Continua senza soste l’inziativa del Circolo Libertario E. Zapata come centro di raccolta materiali di prima necessità, avviata i primi di giugno dopo che già un secondo carico di materiale raccolto è stato portato domenica 24 giugno direttamente nella bassa modenese. Oltre a ribadire i contatti tel 333.4866588 (Stefano) oppure 339.6812954 (lino), è possibile recarsi il giovedì dalle 17.00 alle 24.00 in Via Pirandello, 22 quartiere Villanova, pordenone.
SERVONO IN MANIERA PREPONDERANTE:
Acqua, acqua e ancora acqua, olio di oliva, olio di semi, detersivi per i piatti e per il bucato a mano, prodotti per igiene personale, salviette umidificate per igiene intima e multiuso, omogeneizzati ESCLUSIVAMENTE alla frutta. Sono molto carenti di queste cose e sono le più richieste, per cui chiediamo di concentrarsi su questo.
Tutto il materiale sarà portato Domenica 8 luglio direttamente a Modena, alla Libera Officina via Tirasegno 7 che è aperta tutti i giorni dalle 18 alle 21 nella raccolta e smistamento del materiale da portare nelle zone terremotate. Oltre a chiedere l’aiuto di tutti/e chiediamo a chi è interessato di partecipare direttamente alla raccolta e al viaggio di domenica verso Modena.
Diversi foto-reportage mostrano tutto il lavoro svolto fin’ora (con aiuti da Pordenone, Cordenons, Oderzo, Monfalcone, Trieste) dalla raccolta alla consegna direttamente nelle mani dei volontari dei paesi e di come vengono distribuiti, e sono visibili sulla pagina facebook degli “Amici zapatisti” e presto sul blog http://zapatapn.wordpress.com
Circolo Libertario E. Zapata
info@zapatapn.org - www.zapatapn.org
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
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