ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

giovedì 16 dicembre 2010

Landini a Ponzano , 17 dicembre

PARLIAMO CANTIAMO ASCOLTIAMO

La Fabbrica degli Aquiloni di Treviso invita lavoratori, studenti, cittadini

Ponzano Veneto Salone Parrocchiale (g.c.) dietro la Chiesa di Paderno
a partire dalle h 18.30

La democrazia e il lavoro. Precarietà e nuova contrattazione
Storie di quotidiana precarietà

Parteciperanno:

Don Albino Bizzotto
Pres. Ass. Beati costruttori di pace

Maurizio Landini
Segretario Nazionale della FIOM

h 21.30 Parole e Musica- Concerto: Lello Voce (poeta)
Luca Bassanese

Per tutto il tempo della manifestazione saranno in funzione bar e cucina.Scuola


Perchè Gli aquiloni?

Perchè volano. Volano come le idee, i sogni, le speranze di donne e uomini, giovani e adulti, che insieme condividono, insieme progettano e insieme costruiscono. La Fabbirca degli Aquiloni è lo spazio comune dove queste idee possono nascere e decollare, o fare da filo conduttore per altre idee e per aquiloni più grandi. Noi siamo lo spazio per una politica diversa, nuova, che permetta la nascita e la crescita di buone pratiche fatte di discussione ed elaborazione democratica e partecipativa. Vogliamo dialogare e ragionare, criticare e proporre, sognare e fare. Vogliamo ridare alla politica la sua dimensione sociale nel senso più immediato del termine, quella dimensione popolata da persone che non solo condividono le idee, ma per prima cosa condividono se stesse, che si mettono a disposizione di una comunità non solo come portatori di opinioni ma come protagonisti di una realtà migliore.

venerdì 10 dicembre 2010

UNITI CONTRO LA CRISI - Treviso

Una crisi che si traduce in una messa in discussione del tradizionale bipartitismo. Il segnale è che a partire dalle lotte sociali e da una lotta intransigente contro i piani d’austerità e le politiche antipopolari che si può rafforzare e far crescere la sinistra di alternativa, comunista e di classe. Rompere questo dispositivo di potere (“delega” e “rappresentanza”) evitando di essere ancora sudditi, vuol dire farsi carico in prima persona dell'agire politico e sviluppare non solo pensiero, ma anche pratiche di liberazione. La precondizione è costituire un “luogo politico” - Comitato popolare– che nel territorio accolga, spogliati di ogni appartenenza partitica, sindacale, associativa, ogni individuo, ogni sincera compagna, ogni onesto compagno, disponibili tutte e tutti a proporre, organizzare e lavorare per un sistema che dal basso possa affrontare e risolvere i problemi della cittadinanza conferendo autonomia e responsabilità politico-amministrativa nuove ad ambiti istituzionali socio-territorialialmente “partecipati”, imponendo socialmente l'agenda politica. Ad esempio, la zona sx piave, è lo scenario entro il quale muoverci a fronte d'una socialità atonomisticamente frammentata e zone specializzate per funzioni. Costruire un comitato per il superamento della crisi per ogni ambito territoriale può significare costruire un propria capacita di ricomporre politicamente il territorio aggredendone i santuari del potere che da questa parcellizzazione trae beneficio. Sottrarsi ad ogni gioco politico eterodiretto dai “soliti noti” e vivere politicamente ed esclusivamente nello spazio/tempo della comunità in cui si riesce a giocare la propria dimensione popolare delle forme di vita, esigendo “beni comuni” in ogni città del territorio d'appartenenza . . . . E’ necessario porre al centro del confronto politico e sociale le ragioni dei lavoratori/ci, dei precari, dei disoccupati, della sanità, della scuola pubblica, attorno ad una piattaforma di lotta che unifichi tutti gli sfruttate/i in una lotta vera, continuativa, radicale, capace di capovolgere i rapporti di forza e di aprire la via di una vera alternativa. La grande manifestazione operaia del 16 Ottobre, le lotte di resistenza in centinaia di aziende, le mobilitazioni nella scuola e nell’università rivelano le potenzialità di una larga condivisione contro il sistema degli industriali, dei banchieri, dei loro partiti, dei loro governi. Ma c’è bisogno di una sinistra, che abbia il coraggio di battersi contro questo sistema e di favorire una socialità altra

14 dicembre a Roma, proposto da uniti contro la crisi, da treviso il pullman per andare è in tarda serata del 13. Prezzo a persona circa 15-18 euro. Poi se ci sono studenti-disoccupati si vedrà di fare dei prezzi politici.

Sarebbe bello riuscire a portare operai licenziati, in cassaintegrazione, insieme a studenti e precari. Per informazioni chiamare fabio 3493242428



lunedì 6 dicembre 2010

"Il Leone del Deserto" , a Santa Lucia di Piave (TV) , giovedi 9 dicembre

Giovedi 9 dicembre ore 20 e 30

proiezione di FILM storico (il leone del deserto) , sull'occupazione italiana della Libia , un crimine di guerra poco conosciuto
presso il centro sociale comunale "Messina" via Foresto

Iniziativa promosa da realtà associate all'ANPI

seguirà dibattito con storico Daniele Ceschin

martedì 30 novembre 2010

Insieme agli studenti in lotta per un'università di tutti

La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico che sono in grave sofferenza a causa della crisi e delle scelte di questo governo. Sono anni che l'Università vive una emorragia di risorse e di personale, un decennio di riforme ha depotenziato il sistema universitario a favore di logiche liberiste e di precarizzazione del lavoro dei ricercatori e docenti, a discapito della didattica e della ricerca.

In questi anni da parte di docenti, ricercatori, precari, personale amministrativo, studenti non si è verificata una risposta unitaria. Oggi, però, alla vigilia dell'approvazione della legge di sistema sull'Università che definisce in modo totale il declino e il totale asservimento della libertà dell'Università alle logiche del capitale, gli studenti hanno deciso di riprendere la lotta.

Leggi tutto... http://www.fdca.it/analisi/universita.htm

mercoledì 24 novembre 2010

30 novembre , a conegliano "il regime dei padroni" di giorgio cremaschi

l Comitato per il Superamento della crisi di Conegliano
invita la cittadinanza alla presentazione del libro

IL REGIME DEI PADRONI
di Giorgio CREMASCHI

martedì 30 novembre ore 21.00
AUDITORIUM DINA ORSI via Einaudi 136
CONEGLIANO


ne discutiamo con
Giorgio Cremaschi (FIOM-CGIL)
Sergio Zulian (Unione Sindacale di Base)Said Chaibi (Associazione la nostra generazione)Gaia Righetto (Studentessa)

martedì 23 novembre 2010

27 novembre all'Ateneo degli imperfetti di marghera

SABATO 27 NOVEMBRE 2010

ore 17,30

Ateneo degli Imperfetti

Via Bottenigo 209 / Marghera VE

non mancate all'appuntamento!

zingari e non zingari

una uguaglianza scomoda. Esperienze

conversazione con

Silvia Vanini

Pierangelo Bertoli

Piero Brunello

venerdi 26 novembre iniziativa a bassano del grappa

* VENERDI 26 NOVEMBRE ORE 20.30 – SALETTA BELLAVITIS, via Beata Giovanna, BASSANO DEL GRAPPA

“IL COLONIALISMO ITALIANO: TRA VIOLENZE E RAZZISMO


La politica coloniale italiana è una pagina vergognosa della storia a lungo passata sotto silenzio.
È comune l’idea che in Libia, Somalia, Eritrea ed Etiopia si siano costruite strade, ponti e acquedotti portando la civiltà alle “razze inferiori”. Non fu così. Gli italiani si macchiarono dei più terribili crimini.
Le imprese coloniali della borghesia italiana, liberale prima e fascista poi, ebbero violenti riflessi nella politica interna e acuirono i contrasti fra le classi sociali.
Ancora oggi l’Italia è presente militarmente con diverse migliaia di soldati in paesi esteri, seguendo una logica di “missione di pace” che altro non è che una variante di imperialismo, mascherato da velleità umanitarie. Se prima e durante il ventennio si portava la “civiltà”, oggi si pretende di portare la “democrazia”, ma ci rimettono sempre le classi proletarie dell’uno e dell’altro paese.


Relatore: Gianluca Gabrielli, storico e membro del C.e.s.p. - Centro Studi per la Scuola Pubblica


Sarà presente anche la mostra “Insegnare il razzismo: la storia della scuola italiana e l’immagine dell’Altro”


organizza la serata: ASSEMBLEA ANTIFASCISTA BASSANESE

giovedì 18 novembre 2010

17 giorni di coraggio a Brescia

Brescia - Dopo 17 giorni i migranti sono scesi dalla gru! Ora tocca a noi

L’assemblea anti-razzista di Milano: ora mobilitiamoci ovunque. Intanto arriva la notizia dell’espulsione dei migranti catturati l’8 novembre

Sono scesi. Dopo 17 giorni di coraggio, lì, sospesi ad oltre 30 metri di altezza per la dignità di un permesso di soggiorno, hanno raggiunto il presidio di solidarietà che ha seguito notte e giorno i loro piccoli e precari spostamenti.

Ma nessuno osi dirci che quella discesa è una resa, nessuno provi a convincerci che lottare debba significare logoramento e disperazione.
Ora il compito è di tutti noi, perchè questi 17 giorni di Brescia non cadano nel vuoto consapevoli che ARUN, RACHID, JIMI, SAJAD, già molto hanno fatto, restituendo dignità e respiro alla battaglia per i diritti dei migranti che fino a poche settimane fa sembrava impossibile.

Un appello alla mobilitazione, che facciamo nostro, è arrivato anche dall’assemblea anti-razzista di domenica 14 novedmbre a Milano: mobilitiamoci in ogni città!





La cronaca da Brescia (Radio Onda D’Urto)
Ore 1:07: l’attesa prosegue per la liberazione dei primi due fratelli migranti. Su Radio Onda d’Urto prosegue la diretta ininterrotta da lunedì mattina.

Ore 0:25: Arun e Jimi sono in procinto di uscire dalla Questura. Sajed invece resterà probabilmente lì stanotte, ma è un percorso concordato con solidali e legali: domani mattina infatti dovrebbe presentare la denuncia cosiddetta “articolo 18″, ossia quella verso chi lo ha sfruttato e ingannato. Al momento però dal Cie di via Corelli non arriva la conferma ufficiale che “Mimmo” Mohamed è nel lager di stato.

Ore 0:00: Questa mattina è attesa l’udienza per il processo di Fabio, il compagno ai domiciliari da lunedì scorso.

Ore 23: Rachid è stato portato in ospedale perchè vittima di disidratazione. Nulla di grave. Decine di persone nonostante la pioggia attendono il rilascio di tutti gli altri dopo i procedimenti di identificazione.I legali confermano che Sajad e Jimi dovrebbero uscire a breve. La posizione di Arun è un po’ diversa, perché ha un precedente ostativo. Dovrebbe quindi essere trattenuto per un processo per direttissima domani ma poi rilasciato come gli altri.

Ore 22.15: dalla Questura un aggiornamento con l’avvocato Manlio Vicini: i ragazzi stanno bene, solo Rachid ha avuto un lieve malore dovuto probabilmente dalla disidratazione ma pare nulla di grave.

Ore 22:02: primo appuntamento pubblico dopo la discesa dalla gru, ASSEMBLEA APERTA MERCOLEDì 17 NOVEMBRE AL MAGAZZINO 47 DI VIA INDUSTRIALE, 10.

Ore 22:00: da Milano arriva notizia che Mohamed, “Mimmo”, il migrante fermato oggi in città si trova effettivamente al Cie di via Corelli. L’espulsione può partire dalla giornata di mercoledì.

Ore 21:22: migranti arrivati in Questura con gli avvocati, compagni in afflusso all’esterno. Il pensiero della piazza va ora ai feriti, denunciati, deportati e a Fabio, ancora ai domiciliari dopo le cariche di lunedì. Domattina è atteso il suo processo.

Ore 21:05: grande festa in piazza sotto il diluvio, a migliaia hanno salutato la discesa dei quattro. Centinaia di persone si stanno spostando ora in Questura per accogliere Arun, Rachid, Sajad e Jimi secondo gli accordi DEVONO essere liberati non appena terminate le formalità burocratiche.

Ore 20:53: i migranti sono in auto e vanno verso la Questura. Come da accordi presi e da precisa richiesta dei migranti, con loro ci sono solamente gli avvocati e i funzionari della Digos e non poliziotti e carabinieri nè tantomeno politicanti e presenzialisti dell’ultim’ora.

Ore 20.51: scendono tutti e 4 insieme, sotto li aspettano i loro legali per accompagnarli e dare loro tutela costante anche in Questura, dove probabilmente i quattro verranno portati nei prossimi minuti.

Ore 20.50: scendono dalla gru i migranti in lotta, dal presidio di via San Faustino centinaia di persone urlano “Tutti liberi”.

Ore 20.50: STANNO SCENDENDO DALLA GRU I 4 MIGRANTI

Ore 20.47: ripiegato lo striscione giallo “Lotta dura senza paura” che da 17 giorni stazionava sulla gru

Ore 20:31: sotto la pioggia il presidio aumenta a dismisura. I migranti sulla gru non sono intanto ancora scesi, l’attesa è febbrile. I quattro hanno chiesto gli avvocati da loro nominati (i compagni di “Diritti per tutti”) e non quelli della Cgil che stazionavano in zona. A richiesta della Radio hanno fatto un segnale luminoso per garantire che va tutto bene, si resta in attesa con gli occhi all’insù. Atterrato intanoil primo volo a Il Cairo con 5 migranti deportati. Secondo i familiari e i compagni egiziani che li hanno sentiti, starebbero bene (nel limite del possibile visto il trattamento disumano delle autorità italiane) e a breve dovrebbero uscire dall’aeroporto.

Ore 20:02: Mohammed il compagno migrante che era andato a Milano per contattare Prefettura e Consolato contro la deportazione degli egiziani (poi avvenuta) è stato deportato a sua volta al Cie di via Corelli. A Brescia invece momenti febbrili, i migranti sulla gru stanno comunicando con le comunità migranti e gli avvocati valutando se scendere o meno. Dalla gru scendono pacchi e fagotti. I migranti chiedono i loro avvocati, ossia quelli di “Diritti per Tutti”, respinti invece dagli stessi migranti i tentativi di intromettersi degli avvocati della Cgil. Centinaia e centinaia di persone sotto la pioggia attendono sia in via San Faustino che dietro la gru, in piazzale Cesare Battisti.

Ore 19:00: possibile che i QUATTRO SCENDANO DALLA GRU ALLE 20. I legali stanno comunicando gli accordi presi alla piazza. FONDAMENTALE PRESENZA DI TUTTI E TUTTE SUBITO AL PRESIDIO PER ACCOGLIERE, VIGILARE E PROTEGGERE I QUATTRO MIGRANTI SE DECIDERANNO DI SCENDERE.

Ore 18:40: i compagni che erano in Malpensa si stanno spostando davanti alla Questura di via Fatebenefratelli a Milano per capire cosa sta accadendo a Mimmo, il migrante che era andato a Milano per cercare di contattare autorità italiane ed egiziane in modo che bloccassero le espulsioni. Ora il rischio è che venga espulso pure lui: era in attesa di risposta alla sanatoria, dalla Questura è stato rimpallato all’Ufficio Stranieri per una “notifica”, probabilmente il diniego di sanatoria e la deportazione in un Cie. L’invito a tutti i compagni e compagne è quello di recarsi sotto la Questura.

Ore 18:24: la compagna bresciana fermata oggi a Milano mentre cercava assieme a un migrante del movimento di capire la situazione di chi dai Cie è stato poi deportato dall’Italia è stata rilasciata. Il migrante, invece, è ancora trattenuto per una presunta “notifica” all’Ufficio Stranieri. Il timore è che si tratta della comunicazione del rigetto della sua richiesta di sanatoria. In tal caso c’è il concreto rischio che possa finire nei Cie.

Ore 18:00: dal tavolo in Prefettura garanzie solo personali e locali per i migranti, fumata nerissima invece sulla moratoria chiesta per i fratelli migranti nei Cie, alcuni dei quali già espulsi. Ora i legali di “Diritti per Tutti” si sono recati sotto la gru per riferire ai migranti quanto emerso.

Ore 17.00: si apre in questi minuti un tavolo in Prefettura. Presenti Cgil, Cisl, la Diocesi e i 4 legali dei migranti in lotta sulla gru. Le richieste avanzate per scendere dai 35 metri sono una moratoria sui rigetti della richiesta di sanatoria e sulle espuslioni.

Ore 17.00: Il secondo aereo con a bordo gli altri migranti da deportare in Egitto è pronto alla partenza, anche se avrebbe una mezz’ora di ritardo. In corso ancora, in Prefettura a Milano, contatti per impedire quest’altra espulsione.

Ore 16.20: Ai nostri microfoni, l’avvocato Manlio Vicini, legale di fiducia dei migranti, denuncia tutta la gravità delle espulsioni di oggi davanti ad una situazione tesa come quella che si sta vivendo sopra e sotto la gru.

Ore 16: Seppur con ritardo, l’aereo per Il Cairo è partito con i primi 5 migranti. Restano ancora 4 migranti che dovrebebro essere imbarcati sull’aereo successivo.

Ore 14.45: invitiamo tutti e tutte a raggiungere l’areoporto di Malpensa, da dove dovrebbero essere deportati in Egitto 9 immigrati reclusi nei Cie di Torino e Milano. Gli aerei in partenza sono quelli delle 15.05 e delle 16.45. Poco fa è giunta una telefonata in radio nella quale il fratello di uno degli immigrati che stanno per essere deportati ha affermato che 5 di loro sarebbero dentro l’areoporto e probabilmente fatti partire con l’aereo delle 15.05.

Ore 14.00: è in corso a Milano il presidio sotto il Consolato egiziano per protestare contro il governo del Cairo, che starebbe facilitando le espulsioni degli immigrati deportati nei Cie dopo le cariche di lunedì scorso a Brescia. Si cerca di fare pressioni sui diplomatici perché le espulsioni vengano almeno sospese. Sempre più probabile, secondo le agenzie stampa, che vengano rimandati in Egitto anche i tre detenuti nel Cie milanese di via Corelli. Il rimpatrio sarebbe previsto per le 17 circa. In corso, nelle sede della Prefettura di Milano, anche un incontro fra una delegazione del comitato di sostegno ai migranti sulla torretta di via Imbonati e i vertici prefettizi.

Ore 13.45: ancora un report dall’agenzia Ansa, per smentire chi sostiene che i 4 regazzi sulla gru si stiano muovendo nell’illegalità.
Un gruppo di docenti di materie giuridiche dell’Università di Brescia ha preso posizione a favore della possibilità di concedere il permesso di soggiorno ai 4 lavoratori immigrati appostati in cima ad una gru, a 30 metri da terra, nella città lombarda. Lo si apprende da una nota. Secondo i sei docenti universitari, infatti, “la norma che prevede l’arresto dell’immigrato che non abbia ottemperato all’ordine di allontanamento del Questore ha natura speciale”, tale da “far sorgere dubbi di legittimità costituzionale per violazione dell’articolo 3 della Costituzione”, che prevede “pari dignità sociale” per tutti i cittadini che “sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Inoltre, secondo i docenti universitari, “che le condanne per inottemperanza all’ordine del questore non siano ostative alla regolarizzazione risulta, del resto, dal testo stesso del decreto legge della sanatoria (art. 3 dl 78/2009 convertito con legge 102/2009), laddove si prevede che, sino alla conclusione della procedura di regolarizzazione, siano sospesi tutti i procedimenti amministrativi e penali relativi a violazioni delle norme sull’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale, con esclusione dei soli fatti di ‘tratta dei clandestini’ “. (ANSA).

Ore 12.17: il fratello di uno dei reclusi nel Cie di Torino conferma in diretta ai nostri microfoni: stanno portando i sei egiziani verso l’aeroporto di Malpensa. Anche i media egiziani dicono che gli espulsi sono attesi oggi al Cairo.

Ore 11.40: riportiamo dall’agenzia Ansa l’ennesima provocazione del Viminale.

Brescia - Maroni: senza requisiti nessun permesso di soggiorno
“Continueremo a presidiare con le forze dell’ordine finché la situazione non sarà risolta”: il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è tornato così a parlare degli incidenti a Brescia dove da giorni e giorni alcuni immigrati si sono barricati su una gru. “La violenza che è stata fatta contro le istituzioni a Brescia – ha detto – è inaccettabile. Noi non cediamo ai ricatti”. Ed è per questo che la polizia continuerà a presidiare. Maroni, come aveva già fatto in passato, ha difeso la sanatoria e lo Stato che, a suo dire, non ha truffato nessuno. Lo ha detto invitando, chi è stato truffato da qualcuno, a denunciarlo alle forze dell’ordine. “Noi – ha spiegato – non possiamo disapplicare la legge o applicare una legge che non esiste perché qualcuno tira delle molotov. Chi non ha i requisiti di legge non potrà avere il permesso di soggiorno”. (ANSA).

Ore 11.30: da Torino gli antirazzisti impegnati nel monitoraggio del Cie fanno sapere di aver parlato con alcuni contatti dentro il lager di Stato di corso Brunelleschi. Stando alle loro informazioni, le espulsioni sarebbero imminenti e riguardarebbero 6 reclusi, non 5 come detto in precedenza. Seguiranno ulteriori aggiornamenti. Intanto l’avvocato Vicini continua a fare da ponte per la comunicazione fra chi sta sulla gru e chi sta sotto.

Ore 11.00: ancora momenti di concitazione sotto la gru. Nel cantiere del metrobus, ancora militarizzato, ci sono i rappresentanti sindacali (Galletti e Renato Zaltieri, segretario Cisl), Dress del Coordinamento immigrati Cgil, Tofia dell’Idv, Said del Forum marocchino per l’integrazione, don Mario Toffari e don Fabio Corazzina. In corso c’è nuovamente una trattativa sulla proposta di mediazione avanzata ieri sera da sindacati e curia. Il negoziato ha però escluso le realtà che animano il presidio di solidarietà, almeno fino a quando non si è rusciti a far arrivare sotto la gru l’avvocato Manlio Vicini dell’associazione Diritti per tutti, che i quattro occupanti hanno scelto come loro legale di fiducia. Nel frattempo si cerca di avere notizie più precise sulla sorte dei cinque egiziani reclusi nel Cie di Torino. Don Mario Toffari ribadisce: la Questura di Brescia ha smentito le espulsioni. I cellulari dei nostri contatti dentro il Cie restano però spenti, al contrario dei giorni scorsi.

Ore 10.00: sotto la gru arrivano rappresentanti della Chiesa cattolica bresciana (don Mario Toffari) e della Camera del lavoro (il segretario genarele Damiano Galletti). Dal presidio ci informano che dal basso si sta tentando di convincere i ragazzi sulla gru che non sono in corso espulsioni dai Cie dove sono reclusi gli immigrati bresciani deportati lunedì scorso, dopo le cariche e lo sgombero del presidio di via Porta Pile. Sarebbe stata la Questura di Brescia a smentire le espulsioni in corso. Da Torino, dal Cie di corso Brunelleschi, continuano invece ad arrivare conferme: i reclusi di origine egiziana starebbero per essere rimpatriati.

Ore 9.00: da Torino arriva l’allarme che i cinque compagni egiziani detenuti nel Cie di Corso Brunelleschi stanno per essere espulsi. Poco fa gli è stato detto di prepararsi . La procedura prevede poi il trasferimento verso l’aereoporto della Malpensa.

Ore 1:25: è stata una serata ad altissima tensione, alla fine terminata con una nuova straordinaria mobilitazione sopra e sotto la gru e un piccolo passo avanti sul fronte trattativa. Attorno alle 22.30 una mediazione, avanzata da Cgil, Cisl e Curia è stata presentata sotto la gru ai giornalisti mainstream. Nessuno del presidio, dell’associazione “Diritti per Tutti” e delle comunità immigrate sapeva però nulla dei termini della trattativa. Sono seguiti continui contatti via megafono fra piazza e migranti sulla gru per capire cosa stesse accadendo. L’intento iniziale percepito dal presidio è infatti che si cercasse di fare pressione sui migranti perchè accettassero immediatamente la mediazione nebulosa e scendessero dalla gru senza garanzie precise. Buio totale, inoltre, sul futuro dei migranti nei Cie, su alcuni dei quali pende da domattina il forte rischio di espulsione. Dalla gru sono arrivate grida di un coraggio inaudito: dopo giorni di sofferenze, cibo scarso e nessun contatto con l’esterno, il loro primo pensierio è andato ai migranti nei Cie. “Se domani li espellete – hanno urlato Arun, Jimi, Rachid e Sajad – ci arrabbieremo moltissimo e qui scoppia un casino”. Dopo diversi minuti di confronto fra i mediatori e la piazza, tutti trasmessi in diretta dalla Radio in un crescendo di emozioni, la forza dell’unione di presidio e migranti sulla gru ha imposto una mediazione nella mediazione: nessuna decisione affrettata o immediata, i migranti hanno accettato di far salire sulla gru il testo proposto da Cgil, Cisl e Curia, nominando inoltre come avvocati di fiducia i legali dell’ass. “Diritti per Tutti”. A partire da domani mattina, attraverso una radiotrasmittente che verrà fatta salire dalle forze dell’ordine sulla gru, i quattro fratelli potranno comunicare con gli avvocati e fare tutte le valutazioni del caso.

ARUN, RACHID, JIMI, SAJAD: IL VOSTRO CORAGGIO E’ IL NOSTRO CORAGGIO, SIAMO SEMPRE AL VOSTRO FIANCO!!!!!


venerdì 12 novembre 2010

RIPRENDIAMOCI IL CAMPO DA CALCIO

Venerdi 19 Novembre alle ore 17.30
Festa per gli spazi sociali in Viale San Marco (Mestre).

Nel campo da calcio chiuso da mesi e che non vogliono
piu' riaprire.

Concerto e spritz con i
Red Cross
DJ set
Assalto
Teatro in folle....

In allegato la locandina...

Fai correre la voce... difendere gli spazi in una mestre cementificata
ed avvelenata!!!

mercoledì 3 novembre 2010

Costruire unità e solidarietà per l'alternativa libertaria.

Il mito neoliberista di uno sviluppo inarrestabile legato alla
diffusione del mercato si è dissipato, lasciando postumi dolorosi di
contrazione dei mercati, solo apparentemente risolvibili con
l’acutizzarsi della concorrenza e con il dumping sociale
internazionale.
Così il capitalismo, mentre ridisegna la sua geografia, trova una
apparente unità nello scaricare –proprio grazie alla globalizzazione -
la sua crisi finanziaria sulle economie reali di interi continenti e
dei singoli stati.
Perché il capitalismo approfitta da sempre delle crisi per
rigenerarsi, e ristrutturare a suo vantaggio i rapporti di forza
delle classi.
In particolare in tutto l’occidente alla classe lavoratrice viene
imposto di pagare il costo di una crisi che non ha creato, di
accettare un arretramento delle condizioni di vita e di lavoro, un
periodo di transizione di instabilità economica e sociale che
modifica in profondità le condizioni di vita, in nome della
concorrenzalità con aree geografiche a forte crescita e più bassi
costi sociali.
L’attacco è all’intera struttura sociale, ai diritti ed alle certezze
acquisite dai lavoratori con decenni di lotte in periodi di
espansione, un attacco alla presenza stessa di un movimento operaio
organizzato.
Con il doppio obiettivo di abbassare i costi, drenando ingenti risorse
dal salario diretto, indiretto e differito necessarie
all’auto-finanziamento della crisi, e di ricondurre la classe
lavoratrice ad uno stato di ulteriore subordinazione agli interessi
aziendali e quindi del mercato.

I lavoratori e le lavoratrici vengono messi in concorrenza spietata
fra loro per il mantenimento di posti di lavoro sempre più fragili e
meno remunerativi, mentre si cerca di disarticolare ogni risposta
collettiva con l’abbattimento della agibilità sindacale e l’espulsione
dal tavolo della concertazione di ogni sindacato non collaborativo.

A questo si accompagnano processi di riduzione di spazio di
democrazia sostanziali in tutti i paesi europei, favoriti anche
dallo svuotamento del ruolo politico di indirizzo degli Stati , meri
applicatori delle direttive economiche sopranazionali che consistono
in politiche di riduzione della spesa pubblica, essenzialmente dei
servizi, a favore di politiche finanziarie e privatistiche di bilancio
e di gestione del territorio e delle risorse.
Anche qui si cerca di convincere i lavoratori che agire sulla
riduzione dei costi dei servizi pubblici e sulla contrazione della
platea di coloro che ne hanno accesso significhi un risparmio
individuale invece che un impoverimento collettivo, con la riduzione
del salario indiretto e l’aumento del prelievo fiscale. Con il
conseguente ridursi degli spazi di partecipazione politica, ridotta a
culto di personalità o ricerca di posti di potere.

Sul piano sociale l’impoverimento così generato autoalimenta
l’insicurezza, che acuisce i processi di divisione e spinge a
cercare risposte individuali per la sopravvivenza e porta al
degradarsi del territorio e delle relazioni sociali, con l’esclusione
di ogni soggetto che non rientra nella logica della produzione e del
consumo.

Ma l’unità e la solidarietà che scompaiono dai luoghi di lavoro, dai
ranghi del sindacato, dalle lotte nel territorio, dalle manifestazioni
e dagli scioperi, possono essere recuperate, riattivate e re-immesse
in circolo solo con un lavoro capillare in ogni situazione che
richieda la presenza, l’intelligenza politica, la capacità di unire e
non dividere, di sviluppare solidarietà e non competizione, da parte
degli attivisti rivoluzionari.

In questo contesto il ruolo dei Comunisti Anarchici è, ogni giorno,
ovunque siamo presenti,
continuare a diffondere pratiche politiche e relazionali libertarie,
autogestionali e antigerarchiche come metodo,
costruire gradualmente idee ed obiettivi alternativi al capitalismo
ed agli Stati, come nostra piattaforma,
costruire solidarietà e progettualità condivisa anche a livello
internazionale.

Sostenere quelle parti di sindacato e quelle lotte sociali
ancora in grado di sviluppare conflittualità e richiedere
redistribuzione delle ricchezze invece di socializzazione delle
perdite
significa costruire, qui e ora, un’alternativa di classe.

Appoggiare le lotte di difesa dei diritti acquisiti ed il loro
allargamento ai soggetti esclusi,
allargare i diritti di cittadinanza,
combattere le forme di criminalizzazione della povertà che sono alla
base del razzismo sempre più diffuso,
difendere i beni comuni con la rivendicazione di obiettivi unitari
sempre più avanzati
significa costruire qui e ora un’alternativa alla desertificazione e
alla mercificazione del territorio.

Costruire reti e coordinamenti
capaci di federare quelle organizzazioni ed associazioni che si
battono per una medesima prospettiva o che si schierano contro uno
stesso pericolo,
(sia esso tanto il neo-fascismo, il razzismo, il patriarcato,
l’omofobia quanto l’inquinamento, le privatizzazioni, le guerre
dell’imperialismo,…),
soggetti collettivi capaci di sviluppare obiettivi politici,
culturali, economici condivisi
per far crescere le lotte sul territorio che ridisegnino una società
più partecipativa e quindi più giusta,
senza ricadere in meccanismi di delega,
significa costruire l’alternativa libertaria.

Fano 1/11/10
Documento finale approvato dall'VIII Congresso FdCA

lunedì 25 ottobre 2010

Fano: Inaugurazione del centro di documentazione Franco Salomone

30 ottobre 2010 ore 17.00
Piazza Capuana 4, 61032 Fano

La FdCA-Federazione dei Comunisti Anarchici è lieta di annunciare l'apertura dei locali che ospiteranno il Centro di Documentazione "Franco Salomone", nel pomeriggio di sabato 30 ottobre 2010.
Viene così realizzato l'impegno preso nel lontano 2005 con Franco Salomone, il nostro compianto compagno di lotta e militante comunista libertario savonese scomparso nel 2008. E' grazie a lui che è oggi possibile per la FdCA avere a propria disposizione locali in cui dare spazio e nuovo slancio alle attività politiche e sociali del comunisti anarchici ed al tempo stesso realizzare un ulteriore impegno contratto con il compagno Salomone: quello di raccogliere, conservare e valorizzare a fini storiografici la memoria dell'anarchismo di classe dagli anni '60 ad oggi, nonché la pubblicistica relativa alla storia delle lotte, delle esperienze, dei protagonisti del comunismo anarchico e della sinistra rivoluzionaria.
Sulla base del fondo documentario ereditato dal compagno Salomone, il Centro ha già acquisito il cospicuo fondo OAP/ORA a Bari e si accinge ad acquisire altri fondi e donazioni di attivisti libertari, procedendo alla loro archiviazione e fruizione per ricercatori ed amanti della documentazione storica.
Ma il Centro intende essere anche luogo per attivisti/e libertari e dell'auto-organizzazione sociale con lo sguardo rivolto al presente ed al futuro.
Non solo archivio, dunque, ma luogo fisico e politico in cui la memoria alimenta la ricerca storica ed al tempo stesso si collega alle esperienze dell'oggi, favorendo quel ricambio generazionale di attivisti/e e militanti indispensabile per assicurare continuità al progetto politico-organizzativo dei comunisti anarchici e lunga durata all'anarchismo radicato nelle lotte sociali e politiche della contemporaneità.
L'apertura di questo centro di documentazione è solo l'inizio di un percorso politico con cui si intende promuovere studi e ricerche, allacciare proficui rapporti di collaborazione e progettualità con i tanti centri di documentazione ed archivi del movimento anarchico già esistenti ed operanti a livello locale, nazionale ed internazionale, perché solo la cooperazione può rafforzare il nostro impegno nel raggiungere l'obiettivo che ci prefiggiamo e ci prefiggevamo già all'indomani della Prima Internazionale: essere memoria delle lotte di ieri per essere protagonisti nelle lotte dell'oggi, per l'alternativa libertaria, per l'uguaglianza e la libertà.


PROGRAMMA DELL'INAUGURAZIONE

* Ore 17.00: saluto della FdCA agli ospiti e significato del Centro di Documentazione
* Ore 17.30: intervento di ricordo della figura di Franco Salomone
* Ore 18.00: interventi degli ospiti per saluti o per ricordare la figura di Salomone

A conclusione della serata: buffet

www.fdca.it
fdca@fdca.it

sabato 9 ottobre 2010

Il 16 ottobre con la FIOM

L'accelerazione impressa al disegno autoritario del padronato e del governo attraverso la cancellazione del contratto nazionale dei metalmeccanici, (e l'espulsione di migliaia di lavoratori precari dalla scuola), conferma la volontà del capitale a riscrivere in modo radicale i rapporti sociali con pesanti peggioramenti per il proletariato e per i ceti subalterni negli anni futuri, i diritti conquistati in decenni di lotte sociali vengono cancellati, alle forme di solidarietà dei livelli salariali e normativi con la contrattazione nazionale si impone la differenziazione e precarizzazione più assoluta della vita delle persone, favorendone attraverso l'atomizzazione sociale la totale subalternità al potere politico (lo Stato) ed alle compatibilità del padronato (il capitalismo).

Per questo il 16 ottobre aderiamo e partecipiamo alla manifestazione indetta dalla FIOM, un momento di lotta fondamentale per mantenere aperti spazi di OPPOSIZIONE sociale, per cementare coscienza di classe, per opporsi alle politiche liberiste di un padronato affamatore e di una oligarchia politica in affanno.

Sono sotto gli occhi di tutti i disastri che stanno provocando le scelte di politica economica del governo e la moltiplicazione di situazioni di povertà imposte dalle politiche economiche dell'Unione Europea, in modo particolare nei paesi con maggior debito pubblico (Grecia, Portogallo, Irlanda), dove milioni di lavoratori sono in lotta.

Scioperi generali vengono proclamati ormai mensilmente, mentre in Italia, CISL, UIL ed altri sindacati corporativi si schierano con le scelte degli industriali e del governo, complici di una regressione sociale, ricompensati con la certificazione di un ruolo politico ed un riconoscimento burocratico attraverso la creazione e lo sviluppo degli enti bilaterali.

Le posizioni differenti che si misurano su questa scadenza, sia dalla dirigenza CGIL che da settori del Sindacalismo di Base hanno come obiettivo quello di sottovalutare quell'autonomia ed indipendenza che la FIOM da alcuni anni ha costruito attraverso iniziativa di lotta nelle fabbriche e con una prassi democratica nei luoghi di lavoro.

Il percorso di resistenza avviato dalla FIOM pone in primo piano l'importanza di una iniziativa e unità di classe, per affermare interessi e punti di vista diversi dal capitale e dai suoi servi, gli interessi dei lavoratori, ed è in questa dinamica, che la proposta dei comunisti anarchici, e di tutto l'anarchismo di classe trova terreno di confronto e di lotta, per affermare la nostra irriducibile lotta al capitale ed al governo, per lo sviluppo del sindacalismo conflittuale e di forme di autorganizzazione dei lavoratori per uscire dalla miseria del presente.

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

5 ottobre 2010

giovedì 7 ottobre 2010

8 e 15 ottobre: a scuola di resistenza e di opposizione

In 7 giorni il mondo della scuola mette alla prova se stesso nella resistenza e nell'opposizione alla disastrosa "riforma epocale", che dopo aver devastato la scuola primaria e media nei due anni scorsi, si accinge a fare scempio della scuola superiore quest'anno con 41.200 posti in meno, che si aggiungono ai 57.000 dello scorso anno.
Licenziamenti di decine di migliaia di precari, dequalificazione della didattica causata dalla flessibilità a cui sono costretti i docenti in esubero, aumento del numero degli alunni per classe e taglio delle ore di cattedre e indirizzi, tagli dei fondi alle scuole per il funzionamento e per la didattica: questo è lo scenario di macerie provocate dall'incessante opera distruttiva della scuola pubblica messa in atto dal governo Berlusconi/Tremonti.
Non si tratta di una particolare cattiveria politica della Gelmini contro una scuola che lei pensa essere figlia del '68, né della avarizia amministrativa di Tremonti o delle burocrazie ministeriali; niente di tutto ciò.
Questo scempio è dovuto all'applicazione tutta italica delle politiche di bilancio varate dall'Unione Europea su indicazione delle agenzie del capitalismo europeo. Il taglio di 8,5 miliardi di euro alla scuola pubblica (mentre i soldi si trovano per le scuole paritarie..., per i bombardieri, per il Ponte, per la TAV...) è la scelta tutta nazionale di recuperare risorse pubbliche dalla spesa pubblica per trasferirle ad impieghi di natura privatistica, siano essi i decreti per pulire i titoli finanziari tossici ancora in circolazione nelle banche, siano essi lo scudo fiscale o il condono di turno, o aiuti indiretti al capitalismo nazionale, più volte richiesti da Confindustria. La distruzione della scuola pubblica sta dentro il più grande disegno di distruzione dei beni pubblici, come in Italia li conosciamo, con tutte le loro contraddizioni, da almeno 50 anni. Al suo posto tanta sussidiarietà, tanti appalti a privati per supplire a beni ed istituzioni pubbliche che cedono il ruolo di servizio universalistico per svolgere quello di agenzie di erogazione di servizi minimi.
Un vero e proprio ritorno ad una società divisa per censo. Non sono più possibili infingimenti.
Bisogna schierarsi contro questo disegno di una scuola ridotta al minimo di finanziamenti e di capacità di erogare formazione, in contro-tendenza rispetto agli altri paesi europei. Bisogna mettersi in gioco nettamente contro questo progetto di distruggere la scuola come presidio laico e pubblico di cultura e di ricchezza sociale pluralista in territori sempre più minacciati da politiche di recinzione etnica e razzista.
Per questo, sosteniamo le due mobilitazioni e gli scioperi indetti per l'8 ottobre e per il 15 ottobre dal sindacalismo di base e quello purtroppo solo orario della CGIL.
Certo, per contrastare le politiche del governo e di CISL-UIL-UGL, sarebbe stato necessario molto probabilmente fare uno sforzo di unità nella data e nelle manifestazioni. Ma in questo caso è necessario mettere in luce il rinnovato protagonismo degli studenti che si mobilitano in gran parte l'8 ottobre ed insieme ad essi i comitati dei precari della scuola e dell'università.
Così come va riconosciuto il ruolo dei tantissimi comitati di genitori e insegnanti che in tante città e province sono molto spesso gli animatori delle iniziative di protesta e di mobilitazione, anticipando ed accompagnando le organizzazioni sindacali.
E' dalla base che può nascere un movimento vertenziale in grado di mettere alle corde i dirigenti scolastici, da quelli regionali a quelli di istituto; chiamare allo scoperto gli amministratori locali, per dare risposte e mettere in atto interventi atti a disinnescare, territorio per territorio, scuola per scuola, questa campagna di impoverimento delle finanze e degli organici, di immiserimento della cultura e della formazione, messa in atto dal capitalismo italiano e dai suoi sodali a Palazzo Chigi.
Per la difesa e la ricchezza della scuola pubblica!
Per il diritto allo studio!
Per la laicità e l'intercultura!

Commissione SindacaleFederazione dei Comunisti Anarchici

sabato 25 settembre 2010

76� Consiglio dei Delegati Comunicato finale

CONTRASTARE L�UNIONE EUROPEACHE CREA LA SUA RICCHEZZA DISTRUGGENDO I DIRITTI E LELIBERTA� DELLA CLASSE LAVORATRICE EUROPEA

Il �salvataggio� della Grecia ha permesso alla UE di accelerarequell�accentramento di potere nelle mani delle istituzioni politiche efinanziarie europee per restituire alle imprese continentali quellacompetitivit� necessaria a non soccombere nello scontro globale perl�accesso ed il controllo dei mercati mondiali. Va in questo senso lacreazione della �cupola� europea con compiti esecutivi di controllo edi indirizzo contabile sui bilanci degli strati membri.Riduzione del costo del lavoro, riduzione della spesa pubblica,subordinazione della ricerca agli interessi della competizioneeconomica: sono queste le tre cose da fare. Senza discutere, senzavariabili o autonomie concesse agli stati nazionali, tranne il mandatodi distruggere lo stato sociale dove c�� e impedire che si formi dovenon c��.Dalla crisi si esce facendo le stesse cose che l�hanno prodotta,perseguendo nelle stesse scelte che la Banca Europea impone ormai daun lustro: rigore monetarista, aumento della produttivit� emoderazione salariale.Si adeguino le legislazioni sul lavoro troppo garantiste cheintralciano questo corso: i tempi di vita, i tempi di riposo, i tempidi ritiro esistono solo nel grande tempo delle aspettative decisealtrove, della produttivit� e dello sfruttamento; e gli spazi di vitasono ormai gli spazi di lavoro, di ricerca del lavoro.Si trasformino cos� quei milioni di lavoratori/trici della classedei/lle salariati/e e sfruttati/e in milioni di vaganti e precarivenditori della propria forza lavoro, manuale ed intellettuale, tantonel privato quanto nel pubblico, percettori di reddito aintermittenza, titolari di diritti sempre pi� �disponibili�, detentoridi libert� s� ma obbligatorie.Che non siano pi� classe, che non siano pi� possibile fonte di lotte edi organizzazione, spezzata ogni autonomia e criminalizzata ogniresistenza, imbrigliata ogni dirompenza sociale dello sciopero, dellosciopero di categoria e dello sciopero generale.Ogni paese europeo ha i suoi economisti, i suoi legislatori ed i suoisindacalisti impegnati in questa opera di distruzione sociale eculturale.Eppure il terrore finanziario che da Bruxelles si diffonde per tuttal�Europa viene abilmente temperato con bollettini di buone notiziesulla crisi. La Germania che sfonda il 3% della crescita serve acolpevolizzare quei vagabondi di lavoratori greci, spagnoli editaliani, e raramente si dice che la Germania ha un disavanzo doppiodi quello dell�Italia e che �cresce� esportando proprio in�Europa!!Ma la divisione dei lavoratori � una vecchia arma del capitale chefunziona sempre, fino a far pensare che le deroghe ai contrattinazionali siano un bene e non una sonora fregatura!! Come succede inItalia alla FIAT di Marchionne e di CISL e UIL, sempre pi� trasformatida sindacato contrattuale in sindacato di mercato, impegnato acollaborare fattivamente per la difesa della singola azienda o ilsegmento di mercato a scala nazionale.Riuscir� il terrorismo finanziario della UE a convincere i lavoratorieuropei ed immigrati e le loro organizzazioni sindacali che bisognaderogare e poi attenuare e poi abrogare nei codici come nei contrattidi lavoro, di fatto e di diritto, tutto quello che il movimento deilavoratori ha conquistato in questo continente dalla PrimaInternazionale del 1864 ad oggi, lottando contro padroni primaliberisti, poi fascisti, poi socialdemocratici, poi di nuovoneo-liberisti?Noi crediamo di no.Le lotte di risposta e di resistenza ai provvedimenti governativi inGrecia come in Francia, in Irlanda come in Polonia, in Spagna come inItalia, in Ungheria come in Romania, mostrano una classe lavoratriceeuropea non doma, non sottomessa, non disposta a rassegnarsi ad undestino di schiavit�.E� possibile ricostruire una nuova unit� di classe. Ma dovremoprevedere ed evitare gli appetiti individuali alimentati dai contrattiin deroga, contrastare i particolarismi, le reazioni e le divisioni distampo razzista che vogliono i lavoratori immigrati sacrificabili,combattere le sirene di ricchezza localiste che attirano nel proprioterritorio investimenti alla lunga improduttivi ed inquinanti(sindrome yimby).E� allora necessario un grande sforzo di politica di classe che vedale organizzazioni di massa del sindacalismo conflittuale, leorganizzazioni politiche del movimento anarchico di classe, dellasinistra rivoluzionaria, antiautoritaria e libertaria, promuovere,sostenere ed alimentare la resistenza sociale ed economica, nei luoghidi lavoro come nel territorio, nell�opposizione materiale e culturalecontro l�aggressione capitalistica dei diritti, del lavoro,dell�ambiente, della nostra vita di donne ed uomini che vivono elavorano in Europa.A questo lavorano i comunisti anarchici in Italia ed in Europasostenendo e partecipando alle lotte, agli scioperi e allemobilitazioni di questo autunno.Contro il taglio dei diritti sociali, sindacali, ambientali!!Contro le politiche di rientro del deficit pubblico!!Per la redistribuzione della ricchezza, per l�autogestione dellaricchezza sociale ed economica!!Per la libert� l�uguaglianza e la giustizia sociale!!
FdCA � 76� CdD
Fano, 19 settembre 2010_______________________________________________

mercoledì 22 settembre 2010

giornata antinucleare a padava il 26 settembre

Domenica 26 Settembre - Giornata anti nucleare
Presso la Corte di via Melette a Padova
Dalle 15: Assemblea con mostra e banchetto
dalle 18: concerto con i Cuccioli del maggio
a seguire cenone e proiezioni!
ACNE- Assemblea Contro il NuclEare

_______________________________________________
http://www.autistici.org/aranea/

bassano antifasctista incontro sulle foibe

—> VENERDÌ 24 SETTEMBRE – ORE 21.00
SALETTA BELLAVITIS – Via Beata Giovanna, 65 – BASSANO DEL GRAPPA

INCONTRO CON:- SANDI VOLK – Ricercatore storico- POL VICE (Paolo Consolaro) – Autore di “La foiba dei miracoli. Indagine sul mito dei sopravvissuti”

Assemblea Antifascista Bassanese

news letters from
http://www.autistici.org/aranea/

martedì 21 settembre 2010

Sabato 25 Settembre h.10 presidio disoccupati davanti al municipio di Mestre

Sempre piu' disoccupati, sempre meno lavoro.Ed il comune cosa fa? Il comune deve intervenireurgentemente e deve smettere di buttare via soldi.Sabato mattina 25 settebre alle ore 10 presidio, volantinaggio,davanti al municipio di Mestre in via Palazzo.Manda questa email a chi conosci ed e' disoccupato.Per info chiama Andrea al 340 6972133


tuttinpiedi@gmail.com

Corso di cucina il giovedi sera PELLA al tuttinpiedi!

Dalla tradizione valenciana cibo popolare e storia anticaalle contaminazioni tiristiche ovvero la paella delle spiaggie.Dalle 20 cuciniamo insieme con i meravigliosi ingredienti scelti dallacocinera Barbara.. solo 50 euro.
Prenotazioni tel 333 21486025 Barbara
oppure tuttinpiedi@gmail.com

nuova occupazione a padova

“Contro degrado e speculazioni, 10-100-1000 occupazioni”. Questo è lo striscione che capeggia sulla facciata dell’edificio scolastico lasciato a marcire da quasi dieci anni dalle varie amministrazioni comunali. Il collettivo politico Gramigna lo ha occupato per ricreare un centro popolare e riaprire uno spazio pubblico al quartiere, per rispondere alla crisi del sistema in cui viviamo e che chi ci governa vorrebbe farci accettare a testa bassa. Questa è la nostra risposta.
I prossimi appuntamenti nel nuovo centro, sito in via Fornaci, quartiere Torre, Padova:
>> 19/09 H 17.00 Assemblea pubblica
>> 20/10 H 08.00 Presidio antisgombero
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CONTRO DEGRADO E SPECULAZIONE
RICREIAMO LA SOCIALITA’
Come si è certamente avuto modo di constatare, il quartiere padovano di Torre vede da ben 7 anni e mezzo una situazione di totale abbandono dell’edificio scolastico medio inferiore “G. Zanella – Davila”, e da pochi anni la stessa sorte è toccata all’adiacente prefabbricato che ospitava i bambini del quartiere frequentanti la scuola elementare. Benché la giunta Zanonato abbia provveduto alla costruzione di un plesso scolastico di classi elementari e medie a poca distanza dal precedente, in degrado in cui quest’ultimo riversa si palesa non solo esteticamente, ma inoltre richiama la questione degli spazi, presentandosi come l’ennesimo esempio di luogo lasciato a marcire ( il nuovo plesso sarebbe dovuto sorgere sulla demolizione del presente, dichiarato inagibile da anni). L’attesa della costruzione del nuovo edificio (oggi in via Luxardo) è costata parecchio ai ragazzi e alle famiglie ‘torresane’ che hanno frequentato le scuole medie dal 2002 al 2008: un trasloco nella sede “G. Zanella- N.Copernico” di Pontevigodarzere con relativi disagi di trasporto. Le famiglie si ricorderanno certo della scomodità dell’affitto di un pullman in quegli anni. Ora che la struttura fatiscente non funge neanche più come sede di voto elettorale, il degrado è ancora più evidente. Il Collettivo Politico Gramigna ha pertanto deciso di occupare lo stabile e di ovviare a quest’inaccettabile stato di sfacelo strutturale ed estetico. Il suddetto Collettivo è attivo nella città di Padova da ben 23 anni, un lungo arco di tempo in cui la militanza politica ha toccato temi di sfondo sociale e culturale, al vertice dei quali spiccano l’impegno per la creazione di spazi autogestiti e di aggregazione popolare, la lotta antifascista e contro ogni tipo di discriminazione, l’opposizione alle logiche di potere e di palazzo. Con il recupero di luoghi abbandonati –in particolare con la scorsa occupazione di via Retrone durata otto anni- il Gramigna è riuscito a divenire un punto di riferimento per centinaia di giovani, studenti, lavoratori e precari. A dispetto di ciò, gli innumerevoli sgomberi a cui siamo stati soggetti non hanno minimamente favorito la condizione degli stabili occupati, ma anzi li hanno riportati a uno stato di fatiscenza che perdura ancora oggi, come nella stessa via Retrone (zona Sacro cuore), dove, nonostante la promessa del sindaco Zanonato, a seguito dello sgombero del 2007, di rivalutare l’area per la collettività, lo scenario non è cambiato. Con la nostra occupazione, riteniamo che quelle aule, per anni vuote, siano più idonee a luogo di dibattiti, attività di controinformazione e controcultura, sede di aggregazione popolare, integrazione sociale, cene popolari, iniziative politiche, musicali e culturali. Il Centro Popolare si avvarrà de presente inaridimento dell’area per ribadire ancora una volta la necessità di uno spazio di costruttiva socialità e per manifestare alla Giunta in carica che la spontanea autogestione è nettamente preferibile ad anni di vuoto ed abbandono. Precisiamo che il C.P.O. Gramigna non si vuole porre come un’entità chiusa, elitaria e che non interagisce con il quartiere, e le attività di gestione spontanea si concretizzeranno sin da subito in momenti di “bonifica” e di ridimensionamento esterno dell’edificio. Infatti lo spazio fisico occupato dal Collettivo Politico Gramigna non vuole essere un mero punto di arrivo del nostro percorso , ma un concreto mezzo, in primo luogo, mediante il quale far rivivere in chiave politica il quartiere e la sua socialità, sin dal primo giorno di occupazione.
OCCUPARE E’ GIUSTO E NECESSARIO
COLLETTIVO POLITICO GRAMIGNA
la mappa per arrivare al nuovo cpo:
http://maps.google.co.uk/maps?f=q&source=embed&hl=en&geocode=&q=Via+Fornaci,+399,+Padova,+Italia&sll=45.438213,11.918848&sspn=0.008883,0.027595&ie=UTF8&hq=&hnear=Via+Fornaci,+399,+35129+Padova,+Veneto,+Italy&ll=45.438213,11.918879&spn=0.021079,0.036478&z=14&iwloc=A

mercoledì 15 settembre 2010

Sabato 18 Settembre h 20.00 Cena anti nuke al Tuttinpiedi di Mestre

Per finanziare la lotta contro il nucleare, manifesti, volantini, mostra e varie
Sabato 18 Settembre alle h 20.00 Cena
*antipasti* guacamole e humus
*primo* pennette zenzero, porri, piselli
*secondi* quadrotti di mais con cipolla e curry/ seitan con verdure/ patè dilenticchie/ azuki in salsa piccante

Vino e acqua. 13 euro;
studenti 7 euro... prenota il tuo posto, sostieni la causa!!!!

contatti : tuttinpiedi@gmail.com

lunedì 30 agosto 2010

UDINE , Festa dell'U.S.I. e Coordinazione Rosso/Nera

Care/i Compagne/i, il programma e l'invito per la Festa dell'U.S.I. che organizzeremo a Udine.
Di seguito riportiamo il programma. sottolineamo l'importanza del dibattito che vorremmo potesse svolgersi nel modo più costruttivo, contando sulla disponibilità di tutte/i.
la segreteria USI AIT Amanda e Matteo

Cari compagni, La riunione della Coordinazione Rosso / Nera avrà luogo durante il fine settimana del ven 10, sab 11, dom 12 settembre a Udine in concomitanza con la festa dell’ USI. L'Odg, è stato predisposto nel corso della Riunione di Madrid del 15 maggio c. a.

a)Riattivazione della Coordinazione Rosso/Nera;
b)Eventuale stesura di un regolamento bas per la Coordinazione R/N;
c)regole per l'adesione;
d)lcreazione di un segretariato a rotazione;
e)Creazione di un sito web tre lingue e pianificazione dei contenuti;
f)Pianificazione delle azioni comuni e campagne internazionali;
g)fondo comune di solidarietà per le sezioni in difficoltà.

Durante l'incontro si terrà un dibattito pubblico sul tema "Crisi e lotte sociali" ed invitiamo tutte le organizzazioni a partecipare attivamente portando materiale sulle loro specifiche situazioni. Questo è il programma:
Ve 10/09/2010 Durante il pomeriggio: incontro e cena, concerti serali
Sa 11/09/2010 Dalle 9 alle 13 e 14-17 R / B Meeting Dalle 17.30 alle 20 dibattito pubblico "Crisi e lotte sociali" Concerti serali
Su 12/09/2010 Dal 9 al 12 Conclusione del Meeting

Per qualsiasi informazione:usiudine@gmail.com

Amanda: Matteo:suvarinteo@yahoo.it

Tommaso : ovaro3b10@hotmail.com

Nair: nairmagnaghi@hotmail.com

mercoledì 25 agosto 2010

IL DANNO E LA BEFFA DEGLI OGM:

Fidenato & Co. una cosa l’hanno capita, in Friuli è possibile “sperimentare” ciò che si vuole visto che gli amministratori di diverso ordine e grado sono sempre stati garanti nei confronti di inquinatori, devastatori e speculatori vari: dall’allucinante “corridoio 5”, i cui progetti trattano interi paesi come un lego da smontare e spostare pur di ricevere ultramilionari finanziamenti europei; al “progetto Aviano 2000” che regala un’enorme porzione di territorio agli USA per le guerre ai paesi poveri, rubando risorse e ricchezze al territorio, mentre inquinano le nostre falde, devastano tetti e muri delle case sotto i corridoi di volo e uccidono impunemente come nel Cermis; ed ancora, con il via libera a cementifici o inceneritori, come a Fanna di Maniago, condannando famiglie e bambini a respirare il “cancro” sottoforma di nanopolveri.
Ma perché sugli OGM la situazione è ben diversa e più grave di come appare mediaticamente.
L’Unione Europea e cioè la somma delle burocrazie dei governi nazionali, ha stabilito una “soglia” di tollerabilità di OGM nelle farine e questo è il primo dato: quando ci dicono che un prodotto è OGM FREE con ogni probabilità mentono, in realtà la presenza di OGM è nei limiti stabiliti “per legge”! Ma chi controlla negli stabilimenti di macinazione questa soglia? L’azienda stessa che produce le granaglie. E chi controlla i controllori? Nessuno nei fatti, l’ennesima burocrazia in teoria che non ha né fondi né mezzi per garantire alcunché: si può tranquillamente sostenere che il monitoraggio degli OGM è nel più totale caos.
Ma c’è di più: dalla testimonianza diretta di chi ha lavorato nel settore agro-alimentare risulta che almeno l’80% del mais prodotto nel Nord-est é contaminato da OGM. Questa é la grave situazione delle coltivazioni di mais in Friuli e Veneto! Lanciamo una sfida a chi può verificare in laboratorio quanto affermiamo: prelevate una decina di campioni di mais nei campi sparsi tra Pordenone e Treviso e si scoprirà che la maggioranza delle coltivazioni sono contaminate e che una parte di esse vanno oltre la soglia stabilita dalla legge (la legge UE stabilisce il limite sul prodotto finito non sul campo coltivato!) E’ più chiaro? Ed è chiaro perché Fidenato fa lo spavaldo? Tutta la manfrina che l’esponente del sedicente Movimento Libertario sta portando avanti, con l’ingenua reazione noglobal, si basa sulla consapevolezza di questa realtà: Fidenato lo sa bene come funziona e crediamo che lo sappia anche la Coldiretti o quantomeno una parte degli agricoltori perché i casi sono due: o chi coltiva compra le sementi all’oscuro fidandosi in buona fede delle multinazionali e coltiva così OGM senza saperlo, oppure sa che è possibile coltivarne in una certa quantità magari ricevendo sconti o “omaggi” dai fornitori.
La gravità della situazione è già avanzata e i furboni di Futuragra lo sanno, l’obiettivo è di alzare o liberalizzare il limite che di fatto già legalizza il mais geneticamente modificato.
Bisogna far uscire allo scoperto gli attori di questo teatrino, informare la gente davvero su cosa mangiano e sul pericolo che un’alimentazione e un’economia legata alle multinazionali procurerà: un ricatto vero e proprio che svincola completamente il profitto dalle regole nazionali o regionali obbligando il contadino a rifornirsi ed assicurarsi, ad esempio, solo dalla Monsanto (il 90% degli OGM coltivati sul pianeta sono suoi).
In ultimo bisogna spendere due parole per questi patetici “anarcocapitalisti” in salsa italica che sono talmente antistatalisti che s’appellano al peggio dello statalismo ovvero l’insieme delle burocrazie che parassitano a Strasburgo e peggio ancora mentre sbraitano contro i “violenti” e la “violenza” s’aggrappano con tanto di denunce a chi storicamente ne rappresenta il monopolio: lo Stato! Fateci un piacere lasciate stare gli anarchici e l’anarchismo che è una cosa troppo seria per dei padroni e padroncini con l’hobby per la filosofia.
A fronte delle continue devastazioni dei governi locali e regionali di varia casacca in Friuli Venezia Giulia son sempre sorti comitati o gruppi di opposizione agli scempi e a salvaguardia della salute, della giutizia e della libertà ed è dentro o affianco a queste realtà che ci troverete.

Iniziativa Libertaria - Pordenone

martedì 3 agosto 2010

FIAT. CONTRO IL COMANDO DEL CAPITALE, SOLIDARIETA' OPERAIA

Sono anni che il padronato italico vuole adeguare le normative e la prassi aziendali al
vento liberista anglosassone.
Più recentemente si è trattato di tentativi per eliminare
l'anomalia italiana, la Fiom, ma anche molto sindacalismo, quali titolari di funzioni
aziendali che vanno dall'intervento nell'organizzazione del lavoro alla
contrattazione di modalità di esecuzioni, di carichi di fatica e straordinari, ma
anche qualifiche e carriere.
L'obiettivo padronale è quello di limitare il ruolo sindacale alla semplice
contrattazione del prezzo di vendità della forza-lavoro, il comando sul
lavoro vivo torna al CAPITALE.
Nessun margine di azione ai delegati.
Il sindacato può ben gestire il cral, il fondo pensioni, quello
sanitario, ma deve cessare di essere agente contrattuale anche su qualità
ambientali, lavori usuranti, sicurezza sul lavoro.
Fiat diventa così punta di diamante della Confindustria, della controriforma sui
diritti dei lavoratori, accelera un disegno che il governo tarda a
concretizzare e che la mediazione con le parti sociali non recepisce se non su tempi
biblici.
Così facendo, FIAT spiazza i sindacati tutti, incluso Epifani che ha bisogno di
tempo per trasformazioni così drastiche e impolitiche.
Il nuovo modello contrattuale rivela tutte le implicazioni sottointese
alla stesura del gennaio 2009.
Il re è nudo.
Ma quanti sono disponibili a subire questa imposizione?
Marchionne accelerà con i licenziamenti di delegati perchè scopre che non
solo nei referendum, ma anche negli scioperi l'opposizione Fiom trova consensi più
ampli degli iscritti abituali, nonostante le difficoltà a partecipare a
scioperi dopo mesi di cassa integrazione passata e futura.
L'unica disdetta immediata è quella sui permessi aziendali e sindacali, con immaginabili
molti mal di pancia di delegati della burocrazia sindacale anche
concertativa: che senso ha iscrivirsi al sindacato e fare il delegato se si
riducono i "privilegi" del ruolo?
Ma non doveva essere Brunetta a fare da apripista nel pubblico?
La guerra di un Uomo contro lacci e lacciuoli, novello Ercole?
Avanziamo alcune ipotesi sulle prossime settimane.
La prima.
Dopo lo scorporo del settore auto dagli altri settori, Marchionne vuole
aumentare il valore azionario della Fiat con progetti stratosferici di
investimenti oculati e mirati per profitti futuri magnifici. Così valorizza
il prezzo degli azionisti storici e porta all'incasso le sue azioni
personali. Nel contempo aumenta il debito con le banche che sono contente
dell'incremento del "valore" Fiat.
La seconda.
Marchionne rincompatta il fronte Confindustria contro l'inefficenza del governo ed accelera in tempi meno paludosi una rivoluzione delle relazioni
industriali con vari attori compiacenti.
A Detroit con Obama dice:" Fiat fa quello che il governo(italiano) non fa"; un
progetto di crescita industriale per il paese. Batte cassa per ottenere il sostegno a
prossima rottamazione, visto che il mercato europeo è molto fiacco per il
settore auto piccola-media cilindrata.
Intanto...
con strano tempismo si crea la rottura tra Fini e Berlusconi, forse si prepara il
terreno per la discesa in campo di un uomo di Confindustria? Si potrebbero creare così le condizioni per costringere i
governi(presente e futuro) a destinare i famosi 30 miliardi chiesti dalla
Marcegaglia per reggere alla competizione.
Altrimenti si dimostrerebbero le difficoltà di fare impresa in Italia, soprattutto se si è
senza soldi, alimentando l'alibi a non fare nulla!
Una cosa è certa:
la concertazione è finita, l'impresa è oggi cardine dell'economia ed ogni altro
attore lo è davvero solo se dentro di essa e se assume l'impresa come il solo luogo per recitare il suo copione:
come azionista, come dirigente, come lavoratore.
A meno che, attorno ai soggetti ed agli organismi collettivi e di base in FIAT e nelle altre aziende,
non si coaguli una mobilitazione ed un movimento di solidarietà politica, sociale e sindacale che
contrasti oggi il progetto di Marchionne e del governo e ricostruisca autonomia, dignità e libertà di azione sindacale
dal basso, in ogni fabbrica in ogni categoria,
A questo lavorano gli attivisti sindacali anarchici e libertari.

Commissione Sindacale FdCA
agosto 2010

CELEBRAZIONE DEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI GIOVANNA ZANGRANDI (1910-1988)


SABATO 7 AGOSTO 2010
ORE 21.00
Auditorium Cos.Mo - PIEVE DI CADORE




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NEI TEMPI OSCURI
Spettacolo teatrale
- Musica e poesia contro le guerre -



Nei tempi oscuri, realizzato per la prima volta il 5 settembre 2009 in collaborazione con l’Associazione Volontari del Sangue (sezione di San Pietro di Cadore), è uno spettacolo che tratta il tema della guerra. Un viaggio che, attraverso un suggestivo susseguirsi di immagini, conduce dalla Bibbia fino alle memorie dei sopravvissuti al Lager e alle testimonianze degli orrori del Novecento, alternando letture a canzoni che affrontano lo stesso tema. Un percorso che accosta Primo Levi a Fabrizio De André, Bertolt Brecht a Francesco De Gregori, Giuseppe Ungaretti a Roberto Vecchioni, Roberto Saviano a Gerardina Trovato, le memorie di detenuti e prigionieri alle canzoni in ladino del Gruppo Musicale di Costalta.

STORIE DI (stra)ORDINARIO MEXICO-TERZA TAPPA: LA OTRA CAMPANA

In questa terza tappa sentirete estratti dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona commentati da compagni aderenti alla Otra Campaña: qui il nostro viaggio non è più fisico ma diventa sociale e si estende a tutto il territorio.
Vogliamo parlarvi dello sviluppo politico che in questi ultimi anni ha visto partecipare le realtà di movimento di tutti gli stati messicani. Vogliamo portarvi attraverso un paese infinitamente esteso: dai deserti del confine statunitense alle giungle del Chiapas, passando per montagne, spiagge, megalopoli e resti delle antiche civiltà mesoamericane.
Vogliamo raccontarvi le differenze e le complessità dei movimenti sociali degli Stati Uniti del Messico fatti di operaie ed operai, indigene ed indigeni, maestre e maestri, lavoratrici del sesso ed emarginati sociali.
Vogliamo analizzare il contesto in cui nasce e poi si sviluppa la proposta della Otra Campaña: in che modo movimenti e gruppi così diversi e lontani decidono di mettersi insieme e trovare un nuovo modo di fare politica?

SCARICATELO QUI:

http://www.archive.org/details/StorieDistraordinarioMexico-terzaTappaLaOtraCampaa

http://reporter.indivia.net/storie-di-straordinario-mexico-terza-tappa-la-otra-campana/



AVVERTENZE:
questa volta la puntata ci è sfuggita di mano e dura un'ore e dieci.
possiamo assicurare che meglio di così non si poteva fare perchè l'intervista era mooolto lunga (3h 30') e andava integrata con delle parti della Sexta. è comunque molto esaustiva perchè fa un veloce panorama della storia zapatista, della Sexta e della Otra (con accenni alla vicenda di Atenco). come sempre è con sigle iniziali, finali e pause musicali.

DIFFONDETELA E PROGRAMMATELA OVUNQUE!

venerdì 30 luglio 2010

nucleare sorpassato?, da indymediA

UN ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SU UNO STUDIO AMERICANO
Il solare costa meno del nucleare
Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L'energia atomica costerà sempre di più I costi di energia solare e atomica (da Ncwarn.org)NEW YORK - Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’ateneo. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh). Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse.COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.COSTI NUCLEARE IN CRESCITA - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.

martedì 27 luglio 2010

Aziende come caserme . La FIAT sceglie i licenziamenti e la repressione

Dopo le alte percentuali di voti contrari, astenuti e schede bianche a Pomigliano contro l'accordo stipulato con CISL, UIL, UGL e FISMIC, la FIAT ha scatenato una vera e propria azione di rappresaglia contro operai ed attivisti sindacali della FIOM e dello SLAI-Cobas in tutte le fabbriche del paese.

Se a Pomigliano resta alto il clima di intimidazione dopo il coraggioso NO uscito dal referendum, e si teme che con la costituzione della newco, si passi a licenziamenti di massa, a Melfi, a Mirafiori, a Termoli, a Cassino, la FIAT ha risposto pesantemente agli scioperi indetti contro l'aumento dei ritmi e contro il mancato pagamento del premio di risultato, ma soprattutto contro i licenziamenti mirati adottati dall'azienda alla Sata di Melfi, a Mirafiori. Ora è toccato ad un operaio a Termoli. Domani?

Passano i decenni e l'azienda non perde la sua vocazione storica di interprete inflessibile di quella strategia dell'azienda come caserma che ha segnato i corpi e la dignità di generazioni di operai nel tentativo di stroncare - invano - la loro combattività e la loro capacità di organizzare dal basso la lotta e la resistenza fabbrica per fabbrica.

Il piano Marchionne non è altro - dunque - che l'ennesima e più moderna versione di quel disegno padronale che in FIAT non ha mai tollerato alcuna opposizione ai piani di ristrutturazione e di dismissione di forza lavoro, ed ha sempre perseguito il pieno controllo sulla gestione dei tempi e dei ritmi di lavoro e sulle politiche salariali legate alla produttività.

Dopo Termini Imerese, abbandonata dalla FIAT ad un destino di dismissione che sta inesorabilmente per compiersi entro il 2011, con la complicità di istituzioni locali e sindacati collaborativi, ora teme la chiusura anche la fabbrica di Tychy in Polonia, dove il clima di intimidazione si riproduce senza tregua, dopo la lettera di solidarietà degli operai polacchi agli operai di Pomigliano.

La lotta alla FIAT, in Italia e non solo, si pone dunque come dimostrazione della possibilità di mobilitazione e di opposizione operaia ai piani aziendali che, in Italia, come in Polonia ed in Serbia, usano la crisi come arma di ricatto per piegare il lavoro operaio alla logica del profitto e dei dividendi.

Gli operai della FIAT hanno bisogno della solidarietà di tutti i metalmeccanici, di tutti i lavoratori dell'industria e del pubblico impiego; gli attivisti sindacali colpiti dai licenziamenti e dalla repressione hanno bisogno della solidarietà di tutte le organizzazioni sindacali per le quali il conflitto di classe e la partecipazione dal basso alle lotte ed alla resistenza delle strutture sindacali nelle fabbriche costituiscono obiettivi strategici fondamentali.

La solidarietà operaia deve stringersi intorno alle categorie ed ai lavoratori oggi più esposti e più impegnati nel rispondere al pesante attacco portato dal padronato, dal governo di turno, dalla repressione statale che non tollera più manifestazioni, cortei, presidi, slogan e nemmeno un po' di chiasso sotto le finestre del potere.

Solidarietà di classe e conflitto solidale internazionale

Per il reintegro degli operai licenziati,

per impedire la chiusura di fabbriche,

per fermare l'emarginazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici dal lavoro produttivo,

per restituire dignità al lavoro,

contro l'annientamento dei diritti e delle libertà dei lavoratori e delle lavoratrici,

contro la trasformazione della cig in mobilità per accelerare le dismissioni di personale,

contro la riduzione in merce e servi delle lavoratrici e dei lavoratori espulsi dalla produzione,

per una grande battaglia salariale alla FIAT, nei metalmeccanici, in tutte le categorie.

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

24 luglio 2010

venerdì 23 luglio 2010

iniziative di luglio aggiornate

  • 20,22,26 luglio – Bassano del Grappa

Non deleghiamo a nessuno la difesa dei nostri diritti!!

Dopo anni di iniziative e di lotta siamo riusciti a portare sul banco degli imputati i padroni: il 20,22,26 luglio prossimo si svolgeranno le ultime 3 udienze pubbliche del processo ai dirigenti della TRICOM GALVANICA PM di Tezze sul Brenta imputati di omicidio colposo nei confronti di diversi lavoratori dell’azienda.

Un procedimento che fin dall’inizio ha favorito in tutti i modi gli imputati, con la duplice richiesta di archiviazione, con l’accettazione del rito abbreviato/riduzione di 1/3 della pena), con l’esclusione di alcune parti civili, comitato compreso.

Invitiamo alla mobilitazione per i tre presidi davanti al Tribunale di Bassano previsti nei giorni delle udienze per evitare che ancora una volta la giustizia tenti di insabbiare le responsabilità dei padroni.

20-22-26 luglio 2010 – PRESIDIO davanti il Tribunale di Bassano del Grappa dalle ore 10.00

  • Sabato 24 luglio – Bassano del Grappa, Piazza Libertà – ore 18,00

“SENZA TEMPO” in Concerto
Canzoni popolari di lotta – Banchetti informativi

Comitato di difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio SaluteTezze.Splinder.Com – Salute.Tezze@Libero.it



I N C O N T R I D' E S T A T E
( 3a edizione )


Tonezza del Cimone (VI) - Terrazza di via Roma- Estate 2010

Sabato 24 luglio
Incontro con… FRANCESCO CODELLO

Presentazione dei libri “Anarchismi”(La Baronata) e “Né obbedire né comandare”(Elèuthera)

Sabato 31 luglio
LUIGI FABBRI
La controrivoluzione preventiva”

Il testo che Fabbri terminò di scrivere sul finire del 1921 recentemente


ristampato da Zero in Condotta. A cura del Nodo Sociale Antifascista Bolognese.

mercoledì 21 luglio 2010

Crisi a Conegliano? - i PARONI A CASA NOSTRA!

perche il lavoro bene comune sia difeso, redistribuito e retribuito. vi invito unitamente al Comitato per il Superamento della Crisi di Conegliano che si compone di lavoratori, cassintegrati, disoccupati, pensionati, studenti…cittadini uniti dalla comune intenzione di costruire un fronte unico a sostegno delle vertenze e delle lotte dei lavoratori sul nostro territorio a partecipare all’assemblea dibattito

i“PARONI A CASA NOSTRA” dall’APE all’INDESIT

giovedì 22 luglio alle ore 21:00 nuovo informagiovani p.le Zoppas (Biscione) a Conegliano

venerdì 16 luglio 2010

LA STRATEGIA DEL VAMPIRO !

Vampiri. Quelli veri. Quelli insaziabili di profitti, di lauti guadagni, di finanziamenti pubblici. Quelli che dopo aver spremuto sangue, sudore e lacrime dai lavoratori e dalle lavoratrici, li gettano per strada come inutili fardelli. Marchionne si nutre di uno stipendio da 5 milioni di euro, Bernabè di 4 milioni. Il primo, dopo avere chiuso la FIAT a Termini Imerese, ha inaugurato la strategia di sfondamento alla FIAT di Pomigliano: addio a norme e diritti conquistati con decenni di lotte sindacali e sociali e licenziamenti per i lavoratori che non ci stanno (vedi Melfi). Il secondo butta fuori dalla Telecom 3700 lavoratori. In entrambi i casi, questi campioni della borghesia buona, tanto cari al centrosinistra, scaricano sui lavoratori i costi di ristrutturazioni e scalate finanziarie sospinte dalla crisi; eppure queste imprese proprio in piena crisi, grazie ai sostegni di banche e governi, continuano a realizzare sontuosi profitti e dividendi per i propri azionisti ( Telecom quasi 2 miliardi nel 2009). Eccola qui la strategia del vampiro. Ecco il salto di qualità dell’offensiva padronale:

usare la crisi come arma di ricatto sociale e usare oggi -come ieri in passato altri governi e lo Stato tutto- l'esecutivo Berlusconi come strumento di sfondamento politico per delegificare sui diritti nel mondo del lavoro.

Il conto a chi guadagna poco più di mille euro al mese e a precari supersfruttati da 700 euro.

Questa offensiva richiede una risposta di pari radicalità. Di fronte ai ricatti ed ai licenziamenti non c’è nulla da negoziare: occorre battersi per il ritiro dei licenziamenti alla Telecom, per la disapplicazione dell’accordo a Pomigliano. La strada del negoziato a partire dai programmi padronali ha condotto milioni di lavoratori in un vicolo cieco. E’ il momento di mettere in campo la propria forza di lavoratori e lavoratrici per un livello di scontro qualitativamente nuovo, di fronte ad un padronato che si permette di farsi beffa dei lavoratori della Telecom annunciando i licenziamenti nello stesso giorno della sciopero aziendale. I padroni capiscono solo il linguaggio del conflitto, tanto più in tempo di crisi.

La vicenda Inse prima e la vicenda Alcoa poi, dimostrano che solo il conflitto organizzato e frontale porta a risultati: paga solo la lotta che non si fa imbrigliare da regole formali di un gioco truccato, che sfida la “legge” della proprietà, che non arretra di fronte alle minacce e alle intimidazioni dello Stato.

Se l’accordo di Pomigliano verrà generalizzato, occorrerà rispondere con una generalizzazione della lotta Fiat, come segnale indicatore per centinaia di vertenze in corso nella difesa del lavoro, per combattere i licenziamenti con la riappropriazione ed autogestione del lavoro nelle aziende che licenziano. Il coraggio dimostrato da quel 40% di NO operaio a Pomigliano, rivela non solo un dissenso sindacale ma un potenziale di ribellione sociale che prosegue con gli scioperi in corso in tutte le fabbriche FIAT.

A cui occorre dare sostegno e sbocco con mobilitazioni sindacali diffuse, dal basso, ricostruendo alla base la capacità di lotta e di rivendicazione.

Per la partecipazione alle lotte, per la democrazia diretta.

Per il lavoro, per il salario, per i diritti e le libertà sindacali.

Commissione Sindacale FdCA

Luglio 2010

martedì 6 luglio 2010

Solidarietà al compagno Fulvio Flammini

CGIL TRENTO: I CAMINIOSTI HANNO SCIOPERATO PRESIDIANDO LA SEDE DELLA CGIL, INCATENANDOSI, PER PROTESTARE CONTRO IL LICENZIAMENTO DEL SINDACALISTA FULVIO FLAMMINI.

Nel pomeriggio di oggi, a seguito di un’assemblea sindacale, i lavoratori della Multipli Arcese Spa apprendendo la notizia dell’allontanamento dal suo incarico di responsabile trasporto merci della Filt Cgil dello storico sindacalista Fulvio Flammini, autorevole figura della sinistra sindacale della Rete28Aprile, hanno attivato una protesta indirizzata ai vertici dell’organizzazione, cantando slogan e legandosi con una catena all’entrata della sede di via Muredei.
I lavoratori hanno chiesto a gran voce e determinazione che Flammini sia confermato nel suo incarico, quale unica garanzia per poter continuare a ricevere da parte della Filt Cgil una tutela contrattuale individuale e collettiva concreta, professionale e di qualità.
Erano presenti anche altri delegati sindacali delle aziende di trasporto, della Trasco Srl, S.A.E. Spa e Corriere Rosa Snc, oltre a lavoratori e sindacalisti della minoranza interna della “La Cgil che Vogliamo”.
Con determinazione i lavoratori del settore stanno raccogliendo firme e hanno già annunciato che se la situazione non si sbloccherà a breve e non si ripristineranno principi democratici e pluralisti con la riconferma di Fulvio Flammini nel suo incarico, si attiveranno per altre e più decise iniziative anche eclatanti.

RSA Multipli Arcese Spa
Rsa Trasco Srl
Rsa S.A.E. Spa
Rsa Corriere Rosa Snc
Trento, 5 luglio 2010

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO VICENZA EST

Vicenza, con la base militare Dal Molin in rapida costruzione, la città in mano ai militari e le guerre che continuano non c’è nulla da festeggiare ! Il sindaco di Vicenza Achille Variati annuncia in televisione e sulla stampa con grande enfasi e soddisfazione che, dopo il viale della Pace (situato di fronte alla base militare USA Ederle) e il villaggio della Pace (area residenziale dei militari USA) il Governo Berlusconi, per ribadire il concetto, vorrebbe istituire in città anche il Parco della Pace, proprio vicino alla nuova enorme base in costruzione, il Dal Molin.Soddisfatti, anzi molto soddisfatti, i Comitati del No/Presidio permanente (che appoggiano il sindaco) e quelli del Sì alla base militare Dal Molin (dalla parte del Governo). La Caserma Ederle intanto riapre le porte ai visitatori e festeggia il 4 luglio. Il Presidio prepara un concerto.La parola che ricorre più spesso sulla bocca del sindaco Variati e di altri politici è da giorni riconciliazione, bisogno di riconciliazione (che può essere letto più chiaramente: i lavori proseguono rapidi e indisturbati, arrivano nuove truppe per fare la guerra a cui noi non ci siamo mai opposti, nessuno si azzardi a contestare, se stiamo buoni ci danno anche un parco cittadino, questa è la democrazia, anzi di più, diremo che è una grande vittoria della democrazia e della partecipazione). Infatti, questo è stato detto. Nessuna parola sulle vere finalità del progetto di occupazione militare, che vede partecipi e complici le istituzioni ai vari livelli: guerre ai poveri, distruzione sistematica dell’ambiente, occupazione militare crescente del territorio.Si parla pertanto apertamente, dopo tanti doppi giochi e finte opposizioni, di compensazioni ottenute nella trattativa, tra cui una tangenziale, utile proprio, guarda caso, a unire la base 1 e la base 2 di Vicenza, la Caserma Ederle e l’area militare in costruzione Dal Molin. Compensazione o piuttosto integrazione al progetto di città militare?Anche il parco della Pace, se si farà, è in questo contesto torbido e diseducativo, funzionale alla retorica di guerra e alla militarizzazione. Un parco della Pace attaccato a una base di guerra? Perché il Governo e il sindaco insieme lo vogliono se non per coprire oggi e domani le attività delle basi militari? Va detto che non è la prima volta, anzi, che i sostenitori attivi delle guerre e delle basi militari usano il termine pace per perpetrare ingiustizie enormi ed giustificare massacri e devastazioni. Accade continuamente purtroppo, fa parte di una strategia di controllo e disinformazione ben studiata.Lo hanno fatto nel tempo dittature e regimi e lo fanno oggi i paesi della NATO per giustificare le guerre in Medio Oriente e i progetti di controllo militare dell’Africa .... Noi non approviamo questa superficialità e siamo contrari a questi tentativi di falsificare la realtà e ridurre tutto, è proprio il caso di dirlo, al proprio giardino. La nuova grande base militare Dal Molin è in costruzione, fa spavento solo a vederla da lontano e non c’è nulla da festeggiare di fronte all’invasione di soldati che si prospetta.Non vi fate ingannare dal governo, dal sindaco e dai militari che stanno agendo insieme per coprire la realtà: le guerre e le occupazioni continuano drammaticamente, i fatti sono questi. La città di Vicenza ha una base militare in più che si aggiunge alla Ederle, alla Gendarmeria Europea e al COESPU, al sito Pluto e a molte altre strutture collegate fra loro.Non chiudiamo gli occhi, alziamo la testa e lottiamo insieme !

Il Comitato degli abitanti e lavoratori di Vicenza Est - Contro la costruzione di una nuova base a Vicenza - Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)