„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
per giulio

venerdì 30 dicembre 2011
Novità editoriali dalla FdCA !!
I Quaderni di Alternativa Libertaria
Il Comunismo Libertario e il regime di transizione Christiaan Cornelissen €4,00
Nestor McNab (a cura di), Manifesto del Comunismo Libertario. Georges Fontenis e il movimento anarchico francese, Centro Documentazione Franco Salomone, Fano 2011
Gli anarchici di piazza UmbertoLa sinistra libertaria a Bari negli anni '70 - di Luca Lapolla , pubblicato dall'Associazione Alternativa Libertaria per conto del Centro Documentazione Franco Salomone, Fano (PU), settembre 2011.
ISBN: 978-88-906411-0-7
271 pp
per maggiori informazioni
http://fdca.it/stampa/novita1011.htm
mercoledì 28 dicembre 2011
NO AL GOVERNO DI CONFINDUSTRIA, BANCHE E VATICANO
VENERDI 30 dicembre , MATTINA al mercato di CONEGLIANO IN VIA VITTORIO EMANUELE (vicino Bar Alpago) gazebo e volantinaggio contro la manovra Monti e il governo delle banche.
NON MANCARE!
comitatoconegliano@yahoo.it Cell. 339 7203900 - 3397769912
lunedì 26 dicembre 2011
NOI CREDEVAMO su rai3 il 30 dicembre ore 21
Finalmente la versione integrale del film di Mario Martone «NOI CREDEVAMO» sarà trasmessa da RAI3 venerdì 30 dicembre 2011 dalle ore 21,05 alle ore 0,20.
Tra i protagonisti del film, che dura oltre tre ore, e molte scene sono state girate nel Cilento, anche dei rivoluzionari cilentani che partendo dalla rivolta del 1828 percorrono l'Italia e l'Europa, incontrando Mazzini, Garibaldi, realizzando l'attentato contro Napoleone III a Parigi, ecc.
La sceneggiatura del film prende le mosse dai libri di Giuseppe Galzerano «Le Memorie di Antonio Galotti e la rivolta del Cilento del 1828» e «I Capozzoli e la rivolta del Cilento del 1828», pubblicati dall'Editore Galzerano, il primo, nel 1998 e il secondo nel 2003; e poi prosegue con il libro di Anna Banti «Noi credevamo», pubblicato dall'Editore Mondadori nel 1967.
Nel film, nelle prime scene Giuseppe Galzerano interpreta il personaggio di Antonio Galotti.
Nelle edicole e nelle librerie sarà in vendita anche il dvd con la versione integrale.
Giuseppe Galzerano editore http://galzeranoeditore.blogspot.com/
(tel. 0974.62028)
martedì 20 dicembre 2011
Alfa Romeo di Arese:Provocatori in azione.Nella notte i soliti “ignoti” rubano e distruggono alla tenda dei licenziati e alla portineria.
SLAI COBASSindacato dei lavoratori autorganizzati intercategorialeSede legale: via Masseria Crispi 4 / 80038 Pomigliano D'Arco NA / Tel. 081 8037023Sede nazionale: Viale Liguria, 49 20143 Milano / Tel. 02 8392117Sede Alfa Romeo Viale Luraghi Telefax 0244428529
COMUNICATO COMMISSIONE SINDACALE FdCA
Commissione Sindacale FdCA
Cremona, 17 dicembre 2011
presso il CSA Kavarna, via Maffi, Cremona
CLICCA QUI :
http://www.fdca.it/organizzazione/commissioni/csind-171211-documentofinale.htm
lunedì 19 dicembre 2011
domenica 18 dicembre 2011
A SUD DI LAMPEDUSA proiezione e dibattito
A sud di Lampedusa è un video girato nel deserto del Sahara nel maggio 2006 e realizzato da Andrea Segre in collaborazione con Stefano Liberti e Ferruccio Pastore. Gli autori, con esso, ci consentono di avvicinarci ad una realtà umana di cui in genere conosciamo – ma ‘conoscere’ è un termine forte - solo l’epilogo sulle spiagge di Lampedusa.
PROIEZIONE E DIBATTITO ORGANIZZATI DAL COMITATO PER IL SUPERAMENTO DELLA CRISI DI CONEGLIANO
LUNEDI 19 DICEMBRE ore 20:30 presso INFORMAGIOVANI AL BISCIONE di CONEGLIANO
piazzale ZOPPAS presso stazione delle corriere adiacente stazione ferroviaria Presenterà il filmato un portavoce dei profughi dalla Libia di SuseGhana
SOFFIA, SOFFIA ... IL FUOCO AVVAMPA E I POMPIERI SBAGLIANO ESTINTORE
Noi siamo specie che razza non è!
INIZIATIVA LIBERTARIA Pordenone
venerdì 16 dicembre 2011
Francesco è libero!
È UFFICIALE: LE AUTORITÀ DI NYALA HANNO CONFERMATO DEFINITIVAMENTE LA NOTIZIA DELLA LIBERAZIONE DI FRANCESCO AZZARÀ
http://www.emergency.it/index.html
giovedì 15 dicembre 2011
Un tempo si sarebbe chiamato fascismo
Un tempo si sarebbe chiamato fascismo. Non quello che comunemente viene ricordato come l'artefice della guerra mondiale e delle imprese coloniali, e neanche quello quello folcloristico e ormai quasi estetizzato da sessanta anni di marketing neoliberale, ma quello che viene analizzato secondo un sano e mai superato metodo materialista.
In anni non sospetti diversi autori hanno avuto un approccio corretto al fenomeno, da punti di vista diversi ma con la stessa onestà intellettuale, ad esempio Karl Polanyi, che non ha esitato a riconoscere nella crisi economica (e del debito) dovuta agli sforzi bellici dell'imperialismo statuale, la risposta autoritaria del capitale sulle rivendicazioni di giustizia sociale del proletariato, capitale che nella sua forma liberale ha condotto la classe media ad un sostegno aperto e incondizionato al fascismo.
continua sul sito
http://www.fdca.it/antifa/untempo.htm
Salviamo il paesaggio Vittorio Veneto 16.12.2011
Stop al consumo di Territorio
Ne parliamo con due scrittori
INCONTRO DIBATTITO
Con presentazione Appello Nazionale Salviamo il Paesaggio
VENERDI' 16 dicembre Ore 20,45
Biblioteca Civica di Vittorio Veneto
• Negli ultimi 30 anni abbiamo cementificato un quinto dell’Italia, circa 6 milioni di ettari.
• In Italia ci sono 10 milioni di case vuote,eppure si continua a costruire.
• I suoli fertili sono una risorsa preziosissima e non rinnovabile. E li stiamo perdendo per sempre.
NADIA BREDA
Dopo Palù ha pubblicato il suo ultimo lavoro
Bibo. Dalla palude ai cementi. Una storia
esemplare. Cisu Editore 2011
MATTEO MELCHIORRE
Ha appena pubblicato La Banda della superstrada
Menadora-Anzù (con vaneggiamenti
sovversivi). Laterza editore. 2011
descrizione del libro :
Ma è mai possibile che debbano costruirla proprio qua, sotto ai miei occhi? Non è che sia un male peggiore di altri, ma a me non va giù. Passerà di qua, dico, la SS 50 bis/var e verrà costruita dal niente. Cose turpi, inimmaginabili, oblique. Superstrada cane carnefice tu non dovrai avere vita facile, tu avrai in me un fiero oppositore, tu avrai addosso i miei occhi tutti i giorni. Non ti perderò di vista. Giuro morissi: da oggi a quando ti percorreranno i camion non me ne scapperà una. La costruzione della superstrada io l'ho vista iniziare in una giornata di sole finissimo. Annoto la data: 26 aprile 2004." Da quel giorno l'autore e un gruppo di amici decidono di fondare una banda che impedisca la realizzazione del progetto: tirano giù reti di plastica che cingono il cantiere, scrivono sul cemento, tagliano i lacci di filo di ferro che tengono le gabbie dei tondini, arrivano anche a usare le molotov e a farsi sorprendere dai carabinieri con bombolette spray esaurite. Ma soprattutto inventano un finto patrimonio archeologico da tutelare, inviando ai giornali foto di chiodi arrugginiti. Matteo Melchiorre racconta la sua storia di sei anni di riunioni e bevute al bar per decidere che fare, di ritagli di giornale, di inchieste e fotografie, di comitati territoriali, di appalti e subappalti, di avventure e disavventure fino all'apertura della strada, avvenuta di notte senza colpo ferire.
Comitato Salviamo il Paesaggio
con il sostegno di Libreria Fenice e Libreria Il Punto
Tutti sono invitati a partecipare liberamente
martedì 13 dicembre 2011
Il libro Canto Anarchico in Italia
Il libro Canto Anarchico in Italia
interverranno Franco Schirone e Santo Catanuto.
Il 17 dicembre alle ore 17in via cornaro 1 (aula B) all'ex-macello.
Vi aspettiamo numerosi con canti e balli anarchici, vino e castagne.
La serata sarà dedicata alla raccolta fondi per il giornale Germinal.
Nabi Salih, morte di una lanciatore di pietre
Mustafa Tamimi, del villaggio di Nabi Saleh - figlio di Ikhlas ed Abd al-Razak, fratello di Saddam e Ziad, dei gemelli Oudai e Louai e di sua sorella Ola - è stato colpito alla testa da breve distanza durante la manifestazione di venerdì 9 dicembre. Ore più tardi, alle 9.21 di sabato, è morto per le ferite riportate. Una granata di lacrimogeno gli è stata sparata contro da una distanza di pochi metri da una jeep militare corazzata. Non è stata la paura ad armare la mano di chi lo ha colpito. Chi ha infilato la canna del fucile attraverso la porta del veicolo corazzato ed ha sparato, lo ha fatto con chiaro intento. Il tiratore è un soldato. La sua identità rimane sconosciuta e forse non sapremo mai il suo nome. E forse è meglio così. Identificarlo e punirlo servirebbe solo a coprire i crimini di un intero sistema. Come se l'ndifferente cittadino israeliano, il sergente, il comandante della compagnia, il comandante del battaglione, il comandante di brigata, il comandante di divisione, il ministro della difesa ed il primo ministro non avessero preso parte alla sparatoria.
E allora è proprio come dice il portavoce dell'esercito. Mustafa è morto perchè tirava pietre; è morto perchè osava dire una verità, con le sue mani, in un posto in cui la verità è proibita. Qualsiasi discussione sulle modalità della sparatoria, sulla sua legalità e sull'ordine di aprire il fuoco, presuppone un padrone di casa a cui è impedito di poter cacciare l'invasore. Infatti l'invasore è autorizzato a sparare sul padrone di casa.Il corpo di Mustafa giace senza vita perchè egli ha avuto il coraggio di lanciare pietre nel giorno del 24° anniversario della Prima Intifada, che ha generato i bambini palestinesi delle pietre. Suo fratello Oudai è rinchiuso nel carcere di Ofer e non gli è stato permesso di poter partecipare ai funerali, perchè anche lui è uno che aveva osato lanciare pietre. Ed a sua sorella non è stato permesso di potergli stare accanto negli ultimi istanti, e non perchè fosse sospettata di aver lanciato pietre, ma solo perchè lei è una donna palestinese.Mustafa era un uomo coraggioso, ucciso perchè lanciava pietre e non aveva paura dei soldati armati e seduti al sicuro nelle loro jeep militari corazzate. Il giorno in cui è morto Mustafa, la valle è stata attraversata da un silenzio il cui gelo era inferiore solo agli striduli lamenti della madre di Mustafa, che si levavano di tanto in tanto.Migliaia di lanciatori di pietre hanno partecipato al funerale. E' stato deposto nella tomba di famiglia e le pietre hanno ricoperto il suo corpo. I soldati stazionavano all'ingresso del villaggio. Ma nemmeno l'angoscia ed il dolore della separazione sono manifestazioni tollerabili per l'esercito. I soldati erano pronti a sparare lacrimogeni sui partecipanti al funerale mentre ritornavano a casa. Mentre il soldato che ha colpito Mustafa è a piede libero, sei manifestanti sono finiti dietro le sbarre.Mustafa, camminiamo dietro il tuo corpo con il capo chino e gli occhi pieni di lacrime. Ci sei caro, perchè sei morto lanciando pietre e noi no.
Jonathan Pollak*
Articolo già pubblicato in Haaretz.com on-line, 13.12.11.
L'autore è uno dei fondatori di Anarchici Contro il Muro e portavoce del Comitato dei comitati popolari di base della Cisgiordania.
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali - www.fdca.it)
Related Link: http://awalls.org
venerdì 9 dicembre 2011
Distribuzione libertaria Vittorio Veneto e dintorni
Fiat soluzione finale .
http://www.fdca.it/sindacale/2011/fiatsoluzionefinale.htm
mercoledì 7 dicembre 2011
Manovra Monti: il rigore dell'impoverimento e dell'ingiustizia.
http://www.fdca.it/analisi/tecnomonty.htm
martedì 6 dicembre 2011
CULTURE E POTERI , presentazione a Marghera
introduce
Elis FraccaroLaboratorio Libertario
sabato 10 dicembre 2011
ore 17,30
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209 / Marghera VE
In questo saggio Stefano Boni esplora i rapporti tra culture (ovvero forme standardizzate di condotta e pensiero), antropologie (ovvero discorsi sull’umanità) e poteri.
Il potere in una sua prima accezione esprime la facoltà del fare. Nella gamma di possibilità del fare, rientra il far fare.
In senso stretto, un agente sociale ha potere su un altro o su altri quando è in grado di assicurarsi la loro obbedienza limitandone la libertà. Ma anche ogni circuito culturale esercita una qualche forma di controllo su ambiti che si ritiene interessino la comunità, e in particolare sui processi comunicativi, organizzativi e deliberativi. Le procedure decisionali che determinano l’estensione di tali ambiti, i loro contenuti e le forme di sanzione ritenute appropriate per salvaguardarne le caratteristiche, possono essere considerati espressioni di potere?
A questa e a molte altre domande risponde questo interessante testo di Boni che con il suo sguardo antropologico ci conduce attraverso tutti i passaggi essenziali, dalle culture egualitarie all’accentramento di potere dei moderni stati nazionali.
venerdì 2 dicembre 2011
NO TAV a Padova il 4 dicembre
L'iniziativa inizia alle ore 18, pressol'ex-macello di via cornaro 1, aula B. Padova ovviamente
Il Centro di Documentazione Anarchica di Padova
elcida@inventati.org
ECONOMIA e FINANZA ai TEMPI DELLA CRISI , PORDENONE
Economia e finanza ai tempi della crisi:per saperne di più e imparare a farne a meno
Interverrà Francesco Fricche
(collaboratore economico di Umanità Nova e autore dell’opuscolo “Manovra finanziaria e crisi”)
Si fa un gran parlare di crisi, in questi ultimi anni anche i politicanti più tiepidi sono diventati ferventi castigatori di “caste”, in tanti citano lo spread, il default, il PIL ecc. per non sfigurare nei talk-show. Ma di cosa davvero si parla? Quali sono i veri attori e gli spettatori di questa crisi? Chi ha creato il debito? A chi, UE e governi, regalano soldi per “risanare” l’economia?Le risposte a queste e ad altre domande in un linguaggio comprensibile a tutti per rimettere sì i “conti in ordine” ma quelli che interessano la gran parte della popolazione: lavoratori, precari, disoccupati, studenti e pensionati.
Iniziativa Libertaria
In tempo di crisi la violenza contro le donne è prima di tutto economica
Il tema della violenza sulle donne è diventato soltanto da pochi anni oggetto di dibattito pubblico, tanto che ancora oggi si registra, soprattutto in alcune realtà, la carenza di efficaci politiche, di ricerche, di progetti di sensibilizzazione e di formazione, di contrasto alla violenza alle donne.
Le ricerche compiute negli ultimi dieci anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo; le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali.
Ma la crisi accentua una già difficile situazione economica delle donne. Influisce negativamente nelle situazioni in cui le donne sono state espulse dal contesto di lavoro, quelle situazioni in cui le donne non hanno mai lavorato perché legate alla cura di bambini o di anziani, a sostenere quel welfare familiare di cui si è negli anni dotato anche il nostro paese con politiche di smantellamento dei diritti sociali.
Chiuse nella famiglia, private dal proprio stipendio e dalle soddisfazioni di un lavoro che permette l'emancipazione dallo spazio domestico, il confronto con altre donne e con altri uomini, le donne sono sempre di più soggette alla violenza di genere che si acuisce quando ad una visione stereotipata di disvalore del femminile (ipersessualizzato o riportato al ruolo materno) si unisce un quadro economico di perdita di forza contrattuale al lavoro, quando le famiglie all'assenza di sostegno pubblico ai propri bisogni devono affrontare la perdita di capacità di acquisto, i soggetti più deboli dentro la famiglia - le donne che non lavorano o che hanno lavori part-time o che hanno lavori in nero - rischiano di essere le prime ad essere private di quel potere contrattuale per decidere liberamente sulla loro vita e su quella degli altri familiari ancora più deboli e che da esse dipendono - a fronte di decisioni che si concentrano sempre di più sul capo-famiglia, su chi porta a casa lo stipendio, ed è riconosciuto come l'interlocutore sociale.
E la crisi colpisce le donne che lavorano più degli uomini, perché i tagli ai servizi pubblici colpiscono maggiormente le donne e i pur risibili tentativi di conciliazione dei tempi di vita, che continuano a vedere sulle donne riversato la stragrande maggioranza del lavoro di cura, dai figli/e agli anzian* ai nipoti, oltre al "normale" lavoro domestico.
E sulle donne, se migranti, si scaricano tutte le contraddizioni materiali e simboliche: vittime di tratta, maggiormente indifese nei confronti di qualunque tipo di violenze, di abuso e di ricatto anche da un punto di vista lavorativo, nel chiuso delle case come sulle strade e nelle fabbriche.
In questo quadro le politiche contro la violenza che vanno ad incidere solo sul fenomeno fisico o psicologico ma che non promuovono percorsi virtuosi di rimozione dei motivi della violenza stessa (culturali, etici, economici), le politiche che non pongono le donne al centro della preoccupazione di giustizia sociale e di equità economica sono miopi e non possono modificare a fondo il quadro.
E sulle donne si continua ad esercitare la violenza di uno Stato che, in Italia, continua ad attuare politiche repressive di controllo sociale, limitando di fatto l'accesso alle scelte riproduttive alle famiglie e non garantendone l'accesso agli individui.
Alla violenza dei singoli, del sistema economico, dello Stato si può e si deve reagire con la solidarietà, con la partecipazione attiva, con il rilancio dell'attività e dell'impegno femminista e il contrasto alle scelte di governo economico, con la valorizzazione reciproca delle competenze e con una sana, reale e costruttiva esplosione di rabbia collettiva e individuale, per riprenderci questa metà del cielo (e della terra) e il diritto per tutte a una vita degna, libera e consapevole.
Commissione etiche e politiche di genere
Federazione dei Comunisti Anarchici
25 novembre 2011
Mario Monty (Python) e il senso della vita
Oltre ai male informati, anche la NATO ed il Vaticano si sono sperticati in lodi al nuovo esecutivo; stesso sostegno hanno dato al neogoverno Greco. Come sempre le risposte autoritarie che ristabiliscono le prerogative borghesi di una società classista vengono assunte come provvidenziali.
Gli stolti gioiscono e le classi subalterne precipitano in una deriva di cui è arduo conoscere la fine, ed anche gli esiti al momento sono solo percettibili alla grande massa dei lavoratori.
Le linee di intervento delle politiche governative ce le stanno cucinando lentamente; giustificate dalle necessità impellenti del debito pubblico si realizzeranno in un attacco al salario diretto ed indiretto. Per far fronte ad una sorta di inedita accumulazione a singhiozzo, si getta nella precarietà la vita di milioni di persone tagliando le pensioni e abolendo la pensione di anzianità, garantendo la libertà di licenziamento ai padroni.
Tutto ciò unito ad una impennata della disoccupazione che in futuro avrà sempre meno ammortizzatori economici che aiutino la sopravvivenza materiale delle persone, insieme ad una generalizzata diminuzione dell'accesso a servizi essenziali come la sanità e fondamentali come l'istruzione.
Lo tsunami delle "necessarie" privatizzazioni travolgerà i beni collettivi, che saranno svenduti a costi di favore al capitale privato e l'avvio della costruzione di mega opere inutili e dannose, con un impatto ambientale disastroso, sarà presentata come la sola leva per sostenere la domanda interna, oltre ad un aumento lineare delle spese militari che non faranno altro che favorire le mafie del potere militare ed economico. E il ruolo dello Stato in questa fase si conferma sempre più caratterizzato dalla ricerca di nuove forme di controllo sociale e da un inasprimento della repressione dell'antagonismo sociale.
Se questo può essere assunto come un abbozzo del quadro sociale e politico futuro, è altrettanto vero che nel campo delle classi subalterne e del proletariato in generale con molta difficoltà si stanno ridefinendo forme di risposte in grado di resistere e di combattere le scelte del capitale. L'impossibilità di praticare ogni via parlamentare, unita alla generale crisi di rappresentanza politica, accompagnate dall'impossibilità altrettanto evidente di una nuova politica keynesiana, stanno mettendo a nudo la fine della compatibilità sociale che il proletariato nelle sue varie forme politiche e sindacali si era dato. È la fine di un epoca che ci riporta a rapporti sociali ottocenteschi, da dove il proletariato europeo pensava di essere fuggito.
Così la FIAT cancella con un tratto di penna il contratto collettivo dei lavoratori per le sue aziende, elimina le garanzie sindacali e limita fortemente le libertà sindacali, sapendo di poter contare sul sostanziale avvallo governativo, spalancando la breccia che aveva aperto con Pomigliano. Un bel regalo di Natale per tutta la classe padronale.
Con buona parte dei sindacati confederali attenti a salvare la Patria e le sue banche ed i fortissimi ricatti occupazionali in atto, la battaglia di resistenza dovrà contare su un nuovo protagonismo operaio che con intelligenza politica e determinazione riesca a difendere libertà sindacali e rivendicazioni salariali, rifiutando la logica dei sacrifici e dei ricatti, dicendo chiaramente che la crisi va fatta pagare a chi l'ha creata e ci ha guadagnato, che noi abbiamo già pagato abbastanza.
Intanto nella società reale le richieste sempre più impellenti di nuovi spazi politici stanno mettendo una nuova generazione di militanti di fronte alla necessità di conquistare autonomia e progettualità, sia nella difesa dei beni collettivi, intesi come insieme di servizi sociali e risorse vitali, dall'attacco privatistico del capitale, sia nelle richieste degli studenti per la difesa della scuola pubblica.
Nello scegliere e nell'impegnarsi dal semplice affacciarsi per vedere le macerie sociali prodotte dalla ristrutturazione capitalistica, al ritornare nelle piazze, al praticare metodi di sopravvivenza sottratti al mercato del capitale, allo sperimentare nuove forme di autogestione e di mutualità, alla solidarietà attiva con le lotte dei lavoratori e l'impegno a difesa delle condizioni di vita.
Solo nelle lotte è possibile sedimentare soggettività e risposta radicale, praticare nuove forme di solidarietà attraverso percorsi di unione e di federalità delle lotte, lontani come sempre da vecchie consuetudini parlamentari.
E nelle forme che il potere popolare, tutto da costruire, si sta dando, forme assembleari, democratiche e dirette, ritroviamo la nostra pratica rivoluzionaria, comunista e anarchica.
Segreteria NazionaleFederazione dei Comunisti Anarchici
24 novembre 2011
Solidarietà con la lotta popolare egiziana
Il fine settimana del 19-20 novembre ha visto una nuova ondata di protesta di massa in tutto Egitto a causa della violenza sistematica del Consiglio Supremo delle forze armate (CSFA) contro le masse egiziane. La gente è stanca del comportamento dittatoriale del CSFA, dell'uso della forza estrema contro i manifestanti, dei tribunali militari che in 10 mesi hanno mandato 12.000 compagni e compagne a marcire nelle carceri, della censura, della tortura, rapimenti e perfino dell'eliminazione fisica selettiva di attivisti. La gente è stanca del fatto che il consiglio militare continua a dirottare la rivoluzione, per mantenere la vecchia dittatura con altri mezzi. La gente è stanca del settarismo che il CSFA genera per distogliere ldei a nostra attenzione dalla vera lotta per la giustizia, per l'uguaglianza, per la libertà.
L'imperialismo ha decretato una "transizione ordinata" alla democrazia in Egitto. L'esercito si è dimostrato obbediente nel rendere effettivo questo disegno. Il popolo egiziano esige la fine della dittatura e lo sradicamento di ogni vestigia dell'odiato regime di Mubarak. La gente in Egitto vuole sentire, finalmente, che il paese è gestito da loro, per loro.
Gli anarchici in Egitto, e con loro il movimento internazionale di solidarietà con i rivoluzionari libertari, danno il loro incondizionato sostegno alla giusta lotta del popolo egiziano perché esso continui la rivoluzione, e deplorano il massacro dei manifestanti, che dimostra che il CSFA non è diverso da Mubarak in alcun modo.
A differenza di altri settori che ancora nutrono illusioni sulla democrazia borghese, noi crediamo che la democrazia e lo Stato siano incompatibili. La vera democrazia si è vista quando il popolo egiziano ha formato dei comitati popolari che hanno gestito le proprie comunità, le proprie città, le proprie attività, dal basso verso l'alto. Noi facciamo appello perché questi comitati popolari si potenzino, perché il paese venga decentralizzato, perché ogni singola posizione politica sia revocabile da parte dei comitati qualora i detentori non eseguano il mandato popolare.
Crediamo inoltre che le aspirazioni alla democrazia siano incompatibili con il sistema capitalista, che si basa sul controllo da parte dell'elite dell'economia e dei mezzi di vita, condannando alla morte per fame ogni giorno ben 25.000 esseri umani. La vera democrazia è possibile solo quando l'intera società gestisce democraticamente l'economia e l'industria di una nazione. Perché questo sia possibile, è necessaria la proprietà collettiva della terra e delle industrie nonché la loro gestione diretta da parte degli operai e dei contadini stessi. Finché i pochi continuino a controllare la ricchezza del mondo, i pochi avranno sempre il potere sulla maggioranza. Il mercato libero è solo una forma più sottile della dittatura.
Facciamo appello, dunque, perché i sindacati e i lavoratori svolgano un ruolo di guida nella lotta attuale, perché vengano occupati i luoghi di lavoro, perché questi vengano trasformati in cooperative dei lavoratori e perché si prepari la completa autogestione dell'economia egiziana.
La crisi in Egitto non si risolverà con delle soluzioni tiepide e incerte. Serve l'impegno della gioventù, delle donne, della classe lavoratrice perché si possa sradicare ogni germe di tirannia e violenza nel nostro paese: il sistema capitalista e lo Stato. Uniamoci tutti e tutte sotto la bandiera della lotta contro il governo militare, ma difendiamo l'alternativa rivoluzionaria e libertaria per le masse egiziane.
25 novembre 2011
Movimento Socialista Libertario (Egitto)Federazione dei Comunisti Anarchici (Italia)Organisation Socialiste Libertaire (Svizzera)Workers Solidarity Movement (Irlanda)Zabalaza Anarchist Communist Front (Sud Africa)Workers Solidarity Alliance (USA)Confederación Sindical Solidaridad Obrera (Spagna)Grupo Libertario Vía Libre (Colombia)Centro de Investigación Libertaria y Educación Popular (Colombia)Instituto de Ciencias Económicas y de la Autogestión (Spagna)Federación Comunista Libertaria (Cile)Revista Política y Sociedad (Cile)Common Struggle - Libertarian Communist Federation (USA)
www.anarkismo.net
giovedì 24 novembre 2011
DEBTOCRACY a Vittorio Veneto il 30 novembre
2° evento per i 30 del circolo libertario Zapata , Sabato 26 a Pordenone
26 novembre 20011
Dalle 17,00 in P.tta Cavour a PN STREET (A)RT - esposizione striscioni + performace live, alle ore 19.30 Cena Sociale (prenotazioni email info@zapatapn.org o 3334866588) al PREFABBRIKATO - VIllanova PN, per finire alle ore 21.30 CONCERTO JAZZ con ARMANDO BATTISTON in trio con Fabio Verardo e Jacopo Zanette
Per i 30 anni zapatisti a Pordenone alcuni artisti e creativi locali hanno realizzato illustrazioni e grafiche per i manifesti. Per chi ha Facebook è possibile vederli quì http://www.facebook.com/pages/Amici-Zapatisti/169316083163080 oppure sono visibili sul sito www.zapatapn.org/30/
Vi aspettiamo, gracias y ¡que viva Zapata cabrones!
il Circolo Libertario E. Zapata compie 30 anni di attività in città e vuole festeggiarli con i tanti amici, simpatizzanti e compagni incontrati lungo la strada e conoscerne di nuovi.Una biblioteca di quartiere con oltre 2000 volumi, centinaia di incontri, conferenze, dibattiti, mostre, concerti e sperimentazioni in completa autogestione e rigorosamente autofinanziati sono la nostra ricchezza, il miglior investimento per il futuro.
Siamo convinti, oggi più che mai, che una cultura libertaria sia il miglior antidoto alle prevaricazioni, allo sfruttamento e alle ingiustizie. Seminare dubbi lungo le carreggiate del pensiero unico, raccontare le diversità dentro l’omologazione globale, immaginare un’altra società: libera, ecologica e solidale.
Attivo della Federazione dei Comunisti Anarchici a Genova
I Comunisti Anarchici ed i nuovi movimenti.
Saranno presenti:
- Lia Didero, della Segreteria Nazionale FdCA;
- Donato Romito, del Centro di Documentazione Franco Salomone di Fano.
Alle ore 20:30 cena con specialità biologiche all'Agriturismo La Sereta.
Si raccomanda la partecipazione a* nuov* militanti della sezione. Ammessi i simpatizzanti.
Si prega di confermare al più presto la propria presenza, sia all'attivo che alla cena.
FdCA - Sezione Nino Malara Genova
info Fdca@autistici.org
lunedì 21 novembre 2011
Appuntamenti anarchici in veneto fine novembre-inizio dicembre
LIBERI DI IMPARARE venerdi 25 novemvre a TrevisoPresentazione del nuovo libro scritto da francesco Codello con Irene Stella :" Liberi di imparare. Le esperienza di scuola non autoritaria in Italia e all'estero raccontate dai protagonisti" venerdì 25 novembre ore 17.30 presso Centro del libro a Treviso in via Paolo veronese 14/16.*Giovedì 24 novembre - Ore 17 Aula Nasini dipartimento di Chimica, Via Marzolo PADOVA
NO TAV TOUR 2011- Testimonianze dalla Valle che resiste sulle motivazioni all'opposizione al Tav, interverranno rappresentanti comitati della Val di Susa.
Organizza Collettivo 808 e Cpo Gramigna
______________
"ARDITI, NON GENDARMI!"
Dalle trincee alle barricate: arditismo di guerra e arditi del popolo (1917-1922)Venerdì 25 novembre - ore 21,
Cafè dei Libri, via Vicolo Gamba 5, Bassano del Grappa (Vi)Sabato 26 novembre ore - 17
Biblioteca Domaschi, c/o CIRCOLO PINK, Via Scrimiari 7, Veronasarà presente l'autore MARCO ROSSI
______________
*Sabato 3 dicembre - ore 19:30 - Centro socioricreativo del quartiere Rondò Brenta di Bassano del Grappa
Cena benefit musicale (vegana e non) per un compagno accusato di imbrattamento. Urgono fondi
per avvocato e spese legali perciò venite numerosi; ovviamente sarete i
benvenuti anche se foste sprovvisti di denaro che di questi tempi è
purtroppo cosa comune. Per sottoscrivere inviate una mail entro e non
oltre il 30 novembre specificando in quanti siete (e quanti sono
carnivori) a: alibertarius@yahoo.it______________
*Domenica 4 dicembre - ore 18 AULA B EX MACELLO, Via Cornaro 1 PADOVA
Discussione aperta sulla lotta NoTav in Val di Susa
Treno ad alta mortalità: un kilometro un morto.
Chiaccherata con Maria Matteo ttivista del movimento NoTav, e con Romano Mazzon freelance
Organizza Centro di documentazione Anarchico Padova
proiezione documentario THE SHOCK DOCTRINE 23 novembre Treviso
Per comprendere meglio cosa c’è all’origine di questa crisi, chi ci guadagna ed i suoi effetti sulla gente comune:
THE SHOCK DOCTRINE
di M. Winterbottom, basato sul libro di Naomi Klein.
Il documentario mostra le tragiche conseguenze che le politiche neoliberiste fatte di privatizzazioni e tagli al sistema sociale hanno avuto in altri paesi del mondo in cui sono state applicate. Seguirà assemblea e discussione sul tema. Per capire cosa ci aspetta, e lottare per evitarlo!
MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE,
DOPO-LAVORO-FERROVIARIO
VIA GIUSEPPE BENZI N. 86, TREVISO.
A due passi dal centro e dalla stazione ferroviaria
(per info sul posto: www.dlftreviso.it)
INFO su: blog http://
o www.facebook.com/groups/
www.facebook.com/
mail: democraziarealeoratv@gmail
giovedì 17 novembre 2011
ARDITI NON GENDARMI !
Venerdì 25 novembre - ore 21, Cafè dei Libri, via Vicolo Gamba 5, Bassano del Grappa (Vi)
Sabato 26 novembre ore - 17Biblioteca Domaschi, c/o CIRCOLO PINK, Via Scrimiari 7, Verona
"ARDITI, NON GENDARMI!" Dalle trincee alle barricate: arditismo di guerra e arditi del popolo (1917-1922)
sarà presente l'autore MARCO ROSSI
Editrice Biblioteca Franco Serantini (2011)
“Un solco profondo di sangue macerie ,fumanti divide fascisti e Arditi”Argo Secondari - comandante degli Arditi del Popolo
Quarta di copertina.Gli Arditi del popolo, prima espressione dell’antifascismo in armi, si opposero con ogni mezzo agli squadristi di Mussolini alla vigilia della sua salita al potere, nella guerra civile seguita alla Prima guerra mondiale. Anche se per breve tempo, la loro azione fu al centro delle cronache dell’epoca e tutti gli schieramenti politici dovettero misurarvisi. Ciò nonostante, è stata oggetto di una lunga rimozione: il fatto che ex-combattenti, veterani dei reparti d’assalto, non solo si fossero sottratti alla strumentalizzazione mussoliniana, ma vi si fossero opposti anche con le armi contendendo al fascismo l’eredità “spirituale” dell’arditismo, ha rappresentato un precedente scomodo, difficile da interpretare. Ancora oggi la storiografia stenta a distinguere i ruoli giocati rispettivamente da arditi, futuristi, legionari fiumani e sindacalisti rivoluzionari in una situazione instabile e contraddittoria quale fu quella del Primo dopoguerra. La nuova edizione rivista e ampliata di Arditi, non gendarmi! ripercorre le tracce che dal fango delle trincee, passando attraverso le piazze di Fiume, portarono alle barricate dell’autodifesa proletaria contro l’aggressione fascista.
Organizza per Bassano del Grappa:Collettivo Informa d'azioneMalfattori
Prganizza per Verona:Biblioteca Domaschi
Recensioni:
Umanità Nova
InterMarx
Pisa Notizie
SABATO 19 NOVEMBRE AL CIRCOLO TUTTINPIEDI STORIA DI UNA FABBRICA CHE HA AVVELENATO IL SUO TERRITORIO
Vi aspettiamo numerosi! tuttinpiedi@gmail.com
martedì 15 novembre 2011
THE TAKE mercoledi 16 novembre Conegliano
salud
È finito il neoliberismo? Tutti a casa?
Decenni di tagli ai salari, di privatizzazioni, di tagli ai servizi pubblici, di spostamento della ricchezza dalla produzione alla finanza stanno presentando il conto agli Stati.
Per decenni è stata raccontata la favola che il mercato arricchisse tutti, che tutti si potessero permettere tutto, che la Borsa, novello albero degli zecchini, fosse lo strumento giusto per permetterci una serena vecchiaia dopo una vita lavorativa precaria.
E in questi decenni l'accumulazione capitalistica è stata sempre più rapida e vorace, ha rosicchiato profitti ovunque, ha minato tutele, ha messo le mani sui beni comuni, la ricchezza si è sempre più concentrata, la forbice si è allargata, sempre meno persone hanno sempre di più, sempre più persone hanno sempre di meno. Meno reddito, meno diritti, meno lavoro.
E adesso che sta arrivando il conto, rispuntano gli Stati. Chiamati a rispondere del proprio debito pubblico, chiamati a sostenere le banche, sistemiche o no, chiamati a far ingoiare, a forza se necessario, ai propri cittadini misure draconiane invocate necessarie per la stabilità dei mercati (ma i mercati stabili non guadagnano, i mercati per essere stabili devono crescere). E se i politici locali non sono abbastanza bravi, la finanza presta alla politica direttamente i propri uomini.
Inutile ergersi tutti a esperti finanziari e affannarsi a trovare la cura per salvare il capitalismo da se stesso: il capitalismo si salverà, a spese nostre nelle sue intenzioni, e alla fine della crisi la forbice sarà ancora più larga. Si salverà se la BCE inietterà liquidità per salvare le banche e rassicurare i mercati; si salverà se la Grecia e magari l'Italia andranno in default, controllato o meno, se ridurranno parzialmente i debiti o se usciranno dall'euro e ricominceranno a battere moneta sovrana.
I costi di tutte queste operazioni saranno pagati da tutti noi, da chi lavora, dagli studenti, dai migranti, dall'anello debole di questa catena che non sarà mai forte finché non la spezzerà.
Siamo noi a doverci salvare, a difenderci dall'esproprio capitalistico e da una politica, forte dei propri interessi, sempre disposta a difendere i forti contro i deboli, i ricchi contro i poveri.
Dobbiamo dire che i soldi ci sono, bisogna andarli a prendere a chi ce li ha, e poi bisogna darli non alle banche, ma ai lavoratori e ai disoccupati; che scuola, sanità, ambiente vanno potenziati e non finiti di distruggere; che i tagli sono necessari, si, ma nelle fasce alte delle gerarchie; che sono i dirigenti, i manager, i politici, che sono coloro che hanno coscientemente guidato questa situazione, e non nelle fasce più basse, a colpire quelli che continuano a salvare il salvabile, a far funzionare la baracca, a garantire i servizi minimi.
Ricette troppo semplici? Forse, ma noi anarchici sappiamo che non sarà lo Stato a difenderci dal Capitale, sappiamo che solo l'autorganizzazione e la lotta possono cambiare quello che sembra un destino ineludibile, il baratro della miseria che poi è semplicemente il baratro dell'ingiustizia, e invertire questa nefasta spirale con le armi della solidarietà e dei diritti.
Segreteria NazionaleFederazione dei Comunisti Anarchici
14 novembre 2011
30 ANNI ZAPATISTI A PORDENONE (1° evento)
Sala "T. Degan", Biblioteca Civica P.zza XX Settembre Pordenone
Sabato 19 novembre 2011 ore 18.00
presentazione attività + aperitivo
ore 19.30 ballate di china
ERICA BOSCHIERO e PAOLO COSSI
spettacolo tra musica e disegno dal vivo
Per il trentennale alcuni artisti e creativi locali hanno accolto con entusiasmo l'idea di realizzare un MANIFESTO per pubblicizzare le date delle iniziative. All'appello hanno risposto Paolo Cossi, Marco Tonus, Marco Morelli e Eugenio Belgrado (http://www.zapatapn.org/30/).
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il Circolo Libertario E. Zapata compie 30 anni di attività in città e vuole festeggiarli con i tanti amici, simpatizzanti e compagni incontrati lungo la strada e conoscerne di nuovi.
Una biblioteca di quartiere con oltre 2000 volumi, centinaia di incontri, conferenze, dibattiti, mostre, concerti e sperimentazioni in completa autogestione e rigorosamente autofinanziati sono la nostra ricchezza, il miglior investimento per il futuro.
Siamo convinti, oggi più che mai, che una cultura libertaria sia il miglior antidoto alle prevaricazioni, allo sfruttamento e alle ingiustizie. Seminare dubbi lungo le carreggiate del pensiero unico, raccontare le diversità dentro l’omologazione globale, immaginare un’altra società: libera, ecologica e solidale.
Circolo “Emiliano Zapata” - Pordenone
sabato 5 novembre 2011
SERATA DI SOTTOSCRIZIONE PER IL SETTIMANALE UENNE presso il circolo zapata di pordenone
presso Prefabbrikato
via Pirandello, 22 (quartiere Villanova) - Pordenone
SERATA DI SOTTOSCRIZIONE PER UMANITA' NOVA
(settimanale anarchico fondato da Errico Malatesta nel 1920)
Programma:
ore 17:00 Proiezione del film L'onda (Die Welle),
diretto da Dennis Gansel e tratto dal romanzo di Todd Strasser L'onda, a sua volta basato sull'esperimento sociale denominato La Terza Onda (The Third Wave), avvenuto nel 1967 in California.
ore 20:00 Cena sociale di autofinanziamento
(Menù: antipasti misti - gnocchi di zucca con burro, salvia e ricotta - stinco al forno - felafel - patate al forno - pane di zucca, e dolci vari - vino e acqua)
ore 21:00 Concerto blues con Saint John
organizza: Iniziativa Libertaria
Per informazioni e prenotazioni chiama:
339-6812954 (Lino)
333-4866588 (Stefano)
RAZZE incontro con G. Stella Vittorio veneto a cura dell'associazione Senza frontiere
Venerdì 11 novembre 2011 ore 20.45.
Aula Magna Collegio Dante Alighieri, Via N. Tommaseo 10, Vittorio Veneto
RAZZE
Incontro con Gian Antonio Stella
Alla base del razzismo, a mio avviso, c’è la paura. La paura nasce dall’insicurezza del lavoro, della pensione, della liquidazione e dal non sentirsi protetti e tutelati. Il diverso viene visto come un nemico da tenere a debita distanza. La cosa fondamentale è capire che ogni razzismo è relativo: ognuno può essere vittima e carnefice.
Gian Antonio Stella
Ingresso libero.
Eventuali contributi saranno devoluti ad Emergency per il progetto “Ambulatorio Mobile”.
venerdì 4 novembre 2011
A CHE PUNTO é LA CRISI??
Retrospettive storiche e prospettive politiche.
Con Massimo Amato e Aldo Giannuli.
Sabato 5 novembre 2011 ore 17.00
presso :
Ateneo degli Imperfetti
Via Bottenigo 209
Marghera Venezia
Tel. 327-5341096
giovedì 3 novembre 2011
iniziative mestrine del Tuttinpiedi
un pranzo con argomento la ricorrenza della Rivoluzione russa. infatti
il 7 Novembre
1917 in Russia....
Qui come arrivarci
http://www.agriturismo.st/it/Italia/Veneto/Venezia/Agriturismo-Orto-Arcobaleno-324/
A seguire ed in allegato due presentazioni dell'iniziativa.
Per il pranzo: 15 euro Studenti e disoccupati 8 euro... accorrete numerosi
Per prenotazioni 3406972133
La schiavitù capitalista, con i suoi scandali politici, con le sue
crisi economiche, con i suoi piani per salvare le banche, con
l'incremento dello sfruttamento e degli attacchi ai diritti degli
operai, può mantenersi solo tenendo la classe operaia fuori dalla
politica. Non è per caso, che la borghesia prova ad impedire una
politica indipendente del proletariato, falsificando la Storia,
disinformando le masse, mettendo in pratica la concertazione sindacale
ed il parlamentarismo al posto della lotta di classe basata
sull'ideologia scientifica del proletariato.
Considerando che l’unità internazionale della classe operaia praticata
attraverso l’internazionalismo proletario è la necessità urgente del
momento;
Noi, per difendere l’ideologia e la politica indipendente del
proletariato, per unificare e muovere le forze delle masse
lavoratrici, della gioventù, degli immigrati e delle donne in questo
momento di cirisi economica e di guerre imperialiste, intendiamo dare
vita all’Assemblea Proletaria nella zona di Venezia e Marghera.
Una classe deve interpretare la sua Storia correttamente per
sviluppare la sua coscienza. Di conseguenza, invitiamo alla nostra
prima iniziativa, la celebrazione della rivoluzione d’Ottobre tutti
quelli che vogliono sostenere la lotta della classe operaia.
Ovviamente sono invitati compagni e compagne, giovani e meno giovani,
delle altre province del Triveneto.
Iniziative Veneto e dintorni
Programma iniziative COLLETTIVO 808
[1]PADOVA
Serate che iniziano dall'aperitivo alle 19.30 e che saranno
caratterizzate da un argomento di discussione per poi lasciare spazio
alla socialità.
_GIOVEDI' 3 NOVEMBRE_
Proiezione del documentario
"Scemi di guerra. La follia nelle trincee" . Partendo dalla prima guerra
mondiale discutiamo del ruolo e dell'ideologia delle Forze Armate
italiane fin dalla loro costituzione. Dal 1861 ad oggi il ruolo che
hanno avuto è stato di proteggere gli interessi della classe dominante
con l'uso della repressione sia contro contadini, operai in tutta Italia
sia contro popolazioni durante il colonialismo. La guerra non è un fatto
del passato, prepariamoci a combatterla.
_GIOVEDI' 10 NOVEMBRE_
Presentazione dell'opuscolo "L'università in guerra. Connessioni tra
mondo accademico, militare ed industria bellica. Il caso trentino" a
cura di alcuni studenti e antimilitaristi di Trento. La guerra moderna
ha sempre più bisogno di conoscenze multidisciplinari. L'università
diventa così una istituzione che si mette al servizio anche delle
politiche di guerra. Fermare il militarismo su questo terreno tocca
soprattutto a noi studenti.
_GIOVEDI' 17 NOVEMBRE_
Presentazione del
libro a fumetti "Storia popolare dell'Impero Americano" di Howard Zinn.
Il libro ripercorre la storia degli Stati Uniti, dai massacri dei
pellerossa alla guerra in Iraq, dal punto di vista degli indios, dei
neri, delle donne, dei lavoratori, dei dissidenti ecc. E' una storia
raccontata dal basso e sarà presentata dalla libreria Calusca di Milano.
lunedì 24 ottobre 2011
RACCONTI D'AUTUNNO 2011
teatro civile
spettacoli ore 20.45
Venerdì 28 ottobre
UN CHILO DI SALE
di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave
di e con Paolo Donolato
Venerdì 11 novembre
STORIE MIGRANTI
lettura scenica
PROGETTO BARATTO CULTURALE
con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel.
Venerdì 25 novembre
GIRONE RADIOATTIVO
il disastro nucleare di Chernobyl
di Michele Gregori ed Elisa Geremia
NOTEATRO
con MIchele Gregory
Si consiglia la prenotazione - Ingresso € 7.00.
In collaborazione con: A.N.P.I. Vittorio Veneto, Ass. I Fiori della vita, Ass. Manding, Ass. Palafenderl, Ass. Sintesi e Cultura, Balcan Espress, Comitato 19 marzo 1848, I.S.R.E.V., Mondo in Cammino Veneto, Progetto Baratto Culturale.
INFO E PRENOTAZIONI:
Consulta Culturale Vittoriese, Via del Meril 13,
VITTORIO VENETO (TV), tel e fax: 0438-555274, consultavv@libero.it, www.parcofenderl.it,.
Collettivo di Ricerca Teatrale, Via Savassa Bassa 62,
VITTORIO VENETO (TV), c-r-t@libero.it.
UN CHILO DI SALE
di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave di e con Paolo Donolato
Ettore Benelli, baritono mancato, attraversa gli anni tempestosi nei quali si snodano le vicende dell'occupazione nazista e
della dittatura fascista, della Resistenza e dell'epilogo della II guerramondiale.
Ettore è uno dei pochi personaggi immaginari, assieme alla giovane staffetta Toti, all'imberbe ma indurito partigiano Fàier e a pochissimi altri, che funge da espediente narrativo in una storia in cui i numerosi protagonisti reali fanno riemergere loro voci e le loro azioni da vicende le cui realtà storiche troppo spesso vengono arbitrariamente rivisitate,spesso stravolte, oltrepassando disinvoltamente il confine della menzogna.
STORIE MIGRANTI
lettura scenica
PROGETTO BARATTO CULTURALE
con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel.
Ci siamo incontrati nell'autunno-inverno 2009-2010, all'incirca una volta al mese, un piccolo gruppo.
Un piccolo gruppo, perchè in quegli incontri si tentava di conoscere, di capire un po' di più; per rispetto verso chi raccontava, di fatiche, di sofferenze, di drammi.
Qualcuno cominciava a raccontare... storie di emigrazione dal Senegal, dall'Equador, dal Burundi, dal Cile, dai Paesi Balcanici.
Abbiamo pensato fosse importante che quei racconti non restassero un patrimonio delle sole persone che avevano avuto il privilegio di essere là in quelle notti d'inverno.
Abbiamo preso quei testi, li abbiamo tagliati, smontati, rimontati...
Ne sono uscite queste Storie Migranti.
GIRONE RADIOATTIVO
il disastro nucleare di Chernobyl di Michele Gregori ed Elisa Geremia
NOTEATRO con MIchele Gregory
"Quando un disastro spezza la trama che tiene in piedi una cultura possono accadere molte cose".
Dal suo personale "Girone Radioattivo", un piccolo villaggio nel sud della BieloRussia, ai confini con la cosiddetta "Zona di Esclusione", Aleksandr Babkin, un ex "liquidatore" di Chernobyl, narra gli eventi di quel 1986 che gli hanno cambiato la vita per sempre, e cerca di spiegare - e spiegarsi - le ragioni per cui molte persone come lui sono rimaste a vivere nelle
zone tuttora contaminate... Aleksandr Babkin si accompagna in un viaggio tra immaginazione e quotidianità, nell'Unione
Sovietica del 1986 che dialoga con la Russia di Dostoevskji e di Gogol, e che infine ci riporta al presente, alla drammatica attualità e alle riflessioni che le scelte sulla politica energetica ci obbligano a fare.
IL RACCONTO DEL PARCO
di Carlo De Poi
Collettivo di Ricerca Teatrale
"Tutti i giorni, finita la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del gigante. Era un giardino grande e bello coperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull'erbetta, spiccavano fiori simili a stelle...
Un giorno il gigante ritornò. Era stato a far visita al suo amico, il mago di Cornovaglia, e la sua visita era durata 7 anni...
Al suo arrivo vide i bambini che giocavano nel giardino, - che fate voi qui?! – esclamò con voce burbera, e i bambini scapparono
- il mio giardino è solo mio! - disse il gigante
- lo sappiano tutti: nessuno all'infuori di me, può giocare qui dentro!-
Costruì un alto muro tutto intorno e vi affisse un avviso: GLI INTRUSI SARANNO PUNITI.
Era un gigante molto egoista..."
Questo è un frammento di Oscar Wilde, la nostra storia invece...
BOBO E I DISOCCUPATI BRINDISINI SONO RITORNATI LIBERI!
BRINDISI 20 OTTOBRE 2011
BOBO E I DISOCCUPATI BRINDISINI SONO RITORNATI LIBERI!
Giunta finalmente la notizia che aspettavamo da giorni: il giudice a cui è stata passata l'inchiesta sui disoccupati brindisini dopo l'interrogatorio ha rimesso in libertà tutti gli arrestati , BOBO Aprile dei COBAS compreso. Le lotta per il lavoro non si può mettere in gabbia ! I movimenti non si arrestano!Un altra Brindisi, libera dai ricatti clientelari e dal predominio dei signori dell'Energia Padrona e del malaffare è possibile!
la redazione di Pugliantagonista.it
mercoledì 19 ottobre 2011
Non saranno né 300 parlamentari, né 300 incappucciati a fermare l'indignazione
Non saranno né 300 parlamentari, né 300 incappucciati a fermare l'indignazione
A Roma, come in altre centinaia di città nel mondo, cinquecentomila uomini e donne hanno manifestato contro i piani della BCE, del FMI e della WTO con i quali si vogliono imporre i costi della crisi alle famiglie, ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani e alle donne. Una moltitudine che ha detto no alla perdita dei diritti, per riconquistare spazio politico e sociale necessario alla modifica del presente. Tante persone che hanno voluto affermare l'insopprimibile bisogno di libertà e giustizia sociale che sta caratterizzando questa fase di indignazione collettiva.
Una manifestazione imponente nata dalla necessità di costruire una alternativa reale fuori dalle illusioni parlamentari e che nei fatti trova un grosso ostacolo negli atti distruttivi di un centinaio di incappucciati. Avvallando il prevedibile comportamento delle forze di stato che, rispondendo al solito teorema italico provocazione-reazione-repressione per eventi ad alta critica sociale con cariche e pestaggi, hanno reso impraticabile la piazza di arrivo della manifestazione, producendo il risultato - non scontato - di spaccare il corteo: una parte, con la FIOM in testa, verso Piazza Vittorio, dove dopo un breve comizio di Landini si scioglie e un altro pezzo al Circo Massimo. Mentre in Piazza S. Giovanni restano intrappolate qualche migliaio di persone dove lo scontro divampa in seguito alle cariche della polizia e alle manovre da guerra con le camionette blindate.
Noi non siamo abituati a dividere il movimento tra buoni e cattivi, ma sappiamo che ieri è stato offerto su un piatto d'argento l'occasione d'oro di costruire sulle poche macerie degli scontri e degli atti degli incappucciati un montaggio mediatico che ha di fatto messo in ombra la partecipazione straordinaria alla manifestazione con l'obiettivo di svuotare di significato una manifestazione importante, nata dal lavoro politico e sociale di migliaia di persone che tutti i giorni costruiscono momenti di lotta e di discussione, che formano reti ed assemblee per aumentare la presa di coscienza di lavoratori, di precari e di giovani da troppo tempo succubi dell'ideologia del dominio e strozzati dallo smantellamento dei diritti del lavoro.
Allo stesso tempo riteniamo però che la risposta sproporzionatamente misurata e voluta delle forze dell'ordine abbia provocato, successivamente agli isolati episodi degli incappucciati, l'esplosione della rabbia sociale di migliaia di giovani. Una rabbia ed una tensione sociale che scalza e disorienta tutte le rappresentanze politiche, una rabbia reale che attraversa la nostra società, alimentata dal feroce sfruttamento dei contratti precari e dalla disoccupazione crescente, dall'esclusione sociale e dall'arroganza politica del potere. Una rabbia che esplode a flussi alternati ed inopportuni ma che è reale. Fare finta che non ci sia o addossargli solo il riducente appellativo di "black bloc" non farà mai crescere e maturare politicamente nessun movimento antagonista.
Ma ogni pratica autoreferenziale che intende sostituirsi alla classe e al protagonismo delle masse non ci interessa. Così come respingiamo ogni sorta di avanguardismo condito con il mito della violenza e dell'infallibilità dell'individuo per la cecità politica, la miseria culturale e profondamente maschilista che esprime, prodotto inconsapevole del potere e dell'atomizzazione sociale ed impossibilitato ad essere parte del movimento rivoluzionario.
Le lotte di ogni giorno, e le rivoluzioni, non si nutrono né della mistica della violenza né dell'estetica dello scontro, ma della costruzione condivisa e di massa, in cui ciascuno ha il diritto di partecipare in maniera trasparente e consapevole, senza arrogarsi il diritto di imporre agli altri soggetti le proprie modalità di lotta. Invece è proprio nella costruzione di modalità di condivisone e di elaborazione collettiva che questo movimento, che già da oggi ha cominciato a riannodare i fili nelle assemblee cittadine a Roma e nei territori di appartenenza, ha i suoi punti di forza.
Federazione dei Comunisti Anarchici
16 ottobre 2011
giovedì 13 ottobre 2011
15 Ottobre dai territori in solidarietà con i compagni scesi a Roma
Numerose le iniziative nei nostri territori nella giornata internazionale di mobilitazione indetta dagli indignados spagnoli.A Conegliano (TV) sabato a partire dalle 15e30 davanti alla scalinata degli alpini presidio a sostegno della manifestazione internazionale degli indignati e delle nostre compane/i che sono scesi a roma.
vista l'importanza non mancate e fate girare la notizia baci
A Pordenone gli "indignados/incazados pordenonesi" daranno vita a varie iniziative a partire dalle ore 16.00 in p.Cavour sia contro le banche che contro le ventilate restrizioni ai cortei minacciate dalle istituzioni.
qui il manifesto:
http://www.info-action.net/index.php?option=com_jevents&task=icalrepeat.detail&evid=343&Itemid=1&year=2011&month=10&day=15&uid=b5e816ff40017920e248192ae24abfbe
A Udine il Movimento Studentesco promuove un corteo in mattinata anche per opporsi alle telecamere nelle scuole e per gli spazi sociali.
http://www.info-action.net/index.php?option=com_jevents&task=icalrepeat.detail&evid=346&Itemid=1&year=2011&month=10&day=15&uid=92c5cb8ed45b8abc74364751aa37cbe7
sabato 8 ottobre 2011
l'altra verità da barletta
LE NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ".
Una delegazione di lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario da Taranto è andata ieri a Barletta, perchè, come
abbiamo detto ai vari giornalisti e tv, la morte delle 4 operaie e della
ragazzina Maria non è un "disastro", ma un assassinio che mette tragicamente
in luce una condizione delle donne operaie che per lavorare devono rischiare
anche di morire; è un assassinio che grida ribellione, giustizia, necessità
di unità e lotta non solo a Barletta ma per tutte le donne. Per questo era
giusto esserci a Barletta (benchè oltre la nostra non vi erano altre
presenze di lavoratrici da altre città).
Quando siamo arrivate, abbiamo trovato il primo grosso contrasto: da un lato
arrivavano da varie vie nella piazza A. Moro tanti spezzoni di gente che
sembravano quasi dei cortei, soprattutto gruppi di donne, la maggior parte
giovani, tante ragazze che portavano il loro dolore, calore, rabbia;
dall'altra una piazza resa volutamente ferma, silente dall'intreccio
apparati della Chiesa - tutti presenti ai massimi livelli e che hanno
imposto durante la cerimonia funebre un clima da "sepolcri imbiancati" - e
apparati delle forze dell'ordine.
Da un lato le operaie delle altre fabbriche tessili, le operaie della
fabbrica Vinci Shoes, una delle più grandi con 100 lavoratori, venute con il
loro striscione, che volevano stringersi intorno alle loro compagne uccise e
ai loro familiari, operai di fabbriche che erano usciti prima dal lavoro per
partecipare al funerale, ma anche commercianti che avevano tutti chiuso per
lutto, e poi migliaia e migliaia di persone, sicuramente più di 10 mila solo
nella piazza, ma vi era tante gente anche nelle strade laterali, in
particolare nelle 2 strade vicinissime alla piazza dove vi è stato il
crollo; da un lato i familiari, i parenti, le amiche delle 5 donne che
esprimevano la loro disperazione, ma anche, alcuni, la loro denuncia per
quelle morti annunciate. Dall'altra arrivavano quelli in "giacca e
cravatta":
gli amministratori con il sindaco di Barletta, complici, o forse di più, per
questi omicidi e giustificatori della "normalità" del lavoro in quelle
condizioni di tutto nero; arrivavano scortati i politici e rappresentanti
delle istituzioni regionali, Vendola, e nazionali, Carfagna; e uguali a
questi sono arrivati anche i segretari sindacali Bonanni e Camusso, che
hanno detto parole scontate. E l'ipocrisia è andata in scena!
"Vendola - ci ha detto un'operaia correggendo il nostro volantino - non è
vero che ha dato 200 mila euro a famiglia. Ha dato 200mila euro in tutto! E
poi per pagare il funerale e le spese dell'albergo dove ora stanno le
famiglie sgomberate dalle palazzine". Quindi, soldi dovuti (ci mancava anche
che le famiglie dovessero pagare), non certo un contributo di solidarietà
espressione di una politica "diversa" della Regione Puglia.
Intanto, le gerarchie della Chiesa all'inizio ogni 5 minuti facevano dal
palco appelli al "silenzio", quasi preoccupati che così non potesse essere.
Ma la stessa preoccupazione aveva la polizia, ed essa si è subito
manifestata verso la nostra delegazione che aveva aperto in piazza uno
striscione che diceva: "CON MATILDE, GIOVANNA, ANTONELLA, TINA E MARIA. LE
NOSTRE VITE VALGONO DI PIÙ DEI VOSTRI AFFARI E COMPLICITÀ". Striscione
davanti a cui si fermavano tante persone, donne, e soprattutto le operaie
della Vinci Shoes, operaie di altre fabbriche tessili, delegate sindacali,
per parlare, prendere il nostro volantino/messaggio, rimanere in contatto.
Ma quella scritta, "...le nostre vite valgono di più dei vostri affari e
complicità", guastava il clima di "silenzio-rassegnazione" imposto; ad un
certo punto è arrivata la polizia che si è accanita sullo striscione, ha
provato a strapparlo e poi a sequestrarlo, cercando anche di portare in
questura una compagna di Taranto. Solo la nostra ferma determinazione e
l'isolamento del dirigente della polizia dalle donne e persone vicine lo ha
impedito. Ma per far rimanere lo striscione nella piazza abbiamo dovuto
mettere dello shock sulla frase "pericolosa", benchè, come si può vedere da
alcune foto, la frase si leggeva bene lo stesso....
Con le operaie con cui abbiamo parlato, e nelle interviste rilasciate a Tv e
stampa locale e nazionale, abbiamo insistito sul fatto che queste morti sono
frutto sia della speculazione edile dei padroni, come della complicità del
Sindaco di Barletta - e, forse, anche più che complicità. Visto quanto sta
venendo fuori circa un piano esistente che prevedeva l'abbattimento di
quelle palazzine non per fare abitazioni e locali a norma, ma per farci
abitazioni di lusso; piano che potrebbe nascondere un intreccio
affari/tangenti.
Ma queste morti sono soprattutto frutto del lavoro nero. Chi in questi
giorni sta negando questo sbaglia, o volutamente in cattiva fede, o anche in
buona fede come alcuni familiari, lavoratrici, gente di Barletta.
Le 4 donne sono morte in quanto operaie, sono morte sul lavoro e per il
lavoro. Anche la piccola Maria è morta sul luogo di lavoro. E sono morte per
le condizioni di lavoro a "nero", che vuol dire taglio dei costi del lavoro,
del salario come dei costi per la sicurezza. Se le operaie non fossero state
in quelle condizioni, non si sarebbero neanche trovate in quel sottoscala a
lavorare quasi di nascosto, in locali con le crepe nei muri, senza via
d'uscita a norma, ecc., per gli affari del padroncino ma soprattutto per i
profitti delle 'Grandi marche'. Se non sono queste morti per il lavoro, cosa
sono? Non è sicuramente un caso che sono morte solo operaie e Maria che era
andata da loro. Chi nega il rischio mortale del lavoro nero, intrecciato con
la speculazione affaristica dei padroni edili e la mancanza di controlli di
Ispettorato, Asl, ecc., il menefreghismo, o connivenza delle Istituzioni, di
fatto, come sta facendo il sindaco di Barletta, lo vuole giustificare,
normalizzare, renderlo ordinario e scontato, accettabile come unica
prospettiva soprattutto al sud, soprattutto per le donne. Ma così non deve
essere!
Con le operaie abbiamo parlato della necessità, anche di fronte alla morte
di Giovanna, Matilde, Antonella, Tina, Maria - ma c'era stata un'altra morte
pochi giorni fa in Puglia tra le braccianti - dell'unità, della lotta, di
uno "sciopero delle donne", per dire Basta!, per sentirci forti, per non
accettare questa vita!
Purtroppo, a Barletta, chi non c'era, a parte le delegate operaie, erano i
sindacati confederali locali, regionali. Ma questa non è una ragione in
meno, ma un motivo in più per non delegare la nostra lotta di lavoratrici e
di donne.
Il momento più emozionante è stato verso la fine della pomposa, lunga
celebrazione religiosa.
Un grande, fortissimo applauso di tutta la piazza ha salutato le bare che
andavano via.
Ma nello stesso tempo all'applauso si è unita la ribellione. Striscioni sono
calati dai palazzi nella piazza: da un terrazzo, lo striscione nero "E ora
vogliamo la verità!!"; da un balcone di un altro palazzo: "Muore chi fa il
suo dovere per colpa di chi non ha mai fatto il suo".
I rappresentanti istituzionali sono stati "accompagnati" alla fine dalle
grida di gente comune, dal minimo "Bella figura che avete fatto", a frasi
molto più pesanti "Bastardi", "Assassini", "Andate in galera".
La rabbia poi si è trasferita da parte di tanti cittadini sotto il Comune,
verso il sindaco che si è barricato dentro e non ha voluto neanche
incontrare una delegazione. La parola principale era "Dimettetevi", "i
Profitti non valgono la vita di 5 operaie Dimettetevi" - diceva uno
striscione.
Noi prima di tornare a Taranto siamo andate sul luogo del disastro,
vicinissimo a p.zza A. Moro, per lasciare su quelle maledette pietre il
nostro striscione, come saluto, insieme ai fiori e ai cartelli, e ad altri
striscioni.
Un padre ci ha detto: "grazie di essere venute. Avete fatto una cosa
bella!".
per Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario - Taranto
Concetta Musio
Fiorella Masci
margherita calderazzi
tel.347-5301704
TA. 7.10.11
venerdì 7 ottobre 2011
NO CENSURA
http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011
oltre wikipedia inoltro altro comunicato che per ora sta girando in rete
NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA
> PASSIAMO PAROLA CON IL WEB per il futuro Ieri il Senato ha approvato
> il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un
> emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato
> dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o
> istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima
> settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60. Questo
> senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che
> la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della
> Casta. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque
> cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o
> altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE.. ? ? !)
> contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne
> il blog o il sito. Questo provvedimento può far oscurare la visibilità
> di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta
> che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto
> l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai
> fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio
> imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni
> da 50.000 a 250.000 euro. Per i blogger è invece previsto il carcere
> da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni
> perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o
> all'ODIO (!) fra le classi sociali. MORALE: questa legge può ripulire
> immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per
> la Casta. In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran,
> in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che
> al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non
> condizionata e/o censurata. ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una
> media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500
> milioni euro di risarcimento. Con questa legge non sarà più
> necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
> Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una
> commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno
> di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su
> questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
> rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di
> repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni
> che finora non riusciva a dominare. Mentre negli USA Obama ha vinto le
> elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la
> Birmania e l'Iran. Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare
> questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico"
> e il blog di Grillo. Fatela girare il più possibile per cercare di
> svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è
> libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto
> VUOTO. Documentazione diffusa da Coordinamento degli Enti Locali per
> la Pace e i Diritti Umani BUONGIORNO ITALIA DELLA CENSURA E LA QUASI
> DITTATURA!