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lunedì 4 aprile 2016

Ora balbettano

Il ministro del lavoro, Poletti, non brilla né per la precisione nel far di conto, né per la logica stringente delle sue argomentazioni. Questo in generale, figurarsi quando si trova a dover giustificare dati che smentiscono clamorosamente mesi e mesi di propaganda tanto martellante, quanto infondata.



Tutti gli esponenti dell’apparato di potere tosco-renziano, hanno per mesi vantato il presunto clamoroso successo del jobs act nel 2015; addirittura il PD né ha fatto oggetto di uno dei manifesti che hanno infestato il panorama italiano per celebrare i fasti del governo dei tweet: quasi 800.000 posti di lavoro “stabili” nel 2015. In realtà i dati definitivi dell’ISTAT parlano di meno di 200.000 nuovi posti, perché i restanti sono trasformazioni di lavori a tempo determinato in posti “a tutele crescenti”, favorite dai generosi incentivi fiscali concessi dal governo ad inizio anno; incentivi che rendono il secondo tipo di assunzioni più vantaggiose delle prime, tanto poi i padroni possono licenziare senza motivo i neoassunti quando loro meglio aggrada. Tant’è vero che le assunzioni sono spropositatamente aumentate a dicembre, alla vigilia della drastica riduzione annunziata per l’inizio del 2016 dei generosi sgravi fiscali: 379.243 nuove assunzioni a dicembre contro le circa 125.000 di novembre, oltre il 20% di quelle effettuate nell’arco del 2015 (Il Sole 24 Ore, a. 152, n° 76, p. 10).
Gennaio 2016 ha squarciato il velo di menzogne che la nostra indecente classe di governo ci propina giornalmente. Nel primo mese dell’anno i nuovi posti di lavoro a tutele crescenti sono stati 112.411, ovverosia 54.008 in meno rispetto allo stesso mese del 2015 quando ancora il job’s act non c’era e addirittura 31.766 in meno rispetto al 2014, quando Renzi faceva danni solo a Firenze. Anche sul fronte del lavoro precario le cose non vanno meglio: 37.719 nuove assunzioni, cioè 52.332 in meno rispetto al 2015 e 41.626 in meno rispetto al 2014. Complessivamente il gennaio 2016 ha generato 106.340 posti meno del corrispondente mese del 2015 e 73.392 in meno rispetto al 2014. i posti di lavoro non si creano per legge, ma solo con gli investimenti.
 
Saverio Craparo
 
Osservatorio politico n. 15 18 marzo 2016

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