NELLA CGIL E NEL SINDACALISMO DI BASE
RAFFORZARE UNA PRASSI SINDACALE CONFLITTUALE E DI CLASSE
Attivo sindacale del 14 marzo a Reggio Emilia a cui hanno partecipato
attivisti sindacali dalla Emilia Romagna, dalla Lombardia, dalla
Liguria, dalle Marche , dal nord-est, appartenenti a diverse categorie
del pubblico e del privato
Il XVI Congresso della CGIL si avvia alla conclusione della sua fase
di base, provinciale e regionale. Esso si sta svolgendo in una situazione di
gravissimo attacco capitalistico alle condizioni di vita e di lavoro
in Italia; attacco che punta a disarmare ogni difesa sindacale e
giuridica dei lavoratori, a sottrarre il lavoro ad ogni forma di
tutela contrattuale, a spezzare i rapporti di forza a favore
dell’arbitrio e delle esigenze capitalistiche.
In questi mesi, diversi attivisti sindacali anarchici e libertari
hanno contribuito in diverse province e regioni (pensiamo ad esempio
alla Emilia, alla Lombardia, alla Liguria, alle Marche, al Veneto ed
al Friuli) alla campagna per l’affermazione del documento “La CGIL che
vogliamo” sia all’interno delle categorie che della confederazione. Si
è trattato di un impegno congressuale che si è sviluppato dalle
assemblee nei luoghi di lavoro fino alle assise provinciali e
regionale, per proseguire a livello nazionale.
Insieme ad altre compagne e compagni che si sono impegnati nella promozione del documento 2, gli attivisti sindacali anarchici hanno cercato, nelle assemblee di base, di garantire una reale prassi democratica interna, allargando gli spazi di dibattito e di confronto sulle questioni di fondo e con il coivolgimento dei lavoratori/lavoratrici anche non iscritt* alla Cgil.
L'intervento dei comunisti anarchici è stato indirizzato costantemente alla creazione di uno spazio comune per il raggiungimento di tre obiettivi prioritari:
- aprire spazi di dibattito e di confronto e di partecipazione sul
ruolo della maggiore organizzazione sindacale in Italia, che in alcune occasioni ha saputo convogliare, soprattutto in alcune categorie (Fiom e Funzione pubblica) la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici.
- ricostruire un tessuto di partecipazione reale di lavoratrici e lavoratori disponibili a
riprendere protagonismo in una struttura a uso e consumo delle
esigenze della burocrazia interna, con organismi dirigenti sempre più centralizzati e inamovibili
- gettare le basi per la ripresa di auto-organizzazione delle
componenti di classe interne alla CGIL, degli iscritti, dei delegati,
degli eletti negli organismi dirigenti, in cui gli attivisti anarchici
tornino ad avere un ruolo significativo di riferimento.
Il Congresso ha risposto solo parzialmente alle sfide che aveva di
fronte. Solo laddove la presenza dei militanti sindacali di classe,
anche estranei all'apparato burocratico, ha permesso un reale
confronto, i lavoratori e le lavoratrici hanno potuto esercitare
quella democrazia congressuale essenziale per il rilancio
dell'attività sindacale e l'impegno nei posti di lavoro. Altrove
purtroppo la CGIL non ha saputo dimostrare di essere rimasta estranea
a quel clima di impoverimento della democrazia ormai imperante nel
paese, e si è limitata a una rituale autocelebrazione.
riprendere protagonismo in una struttura a uso e consumo delle
esigenze della burocrazia interna, con organismi dirigenti sempre più centralizzati e inamovibili
- gettare le basi per la ripresa di auto-organizzazione delle
componenti di classe interne alla CGIL, degli iscritti, dei delegati,
degli eletti negli organismi dirigenti, in cui gli attivisti anarchici
tornino ad avere un ruolo significativo di riferimento.
Il Congresso ha risposto solo parzialmente alle sfide che aveva di
fronte. Solo laddove la presenza dei militanti sindacali di classe,
anche estranei all'apparato burocratico, ha permesso un reale
confronto, i lavoratori e le lavoratrici hanno potuto esercitare
quella democrazia congressuale essenziale per il rilancio
dell'attività sindacale e l'impegno nei posti di lavoro. Altrove
purtroppo la CGIL non ha saputo dimostrare di essere rimasta estranea
a quel clima di impoverimento della democrazia ormai imperante nel
paese, e si è limitata a una rituale autocelebrazione.
I prossimi anni si annunciano come decisivi per le scelte della CGIL
rispetto al ruolo che intende avere nei confronti dei grandi mutamenti
organizzativi e giuridici che il capitalismo e lo Stato stanno
apportando al mondo del lavoro e rispetto a quale ruolo intende avere
nei rapporti di forza per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle
libertà sindacali. Il contributo degli attivisti sindacali anarchici e libertari nella
CGIL intende, all’indomani della fase congressuale, puntare alla
costruzione di forme di coordinamento locale e nazionale, informali o
strutturate, che facciano tesoro della esperienza congressuale e che
rafforzino il cooordinamento e i legami di collaborazione e di solidarietà costruiti in
questi mesi, affinché trovino una risposta le domande di democrazia
interna, di partecipazione, di costruzione di opposizione, le
indicazioni di lotta contro le scelte del padronato e le tentazioni di
omologazione di parte della burocrazia interna.
Nei prossimi mesi anche parte del sindacalismo di base si accinge a
rispetto al ruolo che intende avere nei confronti dei grandi mutamenti
organizzativi e giuridici che il capitalismo e lo Stato stanno
apportando al mondo del lavoro e rispetto a quale ruolo intende avere
nei rapporti di forza per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle
libertà sindacali. Il contributo degli attivisti sindacali anarchici e libertari nella
CGIL intende, all’indomani della fase congressuale, puntare alla
costruzione di forme di coordinamento locale e nazionale, informali o
strutturate, che facciano tesoro della esperienza congressuale e che
rafforzino il cooordinamento e i legami di collaborazione e di solidarietà costruiti in
questi mesi, affinché trovino una risposta le domande di democrazia
interna, di partecipazione, di costruzione di opposizione, le
indicazioni di lotta contro le scelte del padronato e le tentazioni di
omologazione di parte della burocrazia interna.
Nei prossimi mesi anche parte del sindacalismo di base si accinge a
portare a termine un percorso di unificazione che vede come
protagonisti RdB ed SdL.
A quasi 20 anni dalla nascita del sindacalismo di base in Italia, si
ratta di una ulteriore tappa di un tormentato processo che non sembra
risolvere nel breve termine le difficoltà in cui versa la galassia dei
sindacati di base né sembra porsi come punto di riferimento immediato,
viste le divisioni da cui esso nasce.
Eppure anche in questo caso, il ruolo degli attivisti sindacali su
posizioni di classe può risultare importante nel riprendere percorsi
di coordinamento e di federalismo delle lotte, il cui scopo è
fondamentalmente quello dell’unità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il compito degli attivisti sindacali anarchici e libertari è e sarà
sempre quello di favorire ogni forma di rete e di federabilità delle
esperienze del sindacalismo conflittuale che siano espressione di ogni
forma auto-organizzata alla base e dal basso.
protagonisti RdB ed SdL.
A quasi 20 anni dalla nascita del sindacalismo di base in Italia, si
ratta di una ulteriore tappa di un tormentato processo che non sembra
risolvere nel breve termine le difficoltà in cui versa la galassia dei
sindacati di base né sembra porsi come punto di riferimento immediato,
viste le divisioni da cui esso nasce.
Eppure anche in questo caso, il ruolo degli attivisti sindacali su
posizioni di classe può risultare importante nel riprendere percorsi
di coordinamento e di federalismo delle lotte, il cui scopo è
fondamentalmente quello dell’unità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il compito degli attivisti sindacali anarchici e libertari è e sarà
sempre quello di favorire ogni forma di rete e di federabilità delle
esperienze del sindacalismo conflittuale che siano espressione di ogni
forma auto-organizzata alla base e dal basso.
Commissione Sindacale - Federazione dei Comunisti Anarchici
Reggio Emilia, 14 marzo 2010
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