L’ultimo feedback in ordine di tempo sul TAV della Valle di Susa
ci è giunto dalla visita che parlamentari e cittadini hanno fatto a
Chiomonte, luogo del tunnel che serve come pre-opera in vista della
galleria definitiva che collegherà Italia e Francia.
La circostanza ha posto in rilievo una ‘amabile’ contraddizione. E
cioè che fino al giorno prima delle elezioni chi si fosse voluto recare
sul cantiere e sindacare in merito all’opera sarebbe stato bollato come
eversivo o reazionario e forse anche manganellato; 48 ore dopo il voto,
invece, quel cittadino ha raggiunto il pieno diritto non solo di recarsi
in zona ma addirittura di sindacare a piani polmoni contro la inutilità
e la dannosità della linea-merci Torino-Lione, ovviamente evitandosi qualsiasi aggettivo punitivo. Mistero del calendario!
Francesco Aucone, romano, geologo indipendente: posso chiederle un
giudizio su questa mia riflessione? Ma non mi dica che la colpa è tutta
del calendario! “D’accordo. Faccio leva allora sul dato economico e
finanziario: siamo arrivati finalmente a prendere coscienza che si
tratta di un’opera di impatto finanziario elevatissimo e insostenibile.
Diciamo che quello che è andato in onda di recente in Valle è stato
forse un modo ‘onorevole’ di prenderne atto e di uscirne… D’altra parte è
vero sì che il Movimento5Stelle nel suo programma dice da sempre che la
Torino-Lione è da cancellare e io credo che lo stesso esperimento della
democrazia diretta sia un fenomeno da sottolineare, in quanto denota da
parte della popolazione italiana chiari segnali in tal senso, ed è pur
vero che ora in Parlamento vi è una rappresentanza diretta dei cittadini
che adesso hanno il potere di dire NO alla Tav, ma non dimentichiamoci i
venti anni di azione diretta dei valligiani, senza la quale non sarebbe
pensabile alcuna conquista”.
Visto che parliamo di Val di Susa, che contatto ha lei con questa zona?
“Non è un contatto recente bensì datato. Negli Anni ’90 lavoravo al
cantiere per l’autostrada A32 del Frejus. Stavo lì e facevo analisi del
terreno, ero un giovane alle prime armi, timoroso dei grandi dirigenti
che vedevo in giro. Di certo posso dire questo: le trivellazioni fatte
in Valle di recente non hanno scoperto nulla che già non si sapesse.
Proprio in concomitanza con i lavori dell’autostrada si fecero sondaggi e
studi. Le conoscenze ci sono tutte: stupisce quindi che si sia
continuato a scavare. Invece non credo sia una notizia sapere che alcuni
dei dirigenti dell’epoca ebbero in seguito diversi guai con la
giustizia…”.
Nel reportage dedicato da Prismanews al Tav e alla Valle
piemontese, fra Susa e dintorni abbiamo incontrato chi ci ha parlato del
danno ambientale prodotto dall’opera, con riferimento al milione di
litri di acqua che uscirà dalle falde sotterranee. Cosa ci dice lei in
proposito? “Che vi sarà, se l’opera verrà portata a compimento, un
enorme impatto idro-geologico. La geologia della valle è molto
complessa, inizia circa 15-30 milioni di anni fa, con il sollevamento
dell’intera area in seguito ad una fase dell’orogenesi alpina;
contemporaneamente e successivamente al sollevamento entrano in gioco
gli agenti erosivi, rappresentati specialmente dall’azione dei ghiacciai
prima e dei corsi d’acqua poi, con conseguente doppia azione erosiva e
di deposito, fino a dare alla valle la conformazione che ha oggi. Una
testimonianza dell’azione dei ghiacciai è rappresentata ad esempio dalle
parti di Avigliana, dove vi sono imponenti formazioni moreniche
risalenti all’epoca dei ghiacciai…
Tutti questi sedimenti
ospitano oggi una falda di importanza regionale utilizzata anche per
scopi agricoli nonché potabili; l’opera prevista, stando agli ultimi
piani di fattibilità, interagisce direttamente con questa falda
attraversandola longitudinalmente e spesso ‘bucandola’ trasversalmente,
con pesanti ed inevitabili ripercussioni sul suo bilancio idrico,
mettendo in discussione i livelli dei pozzi, le portate delle sorgenti e
quelle dei corsi d’acqua, ecc.”.
Fra l’altro è venuta fuori la storia dell’Uranio e dell’Amianto come materiali di risulta ad alto impatto.
“Verissimo. Il riferimento è sempre alla geologia della valle; le
rocce sono composte o da litologie cristalline tipo i graniti (chi scava
qui trova l’Uranio) o da rocce metamorfiche tipo i serpentini e le
anfiboliti (e qui viene fuori l’Amianto). Mi ricollego a quanto ho
detto a proposito degli scavi effettuati negli Anni ’90: all’epoca la
posizione della scienza ufficiale era che tutto fosse noto visto che si
era già proceduto alla costruzione di tunnel del genere in altre parti
del mondo. Invece io sostengo che le informazioni che si hanno sono
alquanto scarse e ciò impedisce di avere una mappatura completa circa la
composizione delle rocce. Aggiunto: la stessa ARPA Piemonte aveva dei dati sperimentali che contraddicevano la scienza ufficiale”.
In che senso dati contradditori? Ci aiuti a capire. “I
rilevamenti, effettuati nell’estate dello scorso anno, avevano a oggetto
la cittadina di Sauce d’Oulx. Si era misurata la quantità di amianto
nell’aria e si era scoperto come essa fosse superiore alla norma. L’Arpa
aveva rilevato che bastava addirittura una banalissima gara di
mountain-bike - attenzione: biciclette, mica moto! - per sollevare
pulviscolo contenente amianto; ciò perché è la natura del territorio ad
essere particolare… immagini cosa accade quando i camion del
movimento-terra vanno avanti e indietro lungo la Valle. Ecco, questo è
un altro aspetto che non viene mai preso sufficientemente in esame. Per
la scienza, infine, sei tipi di minerali sono considerati ‘amianti’: e
in Val di Susa nel sottosuolo ne sono presenti ben tre”.
Ci sarebbe anche da chiedersi il come e il perché circa la
gestione delle Grandi Opere in Italia, ma è argomento che esula dalla
sue competenze, così come esula il fatto che i ¾ del costo del Tav siano
a carico italiano nonostante i ¾ del tunnel siano in territorio
francese. Invece vorrei domandarle cosa dicano le sue ricerche su quanto
si dovrebbe realizzare - ma speriamo di no - in zona. “Personalmente
non ho dati specifici. Ma questo non mi impedisce di affermare che
neppure coloro che sono impegnati a vario titolo nel cantiere ne
abbiano; e la cosa che più mi mette addosso ansia è che costoro si
facciano forti di parametri parziali proprio per portare la verità dalla
propria parte e per smentire chi la pensa in modo diverso! Di
inquinamento si dovrebbe parlare ad esempio tenendo conto delle resine
colloidali che serviranno per consolidare il terreno e renderlo
impermeabile. Altro esempio: l’Uranio.
Uno dei prodotti del decadimento di tale elemento radioattivo è il Radon:
quello presente nell’aria non è nocivo perché si disperde rapidamente
ma quello che si sprigiona al chiuso no… Pensi a chi lavora dentro la
galleria: alcuni esperti hanno stimato che, anche in presenza di modeste
quantità di Uranio nella roccia, le concentrazioni di Radon che si
formerebbero in galleria sarebbero talmente elevate, che per evitare
danni alla salute si debba depurare l’aria ogni sessanta minuti!” .
A volte - accetti la mia provocazione - sarebbe quasi meglio che i
soldi venissero regalati: girerebbero comunque, qualcuno si
arricchirebbe sì ma almeno ma non si farebbe scempio né della Natura nè
della salute dei cittadini! “Ritorno agli sconvolgimenti di natura
idro-geologica con cui abbiamo avviato la chiacchierata. Chi sta in
Valle ha ragioni sacrosante, confermate da quanto accaduto tra Firenze e
Bologna per la Variante di Valico. Lì vi sono state trasformazioni
imponenti, decine tra corsi d’acqua, sorgenti, pozzi e acquedotti si
sono prosciugati arrecando danno non solo alla bio-diversità del luogo
ma anche all’economia. In Val di Susa c’è una falda acquifera, che se
sarà sconvolta, si danneggerà anche irrimediabilmente il corso del fiume
Dora.
Anche perché il tunnel della Torino-Lione, come abbiamo già
visto, passa al di sotto della falda, e nei pressi di Susa, secondo le
ultime ipotesi di tracciato, addirittura la ‘buca’ trasversalmente. In
questi termini non è difficile prevedere quali saranno le conseguenze
disastrose sulle risorse idriche della valle…”.
grazie a Prisma News
http://www.prismanews.net/ambiente/torino-lione-da-cancellare-esperimento-di-democrazia-diretta-francesco-aucone.html
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
mercoledì 10 aprile 2013
“Torino-Lione da cancellare, esperimento di democrazia diretta”. Intervista a Francesco Aucone a cura di PrismaNews
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