ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

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lunedì 30 settembre 2013

Antigone all'Ateneo degli imperfetti

Sabato, 05 Ottobre, ore 17.30 – Ateneo degli Imperfetti L’Antigone di Sofocle la più “anarchica” tragedia dell’antica Grecia, viene presentata all’Ateneo degli Imperfetti in una personale elaborazione e interpretazione di Ulderico Manani, attore regista, scenografo, con l’accompagnamento musicale di Ulisse Fiolo. Il monologo di Manani dal titolo “Antigone culmine estremo”, sarà preceduto da una introduzione del prof. Giorgio Brianese ( docente di ontologia dell’esistenza – Università Cà Foscari di Venezia ) che ci guiderà in questa straordinaria riflessione sul potere e l’antinomia spesso insita tra nomos, la legge e il senso di giustizia di ognuno di noi. Ateneo degli Imperfetti Via Bottenigo, 209 30175 Marghera (VE) tel. 327.5341096

Svendita Italia a loro insaputa

Primo piano di Giorgio Cremaschi - 26 settembre 2013 Ora governanti e manager dicono che non lo sapevano, preferiscono fare la figura dei cretini piuttosto che quella dei complici. Ma la svendita di Telecom è solo un altro atto di un percorso annunciato e realizzato da decenni, da parte di una classe politica e imprenditoriale che ha cercato di salvare se stessa e i suoi fallimenti con la vendita all'incanto dei beni del paese. E cha ha usato il liberismo, l'Euro e il fiscal compact. La Merkel come scusa e protezione del proprio potere. Ora dopo la svendita di Telecom alla principale concorrente, la Telefonica spagnola, assisteremo a qualche giorno di lacrime di coccodrillo e di compunte dissertazioni sulle politiche industriali e le riforme. Poi tutto continuerà come prima perché tutta l'Italia è in svendita. La Grecia dopo qualche anno di politiche di austerità europea ha conservato di suo il debito pubblico e la polizia che bastona chi protesta. Tutto il resto è venduto, appaltato, posto sotto controllo estero. Noi, più lentamente ma altrettanto inesorabilmente, stiamo percorrendo la stessa strada. Perché abbiamo la stessa classe dirigente. Il governo, se durerà, ha pronto un piano di privatizzazioni che non può che riguardare ciò che resta del patrimonio produttivo. Ansaldo Energia è già in vendita, seguiranno Enel, ENI, Finmeccanica, Fincantieri e Trenitalia, che opportunamente è già stata separata dalla rete delle ferrovie locali e pendolari in disarmo, per le quali non si spende nulla. E per chi non è d'accordo ci sono le truppe di Alfano e i teoremi di Caselli. Alitalia è già francese nonostante il paravento berlusconiano degli imprenditori patriottici, tra cui Riva, sì proprio lui, e Colaninno grande affondatore della Telecom, che aveva scalato con la benedizione di Massimo D'Alema. Le banche privatizzate sono state oggetto e soggetto sia delle svendite sia dei disastri industriali, dalla Fiat alla Pirelli a tutto il Made in Italy. Ed è bene ricordare che tutta la politica delle privatizzazioni dissennate degli anni 90 ha come autori principali Ciampi e Prodi, che Putin ha definito l'altro suo amico italiano assieme a Berlusconi. Anche nel disastro industriale del paese trionfano le larghe intese e non da oggi. La vera differenza tra PDl e PD è che il primo è il partito di un solo padrone, mentre il secondo vuole rappresentarli tutti. E tutti assieme controllano la formazione del senso comune , in modo che anche i cittadini vivano, senza colpa, a loro insaputa. Sono due mesi che la casta politica,manageriale e finanziaria ci spiega che c'è la luce in fondo al tunnel. È una balla, ma come si fa a non crederci visto che il Presidente della Repubblica invoca e impone stabilità proprio sulla base di essa. Intanto i dati sul reddito di una delle province più ricche d'Italia, Brescia, parlano di tutta un'altra storia. Nel 2011, quando il peggio della crisi doveva ancora venire, il reddito medio della provincia lombarda è calato dell'11% rispetto all'anno precedente, meno 2500 euro su poco più di 20000. E sappiamo che questa è una media del pollo perché nella crisi i più ricchi si arricchiscono. Eppure secondo l'Istat la gente vede rosa e questo ottimismo può essere speso in Borsa e soprattutto per salvare il governo delle larghe intese. Ottimismo diceva Tonino Guerra in una pubblicità, chi non è ottimista è un disfattista. Andrà avanti, anzi indietro, così fino a che ci sarà una rottura con le politiche economiche italiane ed europee di questi ultimi trenta anni. E fino a che la classe politica e imprenditoriale responsabile, anche a sua insaputa, di esse non verrà mandata a casa. Uno ai domiciliari, a casa gli altri responsabili del disastro, a partire dal loro massimo rappresentante Giorgio Napolitano. www.rete28aprile.it -- Newsletter di del sito Rete28aprile.it web: http://www.rete28aprile.it Iscrizioni: retenews-subscribe@liste.rete28aprile.it Cancella: retenews-unsubscribe@liste.rete28aprile.it

Grecia / Siria

da http://www.anarkismo.net/article/26261 apprendiamo che due mesi fa sul quotidiano greco di estrema destra "Democratia" è apparsa un'intervista ad un esponente del gruppo nazional-socialista Mavros Krinos. Si tratta di un gruppo che ricorre all'uso delle armi, all'azione diretta ed ha una struttura di base non gerarchica, orizzontale e democratica, pur perseguendo obiettivi tutt'altro che democratici. Il 15 giugno scorso hanno rivendicato sul loro blog l'aggressione a Parigi al ministro greco Evangelos Venizelos con una lattina di una bevanda frizzante che gli hanno tirato addosso. Si definiscono un esercito dei cittadini della classe operaia, altamente politicizzati, che combattono le corrotte politiche partitiche e sono ben consapevoli dei piani delle potenze internazionali e degli squali globali. Questo gruppo è presente in armi in Siria a fianco delle truppe governative. In Siria, dove combattenti greci sarebbero presenti da 2 anni, si sono distinti a fianco di Hezbollah nella battaglia di Al-Quasar. La Siria, secondo loro Magna Graecia (come l'Italia meridionale del VIII-IV secolo a.c), è etnicamente composta di abitanti di origine greca.

Prometeo ribelle e violento - edizioni All'insegna del Gatto Rosso

Dino Erba e molti altri... Prometeo ribelle e violento La violenza nella lotta politica Dalla violenza individuale alla violenza di masse Appendice La Sinistra comunista «italiana» e l’incendio del Reichstag Agustín Guillamón Barcellona ’36: la fame e la violenza All’Insegna del Gatto Rosso, Milano, 2013. Pp. 224. Contributo €15 (comprese le spese di spedizione) Richiedere a: dinoerba@libero.it/ N ell’evoluzione de rapporti umani, la violenza, ovvero la prevaricazione e la soppressione di un essere umano da parte di un suo simile, è apparsa in tempi abbastanza recenti, tempi «storici», quando in seno a una comunità sono emersi contrasti generati da contrapposti interessi, che non trovavano altra possibilità di mediazione. Ciò è avvenuto solo dopo che una comunità aveva raggiunto una consistenza numerica che comportava una struttura organizzativa in cui la definizione dei ruoli assumeva crescenti articolazioni, creando i presupposti a gerarchie non più riconducibili alle funzioni strettamente determinate dalla produzione e riproduzione della specie. In quelle condizioni, la violenza iniziò a intervenire come mezzo per regolare i rapporti, sia all’interno di una comunità sia tra una comunità e un’altra comunità, esterna; in questa seconda ipotesi. la violenza prendeva quelle caratteristiche che sono state definite con il termine «guerra». In un caso o nell’altro, a quei livelli dell’evoluzione sociale, la violenza era un fenomeno del tutto eccezionale e come tale è stato a lungo vissuto ed esorcizzato. Erano comunque scontri non più cruenti di una partita di rugby. La violenza ha assunto significato politico solo quando è diventata lotta di classe (o delle classi), passaggio che si è verificato in seguito alla dissoluzione delle antiche comunità e la nascita delle quindi, delle società antagonistiche, fondate sulla proprietà privata. Questo passaggio è avvenuto nel corso di molti secoli e con modalità tutt’altro che omogenee. Solo in epoca recente (e in parte recentissima), la violenza presenta quelle caratteristiche con le quali ci confrontiamo oggi. Con l’affermazione delle società antagonistiche, la violenza diventa lo strumento grazie al quale la classe dominante mantiene il proprio dominio. Ma, in quanto tale, il dominio deve essere mistificato, capovolgendo i reali rapporti sociali, di modo che ricada sui dominati la responsabilità della violenza che, in questo caso, altro non è che ribellione contro l’oppressione e lo sfruttamento. I l libro raccoglie articoli pubblicati da «Prometeo» (il giornale della Sinistra comunista «italiana» durante l’esilio del «Ventennio»), in cui sono descritti molti esempi di risposte violente, individuali o di gruppo, raramente di massa, alla reazione fascista e statale. Sono azioni che, anche quando sembrano avulse da una logica politica formale, rientrano invece nel contesto complessivo di quegli anni, connotato dallo scontro tra i proletari – italiani ed europei, soprattutto, ma anche di altri Paesi –, con le rispettive borghesie dominanti, le quali stavano sviluppando nuove forme di gestione politica. Fu una trasformazione traumatica che, a distanza di tempo, ha trovato molte spiegazioni ma che, in «corso d’opera», si manifestava con formule del tutto inedite nella storia del movimento operaio e proletario, che dovette fare i conti con frutti avvelenati sorti dal proprio seno: il fascismo e lo stalinismo. Entrambi avrebbero contribuito a coinvolgere la maggior parte dei proletari in prospettive catastrofiche, la guerra. Il coinvolgimento fu però tribolato e fu occasione di molti violenti episodi di lotta politica che, in quei frangenti, furono spesso individuali. L’antologia è divisa in due parti La prima parte propone articoli della fine degli anni Venti e dei primi anni Trenta. Sono commenti a episodi avvenuti in Italia, in Francia e in Belgio, ma anche in altri Paesi. Alcuni sono piccoli fatti o gesti individuali. Sullo sfondo, la solidarietà, negletta cenerentola. La seconda parte riguarda Marinus van der Lubbe e l’incendio del Reichstag. Anche questi sono scritti di «Prometeo», furono pubblicati nel 2011 nel libro Marinus van der Lubbe. La Sinistra comunista e l’in-cendio del Reichstag, oggi esaurito. L’Appendice esamina sotto il profilo storiografico la controversa vicenda degli Arditi del popolo e la Guerra di Spagna, affrontando la questione specifica della lotta al fascismo. Infine, i Profili biografici dei militanti della Sinistra comunista «italiana» citati nel libro e protagonisti delle lotte.

Coro anarchico a Marghera - Ateneo degli imperfetti

Cari amici e compagni, con l’inizio delle attività dell’Ateneo è ricominciata anche quella del coro “degli Imperfetti”. Dopo l’abbandono della direzione del coro di Laura Copiello per motivi di salute (a Laura vanno tutti i nostri auguri perché possa ristabilirsi presto e la nostra affettuosa gratitudine per il lavoro svolto), c’è quest’anno una grande novità: la nuova maestra è Giuseppina Casarin (Beppa), straordinaria interprete di canti popolari. Ci sono anche novità nel repertorio, improntato quest’anno sui Canti contro la guerra. Canti antimilitaristi, di matrice sociale ma anche d’amore e non solo…. Il lavoro di Beppa, iniziato da poco ha già suscitato l’entusiasmo dei coristi per questa nuova avventura. Se qualcuno è interessato a partecipare, può telefonare al seguente numero: 327.5341096 o inviare una mail a: arttele@gmail.com Saluti libertari. Elettra Ateneo degli Imperfetti Via Bottenigo, 209 30175 Marghera (VE) tel. 327.5341096

Francia - I Rom, capri espiatori ad uso deipolitici

La campagna per le elezioni amministrative è iniziata ed i politici fanno a gara a fare leva sul razzismo. Per due ragioni: la prima è che secondo loro è ciò che l'elettorato vuole sentirsi dire, e la seconda è che mentre i media non fanno che parlare di questo, la gente non bada alla disoccupazione, alla povertà ed alla distribuzione della ricchezza. Una settimana la campagna razzista colpisce i musulmani e quella dopo tocca ai Rom. In Francia ci sono circa 20.000 Rom provenienti dall'Europa dell'Est. L'Unione Europea ha creato un regolamento speciale per i Rom: hanno il diritto di stare ma non quello di lavorare. Niente reddito, niente casa, migrazioni di gruppo...ed ecco disposte le condizioni per la creazione delle baraccopoli di cui i politici ed i media parlano così tanto. Nel frattempo, crescono le menzogne. L'estrema destra, per bocca del suo portavoce Manuel Valls, dice che i Rom sono destinati a far ritorno nel loro paese di origine oppure che non si vogliono integrare, fatto salvo per pochissime famiglie. Logicamente, dato che Valls suona la musica che piace al governo su questi temi, sono aumentati gli sgomberi massicci dai campi e dalle baraccopoli: nel 2012, sono state sgomberate più di 11000 persone da luogo in cui vivevano; nei primi sei mesi del 2013, la cifra è superiore a 10mila. E durante l'estate altre 3700 persone hanno perso le loro case, che sebbene precarie sono pur esistenti. Non facciamoci prendere in giro e non facciamoci distrarre. I nemici sono sempre le banche, i capitalisti ed i governi e non i poveri di ogni dove! Alternative Libertaire 26 Settembre 2013 Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali Link esterno: http://alternativelibertaire.org

Presentazioni del fumetto su Nestor Makhno "La rivoluzione russa in Ucraina" - Carrara

Venerdì 4 ottobre alle 17.30 presso la sala di rappresentanza del comune di Carrara, verrà presentato per la prima volta il fumetto di Jean Pierre Ducret "La rivoluzione russa in Ucraina" su Nestor Makhno, il rivoluzionario anarchico. Sarà presente l'autore insieme a Dominique Stroobant e verranno per l'occasione esposte alcune tavole originali. La presentazione verrà ripetuta domenica 6 ottobre, alle Vetrine dell'editoria anarchica di Firenze, alle ore 18.50, sarà anche in questo caso presente l'autore che presenterà insieme a Riccardo Villari. Non mancate! (Dall'introduzione al volume) Nestor Ivanovič Makhno ha avuto il discutibile privilegio di dare il proprio nome a un movimento rivoluzionario, il makhnovismo, a un'armata partigiana, la makhnovicina e infine, all’intera “epopea” della guerra insurrezionale contadina dell’Ucraina. L'opera che vogliamo presentarvi è particolarmente meritoria, anche per lo strumento di cui si avvale, il fumetto. Ma non in quanto mezzo “basso”, popolare, utile col suo procedere semplificatorio alla volgarizzazione per immagini. Tutto al contrario: qui il fumetto diventa lo strumento narrativo ideale per restituire – attraverso la stratificazione e la contrapposizione di memorie, documenti, racconti – la complessità, le contraddizioni, le emozioni del vissuto dei protagonisti nella loro sfaccettata interezza. Il labirinto di immagini che si apre al lettore, con la sua grafica evocativa un po’ retrò, cifra di un amore tenace e minuzioso per un’altra epoca e per altre prospettive, riesce felicemente a ridar vita e attualità a quell’epoca e a quelle prospettive; restituisce al presente lo spirito della rivoluzione passata. Quindi chi si appresta a leggere non si aspetti un romanzo d’appendice o una “chanson de geste”, e ancor meno un'opera divulgativa o di propaganda. Bensì un piccolo “trattato per immagini” che ripercorre la memoria e le memorie dei protagonisti, dei testimoni, delle vittime, dei carnefici. Più info qui: http://bagcarrara.wordpress.com/2013/09/24/1124/ -- Biblioteca Archivio Germinal Carrara www.bagcarrara.wordpress.com Piazza Matteotti n. 31 Piano II Carrara (MS) 54033 casella di posta 14

lunedì 23 settembre 2013

Programma 6° vetrina dell'editoria anarchica e libertaria . Firenze 4 - 5 - 6 Ottobre 2013

PROGRAMMA DELLA 6a VETRINA DELL'EDITORIA ANARCHICA E LIBERTARIA, FIRENZE 4 - 5 - 6 OTTOBRE 2013 Saluti libertari a voi tutti Saletta primo piano VENERDI 17,30-18,10 ALBERTO PRUNETTI: "Amianto, una storia operaia" 18,20-19,00 CIRCOLO BERNERI DI BOLOGNA: "A testa alta" di Antonio Senta 19,10-19,50 ENRICO MALTINI E GABRIELE FUGA: “e 'a finestra c'è la morti Pinelli, chi c'era quella notte” 20,00-20,40 EDOARDO OLMI E MATTEO PODRECCA: “Subversions II” di Anarchist Writers Bloc 20,50-21,30 Italino Rossi: volumi sulla storia dell'Unione Sindacale Italiana (USI-AIT) 21,40-22,20 C.I.R.A.Marseille: - “GARI” par Gilbert Roth. SABATO 10,30-11,10 DAVIDE TURCATO: -Presentazione di progetti editoriali a livello internazionale riguardanti Malatesta 11,20-12,00 GIUSEPPE AIELLO: “Urupia: a casa di persone che non cercavano l'isola felice, e infatti non l'hanno trovata » con Thea e Agostino di Urupia e degustazione di vini 12,10-12,50 ARCHIVIO GERMINAL di Carrara: “SottoControllo” con Cecilia Biancalana e Davide Calenda 13,00-13,40 EDIZIONI ELÈUTHERA: -Filippo Trasatti e Massimo Filippi "Crimini in tempo di pace" 13,50-14,30 EDIZIONI ZERO IN CONDOTTA: "La clown di Dio" di Monica Cerutti Giorgi e Mara Paltrinieri 14,40-15,20 SICILIA PUNTO L: “ Lottavo romanzo” di Marco Sommariva 15,30-16,10 EDIZIONI ELÈUTHERA: -Gianfranco Ragona e Devis Colombo “La comunità anarchica” di Gustav Landauer 16,20-17,00 BFS EDIZIONI Pisa: -Alessandro Luparini e Luigi Balsamini “Nostra patria è il mondo intero" 17,10-17,50 MARTINA GUERRINI: - “Donne contro” 18,00-18,40 GIUSEPPE AIELLO: “ Kronštadt nella rivoluzione russa” di Tomasz Parczewski - 18,50-19,30 EDIZIONI LA BARONATA: -Presentazione delle proprie edizioni 19,40-20,20 CENTRO STUDI STORICI DELLA VAL DI PESA: -Atti del Convegno “Pedagogia e autogestione nei Campeggi chiantigiani degli anni Settanta” A.Ciampi-S.Mori, 20,30-21,10 LIBERTARIA annuario: “L'anarchismo oggi. Un pensiero necessario” con Stefano Boni, Luciano Lanza e Andrea Staid 21,20-22,00 CLAUDIO VENZA: -,“Anarchismo. Le idee e il movimento” di Gianfranco Ragona DOMENICA 10,30-11,10 ENRICO MANICARDI: - “L'ULTIMA ERA" 11,20-12,00 GALZERANO EDITORE: Bozza del volume di imminente edizione “PAOLO LEGA” 12,10-12,50 PATRIZIA “PRALINA” DIAMANTE: -Presentazione del libro: “Lo statuto dei gabbiani, da Ormai è fatta! alle poesie, vita e opere del bandito gentile” di Horst Fantazzini 13,00-13,40 GREEN RIOT: - Relazione “Antispecismo è antifascismo, antispecismo è anticapitalismo” 13,50-14,30 FRONT LIBERTAIRE SAINT NAZAIRE : -Causerie sur l'aéroport de Notre-Dame des Landes 14,40-15,20 ALESSANDRO AFFORTUNATI:- “Fedeli alle libere idee. Il movimento anarchico pratese dalle origini alla Resistenza” con Giorgio Sacchetti e Andrea Giaconi 15,30-16,10 SANTO CATANUTO: "L’anarchismo a teatro, drammi e bozzetti di lingua italiana (1871-2011)” 16,20-17 EDIZIONI LA FIACCOLA: - ”Le veridiche avventure di Jean Meslier curato, ateo e rivoluzionario” di Tierry Guilabert 17,10-17,50 CO-EDIZIONE, MORI’S-ARCI S.CASCIANO V.P.: “Il mondo è il tuorlo di un uovo sodo” a cura di Stefania Mori, ARCI San Casciano V.P. 18,00-18,40 STEFANO BONI, EDOARDO OLMI, EUGEN GALASSO: “Trascendenza delle istituzioni politiche, nuovi dispositivi di potere e movimenti sociali emergenti” 18,50-19,30 BIBLIOTECA ARCHIVIO GERMINAL Carrara: fumetto “Makhno” di Jean Pierre Ducret. 19,40-20,20 BIBLIOTECA TERRA LIVRE:: Grupos de Estudos e Espaços Autônomos: Práticas Contemporâneas de Educação Anarquista, Rodrigo Rosa 20,30-21,10 LEONHARD SCHAEFER E PATIZIA CREATI: -Presentazione/lettura "Pietro Gori e Erich Mühsam- due poeti anarchici a confronto" Sala piano terra VENERDI 17,00 – 17,45 APERTURA IN MUSICA CON LA “CONTROBANDA” 17,45 – 18,30 RAPI CAVOLI JAZZ: -Concerto 18,30-19,30 “CENERENTOLA” :Conferenza “Politica e antipolitica” con Luciano Nicolini 19,30-20,15 MEILLE: -Chanteur guitariste, avec son répertoire et ceux de Brassens et Ferré 21,00-22,00 TheatriKos compagnia: -“MARCOS - MOLTITUDINE INSONNE” drammaturgia e regia di Aniello Ciaramella 22,00-22,45 EDITORE TUTL: Fabio Bonvicini e Francesco Benozzo concerto«Libertà l'è morta» « Anarchia e quarto umanesimo » 22,45 “BERRETTO FRIGIO” Cantate di lotta e di resistenza SABATO 11,00 ARCHIVIO FAMIGLIA BERNERI-A.CHESSA: -Dibattito sul libro di Gianpietro Berti “Libertà senza rivoluzione” 14,15-14,45 FILMIKA:-Video/ trailer “La memoria dovuta – storia di gente e di luoghi anarchici italiani” di Fabiana Antonioli 14,45-15,30 CIRCOLO BERNERI di Bologna: -Presenta: -”DIFESA LEGALE- Note per una maggiore consapevolezza" dell'Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione. 15,30-17,30 PINO CACUCCI, ALESSIOLEGA : -"Ribelli senza rimorso" 18,00 U.S.I. - ATENEO LIBERTARIO di Firenze: -Dibattito: “L'Anarcosindacalismo nella crisi del capitalismo globalizzato - tra lotte rivendicative e sperimentazione autogestionaria » Relatori:Pedro Serna (CNT – AIT), Enrico Moroni (USI- AIT),un compagno dell'USI sanità Milano 20,30-21,00 KRONSTADT - CIRCOLO P. GORI di Volterra: - docu-film “Alabastrai” 21-21,30 LABORATORIO AMALTEA -Teatro Contadino Libertario-: -Corto teatrale «Il fantoccio meccanico» 21,30-22,15 “ControCanto “Canti e canzoni popolari 22,15–23 ALESSIO LEGA e GUIDO BALDONI: - concerto «Mala Testa» 23 IL GENERALE: -MARK-ONE backed by DANGEROUS BAND concerto DOMENICA 14-14,45 MAURIZIO BIGNARDELLI: -Concerto “Per Iside e Venere a Norba”; video “Isis und Venus” 14,45-15,45 PAOLO RASCONÀ E ANDREA MOTTA: -documentario “Siam del popolo gli arditi” 15,45-16,30 SACRED DRUMS: -”I nativi americani nel terzo millennio” 16,30-17,30 DIESIS TEATRANGO: -“Sacco e Vanzetti una storia italiana” regia di Moreno Betti 17,30-18,45 FABRIZIO FANTINI E LUCIANO ATTINÀ: - rockumentario “Punk.A.BO – l'aspetto punk di Bologna” 18,45-19,45 SICILIA LIBERTARIA: - documentario sul MUOS “ Come il fuoco sotto la brace” di Giuseppe Firrincieli 20,00-20,45 PUNK SKA "CAUSA": -Concerto "Resistenza ai tempi di Muhsam e d'oggi" 21,00-21,45 BANDA LIBERATORI IN CONCERTO.

Fuorisalone libertario: tre giorni di condivisione e libertà - tirando le somme - comunicato stampa

Nonostante il veto imposto dall’assessorato alla cultura allo svolgimento presso la sala esposizioni della Rocca Malatestiana dell’iniziativa, il Fuorisalone libertario ha concluso ieri felicemente il suo programma. Si è trattato di un percorso costruito assieme ad altre/i sul lavoro che l’associazione culturale Alternativa libertaria ha svolto durante tutto l’anno, la nostra onlus è sempre inserita nel tessuto culturale della città con l’Archivio biblioteca a Fano 2 e la cogestione della saletta mostre ‘Infoshop’ di via da Serravalle. Il 6 settembre, nei giardini pubblici antistanti la Rocca in collaborazione con l’Archivio biblioteca “E.Travaglini” , abbiamo svolto la presentazione del libro “Joyce Lussu. Un’eretica del nostro tempo. Gli interventi di Joyce Lussu ai meeting anticlericali”, avevamo scelto un preambolo ironico (“A volte ritornano”) per ricordare il passato di quello spazio storico della città e certo la reazione scomposta dell’assessorato ha dato segno di grande superficialità, ottenendo come risultato di impedire che le relazioni sul libro dedicato a una donna nota in tutto il mondo, e medaglia argento della Resistenza, si svolgessero su un prato nel più assoluto disagio. Sabato 7, grazie all’ospitalità di casa Archilei, si è svolta la parte centrale dell’iniziativa, “Tutta mia la città”, sull’abitare la città e l’uso degli spazi urbani in tempi di crisi. A condurre il seminario i nostri ospiti di “Babel-abitare critico” Francesca Iovino e Francesco Ronconi noti per aver realizzato strutture per la socialità urbana e progetti di autocostruzione in Europa ed oltre. Sulla progettazione condivisa degli spazi urbani, sul diritto degli abitanti all’uso della città, sul riciclo e riuso dei materiali e sull’autocostruzione, il seminario è proseguito con un workshop sul concetto di Parco urbano presso il Campo di aviazione, domenica mattina. Il workshop ha permesso il passaggio di conoscenze ed esperienze importanti; progettare la città diviene un progettare assieme dei cittadini, la cittadinanza torna a discutere delle proprie esigenze di fruizione degli spazi, diviene “cittadinanza creativa”… si confronta con la realtà dei luoghi pubblici presso cui vive cercando di trovare soluzioni concrete al disagio, recuperando luoghi abbandonati ma anche riprendendo potere sugli spazi che le sono stati tolti da chi manovra interessi economici legati alla cementificazione. Certo il discorso sulla libera fruizione degli spazi pubblici, sul concetto di rispetto e responsabilità dei cittadini che sono in grado di autogestire i luoghi della città è stato tragicamente smentito a Fano dal la censura sul Fuorisalone, in realtà nella nostra città la fruizione dei luoghi pubblici continua ad essere gestita politicamente dal Patrocinio comunale, sorta di “placet” che viene concesso dall’alto. Lo spazio è “concesso” è non è accettata la visibilità vera verso la città di soggetti non uniformi a quello che viene ritenuto il “pensiero unico” dall’amministrazione. Infine, nonostante l’espulsione dalla Rocca, con l’ardito lavoro della ragazze di Femminismi, è stato possibile per i fanesi vedere almeno due delle tre mostre in programma, domenica pomeriggio presso l’Infoshop di via da Serravalle: la mostra delle tavole originali del fumetto “Suore Nija” edito da Starcomics (una delle più importanti case editrici di fumetto in Italia), ed “L-volution”, una esilarante mostra delle vignette di Maureen Lister pubblicate dalla rivista lesbica “Towanda!” negli anni ’90. La presenza di Vanessa Cardinali, artista marchigiana autrice di “Suore Ninja” ha permesso una divertente e gioiosa discussione sulla visione della misoginia vaticana da parte di giovani della generazione anni ’80, con tanto di autografo sugli albi. Chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine fanesi, in conclusione del Fuorisalone, di non accettare la “tutela” morale e politica di questa Giunta comunale sulle proposte culturali pubbliche alla città: è stata tolta alla cittadinanza la possibilità di visitare la Rocca malatestiana usufruendo anche della nostra offerta culturale che è fatta di confronto e apertura alla diversità. Ma questo Fuorisalone è stato un successo che rafforza una visione libertaria degli spazi pubblici e della libertà di parola per promuovere una cittadinanza creativa, la ‘creative citizenship’. Ringraziamo tutte le associazioni che ci hanno sostenuto e hanno firmato con noi la nota di venerdì scorso. Alternativa libertaria, 9 settembre 2013. altlib@altraofficina.it

ILVA : LA NAZIONALIZZAZIONE COME SOLUZIONE?

Di fronte all'evolversi della tragedia ILVA, da più parti si invoca la nazionalizzazione come risposta alla strafottenza e all'arroganza della famiglia RIVA, una risposta radicale e di classe che tramite esproprio salverebbe capre e cavoli, letteralmente produzione e ambiente. Come quando a suo tempo si parlava di nazionalizzazione delle banche. Peccato che non sia così. Chi invoca lo Stato a garante della collettiità fa finta di non vedere che sulla questione ILVA (e non solo su questa) il ruolo dello Stato come garante è già stato esercitato in pieno, sia durante la passata nazionalizzazione in passato, dove sono state gettate le basi per il disastro di oggi, sia nei processi di inquinamento che nei ladrocini e in tutte le schifezze che conosciamo, sia nella fase di proprietà di RiVA, a maggior ragione oggi. E da che parte è schierato lo Stato lo sappiamo ben, lo Stato ha sempre continuato a svolgere il suo ruolo fondamentale di garante della finanza mondiale e dei suoi “contratti”e di custode della proprietà del capitale con quel che ne consegue, abbandonando da tempo ogni finzione di terzietà e di forme di inclusione dei lavoratori. Ma la questione è più generale e vale la pena approfondirla. Chi conosce la storia del movimento operaio che sulle collettivizzazioni si è innestato lo scontro tra l’organizzazione politica (partito) e organizzazione di resistenza (sindacato), sopratutto nei momenti più alti dello scontro di classe (salvo scomparire del tutto nelle società post- rivoluzionarie dove il sindacato esiste solo formalmente , il partito si fa stato e le istanze dei lavoratori scompaiono). Ma anche allora la scelta si è sempre posta tra controllo dei lavoratori sui processi di produzione, quindi sul modo di produzione capitalista sino ad attuarne una sua radicale trasformazione, oppure la statalizzazione che in nome degli stessi controlla le fabbriche e più in generale i luoghi di lavoro. Da un lato il protagonismo dei lavoratori dall’altro lo Stato per il quale i lavoratori sono soggetti da “educare”ben che vada. Quando nel 1910 in Inghilterra il partito laburista (unico esempio della storia di partito politico direttamente creato dal sindacato, e che rimane di fatto nelle mani del sindacato) propone la nazionalizzazione delle miniere di carbone i minatori del Galles del sud e la UNION che li organizza rispondono con uno sciopero durissimo, dove i lavoratori rispondono politicamente mettendo in circolazione un opuscolo contro la nazionalizzazione e le posizioni di politica sindacali definite ortodosse: ”lo stato è un nemico quanto i padroni i lavoratori devono essere in grado di assumere il controllo della loro industria e di dirigerla con un sistema completo di controllo operaio”. Ora la situazione è ben diversa, decenni di manovre per estromettere i lavoratori da tutti i processi decisionali, bloccandone qualsiasi intervento diretto, utilizzando tutto, compresa la divisione e l’impotenza delle organizzazioni di rappresentanza sindacale , i ricatti, approfondendo all'esasperazione la contraddizione fra ambiente e lavoro che si è determinata, spingendo i lavoratori del nord colpiti dalla serrata contro quelli del sud, mentre pezzi dello Stato si danno battaglia sopra di loro. Ma l'unico modo che hanno i lavoratori per uscire da tutto questo non può che passare per la ripresa di protagonismo da parte dei lavoratori: nessuna richiesta di tutela a uno Stato complice del disastro, nessuno sconto e nessuna sudditanza a Riva e ai suoi sgherri nelle fabbriche, ma occupare i 7 stabilimenti chiusi, autorganizzandosi per riprendere le produzioni, denunciando al contempo le insufficienze e le colpevoli omissioni sulla sicurezza ambientale e sul lavoro, costruire e “muovere”da una posizione di forza e di unità dei lavoratori, dal Piemente alla Puglia. E, intorno, chiedere e ottenere una rete di solidarietà attiva di protezione e di condivisione nei territori, da parte di tutti quei soggetti impegnati da tempo nel costruire forme di costruzione di alternativa economica e sociale. Solidarietà che non mancherà e non può mancare. CS FdCA, 22 settembre 2013

mercoledì 18 settembre 2013

Camminata antifascista sul Grappa

Domenica 22 settembre In ricordo delle donne e degli uomini che caddero sotto il piombo nazifascista. Camminata in grappa Ritrovo nel parcheggio di San Liberale ORE 10:00!. Qui link e mappa http://goo.gl/maps/3uAoH Arrivo al Monumento al Partigiano CIMA GRAPPA Circa 3 ore di cammino. Consigliate scarpe adatte e abbigliamento anti pioggia. PRANZO A SACCO (cioè che ve lo portate voi da casa) (A)ntifascisti Bassanesi "Certi uomini sono quello che i tempi richiedono. Si battono, a volte muoiono, per cose che prima di tutto riguardano loro stessi. Compiono scelte che il senno degli altri e il senno di poi stringono nella morsa tra diffamazione ed epica di stato. Scelte estreme, fatte a volte senza un chiaro perché, per il senso dell’ingiustizia provata sulla pelle, per elementare e sacrosanta volontà di riscatto. La retorica degli alzabandiera e la mitologia istituzionale offrono una versione postuma e lineare della storia. Ma la linearità e l’agiografia non servono a capire le cose. Le frasi fatte e le formule ripetute dai palchi, come dai pulpiti, coprono la rabbia, lo sporco e la dinamite, consegnando al presente quello che chiede. Scavare nel cuore oscuro di vicende dimenticate o mai raccontate è un oltraggio al presente. Un atto spregiudicato e volontario. Le storie non sono che asce di guerra da disseppellire"

martedì 17 settembre 2013

Cattolicesimo e dittatura . sabato 21 settembre 2013 , Venezia , marghera

incontro con Giovanni Levi storico e studioso di sistemi ecomici e reti sociali introduce Piero Brunello docente di Storia Sociale Università di Venezia sabato 21 settembre 2013 ore 17,30 Ateneo degli Imperfetti Via Bottenigo 209 / Marghera VE Non ci si è mai domandati perché la totalità degli stati cattolici (la Francia è esclusa: è un paese pieno di cattolici ma non è un paese cattolico) dall’Europa all’America latina hanno conosciuto lunghi periodi di dittatura negli ultimi cento anni. La dittatura non è una specialità dei paesi cattolici, ma è necessario riflettere sul fatto che esiste un carattere comune a tutti i paesi cattolici. Per rispondere c’è bisogno di una lettura su tempi lunghi, che indaghi le radici storiche del fenomeno. Il fatto che nei paesi cattolici i singoli debbano continuamente confrontarsi con due sistemi normativi – quello dello Stato e quello della Chiesa – fa sì che le norme politiche e civili siano vissute come moralmente inferiori alle regole della religione cattolica. Debolezze e cattivi comportamenti sono considerati come elementi costitutivi della natura dell’uomo, a cui si chiede pentimento e a cui si concede perdono: e questo crea una sostanziale debolezza del sistema politico e delle istituzioni civili e politiche, che appaiono estranee, ostili, ingombranti. Nei secoli si è venuta così formando un’antropologia cattolica che informa i comportamenti quotidiani, il rapporto tra cittadini e istituzioni, l’atteggiamento nei confronti delle regole e delle infrazioni alle regole, i modi con cui affrontare e risolvere i conflitti. La degenerazione della vita democratica deriva proprio dal senso di impotenza dei cittadini, dalla loro diffidenza, dal disinteresse per istituzioni che non sono state prodotte da loro. Il caso dell’Italia – fino ai giorni nostri – è particolarmente illuminante. Giovanni Levi Storico e studioso di sistemi ecomici e reti sociali, ha insegnato nelle università di Torino e di Venezia. Tra i fondatori, assieme a Carlo Ginzburg, della “microstoria”, uno dei contributi più innovativi della storiografia di fine Novecento, ha diretto la rivista “Quaderni storici”, e con Ginzburg la collana “Microstorie” per l’editore Einaudi. E’ stato tra i primi a promuovere la diffusione della storia orale in Italia. Tra i suoi libri: L’eredità immateriale. Carriera di un esorcista nel Piemonte del Seicento (Einaudi, 1985), tradotto in molte lingue. Con Jean-Claude Schmitt ha curato l’opera Storia dei giovani (Laterza, 1994). Piero Brunello Insegna Storia sociale all’università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri più recenti: Storie di anarchici e di spie. Polizia e politica nell’Italia liberale, Donzelli, Roma 2009; Ribelli, questuanti e banditi. Proteste contadine in Veneto e in Friuli (1814-1866), Cierre, Verona 2011 (1 ed. Marsilio 1981). Nei suoi studi si è occupato del Quarantotto, di migrazioni, di scrittura, di storia urbana, di figure e vicende dell’anarchismo, di culture popolari.

ILVA UN ANNO DOPO

1500 lavoratori degli stabilimenti della Riva- acciai, e non sappiamo quanti sono i lavoratori dell’indotto, sono stati secondo la dicitura cara alla FIAT “messsi in libertà”. In sostanza gli stabilimenti della riva-acciai situati nel nord italia sono stati chiusi: la più classica delle SERRATE. Una serrata, termine ottocentesco, effettuata da padroni che risultano imputati di disastro ambientale, sottrazione di capitali, corruzione ecc. e che dopo un anno agiscono impunemente, con la copertura mai spezzata del malaffare statale, giocando sulla pelle dei lavoratori e cercando di mettere i lavoratori di questi stabilimenti del nord contro i lavoratori di Taranto. Dopo un anno siamo in piena palude e chi gestisce la partita sono ancora i RIVA con la complicità dello Stato. Ancora oggi in una nota Federacciai (l’associazione che raggruppa i padroni del settore) invocava la libertà d’impresa calpestata dall’azione della magistratura, e Bentivogli responsabile sindacale FIM-CISL invitava a non inasprire i rapporti con l’azienda: “occorre tener aperto il dialogo”. Bisogna aver chiaro che se la classe lavoratrice non esce da questi ricatti, da questo clima di sottomissione e di paura e non riprende il suo ruolo e il suo protagonismo non si esce dal mortifero letargo che il capitale impone. E' inutile proclamare 8 ore di sciopero per lunedì e la manifestazione al ministero: la cassa integrazione non sarà negata, è funzionale al gioco, per l'ennesima volta si esternalizzano i costi ambientali ed economici di una gestione criminale: lo Stato si fa parte in causa e addirittura paga il rilancio dei Riva contro il sequestro dei beni che permetterebbero di pagare la messa in sicurezza di uno stabilimento che continua a fare morti. Sono stabilimenti produttivi e con mercato in ripresa, altro che sciopero: bisogna muovere, occuparli. Non nazionalizzarli, e porli sotto controllo di uno Stato complice dell'attacco e della svendita dei lavoratori e dei loro diritti, ma occuparli e tenerli sotto il controllo dei lavoratori e delle lavoratrici, gli unici a poterli gestire e ad avere interesse alla produzione materiale di beni in questo paese, al mantenimento di un tessuto produttivo di massa e non solo di nicchia, gli unici come sempre su cui grava la possibilità di ripartire. E questo vale in tutte le realtà a rischio di ridimensionamento o chiusura dove i lavoratori sono ricattati rispetto al posto di lavoro, interi settori come gli elettrodomestici per fare solo un esempio. Una parte consistente della lotta di classe e della sua ripresa oggi si gioca su questo scontro: mantenimento dell’occupazione e ripresa della contrattazione con contenuti autonomi dei lavoratori. Provando ad innestare su questi processi un percorso di ricostruzione del sindacato da parte dei lavoratori, che li metta in grado di difendersi dai ricatti e dalle pressioni, fino al licenziamento, come sa chi si oppone, in fabbrica, allo strapotere dei padroni anche riguardo alle misure di sicurezza oltre che ambientali. Cronaca di questi giorni, come l'attivista sindacale dell'USB a cui a la nostra solidarietà. Le prime vittime dell'ILVA, infatti, e non solo nel subire gli effetti devastanti dell’inquinamento, occorre ricordarlo,sono i lavoratori stessi e le loro famiglie, e solo dalla partecipazione dei lavoratori alla messa in sicurezza e alla bonifica dell'ILVA si potrà pensare a un mantenimento della produzione di acciaio nel nostro paese, necessario per il mantenimento di un livello manifatturiero, sia pure ridimensionato, che non compensi i risparmi sull'ambiente con i costi in tumori e in mazzette. Nello scontro in atto a livello mondiale sulla produzione dell’acciaio, l'Italia è il secondo produttore dopo la Germania e all’undicesimo posto a livello mondiale, accanto a paesi come la Cina, India, Brasile, i principali produttori di acciaio. Inutile sottolineare che tanto dipende dagli spazi che i colossi mondiali dell’acciaio lasciano liberi o sono disposti a negoziare nel medio/lungo periodo, considerando che anche realtà come Turchia e Russia aumentano le produzioni mentre si affacciano paesi africani che subiscono processi di industrializzazione. Non è continuando a giocare al ribasso sulle tutele ambientali e di sicurezza che ci si può illudere di competere con questi paesi. Commissione Sindacale FdCA, 14 settembre 2013

Stati e forze reazionarie: giù le mani dalla rivoluzione siriana

A partire dal marzo 2011, è in corso in Siria un processo rivoluzionario. Il popolo è insorto contro il sanguinario regime fascista di Bashar al-Assad e contro il Partito Ba'ath. Non essendo nè un "complotto imperialista", nè un "complotto islamista" e nemmeno un "complotto sionista", questa rivoluzione popolare sta dentro quella più globale rivolta contro il capitalismo, per la giustizia e la libertà, che si è sviluppata tra gli oppressi e gli sfruttati dall'Egitto alla Cina, dalla Russia alla Turchia, dall'Europa al Brasile, dalla Tunisia alla Siria. La brutale repressione da parte del "laico" regime fascista Questa rivolta è stata affrontata con una brutale repressione da un regime che ha scelto di giocare la carta del settarismo religioso mentre si autorappresentava ipocritamente come "protettore delle minoranze", un regime che massacrava i suoi oppositori, fossero adulti o bambini. Questo regime è stato sostenuto dal regime clerico-fascista dell'Iran e dall'imperialismo russo. La repressione ha portato una rivolta che inizialmente era pacifica alla scelta di militarizzarsi, per necessità di autodifesa. Le strumentalizzazioni delle potenze imperialiste in competizione Come in ogni processo rivoluzionario, alcune forze, estranee agli scopi rivoluzionari, hanno cercato di strumentalizzare gli eventi allo scopo di far emergere obiettivi che non hanno nulla a che vedere con quella libertà e quella uguaglianza, così tanto perseguite dal popolo siriano insorto. Al momento della sua militarizzazione, il processo rivoluzionario si è trovato a dover far fronte ad una contro-rivoluzione interna: alcuni movimenti reazionari e clerico-fascisti, finanziati, armati e sostenuti dalla Arabia Saudita, dal Qatar e dalla Turchia ma anche dai miliardari sauditi, hanno cercato fortemente di far deviare il processo rivoluzionario allo scopo di trascinarlo nella regionale contesa politico-religiosa tra fascismo religioso sciita e fascismo religioso sunnita. Questi movimenti hanno un vantaggio militare sulla laica rivoluzione siriana grazie al loro ruolo quali emanazioni e clienti dei regimi fascisti e dell'imperialismo occidentali, un vantaggio militare che viene usato per soffocare la dinamica rivoluzionaria. Agendo da veri feudali signori della guerra che controllano le loro aree tramite il terrore, queste forze non esitano a spianare la strada all'esercito del regime dietro pagamento in contanti. Tali forze svolgono anche il ruolo di braccio armato della Turchia contro il movimento curdo, massacrando e stuprando su commissione, all'interno della guerra regionale contro il popolo curdo. Contro-rivoluzione esterna ed interna: Stati e religiosi fascisti uniti contro il popolo curdo ed arabo Nell'area curda della Siria, nel frattempo, è in corso uno specifico processo rivoluzionario, all'interno della battaglia del movimento popolare curdo per l'autonomia regionale, che si oppone al regime, ma che si rifiuta di sacrificare la causa curda sull'altare del nazionalismo arabo delle ideologie nazionaliste siriane. Questo desiderio di autonomia ha portato i Curdi a doversi scontrare sia col regime che con i reazionari nazionalisti ed islamisti, entrambi oppositori di una terza via per ragioni tra loro diverse. La Francia ha mantenuto per lungo tempo stretti rapporti col regime siriano. Insieme agli Stati Uniti ed ai loro alleati regionali, Arabia Saudita, Qatar ed Israele, è finita per sostenere la contro-rivoluzione clerico-fascista. Il movimento popolar-rivoluzionario siriano, del tutto laico in sè, si trova invece ad essere deliberatamente isolato da tutte queste forze: il suo obiettivo, l'autodeterminazione del popolo siriano, è una questione di fatto totalmente estranea agli interessi imperialisti in competizione che si stanno affrontando in suolo siriano. Sia i clerico-fascisti che il regime sono super-armati: il popolo è disarmato Il flusso delle armi scorre verso i reazionari religiosi e verso i clienti dei fantocci del Consiglio Nazionale Siriano, tramite l'Occidente, la Turchia, l'Arabia Saudita ed il Qatar. Ma le armi arrivano anche al regime grazie all'Iran, alla Cina ed alla Russia. Il popolo siriano ed i rivoluzionari laici sono i soli, intanto, ad essere senza armi, poichè l'incubo peggiore per entrambi i blocchi imperialisti in competizione è che il popolo possa difendersi da sè, sia contro il regime che contro i clerico-fascisti ed i predatori imperialisti che stanno cercando di scippare la rivoluzione al popolo siriano. Un intervento contro-rivoluzionario I recenti successi militari del regime, favoriti da questa devastante politica attuata dai reazionari e dai clerico-fascisti takfiristi, strumenti del Qatar e dell' Arabia Saudita, nonchè degli Stati Occidentali, che sono dovuti al sostegno iraniano e russo, hanno spinto gli Stati Occidentali ed i loro alleati in Medio Oriente a prendere in considerazione un intervento militare: il cui scopo non ha nulla a che vedere col "proteggere il popolo siriano", come essi dicono, quanto piuttosto ha molto a che fare con la loro strumentalizzazione del conflitto all'interno della contesa regionale. Questo intervento sarebbe un nuovo passo nel tentativo di riprendere il controllo sul processo rivoluzionario e di strumentalizzarlo all'interno della partita geopolitica regionale. Il popolo siriano che vuole la libertà si trova tra l'incudine ed il martello. Fin dall'inizio del processo rivoluzionario la grande maggioranza del popolo siriano ha dovuto opporsi a qualsiasi intervento esterno, chiedendo solo i mezzi per autodifendersi. Questi mezzi gli sono stati sempre megati, con la scusa che "non si sapeva in quali mani le armi sarebbero finite". Tuttavia, i clerico-fascisti sono pieni di armi, come pure i soldati del regime. E qui sta l'ipocrisia dei regimi occidentali, dato che il destino del popolo siriano è l'ultima delle loro preoccupazioni. Dalla nostra parte, dalla parte del popolo, dalla parte della libertà contro tutti gli Stati Sostenere il movimento popolare siriano, rifiutare tutti gli interventi e la contro-rivoluzione clerico-fascista: questo è l'enorme compito che grava sui lavoratori, soprattutto negli Stati che stanno guidando la contro-rivoluzione, sia sostenendo il regime sia sostenendo le forze reazionarie che puntano ad instaurare una nuova dominazione a spese del popolo. In Francia, in Russia, in Iran, negli Stati Uniti, in Turchia ed in Israele, deve sentirsi forte la nostra voce: Tenete le vostre mani sanguinarie lontane dalla rivoluzione siriana! No al clerico-fascismo, no al fascismo "laico": Sostenere le rivoluzioni laiche, degli Arabi e dei Curdi. No ai bombardamenti. Armi per l'auto-difesa popolare del popolo siriano! Segreteria per le Relazioni Internazionali Coordination des Groupes Anarchistes, Francia (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali) Link esterno: http://www.c-g-a.org

venerdì 6 settembre 2013

Venti di guerra? Quando gli antimperialisti confondono le carte in tavola, trascurando i proletari - di Dino erba

Venti di guerra?
Quando gli antimperialisti confondono le carte in tavola, trascurando i proletari

N
on appena soffian venti di guerra, gli antimperialisti si destano, animando campagne tanto roboanti quanto fuorvianti. Nella società capitalistica, la guerra è un’eventualità permanente che non si ferma certo con le chiacchiere. Lo sappiamo. Da un quarto di secolo, viviamo in un clima di «guerra infinita», che non è stato scosso dalle pur vivaci manifestazioni pacifiste, anzi, molti pacifisti si son poi messi la divisa, passando armi e bagagli al fronte interventista (Do you remember Bertinotti & Co.?).
Questi frutti marci non turbano gli antimperialisti che proseguono imperterriti per la loro strada, ripetendo le solite litanie. E lungo la loro strada perdono ogni riferimento a una visione proletaria della guerra e dei conflitti sociali che, pur soffocati, l’accompagnano. Riducendo l’internazionalismo ai rapporti tra nazionalismi, inter-nazionalisti, appunto.
Uno dei cavalli di battaglia degli antimperialisti è la denuncia delle balle di Washington ... come se esistessero guerre giuste ... E se Obama avesse ragione? Sarebbe un buon motivo per bombardare Damasco? Lasciamo perdere. Gli argomenti degli interventisti sono così pretestuosi che se ne è accorto anche Sergio Romano sul «Corriere della Sera» (Armi democratiche, 1 settembre 2013).
Percorrendo il vicolo cieco pacifista, alcuni antimperialisti giustificano regimi sanguinari come quello di Assad e, implicitamente, denigrano i «ribelli». Denigrazione che fa di ogni erba un fascio, mettendo nello stesso calderone i movimenti popolari contro Assad, cui il crash economico ha dato slancio, e le bande prezzolate che cavalcano il malcontento al soldo di racket locali e stranieri, con grandi e piccoli interessi in gioco. A uno sguardo superficiale, i movimenti popolari arabi e musulmani hanno una parvenza plebea che sommerge la componente operaia e proletaria. Che però c’è. E se qualcuno si ostina a non vederla, è un problema suo, ma non è una buona ragione per ignorarla, portando acqua al nazionalismo.
Venti di rivolta
Tra fanatismi religiosi e affarismi di bassa lega, lo scenario sociale che si delinea � assai intricato, come ha ben dimostrato Michele Basso nel suo Interrogativi sulle guerre in corso, dell’11 agosto, e in parte anch’io nel mio Egitto è il mondo del 15 agosto. La situazione è contraddistinta dalla disgregazione nazionale e sociale, che si sta diffondendo a macchia d’olio dall’Afghanistan al Pakistan dal Medio Oriente al Magreb.
E soprattutto è una situazione che apre nuovi scenari politici, che non possono essere liquidati con frasette di rito, utili solo a nascondere l’insipienza di chi le diffonde. Peggio. In realtà gli antimperialisti che sventolano lo spauracchio delle Potenze imperialiste (Usa in primis) sottovalutano (se non ignorano) la questione principale: la crisi dell’imperialismo. E, di conseguenza, non fanno altro che difendere un impossibile status quo, ormai a pezzi sotto i colpi della persistente crisi economica. Non per nulla, dopo la doccia fredda di Cameron, Obama ha preferito rimandare la decisione dell’intervento al Congresso, per avere la benedizione democratica. Lasciando Hollande in braghe di tela. Nelle guerre si sa come si entra ma non si sa come si esce. E se soffiano venti di guerra, soffiano anche i venti della rivolta proletaria.
Volenti o nolenti, gli antimperialisti privilegiano una visione in cui i proletari sono subalterni alle classi dominanti. E visto che al peggio non c’è fine, essi finiscono per legare il proletariato dei Paesi occidentali al carro delle varie borghesie. Un bel favore! Con l’aria che tira, i padroni preferiscono veder marce pacifiste piuttosto che proteste operaie, come è evidente in Germania e in Italia, con la Bonino che paventa la Terza guerra mondiale, come se già  non ci fossimo dentro! Non solo. I padroni prendono due piccioni con una fava: la pace sociale, oggi, premessa per un eventuale intervento, domani. Non ci sono santi, solo le lotte proletarie possono impedire e ostacolare le guerre, tenendo sulla corda i padroni e i loro governi. Il resto sono chiacchiere inutili e dannose. Lasciamole a Bergoglio.
Gratta gratta, ci accorgiamo infine che certi antimperialisti, con l’implicita difesa dei regimi «statalisti» (ormai presunti tali), come quello di Assad o di Mubarak, lasciano serpeggiare, e non tanto sotto traccia, il rimpianto per il capitalismo di Stato, alla cui ombra sono cresciuti molti figli della piccola borghesia antimperialista italiana.
Al banco di prova della solidarietà
Alla visione politica conservatrice (se non reazionaria) prevalente nei movimenti antimperialisti di matrice pacifista, non basta contrapporre l’equidistanza proletaria (come per esempio fanno il Centro di iniziativa comunista internazionalista e altre formazione di tradizione comunista rivoluzionaria). È una posizione apprezzabile che però scantona il problema reale: la natura sociale dei tumulti e delle sommosse in corso nei Paesi arabi e musulmani. Ci troviamo di fronte a una situazione nuova, in rapida evoluzione, che non si può affrontare con le armi spuntate del Ventesimo secolo.
Tenendo vivo il problema, ci sono cose che già ci toccano molto da vicino. Un cruciale fronte di lotta proletaria e internazionalista è aperto dai flussi migratori, destinati a crescere sull’ondata dei conflitti e della disgregazione sociale dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. I profughi siriani sono già oltre due milioni (su una popolazione di 23 milioni).
Quelli che cercano scampo in Italia, sono destinati a cadere nel pozzo senza fondo del lavoro nero, grazie al quale si ingrassano padroni e padroncini, con tutto il codazzo di faccendieri, dai caporali ai funzionari statali conniventi, con il beneplacito di politicanti e pennivendoli. Contro questo vero e proprio regime schiavistico, le lotte dei facchini della logistica stanno dando una prima e importante risposta. Ma le radici del ricatto e del lavoro nero risiedono nelle leggi razziste sull’emigrazione (la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini), fondate sulla normativa capestro dei permessi di soggiorno, sui controlli polizieschi e sulla detenzione nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Ma anche sui Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara), veri e propri lager, in fase d’espansione.
Oggi, queste leggi e queste galere non sono più in grado di controllare nuovi e maggiori flussi migratori. In agguato ci sono progetti coercitivi che attendono solo l’occasione per entrare in funzione, magari con il pretesto dell’emergenza umanitaria e il placet di Cécile Kyenge. Affrontare questa imminente eventualità, è l’attuale banco di prova per l’internazionalismo e la solidarietà proletaria. Ed è un primo, concreto passo contro i venti di guerra. Il resto sono chiacchiere, inutili e dannose.
Dino Erba, Milano, 3 settembre 2013.

Gruppo Libertario Remo Tartari di Ferrara e Usi - Ait nazionale : Manifesto contro l'intervento militare in Siria

 manifesto Usi - Ait contro l'intervento armato in Siria , ripreso dal gruppo libertaio Remo Tartari di Ferrara

























http://gruppolibertarioremotartari.blogspot.it/2013/09/contro-la-guerra.html

comitato per la salute pubblica bene comune - Pordenone 6 - 9 settembre 2013

COMUNICATO STAMPA

Nuovo ospedale di Pordenone: aderiamo a iniziativa di don Albino Bizzotto "un digiuno per l'ambiente". A Pordenone da venerdì 6/9 digiuno a staffetta promosso dal Comitato per la salute pubblica bene comune. Troviamoci tutte/i alle ore 17 del 6/9 a PN piazza XX Settembre per dare il via all'iniziativa.

Come già annuinciato il Comitato per la salute pubblica bene comune si schiera con don Albino Bizzotto, il sacerdote vicentino dei Beati i costruttori di pace, e promuove anche a Pordenone il "digiuno per l'ambiente" unendo ai motivi dell'iniziativa partita da Padova con quelli della  causa  contro il progetto di realizzare il nuovo ospedale di Pordenone in Comina, utilizzando anche il progetto di finanza. Costruire il nuovo ospedale senza cementificare e senza ricorrere ai debiti pubblici verso privati si può! Costa molto meno, con tempi minori ed ha un progetto che in alcune opere è già esecutivo: quello proposto dalla Giunta Illy.

Don Bizzotto il 16 agosto ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la speculazione finanziaria e le grandi opere che distruggono il territorio, dalla Pedemontana veneta al futuro ospedale di Padova. Tutte opere realizzate con progetto di finanza. Il digiuno viene ora portato avanti a staffetta da altre persone.
Il Comitato vuole riportare l’attenzione sull’aspetto sanitario, ambientale e urbanistica nella scelta del progetto del nuovo ospedale. 
Esattamente come dice Don Bizzotto . «Il project financing serve a garantire il capitale privato non il bene comune perché i rischi per il privato sono nulli mentre il pubblico si indebita».  Il sacerdote ha poi evidenziato che «tutti parlano di crescita ma non ci sarà più uno sviluppo quantitativo» e ha citato gli esempi deleteri del progetto di finanza. 
 
A Pordenone l'iniziativa partirà Venerdì 6 settembre ore 17 con l'idea di piantare una tenda permanente in piazza XX Settembre, nel terrapieno verso la Casa del Mutilato (presentate le domande a Questura e Comune, la prima ha già risposto non ponendo alcun ostacolo).
Mentre si stanno definendo i dettagli organizzativi e la "staffetta" delle persone che digiuneranno si invitano tutte/i cittadine/i a partecipare all'iniziativa condividendone lo spirito e se possibile anche il digiuno almeno per una giornata.
All'iniziativa sono bene accette tutte le persone, anche quelle di opinioni diverse, perchè il confronto rende tutte/i più "forti", abbandonando toni denigratori o gratuite offese.
Il Confronto vero, pubblico, delle istituzioni con  cittadine/i dovrebbe essere un elemento reale della vita pubblica, di qualunque Amministrazione, specie sui temi importanti come la salute e la finanza pubblica.
 
Per adesioni all'iniziativa scrivere a referendumospedale@gmail.com 
 
 
 
 
Comitato per la salute pubblica bene comune Pordenone
 

riapre stagione dell'Ateneo degli Imperfetti di Marghera (VE) 14 settembre 2013

Cari amici e compagni ,

SABATO 14 SETTEMBRE (ORE 17.30),
 riprendono le attività dell’Ateneo degli Imperfetti .
Ospiti graditi saranno gli amici del Collettivo artistico “MOKA DA TRE” che
ci accompagneranno per l’intera serata con le loro (straordinarie, stupefacenti ,
coinvolgenti) musiche. Come l’anno scorso ci è sembrato che il miglior modo di
ricominciare il nostro percorso di riflessioni antiautoritarie, fosse una festa. Un
momento giocoso per ritrovarci , per riallacciare quei rapporti di stima e di
amicizia che sono alla base della nostra ricerca comune. Per noi la convivialità
è sempre stata e resta un aspetto sostanziale dei nostri incontri. Sicuramente non
meno importante della conferenza, della presentazione di un libro, di un
dibattito, è il luogo dello scambio per eccellenza, delle relazioni dirette, della
nascita di nuove amicizie.
Da pochi a pochi come suggerisce Goffredo Fofi (cui va tutta la nostra stima) che,
assieme ai molti relatori che hanno animato i nostri incontri, ha contribuito a
valorizzare le iniziative dell’Ateneo sia culturalmente che umanamente.
Come tutti sapete, repetita iuvant, l’Ateneo è un luogo autogestito che trova
sostentamento dalle quote volontarie di pochi militanti . Non abbiamo, né
vogliamo contributi istituzionali . Gelosi di una autonomia e di una indipendenza
irriducibile ed irrinunciabile. Ma proprio perché crediamo fermamente
in questi valori che chiediamo, per la prima volta, una sottoscrizione straordinaria
a sostegno delle attività dell’Ateneo.
Un contributo volontario che auspichiamo serva a sentirsi più partecipi, quanti
amici e compagni , hanno a cuore la continuità di questa, crediamo importante,
iniziativa.

Saluti libertari

Laboratorio libertario - Ateneo degli Imperfetti .
Marghera, 04/09/2013

Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo, 209
30175 Marghera (VE)

tel. 327.5341096

lunedì 2 settembre 2013

1° FuoriSalone Libertario "Per non chiudersi dentro" , Fano (PU) 6 - 7 8 settembre 2013

1 ° FUORISALONE LIBERTARIO. “Per non chiudersi dentro”
Fano, venerdì 6, sabato 7, domenica 8 Settembre 2013.
Sala esposizioni Rocca Malatestiana.
 
venerdì 6 settembre 
 
-ore 18.30: A volte ritornano: 1985-2013, Introduzione al Fuorisalone Libertario.
-ore 19.00: “Un’eretica del nostro tempo” -  Gli interventi di Joyce Lussu ai meeting anticlericali
Presentazione del libro edito da Gwynplaine,  con l’editore Orlando Micucci, Donato Romito, Walter Siri.
 
sabato 7 settembre 
-ore 18.30: Tutta mia la città, laboratori su: spazi sociali  e spazi urbani in tempi di crisi
Tavola rotonda  e workshop con il collettivo Babel – Abitare critico – Sciatto Produzie e le realtà associative attive sul territorio.
Coordina Alternativa libertaria.

Domenica 8 settembre
-ore 18.30: “Suore ninja: il Vaticano in salsa manga” 
Presentazione del fumetto  “Suore ninja"  (Starcomics ), dialogo con l'autrice Vanessa Cardinali e Francesca Palazzi Arduini  (Femminismi).
-break a cura degli InFestanti
-ore 21.30 circa: performances.
 
Durante l’iniziativa:

* 40 volumi non più all’indice, libri  d’epoca scelti e schedati da Luigi Balsamini dell’Archivio bilioteca “E.Travaglini”- Biblioteca del libero pensiero.
*Joyce Lussu, un’eretica del nostro tempo,  mostra sulla scrittrice, saggista, partigiana.
*Suore Ninja, tavole originali di Vanessa Cardinali,  “Zombie gay in Vaticano” ed altre.
*L-volution,
le vignette di Maureen Lister apparse sulla rivista lesbica “Towanda!”, corredate dalle riviste originali, a cura di Femminismi
*Mutoid must stay: materiali e petizione a favore di Mutonia (Sant’Arcangelo di Romagna).
Libri e riviste anarchiche e libertarie, gadget  anticlericali,  proiezioni.
Collaborano a questo Fuorisalone:
- Archivio bilioteca “E.Travaglini”, www.bibliotecaliberopensiero.it
-Anarchici /che Valcesano
-Babel-/Abitare critico, Forte Prenestino Roma,  www.babelbabel.net
-Femminismi, www.femminismi.wordpress.com
-Fano in Transizione
-Strictly Inc.
, www.strictlyincognito.com
-gli InFestanti  

Alternativa libertaria/FdCA,  http://www.fdca.it, altlib@altraofficina.it




Fuorisalone libertario: dai coraggiosi meeting … alle nuove esperienze di Occupy.
L’associazione Alternativa libertaria propone il 6-7-8 settembre una serie di iniziative che animeranno la Sala esposizioni della Rocca Malatestiana di Fano. Un “Fuorisalone” che espone le battaglie che in realtà facciamo tutti i giorni.
Con un ironico “A volte ritornano”, abbiamo deciso di inaugurare le tre serate in spazio che fu teatro negli anni ’80 di una rivoluzione culturale, i tanto temuti “Meeting anticlericali”, animati proprio dalla corrente libertaria dell’anticlericalismo italiano (nel 1986, proprio nella sala esposizioni al piano superiore della Rocca, l’assemblea fondatrice della Associazione per lo sbattezzo, con presenza di delegati di associazioni da tutt’Italia).
Allora c’era bisogno di discutere e proporre una critica politica all’ingerenza della Chiesa cattolica nella vita del Paese, oggi la chiesa cattolica ha saturato gli spazi politici con un’ingerenza ancora più forte e lobbystica ma ha mostrato aspetti interni paradossali … due Papi che non fanno altro che fare gaffe, … brogli finanziari, … eminenti Monsignori “riordinatori” delle banche vaticane beccati con valigie diplomatiche piene di riviste porno … tutto con buona pace di Comunione e liberazione, che ogni anno rilancia la love story tra D come Dio e D come Denaro.
Legge di Dio o legge dello Stato? Questo il dilemma tragico riproposto anche dalle crisi politiche mediorientali. Nel nostro paese ,che attende la decisione sull’ineleggibilità di un personaggio politico emblema dello stato di eccezione e della iniquità del Potere … possiamo solo appellarci al principio di libertà, ed a un’etica che prescinda da ogni fede ma che guardi ai fatti. Vogliamo e possiamo riprendere in mano idee e pratiche libertarie costruite dal basso attraverso modalità di organizzazione condivise che sappiano scoprire le criticità del potere economico e politico di pochi sui molti (“siamo il 99%” recitava uno slogan delle recenti occupazioni di tante città nel mondo),  rimettersi in gioco per discutere a partire da sé delle proprie esigenze rapportandole con quelle degli altri in una visione collettiva, queste le idee centrali del nostro “Fuorisalone”.
Il workshop di sabato 7, con l’aiuto delle architette di “Babel” (Forte Prenestino occupato, Roma), si occuperà ragionare sull’uso collettivo degli spazi urbani in una città che vive la crisi. Partiamo discutendo dell’esempio dalla contestata Rocca malatestiana, oggetto lo scorso anno di un contenzioso con la Giunta comunale fanese.
Uguaglianza di diritti, partecipazione, … crisi. In un momento come questo, quando per rispondere alla “crisi” si fanno avanti le solite “voci forti”, i leader maschi che accentrano l’attenzione dei mass media … noi proponiamo invece il modello partecipativo della “Rete”, le esperienze sia concrete che operate nel web di collaborazione su piattaforme, l’esperienza organizzativa anarchica delle grandi assemblee di Occupy. E una riflessione sul ruolo delle associazioni culturali, soprattutto quelle più giovani, in una società di lavoro interinale e di sfruttamento integrale, in una città senza parco, senza una rete ciclabile vera, con un ospedale svenduto e la continua emigrazione giovanile.
Il contributo fondamentale di Femminismi, che presenta un dibattito e due mostre (Quella sull’album a fumetti “Suore Ninja” e la mostra di vignette lesbiche dell’artista Maureen Lister), l’apporto di materiali del Centro studi E.Travaglini con la collezione di libri d’epoca che ripercorrono al storia del libero pensiero e dell’anticlericalismo in Italia, l’esposizione di gadget e riviste (tra le quali le “Millelire” anticlericali e la “Ministoria dei meetings anticlericali), contribuisce a rendere questo appuntamento, completamente autogestito, un evento realmente aperto al futuro./   Si allega il programma completo dell’iniziativa.

Alternativa libertaria/Federazione dei Comunisti Anarchici
con la collaborazione di Femminismi, Centro studi E.Travaglini/Biblioteca del libero pensiero.
Aggiornamenti del programma anche su: rimarchevole.wordpress.com
 

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)