In Grecia continuano le iniziative di lotta contro il pacchetto di licenziamenti, tagli a pensioni e servizi, svendita di beni comuni prescritte dalla trojka (FMI, UE, BCE) al governo greco in cambio dell'ennesimo prestito per dare ossigeno al malato per poterne spremere le ultime energie prima del default. Il pacchetto avvelenato è stato approvato dal parlamento il 12 febbraio, mentre ad Atene e in numerose altre città greche scoppiava la rivolta popolare. Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti. Le accuse sono molto gravi: resistenza, attacco incendiario, lesioni. Molto intenso è anche il dibattito nel movimento sulle prospettive per l'immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall'istituito. I primi segni ci sono: i lavoratori dell'azienda elettrica si rifiutano di staccare la luce ai morosi, quelli dell'ospedale di Kirkis decisono di occuparlo e autogestirlo per garantire a tutti l'accesso ai servizi sanitari. Ne abbiamo parlato ai microfoni di radio Blackout con un compagno greco, Georgios.
Ascolta l'intervista: http://anarresinfo.noblogs.org/2012/02/21/rivolta-sociale-in-grecia/
„La parola comunismo fin dai più antichi tempi significanon un metodo di lotta, e ancor meno uno speciale mododi ragionare, ma un sistema di completa e radicaleriorganizzazione sociale sulla base della comunione deibeni, del godimento in comune dei frutti del comunelavoro da parte dei componenti di una società umana,senza che alcuno possa appropriarsi del capitale socialeper suo esclusivo interesse con esclusione o danno dialtri.“ Luigi Fabbri
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