL-UGL, ma anche lo stesso sindacalismo di base a fronte delle incomode tensioni telluriche interne alla compagine più consistente, quella composta da RdB/CUB.
Il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici trova dunque in gruppi operai disposti a tutto e nelle sue organizzazioni di massa più conflittuali elementi di lotta e politiche di contrasto che inducono a sperare nella riorganizzazione della resistenza alla crisi, ma al tempo stesso si deve prendere atto di elementi di debolezza interna che potrebbero mettere a repentaglio la tenuta degli attivisti sindacali di base, prima ancora del ceto politico ai vertici.
Al tempo stesso, lo scontro politico interno al parlamento avviene oggi tra partiti fortemente ancorati alle scelte del capitalismo nostrano.
Il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici corre in questa situazione rischi molto gravi, poiché subisce da un lato l'influenza della propaganda culturale della destra razzista ed omofoba, che va ben oltre i seggi parlamentari tradizionalmente occupati e, dall'altro, ha perso o non ha più voluto una rappresentanza politica deludente sul piano dei risultati e della difesa appena istituzionale degli interessi di classe. Si tratta di una situazione di debolezza molto pericolosa, perché produce abbandono dell'impegno politico attivo tradizionalmente di sinistra oppure un parziale spostamento di tale impegno verso lidi populisti, facilmente reperibili sul mercato della politica istituzionale sia nella compagine di governo, come all'interno dell'opposizione.
Se pure il mese di ottobre stia mostrando forme di lotta e di mobilitazione, fra cui spiccano - oltre a quelle del precariato della scuola e del sindacalismo conflittuale - la manifestazione contro l'omofobia del 10 ottobre e quella antirazzista del 17 ottobre, su cui è avvenuta la convergenza di grandissima parte di organismi sociali, sindacali e politici di opposizione, occorre riconoscere che siamo immersi in una situazione di riduzione quantitativa degli attivisti sindacali di base e degli attivisti politici di base e di una perdita - senza un ricambio significativo - di attivisti impegnati nel ruolo di presidio, di coesione e di rilancio dell'azione politica.
Le sconfitte politiche e sindacali, le gerarchie di partito che si riproducono nello stesso partito o in scissioni di questo, il venir meno di un tessuto di opposizione nei singoli territori inducono fenomeni di demotivazione, di abbandono o di riposizionamento altrove e comunque distante da una politica di classe a democrazia di base.
Il ceto politico dirigente, partitico o sindacale che sia, ne esce comunque coerente con uno scenario in cui l'azione politica e sindacale funziona secondo impulsi, ancorché deboli e contraddittori, dall'alto verso il basso e non viceversa.
Per affrontare un attacco come quello che stiamo subendo a tutti i livelli, occorre invertire il senso dell'impulso alla mobilitazione; occorre riprendere senza indugi e senza ambiguità una politica di ricomposizione dell'unità di classe dal basso, una politica di federalismo delle lotte antagoniste nel territorio, una politica di difesa e ricostruzione di spazi di resistenza e solidarietà, in cui si pratichi la democrazia diretta e la convergenza delle pratiche antirazziste e anticapitaliste, antifasciste e contro la repressione in un progetto di alternativa sociale libertaria, senza sfruttamento e senza burocrazie di stato.

Consiglio dei DelegatiFederazione dei Comunisti Anarchici
18 ottobre 2009

giovedì 15 ottobre 2009

CONTRATTO METAL-MECCANICI , comunicato sindacale della f.d.c.a.

RESPINGERE IL CONTRATTO SEPARATO SUI METALMECCANICI
MOBILITAZIONE NELLE FABBRICHE PER IL REFERENDUM SULL'ACCORDO
SOSTENERE LE MANIFESTAZIONI DI BASE E GLI SCIOPERI AUTO-ORGANIZZATI
A solo 6 giorni dallo sciopero generale del 9 ottobre indetto dalla FIOM, partecipato in tutto il paese da centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno scioperato contro la crisi e contro le nuove regole sulla contrattazione definite in modo separato da CISL-UIL-UGL con Confindustria, la risposta di Federmeccanica insieme a CISL e UIL ha tutte le caratteristiche di una serrata padronal-sindacale che ha tre obiettivi precisi
- stroncare il rinnovato protagonismo della classe operaia insieme ad una delle sue organizzazioni attualmente più conflittuale e rappresentativa
- sancire una volta di più che i costi della crisi vanno scaricati sui salari, sui posti di lavoro, sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici
- dare inizio allo smantellamento del contratto nazionale di categoria a partire dal settore più combattivo e resistente
L’intesa prevede un aumento retributivo medio di 112 euro, equivalente a 110 euro per il quinto livello. La prima tranche dell’aumento sarà in busta paga da gennaio 2010 e sarà di 28 euro, la seconda sarà di 40 euro dal 2011 e la terza di 42 euro nel 2012. Si tratta di mance, cifre molto più vicine alle proposte di Federmeccanica che a quelle sindacali. Infatti, come avevano chiesto le imprese, la prima tranche degli aumenti retributivi sarà più leggera rispetto alle successive due. Non solo, ma se dal 2010 sono previsti 28 euro al quinto livello, questo significa che al terzo livello l'aumento sarà di 15-16 euro netti.
Ai circa un milione e 300mila lavoratori metalmeccanici saranno corrisposti ulteriori 15 euro mensili dal primo gennaio 2011 come elemento di perequazione per chi non ha la contrattazione integrativa. Che abbuffata!!
Nonostante i sindacati metalmeccanici di CISL e UIL rappresentino solo una minoranza della cetegoria, hanno forzato la situazione con l'appoggio delle rispettive confederazioni, con una scelta che fa scempio della democrazia sindacale, che lacera l'unità dei lavoratori offrendo pochi e maledetti euro subito, che sancisce la avvenuta fusione di interessi tra parte padronale e quella parte sindacale che si fa agenzia di controllo territoriale della forza lavoro. Un controllo che si esercita tra contrattazione ed enti bilaterali, tra fondi di sostegno al reddito e collaborazione per l'aumento della produttività, con rinuncia ad ogni tutela contro la precarietà e la flessibilità.
Il plauso del ministro del lavoro completa il triangolo degli interessi padronali, governativi e sindacal-collaborazionisti: svuotare il CCNL di ogni significato di solidarietà, di unità, di democrazia, distruggendo le basi stesse dell'organizzazione di classe nei posti di lavoro e nel territorio.
In questi giorni occorrerà sostenere tutte le forme di democrazia di base dei lavoratori/trici nelle fabbriche, che esprimano dissenso, contestazione e volontà di respingimento di un accordo firmato sopra le loro teste.
Occorrerà costruire le condizioni per una consultazione referendaria, anche auto-organizzata, che sposti i rapporti di forza, sottraendo consenso ed appoggio ai sindacati firmatari, riacquistando protagonismo ed autorevolezza nella contrattazione, azienda per azienda.
E' in gioco il futuro della democrazia nel mondo del lavoro, è in pericolo l'esistenza della classe lavoratrice con la sua autonomia ed il suo progetto di una società più eguale e più libera, più solidale e più partecipativa.
I comunisti anarchici saranno come sempre in prima fila nella difesa degli interessi dei lavoratori/trici e nel sostenere una prassi sindacale conflittuale e libertaria.
FdCA - Commissione Sindacale
16 ottobre 2009

e brindiamolo, sto L'ombroso

È uscito il nono numero, un numero futuribile.Sul blog lo puoi visionare qui.
Sarà presentato in anteprima venerdì 16 ottobre, in quel del circolo Kroen a Villafranca, in occasione del Circo delle croste, il primo talent shock inaudito e inaumano.
Non potevamo scegliere un modo migliore per festeggiare il secondo compleanno de L'ombroso.
Sul palco si esibiranno in numeri funambolici artistoidi di diversa foggia, età e paese di provenienza, tutte e tutti con evidenti problemi che però quella sera si lasceranno alla spalle per dare vita ad una ricca parata di freaks.Il selezionatissimo pubblico, sovrano e invasato, decreterà la caduta nella polvere o l'ascesa tra gli astri del firmamento di Villafranca.
Le starlettes verranno impietosamente giudicate per acclamazione popolana con lancio di oggetti (tra cui mutande, giarrettiere e reggiseni, portatene copiosi da casa!) e urla, misurate attraverso la mirabolante tecnologia dell'esclusivo marchingegno brevettato, il Sigometro®, uscito fresco fresco dai laboratori Ricerca&Innovazione de L'ombroso.
A seguire, gli astanti e le astante verranno invitati al ballo frenetico e indiavolato accompagnati dalle frissanti note dell'Osteria Popolare Berica, reduci dal successo del loro cinghial power tour, è vero.
Non manchino, venghino venghino.Festeggeremo il secondo compleanno de L'ombroso.Poi, come al solito, l'irriverente giornaletto verrà distribuito nelle migliori mesticherie e profumerie.

lombroso.noblogs.org

lunedì 12 ottobre 2009

G8 di Genova, incredibile sentenza-vendetta in appello contro i dieci manifestanti

Roma, 9 ottobre 2009. E' difficile non essere d'accordo con Haidi Giuliani Gaggio - madre di Carlo Giuliani, il giovane attivista assassinato durante gli scontri del G8 di Genova del 2001 - che ha commentato così la sentenza d'appello del processo a 25 manifestanti, accusati di devastazione e saccheggio: "Sono senza parole. Questa non è una sentenza è una vendetta". La condanna è stata confermata per undici dei 25 manifestanti. I giudici hanno dichiarato 15 tra prescrizioni e assoluzioni. Gli imputati accusati di devastazione e saccheggio si sono visti aumentare in misura abnorme le pene: Francesco Puglisi da 10 anni e 6 mesi a 15 anni; Vincenzo Vecchi da 10 anni e 6 mesi a 13 anni; Marina Cugnaschi da 11 anni a 12 anni e tre mesi; Alberto Funaro da 9 anni a dieci anni; Carlo Arculeo da 7 anni e 6 mesi a 8 anni; Luca Finotti da 10 anni a 10 anni e 9 mesi; Antonino Valguarnera da 7 anni e 8 mesi a 8 anni; Carlo Cuccomarino da 7 anni e 10 mesi a otto anni; Dario Ursino da 6 anni e 6 mesi a 7 anni; Ines Morasca da 6 anni a 6 anni e 6 mesi. Confermata la condanna a cinque anni per Massimiliano Monai, conosciuto come "l'uomo della trave" dopo essere stato fotografato nel corso dell'assalto al defender dei carabinieri, cui partecipò anche Carlo Giuliani. I legali degli imputati hanno accolto la sentenza con vero sconcerto: "Una sentenza incredibile. Sono pene che non si infliggono neanche agli assassini. E se questi ragazzi hanno commesso qualche reato, è stato contro delle cose, degli oggetti. Non delle persone. Si era capito, dopo le recenti sentenze, che da queste parti tirava una brutta aria: ma qui ci sono imputati che hanno preso più di dieci anni per aver mandato in frantumi una vetrina e basta". Non solo, aggiungiamo noi, perché gli atti dei manifestanti sono stati compiuti in un clima di terrore e nell'àmbito di oscure strategie della tensione, con la partecipazione di forze "al di fuori e al di sopra delle Istituzioni". La sentenza, atroce nella sua iniquità, è un'altra pagina triste che entra a far parte del Dossier G8 di Genova, una decisione che appoggia e premia incondizionatamente una "gestione dissennata, anticostituzionale e antidemocratica dell'ordine pubblico," come Haidi Giuliani definì correttamente - qualche tempo fa l'uso della forza pubblica durante la "notte cilena" e in molti altri frangenti, quando il potere costituito si trova di fronte moti di protesta civile o situazioni di grave disagio sociale.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 334 8429527 :: +39 331 3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyongroup.com

LO SCIACALLAGGIO S’E’ FERMATO A TIEZZO

Sabato 3 ottobe a Tiezzo si doveva mettere in scena l’affondo plebisicitario di destra e razzisti sul cadavere di Sanaa. Tutto il centrodestra e la Lega mobilitati con i massimi esponenti provinciali (da Ciriani a Bortolotti) e addirittura la parlamentare ad hoc (la marocchina eletta nel PDL) hanno chiamato alla manifestazione contro il fondamentalismo che uccide, cioè contro l’Islam cioè contro gli immigrati arabi cioè contro tutti gli immigrati, perché il crescendo di leggi razziste e l’istigazione alla xenofobia sono pane quotidiano per questi patrioti della cristianità. E chi meglio di un’associazione che si chiama “valori e tradizioni” (ci rendiamo conto?) poteva organizzare una vergognosa caccia alle streghe come quella di sabato sera? Mancava solo il rogo è la giutizia di questi signori si sarebbe compiuta.
Ma sabato è stato un clamoroso flop, meno di duecento persone per il Messaggero e circa 100 per il Gazzettino, questi i numeri di una chiamatra alle armi che ha usato la cronoca locale a piene pagine per una settimana e i collegamenti televisivi nazionali come Porta a Porta per “pubblicizzare” l’impietosa fiaccolata e tutto questo raccimolando 100/200 persone. Praticamente tutta la provincia è rimasta a casa o è andata altrove e ne siamo contenti. Perché evidentemente al peggio, almeno in questo caso, s’è data una fine e la gran parte della gente non s’è le sentita di sciacallare la vita perduta di una ragazza e il dolore di quanti le volevano bene. A questo la maggioranza non s’è prestata.
Prima di concludere l’intervento vorremmo essere chiari: quanto successo a Montereale è un abominio, il padre ha commesso un atto bestiale e non ci sono ne ci possono essere alcune giutificazioni. Così come crediamo che le religioni tutte, compresa quella isalmica, covino sempre, seppur in modo subdolo, gli istinti peggiori relegando la donna a proprietà maschile o tutt’al più ad una sua costola, un complemento. Quest’aberrazione è leggibile ed inequivocabile in ogni bibbia (ebraica, cristiana e coranica) e non basta l’appello alla modernità dell’una o dell’altra chiesa a stemperarne il profondo abuso culturale che le sott’intende. S’è questi istinti sono sopiti si deve proprio al relativismo il “grande male” a cui il papa non smette di addittare le sciagure dei nostri tempi. Altro che valori, altro che tradizioni.
Negli ultimi mesi decine e decine sono state le mogli, fidanzate e conviventi uccise e massacrate, a volte addirittura con i figli come ulteriori pezzi della propietà, da mariti, compagni e conviventi. Tutti italiani, nella gran parte dei casi si tratta di ex poliziotti o guardie giurate o addirittura ancora in servizio e ad ogni modo la casistica riguarda in misura eclatante militari e affini. Le statistiche parlano chiaro, solo 5 anni fa in 3 settimane chi si ricorda la tragedia di 11 persone tra donne e bambini uccisi nel mese di agosto? Erano italiani? Si. Erano cristiani? Si. Ma la domanda è: erano maschi? Si. E’ il vero volto di queste bestialità, la cultura dominante che considera la “femmina” come uso e sfogo delle frustrazioni maschili sia mercificandole sia annichilendole se non addirittura uccidendole, si chiama “femminicidio” come il libro di Barbara Spinelli che bene ne riassume il quadro reale nel nostro paese.
E allora dopo la vomitevole parata di sabato è il caso di rispettare e ricordare Sanaa andando tutti alla radice del problema e affrontando culturalmente e praticamente, senza distinzioni artificiose tra autoctoni e migranti, il problema della libertà di sradicare i legami proprietari nei confronti dei corpi delle donne ma soprattutto dai ruoli stabiliti dalle famiglie, dalle comunità, dalle religioni e dallo stato.
In una società libertaria e solidale Sanaa sarebbe stata viva e libera come lo sarebbero state tutte quelle donne italiane vittime di uomini italiani e che oggi non hanno più nomi e cognomi perché sono statistiche inutili per le crociate antimmigrato. Che si vergognino questi imbonitori è dir poco ma di fronte all’enesima pietà negata non ci viene null’altro da dirgli.

Iniziativa Libertaria

giovedì 8 ottobre 2009

Verona libera - Assedio culturale contro Casa Pound

Io non ho pauraBasta aggressioni, Casa Pound va chiusa!Da Napoli e a Verona continuano le aggressioni fasciste ai danni degli studenti.Mercoledì 7, alle 8 del mattino un gruppo di attivisti di Casa Pound e del Blocco studentesco, note organizzazioni di stampo neo-fascista e squadrista, ha aggredito a calci e pugni, davanti al Maffei, uno studente appartenente al Collettivo Studentesco e al collettivo Metropolis.Il ben noto coordinatore regionale del Blocco, Marcello Ruffo, accompagnato da altri due esponenti del movimento, volantinavano davanti all’istituto. Alla vista del ragazzo e riconosciuto come attivista del Collettivo Studentesco, dopo averlo provocato verbalmente a causa del suo dichiarato antifascismo e antirazzismo, l’hanno preso a calci e pugni. Tutto ciò in risposta al suo appallottolare e gettare verso di essi uno dei volantini da loro distribuiti.Come studenti, riteniamo che la loro reazione ad un gesto puramente simbolico di dissenso dal contenuto del volantino, sia esagerata e intollerabile, nonché di legittimazione della violenza fisica come forma di soppressione della libera espressione di idee.L'aggressione avviene il giorno dopo un’iniziativa degli studenti antifascisti in Provincia con la quale hanno denunciato le collusioni tra Istituzioni e fascisti di Casa Pound, in seguito alla conferma di partecipazione ad un dibattito pubblico sabato 10 ottobre nella sede di Blocco Studentesco dell’assessore provinciale all'istruzione Luciani e dell'assessore regionale Donazzan.Non c'era bisogno di quest'ennesima aggressione per sapere che dietro i patetici tentativi di mostrarsi nuovi, da parte di quelli che si autodefiniscono "fascisti del terzo millennio", ci sono solo e sempre picchiatori fascisti che continuano impunemente ad aggredire gli studenti davanti alle scuole come è successo a Napoli solo l'altro giorno.Chiediamo la chiusura immediata di Casa Pound e di tutti i covi neo-fascisti.Diffidiamo gli Assessori e tutte le Istituzioni dal partecipare all’assemblea di sabato 10 a Casa Pound e a qualsiasi altra iniziativa futura.Ci auguriamo che il fatto non venga definita “ragazzata”, come già precedentemente accaduto, ma anzi che avvenga da tutte le forze politiche una chiara e ferma presa di posizione contro pratiche squadriste e di stampo dichiaratamente fascista.Invitiamo tutti i cittadini, associazioni, collettivi che si riconoscano nei valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo e che sognano una città libera, aperta e solidale ad unPresidio in Largo Caldera (Valverde)Sabato 10 ottobre - ore 15

Studenti antifascisti

Verona - Casa Pound aggredisce studente davanti al Maffei

Questa mattina alle 8 un gruppo di fascisti di Casa Pound e del Blocco studentesco ha aggredito davanti al Maffei un attivista del collettivo metropolis e dei collettivi studenteschi.L'aggressione avviene il giorno dopo l'iniziativa degli studenti antifascisti in Provincia con la quale hanno denunciato le collusioni tra Istituzioni e fascisti di Casa Pound. L'assessore provinciale all'istruzione Luciani, infatti, insieme all'assessore regionale Donazzan, ha accettato di partecipare ad un dibattito pubblico con gli squadristi di Casa Pound.Non c'era bisogno di quest'ennesima aggressione per sapere che dietro i patetici tentativi di mostrarsi nuovi, da parte di quelli che si autodefiniscono "fascisti del terzo millennio", ci sono solo e sempre fascisti.E siamo sicuri che personaggi come Luciani non faranno una piega dopo l'episodio di violenza che li vede coinvolti accaduta questa mattina.Se per le Istituzioni Casa Pound è un interlocutore come un altro (o, come a Verona, privilegiato), per gli antifascisti le parole stanno a zero: Casa Pound va chiusa.
A breve verrà convocata una conferenza stampa per denunciare il fatto, la connivenza dei politici con i fascisti di Casa Pound e Blocco, e per ricordare le minacce e le intimdazioni già recapitate qualche mese fa al metropolis café ("ragazzate" furono definite allora) e che non sono evidentemente bastate a scoraggiare chi, dall'interno del sistema politico, continua ad accreditare politicamente i fascisti.

Collettivo Metropolis

mercoledì 7 ottobre 2009

SCIOPERO VENERDI 9 OTTOBRE , LA FIOM SI MOBILITA

Molti sono i corvi che, anche in Cgil, si augurano che lo sciopero nazionale della Fiom indetto per Venerdì 9 ottobre 2009, con cortei e manifestazioni in 5 grandi città italiane, fallisca.
I rischi oggettivamente ci sono. Una Fiom sconfitta e isolata, sarebbe una sciagura per tutti noi lavoratori, in primis per tutti coloro che hanno già deciso (o devono decidere) da che parte stare nel prossimo congresso Cgil.
Per questo tutti i compagni e le compagne venerdì devono essere numerosissimi a fianco dei metalmeccanici a Milano,
perché la loro battaglia contro l’accordo separato è la nostra battaglia.

I riferimenti logistici e organizzativi per la partecipazione e la raccolta nominativi per la prenotazione dei pullman saranno le strutture stesse della Fiom Cgil di Treviso e Conegliano.
Per le adesioni telefoniche i riferimenti sono:
per partenza da Treviso Stazione, Candido Omiciuolo 348.5279283;
per partenza da Conegliano parcheggio Coop, Manuela Marcon 346.0049901.
Rientro previsto ore 19.00

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)