Quest’anno la festa del 1° maggio ha un sapore particolarmente amaro,
l’offensiva del padronato e del governo reazionario di Mario Monti ha
disseminato di forche i prossimi anni, al proletariato sembra spettare
solo la scelta del palo sul quale appendersi quando riesce a
ribellarsi all’ingiustizia subita.
E se finora i lavoratori e le lavoratrici non si sono arresi -e lo
dimostrano le lotte condotte in questi anni, lotte per salvare
posti di lavoro ma anche diritti e condizioni sociali esistenti- pur
essi sembrano sempre più soli, tra complicità avverse politiche e
sindacali e l'apparente mancanza di riferimenti di classe.
I ponti stanno saltando uno ad uno, milioni di lavoratori e gli strati
più deboli della popolazione sono ormai allo stremo,
irrappresentabili dal ceto politico; la disoccupazione e la precarietà
favoriscono la moltiplicazione infinita di un enorme esercito di
riserva di lavoratori italiani e migranti di tutte le età, scatenando
la guerra tra poveri con grande gaudio dei potentati finanziari e
politici.
Il fronte sindacale si trova:
-arroccato sulle posizioni conflittuali sostenute dalla FIOM, ormai
accerchiata dal sindacalismo corporativo e complice delle scelte
antipopolari del governo , dove la completa deregolamentazione della
legislazione sul lavoro, l’espulsione dalle fabbriche di quadri operai
e di sindacalisti, l'estromissione della FIOM dalla FIAT, vedono la
complicità di sindacati come CISL, UIL ed UGL nonché dei partiti in
Parlamento tutti, compreso il tanto democratico PD, che hanno deciso
da tempo di stare dall’altra parte della barricata, con governi e
finanzieri, intenti a salvare il capitale a spese di intere
popolazioni.
-con la CGIL, in cui convivono un gruppo dirigente ormai manovrato da
una parte dei vertici del PD e una base e alcune categorie che
esprimono una forte e chiare presa di distanza dall’operato del
governo che hanno prodotto lotte significative, in questi mesi si sta
preparando il finale a sorpresa della resa al governo Monti,
scaricando sui lavoratori responsabilità politiche che avrebbero
dovuto essere del ceto parlamentare e del PD;
-con il sindacalismo di base , e non tutto, che cerca di trovare
almeno percorsi comuni di lotta, senza comunque , e questo è grave,
riuscire ancora a superare le divergenze , per creare un fronte
sindacale di classe veramente unitario;
Ma già altre volte, e proprio la data del Primo Maggio ce lo ricorda,
la classe dei lavoratori è sembrata vinta e messa all'angolo,
vittima della violenza economica, repressiva e statale del padronato,
assuefatta e asservita culturalmente in un falso senso comune
razzista e qualunquista, incapace di esprimere la propria
soggettività in assenza di punti di riferimento forti. E tutte le
volte, finora, è stata capace di rialzarsi e reagire. Trovando nuove
forme di intervento, arretrando ma poi attestandosi, dandosi gli
strumenti per ricostruire un'alleanza e un'unità che andasse oltre le
frammentazioni di provenienza geografica, religione, corporazione per
ricostruire forme di rappresentanza nuove da cui partire per
riconquistare diritti, dignità, libertà per tutti.
Già nemmeno i media del regime riescono più ad far indirizzare gli
sguardi altrove, nonostante tutti i danni sociali e politici della
sottocultura disseminata a piene mani in questi decenni; nonostante i
quali la realtà irrompe nei palinsesti e mostra lo squarcio che si sta
aprendo sulla questione sociale.
Chi, addormentato dalle sirene postmoderne, dava e dà per scontato il
totale asservimento umano alle logiche del capitale potrebbe
ricredersi: l’incontro con la povertà e la miseria che si pensava per
sempre debellata, la sottomissione umana e la totale perdita dei
diritti conquistati, la cancellazione della dignità umana dal lessico
del potere, in nome della accumulazione capitalistica alla quale tutto
deve essere sacrificato, sta preparando il terreno per la ripresa di
una coscienza di classe imposta dall’accelerazione di molteplici forme
di disagio sociale, riconducibili all’antagonismo capitale-lavoro che
non potrà che ridisegnare nuovi e importanti impegni del proletariato.
E dal vuoto e dal disinganno parlamentare, le lotte e le proteste
sociali che si stanno sviluppando potranno incamminarsi su strade
diverse, che sfuggano per sempre dalla tutela governativa, con la
consapevolezza che sarà un cammino difficile, di ricostruzione di uno
spazio politico e sociale in grado di elaborare e di proporre nuove
forme di potere popolare, democratiche, che rompano con il consenso
governativo, forme rivoluzionarie ed anticapitaliste da fare crescere
nelle contraddizioni di oggi.
Noi, comunisti anarchici, noi FdCA, faremo la nostra parte, nella
lotta di classe per l’emancipazione dei salariati dallo sfruttamento
capitalistico, portando il nostro contributo alla ripresa della lotta
internazionale dei lavoratori, unica soluzione alla barbarie prodotta
dal capitalismo.
Buon Primo Maggio!
FdCA – Segreteria Nazionale
1 maggio 2012
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
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