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lunedì 28 giugno 2010

La BP arriva nel Mediterraneo

E mentre Obama lancia appelli per un’America ecososostenibile parlando della conversione delle fonti di energia, la BP indisturbata allarga il suo dominio e arriva nel Mediterraneo.

Gli appelli per gli U.S.A. non bastano.
Non accontentano chi capisce che le colpe e i danni delle compagnie petrolifere non si limitano a eventi come la fuoriuscita di greggio nel golfo del Messico, ma sono perpetrati ogni giorno.

Fonte: Giornalettismo.com

Sarebbe di queste ultime ore la notizia, profondamente sconcertante, secondo cui la Bp, la compagnia petrolifera che ha causato il più grande disastro ecologico che la storia recente ricordi, avrebbe firmato un nuovo accordo con la Libia per iniziare delle trivellazioni nel Mediterraneo.

Un dirigente del governo di Gheddafi, infatti, avrebbe da poco confermato che l’accordo tra la British Petroleum e la Libia è stato già chiuso e che lo sfruttamento della costa meridionale del Mediterraneo inizierà a breve.

Il tutto mentre nel Golfo del Messico l’orribile marea nera è ancora sotto gli occhi di tutti.

A quanto pare, il pensiero di un ecosistema distrutto non ha sfiorato nemmeno per un attimo il Capo della Compagnia Petrolifera Nazionale Libica, Shokri Ganhem che, anzi, ha affermato che il disastro in Luoisiana servirà alla Bp per imparare dai propri errori.

Secondo il Wall Street Journal, la Bp avrà il via libera per scandagliare e ricercare il petrolio nella bellezza di almeno cinquantamila chilometri quadrati di area marina.

Secondo Bill Farren-Price, amministratore delegato di un’ agenzia indipendente di consulenza e valutazione in affari petroliferi (la Petroleum Policy Intelligence), la Libia non si tirerà indietro e non si farà influenzare dalla catastrofe avvenuta nel Golfo perché vuole incrementare la sua produzione di petrolio, arrivando ad almeno 3 milioni di barili di greggio al giorno. A riprova di come la fame di oro nero sia capace di svelare palesemente il menefreghismo dei potenti verso la salute del Pianeta.

Inoltre, ora viene il bello (si fa per dire), in base agli accordi stipulati, qualunque cosa dovesse succedere (cioè per intenderci un altro incidente stile Louisiana) Bp dovrà rispondere solo a Gheddafi. In poche parole l’unico che potrebbe esigere la riparazione di eventuali danni al nostro mare è quello che ha voluto più di tutti questo accordo.

Alla luce di tutto questo, e alla luce di tutto ciò che la redazione ha scoperto riguardo la British Petroleum, (in primis il suo essere responsabile di altri disastri ambientali per non aver rispettato le dovute misure di sicurezza) l’indignazione e la rabbia di un nuovo accordo tra questa compagnia petrolifera e la Libia (accordo che appunto porterà la Bp a scavare nel nostro Mediterraneo) lascia il posto a un senso di inquietudine profonda che risiede in alcune, ovvie, domande che noi della redazione (ma lo stesso non può che verificarsi anche per i nostri lettori) ci siamo posti non appena ci è giunta la notizia.

Come è possibile che la Bp, responsabile dell’enorme tragedia del Golfo, abbia ancora la possibilità di trivellare?

Di fronte a un disastro non ancora risolto, (e che è ancora lì che grida vendetta), come è possibile che la British Petroleum sia già riuscita a sistemare tutte le misure di sicurezza dei suoi impianti?

Ma soprattutto: perché nessuno interviene per impedire a questa compagnia di commettere altri disastri?

Quanto meno che vengano fatti i dovuti controlli: al momento, infatti, non vi è in giro alcuna notizia in merito a nuove misure di sicurezza adottate da Bp.

Come può, una compagnia petrolifera, avere tutto questo potere?

In attesa di trovare le risposte a questi interrogativi, il nostro lavoro continuerà a seguire, costantemente, le operazioni della British Petroleum, dovesse finire anche in capo al mondo.


Fonte: laboratorioantispecista.org

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