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mercoledì 12 giugno 2013

Verizon . Intervista a Giannuli sui servizi segreti italiani ...

Giannuli: "I servizi segreti non solo ci spiano ma manipolano anche il mondo dell’informazione"

di Michael Pontrelli
Lo scandalo Verizon ha fatto emergere che da anni milioni di americani vengono spiati al telefono e sul web. La notizia ha fatto insorgere le associazioni per la difesa dei diritti civili e ha riportato alla ribalta il ruolo e l’importanza dei servizi segreti di cui spesso ci si dimentica facilmente. In Italia uno dei massimi esperti in materia è Aldo Giannuli, storico contemporaneo dell’Università degli Studi di Milano e autore di diversi libri sull’argomento: Come funzionano i servizi segreti (2009 Ponte alle Grazie) e Come i servizi segreti usano i media (Ponte alle Grazie nel 2012) sono i più recenti.

Professore iniziamo dallo scandalo Verizon. Cosa pensa di questa vicenda?
“Penso che sia la scoperta dell’acqua calda. Una dei compiti fondamentali dei servizi segreti è la raccolta dell’informazione e figuriamoci se non intercettano tutto quello che possono intercettare con una legge come il Patriot Act (legge federale statunitense, concepita dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, che rinforza il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi, quali CIA, FBI e NSA, con lo scopo di ridurre il rischio di attacchi terroristici, ndr). Tutti si meravigliano di Obama ma vorrei ricordare che l’attuale presidente degli Stati Uniti non ha mai abrogato o modificato questa legislazione”.

Lei ormai studia i servizi segreti da anni. Uno degli aspetti più interessanti che emerge dalle sue ricerche è che non si limitano ad ascoltare e a spiare ma che svolgono anche un ruolo attivo nella manipolazione dell’informazione. Quanto sono credibili le notizie che leggiamo o ascoltiamo?
“Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il problema principale non è la diffusione di notizie false o al contrario la mancata pubblicazione di informazioni su alcuni argomenti. Questo comportamento esiste ma solo in casi eccezionali. Il problema vero è il montaggio delle stesse ovvero le modalità di presentazione. I servizi influenzano il come le notizie devono uscire e il quando”.

Ci può fare degli esempi concreti?
“Per esempio si possono tacere dei particolati e sottolinearne degli altri. Si possono applicare tecniche di manipolazione linguistica come iniziare un servizio con il condizionale e nel corso dello svolgimento scivolare sull’indicativo, oppure creare delle relazioni inesistenti associando notizie tra di loro in modo da favorire un certo tipo di lettura. Con questo tipo di meccanismi i lettori o i telespettatori vengono condizionati e quindi manipolati".

Per i cittadini è possibile difendersi ed eventualmente come?
“Tutto sommato dal confronto fra le varie fonti di informazione (televisione, web, radio) seppur con qualche fatica si riesce ad estrarre delle indicazioni. Per fare questo tipo di lavoro ci vuole impegno e intelligenza. Però bisogna sempre tener presente che una informazione totalmente obiettiva, veritiera e imparziale non esiste”.

Quali sono gli obiettivi dei servizi segreti, in quali ambiti tendono a condizionare l’informazione?
“Ogni ambito può essere di loro interesse, non esistono aree escluse. E' ovvio che le tematiche di natura finanziaria o di politica internazionale sono più sensibili ma anche i campionati di calcio possono rappresentare un interesse politico ed economico. Per esempio, durante la guerra fredda i servizi segreti avevano interesse a condizionare il mondo dello spettacolo e il successo di alcune canzoni rispetto ad altre perché anche questo faceva parte dello scontro fra Est e Ovest".

Quale è il punto di contatto tra servizi segreti e mondo dell'informazione?
“Il primo anello delicato sono le agenzie di stampa in quanto da esse si irradia l’informazione. Però a tutti i livelli ci sono dei contatti in quanto il mondo dei media vive di scambi. In alcune circostanze i giornalisti sanno che i loro interlocutori fanno parte dei servizi segreti in altre invece no e pensano semplicemente di avere a che fare con uomini di partito o di altre organizzazioni di qualsiasi tipo”.
07 giugno 2013
 

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