„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio

giovedì 31 maggio 2012
Terra e Libertà blog : C'è poesia nei Blog. Ungaretti, Grass e la crisi greca.
buona lettura.
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/05/ce-poesia-nei-blog-ungaretti-grass-e-la.html
VOGLIAMO TUTTO - Reading di Nanni Balestrini
VOGLIAMO TUTTO - Reading di Nanni Balestrini
Vogliamo tutto è un ordigno linguistico di calcolata potenza e di trattenuta passionalità. Si può leggere in molti modi: come un resoconto delle battaglie sociali del proletariato metropolitano, come un controcanto incalzante al diffondersi dell’autonomia degli operai, come uno sguardo distaccato, o come un gesto di simpatia del linguaggio per la vita.
Pubblicato per la prima volta nel 1971, Vogliamo tutto è la storia di un operaio arrivato dal Sud nella Fiat in ebollizione, la storia della scoperta della metropoli, della violenza e dell’oppressione capitalistica, della comunità proletaria che si forma, della rivolta che serpeggia e poi esplode.
Oggi, 40 anni dopo, Vogliamo tutto è anche un reading-concerto per voce, suoni ed immagini, che sarà in tour per l’Italia.
DeriveApprodi Editore e TerraNullius Narrazioni Popolari presentano:
VOGLIAMO TUTTO - Le lotte a Mirafiori
Reading concerto
dal romanzo "Vogliamo Tutto"
di NANNI BALESTRINI
(DeriveApprodi Editore)
scelta dei testi e voce narrante
LORENZO IERVOLINO (TerraNullius Narrazioni Popolari)
musiche dal vivo a cura dei CITY LIGHTS
MARCO DE ANNUNTIIS (tastiere e chitarra)
ALESSIO RIGHI (chitarra elettrica)
selezione video
SIMONE BUCRI (Mars.video)
Alla Casa dei Beni Comuni di Treviso sabato 2 giugno 2012 ore 21:00
Terremoto: nessuna pietà per chi muore sul lavoro
Morti sotto le macerie di capannoni crollati dal terremoto emiliano, un terremoto violento come la legislazione e la destrutturazione del lavoro, violento come è violento il ricatto dell'occupazione, operai costretti a lavorare, chi per forza, chi perché ha da tempo assunto il proprio ruolo come sacrificale in una società castale, in cui ogni essere umano non può varcare la soglia della propria situazione sociale, indigeni ed immigrati, caduti sotto il peso dei tetti delle fabbriche emiliane sbriciolate dal terremoto e dalla cultura classista del potere.
Nessuno ha pensato di sospendere le lavorazioni, di verificare lo stato di agibilità dei luoghi di lavoro, tutto si può fermare di fronte alla violenza di un sisma distruttivo, si chiudono le scuole, gli uffici pubblici, si creano zone rosse che impediscono il rientro nelle proprie case a miglia di persone che vengono ospitate in tende o in zone distanti dai luoghi della tragedia, perfino ai detenuti viene concessa una tregua, come successo a quelli del carcere di Ferrara, solo i lavoratori non possono lasciare il loro posto sotto tetti traballanti, in nome del profitto e del dovere vengono sacrificati da una cultura che li vuole sempre più subalterni all'impresa.
Il rientro al lavoro di questi operai d'altronde è obbligato dalla mancanza di coscienza generale rispetto ai lavoratori stessi, ridotti a merce tra le merci perdono, fino a renderlo invisibile quel tratto umano che viene riconosciuto ad altri soggetti, confondendosi tra le vittime del terremoto.
La morte di questi lavoratori non si può imputare al solo terremoto, è il cedimento dei fabbricati che si deve imputare al sisma, ma quei fabbricati in questi giorni di terrore dovevano restare vuoti, come sono restate vuote case e scuole, non si possono transennare di rosso i vecchi borghi pericolanti e continuare ad occupare operai in edifici traballanti.
Una disgrazia che sa di crimine, quando agli operai viene impedito di trovare la via alla propria sopravvivenza e la propria incolumità è in pericolo serve una forte denuncia, anche culturale, perché non si può avere sotto le macerie del terremoto le macchine e gli esseri umani che le devono condurre, sempre di più questa tragedia si sta delineando sullo scenario dello sfruttamento e della subalternità operaia offesa dall'egemonia del profitto capitalistico.
Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici
30 maggio 2012
martedì 29 maggio 2012
articolo riguardo alla morte del compagno Paolo Braschi
per conoscenza
http://www.senzasoste.it/interventi/e-morto-paolo-braschi-il-saluto-dei-
compagni
E' morto Paolo Braschi. Il saluto dei compagni
Lunedì 28 Maggio 2012 15:31
Con grande tristezza pubblichiamo il saluto dei compagni anarchici e del
Partito Comunista dei Lavoratori a Paolo Braschi, morto in un incidente
stradale mentre era in sella alla sua bicicletta. Paolo era anche uno dei soci-
sostenitori di Senza Soste fin dalla nascita del giornale. Lasciamo alle parole
di coloro che che con lui hanno condiviso una storia politica l'ultimo saluto a
cui ci associamo. Ciao Paolo. red. 28 maggio 2012
paolo_braschiGli anarchici livornesi annunciano con immenso dolore
l'improvvisa scomparsa di Paolo Braschi, avvenuta il giorno 26 maggio, per le
conseguenze di un incidente stradale di cui è stato vittima.
Fin da giovane Paolo aveva cominciato a frequentare la sede della Federazione
Anarchica Livornese, in Via Ernesto Rossi, sotto la spinta libertaria che si
stava diffondendo in una città di provincia come Livorno, assieme a tanti altri
giovani livornesi attratti dal movimento dei Provos.
L'adesione all'ideale anarchico fu il naturale approdo di uno spirito che
cercava la solidarietà, la giustizia sociale, la libertà.
Insieme ad altri giovani costituì un gruppo che fu attivo nelle lotte a
cavallo dell'inverno '68 e '69, finché non fu coinvolto, assieme ad altri
compagni, nella strategia della tensione. Paolo fu arrestato il 27 aprile 1969
con l'accusa di aver messo le bombe all'ufficio cambi della Stazione Centrale e
alla Fiera Campionaria di Milano. Dopo due anni di carcerazione preventiva, fu
assolto e scarcerato insieme agli altri compagni, mentre venivano alla luce le
responsabilità dei servizi segreti ed i collegamenti internazionali alla base
dello stragismo di stato e delle montature contro il movimento anarchico. Dopo
la scarcerazione riprese l'attività e partecipò alla nascita del Gruppo
Anarchico Azione Diretta.
E' rimasto coerente con i nostri ideali fino alla morte; nell'ultimo periodo,
oltre a partecipare attivamente alle iniziative anarchiche nella zona, si era
impegnato perché la memoria della Strage di Stato, con l'incarcerazione di
tanti compagni e l'assassinio di Giuseppe Pinelli, divenisse patrimonio comune
delle giovani generazioni, aveva partecipato alla fondazione dell'Associazione
Pietro Valpreda – Gli anarchici per la verità sulle stragi, ed era sempre
pronto ad accorrere quando chiamato a testimoniare della sua storia di
repressione subita.
Con Paolo piangiamo un fratello, un pezzo della nostra storia, della nostra
vita che se ne va, lasciando un ricordo di entusiasmo, di umanità, di
disponibilità solidale.
Siamo vicini alla famiglia e agli amici in questo triste momento.
I funerali, secondo le sue volontà, si svolgeranno in forma civile e con la
presenza delle bandiere anarchiche.
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
***
E' morto il compagno Paolo Braschi
Abbiamo visto per l' ultima volta Il compagno Paolo Braschi mentre guidava il
camioncino che apriva il corteo a Pisa il 12 maggio in ricordo di Serantini.
Due giorni fa mentre percorreva in bicicletta una strada stretta e trafficata
di Livorno veniva colpito dalla portiera di un auto aperta incautamente: in
un attimo la morte lo ha portato via.
Ha portato via anche un testimone di quella parte della storia italiana e
milanese conosciuta come la Strage di Stato.
Gli attentati del 25 aprile 1969 alla Fiera e all'Ufficio Cambi della
stazione centrale furono addossati, dopo un'indagine della questura milanese, a
un gruppo di anarchici, costituito da Paolo Braschi, venticinque anni,
imbianchino di Livorno, da Paolo Faccioli diciannove anni di Bolzano e da
Angelo Della Savia, ventenne elettricista di Parabiago, in provincia di Milano.
E altri presunti complici. A questo gruppo venne attribuita una serie di
attentati dinamitardi. Le indagini vennero condotte dal commissario Luigi
Calabresi che riuscì ad accumulare una serie di presunti riscontri e fra
l'altro le confessioni di Braschi e Faccioli.
Braschi e Faccioli, alla fine dell'istruttoria, ritrattarono le loro
confessioni, dicendo di essere stati torturati dalla polizia. Il processo
Braschi-Faccioli-Della Savia fu costruito con una montatura della polizia, che
cercava a tutti i costi di incastrare gli anarchici, che in realtà con le bombe
non c'entravano niente.
Nelle ricostruzioni di quei fatti, gli anarchici furono assolti con formula
piena, riconosciuti innocenti per non aver commesso il fatto. Per quegli
attentati furono in seguito condannati i neofascisti Freda e Ventura.
Paolo in questi anni non ha mai abbandonato la lotta politica e la contro
informazione nella sua Livorno militando nel movimento anarchico.
I compagni del Partito Comunista dei lavoratori sono vicini al Collettivo
Anarchico Libertario e alla Federazione Anarchica Livornese con l' impegno di
ricordare sempre la figura di Paolo Braschi con la lotta antifascista e la
contro informazione anche in questa fase politica dove lo Stato borghese
riprova con la repressione e la menzogna a colpire le avanguardie della lotta
di classe.
Partito Comunista dei Lavoratori. Sezione di Livorno.
26 Maggio 2012
lunedì 28 maggio 2012
Dell'individualismo avanguardista e nichilista Comunicato FdCA
Comunicato FdCA
La gambizzazione del dirigente dell'Ansaldo di Genova ed il conseguente comunicato di rivendicazione ci lasciano interdetti sia per la vacuità e la nullità delle parole usate che per il gesto, in se stesso controrivoluzionario.
Con l'occasione il potere, con l'aiuto dei media di regime, cerca, come da un vecchio e solito copione, anche questa volta, di rinchiudere l'anarchismo nello stereotipo borghese caro a tutte le polizie del mondo, per giustificare la repressione prossima e ventura di ogni sviluppo della conflittualità sociale e aumentare le risorse dedicate alle strutture repressive statali.
Il comunicato di rivendicazione chiarisce bene che l'atto rivendicato non è a favore del popolo, oppure del proletariato, ma che è stato compiuto in nome di nessuno, nello stile più alienato dell'insurrezionalismo, per il quale non esiste una società divisa in classi, dove l'imperialismo può al più essere una questione geopolitica e il capitalismo viene derubricato ad un incidente di percorso, il tutto per sfuggire all'alienazione individuale senza troppi interrogativi che potrebbero nel tempo incrinare le solide certezze della fine dell'anarchismo postmoderno.
Leggi tutto...
“Noi anarchici e contro la violenza. I terroristi di Genova sono leninisti” Tommaso Canetta
Tommaso Canetta
La Federazione Anarchica Italiana, la più importante del paese,
rifiuta la violenza in quanto forma di prevaricazione («La violenza è
la forma più grave di prevaricazione e per noi libertari è
inaccettabile» spiegano a Linkiesta). L'attentato di Genova a Roberto
Adinolfi, dicono, non è quindi degno degli anarchici, ma anzi sarebbe
di carattere "leninista". E la qualifica di “leninista” per un
anarchico non è un complimento.
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POLITICA
25 maggio 2012 - 14:09
«L’anarco-insurrezionalismo è l'unico terrorismo che può offendere
questo Paese. Non è più il fenomeno brigatista o il terrorismo
internazionale», dichiara oggi il capo della polizia Antonio
Manganelli. Sul banco degli imputati, in particolare, c’è il Fai
(Federazione Anarchica Informale), un’organizzazione eversiva e
terroristica che ha rivendicato nel corso degli anni recenti diversi
attentati. L’ultimo, quello più clamoroso, è stata la gambizzazione a
Genova di Roberto Adinolfi, manager dell’Ansaldo.
Ma l’anarchia, come ideale, non è sinonimo di violenza, anzi. La
Federazione Anarchica Italiana (la sigla è sempre Fai, ma ha ben poco
a che spartire con gli omonimi terroristi) è il più importante gruppo
anarchico del paese. Sul proprio sito, nella sezione “programma” -
stilato nel 1919 da Errico Malatesta – spiega a quale obiettivo devono
tendere gli anarchici: «Si tratta di cambiare il modo di vivere in
società, di stabilire tra gli uomini rapporti di amore e solidarietà
(…) e questo non è cosa che si possa imporre colla forza, ma deve
sorgere dalla coscienza illuminata di ciascuno ed attuarsi mediante il
libero consentimento di tutti». Non esattamente la premessa ideologica
di un’associazione terroristica. L’unica concessione all’uso della
violenza è nell’ultimo paragrafo del programma, dove si ammette che è
possibile la lotta «pacifica o violenta, secondo le circostanze»
contro il governo e i proprietari.
Al numero di telefono indicato per la Federazione Anarchica Torinese,
una delle più importanti del Fai, risponde la voce roca di Maria
Matteo. Quando le si chiede: «parlo con la responsabile?» risponde:
«noi anarchici non abbiamo un responsabile o delle gerarchie». Per
quanto riguarda l’uso della violenza, come impostazione teorica,
spiega: «Il nostro fine è radicale, cioè la trasformazione della
società in direzione dell’uguaglianza, con l’abolizione della
proprietà e dello Stato, per dare a tutti la libertà. Un fine di
questo tipo, per sua natura non può essere perseguito con la violenza.
Un sistema dittatoriale si può imporre, ma come si può imporre la
libertà?». Quell’accenno alla violenza al termine del programma fa
riferimento a circostanze eccezionali. «Se in futuro – prosegue Maria
Matteo – ci fossero le condizioni per costruire una società diversa, e
lo Stato usasse la violenza per non farsi abbattere, sarebbe
giustificabile l’uso della forza per difendersi. Quando i padroni
usavano i fascisti per reprimere le insurrezioni in fabbrica nel ’20,
ci siamo difesi. Durante la Resistenza abbiamo combattuto. È una
questione di contemperare l'etica della convinzione con l'etica della
responsabilità, ma la nostra impostazione resta in ogni caso
antiviolenta. La violenza è la forma più grave di prevaricazione e per
noi libertari è inaccettabile».
Una rigorosa impostazione culturale, da cui discenda una linea
politica di azione di un certo tipo. Non certo assimilabile a quella
della Federazione Anarchica Informale. Arrivando all’attualità, e in
particolare al caso di Genova, Maria Matteo non nasconde la sua
irritazione: «Trovo sorprendente che qualcuno spari in una gamba a un
uomo, e nel comunicato di rivendicazione, a parte le prime righe,
dedichi tutto il resto del documento a insultare il resto del mondo
anarchico. Più che della questione nucleare mi sono sembrati
interessati a farsi uno spot pubblicitario».
Che poi si spari per la questione nucleare, per questa signora
anarchica è ancor più sorprendente. «In Italia la popolazione è sempre
riuscita a bloccare il nucleare, con la partecipazione e la protesta
pacifica. Questa azione violenta non è di carattere anarchico, ma
leninista: pensano di potersi porre alla guida perché loro hanno
capito tutto e gli altri niente. Ma non è con azioni di questo tipo
che si modifica l’atteggiamento delle persone». La qualifica di
“leninista” per un anarchico non è un complimento. Pur riuniti in
origine nell’Internazionale, gli anarchici si sono allontanati da
socialisti e comunisti quando è diventata evidente la deriva
autoritaria e oppressiva delle altre ideologie. E proprio questa è
l’accusa rivolta agli attentatori: «Hanno compiuto un’azione
deprecabile, una violenza non giustificata e di tipo avanguardista»,
conclude Maria Matteo: «noi non la condividiamo in alcun modo».
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/anarchia-violenza#ixzz1w5uX6uNp
Il centro di documentazione anarchico di Padova presenta "LA GRANDE ABBUFFATA" h.18.30
"LA GRANDE ABBUFFATA"
h.18.30 Proiezione documentari "Fratelli di TAV" e "I peccati della Maddalena".
h.20.00 (Ab)buffet vegan, a sostegno delle attiviste/i NO TAV, colpiti da procedimenti giudiziari
h.21.00 Incontro con IVAN CICCONI, presentazione de "Il libro nero dell'alta velocità"
L'incontro si terrà a Padova il 29 maggio 2012 presso la Baracca Autogestita in via marzolo 3/a (zona Portello).
Per info: elcida@inventati.org
In allegato il volantino.
sabato 26 maggio 2012
COMITATO NO DEBITO TREVISO
COME USCIRE DALLA CRISI?
QUALE OPPOSIZIONE AL GOVERNO MONTI?
NE DISCUTIAMO CON
GIORGIO CREMASCHI
PORTAVOCE DEL COMITATO NAZIONALE NO DEBITO
EX PRESIDENTE DEL COMITATO CENTRALE FIOM CGIL
VENERDI’ 1 GIUGNO 2012 ore 20 e 30
AUDITORIUM CAMERA DEL LAVORO
CGIL TREVISO Via Dandolo 10
INTRODUCE LEONARDO FAVERO COMITATO NO DEBITO TREVISO
giovedì 17 maggio 2012
Asseblea e spettacolo teatrale sugli incidenti sul lavoro 26 maggio h 18 al Tuttinpiedi di Mestre
Partecipano
Slai Cobas per il sindacato di Classe con testimonianze su Marghera !
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel
Territorio di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa sulla vicenda
della Tricom
h. 20.30. spettacolo teatrale Marghera Il frutto del lavoro (dedicato
ai morti per il CVM a Porto Marghera) della compagnia teatrale
Vanguardia!
al Tuttinpiedi Piazza Canova Laterale di Viale San Marco
Tuttinpiedi (tuttinpiedi@gmail.com)
SlaiCobas per il sindacato di Classe (info@slaicobasmarghera.org)
Attentato fascista contro il centro sociale "Cartella" di Reggio Calabria.
--
leggi anche il mio blog: http://terraelibertacirano.blogspot.com/
martedì 15 maggio 2012
Un anarchico col trattino in mezzo, forse
di Ascanio Celestini – domenica 13 maggio 2012 - 08:43
Questo è il mio settimo e ultimo intervento nel blog del Sole 24 Ore.
Ho scritto sempre alla fine della giornata. Dopo lo spettacolo. Dopo
essere tornato dal teatro. Dopo mezzanotte, alle volte. Quasi sempre
verso le due o le tre e anche le quattro.
Ho parlato della carbonara, di come cucinare è una forma di oralità
che non tende alla perfezione della produzione artistica, ma si
immagina come parte di un flusso.
Ho parlato del suicidio in carcere e di come un suicidio con una
bustina della farmacia tentato da un boss mafioso si prenda le prime
pagine dei giornali, mentre chi s’ammazza davvero nelle galere non
finisce nemmeno tra gli annunci mortuari.
Ho detto qualcosa su quello che qualcuno chiama teatro civile, una
definizione che è ormai entrata nel vocabolario retorico di questi
anni.
Ho ricordato l’articolo di Alessio Lega sul 25 aprile, il suo bisogno
di “canzoni necessarie” come parte di una “una storia ben lungi
dall’essere finita”. Una necessità di rimettere insieme i pezzi.
Un’arte quotidiana che ci ricolloca in maniera sensata.
Ma ho parlato anche del mio spettacolo Pro Patria, che in questi
giorni è in scena al Piccolo di Milano nel quale si parla di un
Risorgimento che è stata una storia di galera e lotta armata. Non era
una provocazione. E non era provocatorio nemmeno quando scrivevo “Non
penso che in questo paese qualcuno dedicherà un vicolo a Renato
Curcio” perché davvero credo che sia inutile e anche pericoloso
archiviare quel decennio sotto la voce anni di piombo perché poi il
piombo ritorna. Leggendo la rivendicazione della gambizzazione di
Roberto Adinolfi è difficile non pensare che una lettura approfondita
di quegli anni sarebbe stata indispensabile già da molto tempo. A
leggere in quel comunicato frasi come “Pur non amando la retorica
violentista con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani,
con piacere abbiamo riempito il caricatore” viene da pensare a Moretti
che quaranta anni prima diceva a Curcio (almeno così ci viene
raccontata da un’inchiesta parlamentare) “siamo così carichi di odio
che le nostre pistole sparano da sole”. Ci si chiede se la Federazione
Anarchica Informale non voglia essere, al pari delle BR, alla guida di
una massa che (dal suo punto di vista) potrebbe essere già pronta alla
rivolta e che presto diventerà un “popolo in armi contro ogni forma di
oppressione statale, politica, economica”. Ma cosa c’entra questo con
l’anarchia? Le Brigate Rosse erano un partito armato e come tale
puntavano ad essere avanguardia e guida di un movimento. Ma
l’anarchico è tale proprio perché non considera serio il concetto di
rappresentanza. L’individuo anarchico non accetta di rappresentare, né
di essere rappresentato. La formulazione e l’esecuzione di una
condanna è propria della logica più statalista che gli ultimi due
secoli passati siano riusciti ad immaginare. La logica dei gulag
sovietici come della sedia elettrica americana, della condanna a morte
di Roberto Peci come dell’uccisione di Walter Alasia e della strage di
via Fracchia. E sempre nell’ottica marxista di una storia che deve
procedere in maniera lineare verso una società senza classi (e dunque
spostando sulla terra quel paradiso che i cattolici immaginano in un
tempo ultraterreno), anche questi che rivendicano la gambizzazione di
Adinolfi dichiarano che il loro “sogno è quello di un umanità libera
da ogni forma di schiavitù, che cresca in armonia con la natura”. Chi
lo sa… forse anche io sono uno di quegli anarch-isti (così
definiscono gli anarchici che non sparano) “che solo nella teoria e
nel presenzialismo ad assemblee e manifestazioni trova la sua
realizzazione”. Sarò forse un anarchico col trattino in mezzo, ma nel
nichilismo futurista di chi sostiene che “impugnando una stupida
pistola abbiamo fatto solo un passo in più per uscire dall’alienazione
del «non è ancora il momento…»” ci vedo un’ansia di potere che non ha
nulla di differente rispetto a quello di una guardia che, stressata
dal nonnismo di caserma e dal sudore per una divisa blindata, scende
dal cellulare e spacca la testa al primo manifestante.
Sono anarchico? Con o senza trattino? Non lo so. Ma ritengo che un
anarchico debba pensare che ognuno è libero di liberarsi nella maniera
che ritiene più opportuna. Che ognuno è libero anche di non liberarsi
affatto. Che lo stato non va abbattuto, come pensavano i rivoluzionari
comunisti nel Novecento (secolo nel quale, forse, quella rivoluzione
aveva ancora un senso), ma che va semplicemente ignorato,
disconosciuto. Che l’anarchico non ha bisogno di regole imposte, non
perché sia contro gli altri, ma perché è contro le regole e
l’imposizione. Perché non ha bisogno di leggi da rispettare per essere
rispettoso dell’altro. Perché non ha bisogno né di un codice penale,
né del quinto comandamento per astenersi dall’uccidere. “Impugnare una
pistola, scegliere e seguire l’obiettivo, coordinare mente e mano sono
stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un’idea di
giustizia” dicono. Ma è così? Un anarchico non pensa di essere un uomo
giusto che in nome di una giustizia qualsiasi diventa giudice. Un
anarchico non accetta che qualcuno vesta la toga e giudichi qualcun
altro in nome di una legge superiore, quando il rapporto di
egemonia-subalternità è comunque tutto a sfavore dell’imputato, in
quanto non viene giudicato per ciò che è, ma per ciò che ha fatto.
Chi impugna la pistola pensando che quel “piombo nelle gambe” sia “un
piccolo frammento di giustizia” esercita lo stesso potere che
apparentemente dice di odiare. Invece di opporsi alla violenza dello
stato, delle multinazionali, del sistema finanziario, del mercato… ne
contesta il monopolio alla ricerca di una liberalizzazione della
violenza.
Insomma, mi pareva utile approfondire questo argomento che ha
attraversato, almeno in parte, i diversi momenti di questo blog
nell’ultima settimana. Anche perché la relazione tra chi ha il potere
e chi non ce l’ha è uno dei temi che attraversano anche il mio lavoro
da quindici anni.
Ma non perché i detenuti o gli operai, i rinchiusi nel manicomio o i
contadini, i lavoratori precari o gli internati nei campi di sterminio
siano più interessanti di chi li sfrutta e li uccide. Bensì perché
l’essere umano somiglia più alle vittime che non ai carnefici. Nella
vittima c’è un’umanità che è fatta di debolezza e ironia. L’ironia di
chi vede l’incorreggibile incongruenza della vita e l’impossibilità di
ridurla ad un qualsiasi tipo di ordine. La debolezza di chi non usa la
forza perché la considera effimera e patetica.
È in questa debolezza che ho cercato di indagare sia per costruire
storie che per cercare un punto di vista. Accorgendomi che chi non ha
il potere non è per forza sprovvisto di tutto. Può non essere potente,
ma essere comunque molte altre cose. In un’intervista ad una contadina
ho registrato un racconto sulla guerra che iniziava con la frase “nel
nostro cortile c’era anche la villa del padrone”, come se la villa
fosse nel cortile della casa dei contadini. Mentre in realtà era il
contrario. Era la loro casa che stava nel cortile della villa
padronale, ma dal suo punto di vista la dimora del padrone era un
oggetto lontano e molto più piccolo della sua piccola casa. Annamaria,
così si chiama, gestiva un punto di vista, una visione sul mondo. Non
aveva bisogno né di conquistare, né di abbattere la casa del padrone.
Semplicemente ne ignorava l’importanza e non ne legittimava
l’egemonia. Lo statuto del circolo “Gianni Bosio” che da anni si
occupa di ricerca antropologica, ma anche di produzione culturale in
relazione diretta con l’aambiente che evocava Lega nell’articolo
citato nel mio terzo intervento, tra le prime righe della premessa si
pone come obiettivo (in continuità con un lavoro iniziato più di
quaranta anni fa) “la conoscenza critica e la presenza alternativa
della cultura, della memoria e dell’espressività orale e musicale
delle classi non egemoni”. NON EGEMONIA dovrebbe essere un obiettivo
non solo dell’anarchico, ma di qualsiasi persona intelligente e adulta
perché non è accettabile che sia tanto facile diventare così coglioni
da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni.
Mestre coordinamento No-Tav al Tuttinpiedi , 19 maggio cena di autofinanaziamento
autofinaziamento per il coordinamento, per avere una cassa per
sostenere varie spese.
Questo il menù:
2 primi orecchiette agli asparagi e|o pennette all'arabbiata
secondi
vitello al forno con salsa di porri al curry
polettine di verdure
contorni
patate in umido
fagiolini saltati in padelle
insalata
vino acqua (NO caffe)
prezzo 12 euro
studenti e disoccupati 7 euro
se qualcuno vuol venire a dare una mano in cucina è il benvenuto
confermate al 3487257560 entro venerdì 18 maggio
Tuttinpiedi
Palestina-Israele, la lotta unitaria si intreccia con lo sciopero della fame dei detenuti palestinesi , report del 14 maggio 2012
Supporto ai PrigionieriAbir Kopti e Yonatan Polak alla CNN http://edition.cnn.com/video/?/video/international/2012...e.cnn
Jaffa 11 maggio 2012 Pomeriggio presto di sabato. Eravamo circa 10 al presidio davanti alla Torre dell'Orologio di Jaffa. Metà palestinesi e metà degli attivisti anti-zionisti più estremisti. http://www.facebook.com/?ref=tn_tnmnhttp://www.facebook.com/media/set/?set=a.10151687813910...75213http://www.facebook.com/media/set/?set=oa.365155423531978
Ma'ale Edomim (insediamento coloniale vicino Gerusalemme)Domenica, in solidarietà con i detenuti in sciopero della fame, l'ingresso dell'insediamento è stato bloccato per poco tempo."50 Palestinesi, Israeliani ed attivisti internazionali stanno bloccando l'ingresso a Ma'ale Adomim in solidarietà con i detenuti in sciopero della fame".La polizia ha sgomberato i manifestanti, ma sono ora le auto della polizia a bloccare la stradaHaitham Al Khatib http://www.youtube.com/watch?v=4wbm_2K_zQwhttp://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash3/533369_1...n.jpghttps://t.co/kaqTcTqahttp://t.co/6IJyszpg
Haifa
Sabato 12 maggio, più o meno un centinaio di manifestanti, per lo più palestinesi con pochi ebrei si sono riuniti per una manifestazione. Punto di concentramento Abbass street ad Haifa. La manifestazione proclamava il sostegno ai prigionieri politici e l'opposizione all'occupazione israeliana. C'erano persone di tutte le età e tutti cantavano e scandivano slogan. Abbiamo marciato lungo Abbass street, attraverso Wadi Nisnas in direzione di The German Colony. Gli slogan (che erano tutti in arabo e molto radicali) non si sono fermati neanche un attimo. C'erano molte bandiere giganti della Palestina e molti cartelli sia in ebraico che in arabo. Ogni manifestante portava un bracciale marrone a significare il loro supporto ai prigionieri. La protesta era imponente. I pochi agenti di polizia presenti si sono tenuti a distanza e non hanno interferito. Ci hanno seguito per tutto il percorso.Ad un certo punto ho pensato “Ma non lo sanno che noi ci aspettiamo che loro ci fermino, ci maltrattino e ci manganellino? Ci stanno proteggendo! Cosa c'è che non va?"Quando siamo giunti in una strada trafficata, ci hanno chiesto gentilmente di non proseguire, e di stare sul marciapiede. Ed anche di fronte al nostro NO, si sono premurati di deviare il traffico. Quando ci siamo fermati in mezzo alla strada, uno degli agenti che sembrava essere un volontario ci ha detto “Per favore! Tornate sui marciapiedi”ma appariva più come una supplica che un ordine o una richiesta imperiosa. Sembrava scortese non cooperare…Durante il transito in Wadi Nisnas, molti ragazzi si sono uniti alla manifestazione e sono stati subito coinvolti dalla protesta e dagli slogan. Ad un certo punto eravamo oltre 200 persone. Infine siamo giunti al The German Colony, davanti ai ristoranti di lusso, una strada che ricorda Rothschild Boulevard. I ristoranti hanno tremato al suono degli slogan!!Ci siamo fermato in un posto in cui fino al giorno prima c'era una tenda di solidarietà con i prigionieri, abitata da una settimana da scioperanti della fame in solidarietà con i detenuti, ma la scorsa settimana le autorità municipali avevano deciso di far sgomberare il posto entro venerdì. Alcuni manifestanti palestinesi ed israeliani avevano deciso di rimanere per la notte per continuare lo sciopero della fame. Impressionante davvero la manifestazione e la sua organizzazione, con manifestanti meravigliosi, Haifa street palestinese, e la polzia di Haifa. Invito tutti a tornarci per le future manifestazioni!http://www.facebook.com/media/set/?set=oa.3662099767598...ype=1
Al-Arkib
Proseguono gli sforzi dei progetti israeliani per trasferire i cittadini Beduini in campi di concentramento per rubargli ciò che rimane delle loro terre, ma continua anche la lotta di resistenza -soprattutto come nel caso delle terre di Arkib.Ciao– prima di tutto grazie a coloro che sono venuti ad Al-Arakib questa settimana. E' cruciale che non si interrompa questo flusso di volontari, per cui prenotatevi per la prossima settimana.Beit Ummar Sabato 12/5/2012. Manifestazione di solidarietà con palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane e per commemorare il 64° anniversario della Nakbah; decine di manifestanti si sono ritrovati per la protesta, tra cui Khader Adnan, attivisti internazionali ed israeliani oltre ai cittadini di Beit Ommar. Una volta giunti vicini all'insediamento coloniale di Carmi Tsur, costruito sulla terra dei contadini di Beit Ommar, più di 30 soldati israeliani pesantemente armati hanno attaccato i manifestanti usando il calcio dei fucili, manganelli, scudi e lacrimogeni, molti manifestanti sono stati feriti, tra cui Ahmad Abu Hashem (46 anni), Segretario del comitato popolare di Beit Ommar, il quale dopo essere stato picchiato è stato arrestato, Yousef Abu Mareya portavoce del comitato popolare di Beit Ommar (38 anni), Mosa Abu Mareya (34 anni) esponente del comitato popolare, ferito alla fronte, Younes Arar (40 anni) coordinatore del comitato popolare, il quale è stato picchiato sui piedi, ed un attivista internazionale. Altri se ne aggiungeranno domani a conferma della brutalità delle forze di occupazione israeliane.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10151092795935...65759
Bil'in
Manifestazione settimanale: "venerdì della Fame" a supporto dei prigionieri palestinesi. Come di consueto, circa 15 attivisti degli anarchici contro il muro si sono uniti ad una dozzina di internazionali ed alle decine di residenti del villaggio, per la manifestazione contro il furto della terra operato con i recinti ed i muri e contro l'occupazione. Durante il corteo, abbiamo scandito slogan ed alzato fotografie dei prigionieri in sciopero della fame che sono in urgente pericolo di morte. Quando siamo giunti al muro della separazione, le forze di stato israeliane erano sorprendenente reticenti- persino quando alcuni dei giovani stufi per aver atteso invano il primo lacrimogeno, hanno iniziato a lanciare pietre. Pochi ed inefficaci getti di acqua-puzzola sono stati deviati da un vento da nord a noi amico. Solo dopo che alcuni hanno osato correre tra i recinti di filo spinato che "proteggono" il muro, le forze di stato hanno inziato un massiccio lancio di lacrimogeni. Dato che la bassa vegetazione tra gli alberi era già secca, i lacrimogeni hanno preso fuoco minacciando gli ulivi dell'area. Alcuni soldati sono usciti dal muro verso di noi, ma non c'è stato nessuno scontro degno di nota. Dopo che i manifestanti ed i pompieri hanno spento i fuochi, il corteo è tornato al villaggio. http://www.facebook.com/media/set/?set=a.43209966013367...80298
haithmkatib http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=...dGkHINabi
Salehhttp://www.facebook.com/media/set/?set=a.43229961344701...80298http://t.co/WZwTegO1
David Reeb http://www.youtube.com/watch?v=BHjuBoP46_s
Ni'ilinhttp://www.facebook.com/media/set/?set=a.43225290678501...80298
Kufr Qaddum
Nel villaggio di Kufer Qaddoum, a sud-est di Nablus, a centinaia hanno manifestato nonostante un pressante assedio posto alla città da tutti i lati. Nel loro tentativo di sedare la protesta, le forze israeliane hanno usato lacrimogeni, proiettili di gomma ed un cannone di acqua-puzzola. Dopo circa un'ora di manifestazione, un gruppo di soldati ha sparato proiettili veri verso i manifestanti da breve distanza, senza però colpire nessuno.Manifestazione settimanale di venerdì 11 maggio: soldati fanno ricorso più del solito a proiettili veri sulla manifestazione a Kufer Qaddoum. Nessun ferito. Il villaggio era sotto stretto assedio fin dal mattino.http://www.facebook.com/media/set/?set=a.43217485345949...80298
Sheikh Jarakhvenerdì 11 maggio http://www.facebook.com/media/set/?set=a.39076308430063...82622
Walaja
"cari, in solidarietà con gli scioperanti della fame ed in in memoria della Nakba manifestazione ad Al Walajeh venerdì 11-05-2012 alle 12:00. punto di incontro alla moschea all'ingresso del villaggio."Palestinesi di tutta la Cisgiordania hanno manifestato in solidarietà con i prigioneri in sciopero della fame.venerdì, corteo del ritorno per il 64° della Nakba, manifestanti cantano vicino alla fonte contro il muro del ghetto che circonda da tutti i lati il villaggio.Circa 1000 manifestanti hanno protestato oggi ad al-wallaje contro l'occupazione, contro il muro dell'Apartheid e per il 64 anni della nakba. C'erano giovani di Al Fatah giunti da tutta la Palestina, alcuni persino da Jenin, 10 attivisti israeliani e pochi internazionali. Abbiamo preso per la strada del muro ed un gruppo di manifestanti è salito sulla collina dove sorgeva il villaggio di al wallaje fino al 1948, e dove ora ci sono rovine, sventolando bandiere e cantando slogan contro l'occupazione; poi abbiamo proseguito verso la vecchia fonte, ci siamo rinfrescati e dissetati, poi sono arrivati i soldati, ma gli abbiamo parlato e loro sono stati d'accordo nel lasciarci protestare pacificamente. Per cui i soldati se ne sono andati e noi siamo rimasti a manifestare intorno alla fonte, per poi far ritorno al villaggio. Il grosso del corteo è rimasto lungo il percorso del muro dove c'è stato uno scambio di pietre e lacrimogeni tra giovani e soldati, ma la manifestazione è finita pacificamente.
Lior Ben Eliahu http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3011163169110....42697http://www.facebook.com/media/set/?set=oa.365134896867364http://www.facebook.com/media/set/?set=oa.365155423531978
Elifelet Sara Derbarmbdicare http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150885645237...42858http://www.facebook.com/media/set/?set=a.43216609346036...80298http://www.youtube.com/watch?v=ilXwdpzL170http://t.co/4nm7zH9s
Il Muro, 10 anni dopo / parte 7: un villaggio trasformato in prigione http://972mag.com/the-wall-10-years-on-part-7-a-village...5348/
Tel Aviv
martedì, circa 300 vittime del razzismo e della discriminazione edilizia con attivisti radicali hanno manifestato nel centro della città con tante bandiere rosso&nere.http://youtu.be/tw8PHRgT4nw
Giustizia Sociale
A migliaia hanno "celebrato" la giornata internazionale del 12 maggio tornando sulle strade. In Israele ci sono state manifestazioni a Gerusalemme (migliaia), ad Haifa (più di 1000) e la più grande a Tel Aviv. Dove più di mille persone hanno manifestato dai quartieri poveri a sud della città fino al centro, in cui ci sono state manifestazioni per tutto il pomeriggio fino alla sera con migliaia di manifestanti. Erano circa 15000 e sono rimasti lì a lungo, prima che la gente iniziasse a spostarsi verso le sedi dei partiti (nonostante la resistenza della polizia). Manifestazioni più piccole nelle altre città.Un piccolo gruppo comunista anarchico "Ahdut" (Unità) portava i nostri colori e distribuiva opuscoli e giornali. http://unityispa.files.wordpress.com/2012/05/cimg0119-c...y.jpgilyiwy http://www.youtube.com/watch?v=vQH8XA0_y-Yhttp://www.facebook.com/media/set/?set=a.44629588539833...70351----------------------------------------------------------------
Non dite che non lo sapevamo n°310
Lunedì 32 aprile 2012, le forze militari sono giunte nel villaggio palestinese di Hilet El-Warde, vicino Bani Na’im (nella regione di Hebron). Hanno demolito 2 stalle, tre stanze dove abitavano dei lavoratori, ed una cisterna.mercoledì 2 maggio 2012, i soldati sono giunti a Baq’a vicino Hebron , dove hanno demolito una cisterna; è las seconda volta che lo fanno.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~`mercoledì 2 maggio 2012, rappresentanti del governo accompagnati dalla polizia sono giunti a Khirbet El-Batal, un villaggio beduino non riconosciuto vicino Mishmar HaNegev.Hanno demolitola casa di una coppia recente
Questions & queries: amosg@shefayim.org.il------------------------Ilan Shalif: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
Link esterno: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html
SULLA PELLE VIVA
VENERDI 18 MAGGIO ore 21:00
INFORMAGIOVANI AL BISCIONE Piazzale Zoppas (Stazione degli autobus) adiacenze Stazione Ferroviaria di Conegliano presentazione del libro :
SULLA PELLE VIVA
con G. NIGRO (Associazione Finis Terrae) Autore del libro
D. SACCHETTO (Docente di Sociologia del Lavoro) Autore del libro
N. SACCHI (Direttivo BSA Nazionale) Curatrice del libro
presenta MARTIN OKAWA
Nell’estate del 2011 circa 400 braccianti agricoli di origine africana, ospitati nella Masseria Boncuri a Nardò (Lecce), hanno scioperato per quasi due settimane. In Italia, si è trattato del primo sciopero autorganizzato di lavoratori stranieri della terra, contro un sistema di sfruttamento basato sul caporalato, per il rispetto del contratto provinciale (previsto per legge) e per essere assunti direttamente dalle aziende.Questa lotta ha attivato sul territorio – prima locale poi nazionale – un’estesa rete di solidarietà che ha coinvolto strutture sindacali, associazioni antirazziste, militanti di base. Ma ha soprattutto messo in luce i limiti di una politica istituzionale incapace di affrontare e risolvere le questioni strutturali dell’agricoltura italiana in genere e di quella del Sud in particolare. Una politica che da vent’anni scarica le proprie contraddizioni e le proprie crisi sull’ipersfruttamento dei lavoratori migranti.A partire dalla consapevolezza del valore paradigmatico di questa lotta, gli autori del libro sviluppano ricche analisi su un conflitto che, attraverso la presa di parola diretta dei migranti, rappresenta una vera e propria lezione di civiltà, in un contesto sociale che li vorrebbe destinare a una condizione di totale invisibilità.
NON MANCARE!
Pietro Grasso: "Darei un premio a Berlusconi per la lotta alla mafia"........ ......si: Lo Stalliere d'oro!!!!!
premio a Berlusconi per la lotta alla mafia"........ ......si: Lo Stalliere
d'oro!!!!!
....il procuratore nazionale antimafia...
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/05/ipse-dixit-del-procuratore-nazionale.html
Franco Serantini: Ragazzo!!
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/05/franco-serantini-ragazzo.html
Appuntamenti anarchici e libertari in Veneto , maggio 2012
Il Centro di Documentazione Anarchico di Padovapresenta: “La Grande Abbuffata”h.18:30 Proiezione “Fratelli di Tav” e “I peccati della Maddalena” regia di Manolo Luppichinih 20:00 (Ab)buffet Vegan a sostegno delle attiviste e degli attivisti NO TAV colpiti da procedimenti giudiziarih.21 Incontro con Ivan Cicconi presentazione de IL LIBRO NERO DELL’ALTA VELOCITA’Presso la Baracca AutogestitaVia Marzolo 3/a (Zona Portello) Padovahttp://baraccaoccupata.noblogs.org/_________________________
15 maggio dalle ore 17,00 e 16 maggio ore 20,00
Il 15 maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele e inizia la pulizia etnica della Palestina. Essa è il culmine del progetto sionista, che prevede di cacciare tutti i palestinesi dalle loro terre per rendere la Palestina storica territorio etnicamente puro per gli ebrei. Questo terrorismo continua ancora oggi ad essere praticato bombardando, colonizzando, imprigionando. Nessuno Stato è la soluzione al problema ma la lotta degli sfruttati contro i padroni e gli oppressori. Se vogliamo tagliare quel filo spinato che avvicina Israele con i Paesi neocolonialisti occidentali dobbiamo rispolverare gli strumenti della resistenza.15 maggio dalle ore 17,00 presidio in piazzetta della Garzeria (Padova), banchetto e mostra sull’occupazione sionista.16 maggio ore 20,00 buffet benefit per le spese legali di Marco, attivista ora libero dalle galere israeliane, collegamenti diretti con Gaza e Cisgiordania e discussione collettiva sulla situazione palestinese e sui prigionieri politici alla Baracca Occupata di via Marzolo 3 Ainfo: http://baraccaoccupata.noblogs.org/__________________
GIOVEDI' 17 MAGGIO - VERONACINEMA ALL'AREA APERTA(eventuale cadenza settimanale)Cinema all'aperto in un'area fuori dalla vita mondana della Verona-da-bere e quindi fuori dalle logiche di consumo/profitto da bar o localetto, in cui giovani e meno giovani anestetizzati passano le loro serate in serie.Per l'autogestione, l'auto-organizzazione e per una socialita' libera dai tanti vincoli imposti che opprimono e troppo spesso limitano la possibilita' di esprimersi totalmente e in modo autonomo.proiezione di: ATTACK THE BLOCK (2012)Chi difenderebbe Verona se arrivassero gli alieni??Porta quello che vorresti trovare, cibo, bevande, birra, vino, ecc.Lascia a casa la frustrazione.Dalle ore 21:00Area68 - zona TorricelleRispetto - No nazi - No pusherwww.autistici.org/liberaa
semplice proporzione elettorale
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/05/semplice-proporzione-elettorale.html
mercoledì 9 maggio 2012
NESTOR MACHNO Bandiera nera sull'Ucraina Guerriglia libertaria e rivoluzione contadina (1917-1921)
ATENEO DEGLI IMPERFETTI
SABATO 12 MAGGIO ore 17:30
Presentazione del libro di Alexander V. SHUBIN
NESTOR MACHNO
Bandiera nera sull'Ucraina
Guerriglia libertaria e rivoluzione contadina (1917-1921)
Data l'eccezionalità della presenza di Mikhail Tsovma, curatore del libro, storico militante per i diritti umani in Russia, all'Ateneo degli Imperfetti, durante il dibattito si cercherà di affrontare anche alcuni aspetti controversi della Russia contemporanea di Putin.
La relazione verrà tradotta in consecutiva.
Come nostra consuetudine, dopo il dibattito ci intratterremo con un ricco buffet.
Ateneo degli Imperfetti
via bottenigo 209 , 30175 Marghera VE tel 327 5341096

Palestina-Israele, la lotta unitaria sullo sfondo dello sciopero della fame in carcere contro la detenzione amministrativa
mashriq / arabia / iraq | community struggles | news report
Tuesday May 08, 2012 03:01
by Ilan S. - AAtW, ainfos, Matzpen
ilan at shalif dot com
Tel Aviv
La consueta fine settimana di lotta degli anarchici contro il muro insieme ai comitati popolari di base si è intrecciata con lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi in detenzione amministrativa. Dopo che due detenuti in sciopero della fame sono stati rilasciati quando si trovavano in pericolo di morte, lo sciopero della fame si è propagato nelle prigioni e fuori, dal momemto che alle poche centinaia di prigionieri in detenzione amministrativa si sono aggiunti più di mille detenuti palestinesi nei campi di concentramento e nelle galere israeliani. Ci sono manifestazioni quotidiane di cui alcune anche all'interno dei confini del 1948 di Israele. Lo Stato israeliano intensifica la repressione su queste manifestazioni sia nei territori occupati, che su quelle dentro Israele. Il picco dentro Israele si è avuto con l'arresto e con le percosse a danno di 17 nostri compagni che stavano protestando di fronte al carcere ospedaliero di Ramle, dove ci sono 2 prigioneri sono in fin di vita.
"L'Alta Corte di Giustizia " di Israele non ha accolto la richiesta di libertà immediata inoltrata da due detenuti amministrativi in sciopero della fame Bilal Diab e Thaer Halahla. I due non mangiano da 70 giorni – ed i dottori temono per le loro vite."
Ramle
Giovedì 3.5.12, eravamo davanti al carcere ospedale di Ramle alle 17:30 per i prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame, di cui alcuni sono incatenati ai loro letti. Più di 2000 detenuti sono in sciopero della fame da 12 giorni, mentre 8 detenuti amministrativi sono in sciopero della fame da oltre 1 mese o 2. Bilal Diab e Thaer Halahleh sono prossimi alla morte, al loro 65° giorno di sciopero della fame.
200 manifestanti fuori della prigione di Ramle con foto dei loro parenti detenuti | RT @activestills http://www.flickr.com/photos/activestills/6992877908/
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3911621748311....14101
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42504120083952...80298
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http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42732654727765...80298
17 arrestati tra cui feriti e maltrattati.
La polizia ha usato la forza contro coloro che stavano aspettando gli arrestati fuori della stazione di polizia.
Hanno fatto ricorso a manganellate ed a scariche elettriche. Dopo una notte in carcere sono stati rilasciati dietro cauzione, per 3 di loro arresti domiciliari e settimane di restrizioni.
Attivisti arrestati durante la manifestazione del giorno prima davanti alla prigione di Ramle sono comparsi in udienza nel tribunale di Petach Tikva per la cauzione il 4 maggio 2012. Foto di: Oren Ziv/Activestills.org
http://www.flickr.com/photos/activestills/6995644662/in...tream
http://www.youtube.com/watch?v=SBpn-GwmCCw
Al-Akaba (Valle del Giordano)
Come molti villaggi dell'Area C, e specialmente nella Valle del Giordano, il villaggio di Al Aqaba è sottoposto a vessazioni, violenze e demolizioni da parte delle forze di occupazione. Le ordinanze di demolizione riguardano più della metà degli edifici del villaggio, mentre 2 strade sono state già demolite, ed al loro posto c'è ora un paesaggio da post-tornado.
Sfortunatamente, l'area di Al-Aqaba ricorda quella del sud del Libano, e le operazioni militari che lo affliggono regolarmente. Ci sono stati già 8 morti dall'inizio dell'occupazione e più di 50 feriti, tra cui il sindaco, che da allora si trova su una sedia a rotelle.
Sabato 5/5 c'è stata una simbolica ripavimentazione della strada, con la partecipazione di attivisti dalla Palestina, da Israele e dall'estero, a sottolineare la Tsumud e la resistenza insita in questo atto. Un atto di resistenza popolare non violenta, a cui hanno preso parte circa 100 bambini dei dintorni.
Sabato, Circus Action in solidarietà con il villaggio dopo il ripetersi delle demolizioni di case
10 anni di Muro / parte 5: un nuovo modo di resistere
http://972mag.com/the-wall-10-years-on-part-5-a-new-way...4656/
I capitoli precedenti:
Parte 1: Il progetto della grande Israele
http://972mag.com/the-wall-10-years-on-the-great-israel...0683/
Parte 2: Muro e Pace http://972mag.com/the-wall-10-years-on-wall-and-peace/4...1137/
Parte 3: Un acro qui ed un acro lì
http://972mag.com/the-wall-10-years-on-part-3-an-acre-h...1556/
Parte 4: Intrappolati nella parte sbagliata
http://972mag.com/the-wall-10-years-on-part-4-trapped-o...2820/
Al-Arkib
Beit Ummar Sabato 5 maggio
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42736780060686...80298
Bil'in
Venerdì 4 maggio, manifestazione settimanale contro il muro ed in solidarietà con i prigionieri palestinesi in sciopero della fame
"15 Israeliani ad un numero simile di internazionali di sono uniti alla manifestazione settimanale dei palestinesi verso le terre di Bil'in che si trovano oltre il muro ruba-terra. Gli organizzatori hanno convinto i giovani a starsene nelle retrovie mentre il corteo avanzava pacificamente, ma appena raggiunta la prima linea di filo spinato sono stati attaccati da una pesante pioggia di lacrimogeni. I giovani si sono fatti avanti, lanciando pietre per impedire ai soldati di sparare proiettili e di uscire dal recinto, mentre altri manifestanti erano impegnati nel cercare di spegnere gli incendi causati dai candelotti. Una quercia ha preso fuoco, ma non ci sono stati danni più gravi.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42561923078172...80298
Chen Misgav http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150898726376...01802
"Sette anni dopo il fatto, un ufficiale della unità di elite ‘Metzada’ delle guardie carcerarie israeliane ha ammesso che un suo subordinato ha lanciato pietre contro i soldati a Bil’in – secondo gli ordini per la sua missione."
Kufr A-Dik venerdì 4 maggio
Al-Ma’sara
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42625206071843...80298
Nabi Saleh
Soldati israeliani hanno sparato lacrimogeni verso i manifestanti sulla collina vicino alla fonte d'acqua confiscata.
http://t.co/WZwTegO1
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42625020405195...80298
David Reeb http://www.youtube.com/watch?v=2_jIHwtwjE0
Ni'lin venerdì 4 maggio
Kufr Qaddum
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42623526738678...80298
Haim Schwarczenberg http://www.facebook.com/media/set/?set=a.3921224708379....14101
Wadi Qana
Alcuni di noi hanno preso parte dalla riunione a Wadi Qana ieri notte. Tra le altre cose abbiamo appreso che è stata diramata un'altra ordinanza militare che aumenta a oltre 2000 il numero degli alberi da sradicare. Il villaggio ed i suoi sostenitori vogliono stabilire una presenza continua nella valle e ci hanno chiesto di dargli una mano.
La presenza è particolarmente importante nelle prime ora del mattino perchè è in questa fascia oraria che l'esercito colpisce.
Oggi i contadini hanno ricevuto la "visita" di circa 100 coloni, di cui alcuni armati. All'invasione dei coloni è ovviamente seguita quella dell'esercito. Ora la situazione sembra tranquilla.
In futuro il villaggio farà un'altra riunione di venerdì con preghiere, aggiornamenti, ecc, a cui siamo invitati.
Sheik Jarrah (Al-Quds occupata)
I residenti di Sheikh Jarrah continuano con i loro presidi di protesta nel quartiere ogni venerdì, contro gli sgomberi violenti dalle loro case, contro l'invasione del quartiere da parte dei coloni e contro la giudaizzazione di Gerusalemme Est.
Manifestazione a favore dei prigionieri a Sheik Jarrah, il 4 maggio 2012 http://www.facebook.com/media/set/?set=a.42614447406252...80298
Da Damascus Gate a Sheikh Jarrah 4.5.2012
Guy Butavia http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150837282107...92137
Elifelet Sara http://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150825432077...42858
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.38211747182993...60956
Amir Bitan http://www.facebook.com/media/set/?set=a.45135422487959...37581
http://t.co/nHgYwzmY
Tel Aviv
Azione del Primo Maggio: http://www.facebook.com/events/208409405942501/20863749...ivity
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Ilan Shalif: http://ilanisagainstwalls.blogspot.com
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
Link esterno: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html
martedì 8 maggio 2012
NOTA SULLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL 9 MAGGIO
proponiamo di effettuare presidi e sit-in presso le Direzioni Regionali/Provinciali del Lavoro o nelle principali piazze cittadine,
o comunque in qualsiasi altra posizione che si riterrà territorialmente più importante.
A Roma l'appuntamento presso il Senato è per le ore 15.00.
E' importante che le varie strutture si sentano a livello locale per organizzare al meglio la giornata di mobilitazione
e che l'informazione sia anche centralizzata in modo da dare la massima informazione possibile.
CUB – USB - CIB Unicobas – ORSA - Si Cobas – Snater – USI - SlaiCobas
CONTRO LO SCIPPO DELL'ART. 18, PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI,
CONTRO LE MANOVRE DI MONTI E DEL GOVERNO DELLE BANCHE CHE COLPISCONO PENSIONATI E LAVORATORI
(MA NON L'EVASIONE FISCALE).
IL 9 MAGGIO A ROMA MANIFESTAZIONE DI FRONTE AL SENATO (P.ZZA NAVONA), H. 15.30
In morte di Franco Serrantini
Il cinque maggio, purtroppo, è un'altra data da aggiungere al nero registro delle violenze dello Stato borghese sulle vittime dello sfruttamento.
Franco Serantini, quel giorno, era in piazza con i compagni per impedire che le carogne fasciste potessero parlare.
Vent'anni, studente, non avendo famiglia doveva lavorare per pagarsi la scuola; era ospitato in una stanza del carcere dei minorenni di Pisa, una stanza piena di libri che Franco leggeva con passione.
Era in piazza per dire no ai servi della violenza e dello sfruttamento, era in piazza per dire no allo stato borghese e per questo l'hanno ammazzato.
Dieci carogne in divisa gli sono saltate addosso e l'hanno picchiato in tutte le maniere e con tutto ciò di cui disponevano; l'hanno picchiato col sorriso sulle labbra, sfogando i loro istinti bestiali. Lo hanno portato via sanguinante e più morto che vivo. Alla questura non l'hanno portato in infermeria, nè tanto meno gli hanno fatto la visita di controllo, ma nelle condizioni in cui era, l'hanno "interrogato" e sbattuto in cella senza cure.
Franco è morto ma i funzionari hanno fatto di tutto per nasconderlo.
Nè la stampa ufficiale nè la televisione hanno pubblicizzato l'ccaduto tutta intenta com'era a sbraitare di rabbia e di dolore per la morte del commissario capo Luigi Calabresi.
Noi no, non stiamo zitti, noi accusiamo di questo ennesimo assassinio tutto l'apparato capitalistico-borghese.
Noi non chiediamo la "Giustizia dei padroni", ma ci impegnamo a portare avanti sempre più duramente la lotta contro lo Stato borghese per una società libera dall'oppressione e dallo sfruttamento.
Come è morto Franco.
Il 5 maggio, alle ore diciotto, è cominciato il comizio del fascista Nicolai, che per altro ha potuto parlare indisturbato, viste le ingenti forze che lo stato aveva messo a sua disposizione. I compagni si sono riuniti lontano dal luogo del comizio; la polizia dopo aver compiuto opera di provocazione si è scatenata in cariche durissime con i consueti candelotti sparati ad altezza d'uomo, i caroselli di camionette, ecc.
Franco Serantini è stato colpito duramente e ci sono parecchi testimoni a confermarlo, poi è stato arrestato assieme a cinque studenti greci, due giordani ed una donna.
In seguito è stato tradotto nella caserma della celere dove, nonostante fosse già malridotto, è stato, evidentemente, picchiato ancora. La mattina del 6 viene interrogato dal sostituto procuratore Sellaroli, in preda a fortissimi dolori alla testa.
E' morto il giorno dopo: in galera. Non era nemmeno stato ricoverato in ospedale: perchè creare delle grane? Come motivare un ricovero urgente? Meglio lasciarlo crepare, i morti si sa non parlano e poi, se deve uscire fuori qualcosa, per carità che sia dopo le elezioni! Sarà meglio per tutti. Tanto più che si tratta di un giovane proletario. Franco muore. La questura telefona al Comune chiedendo un permesso di inumazione urgente per la salma di Franco Serantini. I poliziotti sanno di non doversi troppo preoccupare se ammazzano un proletario, e per di più anarchico: "è un normale incidente sul lavoro". Ma la telefonata è stata una mossa un po' troppo sputtanante; comincia allora il consueto carosello di versioni rivedute e corrette; "la telefonata è stata un equivoco"; qualcuno pensa di chiedere al Sellaroli in che condizioni fosse il compagno Franco Serantini quando lui lo ha interrogato -"era nelle condizioni di chi ha subito un interrogatorio" - risponde il sostituto procuratore. Una risposta agghiacciante.
Fin troppo esplicita se si pensa che era riferita ad un moribondo. Il referto di morte parla di "trauma cranico determinato da cause imprecisate". Pinelli, Saltarelli, tutti gli altri assassinati: si è sempre parlato di morti misteriose, avvenute in "circostanze da chiarire". Ma le "circostanze" sono sempre state fin troppo chiare: e le cause della morte del nostro compagno sono imprecisate solo per i padroni. I loro servi riformisti parlano di "inquietanti interrogativi".
Tutto quello che riguarda la morte di Serantini è chiaro, come è chiaro che i suoi assassini rimarranno impuniti come sempre è successo - i massacratori di Portella della Ginestra, di Avola, di Battipaglia; i Guida, gli Scelba, i Restivo- finchè non saremo noi a fare giustizia, l'unica giustizia possibile, con la rivoluzione.
Gruppo Anarchico Bari "Azione Diretta">
(da "Azione diretta" bollettino del 10 giugno 1972)
CONFERENZA DIBATTITO PARANOIA E COPLOTTISMOSabato 12 maggio - ore 18.00 presso il PREFABBRIKATO [VIA PIRANDELLO, 22] VILLANOVA PORDENONE
Sabato 12 maggio - ore 18.00
presso il PREFABBRIKATO [VIA PIRANDELLO, 22] VILLANOVA PORDENONE
CONFERENZA DIBATTITO
PARANOIA E COPLOTTISMO
tra storia, politica e psicologia
Da un decennio la vena cospirazionistica, che da sempre serpeggia nell'opinione pubblica, è esplosa in un oceano di teorie del complotto. I media e il web pullulano di "dimostrazioni inconfutabili" delle cospirazioni di cui saremmo vittime da parte di poteri occulti, della massoneria, della finanza ebraica e, perfino, degli extraterrestri. La parte del leone la fanno i siti collegabili al mondo dell'estrema destra e del fondamentalismo cattolico ma ormai le teorie del complotto dilagano anche nella criminologia più accreditata per farsi breccia anche negli ambienti di certa sinistra.
INTERVERRA'
LUlGI CORVAGLIA
Psicologo, psicoterapeuta, studioso di manipolazione mentale e controllo sociale, affronta il tema da una prospettiva psicologica e sociologica, passando in rassegna le distorsioni cognitive di questa paranoia collettiva e mettendo in luce i rischi di dogmatismo anti-democratico in essa insiti.
INIZIATIVA LIBERTARIA
PROTOCOLLO D’INTESA SUL PUBBLICO IMPIEGO
e le OO.SS (Cgil, Cisl, Uil, autonomi) recepisce da un lato le linee
della riforma del mercato del lavoro nel Pubblico Impiego (PI) e
dall’altro il meccanismo del contenimento/riduzione della spesa
pubblica (spendig review).
Il ruolo assegnato al sindacato si basa su un modello partecipativo,
quindi attivo nella riorganizzazione del PI, che definiamo di aperta
complicità, e che assume il nome, nel protocollo d’intesa, di nuove
relazioni sindacali.
Un modello di relazioni sindacali assolutamente vincolato ad un
percorso non conflittuale, dove il ruolo dei sindacati sarà regolato
da un lato da una legge delega che recepirà la parte del mercato del
lavoro, dall’altro da una legge ordinaria di
riorganizzazione/efficienza della Pubblica Amministrazione (PA)
misurata sull’efficienza e tempestività dei servizi forniti alle
imprese e ai cittadini.
Un impianto autoritario, con il rafforzamento del ruolo dei dirigenti
in funzione disciplinare, apertamente dichiarato nel protocollo, in
piena sintonia con quanto avviene nel privato, fino a introdurre la
tenure-track, una sorta di apprendistato durante il quale il
lavoratore viene testato ed esaminato fino alla fine del percorso,
stabilendo se è idoneo a ricoprire il ruolo assegnato.
Ovvero si sancisce quanto già avviene, grazie all'uso e abuso del
precariato, con il sostanziale aggiramento dell'assunzione per
concorso.
E, se nel testo si rivendica la centralità della contrattazione
collettiva, nei fatti il blocco dei contratti non viene messo in
discussione Crollano dunque le distinzioni tra pubblico e privato e si
eliminano diritti che qualcuno chiama strumentalmente privilegi
corporativi allo scopo di produrre quella separatezza tra settore
pubblico e privato che è riscontrabile anche sul piano sindacale.
Dimenticando che i lavoratori pubblici sono quelli che garantiscono lo
stato sociale e i diritti ai cittadini, che il blocco dei turnover
significa meno servizi.
Ovviamente da parte sindacale si canta vittoria: superate le leggi
di Brunetta, si tornerebbe finalmente a un ruolo partecipativo, in cui
le parti sociali sono parte attiva nella riforma.
Per la CGIL, accettare la riforma del lavoro del ministro Fornero
all'interno dell'accordo quadro del PI, mentre ufficialmente dichiara
di essere contraria e continua a minacciare uno sciopero che non
arriva, significa aumentare le contraddizioni: se sarà possibile, sul
piano mediatico, cercare di gestire a
livello confederale questa occasione per dimostrare concretamente di
essere rientrata nei giochi, per continuare a giocare la carta della
Camusso della tanto agognata uscita dall’angolo, indicando l’accordo
del PI come la via da seguire, il distacco dai lavoratori e da buona
parte dei quadri sindacali diventa sempre maggiore, anche perché le
scelte sul piano economico/sociale divergono: la precarietà, la
disoccupazione e la povertà rimangono questioni alle quali non si dà
alcuna risposta.
I lavoratori pubblici, e presto anche la scuola, sono ora messi alla
prova pur essendo stati tenuti fuori nella battaglia contro la riforma
del mercato del lavoro e dell'art.18; in termini sindacali la
battaglia prosegue mentre si fanno strada elementi che sempre più
rendono chiaro il disegno dell’avversario di classe.
Ancora una volta occorrerà cogliere tutte le occasioni, tutti gli
appuntamenti, per dire no e costruire momenti di unità e dissenso a
questo disegno di riorganizzazione del mondo del lavoro nella sua
interezza, dare voce all'opposizione interna CGIL, dall'assemblea dei
delegati FIOM alll’assemblea nazionale della CGIL che vogliamo;
sostenere le mobilitazioni del sindacalismo di base a partire dai
presidi davanti alle Direzioni Provinciali del Lavoro previste per il
9 maggio, fino a costruire iniziative unitarie sempre più necessarie
anche a livello territoriale.
FdCA - Commissione Sindacale 7 maggio 2012
giovedì 3 maggio 2012
Occhio all'Invalsite !!!!
http://ilquotidianodellacalabria.it/blog/100/Uno-spettro-si-aggira-per-le-scuole-il-test-Invalsi.html
Anche voi avete contratto l'Invalsite??
http://terraelibertacirano.blogspot.it/2012/05/se-avete-contratto-linvalsitecuratevi.html
riceviamo dal blog TERRA E LIBERTà
Appello dalla CGT per firmare la petizione che chiede la liberazion di Laura Gomez, segretaria d'organizzazione della CGT-Barcellona,
Carcere per la Segretaria d'Organizzazione della CGT-Barcellona
Felip Puig (responsabile del Ministero dell'Interno) aumenta i suoi ostaggi
Oggi, mercoledi 25 aprile, la Gip di Barcellona ha decretato carcere preventiva senza possibilità di cauzione per la Secretaria d'Organizzazione della CGT-Barcellona, accusata d'incendio e derivanti danni, coercizione, disordine pubblica e delitti contro i diritti fondamentali.
La CGT ritiene che ci sono pressioni politiche in corso, sia sulla Corte che sul procuratore, dal momento che una persona con la fedina penale pulita, con dimora fissa, lavoro fisso, e una figlia che vive con lei, viene considerata da parte dell'accusa a rischio di fuga e recidiva prima ancora di essere processata e condannata. Questi standards non si applicano ai banchieri o ai politici indagati per corruzione, che vengono abitualmente rilasciati. Dobbiamo davvero mettere in discussione la cosiddetta "indipendenza della magistratura" insieme agli altri poteri in questo cosiddetto "stato di diritto".
La CGT crede che non ci sia alcuna ragione per giustificare l'arresto, né tanto meno la sua carcerazione, che è un chiaro abuso di potere e violazione del diritto di non essere privato della libertà.
Non c'era bisogno di un circo mediatico come quello montato da parte della polizia catalana, che avevano bisogno di provare a dare l'esempio, arrestando e reprimendo persone e organizzazioni che protestano e mettono in discussione il sistema senza essere canalizzati attraverso "agenti sociali autorizzati e addestrati".
Gli affiliati e le affiliate della CGT agiscono a viso scoperto, non nascondiamo le nostre azioni, che riteniamo eque e senza pericolo per l'integrità di nessuno. Escludiamo quindi che la polizia catalana abbia molte ricerche da fare per sapere cosa facciamo o non facciamo.
La CGT chiede a quando un procuratore speciale per indagare i banchieri, i politici corrotti e gli imprenditori che hanno creato una crisi che sta spingendo milioni di persone verso l'esclusione sociale e la povertà? A quando un sito web con tutte le immagini di quei criminali dai colletti bianchi che sono trattati come signori da parte delle autorità? A quando un sito web con le foto dei poliziotti che hanno martoriato i cittadini con proiettili di gomma e colpi di manganelli? Sig. Puig, questa è la violenza e Lei l'ha sempre giustificato.
Crediamo che questa incarcerazione sia una vendetta da parte della Generalitat e del suo corpo armato. Non hanno potuto digerire il fatto che nel mattino del giorno dello Sciopero Generale, la CGT con altre organizzazioni ha riunito oltre 15.000 persone in marcia per il centro della città, e dopo mezzogiorno oltre 50.000. L'obiettivo è di provocare la paura tra i cittadini, perché essi non si mobilitino e perché accettino le politiche economiche in silenzio, ed è per questo motivo che voi avete bisogno di creare un'immagine di violenza totalmente fabbricata.
La CGT - che sia chiaro - continuerà a scendere in piazza e a manifestare, come fecero i nostri antenati, per difendere la libertà e una società più giusta. la CGT continuerà a battersi contro l'ingiustizia; non vi permetteremo di ristabilire le condizioni di lavoro del XIX secolo come vogliono i banchieri e i politici.
Basta con la repressione!
Libertà immediata per Laura!
Carlos Navarro
Barcellone, CGT-Premsa
25 aprile 2012
CGT - Confederación General del Trabajo
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio relazioni internazionali
http://www.cgtbarcelona.org/
1° Maggio 2012 “l’emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi”
l’offensiva del padronato e del governo reazionario di Mario Monti ha
disseminato di forche i prossimi anni, al proletariato sembra spettare
solo la scelta del palo sul quale appendersi quando riesce a
ribellarsi all’ingiustizia subita.
E se finora i lavoratori e le lavoratrici non si sono arresi -e lo
dimostrano le lotte condotte in questi anni, lotte per salvare
posti di lavoro ma anche diritti e condizioni sociali esistenti- pur
essi sembrano sempre più soli, tra complicità avverse politiche e
sindacali e l'apparente mancanza di riferimenti di classe.
I ponti stanno saltando uno ad uno, milioni di lavoratori e gli strati
più deboli della popolazione sono ormai allo stremo,
irrappresentabili dal ceto politico; la disoccupazione e la precarietà
favoriscono la moltiplicazione infinita di un enorme esercito di
riserva di lavoratori italiani e migranti di tutte le età, scatenando
la guerra tra poveri con grande gaudio dei potentati finanziari e
politici.
Il fronte sindacale si trova:
-arroccato sulle posizioni conflittuali sostenute dalla FIOM, ormai
accerchiata dal sindacalismo corporativo e complice delle scelte
antipopolari del governo , dove la completa deregolamentazione della
legislazione sul lavoro, l’espulsione dalle fabbriche di quadri operai
e di sindacalisti, l'estromissione della FIOM dalla FIAT, vedono la
complicità di sindacati come CISL, UIL ed UGL nonché dei partiti in
Parlamento tutti, compreso il tanto democratico PD, che hanno deciso
da tempo di stare dall’altra parte della barricata, con governi e
finanzieri, intenti a salvare il capitale a spese di intere
popolazioni.
-con la CGIL, in cui convivono un gruppo dirigente ormai manovrato da
una parte dei vertici del PD e una base e alcune categorie che
esprimono una forte e chiare presa di distanza dall’operato del
governo che hanno prodotto lotte significative, in questi mesi si sta
preparando il finale a sorpresa della resa al governo Monti,
scaricando sui lavoratori responsabilità politiche che avrebbero
dovuto essere del ceto parlamentare e del PD;
-con il sindacalismo di base , e non tutto, che cerca di trovare
almeno percorsi comuni di lotta, senza comunque , e questo è grave,
riuscire ancora a superare le divergenze , per creare un fronte
sindacale di classe veramente unitario;
Ma già altre volte, e proprio la data del Primo Maggio ce lo ricorda,
la classe dei lavoratori è sembrata vinta e messa all'angolo,
vittima della violenza economica, repressiva e statale del padronato,
assuefatta e asservita culturalmente in un falso senso comune
razzista e qualunquista, incapace di esprimere la propria
soggettività in assenza di punti di riferimento forti. E tutte le
volte, finora, è stata capace di rialzarsi e reagire. Trovando nuove
forme di intervento, arretrando ma poi attestandosi, dandosi gli
strumenti per ricostruire un'alleanza e un'unità che andasse oltre le
frammentazioni di provenienza geografica, religione, corporazione per
ricostruire forme di rappresentanza nuove da cui partire per
riconquistare diritti, dignità, libertà per tutti.
Già nemmeno i media del regime riescono più ad far indirizzare gli
sguardi altrove, nonostante tutti i danni sociali e politici della
sottocultura disseminata a piene mani in questi decenni; nonostante i
quali la realtà irrompe nei palinsesti e mostra lo squarcio che si sta
aprendo sulla questione sociale.
Chi, addormentato dalle sirene postmoderne, dava e dà per scontato il
totale asservimento umano alle logiche del capitale potrebbe
ricredersi: l’incontro con la povertà e la miseria che si pensava per
sempre debellata, la sottomissione umana e la totale perdita dei
diritti conquistati, la cancellazione della dignità umana dal lessico
del potere, in nome della accumulazione capitalistica alla quale tutto
deve essere sacrificato, sta preparando il terreno per la ripresa di
una coscienza di classe imposta dall’accelerazione di molteplici forme
di disagio sociale, riconducibili all’antagonismo capitale-lavoro che
non potrà che ridisegnare nuovi e importanti impegni del proletariato.
E dal vuoto e dal disinganno parlamentare, le lotte e le proteste
sociali che si stanno sviluppando potranno incamminarsi su strade
diverse, che sfuggano per sempre dalla tutela governativa, con la
consapevolezza che sarà un cammino difficile, di ricostruzione di uno
spazio politico e sociale in grado di elaborare e di proporre nuove
forme di potere popolare, democratiche, che rompano con il consenso
governativo, forme rivoluzionarie ed anticapitaliste da fare crescere
nelle contraddizioni di oggi.
Noi, comunisti anarchici, noi FdCA, faremo la nostra parte, nella
lotta di classe per l’emancipazione dei salariati dallo sfruttamento
capitalistico, portando il nostro contributo alla ripresa della lotta
internazionale dei lavoratori, unica soluzione alla barbarie prodotta
dal capitalismo.
Buon Primo Maggio!
FdCA – Segreteria Nazionale
1 maggio 2012