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mercoledì 8 aprile 2015

In Tunisia, la precarietà è in aumento e le pratiche della dittatura continuano

La situazione occupazionale non progredisce molto in Tunisia e questo è dimostrato dal movimento iniziato Sabato 28 febbraio da 8 laureati disoccupati a Gabes, città portuale del Sud Est del paese. Questi hanno infatti iniziato uno sciopero della fame presso la sede della sezione della Lega tunisina dei diritti dell’uomo (LTDH) nella regione al fine di rivendicare, per alcuni di loro, la loro integrazione nella pubblica istruzione e il servizio pubblico, e in generale una vita dignitosa. Secondo i dati delle strutture regionali per l’occupazione, il tasso di disoccupazione nel governatorato di Gabes sarebbe 38%, con 23.000 laureati, dato che può essere considerato reale, viste le polemiche regolari sulle cifre. Così come lo sviluppo regionale, (mancanza di infrastrutture, come in altre aree interne), i problemi ambientali ricorrenti della regione, in particolare l’inquinamento da impianti chimici, sono altre ragioni per il conflitto. Diverse mobilitazioni di sostegno, tra cui l’appello dell’Unione dei laureati disoccupati (UDC) si sono già tenute, Sabato 14 marzo in tutto il governatorato (provincia) di Gabes, e a Sousse; Lunedì 16 marzo in quello di Sidi Bouzid e Tunisi. Anche 23 laureati disoccupati, ex membri dell’Unione generale degli studenti tunisini (UGET), hanno iniziato, Lunedì 23 marzo, uno sciopero della fame ai locali dei giovani lavoratori del UGTT di Tunisi. Gli scioperanti sono parte di un gruppo di 186 manifestanti, tutti ex membri della UGET, che ha cominciato da sei giorni un sit-in negli stessi locali. I manifestanti continueranno la loro protesta fino a quando saranno soddisfatte le loro richieste e la loro situazione regolarizzata come deciso nel contratto firmato nel dicembre 2014 con il precedente governo. Questo prevedeva la loro integrazione nel servizio pubblico dopo aver esaminato i loro fascicoli. Sono tutti disoccupati da anni, da quando sono stati esclusi dal concorso per il servizio pubblico a causa delle loro attività sindacali e politici sotto il regime deposto di Ben Ali. Il nuovo governo di Habib Essid ha chiesto loro di dargli un mese dal 27 febbraio 2015 per rivedere i loro fascicoli, ma loro non vogliono aspettare fino ad allora. Lunedì 23 Marzo 2015, la mobilitazione dei disoccupati non si è fermata solo a Tunisi, poiché una manifestazione della UDC (Unione dei laureati disoccupati) ha avuto luogo a Sidi Bou Zid. In molte città, come ad esempio Sousse, Gabes, Gafsa, manifestazioni si sono svolte su iniziativa dell’UDC; in alcuni casi si sono riscontrate violente repressioni, come a Gafsa a febbraio, quando sono stati ricoverati diversi manifestanti. Tra le richieste del UDC, a parte la soppressione delle liste nere di Ben Ali, il sindacato rivendica la presenza di rappresentanti dei disoccupati nelle assemblee locali e regionali. La mobilitazione prosegue il 26 marzo 2015, e crescerà ancora nella regione di Sidi Bouzid, soprattutto dal momento che il Ministro della Pubblica Istruzione ha annunciato che ogni disoccupato dovrà pagare 15 dinari per l’iscrizione ai concorsi del CAPES! A Gabes gli scioperanti hanno rifiutato la proposta del Ministero di terminare il loro sciopero in cambio di 150 dinari ciascuno. Senza farsi raggirare, hanno deciso di avviare uno sciopero selvaggio della fame (senza acqua)! [ Testo del gruppo Africa della Segreteria Internazionale della CNT-F- Traduzione di Spazio Libero Utopia- Genova ]

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