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per giulio

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sabato 12 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA SULLE REAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEI MIGRANTI a Pordenone

Esprimiamo profonda indignazione per la settimana di battente campagna mediatica di denigrazione, mistificazione e aggressione contro i migranti che hanno manifestato sabato 5 febbraio a Pordenone. E´ sconcertante che a fronte di una richiesta esasperata di attenzione rispetto alla situazione che questi "invisibili" vivono, ultimo anello della catena della precarietà che coinvolge anche tanti pordenonesi, si risponda strumentalizzando un cartello e una scritta, additando una grande manifestazione e importanti contenuti con termini quali "violenza" e "aggressione" ribaltando la realtà che li vede vittime di violenza reale come per la ragazza ghanese quasi morta d´aborto per il terrore di essere espulsa o i rinchiusi nei CIE di Gradisca a pochi chilometri da noi che si sono "cuciti la bocca" per denunciare i casi di pestaggi e intimidazioni, colpevoli solo di avere un permesso di soggiorno scaduto. Mentre si indica la luna lo stolto guarda l´indice ed è così che appaiono i politicanti che di volta in volta si sono espressi in sperticate condanne della protesta dai quotidiani locali.

Come Iniziativa Libertaria esprimiamo ancor più vicinanza e solidarietà ai migranti in lotta, alle loro sacrosante rivendicazioni e rimarchiamo quanto da anni andiamo dicendo, avendo conferma con il presidio che si terrà sabato questo in P.tta Cavour per conto di leghisti, PDL e postfascisti della Giovane Italia che ci sono due razzismi da sradicare in città: il primo esplicito della Lega Nord che mentre si dice "offesa" dall´accusa di razzismo intitola il presidio "prima gli italiani!" dimostrando non solo che le accuse sono fondate (cos´è la discriminazione se non quella che divide le persone non sulla base del merito ma su quella del "sangue e del suolo" di Hitleriana memoria?) ma anche la demenzialità di chi neppure si accorge del paradosso; c´è poi un razzismo più strisciante e forse colpevole che vive nell´indifferenza e nella tacita convinzione che il riconoscimento dell´altro (in questo caso gli immigrati) debba passare solo se l´altro sta in silenzio, non disturba e si sottomette ai ruoli che la società gli riserva. Solo così si capiscono i continui riferimenti, al limite dell´ossessione, ai "diritti e doveri" con cui vengono richiamati i migranti, quasi un ricatto mafioso: o ti adegui o te ne vai! Di quali "doveri" si va parlando? Lavorare, pagare le tasse, l´affitto, sostenere la propria famiglia, mandare a scuola i figli e prendersene cura sono i doveri che riguardano tutti, italiani e non, e i diritti? Non sono quelli che dovrebbero garantire di avere tutti le stesse possibilità di trovare un altro lavoro se si viene licenziati o finisce il tempo determinato? Non dovrebbero essere quelli che garantiscono a tutti, egualmente, di poter accedere ai servizi sociali? Non dovrebbero esserre quelli di poter essere curati in quanto persone e non sulla base di un permesso di soggiorno in regola e non? I doveri, la stragrande maggioranza degli immigrati gli adempie lavorando, contribuendo al benessere di tutti, pagando le tasse e occupandosi della propria famiglia mentre sul fronte dei diritti gli stessi vivono nell´incubo che il ritrovarsi un giorno senza lavoro, senza poter più pagare il mutuo o l´affitto, senza riuscire a mantenere la famiglia potrà comportare la cacciata dalla città in cui hanno vissuto e cercato un futuro per se e i propri cari.


Questo hanno cantato, gridato e spiegato durante il corteo e su questo si dovrebbe rispondere invece di continuare con leggi "democraticamente" razziali da una parte e il menefreghismo dall´altra.


Iniziativa Libertaria

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