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per giulio

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venerdì 27 aprile 2012

A CASA CERVI, NOI NON CI SAREMO

Riceviamo dalla Fai - federazione anarchica italiana - , e volentieri pubblichiamo .



A CASA CERVI, NOI NON CI SAREMO

Dopo quella del 2011 anche per questo 25 aprile la manifestazione che si prepara a casa Cervi avrà come temaconduttore non tanto la Resistenza al nazifascismo -e per estensione alla dittatura, al razzismo e alla sopraffazionemauna più istituzionale celebrazione della legalità.Già lo scorso anno definimmo fuorviante, sbagliato e pericoloso l’accostamento tra Resistenza e “legalità” perché va aconfondere piani diversi che dovrebbero invece mantenersi ben distinti, ossia quello dell’opposizione alla tirannia ealla barbarie nazifascista e quello della difesa delle leggi di uno Stato.La difesa delle leggi, non della giustizia: quando si è trattato di distribuire i miliardi degli appalti, oppure usare la mafiaper fare il lavoro sporco della repressione contro i movimenti contadini e ammazzare sindacalisti, lo stato e ilpadronato con la criminalità ci hanno spartito il pane spesso e volentieri. Ricordiamo la strage di Portella dellaGinestra o l'assassinio di Placido Rizzotto.Ma vediamo di capire cosa si intende per legalità.Legale è tutto ciò che rientra nelle leggi stabilite dallo Stato, di qualunque natura esso sia. Nell’Europa occupata dainazisti era legale -anzi doveroso- denunciare gli oppositori, gli ebrei e gli “asozialen” per farli assassinare dalle SS;era invece illegale pensarla diversamente dal regime, e per alcune categorie di persone era illegale esistere.Così in Italia al giorno d’oggi è legale che le aziende, per aumentare a dismisura i propri profitti, sbattano in mezzo auna strada migliaia e migliaia di lavoratori e tengano gli altri in condizioni salariali e disciplinari indegne; è legale che ivecchietti degli ospizi paghino la tassa sugli immobili e le fondazioni bancarie ne siano esenti; è legale che lo Statooccupi militarmente parti del territorio nazionale e adotti mezzi repressivi cileni contro le popolazioni che difendono ilproprio territorio dalla devastazione ambientale; e l’elenco di cosa è “legalità” potrebbe continuare.Applicando il parametro della legalità alla Resistenza, cosa dovremmo pensare delle formazioni partigianeattive prima dell’8 settembre 1943, come quella dei Fratelli Cervi? Non potevano che essere bande di eversori,legittimati solo a posteriori dalla vittoria finale. La cosa potrebbe prendere una piega persino peggiore, perché –restando sull’esempio – si potrebbe arrivare alla conclusione che il riconoscimento da parte del governo di Brindisi siaun elemento indispensabile per qualificare i partigiani come combattenti e non come banditi.Tutti noi sappiamo che la Resistenza iniziò ben prima dell'8 Settembre del '43: iniziò nei primi anni ‘20 con lacoraggiosa opposizione al fascismo messa in atto dagli Arditi del Popolo (sabotata guarda caso con motivazionilegalitarie dal partito socialista che firmò il patto di pacificazione); continuò negli anni ’30 con la rivoluzione spagnola,col confino, con l’esilio. E per molti non si concluse il 25 aprile: vent’anni di violenze e sopraffazioni non possonoessere cancellati dalla firma di quattro capi di stato su un trattato.Avrebbe dovuto essere presente nel quadro delle celebrazioni del 25 Aprile il ministro dell’interno Cancellieri, che investe di commissario al Comune di Bologna non si distinse certo per la lotta contro l’illegalità, quanto piuttosto per itagli ai servizi di base ai cittadini (con particolare accanimento contro gli asili comunali). L’incontro è poi saltato per“inderogabili impegni”, ma l’intenzione c’era, e l’occasione è solo rimandata. Che senso ha chiamare a celebrare laResistenza al nazifascismo un ministro che oggi si trova a gestire la repressione contro i cittadini della Val Susa e ilrinnovo degli accordi con i successori di Gheddafi per il concentramento dei migranti nei lager del deserto libico? Chegestisce sul territorio nazionale i CIE, luoghi peggiori delle carceri che servono a rinchiudere persone colpevoli solo dinon avere un pezzo di carta? Tutto secondo la legge, per carità. Una legge che porta il nome dell’attuale presidentedella Repubblica. E allo stesso tavolo si sarebbe seduto anche il presidente nazionale dell’ANPI, associazione chesembra confondere il proprio ruolo di custode di una memoria dell'antifascismo, di ideali da tradurre nell'oggi, con untotale appiattimento su qualunque cosa sappia di Costituzione e istituzioni.Che sia questo il vero fine di tutta la partita messa in campo per la difesa della legalità? Far passare ilconcetto che chi si oppone a una qualunque legge dello stato è un criminale, accomunando cosche e No Tavsotto il marchio dell’illegalità, facendo percepire come giusto il dispiegamento dell’esercito in Val Susa enelle discariche campane? Tutto questo mentre le ‘ndrine calabresi e i clan della camorra fanno i loro affaricon pezzi dello Stato, della politica locale e dell’imprenditoria.Domandiamoci se è giusto far passare il concetto che se uno rispetta le leggi va tutto bene; senza però andare avedere che cosa c'è scritto in quelle leggi, senza pensare che permettono e anzi incoraggiano lo sfruttamento, ilrazzismo, gli omicidi sul lavoro e le discriminazioni di genere e di classe.Ma davvero si vuole legare la Resistenza al nazifascismo al nome di specialisti della repressione, del razzismo diStato, del pompieraggio sociale?Se oggi più che mai la nostra patria è il mondo intero, l’unica legge da difendere non può che esser la libertà.

FAI – FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA

Via Don Minzoni 1/d // Reggio Emilia tel. 329.0660868 // email: info@arealibertaria.org [A]per particolari sulle iniziative a casa cervihttp://www.fratellicervi.it/content/view/440/1/

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