ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

martedì 30 novembre 2010

Insieme agli studenti in lotta per un'università di tutti

La situazione universitaria in Italia presenta profili di atipicità rispetto ad altri comparti del settore pubblico che sono in grave sofferenza a causa della crisi e delle scelte di questo governo. Sono anni che l'Università vive una emorragia di risorse e di personale, un decennio di riforme ha depotenziato il sistema universitario a favore di logiche liberiste e di precarizzazione del lavoro dei ricercatori e docenti, a discapito della didattica e della ricerca.

In questi anni da parte di docenti, ricercatori, precari, personale amministrativo, studenti non si è verificata una risposta unitaria. Oggi, però, alla vigilia dell'approvazione della legge di sistema sull'Università che definisce in modo totale il declino e il totale asservimento della libertà dell'Università alle logiche del capitale, gli studenti hanno deciso di riprendere la lotta.

Leggi tutto... http://www.fdca.it/analisi/universita.htm

mercoledì 24 novembre 2010

30 novembre , a conegliano "il regime dei padroni" di giorgio cremaschi

l Comitato per il Superamento della crisi di Conegliano
invita la cittadinanza alla presentazione del libro

IL REGIME DEI PADRONI
di Giorgio CREMASCHI

martedì 30 novembre ore 21.00
AUDITORIUM DINA ORSI via Einaudi 136
CONEGLIANO


ne discutiamo con
Giorgio Cremaschi (FIOM-CGIL)
Sergio Zulian (Unione Sindacale di Base)Said Chaibi (Associazione la nostra generazione)Gaia Righetto (Studentessa)

martedì 23 novembre 2010

27 novembre all'Ateneo degli imperfetti di marghera

SABATO 27 NOVEMBRE 2010

ore 17,30

Ateneo degli Imperfetti

Via Bottenigo 209 / Marghera VE

non mancate all'appuntamento!

zingari e non zingari

una uguaglianza scomoda. Esperienze

conversazione con

Silvia Vanini

Pierangelo Bertoli

Piero Brunello

venerdi 26 novembre iniziativa a bassano del grappa

* VENERDI 26 NOVEMBRE ORE 20.30 – SALETTA BELLAVITIS, via Beata Giovanna, BASSANO DEL GRAPPA

“IL COLONIALISMO ITALIANO: TRA VIOLENZE E RAZZISMO


La politica coloniale italiana è una pagina vergognosa della storia a lungo passata sotto silenzio.
È comune l’idea che in Libia, Somalia, Eritrea ed Etiopia si siano costruite strade, ponti e acquedotti portando la civiltà alle “razze inferiori”. Non fu così. Gli italiani si macchiarono dei più terribili crimini.
Le imprese coloniali della borghesia italiana, liberale prima e fascista poi, ebbero violenti riflessi nella politica interna e acuirono i contrasti fra le classi sociali.
Ancora oggi l’Italia è presente militarmente con diverse migliaia di soldati in paesi esteri, seguendo una logica di “missione di pace” che altro non è che una variante di imperialismo, mascherato da velleità umanitarie. Se prima e durante il ventennio si portava la “civiltà”, oggi si pretende di portare la “democrazia”, ma ci rimettono sempre le classi proletarie dell’uno e dell’altro paese.


Relatore: Gianluca Gabrielli, storico e membro del C.e.s.p. - Centro Studi per la Scuola Pubblica


Sarà presente anche la mostra “Insegnare il razzismo: la storia della scuola italiana e l’immagine dell’Altro”


organizza la serata: ASSEMBLEA ANTIFASCISTA BASSANESE

giovedì 18 novembre 2010

17 giorni di coraggio a Brescia

Brescia - Dopo 17 giorni i migranti sono scesi dalla gru! Ora tocca a noi

L’assemblea anti-razzista di Milano: ora mobilitiamoci ovunque. Intanto arriva la notizia dell’espulsione dei migranti catturati l’8 novembre

Sono scesi. Dopo 17 giorni di coraggio, lì, sospesi ad oltre 30 metri di altezza per la dignità di un permesso di soggiorno, hanno raggiunto il presidio di solidarietà che ha seguito notte e giorno i loro piccoli e precari spostamenti.

Ma nessuno osi dirci che quella discesa è una resa, nessuno provi a convincerci che lottare debba significare logoramento e disperazione.
Ora il compito è di tutti noi, perchè questi 17 giorni di Brescia non cadano nel vuoto consapevoli che ARUN, RACHID, JIMI, SAJAD, già molto hanno fatto, restituendo dignità e respiro alla battaglia per i diritti dei migranti che fino a poche settimane fa sembrava impossibile.

Un appello alla mobilitazione, che facciamo nostro, è arrivato anche dall’assemblea anti-razzista di domenica 14 novedmbre a Milano: mobilitiamoci in ogni città!





La cronaca da Brescia (Radio Onda D’Urto)
Ore 1:07: l’attesa prosegue per la liberazione dei primi due fratelli migranti. Su Radio Onda d’Urto prosegue la diretta ininterrotta da lunedì mattina.

Ore 0:25: Arun e Jimi sono in procinto di uscire dalla Questura. Sajed invece resterà probabilmente lì stanotte, ma è un percorso concordato con solidali e legali: domani mattina infatti dovrebbe presentare la denuncia cosiddetta “articolo 18″, ossia quella verso chi lo ha sfruttato e ingannato. Al momento però dal Cie di via Corelli non arriva la conferma ufficiale che “Mimmo” Mohamed è nel lager di stato.

Ore 0:00: Questa mattina è attesa l’udienza per il processo di Fabio, il compagno ai domiciliari da lunedì scorso.

Ore 23: Rachid è stato portato in ospedale perchè vittima di disidratazione. Nulla di grave. Decine di persone nonostante la pioggia attendono il rilascio di tutti gli altri dopo i procedimenti di identificazione.I legali confermano che Sajad e Jimi dovrebbero uscire a breve. La posizione di Arun è un po’ diversa, perché ha un precedente ostativo. Dovrebbe quindi essere trattenuto per un processo per direttissima domani ma poi rilasciato come gli altri.

Ore 22.15: dalla Questura un aggiornamento con l’avvocato Manlio Vicini: i ragazzi stanno bene, solo Rachid ha avuto un lieve malore dovuto probabilmente dalla disidratazione ma pare nulla di grave.

Ore 22:02: primo appuntamento pubblico dopo la discesa dalla gru, ASSEMBLEA APERTA MERCOLEDì 17 NOVEMBRE AL MAGAZZINO 47 DI VIA INDUSTRIALE, 10.

Ore 22:00: da Milano arriva notizia che Mohamed, “Mimmo”, il migrante fermato oggi in città si trova effettivamente al Cie di via Corelli. L’espulsione può partire dalla giornata di mercoledì.

Ore 21:22: migranti arrivati in Questura con gli avvocati, compagni in afflusso all’esterno. Il pensiero della piazza va ora ai feriti, denunciati, deportati e a Fabio, ancora ai domiciliari dopo le cariche di lunedì. Domattina è atteso il suo processo.

Ore 21:05: grande festa in piazza sotto il diluvio, a migliaia hanno salutato la discesa dei quattro. Centinaia di persone si stanno spostando ora in Questura per accogliere Arun, Rachid, Sajad e Jimi secondo gli accordi DEVONO essere liberati non appena terminate le formalità burocratiche.

Ore 20:53: i migranti sono in auto e vanno verso la Questura. Come da accordi presi e da precisa richiesta dei migranti, con loro ci sono solamente gli avvocati e i funzionari della Digos e non poliziotti e carabinieri nè tantomeno politicanti e presenzialisti dell’ultim’ora.

Ore 20.51: scendono tutti e 4 insieme, sotto li aspettano i loro legali per accompagnarli e dare loro tutela costante anche in Questura, dove probabilmente i quattro verranno portati nei prossimi minuti.

Ore 20.50: scendono dalla gru i migranti in lotta, dal presidio di via San Faustino centinaia di persone urlano “Tutti liberi”.

Ore 20.50: STANNO SCENDENDO DALLA GRU I 4 MIGRANTI

Ore 20.47: ripiegato lo striscione giallo “Lotta dura senza paura” che da 17 giorni stazionava sulla gru

Ore 20:31: sotto la pioggia il presidio aumenta a dismisura. I migranti sulla gru non sono intanto ancora scesi, l’attesa è febbrile. I quattro hanno chiesto gli avvocati da loro nominati (i compagni di “Diritti per tutti”) e non quelli della Cgil che stazionavano in zona. A richiesta della Radio hanno fatto un segnale luminoso per garantire che va tutto bene, si resta in attesa con gli occhi all’insù. Atterrato intanoil primo volo a Il Cairo con 5 migranti deportati. Secondo i familiari e i compagni egiziani che li hanno sentiti, starebbero bene (nel limite del possibile visto il trattamento disumano delle autorità italiane) e a breve dovrebbero uscire dall’aeroporto.

Ore 20:02: Mohammed il compagno migrante che era andato a Milano per contattare Prefettura e Consolato contro la deportazione degli egiziani (poi avvenuta) è stato deportato a sua volta al Cie di via Corelli. A Brescia invece momenti febbrili, i migranti sulla gru stanno comunicando con le comunità migranti e gli avvocati valutando se scendere o meno. Dalla gru scendono pacchi e fagotti. I migranti chiedono i loro avvocati, ossia quelli di “Diritti per Tutti”, respinti invece dagli stessi migranti i tentativi di intromettersi degli avvocati della Cgil. Centinaia e centinaia di persone sotto la pioggia attendono sia in via San Faustino che dietro la gru, in piazzale Cesare Battisti.

Ore 19:00: possibile che i QUATTRO SCENDANO DALLA GRU ALLE 20. I legali stanno comunicando gli accordi presi alla piazza. FONDAMENTALE PRESENZA DI TUTTI E TUTTE SUBITO AL PRESIDIO PER ACCOGLIERE, VIGILARE E PROTEGGERE I QUATTRO MIGRANTI SE DECIDERANNO DI SCENDERE.

Ore 18:40: i compagni che erano in Malpensa si stanno spostando davanti alla Questura di via Fatebenefratelli a Milano per capire cosa sta accadendo a Mimmo, il migrante che era andato a Milano per cercare di contattare autorità italiane ed egiziane in modo che bloccassero le espulsioni. Ora il rischio è che venga espulso pure lui: era in attesa di risposta alla sanatoria, dalla Questura è stato rimpallato all’Ufficio Stranieri per una “notifica”, probabilmente il diniego di sanatoria e la deportazione in un Cie. L’invito a tutti i compagni e compagne è quello di recarsi sotto la Questura.

Ore 18:24: la compagna bresciana fermata oggi a Milano mentre cercava assieme a un migrante del movimento di capire la situazione di chi dai Cie è stato poi deportato dall’Italia è stata rilasciata. Il migrante, invece, è ancora trattenuto per una presunta “notifica” all’Ufficio Stranieri. Il timore è che si tratta della comunicazione del rigetto della sua richiesta di sanatoria. In tal caso c’è il concreto rischio che possa finire nei Cie.

Ore 18:00: dal tavolo in Prefettura garanzie solo personali e locali per i migranti, fumata nerissima invece sulla moratoria chiesta per i fratelli migranti nei Cie, alcuni dei quali già espulsi. Ora i legali di “Diritti per Tutti” si sono recati sotto la gru per riferire ai migranti quanto emerso.

Ore 17.00: si apre in questi minuti un tavolo in Prefettura. Presenti Cgil, Cisl, la Diocesi e i 4 legali dei migranti in lotta sulla gru. Le richieste avanzate per scendere dai 35 metri sono una moratoria sui rigetti della richiesta di sanatoria e sulle espuslioni.

Ore 17.00: Il secondo aereo con a bordo gli altri migranti da deportare in Egitto è pronto alla partenza, anche se avrebbe una mezz’ora di ritardo. In corso ancora, in Prefettura a Milano, contatti per impedire quest’altra espulsione.

Ore 16.20: Ai nostri microfoni, l’avvocato Manlio Vicini, legale di fiducia dei migranti, denuncia tutta la gravità delle espulsioni di oggi davanti ad una situazione tesa come quella che si sta vivendo sopra e sotto la gru.

Ore 16: Seppur con ritardo, l’aereo per Il Cairo è partito con i primi 5 migranti. Restano ancora 4 migranti che dovrebebro essere imbarcati sull’aereo successivo.

Ore 14.45: invitiamo tutti e tutte a raggiungere l’areoporto di Malpensa, da dove dovrebbero essere deportati in Egitto 9 immigrati reclusi nei Cie di Torino e Milano. Gli aerei in partenza sono quelli delle 15.05 e delle 16.45. Poco fa è giunta una telefonata in radio nella quale il fratello di uno degli immigrati che stanno per essere deportati ha affermato che 5 di loro sarebbero dentro l’areoporto e probabilmente fatti partire con l’aereo delle 15.05.

Ore 14.00: è in corso a Milano il presidio sotto il Consolato egiziano per protestare contro il governo del Cairo, che starebbe facilitando le espulsioni degli immigrati deportati nei Cie dopo le cariche di lunedì scorso a Brescia. Si cerca di fare pressioni sui diplomatici perché le espulsioni vengano almeno sospese. Sempre più probabile, secondo le agenzie stampa, che vengano rimandati in Egitto anche i tre detenuti nel Cie milanese di via Corelli. Il rimpatrio sarebbe previsto per le 17 circa. In corso, nelle sede della Prefettura di Milano, anche un incontro fra una delegazione del comitato di sostegno ai migranti sulla torretta di via Imbonati e i vertici prefettizi.

Ore 13.45: ancora un report dall’agenzia Ansa, per smentire chi sostiene che i 4 regazzi sulla gru si stiano muovendo nell’illegalità.
Un gruppo di docenti di materie giuridiche dell’Università di Brescia ha preso posizione a favore della possibilità di concedere il permesso di soggiorno ai 4 lavoratori immigrati appostati in cima ad una gru, a 30 metri da terra, nella città lombarda. Lo si apprende da una nota. Secondo i sei docenti universitari, infatti, “la norma che prevede l’arresto dell’immigrato che non abbia ottemperato all’ordine di allontanamento del Questore ha natura speciale”, tale da “far sorgere dubbi di legittimità costituzionale per violazione dell’articolo 3 della Costituzione”, che prevede “pari dignità sociale” per tutti i cittadini che “sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Inoltre, secondo i docenti universitari, “che le condanne per inottemperanza all’ordine del questore non siano ostative alla regolarizzazione risulta, del resto, dal testo stesso del decreto legge della sanatoria (art. 3 dl 78/2009 convertito con legge 102/2009), laddove si prevede che, sino alla conclusione della procedura di regolarizzazione, siano sospesi tutti i procedimenti amministrativi e penali relativi a violazioni delle norme sull’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale, con esclusione dei soli fatti di ‘tratta dei clandestini’ “. (ANSA).

Ore 12.17: il fratello di uno dei reclusi nel Cie di Torino conferma in diretta ai nostri microfoni: stanno portando i sei egiziani verso l’aeroporto di Malpensa. Anche i media egiziani dicono che gli espulsi sono attesi oggi al Cairo.

Ore 11.40: riportiamo dall’agenzia Ansa l’ennesima provocazione del Viminale.

Brescia - Maroni: senza requisiti nessun permesso di soggiorno
“Continueremo a presidiare con le forze dell’ordine finché la situazione non sarà risolta”: il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, è tornato così a parlare degli incidenti a Brescia dove da giorni e giorni alcuni immigrati si sono barricati su una gru. “La violenza che è stata fatta contro le istituzioni a Brescia – ha detto – è inaccettabile. Noi non cediamo ai ricatti”. Ed è per questo che la polizia continuerà a presidiare. Maroni, come aveva già fatto in passato, ha difeso la sanatoria e lo Stato che, a suo dire, non ha truffato nessuno. Lo ha detto invitando, chi è stato truffato da qualcuno, a denunciarlo alle forze dell’ordine. “Noi – ha spiegato – non possiamo disapplicare la legge o applicare una legge che non esiste perché qualcuno tira delle molotov. Chi non ha i requisiti di legge non potrà avere il permesso di soggiorno”. (ANSA).

Ore 11.30: da Torino gli antirazzisti impegnati nel monitoraggio del Cie fanno sapere di aver parlato con alcuni contatti dentro il lager di Stato di corso Brunelleschi. Stando alle loro informazioni, le espulsioni sarebbero imminenti e riguardarebbero 6 reclusi, non 5 come detto in precedenza. Seguiranno ulteriori aggiornamenti. Intanto l’avvocato Vicini continua a fare da ponte per la comunicazione fra chi sta sulla gru e chi sta sotto.

Ore 11.00: ancora momenti di concitazione sotto la gru. Nel cantiere del metrobus, ancora militarizzato, ci sono i rappresentanti sindacali (Galletti e Renato Zaltieri, segretario Cisl), Dress del Coordinamento immigrati Cgil, Tofia dell’Idv, Said del Forum marocchino per l’integrazione, don Mario Toffari e don Fabio Corazzina. In corso c’è nuovamente una trattativa sulla proposta di mediazione avanzata ieri sera da sindacati e curia. Il negoziato ha però escluso le realtà che animano il presidio di solidarietà, almeno fino a quando non si è rusciti a far arrivare sotto la gru l’avvocato Manlio Vicini dell’associazione Diritti per tutti, che i quattro occupanti hanno scelto come loro legale di fiducia. Nel frattempo si cerca di avere notizie più precise sulla sorte dei cinque egiziani reclusi nel Cie di Torino. Don Mario Toffari ribadisce: la Questura di Brescia ha smentito le espulsioni. I cellulari dei nostri contatti dentro il Cie restano però spenti, al contrario dei giorni scorsi.

Ore 10.00: sotto la gru arrivano rappresentanti della Chiesa cattolica bresciana (don Mario Toffari) e della Camera del lavoro (il segretario genarele Damiano Galletti). Dal presidio ci informano che dal basso si sta tentando di convincere i ragazzi sulla gru che non sono in corso espulsioni dai Cie dove sono reclusi gli immigrati bresciani deportati lunedì scorso, dopo le cariche e lo sgombero del presidio di via Porta Pile. Sarebbe stata la Questura di Brescia a smentire le espulsioni in corso. Da Torino, dal Cie di corso Brunelleschi, continuano invece ad arrivare conferme: i reclusi di origine egiziana starebbero per essere rimpatriati.

Ore 9.00: da Torino arriva l’allarme che i cinque compagni egiziani detenuti nel Cie di Corso Brunelleschi stanno per essere espulsi. Poco fa gli è stato detto di prepararsi . La procedura prevede poi il trasferimento verso l’aereoporto della Malpensa.

Ore 1:25: è stata una serata ad altissima tensione, alla fine terminata con una nuova straordinaria mobilitazione sopra e sotto la gru e un piccolo passo avanti sul fronte trattativa. Attorno alle 22.30 una mediazione, avanzata da Cgil, Cisl e Curia è stata presentata sotto la gru ai giornalisti mainstream. Nessuno del presidio, dell’associazione “Diritti per Tutti” e delle comunità immigrate sapeva però nulla dei termini della trattativa. Sono seguiti continui contatti via megafono fra piazza e migranti sulla gru per capire cosa stesse accadendo. L’intento iniziale percepito dal presidio è infatti che si cercasse di fare pressione sui migranti perchè accettassero immediatamente la mediazione nebulosa e scendessero dalla gru senza garanzie precise. Buio totale, inoltre, sul futuro dei migranti nei Cie, su alcuni dei quali pende da domattina il forte rischio di espulsione. Dalla gru sono arrivate grida di un coraggio inaudito: dopo giorni di sofferenze, cibo scarso e nessun contatto con l’esterno, il loro primo pensierio è andato ai migranti nei Cie. “Se domani li espellete – hanno urlato Arun, Jimi, Rachid e Sajad – ci arrabbieremo moltissimo e qui scoppia un casino”. Dopo diversi minuti di confronto fra i mediatori e la piazza, tutti trasmessi in diretta dalla Radio in un crescendo di emozioni, la forza dell’unione di presidio e migranti sulla gru ha imposto una mediazione nella mediazione: nessuna decisione affrettata o immediata, i migranti hanno accettato di far salire sulla gru il testo proposto da Cgil, Cisl e Curia, nominando inoltre come avvocati di fiducia i legali dell’ass. “Diritti per Tutti”. A partire da domani mattina, attraverso una radiotrasmittente che verrà fatta salire dalle forze dell’ordine sulla gru, i quattro fratelli potranno comunicare con gli avvocati e fare tutte le valutazioni del caso.

ARUN, RACHID, JIMI, SAJAD: IL VOSTRO CORAGGIO E’ IL NOSTRO CORAGGIO, SIAMO SEMPRE AL VOSTRO FIANCO!!!!!


venerdì 12 novembre 2010

RIPRENDIAMOCI IL CAMPO DA CALCIO

Venerdi 19 Novembre alle ore 17.30
Festa per gli spazi sociali in Viale San Marco (Mestre).

Nel campo da calcio chiuso da mesi e che non vogliono
piu' riaprire.

Concerto e spritz con i
Red Cross
DJ set
Assalto
Teatro in folle....

In allegato la locandina...

Fai correre la voce... difendere gli spazi in una mestre cementificata
ed avvelenata!!!

mercoledì 3 novembre 2010

Costruire unità e solidarietà per l'alternativa libertaria.

Il mito neoliberista di uno sviluppo inarrestabile legato alla
diffusione del mercato si è dissipato, lasciando postumi dolorosi di
contrazione dei mercati, solo apparentemente risolvibili con
l’acutizzarsi della concorrenza e con il dumping sociale
internazionale.
Così il capitalismo, mentre ridisegna la sua geografia, trova una
apparente unità nello scaricare –proprio grazie alla globalizzazione -
la sua crisi finanziaria sulle economie reali di interi continenti e
dei singoli stati.
Perché il capitalismo approfitta da sempre delle crisi per
rigenerarsi, e ristrutturare a suo vantaggio i rapporti di forza
delle classi.
In particolare in tutto l’occidente alla classe lavoratrice viene
imposto di pagare il costo di una crisi che non ha creato, di
accettare un arretramento delle condizioni di vita e di lavoro, un
periodo di transizione di instabilità economica e sociale che
modifica in profondità le condizioni di vita, in nome della
concorrenzalità con aree geografiche a forte crescita e più bassi
costi sociali.
L’attacco è all’intera struttura sociale, ai diritti ed alle certezze
acquisite dai lavoratori con decenni di lotte in periodi di
espansione, un attacco alla presenza stessa di un movimento operaio
organizzato.
Con il doppio obiettivo di abbassare i costi, drenando ingenti risorse
dal salario diretto, indiretto e differito necessarie
all’auto-finanziamento della crisi, e di ricondurre la classe
lavoratrice ad uno stato di ulteriore subordinazione agli interessi
aziendali e quindi del mercato.

I lavoratori e le lavoratrici vengono messi in concorrenza spietata
fra loro per il mantenimento di posti di lavoro sempre più fragili e
meno remunerativi, mentre si cerca di disarticolare ogni risposta
collettiva con l’abbattimento della agibilità sindacale e l’espulsione
dal tavolo della concertazione di ogni sindacato non collaborativo.

A questo si accompagnano processi di riduzione di spazio di
democrazia sostanziali in tutti i paesi europei, favoriti anche
dallo svuotamento del ruolo politico di indirizzo degli Stati , meri
applicatori delle direttive economiche sopranazionali che consistono
in politiche di riduzione della spesa pubblica, essenzialmente dei
servizi, a favore di politiche finanziarie e privatistiche di bilancio
e di gestione del territorio e delle risorse.
Anche qui si cerca di convincere i lavoratori che agire sulla
riduzione dei costi dei servizi pubblici e sulla contrazione della
platea di coloro che ne hanno accesso significhi un risparmio
individuale invece che un impoverimento collettivo, con la riduzione
del salario indiretto e l’aumento del prelievo fiscale. Con il
conseguente ridursi degli spazi di partecipazione politica, ridotta a
culto di personalità o ricerca di posti di potere.

Sul piano sociale l’impoverimento così generato autoalimenta
l’insicurezza, che acuisce i processi di divisione e spinge a
cercare risposte individuali per la sopravvivenza e porta al
degradarsi del territorio e delle relazioni sociali, con l’esclusione
di ogni soggetto che non rientra nella logica della produzione e del
consumo.

Ma l’unità e la solidarietà che scompaiono dai luoghi di lavoro, dai
ranghi del sindacato, dalle lotte nel territorio, dalle manifestazioni
e dagli scioperi, possono essere recuperate, riattivate e re-immesse
in circolo solo con un lavoro capillare in ogni situazione che
richieda la presenza, l’intelligenza politica, la capacità di unire e
non dividere, di sviluppare solidarietà e non competizione, da parte
degli attivisti rivoluzionari.

In questo contesto il ruolo dei Comunisti Anarchici è, ogni giorno,
ovunque siamo presenti,
continuare a diffondere pratiche politiche e relazionali libertarie,
autogestionali e antigerarchiche come metodo,
costruire gradualmente idee ed obiettivi alternativi al capitalismo
ed agli Stati, come nostra piattaforma,
costruire solidarietà e progettualità condivisa anche a livello
internazionale.

Sostenere quelle parti di sindacato e quelle lotte sociali
ancora in grado di sviluppare conflittualità e richiedere
redistribuzione delle ricchezze invece di socializzazione delle
perdite
significa costruire, qui e ora, un’alternativa di classe.

Appoggiare le lotte di difesa dei diritti acquisiti ed il loro
allargamento ai soggetti esclusi,
allargare i diritti di cittadinanza,
combattere le forme di criminalizzazione della povertà che sono alla
base del razzismo sempre più diffuso,
difendere i beni comuni con la rivendicazione di obiettivi unitari
sempre più avanzati
significa costruire qui e ora un’alternativa alla desertificazione e
alla mercificazione del territorio.

Costruire reti e coordinamenti
capaci di federare quelle organizzazioni ed associazioni che si
battono per una medesima prospettiva o che si schierano contro uno
stesso pericolo,
(sia esso tanto il neo-fascismo, il razzismo, il patriarcato,
l’omofobia quanto l’inquinamento, le privatizzazioni, le guerre
dell’imperialismo,…),
soggetti collettivi capaci di sviluppare obiettivi politici,
culturali, economici condivisi
per far crescere le lotte sul territorio che ridisegnino una società
più partecipativa e quindi più giusta,
senza ricadere in meccanismi di delega,
significa costruire l’alternativa libertaria.

Fano 1/11/10
Documento finale approvato dall'VIII Congresso FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)