ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

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O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

domenica 29 gennaio 2012

No TAV: Solidarietà ai compagni ed alle compagne colpite dalla repressione statale,LIBERI TUTTI!

Comunicato Segreteria Nazionale FdCA

Lo Stato al servizio del Capitalismo e delle mafie prepara la strada alla stoccata decisiva verso lo sfruttamento autoritario e devastatore della Val di Susa. È in questo senso che va vista l'operazione repressiva attuata in tutta Italia in cui sono stati arrestati numerosi compagni e compagne e molti altri sono stati colpiti da impedimenti giudiziari. Compagni e compagne la cui colpa è stata quella di aver partecipato, nel luglio del 2011, alla difesa della Valle contro la speculazione e la barbarie del profitto.
Uno Stato sempre più fascista che promuove d'autorità misure economiche che affamano le classi sociali più povere e che, dietro spettacolari quanto inutili azioni eroiche della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Entrate, nasconde la vera natura del nuovo corso tecno-fascista dell'esecutivo italiano: privatizzare i beni comuni, svendere ai privati industrie e proprietà del capitalismo statale, drenare la fiscalità derivante dal lavoro dipendente verso le tasche dei privati col finanziamento di opere devastatrici dell'ambiente e inutili per la collettività. Tale è la TAV.
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mercoledì 25 gennaio 2012

Sabato 28 Gennaio: presentazione del libro Dalle Catene alla Liberta' La brigata Rabska



Alle ore 18, sabato 28 gennaio si sara' la presentazione del libroDalle Catene alla Liberta' La brigata Rabska col traduttore Sandi Volk!Alle 20.30 cena di solidarieta' per raccogliere fondi per i processi che vedonogli antifascisti sotto processo a Verona e Rovereto.Cena a 15 euro, 7 euro studenti e disocccupatiPasta e fagioliMusetto e verza soffocataPolenta....Obbligatorio prenotarsi al 3482616881Chi vuole dare una mano batta un colpo.

martedì 24 gennaio 2012

27 gennaio sciopero generale del sindacalismo di base

Sciopero generale del 27 gennaio del sindacalismo di base
Contro l'acuirsi della crisi
Sostenere le mobilitazioni dei lavoratori
Sviluppare solidarietà e mutuo appoggio

Il 2012 si è aperto senza preoccupazioni per chi in Italia detiene il
50% della ricchezza del Paese. Si tratta di un 10% di ceti abbienti e
ricche classi agiate italiche che fanno parte di quell'1% di ricchi
del mondo che impedisce l'accesso alle ricchezze al 99% della
popolazione del pianeta. La mitica globalizzazione si è dunque
inverata nella forma dell'impoverimento globale. Ed i lavoratori
italiani cominciano a realizzare la gravità della situazione. Con
l'appoggio della stragrande maggioranza del Parlamento e lo scorno dei
sindacati orfani di Berlusconi, il governo techno-Monti ha eseguito lo
spartito scritto dalla Unione Europea ed ha ristabilito la durezza
della realtà di classe: le classi dominanti e sfruttatrici non
pagheranno nulla, le classi dominate e sfruttate pagheranno tutto:
pagheranno il debito pubblico, pagheranno i servizi sociali,
pagheranno assistenza e sanità per salvare se stessi ed il Paese.
Una salvezza che non costa nulla agli imprenditori nostrani, ai
finanzieri, ai banchieri ed all'economia dell'evasione fiscale, i cui
profitti e beni non hanno subito perdite. La cosiddetta fase 1 del
governo techno-Monti si è chiusa infatti con un gigantesco drenaggio
di risorse finanziarie prese dal lavoro salariato, dai pensionati, dai
possessori di prima ed unica casa. Nel frattempo è stata bloccata ogni
possibilità di recupero salariale con il blocco dei contratti nel
pubblico impiego, a fronte di un'inflazione in risalita, e con la
disdetta del contratto nazionale in Fiat e settore metalmeccanico.
L'azione unilaterale parallela ed intrecciata messa in atto da
Marchionne e Confindustria introduce nel contesto di crisi acuta un
elemento che non si prende tanto i nostri soldi, quanto la nostra
libertà e dignità di lavoratori, il nostro diritto ad organizzarci
sindacalmente sul posto di lavoro, a fare vertenze, a scioperare.
Punizioni e licenziamenti attendono chi non si adegua. E' la base su
cui si costruirà la cosiddetta fase 2 del governo.
Il 2012 si apre dunque con tante preoccupazioni per chi in Italia vive
ancora di lavoro salariato, di stipendio, di remunerazioni saltuarie
dovute a contratti precari, di cassa integrazione e mobilità. Il
governo techno-Monti è alle prese con il suo secondo decreto:
licenziare e privatizzare. Si tratta di forzare lo Statuto dei
Lavoratori intervenendo sull'applicazione dell'art.18, aumentando la
soglia per dar il via a
licenziamenti facili, oppure prevedendo l'eliminazione dell'obbligo di
applicare il contratto nazionale nelle ferrovie. Sul piano delle
liberalizzazioni si vuole spingere i servizi pubblici di rilevanza
economica ad accedere al mercato, riducendo la gestione cosiddetta "in
house". E' questo, probabilmente, l'aspetto che interessa di più al
governo, dietro la facciata delle norme sui taxi,
farmacie, edicole, ecc.
In questi anni di una crisi che si è annunciata come lunga ed
aggressiva, la risposta popolare e dei lavoratori è stata discontinua
e disunita, con alternanza di forti mobilitazioni e di proteste meno
partecipate. Sappiamo che non esiste un nesso meccanico tra crisi
capitalistica e rilancio della lotta di classe. E' per questa ragione
che le mobilitazioni e le lotte che si propongono vanno sostenute e
valorizzate, pur coscienti dei limiti con cui a volte si presentano,
per la loro parzialità, per la loro progettualità tutta da definire
sul piano dell'unità dei lavoratori e degli obiettivi unificanti da
perseguire. Il sindacalismo conflittuale, in particolare, interpretato
da lavoratori ancora protagonisti individuali e collettivi di diritti
e di vertenze nei luoghi di lavoro e nel territorio -prima ed oltre le
sigle sindacali di appartenenza- è chiamato ad una necessaria azione
di rilancio, di rimotivazione e di protezione dell'attività sindacale
dal basso,
ad esprimere una netta opposizione sociale e proletaria alla crisi
insieme alla costruzione di un fronte di lotta all'altezza
dell'attacco in corso.
E al tempo stesso è chiamato a contrastare i rigori della crisi,
sviluppando forme di solidarietà e di mutuo appoggio tra i lavoratori
tramite le reti eco-solidali nate sul territorio.
Riconosciamo nello sciopero del 27 gennaio indetto da USB, Unicobas,
Orsa, SICobas, SLAICobas, USI, un momento di questa auspicabile
tendenza alla ripresa della capacità di mobilitazione del movimento
dei lavoratori in Italia, e come comunisti anarchici siamo solidali
con i lavoratori, i precari e con tutti quelli che
aderiranno allo sciopero e che parteciperanno alla manifestazione di
Roma, venerdì 27 gennaio.
Abbiamo di fronte a noi un lungo periodo di crisi; altri momenti di
mobilitazione sono già proposti in calendario come la manifestazione
della FIOM dell'11 febbraio; tutte le forze di opposizione di base
sono necessarie.
Unità dei lavoratori! Fronte sociale contro la crisi!

FdCA-Commissione Sindacale
23 gennaio 2012

domenica 22 gennaio 2012

NO MONTI DAY - Pordenone 28 gennaio 2012



Pordenone 28 gennaio ore 17.00 p.tta Cavour

NO+MONTI+DAY

non più lacrime non più sangue

facciamola finita con padroni, banche e parlamenti !


SIT IN interventi a microfono apertosound systembanchetti con materiale informativoCostruiamo mutuo appoggio in ogni quartiere, fermiamo la speculazione, creiamo gruppi di acquisto a km 0, apriamo spazi di autogestione, asili, mense, ambulatori fuori dalla mercificazione, dalle mafie, dai partiti, per una ecologia sociale.

COSTRUIAMO L’ALTERNATIVA AL CAPITALISMOIL FUTURO PER NOI E PER I NOSTRI FIGLI.


Iniziativa Libertaria

libro MEGLIO MORTO CHE PRECARIO



libro MEGLIO MORTO CHE PRECARIO









Processo Mastrogiovanni - udienza del 17 gennaio 2012

COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER FRANCESCO MASTROGIOVANNI
(c/o Vincenzo Serra – via A. Rubino, 17784078 Vallo della Lucania (SA) tel. 0974.2662

Comunicato–Stampa Udienza del 17 gennaio 2012Vallo della Lucania (Salerno), 17 gennaio 2012 -Al Tribunale di Vallo della Lucania, nel pomeriggio, è ripreso il processo contro i sei medici e i dodici infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, imputati per la contenzione durata ottantatre ore, causando la morte del maestro elementare di Castelnuovo Cilento, Francesco Mastrogiovanni, avvenuta la notte del 4 agosto 2009 per edema polmonare in una stanza-cella dell’ospedale di Vallo della Lucania.La prima udienza del nuovo anno inizia con un’ora di ritardo. Come al solito molti dei diciotto imputati sono assenti. E’ la giornata della difesa perché devono essere sentiti i testi a favore degli imputati. Se ne presentano solo quattro: due infermiere, una paziente e un medico. Si inizia con un’infermiera dell’ospedale di Sapri, che riferisce d’aver lavorato nel 2007 per due tre mesi ed era tutto regolare, non ha mai visto i pazienti legati e tutto procedeva nel migliore dei modi. La stessa versione la dà anche una giovane paziente, che dice d’essere stata ricoverata in trattamento sanitario volontario nel 2003-2004 e se ne andava in giro per il reparto e non ha mai visto né contenzione né violenze sui pazienti. Il presidente del tribunale, dr.ssa Elisabetta Garzo, fa notare che si riferiscono fatti lontano negli anni rispetto al caso del quale si discute. E’ poi la volta del dott. Olimpio Piccirillo, che lavora ancora all’ospedale di Vallo di Lucania e l’ultima volta che ha lavorato nel reparto di psichiatria risale all’anno 2000, ovvero nove anni prima della morte di Mastrogiovanni. Naturalmente anch’egli riferisce una buona opinione sui colleghi, ma alla domanda sulla contenzione risponde con un categorico: «Io non la facevo!», che ripete più di una volta e dice anche di non essere a conoscenza se i suoi colleghi la praticassero. Chiaramente il fatto che tenga a precisare che non la praticava significa che altri la praticavano. Quando gli domandano della sua laurea, dice di essere laureato in medicina gastroenterica, ma di essere stato utilizzato nel reparto di psichiatria. E’ interessante scoprire che il reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania veniva affidato anche a medici non competenti in materia. E’ come se - tanto per fare un esempio - un insegnante venga incaricato di svolgere mansioni diverse da quelle per le quali ha studiato ed è competente - è quanto accadeva nel reparto di psichiatria di Vallo della Lucania. Anche il dott. Piccirillo riferisce fatti e situazioni lontanissimi dalla vicenda Mastrogiovanni.Quando poi viene chiamata a deporre la teste Cirillo, una infermiera del reparto di psichiatria che è anche imputata, non si trova più. L’usciere, al quale aveva dato il proprio nome all’inizio dell’udienza, la cerca per tutto il tribunale, ma non c’è! La donna - probabilmente in preda al terrore - si è data ad una precipitosa fuga…L’udienza è durata meno di mezz’ora. Il presidente del tribunale, dr.ssa Garzo, è visibilmente contrariata e richiama severamente i difensori degli imputati alla responsabilità dei loro atti, ricordando quanto stabilito nell’ultima udienza del 2011: entro il 31 gennaio devono essere improrogabilmente sentiti tutti i testi degli imputati perché il processo deve andare avanti.Insomma la brevissima udienza del 17 gennaio è stata una vera Caporetto per i difensori e per gli imputati. (G.G.)
Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco MastrogiovanniVincenzo Serra, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano
Per ulteriori informazioni, si può telefonare a

Vincenzo Serra 0974.2662
Giuseppe Galzerano 0974.62028
Giuseppe Tarallo 0974.964030

www.giustiziaperfranco.it postmaster@giustiziaperfranco.it

Sgomberata sede USI AIT di Firenze !!!!

Sgombero!!!!!

Stamattina all'alba è cominciato, a Firenze, lo sgombero dello stabile occupato in via Conciatori n.4, sede tra l'altro dell'Unione Sindacale Italiana (USI-AIT), del Circolo Anarchico Fiorentino e del "Progetto Conciatori" A questo sgombero è stata opposta resistenza, alcuni compagni sono saliti sul tetto cercando di resistere; mentre le cariche della polizia colpivano i compagni in strada che manifestano contro lo sgombero. L'Unione Sindacale Italiana condanna come fatto gravissimo l'attacco poliziesco alla sede di un sindacato di lavoratori e ne denuncia il livello di repressione che questo sgombero comporta, a maggior ragione quando ciò avviene ad opera del rappresentante di un partito che si dice dalla parte dei lavoratori. Il sindaco della città non ha mai voluto ascoltare la proposta di autorecupero dello stabile da parte del "Progetto Conciatori", ma ha abdicato ai voleri della speculazione privata. Con lo sgombero di via dei Conciatori Firenze perde un'esperienza di autogestione che le ha dato importanti iniziative culturali e un progetto politico e sindacale unico per la difesa degli spazi sociali, del territorio e di tutti gli sfruttati. Ancora una volta come Unione Sindacale Italiana siamo colpiti dalla speculazione che attacca le nostre sedi, esattamente come avvenne nel 1925 quando il regima fascista requisì tutte le sedi dell'USI, sedi che mai lo stato democratico ha pensato di restituire.La Segreteria Nazionale e la Commissione Esecutiva dell'USI-AIT esprimono ai compagni fiorentini e toscani a nome di tutta l'USI-AIT la vicinanza e solidarietà e dichiarano il proprio sostegno a tutte le iniziative che i compagni fiorentini e toscani decideranno di mettere in atto. Analoga solidarietà e vicinanza va anche a tutte le altre realtà presenti oggi all'interno dello stabile in via dei conciatori.

Segreteria Nazionale e Commissione Esecutiva USI-AIT

mercoledì 18 gennaio 2012

martedì 17 gennaio 2012

ricordando la rivoluzionaria Rosa Luxemburg

ROSA LUXEMBURG (15 gennaio 1919 - 15 gennaio 2012) a 93 anni dal suo rapimento e dal suo brutale assassinio da parte delle milizie paramilitari,le Freikorps, agli ordini del governo socialdemocratico di Friedrich Ebert, il ricordo di una donna eccezionale,di una comunista che riuscì ad interpretare le contraddizioni del capitale e a rintracciare le motivazioni intrinseche che spiegano l'imperialismo.Il suo pensiero,oggi, è più che attuale nel decifrare la finanziarizzazione e la crisi del capitale ormai a corto di mercati nell'era della globalizzazione.

I lunedì al sole - CINEFORUM DEL COMITATO PER IL SUPERAMENTO DELLA CRISI di Conegliano

CINEFORUM DEL COMITATO PER IL SUPERAMENTO DELLA CRISI mercoledì 1 febbraio 2012

IL PRIMO DI TRE FILM

INFORMAGIOVANI al BISCIONE, piazzale ZOPPAS stazione corriere adiacenze stazione FS CONEGLIANO

I LUNEDI AL SOLE (Los lunes al sol). 2002 Spagna/Francia/Italia Attori: Javier Bardem, Luis Tosar Regia: Fernando León de Arano "I lunedí al sole" racconta con toni agrodolci le vicissitudini di alcuni operai dei cantieri navali di Vigo licenziati a causa della riconversione industriale. Per loro i giorni della settimana sono tutti uguali: il lunedì come la domenica. Una storia di presenze e assenze, di telefoni che non squillano mai, di ricordi, preoccupazioni e speranze…

NON MANCARE!

sabato 14 gennaio 2012

LA LOTTA DEI LAVORATORI DELLA FINCANTIERI CONTRO LICENZIAMENTI E

Comunicato Commissione sindacale

La lotta dei lavoratori dei cantieri di SESTRI PONENTE e di PALERMO incorso dallo scorso giugno (presentazione del Piano Bono), che èculminata con larecente occupazione del'aeroporto di Genova da parte degli operai eche si sta svolgendo ancora in queste ore con scioperi e blocchistradali, ha per oraottenuto una convocazione a Roma.L'incontro con il Governo, rappresentato dal ministro Passera, nonsolo non ha dato risposte certe e garanzie alle migliaia di lavoratoriinprocinto di andare in cassa integrazione, tra i quali diversecentinaia (a Genova e Castellammare di Stabia), con la prospettiva dinon poter tornare più allavoro per la chiusura defnitiva degli stabilimenti, ma non ha nemmenorilanciato la proposta di una ripartizione dl lavoro tra cantieri (giàpraticata in passato senza problemi), che consentirebbe lasopravvivenza di quelli a rischio chiusura fino a nuove commesse.E ai dipendenti fincantieri a rischio vanno aggiunti altrettantilavoratori di ditte appaltatrici, che anzi in alcuni cantieri lisuperano per numero.L'accordo separato firmato il 22 dicembre scorso dai sindacaticomplici Fim-Cisl,Uilm-Uil, CISAL, UGL è stato a suo tempo appresodirettamente dai giornali dai lavoratori che sono stati tenuti tenutiall’oscuro della trattativaAltro che chiedere il loro parere su un accordo che prevede fral’altro 1243 licenziamenti diretti.Siamo già al secondo tentativo di chiudere la partita con l’ obiettivodi un forte ridimensionamento del gruppo e con un alto numero dilicenziamentiMa la novità questa volta è stata l’entrata in campo di un accordoseparato fatto con i sindacati che ci stavano:la Fiat fa scuola ed il Governo dimostra di voler accelerare nelle suepoltiche di diradamento del tessuto produttivo italiano, consentendodelocalizzazoni e dismissoni.Chi si attendeva da Monti, dopo le lacrime ed il sangue, le "misureper la crescita" tanto evocate, ora è servito.Che crescita ci potrà mai essere in un Paese che chiude le suefabbriche e licenzia i lavoratori? Questo l'hanno capito bene icittadini ed i lavoratori dellealtre industrie genovesi e palermitane che i quesi giorni, in questeore, solidarizzano apertamente con gli operai di Fincantieri in lotta.Le iniziative di lotta dei lavoratori, che hanno portato ad una primaconvocazione delle parti al ministero, continuano tra proclamazionedi assemblee, scioperi, picchetti (una nave quasi ultimata è ancorabloccata dagli operai nel cantiere di Sestri Ponente) e continuerannoper rendere non operativo il piano scaturito dall’accordo separato,per aprire lo spazio per una veratrattativa sul futuro di tutti i cantieri del gruppo.Ma c'è bisogno del sostegno di tutti, per ricostruire e difendere lacentralità del lavoro e dei diritti dei lavoratori

SOSTENIAMO LA LOTTA DEI LAVORATORI DEI CANTIERI NAVALICommissione Sindacale FdCA - gennaio 2012

mercoledì 11 gennaio 2012

Serata anticlericale a Mestre 14 gennaio 2012

TUTTINPIEDI E UAAR (Unione Atei Agnostici razionalisti)

Presentano

I COSTI DELLA CHIESA
E
ESSERE ATEI OGGI

Sabato 14 gennaio
Ore 18:00 - Presentazione e dibattito
Ore 21:00 - Cena anticlericale
15 euro
(7 euro studenti e disoccupati)
Prenotazione 3482616881

Presso il TUTTINPIEDI , P.zza Canova 1 , laterale v.le S.marco

martedì 10 gennaio 2012

IL RIBELLE , film su Guido Picelli , a Venezia il 13 gennaio 2012

Venerdì 13 gennaio alla Casa del Cinema di Venezia in prima visione il film documentario IL RIBELLE, che rievoca la figura del combattente antifascista Guido Picelli, l’ardito del popolo che nel 1922 sconfisse a Parma le truppe di Italo Balbo

Si è spento a Carrara l’otto gennaio, in seguito a una grave malattia Giovanni Pedrazzi

Nato a Miseglia il 17 ottobre 1938 all’età di 16 anni è al lavoro in cava a fianco del nonno materno Fortunato dal quale, oltre che dal padre e dallo zio, impara le prime nozioni del mestiere. Tre anni dopo, dietro pressione dei genitori, lascia le cave per l’edilizia e si pecializza in impianti elettrici condominiali. Da quel momento ha inizio la sua attività politica e sindacale: è fra i fondatori del consiglio di fabbrica Edili e contribuisce a lanciare una coscienza antinfortunistica nei cantieri. Questa caratteristica lo distingue anche nel costruendo stabilimento Montedison, ove lo si vedrà alla testa dei lavoratori delle imprese, protagonisti di 17 giorni di sciopero ad oltranza (1978). Chiamato al lavoro a tempo pieno dal sindacato Confederale, segue i Lavoratori del Mare. Organizza tre giorni di sciopero per i marittimi delle navi cartiera di Arbatax; sigla con Assomarittima il primo integrativo provinciale; fa sequestrare navi battenti bandiera ombra, ponendo un argine al supersfruttamento della categoria. Chiamato alla sede centrale, gli viene affidato il settore del commercio nel quale si distingue per la vertenza Standa. Causa una malattia del funzionario che seguiva il settore marmo, viene indicato provvisoriamente di occuparsi di tale ambito lavorativo. Questa “provvisorietà” lo ha visto fino all’ultimo dei suoi giorni attivista col Cobas del Marmo.
(da Racconti di Paese, Giovanni Pedrazzi, Ed. Coop. Tipolitografica Carrara, 2003)

“Pedro”, come veniva confidenzialmente chiamato, vista la sua spiccata esigenza di libertà e giustizia negli anni ’80 si è avvicinato al movimento anarchico stringendo un forte legame con Alfonso Nicolazzi insieme al quale ha organizzato e partecipato a svariate lotte sul territorio nonchè convegni e commemorazioni del sindacalista anarchico Alberto Meschi. Soffrì tantissimo della scomparsa di Alfonso il quale aveva introdotto l’”usanza” di riservargli uno spazio sul palco del Primo Maggio per gli aggiornamenti delle lotte da lui condotte nelle cave ma non solo. Usanza che è stata mantenuta fino al Maggio 2011. A Carrara era molto popolare per la sua tenacia, umanità e testardaggine nel condurre le lotte. Sempre al fianco dei lavoratori, degli anziani e dei più deboli è stato protagonista oltre 30 anni fa’ di una protesta a Marina di Carrara per rivendicare i diritti dei bagnini. E’ stato promotore del Comitato Anti Gaia e l’anno scorso aveva iniziato un percorso molto difficile per contrastare la ristrutturazione del soccorso cave. Ultimamente era molto impegnato affinchè venisse riconosciuto il lavoro in cava come usurante, arrivando a proporlo in parlamento. Negli ultimi anni aveva pubblicato un romanzo in due volumi: Racconto di Paese, una storia di pura fantasia dalla quale emerge la sua forte necessità di libertà, uguaglianza e giustizia. Carrara perde una grande persona, un amico e un fedelissimo compagno. Fra le sue ultime volontà quella di avere un funerale anarchico.
I funerali si svolgeranno il 10 gennaio alle ore 9 con partenza dall’obitorio dell’ospedale di Carrara. Gli anarchici lo accontenteranno accompagnandolo alla sua ultima dimora stringendosi affettuosamente a i figli e alla moglie.

Ciao Pedro
http://bagcarrara.wordpress.com/2012/01/09/si-e-spento-giovanni-pedrazzi-sindacalista-ciao-pedro/

oppure
http://www.artiemestieri.info/giornale/2012/01/si-e-spento-a-carrara-l%E2%80%99otto-gennaio-in-seguito-a-una-grave-malattia-giovanni-pedrazzi/

lunedì 9 gennaio 2012

TRIESTE CONVEGNO INTERNAZIONALE:ATTUALITÀ DELLA QUESTIONE MERIDIONALE E SUA IMPORTANZA INTERNAZIONALE

CONVEGNO INTERNAZIONALE:ATTUALITÀ DELLA QUESTIONE MERIDIONALE E SUA IMPORTANZA INTERNAZIONALE
Venerdì 13/1 ore 16:30 – 20:00Sabato 14/1 ore 9:30 – 13:00
TRIESTE, via Filzi 14, aula magna Facoltà di Lingue

L'Italia è al centro del Mediterraneo: esso potrebbe essere mare di pace servendo all'avvicinamento economico e culturale fra i popoli europei, africani ed asiatici. La politica dell'Italia è quindi fondamentale per sviluppare rapporti economici e politici che favoriscano la coesistenza pacifica fra questi popoli. Ciò vale specialmente per la parte peninsulare ed insulare del nostro Paese che è la parte più colpita dalla crisi economica mondiale. Trieste può tornare ad essere punto d’incontro tra diverse nazionalità ed etnie.

Partecipano:
Anna Fava- membro dell’Assise della Città di Napoli;
Ilario Ammendolia - sindaco di Caulonia, comune calabrese libero dalla mafia ;
Lorenzo Barbera- presidente onorario del C.R.E.S.M. e suo fondatore;
Giovanni Barozzino- delegato FIOM dei lavoratori della FIAT di Melfi;
Pino Fabiano - giornalista calabrese;
Nikolao Raftopoulos- della collettività indipendente Cittadini di Kallisea;
Pietro Rinaldi - collaboratore dell'assessorato ai beni comuni del Comune di Napoli.

Saranno lette corrispondenze provenienti dall’Austria, dalla Slovenia, dalla Spagna, dal Libano, dall’Algeria e da altri Paesi del Mediterraneo. Collabora il CRESM (Centro Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione).

Comitato Lavoratori e Utenti per i Servizi Essenziali
Trieste, 5 gennaio 2012

FIAT DUX - Note a margine

Il contratto specifico di primo livello è entrato in vigore dall'1/01/2012 in tutti gli stabilimenti Fiat.Esso cancella il CCNL e tutti i contratti aziendali esistenti. Ad essosi accompagnano: il contratto specifico dell’auto ed il recesso(disdetta)del CCNL 2008 dei metalmeccanici, che passerà alla storiacome l’ultimo votato dai lavoratori.Sono tre passaggi che i padroni hanno fatto nel giro di 10 giorni (da13 al 23 dicembre 2011), e che modificano radicalmente le relazionisindacali nonché le relazioni sociali in Italia. In sostanza si chiudeun ciclo di protagonismo dei lavoratori e del sindacatoconflittuale/rivendicativo.E' utile porre inoltre attenzione agli interventilegislativi , il collegato lavoro, l'art.8 di Sacconi, quest'ultimointervento non ancora concluso, per cui manca ad esempio lariscrittura dello Statuto dei Lavoratori o l’ulteriore modifica di sueparti. Tutto questo svolge una funzione fondamentale didisarticolazione del diritto del lavoro, completando l’opera edeliminando di fatto diritti e tutele. ...

LEGGI TUTTO
http://www.fdca.it/sindacale/2012/fiatdux.htm

Commissione Sindacale FdCA - gennaio 2012

domenica 8 gennaio 2012

Basta con la repressione, solidarietà ai compagn@ di Brescia.

Questa mattina alle ore 6,00 agenti della DIGOS e della squadra mobile, mandato della procura alla mano, hanno perquisito le abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano - 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un dirigente di Sinistra Critica e collaboratore di Radio Onda d'Urto.
Il mandato di perquisizione dice testualmente: “poichè i soggetti in questione, con particolare riferimento a …...., sono tra i fomentatori dei disordini che si stanno verificando a Brescia, anche con riferimento alla nota vicenda dello sfratto del Magazzino47, sono da ritenere socialmente pericolosi e, quindi vi è fondato motivo di ritenere che questi possano occultare armi da utilizzare nelle manifestazioni che si prevedono anche in merito alla contestazione alla manovra economica del governo.....” (sottolineature nostre).
Alla fine sono sono stati sequestrati pericolosissimi computer, macchine fotografiche, videocamere, telefoni cellulari, caschi da motociclista e da sci, pompe di bicicletta, adesivi. E la Questura ha vantato i «risultati positivi" delle perquisizioni, che avrebbero raggiunto gli obiettivi prefissati - affermazioni che in alcuni organi di stampa hanno portato a parlare di «armi ritrovate".
Alla gravità dell'episodio si aggiunge il vergognoso ripristino di terminologie e pratiche già viste diverse volte nel nostro paese: ancora dobbiamo sentire parlare di «pericolosità sociale» di militanti politici conosciuti e che agiscono pubblicamente e in movimenti collettivi? Ancora dobbiamo sopportare la provocazione della criminalizzazione di ogni comportamento di opposizione radicale, tirando fuori dal cappello la «possibile» occultazione di armi? [continua]

elèuthera 1986-2011 25 anni di esperienza artigianale di una casa editrice libertaria

Venticinque anni fa nasceva Elèuthera, la casa editrice anarchica e libertaria destinata a diventare la più importante iniziativa editoriale di tutta la storia dell’anarchismo italiano...

Riviviamo i momenti salienti con Amedeo e Rossella.

Sabato 14 Gennaio 2012 all' ”Ateneo degli Imperfetti” ore 17.30

Come al solito seguirà un piacevole intrattenimento.

Non mancate!!

..Una concezione libertaria "aperta" che rompeva con la tradizione di un anarchismo ormai chiuso in sé stesso, cercando spazi e idee nuove all’interno di un universo culturale libertario diffuso nella società contemporanea. La gamma dei temi affrontati, nei 215 titoli del catalogo storico, conferma che l’ambizioso disegno intellettuale culturale dei suoi animatori ha avuto successo ed è stato in grado di aprire una riflessione profonda sulle possibilità anarchiche e libertarie attuali, proprio quando la crisi generale del pensiero progressista segna un momento di grande smarrimento e confusione.
Elèuthera è stata anche una tappa fondamentale e conclusiva di un percorso anarchico che dalla nascita dei G.A.F (Gruppi Anarchici Federati), passando per la fondazione di A Rivista Anarchica, le edizioni Antistato, Volontà, Libertaria, il Centro Studi Libertari "Giuseppe Pinelli" e molte altre iniziative militanti e culturali, ha caratterizzato una fondamentale opera di rinnovamento pur nel solco della tradizione più viva dell’anarchismo classico.
L’incontro è preceduto dalla proiezione di un video con interviste a diversi autori della casa editrice.

Introduce
Elis Fraccaro
Laboratorio Libertario e membro del Centro Studi Libertari "G. Pinelli

sabato 7 gennaio 2012

La crisi e qualche possibile risposta

QUALCHE NOTA SULLA CRISI E SULLE RISPOSTE POSSIBILI

http://www.artiemestieri.info/giornale/2011/12/la-crisi-e-qualche-possibile-risposta/

FRA' SANPIETRINO , Calendario 30 anni circolo Zapata a Pordenone

Finalmente in arrivo la prima edizione del Calendario Frà Sanpietrino! Voi che avete sempre invidiato i devoti clerical-pagani oggi non avrete più nulla da temere potendo ostentare 12 mesi di rubriche sfiziose, centinaia di date da ricordare della storia dell'emancipazione umana e dell'anarchismo, chicche di degustazioni enologiche e moniti sui luoghi infimi da evitare ecc. Il tutto amabilmente e spregiudicatamente accompagnato dai disegni di Paolo Cossi.
Per festeggiare i 30 anni di attivismo del Circolo Libertario E. Zapata a Pordenone abbiamo pensato di produrre questo Calendario, augurandoci possa piacere a tanti compagni e compagne di strada, ai simpatizzanti e ai liberi pensatori: si dia il via alle sottoscrizioni!
E' possibile ordinarlo al costo di 8 € + spese spedizioni (consigliamo VIVAMENTE l'acquisto di più copie in un unica spedizione per ammortizzarne le spese visto il COSTO FOLLE di poste italiche ;(
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venerdì 6 gennaio 2012

intervista a Saverio Ferrari , da OSSERVATORIODEMOCRATICO.ORG , presentazione ristampa de "Fascisti a Milano"

Fascisti a Milano. Da Ordine nuovo a Cuore Nero Terza ristampa in due mesi
Il libro di Saverio Ferrari, curatore anche del sito osservatoriodemocratico, ricostruisce la storia di un mondo in cui nomi e gesta si ripetono nei decenni, anche se spesso con stanchi e macabri rituali


È la storia milanese di quelli che Renato Sarti, a ragione, ha chiamato i “mai morti”. E che Saverio Ferrari, in Fascisti a Milano, da Ordine Nuovo a Cuore Nero, descrive come un mondo in cui nomi e gesta si ripetono nei decenni, anche se spesso con stanchi e macabri rituali. È un sottobosco che oggi si muove tra locali bene e palestre di boxe, tra lamate ai compagni e pistolettate ai camerati infedeli, tra spaccio e vendita di armi. L’innegabile capacità mimetica, proprio come si confà a un soldato politico, permette loro di riemergere in modo carsico dai rivoli putrescenti della storia. Come? Come sempre: infiltrandosi nella pieghe del potere (oggi Lega Nord o Pdl), dividendosi in piccole frazioni pronte ad agire come irrazionali squadracce, cooptando la malavita e scendendo a patti con le mafie. Oppure arruolando politicamente le curve degli stadi. Sono gli stessi, per intenderci, che ogni primo novembre sfilano al cimitero Maggiore (talvolta insieme al sindaco con la fascia tricolore a tracolla) per rendere omaggio, tra labari e bandiere con il gladio, agli aguzzini della Repubblica di Salò. Gli stessi che accoltellano un consigliere comunale di Rifondazione comunista intento ad attaccare manifesti, oppure mettono per due volte una bomba nella sede dell’Associazione Naga, colpevole di occuparsi dei diritti degli immigrati. Sono i “mai morti”, insomma. A Milano, non su Marte.
Saverio Ferrari che differenza c’è tra i fascisti di oggi e quelli degli anni Settanta?
La stagione degli anni Settanta è sepolta. Allora i neofascisti furono utilizzati per compiti che oggi non servono più. Non dimentichiamo che Ordine nuovo era stato allevato dai servizi segreti ai fini della guerra psicologica. La strategia della tensione, infatti, non fu la follia di un pazzo isolato, ma un progetto ben pianificato e cominciato al convegno dell’Hotel Parco dei principi a Roma nel 1965. Poi quelle stesse organizzazioni furono combattute dalla magistratura e sciolte dal ministero degli interni. Oggi invece notiamo come ci sia una maggiore vicinanza, diciamo ideologica, tra la destra di governo e quella fascista. Basti pensare al rifiuto della società multiculturale, alla difesa dell’Occidente, della cristianità e della famiglia. Ma anche il tentativo di modificare la costituzione, di rivedere la resistenza facendola passare per banditismo e di riscrivere la storia degli anni Settanta, coprendo le responsabilità della destra e colpevolizzando le sinistre. In un certo senso un denominatore comune con i fascisti del passato è il fatto che c’è sempre una cittadella da difendere.
Eppure il neofascismo continua a frazionarsi…
Be’, quello è un mondo in cui ognuno vuole fare il duce. Però si frazionano anche per divergenze culturali. Forza nuova, ad esempio, ha forti connotazioni cristiane, altri invece sono legati a riti pagani. C’è poi in loro una vocazione elitaria, quindi si comportano come gli squadristi degli anni Venti, cercando di ripeterne la storia in base all’assunto che pochi elementi possono sconfiggere grandi masse. Insomma, vecchi miti riproposti senza grande fantasia. Il 23 marzo scorso, addirittura, per il 91° anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, una decina di camerati ha tenuto una commemorazione in onore degli squadristi della prima ora. Alla cerimonia ha partecipato un vecchio “mutino” (della Legione Muti, famigerata a Milano per le torture inflitte agli antifascisti durante la Repubblica di Salò, NdR). Si dà il caso, infatti, che al cimitero monumentale di Milano esista ancora un sacrario dei martiri fascisti della “rivoluzione”, eretto durante il regime. Si tratta di 13 giovani che si erano macchiati di efferatezze: bombe, omicidi, spedizioni punitive, assalti a redazioni di giornali e camere del lavoro, botte a dirigenti politici nemici e a sindaci regolarmente eletti. Tutti morti in “incidenti sul lavoro”.
Il libro racconta anche la storia politica delle due curve milanesi. È quello il principale luogo di reclutamento del neofascismo milanese?
Le curve degli stadi in verità non sono un buon luogo di proselitismo. Servono per far passare alcuni messaggi, ma poi non tutti diventano fascisti. È uno spazio dove far vivere certi rituali, non un luogo di reclutamento. Anche perché a Milano le curve sono oramai preda delle organizzazioni criminali. C’è però un’ambizione a entrare in relazione con le nuove generazioni, perché arruolare giovani è sempre stato un problema per la destra. Ecco perché le discoteche, le palestre, gli stadi. Ma anche i centri sociali, come Casa Pound. Sembra che, non avendo strumenti loro, si mettano a copiare. E allora diventano anticapitalisti, anti globalizzazione, arruolano miti giovanili come Rino Gaetano e addirittura Che Guevara. Contestano perfino la Gelmini. È un giovanilismo fine a se stesso, certo, ma molto in sintonia con il fascismo degli anni Venti.
Un’altra questione che si evince dal suo libro è il rapporto che c’è oggi tra neofascismo e mafie.
Che poi non è una novità. Da sempre le ‘ndrine hanno avuto rapporti con i fascisti, come a Reggio Calabria nel 1970. E per il golpe borghese si mosse la mafia, che fece un summit in via General Govone a Milano. Oggi la Dia ha scoperto la contiguità tra neofascisti milanesi e organizzazioni mafiose. Non è un rapporto di tipo eversivo, ma legato ad affari, ricchezza e potere. E a rapporti personali. Per esempio a Domenico Magnetta (uomo di fiducia di Lino Guaglianone, tesoriere dei Nar condannato dalla Cassazione nel 1995) hanno trovato un arsenale. Progettavano un attentato a un magistrato con tanto di auto clonata. E forse non è un caso che Guaglianone (candidato per AN nel 2005, NdR) abbia preso voti a Buccinasco.
Un pentito sembra voler fornire nuove informazioni sulla strage di Brescia. L’impressione è che si cerchi di tenere in vita un processo per una strage i cui responsabili sono già stati processati.
In realtà ci sono due nuovi pentiti. Uno avrebbe sentito casualmente un imputato per la strage dire di aver mentito perché sotto ricatto. Ma non penso che questo possa avere ripercussioni sul processo d’appello. La Cassazione ha già condannato come esecutore Ermanno Buzzi, che poi fu ucciso in carcere da Tuti e Concutelli. Altri invece sono stati addirittura già processati e assolti. La fonte Tritone, cioè Maurizio Tramonte, che disse cose molto importanti a ridosso della strage, poi ritrattò. Un prete affermò di aver visto lo stragista, ma non venne creduto. Tutto ha sempre concorso a intorpidire le acque e a fornire verità. Ciò nonostante in questi ultimi 15 anni gli elementi per esprimere un giudizio storico ci sono tutti. Alla sbarra sono state portate parecchie persone che però, ad eccezione di Rauti e Delfino, non erano che meri esecutori. Mancano le figure di raccordo con le istituzioni, e le coperture. Perché è chiaro che gli apparati di intelligence e i servizi segreti erano conoscenze delle trame eversive. Un po’ lasciavano fare, un po’ orientavano. È una storia che ancora deve essere scritta. Mancano i nomi dei piani alti. Questi di sicuro non sono stati ancora processati.

http://www.osservatoriodemocratico....

mercoledì 4 gennaio 2012

UDINE Quest'anno Pignarul Grant come ai tempi di Via Volturno

Quest'anno Pignarul Grant come ai tempi di Via Volturno - UDINE

Messaggero Veneto 4 gennaio

Un falò per dire no al governo Monti Dopo quasi 10 anni ritorna il “pignarul grant” del Centro sociale autogestito.

L’appuntamento con l’accensione del falò è fissato per venerdì alle 18 nel piazzale dell’ex caserma Osoppo di via Brigata Re. «Anche se in esilio, vogliamo ritrovarci tutti assieme per dire no al governo Monti e alle banche – afferma Paolo De Toni –. Inoltre punteremo il dito contro la scarsità di spazi sociali di cui soffre Udine. La vertenza su spazi sociali e agibilità politica è del tutto aperta, si pensi per esempio alle grandi difficoltà economiche e logistiche che si hanno anche solo per organizzare una conferenza in questa città (UDINE)». (m.z.)

Due fabbriche a Padova gestite dai lavoratori

Due fabbriche a Padova gestite dai lavoratori- di Gianni Belloni -

E due. Con la costituzione della cooperativa lavoratori della Fonderia[Clf] il secondo stabilimento della provincia di Padova, per evitarela chiusura, passa nelle mani di una cooperativa di lavoratori.Il 18 settembre del 2010 l’inaugurazione della nuova «ModelleriaQuadrifoglio», che produce stampi per fonderie, gestita direttamentedai dipendenti, in tutto una quindicina, attraverso una cooperativa.Ora è il turno delle fonderie Zen, una fabbrica con 141 dipendenti adAlbignasego, alle porte della città del Santo. Qui vengono fabbricaticomponenti per auto e macchine agricole. Si tratta di uno deglistabilimento del gruppo di Florindo Garro che nel 2008 contava più di3mila dipendenti e un fatturato di 510 milioni di euro. Un fabbrica ditutt’altre dimensioni rispetto alla Quadrifoglio, ma che haattraversato vicissitudini economiche simili.Dopo due anni di gestione dell’amministrazione straordinaria, ildestino segnato era quello dei libri contabili in tribunale, dellachiusura dello stabilimento e dello sgocciolare dei mesi di cassaintegrazione. La raccolta di quote tra i lavoratori – una parte dellaliquidazione, per un massimo di 2mila euro a testa – , la costituzionedella cooperativa – con un capitale sociale di 250 mila euro – e laparallela costituzione di una srl, tra i dirigenti dell’azienda, hannomutato il corso degli eventi.La cooperativa e la società dei dirigenti hanno avanzato la propostad’interesse per l’acquisizione della società, la proposta è statavalutata positivamente dal ministero ed ora rimangono solo pochi mesie alcuni passaggi burocratici in vista dell’acquisizione ufficiale daparte della nuova società, della vecchia società Zen srl ora inliquidazione. Anche Veneto Sviluppo ha dimostrato interesse perl’operazione ed è atteso l’annuncio di un impegno concreto da partedella finanziaria regionale .La produzione sarà governata da una società a responsabilità limitatacon una quota di maggioranza in mano alla società degli ex dirigenti,ma alla cooperativa dei lavoratori spetta una quota intorno al 15 percento. «La proposta dei lavoratori si è dimostrata la sola stradapercorribile, in due di amministrazione straordinaria non è pervenutanessuna proposta seria da parte di imprenditori – racconta AntonioSilvestri, segreterio generale della Fiom – Cgil di Padova che haseguito e sostenuto i dipendenti in questi anni -, solo ladeterminazione dei dipendenti ha consentito di salvare questa realtàproduttiva che, a detta di molti osservatori, ha un mercato e lapossibilità di reggere e svilupparsi»..La notizia fa da contrappunto ai numeri, usciti in questi giorni,delle aziende venete che hanno trasferito la loro produzioneall’estero: 720 nel corso del 2011 con 13mila posti di lavoroevaporati.«Ci sono le condizioni perché maturi una bella esperienza – raccontaSilvestri -, i rappresentanti della cooperativa in consigliod’amministrazione potrebbero seguire il campo della sicurezza sullavoro e della tutela ambientale, sviluppando saperi eresponsabilità».Esiste una storia, poco conosciuta, di aziende italiane rilevate,spesso adottando la forma cooperativa, dai lavoratori. Un fenomenorelativamente diffuso negli anni ’70 a seguito dell’esplodere dellacrisi di quegli anni. Solo in provincia di Padova, aziendemetalmeccaniche come la Zetronic o la Capica furono salvate dallagestione operaia. A servizio delle aziende autogestite si formarono,alla fine degli anni ’70, in diverse città del nord – Verona, Venezia,Milano, Torino, Reggio Emilia – le Mag, cooperative di autogestionefinanziaria ancor oggi operanti.Una storia fatta anche di successi imprenditoriali come quella dellatrentina Risto3, nata nel 1979 dall’iniziativa di venti cuoche rimastesenza lavoro, che hanno costituito negli anni un piccolo colosso cheoggi fattura una quarantina di milioni di euro.

Fonte: http://bit.ly/due-fabbriche-gestite-dai-lavoratori-a-padova
Tratto da: Due fabbriche a Padova gestite dai lavoratori Informareper Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/01/03/due-fabbriche-a-padova-gestite-dai-lavoratori/#ixzz1iQwgTcqE

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

martedì 3 gennaio 2012

presentazione volume "Un operaio semplice"

Presentazione volume "Un operaio semplice"

martedì 10 gennaio, alle ore 18,00
presso la Sala conferenze dellIstoreto via del Carmine 13, Torino, 3° piano

LIstituto inaugura il nuovo anno presentando un volume controcorrente,dedicato alla causa degli sfruttati e allemancipazione della classe operaiaUn operaio sempliceStoria di un sindacalista rivoluzionario anarchico (1886-1964)(Milano, Zero in Condotta, 2011)di Gaetano e Giovanna GervasioIl volume raccoglie lautobiografia di Gaetano Gervasio, curata e integratadalla figlia Giovanna.Intervengono :

Giovanni De Luna, vicepresidente Istoreto, Università diTorino
Tobia Imperato, studioso dellanarchismo
Giovanna Gervasio, curatrice e coautrice del volume

Falegname, ebanista, operaio meccanico, capo officina, attrezzista;emigrante, dal Sud al Nord dItalia, dal Nord Italia alla Svizzera, agliStati Uniti dAmerica, alla Francia e da questa terra espulso; in questipaesi partecipò alle lotte sociali e politiche per lemancipazione, lalibertà e lo sviluppo sociale e culturale della classe operaia, sia nelsindacato che nel Movimento anarchico.Sindacalista rivoluzionario nellUnione Sindacale Italiana, diresse, neiprimi decenni del Novecento la Federazione Nazionale dei Lavoratori delLegno. Nei primi anni 20 svolse il ruolo di amministratore dellUSI edaiutò molti compagni a lasciare lItalia fascista e a sfuggire, in patria,le persecuzioni della dittatura. Durante il fascismo soffrì violenze,restrizioni della libertà personale e, per qualche mese, il campo diconcentramento. Dopo la tragedia della II guerra mondiale, negli anni dellaricostruzione, contribuì a creare ed a organizzare i Comitati di Difesasindacale, che rappresentò, insieme con Sassi, Bianconi, Marzocchi, nelConsiglio Direttivo della C.G.I.L. Si interessò sempre, ma in particolarmodo negli anni della giovinezza e della vecchiaia, delle comunità educativelibertarie, a cui dedicò volontariamente molto del suo tempo libero e dellesue vacanze: Scuola Moderna Francisco Ferrer, Centro EducativoItalo-Svizzero, Centro comunitario dellARN. Sostenne e collaborò a rivistee giornali del Movimento anarchico, in particolare Guerra di classe,Volontà, il Libertario.

Per informazioni : stampa@istoreto.it, tel. 0114380090

Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea 'Giorgio Agosti'Via del Carmine, 13 - 10122 TorinoTel 011 4380090 - Fax 011 4360469 - email: stampa@istoreto.it

sito web: http://www.istoreto.it
catalogo archivio: http://metarchivi.istoreto.it
catalogo biblioteca: http://www.istoreto.erasmo.it/

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)