ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA

ADERISCI AD ALTERNATIVA LIBERTARIA/FdCA
O SCEGLI NOI O SCEGLI LORO

campagna contro la contenzione meccanica

per giulio

per giulio

martedì 14 ottobre 2014

La Lega nord alla prova d’autunno

In attesa di saperne di più pubblichiamo un nuovo articolo sulla Lega nord in uscita sulla rivista l’antifascista, la rivista dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti La Lega nord alla prova d’autunno Tra derive razziste, velleità separatiste, proteste fiscali e sociali La Lega Nord si appresta a promuovere un suo “autunno caldo”. Molti gli annunci. Nell’ultimo consiglio federale di settembre Matteo Salvini è stato chiaro: «Sarà un autunno verde». Due gli appuntamenti principali, il 18 ottobre a Milano per dire «Stop all’invasione», una manifestazione “contro gli immigrati”, in piazza Duomo, con l’intenzione di mobilitare almeno «centomila persone», e il 14 novembre, con l’organizzazione di una giornata di «resistenza fiscale» per mettere in crisi «i cassieri dello Stato». Una sorta di «rivolta» a base di gesti eclatanti, dallo sciopero degli scontrini fiscali al sabotaggio dei pedaggi autostradali. Sarà dunque la Lega, in prima persona, a rilanciare il cosiddetto movimento dei “forconi”. L’ESPERIENZA RIBELLISTICA DI DICEMBRE-GENNAIO Nel dicembre-gennaio scorso l’esperienza che fu definita dei “forconi” si connotò per un ribellismo tanto eterogeneo quanto confuso e primitivo, dal Piemonte alla Sicilia. Inizialmente vi confluirono realtà diverse che si resero protagoniste di blocchi stradali come dell’occupazione di piazze in diverse e importanti città. L’epicentro fu a Torino, non a caso, una metropoli che con il suo rapido processo di deindustrializzazione aveva per molti versi anticipato la crisi economica e sociale che aveva successivamente investito il paese. Ciò che suscitò allarme fu, via via, l’infiltrazione operata dalle principali organizzazioni dell’estrema destra, da Casa Pound a Roma a Forza nuova a Milano. L’improvvisato gruppo dirigente del movimento ne fu sopraffatto. Il tutto, senza un vero programma, si esaurì presto lasciando dietro di sé più di un episodio violento e piccoli leader populisti in cerca di visibilità. Coagulò comunque un disagio reale. Tra le inquietudini suscitate anche una certa benevolenza e comprensione esplicitata dalle forze dell’ordine che in più occasioni (Torino e Milano) solidarizzarono con i manifestanti attuando gesti simbolici come il togliere il casco nei fronteggiamenti di strada. Atti mai riscontrati in precedenza in Italia nella pur lunga storia della conflittualità sociale e sindacale. LA “NUOVA” LEGA La Lega sotto la guida di Matteo Salvini sembrerebbe aver parato i contraccolpi della precedente gestione bossiana travolta da scandali e ruberie. Nelle ultime elezioni europee, con il 6,1%, ha ripreso vigore, riuscendo a riconquistare consensi soprattutto in Veneto e in Lombardia. Tra le forze della destra italiana è stata l’unica a poter cantare vittoria a fronte di una vistosa flessione di Forza Italia, del risicato risultato del Nuovo centro destra (appena sopra il 4%) e dell’insuccesso dei Fratelli d’Italia, incapaci di superare la soglia di sbarramento. Ciò è stato il frutto di un nuovo posizionamento che ha visto la Lega recuperare a pieno titolo un impianto di tipo razzista, attraverso la demonizzazione dell’integrazione e della società multietnica, allineandosi alle peggiori formazioni dell’estrema destra europea, con cui, per altro, ha provveduto a promuovere la cosiddetta Alleanza europea per la libertà (Eaf), spaziando dal Front national francese all’islamofobico Partito per la libertà olandese (Pvv), fino a sigle politiche apertamente xenofobe come il Vlaams belang belga (Interesse fiammingo) e il Partito della libertà austriaco (Fpo). A spiegare questo successo anche una svolta di tipo nazionalista. Per la prima volta nella sua storia la Lega si è infatti rivolta all’insieme dell’elettorato, non limitandosi unicamente ai “padani”. I suoi candidati, a partire dal segretario nazionale, non solo hanno battuto i territori del centro-sud, ma hanno assunto slogan del tipo “Basta euro, basta Unione europea, basta tasse, prima gli italiani!”, facendo il verso a Marine Le Pen. Questa nuova linea ha consentito di portare in dote quasi duecentomila voti dai collegi centro meridionali, di eleggere a sorpresa un parlamentare nel centro Italia, Mario Borghezio, e anche di beneficiare della convergenza di alcune storiche organizzazioni neofasciste, in primis Casa Pound, che, di fronte a questa nuova impostazione “nazionalistica”, non riuscendo a presentare proprie liste, ha potuto riversare i propri voti sulla Lega. Ciò che si sta prospettando è una nuova configurazione delle destre italiane, con l’assunzione da parte del partito di Salvini di un ruolo di riferimento per lo stesso neofascismo. A tale scopo, la Lega ha anche costituito l’associazione Patriae, entro cui, proprio in questi mesi, sta pilotando la confluenza di militanti e spezzoni in libera uscita dell’estremismo nero. Un momento non secondario di verifica sarà rappresentato dalla manifestazione milanese del 18 ottobre, dove accanto alle camicie verdi sfileranno i rappresentanti di alcune delle sigle più note a cavallo tra neofascismo e neonazismo, da Lealtà azione a Destra per Milano, da gruppi fuoriusciti da Forza nuova a Progetto nazionale, una delle sigle di copertura del Veneto fronte skinheads. L’IDEA DELLA SPALLATA Per la “nuova” Lega, a tutti gli effetti ormai il vero partito della destra radicale italiana (tra le sue proposte anche l’abrogazione della legge Mancino che punisce l’istigazione all’odio razziale, etnico e religioso), decisivi saranno i prossimi mesi, quelli autunnali. Punterà a ritagliarsi, autonomamente dal centro-destra, un proprio spazio (posponendo i tempi per eventuali accordi elettorali con Forza Italia) e cercherà di crescere nei consensi attraverso un mix di contenuti razzisti, velleità separatiste (sosterrà sia il referendum indipendentista veneto sia quello lombardo in favore dello statuto speciale), proteste fiscali e sociali a tutto campo (ha già depositato le firme per un referendum abrogativo della legge Fornero), anche nel centro e nel sud d’Italia, favorendo la costituzione in quelle regioni di nuovi soggetti politici con cui federarsi. Quasi un tentativo di spallata da destra, da non sottovalutare.

Nessun commento:

IX Congresso Nazionale della FdCA

IX Congresso Nazionale della FdCA
1-2 novembre 2014 - Cingia de' Botti (CR)