I trasporti ferroviari di barre di combustibile nucleare verso la
Francia sono frutto di un accordo siglato nel 2006 in base al quale
una parte delle nostre barre di combustibile irraggiato viene, a più
riprese, inviata in Francia dove viene trattata e poi riportata in
Italia.
Le barre vengono inviate allo stabilimenti della Areva di La Hague,
sulle coste dell'Atlantico. Costo dell'operazione, per l'Italia, 250
milioni di euro soggetti a lievitazione. Areva è la stessa azienda
che aveva progettato la realizzazione di diverse centrali nucleari in
Italia.
Quel trattamento serve a facilitarne lo stoccaggio semplificandone la
movimentazione, ma non ne diminuisce significativamente la
radioattività. Un trattamento che altrove, ad esempio negli USA a
partire dal 1977, non viene effettuato sia per il costo che per
l'impatto ambientale.
Quelle barre dovrebbero invece andare direttamente ad un deposito
definitivo che in ogni caso è urgente realizzare e che la Legge dello
Stato prevede che debba essere operativo dal 31-12-2008.
In compenso ad ogni trasporto si corrono dei rischi molto grossi e
sicuramente sottovalutati. Questo perché il massimo rischio previsto
nei piani di emergenza predisposti dalle prefetture italiane
interessate è lo scontro con un'autobotte di benzina, mentre, ad
esempio, non è stata prevista la caduta di un contenitore di barre in
un corso d'acqua, per attentato o altro, con inarrestabile dispersione
di plutonio nella corrente che inevitabilmente finirebbe prima nel Po
e poi nell'Adriatico, inquinando un'area enorme.
Oltre che con piani di emergenza incompleti i trasporti vengono
praticamente effettuati di nascosto, preannunciati da generici
comunicati apparsi tra il 20 ed il 21 luglio sui siti internet delle
sole prefetture di Torino, Vercelli, Alessandria e Pavia, e non su
quelle di Novara ed Asti che plausibilmente dovrebbero essere
interessate dal trasporto notturno. Comunicati che non sono certo
classificabili come informazione a tutta la popolazione che rischia di
essere interessata da un eventuale incidente, e che dovrebbe invece
essere avvertita per legge.
Far correre alla nazione un simile rischio vanifica il risultato del
referendum in cui il popolo sovrano ha dichiarato di non voler correre
i pericoli connessi al nucleare.
Chiediamo a tutte le autorità competenti di fermare immediatamente
tali trasporti, la cui utilità non è minimamente paragonabile alla
loro pericolosità ed il cui costo stride in modo offensivo con i
pesantissimi sacrifici che vengono chiesti alla nazione.
Mario Actis
Tino Balduzzi
Gian Piero Godio
per sottoscrivere:
nonukeal@gmail.com
legambientevallesusa@gmail.com
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
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