“Noi portiano nei nostri cuoriAnche Belo Horizonte è tra le città protagoniste delle manifestazioni che si susseguono in Brasile in seguito alla decisione abusiva di aumentare le tariffe del trasporto pubblico, ed in solidarietà con la lotta che ha avuto inizio a San Paolo contro i mega-eventi della FIFA (Coppa delle Confederazioni e Coppa del Mondo). Tra il 13 e 17 giugno, vi si è svolto il convegno del COPAC (Comitato Popolare delle persone colpite dalla Coppa) e più di 60mila persone sono scese in strada nelle 2 grandi manifestazioni di sabato e lunedì, in una mobilitazione che non si vedeva da più di 20 anni. Le azioni sono durate più di 6 ore, occupando le corsie delle grandi arterie della città, occupando le strade in modo fermo, affrontando la violenta repressione da parte della polizia, formando giganteschi spazi occupati per folle di persone che non discutevano di altro se non della attuale situazione nello Stato e nel paese. Nel bel mezzo della grande rivolta popolare che attraversa il paese, dovremmo tutti noi discutere in modo approfondito alcuni punti che sono a diretto contatto con le mobilitazioni in corso. Crediamo che se non ci sarà un grande sforzo da parte dei movimenti popolari, delle organizzazioni politiche della sinistra e delle forze in seno al popolo, le nostre mobilitazioni corrano il rischio di smarrirsi, di essere frenate e cooptate da elementi esterni alla lotta popolare che vi si stanno infiltrando.
un mondo nuovo, che cresce in ogni momento.
E sta crescendo in questo istante [...].”
Buenaventura Durruti
VIOLENZA: STATO + FIFA per IL POPOLO
É importante misurare e soppesare i mezzi fisici, ideologici ed economici a disposizione delle due parti in campo: lo Stato ha l'esercito; ha la sua polizia, una investigativa ed una militare; ha i militari con decine di battaglioni (da blitz, da azioni tattiche/speciali, la cavalleria, i cani, etc.); con le auto, gli elicotteri, i blindati; ha le bombe (dissuasive, lacrimogeni, spray al peperoncino) e le munizioni (letali, di gomma, d'effetto, etc.). Questa struttura dello Stato è gestita dalle grandi elites brasiliane per finanziare le campagne dei politici, e gli orientamenti di tali grandi elite sono veicolati in tutto il complesso ben strutturato del potere dei media. La Fifa, un'impresa privata nord-americana, per tenere le mani nel potere politico ed economico internazionale che ruota intorno al calcio, sottomette qualsiasi Stato alle sue direttive tramite la realizzazione di mega-eventi, riducendo in polvere le storiche conquiste popolari, legittimando massacri e perseguitando i poveri. Il popolo, da parte sue, non ha che la sua coscienza, la sua solidarietà, i suoi sogni ed al massimo qualche pietra e qualche molotov. É drammatica e surreale la discrepanza di questo confronto. Un popolo sottomesso dalla barbarie dello Stato a causa di profitti esorbitanti e di politiche antipopolari, quando si ribella, mette in atto una naturale condizione di autodifesa. Le vetrine delle banche - sanguisughe della ricchezza nazionale -, le auto distrutte, i graffiti di protesta, alcune pietre lanciate e le stesse barriere di fuoco per le strade non hanno confronto con la violenza economica, politica e fisica che il popolo deve subire quotidianamente - e oggi ancor più a causa della Coppa.Si percepisce chiaramente tra la maggioranza dei manifestanti una riproduzione del discorso che predica "anti-violenza" e "manifestazione pacifica". Quando qualche compagno osa attaccare i simboli della Fifa o delle grandi imprese che finanziano la Coppa, parecchi manifestanti non approvano e reprimono. A nostro avviso si tratta di atteggiamenti che si prestano ad equivoci e che sono apprezzati dai nostri nemici.
LA PREOCCUPAZIONE DEI MEDIA: AMICHEVOLI CON I PACIFICI, DIFFAMATORI VERSO I "VIOLENTI"
É la paura che ha spinto i grandi media a trovare un accordo di manipolazione dell'informazione che dà una connotazione positiva alle "manifestazioni pacifiche" mentre si continua con la linea tradizionale di diffamare i cosiddetti "violenti". Nessuno di aspettava che le manifestazioni assumessero queste dimensioni ed ora mettono seriamente in allarme i nostri nemici. Le oltre 500mila persone che sono scese in strada in tutto il paese, e ben 100mila a San Paolo (la città più esposta a livello internazionale, per essere il centro economico del Brasile) sono una realtà che spaventa le elites. Ma tutta questa mobilitazione che si agita pacificamente - criminalizzando quelli che sono etichettati come violenti – con persone che urlano "abbasso la corruzione", "il gigante si è svegliato", "fuori Renan" e "fuori Dilma", mentre si sventolano le bandiere del Brasile, di fatto non causa poi tanto timore. La grande paura dei nostri nemici sta nella situazione di conflittualità che è iniziata a San Paolo ed è nata in altre città. La questione della riduzione delle tariffe, il rifiuto verso la Fifa per la catastrofe sociale ed economica che ha portato e il rifiuto della violenza della polizia, insieme a manifestazioni combattive e con carattere di scontro, sono molto più pericolose degli slogan contro la corruzione, contro Dilma e contro Renan, dei cortei patriottici e pacifici. Sono più pericolose, in primo luogo, perchè attaccano direttamente una delle radici dei problemi sociali - che sta nelle scelte operate dai ricchi -, e, in secondo luogo, perchè osano smantellare la disciplina ed il controllo sui ribelli imposti dallo Stato e dai nostri nemici, fattori fondamentali per il mantenimento del capitale, dello sfruttamento e dell'oppressione.LA PREOCCUPAZIONE DELLA POLIZIA: L'AMICA CHE TI DA' UNO SCHIOCCO
In questo senso abbiamo visto la Polizia Militare di Minas Gerais (PMMG) muoversi strategicamente per conquistarsi i manifestanti: con un colonnello che emette comunicati gentili, che si mostra affidabile e cordiale con i ribelli, al comando di una truppa che attraversa il centro della manifestazione facendo foto con i manifestanti e sventolando le bandiere del Brasile. É una dichiarata strategia di pacificazione d'immagine (ma già bruciata) da parte della Polizia Militare, che, in pratica, con 50mila persone in marcia verso la miniera, mostra poi il suo vero volto vomitando piombo sulla popolazione, senza preoccuparsi di colpire donne, anziani e bambini. Inoltre, emerge uno schema articolato tra la PMMG ed i media, quando vediamo gruppi isolati che attaccano la prefettura o saccheggiano i negozi senza nessuna rappresaglia da parte della polizia che assiste da lontano, mentre le telecamere dei media riprendono tutto col chiaro intento di criminalizzare il movimento.INFILTRAZIONI DI DISCORSI E PRATICHE DI DESTRA
É anche molto evidente una infiltrazione strategica della destra organizzata all'interno delle mobilitazioni. Ne è prova il discorso accalorato ed a senso unico che si sente e che attacca il PT e la corruzione (che già si fondono): ma la ragione è quella di screditare il governo federale in vista delle prossime elezioni, o addirittura di possibile rivolte contro il "PT", che alla fine dei conti diventano rivolte contro la "sinistra" in generale, per far cambiare idea alla popolazione sullo spettro della destra. Quei militanti non caratterizzati dei partiti storicamente di destra (PSDB, DEM etc) o quelle stesse persone deliberatamente di destra ma che non sono iscritte a nessun partito, lanciano slogan ed incentivano pratiche che dovrebbero essere respinte dai ribelli in generale (come fare foto per la polizia, linciare manifestanti radicali, etc.). Daltra parte deve essere ripudiato l'uso e riproduzione dei simboli nazionali. Un inno ed una bandiera nazionale sono simboli che rappresentano più di 500 anni di tragedie e di sfruttamento del popolo, perpetrati da parte delle elites. Il motto che sta sulla bandiera nazionale, "Ordine e Progresso", é molto chiaro quando si pensa alla necessità delle elites di mantere l' "Ordine" sulle persone affinchè vi sia il vostro "Progesso". É questo stesso sentimento nazionalista e patriottico che è stato utlizzato per ingannare il nostro popolo durante gli innumerevoli contesti di conflitto sociale, dalla dittatura di Vargas e dei militari fino ai giorni nostri. Il nostro popolo ha diverse parole d'ordine, bandiere e simboli di resistenza e di lotta che sono molto più compatibili con il momento rispetto a simboli che rappresentano una storia di manipolazione e di sfruttamento. Detestano le nostre bandiere che hanno un contenuto "socialista", "comunista", “anarchico” o "rivoluzionário", ma intanto, cantano la bandiera di "Ordine e Progresso". In questo modo, silenziosa e pericolosa, la destra tenta di avanzare con la diffusione dei suoi temi e con la deposizione delle nostre bandiere di lotta.Ci sono altre questioni che vengono discusse e presentate all'interno delle manifestazioni, ma sono meno complicate e non hanno l'urgenza di essere appofondite come quelle suddette. E' chiaro che ad ogni nuova giornata di mobilitazione, nella attuale situazione, alcuni scenari mutano, risolvendosi taluni problemi politici e presentandosene altri. É in questo senso che i militanti del COMPA cercano di agire nel movimento a Belo Horizonte, sia nelle riunioni, sia nelle assemblee, nelle manifestazioni, nei movimenti sociali o in qualunque spazio dove esistono o stanno per emergere connessioni per le mobilitazioni della rivolta.
Creare un popolo forte per costruire il Poder Popular!
Da sinistra e dal basso, Avanti nella lotta!
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