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venerdì 18 luglio 2014

NOTAV: la tratta della Venezia-Trieste rimandata ad altra epoca

SEGNALAZIONE DA REDAZIONE INFO-ACTION DI TRIESTE Dal piccolo 2014-07-13, 20 Regione RIVOLUZIONE SUI BINARI A MILANO IN TRE ORE di Giovanni Tomasin wTRIESTE Ferrovie dello Stato conta entro il 2016 di ridurre a un’ora e 15 minuti il tempo di percorrenza fra Trieste e Venezia e a tre ore e 6 minuti (14 in caso di più fermate) quello fra il capoluogo regionale e Milano. Sarebbe una autentica rivoluzione, l’uscita per Trieste e la regione da uno status di marginalità e di penalizzazione. Il risultato sarebbe raggiungibile essenzialmente con due manovre: entro il 2016 il tratto lombardo della Tav dovrebbe essere completato, con quanto consegue rispetto alla velocità dei convogli; con una serie di lavori mirati a sanare i “colli di bottiglia”, le pendenze e i raggi di curvatura, e con nuove tecnologie per il controllo del traffico ferroviario nella tratta veneta e friul-giuliana sarebbero poi recuperate altre decine di minuti sugli attuali tempi di percorrenza. E il secondo capitolo di lavori – non parliamo dunque dei cantieri Tav – sarebbe spesabile con investimenti sostenibili anche in tempi di grave penuria di risorse pubbliche. Insomma, non saremmo di fronte all’ennesimo libro dei sogni. L’aveva annunciato nei giorni scorsi la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in seguito a un summit romano con i vertici e i tecnici di Fs. Una rassicurazione importante, visto che i collegamenti ferroviari del Friuli Venezia Giulia con il resto d’Italia sono un tasto dolente da diversi anni. Ora un documento della Rete ferroviaria italiana (Rfi fa parte del gruppo Fs) illustra come la società intenda raggiungere questo risultato. E siamo in grado di anticiparlo. Quattro fasi d’intervento Va da zero a tre la scansione degli interventi che Fs intende mettere in campo. L’ultimo, la fase 3, riguarda la possibilità di introdurre l’alta velocità in regione e, sebbene il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi abbia ribadito di recente la «priorità dell’opera per il governo», resta per il momento sospesa agli interrogativi di opportunità, tempi e finanziamenti. Le fasi comprese fra 0 e 2, però, sono quelle che dovrebbero giungere a compimento entro un paio d’anni: Serracchiani qualche giorno fa ha annunciato al top managment di Allianz Italia, riunito a Trieste, l’impegno da parte di Fs a investire 50 milioni di euro per la velocizzazione della linea. Il documento di Rfi qualifica le prime tre fasi come «interventi finanziati per 30 milioni di euro nel Dl Fare». La fase zero Il primo passaggio contempla interventi sul tratto di ferrovia compreso fra Venezia e Quarto d’Altino (dal km 4 al km 16). Come tutti quelli successivi, prevede modifiche agli impianti tecnologici Te ed Is; l’adeguamento del tracciato con la modifica delle geometrie delle curve; interventi di opere civili nell’ambito di Quarto d’Altino e dell’ex fermata di Gaggio; l’inserimento del “blocco automatico banalizzato a correnti codificate” (Bab cc), un dispositivo che regola in modo automatico il distanziamento dei treni. Il recupero di tempi stimati è di un minuto per i treni di rango C (la maggior parte dei treni destinati al trasporto passeggeri) e di un minuto e mezzo per i treni di rango P (la classe di treni che si sposta a velocità superiori al rango C). La fase uno Il secondo passaggio prevede interventi generici sulla tratta compresa fra Quarto d’Altino e Portogruaro (dal km 18 al km 58), con modifiche di geometria del binario, opere civili e interventi Te ed Is. Il recupero nel minutaggio calcolato per questa fase è di 2,5 minuti per il rango C e di 4 minuti per il rango P (3,5 minuti per il rango C e 5,5 minuti per il rango P nel complesso). Secondo le previsioni i treni di ultimo modello potrebbero raggiungere i 200 chilometri orari in questo tratto. La fase due Il terzo momento della velocizzazione si interessa della parte di tracciato compresa fra Latisana e il bivio di San Polo a Monfalcone (dal km 75 al km 109,5). Verrà attuato l’adeguamento del tracciato con interventi sulle curve da Latisana a Cervignano. Piccole varianti di tracciato verranno realizzate fino a al km 99 (poco prima di Cervignano), con ulteriori modifiche alle curve e piccoli interventi nei chilometri rimanenti. Previste anche in questo caso le modifiche agli impianti tecnologici. I recuperi stimati in questo caso sono di 2,5 minuti per il rango C e di 3,5 minuti per il rango P. I tempi di percorrenza La relazione di Rete ferroviaria italiana si conclude con una coppia di tabelle che riassume i guadagni di minutaggio previsti alla fine degli interventi: non soltanto quelli appena descritti sulla linea Venezia-Trieste, ma anche quelli di carattere organizzativo generale e sul resto del tracciato fino a Milano. Secondo Rfi i treni di rango C a lavori ultimati (nel 2016) impiegheranno tre ore e sei minuti (o 14 in caso di più fermate) da Trieste a Milano, un’ora in meno rispetto al collegamento più rapido attuale (e si tratta di un treno in andata e uno al ritorno da Milano, particolarmente veloce solo perché ferma esclusivamente a Verona e a Mestre). Quanto ai tempi di percorrenza da Trieste a Mestre saranno di un’ora e un quarto rispetto all’ora e mezza odierna (ma in effetti i “Frecciabianca” non impiegano mai meno di un’ora e 45 minuti). Per il rango P i tempi previsti sono di due ore e 54/46 minuti da Trieste a Milano e di un’ora e otto minuti per la Trieste-Mestre. La fase tre L’ultima fase delineata da Rfi è la Tav e, come titola un celebre film dei comici britannici Monty Python, è «qualcosa di completamente diverso»: costo previsto di un miliardo e ottocento milioni di euro, decine di chilometri di varianti di tracciato, alta velocità prevista su quasi tutto il tracciato con una forte decelerazione dopo Monfalcone. Ma se e come questo debba tradursi in pratica è ancora tutto da vedere 014-07-15, 17 LA RIVOLUZIONE SUI BINARI INCASSA IL SÌ DI LEGAMBIENTE TRIESTE Via libera alla velocizzazione della linea ferroviaria del Friuli Venezia Giulia che consentirà di unire Trieste a Milano in poco più di tre ore e a Venezia in soli 68 minuti. E che intonerà le campane a morte all’aborrita Tav. Legambiente non ha dubbi e brinda alla “rivoluzione” sui binari: «Nonostante la presidente Debora Serracchiani non se la senta di dichiarare morta e sepolta la Tav, è del tutto evidente che a quel progetto faraonico, che andava contro il parere di tutte le amministrazioni locali e che portava con sè un costo esorbitante, non ci crede più nessuno». L’associazione ambientalista apprezza invece che gli interventi di velocizzazione sulla rete esistente, «quelli che la nostra associazione caldeggiava già più di dieci anni fa», stiano finalmente prendendo forma. Nel dettaglio Legambiente cita la “velocizzazione e aumento di capacità della attuale linea Trieste–Venezia sul tratto Latisana–Pieris compresa l’eliminazione dei passaggi a livello”, gli “interventi di miglioramento funzionale e tecnologico del nodo di Monfalcone e delle connessioni con Porto e Fincantieri”, la cancellazione di «una serie di interventi dannosi e obsoleti sulle infrastrutture di mobilità come ad esempio il collegamento autostradale A23 – A27». E aggiunge: «Con questi interventi, che consentiranno di portare la velocità dei treni a 200 Km/h, si vedrà realizzato quanto indicato dall’Unione europea, che stabiliva chiaramente che l’alta velocità è costituita anche da “linee specialmente ristrutturate per l’alta velocità, attrezzate per velocità pari a circa 200 km/h”». Legambiente esprime invece le perplessità sugli interventi (necessari) di modernizzazione del Bivio San Polo «in assenza di una progettazione specifica svincolata dall’attuale progetto preliminare della Tav» e sulla realizzazione del Polo intermodale di Ronchi dei Legionari perché «la nuova stazione di Ronchi aeroporto sembra sarà costituita da una modesta fermata “passante” in evidente contraddizione con le esigenze dei passeggeri provenienti dall’aeroporto e con le enormi dimensioni del parcheggio».

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