Bil'in era diventata anche a livello internazionale il grande simbolo della lotta contro il muro. Un simbolo di determinazione, di impegno alla lotta popolare, giusta e non violenta, di un totale rifiuto dell'occupazione militare e giuridica israeliana. Un simbolo di cooperazione con gli internazionali e con gli israeliani impegnati in una lotta comune.
Il 1 luglio Bil'in ha festeggiato; i suoi abitanti hanno cantato, ballato, pianto, si sono abbracciati, hanno calpestato i resti del muro, hanno già pensato di costruire case sulle terre liberate.
Ma la lotta non è certamente finita: oltre il muro che c'era e non c'è più ne sorge ancora un altro minaccioso a proteggere i coloni dell'insediamento di Modi'in Illit.
Ci sono ancora vaste porzioni di terre che devono essere restituite agli altri villaggi palestinesi oppressi dal muro; e l'occupazione militare di Israele è ancora lungi dall'allentare la sua morsa alla gola del popolo palestinese e degli attivisti israeliani. Un milione e mezzo di palestinesi vive in un carcere a cielo aperto a Gaza sotto assedio. Non bisogna dimenticarselo nemmeno per un momento: lo Stato di Israele riesce a fermare la solidarietà internazionale persino fuori dai suoi confini, impedendo la partenza della Freedom Flotilla verso Gaza dalla Grecia grazie alla collaborazione del governo greco.
Il muro a Bil'in è caduto, ma alla gioia del villaggio non può unirsi Abdallah Abu Rahma che è stato imprigionato e tolto alla sua famiglia per un lungo tempo, non possono unirsi Basam e sua sorella G'wahar Abu Rahma, uccisi nel corso delle manifestazioni che ogni venerdì andavano verso il muro maledetto a sfidare le sue guardie crudeli, i gas lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo, i proiettili di acciaio ricoperti di gomma, le bombe assordanti, l'acqua chimica puzzolente, i proiettili veri. Si avvicina settembre col suo latente potenziale di rivolta e di rivoluzione, forse non è solo un sogno pensare ad uno spazio condiviso di libertà per due popoli e nessuno stato. Una strada che i nostri compagni di Anarchici Contro il Muro vedono al di là di ogni muro e che sanno bene vale la pena trovare.
La FdCA, che ogni settimana traduce e pubblica i reports inviati da componenti di Anarchists Against The Wall per far conoscere e sostenere la lotta unitaria, popolare e non violenta, in Palestina/Israele, ribadisce il suo impegno solidale a fianco del popolo palestinese, dei comitati popolari dei villaggi in Cisgiordania e dei compagni israeliani di Anarchici Contro il Muro che con l'azione diretta condivisa e collettiva, con la lotta unitaria popolare pacifica e non violenta, portano il decisivo contributo dell'anarchismo e dei suoi metodi di lotta all'interno delle lotte popolari.
Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici
8 luglio 2011
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