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martedì 9 giugno 2015

Fincantieri continua ad attaccare e provocare.

Fincantieri continua ad attaccare e provocare. I dirigenti sindacali fanno finta di non capire. Sta ai lavoratori dare a Bono & Co. la risposta che meritano. Lavoratori e lavoratrici di Marghera e di Monfalcone, l'azienda continua a provocare, e alla grande. Prima taglia i salari a operai e impiegati di 70 euro (e più) al mese, poi distribuisce milioni di euro di premi ai dirigenti. A Marghera manda un tizio a spintonare i lavoratori al picchetto, poi spedisce contestazioni disciplinari a tre lavoratori con una velata minaccia di licenziamento. Da mesi è una catena di aggressioni e di provocazioni. 104 ore l'anno di lavoro in più gratis. Taglio o azzeramento del premio di produzione. Chip nelle scarpe o nel casco degli operai. Riduzione dei costi (cioè dei salari e delle misure di sicurezza) per gli operai degli appalti. Taglio delle indennità dei trasfertisti. Punizioni speciali per gli scioperi spontanei. Trasferimenti punitivi per 10 impiegati e tecnici. Esplicita richiesta alla polizia di spezzare i picchetti. Violenta pressione sui capi per spingerli a intimidire gli operai e scoraggiare la partecipazione agli scioperi. Davanti a questo attacco a tutto campo i dirigenti sindacali fanno finta di non capire. "Così non si va da nessuna parte", dice Turus della Fim di Trieste. Ma è chiarissimo, invece, dove vuole arrivare Fincantieri: a un peggioramento radicale della condizione operaia, degli operai Fincantieri e degli operai degli appalti (ma ce n'è anche per gli impiegati esecutivi). "Si tratta di schermaglie che non servono", dice Apa della Uilm di Genova. Ma quali schermaglie, queste sono legnate! Ora ci rivolgeremo al governo "che deve riceverci e ascoltarci", dice il coordinatore della Fiom Papignani. Il governo Renzi!? Ma è proprio quello che, con il Jobs Act e con cento altre misure anti-operaie, sta spingendo i padroni ad andare all'assalto dei lavoratori! È quello che abbraccia Marchionne, e vuole un sindacato unico al totale servizio delle imprese! I dirigenti sindacali fanno finta di non capire perché non vogliono prendere atto che Fincantieri intende passare come uno schiacciasassi sui salari, i bisogni, la salute, i diritti dei lavoratori. Perché non vogliono dare al padrone-Fincantieri la sola risposta che può fermarlo e costringerlo ad arretrare: passare da una lotta spezzettata e disarticolata cantiere per cantiere e morbida, che non fa paura alla direzione, ad una lotta dura, unitaria tra tutti i cantieri, unitaria tra lavoratori Fincantieri e lavoratori degli appalti. Una lotta rivolta a tutti gli altri lavoratori e ai giovani fuori dai cantieri, dicendo loro: «È vero, Fincantieri ha ricevuto ordini di lavoro per anni; li ha ricevuti per effetto del nostro lavoro, della nostra fatica, del nostro sudore, dei tanti infortuni e morti sul lavoro nei propri cantieri. E ora non solo nega il valore del nostro lavoro, ma vuole imporci di lavorare di più, di essere pagati di meno e controllati come carcerati, vuole peggiorare ulteriormente la condizione di lavoro e di sicurezza degli operai degli appalti, e vietare ogni vera attività sindacale nei cantieri. Invece noi vogliamo consolidare e aumentare i nostri salari per noi e per le nostre famiglie, aumentare l'occupazione con nuove assunzioni (e non gli orari di lavoro), migliorare la condizione di lavoro e di sicurezza degli operai degli appalti, facendo rispettare i contratti nazionali, stroncando il lavoro nero, i sottosalari, le presenze mafiose; noi difendiamo il diritto all'auto-organizzazione operaia nei cantieri. Non lo facciamo solo per noi, lo facciamo per tutti quelli che sono anche più precari e schiacciati di noi, per i licenziati, per i disoccupati, perché è venuto il momento per l'intera classe lavoratrice di dire basta! Basta ingoiare veleno! Basta indietreggiare! Basta accettare ogni tipo di sacrificio, mentre banche, grandi imprese e loro manager scoppiano di profitti e di bonus milionari! Basta con il super-sfruttamento e l'impoverimento dei lavoratori! Basta con lo strapotere padronale nei luoghi di lavoro! Basta con la precarietà del lavoro e della vita! Uniamoci in un fronte di lotta compatto contro i padroni e il governo, e niente potrà fermarci!». Nulla di tutto ciò sarà fatto dai dirigenti sindacali compromessi con il padronato, o incoerenti. Ora è agli operai e ai lavoratori più combattivi e coscienti degli interessi di classe che spetta prendere l'iniziativa! 3 giugno 2015 (cicl. in prop.) Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri Piazzale Radaelli 3, Marghera – comitatosostegno@gmail.com https://pungolorosso.wordpress.com

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