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lunedì 14 dicembre 2015

Storia: Francia 1900 (da AL)

traduzione di articolo apparso sul periodico dell'omonima organizzazione Alternative Libertaire a cura di Massimo Cardellini

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Settembre 1900: La fusione tra l'anarchismo e la sinistra socialista

Il 19 settembre 1900, in nome delle leggi anti-anarchiche del 1894, il governo francese proibisce il congresso internazionale antiparlamentare convocato a Parigi. Senza saperlo, ha portato il colpo di grazie a una strategia di riavvicinamento tra l'anarchismo e la sinistra socialista europea, iniziato sette anni prima. Un preludio sconosciuto all'emergere del sindacalismo rivoluzionario.

Nel settembre 1900, Parigi è al contempo la capitale del mondo borghese e del movimento operaio internazionale. L'Esposizione universale attirerà 50 milioni di visitatori e, approfittando dell'avvenimento, la CGT e la Federazione delle borse di lavoro (Fédération des bourses du travail) hanno annunciato che avrebbero organizzato ognuna il loro congresso nazionale e un congresso internazionale in questa data a Parigi. La II Internazionale ha scelto anch'essa il 1900 per tenere un congresso a Parigi e il quadro è completo con gli anarchici che, per la volta dal 1889, vi organizzeranno dei convegni internazionali. Di quest'ultimi, la Storia ricorda soprattutto che erano stati proibiti dal governo francese, e che i delegati venuti a decine erano stati dispersi.

Di fatto, si deve sapere che questi convegni dovevano essere il culmine di una strategia di convergenza tra l'anarchismo e la sinistra del socialismo iniziata sette anni prima, e che dovevano far nascere un'internazionale socialista anti-autoritaria opposta alla II Internazionale. L'episodio non doveva tuttavia restare senza futuro. In Francia, rappresentò il preludio dell'emergere del sindacalismo rivoluzionario.



Zurigo 1893: ribellione nel socialismo



L'idea di una ricomposizione possibile tra l'anarchismo e la sinistra socialista trova il suo punto di partenza nell'avvicinamento osservato al congresso socialista internazionale di Zurigo, nell'agosto del 1893. All'epoca, la II Internazionale è ancora relativamente eterogenea, e non ancora del tutto allineata sulla potente socialdemocrazia tedesca. Nelle delegazioni, ritroviamo tutta la gamma del socialismo, dal più moderato al più radicale, incarnato dagli anarchici. Ora, durante questo congresso, la delegazione tedesca ha fatto scandalo espellendo dalla sala gli “indipendenti” di Gustav Landauer, una frazione tedesca dissidente che rifiuta il parlamentarismo e il riformismo. Indignati da quest'atto di intolleranza, circa 50 delegati su 500 solidarizzarono con gli esclusi abbandonando la sala. Tra di loro, il francese Jean Allemane. Questo vecchio comunardo è il porta parola di quel che era allora la principale organizzazione socialista francese, il Partito operaio socialista rivoluzionario (POSR), che presenta forti tendenze antiparlamentari, anche se partecipa alle elezioni a scopo propagandistico. Gli allemanisti, che aborriscono l'integrazione nelle istituzioni repubblicane, cercano cercano di collocare la lotta anticapitaliste tra le mani degli stessi lavoratori e lavoratrici. Essi fanno dunque del sindacalismo uno strumento primario e promuovono lo sciopero generale. In questo si oppongono agli epigoni francesi della socialdemocrazia tedesca: i “guesdisti”, militanti, militanti del Partito operaio francese (POF) di Jules Guesde. Questa questione dello sciopero generale non è aneddotica: negli anni 90 del XIX secolo, è il pomo della discordia del socialismo, almeno in Francia. Condiziona due visioni concorrenti: una in cui l'emancipazione dei lavoratori è affidata allo Stato e ai politici; l'altra in cui essa è affidata all'intervento diretto dei lavoratori stessi [1].

A partire dall'11 agosto, i dissidenti del congresso di Zurigo tengono delle sedute separate nella sala del Plattengarten. Vi si ritrovano riuniti degli anarchici inglesi, italiani o francesi (Fernand Pelloutier), la maggioranza dei socialisti olandesi (insieme a Domela Nieuwenhuis e Christian Cornélissen), ma anche dei socialisti francesi di tendenza antiparlamentare, come Jean Allemane. È al Plattengarten che Domela Nieuwenhuis formula per la prima volta che “la fusione di tutti gli elementi rivoluzionari è possibile” [2].



L'idea di una fusione con gli anarchici



Questa assemblea al Plattengarten, che sarà a volte considerata come “il primo congresso anarchico internazionale” [3], stimolerà l'immaginazione di alcuni militanti tra i quali Bernard Lazare. Alcuni giorni dopo Zurigo, questo militante francese lancia un appello su La Revue anarchiste [4], per la costituzione di un “grande partito rivoluzionario internazionale antiparlamentare e anti-stato” in cui si unirebbero da una parte i socialisti antiparlamentari tedeschi, olandesi, francesi e inglesi che si sono evidenziati a Zurigo, e dall'altra parte gli anarchici francesi, spagnoli, americani, italiani e ebrei d'Inghilterra. L'idea seduce gli Indipendenti tedeschi e gli Olandesi. Lazare inizia a redigere anche, insieme all'anarchico italiano Malatesta, un appello alla costituzione di questo “Grande partito internazionale” [5], ma il progetto non viene realizzato a causa dell'ondata repressiva dovuta alla “ravacholite”, che obbliga i militanti a rifugiarsi all'estero [6].

In Francia, questa convergenza tra allemanisti e anarchici malgrado tutto compirà dei progressi, spostandosi dal terreno politico al terreno sindacale.

A Nantes, nel settembre del 1894, deve infatti svolgersi un congresso unitario che riunisce le corse di lavoro e le federazioni di sindacati. Alla Federazione delle borse, Fernand Pelloutier pensa di poter utilizzare l'antiguesdismo in aumento negli ambienti sindacali per eliminare i politici, l'obiettivo sarebbe stato fuori di portata – ma del sindacalismo. Il congresso di Nantes si conclude infatti con la loro completa sconfitta: l'obiettivo dello sciopero generale è proclamato e i guesdisti, delusi, abbandonano la sala in massa. Presto, il congresso programma, per l'anno successivo, la fondazione di una nuova formazione operaia. Indipendente da ogni partito politico: sarà la Confédération générale du travail (Confederazione generale del Lavoro), (CGT).

Alcuni mesi dopo, Fernand Pelloutier svela la sua visione strategica sul settimanale anarchico Les Temps nouveaux. Per lui, il socialismo è alla vigilia di una ricomposizione generale che porrà in evidenza due campi: da una parte il socialismo anti-autoritario (anarchici, allemanisti, sindacalisti), dall'altra, il socialismo autoritario (guesdisti, riformisti, blanquisti, “indipendentisti” tipo Jaurès, Millerand, Viviani…) [7]. Nell'attesa, è possibile spingere il vantaggio ottenuto al congresso di Nantes, e portare a scala internazionale i divorzio tra socialismo parlamentare e sindacalismo.


Londra 1896: la socialdemocrazia travolta


Questa nuova battaglia sarà scatenata al congresso socialista internazionale di Londra, nell'agosto del 1896. La lezione di Zurigo è stata assimilata: questa volta gli anarchici, allemanisti e loro corrispondenti internazionali metteranno in piedi una vera operazione politica.

Nei mesi che precedono il congresso di Londra, Una vera “corsa ai mandati” si scatena tra una parte gli anarchici e allemanisti e dall'altra i guesdisti e blanquisti. Per ogni campo, si tratta di radunarne il più possibile per avere la maggioranza all'interno della delegazione francese a Londra. Ma poiché gli anarchici sono proscritti dalla II Internazionale da Zurigo, la ventina di militanti libertari che andranno a Londra saranno coperti da dei mandati di sindacati sostenenti lo sciopero generale e anche delle sezioni del POSR.

Questo serie di espedienti con i mandati può sembrare meschina. Ma è irrisoria in confronto alle manovre dei guesdisti e dei socialdemocratici tedeschi e inglesi.

Perché una volta a Londra, il fatto che la delegazione francese sia – per due mandati! - composta in maggioranza da allemanisti e da anarchici provocherà un vero psicodramma che paralizzerà quasi il congresso... Per espellere gli anarchici, i socialdemocratici saranno costretti ad espellere, dallo stesso movimento, i sindacati, dando piena soddisfazione a Fernand Pelloutier e ai suoi amici. Esasperati da questo settarismo, una parte dei delegati socialisti andranno a collocarsi a fianco dei libertari in assemblee e conferenze antiparlamentari tenute parallelamente al congresso. L'Internazionale socialista si divide, il polo anti-autoritario si profila. Gli anarchici hanno dunque tratto quanto di meglio potevano da una situazione minoritaria: hanno paralizzato la socialdemocrazia impantanata nel suo settarismo; hanno accentuato la separazione tra socialismo parlamentare e sindacalismo; hanno fatto fronte comune con la sinistra del socialismo europeo.


Esaurimento di una strategia


La seguente tappa sarà decisiva. Dopo Zurigo, Nantes e Londra, che sono stati dei congressi di delimitazione, si tratta a presente di fondare una internazionale antiparlamentare che raccolga anarchici e socialisti di sinistra. Durante l'autunno del 1898, l'Olandese Domela Nieuwenhuis, Émile Pouget e Fernand Pelloutier firmano congiuntamente un appello per svolgere un congresso nel settembre del 1900 [8]. E sin da marzo 1899, Émile Pouget, in Le Journal du peuple – un quotidiano dreyfusardo libertario – fa la promozione pubblica di questo congresso che deve scalzare la pretesa dei “socialisti parlamentari di atteggiarsi, come portaparola del movimento socialista mondiale” [9].

Tuttavia, nell'intervallo di quattro anni che separa Londra da Parigi, la strategia del riavvicinamento tra anarchici e socialisti antiparlamentari, che era stata così fruttuosa tra 1893 e 1896, si esaurirà. Infine, il divieto del congresso del 1900 non farà che portargli il colpo di grazia. Quali ne sono le ragioni?

Delle ragioni ideologiche dottrinali innanzitutto: le correnti comuniste anarchiche e socialiste rivoluzionarie non sono riuscite ad accordarsi sul piano teorico, malgrado i tentativi di elaborazione di un progetto comune con Bernard Lazare, Malaesta, Merlino et Cornélissen [10]. Anarchici e socialisti antiparlamentari non giungono dunque ad operare una sintesi programmatica al di là del loro rifiuto della socialdemocrazia. Prima difficoltà.

Seconda difficoltà: il piccolo gruppo di militanti uniti che ha orchestrato questa strategia dal 1893 di disgrega: Merlino si allinea all'elettoralismo, seguito presto da Bernard Lazare; Hamon è attaccato da Jean Grave per il suo antisemitismo; Fernand Pelloutier è sempre più malato e non può assecondare efficacemente Pouget nell'organizzazione del congresso.

La terza difficoltà – e la principale – risiede nel riassorbimento delle correnti socialiste antiparlamentari europee. Nei Paesi Bassi e in Germania, esse si disgregano e lasciano che delle frazioni passate nettamente all'anarchismo. In Gran Bretagna, è l'evoluzione rivoluzionaria e antiparlamentare di una parte del socialismo e delle trade-union che non ha avuto luogo. In Francia, il POSR ha iniziato, all'indomani del congresso di Londra, un vero declino, dilaniato tra una strategia dello sciopero generale che ha portato gli allemanisti a svolgere un ruolo motore nel sindacalismo, e una pratica elettorale che non gli ha occasionato che delle delusioni. Balcanizzato, il POSR ha tenuto, nel settembre del 1897, il suo ultimo congresso. Nel 1900, Allemane, sentendosi obbligato a salvare ciò che resta del suo partito, si volge piuttosto verso l'unità socialista che verso l'anarchismo. Il POSR sostiene per la forma il congresso internazionale antiparlamentare, ma non vi partecipa che da lontano.


Parigi 1900: fallimento e posterità


Malgrado tutto, il congresso antiparlamentare beneficia di un'innegabile infatuazione: 58 contributi (212 pagine) vengono redatte da 10 paesi. Sin dai primi mesi di preparazione, Christian Cornelissen consegna un testo che propone di formare “un'intesa durevole tra i gruppi anarchici e comunisti rivoluzionari”. La vigilia dell'apertura, si contano a Parigi dei delegati di 12 nazionalità, una cosa mai vista nel movimento libertario internazionale. Ma, all'ultimo momento, lo Stato francese proibisce il congresso. Gli organizzatori tentano in extremis di trovare delle sale aperte, ma tutte sono bloccate dalla polizia. Soltanto un piccolo gruppo di delegati riescono a riunirsi per discutere della creazione di una “intesa internazionale” [11]... che resterà lettera morta. E ognuno deve rientrare a casa sua, a mani vuote.

Nel settembre 1900, è dunque finita con il tentativo di creare un'internazionale anti-autoritaria alternativa alla II Internazionale. Il vento è cambiato. Si deve far evolvere la strategia, spostare il soggetto. Tanto peggio per il polo socialista anti-autoritario. Tanto peggio per il POSR moribondo, quel che fa il valore degli allemanisti – la loro fede nell'azione operaia e sindacale, il loro sciopero generale – sopravviverà loro nella CGT. Gli anarchici prenderanno la loro rilevanza come forza motrice del sindacalismo. Quest'episodio di riavvicinamento non sarà dunque stato improduttivo per il movimento operaio.

Il “grande partito” antiparlamentare internazionale non vedrà la luce. Ma in Francia, i militanti anarchici tenteranno di fare assumere questo ruolo alla CGT. Il sindacalismo rivoluzionario – o per riprendere un'espressione di Hubert Lagardelle, il “socialismo operaio” - diventerà allora l'alternativa al socialismo di Stato.


Guilum Davrnch (AL 93)


NOTE


[1] A questo proposito, leggere Miguel Chueca, Déposséder les possédants. La grève générale aux “temps héroïques” du syndicalisme révolutionnaire (1895-1906), Agone, 2008.

[2] Le Temps, 12 août 1893.

[3] Arianne Miéville, Maurizio Antonioli, Anarchisme & Syndicalisme. Le congrès international d’Amsterdam (1907), Nautilus / Le Monde libertaire, 1997.

[4] Bernard Lazare, “L’entente possible et l’entente impossible”, La Revue anarchiste n° 1, 15-31 agosto 1893.

[5] Una tale esperienza aveva avuto luogo due anni prima in Italia quando, durante il congresso di Capolago, Malatesta, Merlino e Molinari avevano cofondato un Partito socialista anarchico rivoluzionario (PSAR), che riuniva anarchici e socialisti rivoluzionari antiparlamentari. Lo PSAR era stato smantellato dalla repressione in capo a sei mesi.

[6] Philippe Oriol, Bernard Lazare, Stock, 2003.

[7] Fernand Pelloutier, “La situation actuelle du socialisme”, Les Temps nouveaux, 6 luglio 1895.

[8] Le Père Peinard, 16-30 aprile 1899.

[9] Émile Pouget, “Les congrès de 1900”, Le Journal du peuple, 8 mars 1899.

[10] Anthony Lorry, “Une lettre inédite de Fernand Pelloutier à propos du Congrès de Londres (1896)”, Les Temps maudits n° 11, ottobre 2001.

[11] Circolare del comitato d'organizzazione del “Congresso operaio rivoluzionario internazionale”, (Musée social, Paris 7e).

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