Lunedì
11/martedì 12 marzo. Era tutto pronto. Le barre con le scorie,
trasportate su gomma dal deposito Sogin di Saluggia allo stabilimento di
logistica Sifte Berti nella notte tra il 10 e l’11 marzo, erano state
caricate sul Castor sin dalle prime ore del mattino. Il treno,
presidiato dalla polizia, è rimasto sui binari del piazzale sino a poco
prima di mezzanotte. Intorno a quell’ora i cancelli si sono aperti e il
convoglio – due treni civetta e quello con le scorie – fa qualche
centinaio di metri ed arriva alla stazione di Vercelli. L’apparato è
quello delle altre volte: centinaia di carabinieri, finanzieri e
poliziotti in assetto antisommossa, i vigili del fuoco, la digos.
Di solito il treno parte subito per Novara.
Invece
no. Il treno e l’intero apparato di polizia che lo accompagna lungo
tutta la tratta restano congelati ai blocchi di partenza. Passaggi a
livello presidiati, stazioni militarizzate, ponti messi sotto
sorveglianza.
Nel pomeriggio la prefettura di Torino, cedendo alle
pressioni dei No Nuke, per la prima volta comunica al sindaco di
Avigliana che il treno è previsto per questa notte. I media diffondono
la notizia della grande giornata di lotta contro il nucleare svoltasi in
Francia in occasione del secondo anniversario del disastro di
Fukushima. La rete “Sortir du nucleaire” annuncia che il passaggio del
treno verrà contrastato sia in Francia che in Italia.
Passano i
minuti, passano le ore ma il treno è sempre sui binari. Si rincorrono le
voci, ma nessuno capisce cosa stia capitando. A Novara, Asti, Avigliana
aspettano il treno tanti antinuclearisti.
Intorno alle due e mezza l’apparato di polizia ad Asti e ad Avigliana si liquefa.
A Vercelli il treno si mette in moto. E torna indietro nel piazzale da cui si era mosso oltre due ore e mezza prima.
Ad
Avigliana i No Nuke fanno una breve assemblea, che commenta il buon
risultato della lotta: per la prima volta il treno, già pronto alla
partenza, è stato fatto tornare indietro, nonostante la complessa
macchina di polizia che lo accompagna, fosse stata ormai avviata.
Il
quinto trasporto nucleare è stato rimandato. A quando è difficile dirlo:
forse domani, forse tra una settimana o un mese. Un fatto è certo:
questa notte è tornato indietro, la lotta contro questi trasporti
inutili e pericolosi ha fatto un passo avanti.
L’invito per tutti è
di restare sintonizzati sulle libere frequenze di radio Blackout –
105,250 FM – tenere i telefoni accesi e gli scarponi pronti.
Coordinamento “Stop trasporti nucleari”
Contatti: 338 6594361
siti per info: www.radioblackout.org http://anarresinfo.noblogs.org
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio
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